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TRADE FOR ALL

Verso una politica per il commercio e gli investimenti pi responsabile


Il 14 ottobre 2015, la Commissaria al commercio, Cecilia Malmstrom, ha presentato il documento
strategico su cui dovr basarsi la politica commerciale dellUE. Questo testo, che prende le mosse
dal dibattito suscitato attorno al tema del TTIP, disegna una politica commerciale meno orientata al
business e pi attenta ai temi della trasparenza, della sostenibilit.
Negli ultimi anni linteresse per le politiche commerciali si intensificato. Un pubblico sempre pi
ampio guarda con attenzione alla politica commerciale e si preoccupa dellimpatto che questa pu
avere sulle regole in materia di protezione dei consumatori o sul mercato del lavoro.
Va considerato inoltre che il commercio uno dei pochi strumenti disponibili per stimolare leconomia
senza aumento della spesa pubblica. LUnione Europea il principale partner commerciale di circa
80 paesi al mondo ed il secondo di altri 40. Il sistema economico attuale, che sempre pi globale
e digitale, si basa su catene sovranazionali di produzione, che prevedono lo svolgersi delle fasi
dideazione, progettazione, fabbricazione, assemblaggio, confezionamento e vendita attraverso
diversi paesi nel mondo. Per questo motivo limpatto delle politiche commerciali ha ripercussioni sul
panorama geopolitico, e viceversa. Inoltre, la politica commerciale, abbinata alla cooperazione allo
sviluppo, un importante strumento per stimolare crescita e riforme nei paesi meno sviluppati o in
via di sviluppo. Infine, la politica commerciale ha un ruolo anche nel rafforzare il funzionamento del
mercato interno, favorendo il collegamento tra questo e le regole del sistema globale del commercio
e degli investimenti.
Circa il 90% della crescita economica globale nei prossimi 15 anni verr generata al di fuori
della UE; allo stesso tempo, in Europa, 30 milioni di posti di lavoro (1 su 7) sono legati al commercio
internazionale. Proprio per queste due ragioni la politica commerciale vitale per mantenere e
migliorare il ruolo dellEuropa nel panorama internazionale.
Per stimolare la capacit dellUE di beneficiare dal commercio e dagli investimenti, la Commissione
Europea ha sviluppato unambiziosa agenda di negoziati bilaterali, contemporaneamente al suo
impegno in seno allOrganizzazione Mondiale del Commercio, WTO. LAccordo di Libero Scambio,
FTA, con la Corea del Sud il primo esempio di accordo di nuova generazione che lUE ha scelto
di negoziare. Eliminando circa il 99% delle barriere tariffarie e occupandosi anche di barriere nontariffarie, in quattro anni, le esportazioni europee sono cresciute del 55%. Quelle di automobili sono
addirittura triplicate. E, nonostante la quota di importazioni dalla Corea sia cresciuta dal 9 al 13%, il
tradizionale segno meno sulla bilancia dei pagamenti si trasformato in un surplus commerciale.
La politica commerciale ha dunque allargato il suo campo di applicazione. Al settore esclusivamente
tariffario ha aggiunto un approccio olistico che include intese, tra le tante, sul settore degli appalti
pubblici, sulla concorrenza, sui sussidi statali, e sulle barriere sanitarie e fitosanitarie, sul commercio
in servizi e su quello digitale, sulla mobilit dei lavoratori qualificati, sullaccesso alle materie prime,
sullinnovazione e sulla gestione delle dogane.
Il settore dei servizi rappresenta il 70% del PIL europeo. Per questa ragione sempre pi importante
migliorare laccesso a questo settore nei mercati internazionali, cos come lattrazione di investimenti
esteri. LUE , infatti, uno dei 25 membri del WTO che sta negoziando il TiSA, un accordo sul commercio
di servizi. Nonostante ci, la posizione europea sui servizi pubblici resta quella secondo cui nessun
accordo internazionale pu restringere il diritto degli stati di legiferare nellinteresse dei propri cittadini.
Per quanto riguarda leconomia digitale, si registra la formazione di nuove tipologie di ostacoli agli
scambi. La strategia per il Digital Single Market affronta molte di queste frammentazioni allinterno
dellUE. Quello che, invece, la politica commerciale pu fare la creazione di una parit di condizioni
al livello globale.

LUnione Europea ha concluso o sta negoziando il maggior numero al mondo di FTA, la sfida dunque
di fare in modo che questi siano efficaci e portino benefici per tutti. LUE dovr assicurarsi che i propri
partner rispettino gli impegni presi, che tutti gli Stati membri siano in grado di beneficiare delle
opportunit create, infine, che le aziende si impegnino ad evitare pratiche scorrette, dal punto di vista
sociale e ambientale, quando operano al di fuori dalla UE.La riduzione delle asimmetrie informative,
specialmente per le PMI, un altro degli obiettivi che la Commissione si posta. Sono, infatti, gli attori
economici pi piccoli quelli che incontrano maggiori difficolt ad accedere ai mercati internazionali.
Seguendo la stessa filosofia, si provveder ad una revisione del funzionamento del Fondo Europeo
di Adeguamento alla Globalizzazione per offrire soluzioni efficaci per i lavoratori di quei settori che
potrebbero risentire negativamente dellapertura dei mercati.
Trasparenza e partecipazione sono altri due temi che la Commissione ha voluto ribadire nella sua
strategia per il 2016. Lobiettivo dunque quello di aumentare i momenti di confronto con il Parlamento
Europeo, gli Stati membri e la societ civile in ogni fase dei negoziati commerciali. Inoltre, si stabilisce
che per ogni nuova iniziativa di una certa rilevanza si effettuino valutazioni dimpatto.
Questo nuovo spirito di partecipazione e trasparenza dovrebbe portare maggiore fiducia tra i cittadini
rispetto allimpegno che non si modifichino in negativo gli standard di protezione dei consumatori,
dei lavoratori e dellambiente, che nessun meccanismo di protezione degli investimenti possa
danneggiare il diritto degli Stati di legiferare nel pubblico interesse e che si promuovano nei paesi
terzi politiche concrete per lo sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, il buon governo e una
crescita inclusiva.
Infine, lidea di proseguire nella fitta attivit di negoziati internazionali seguendo due direttrici
parallele. Da un lato, rilanciare il sistema multilaterale, proponendo alla conferenza di Nairobi che in
ambito WTO si possano creare dei gruppi ristretti che vadano avanti nellintegrazione su specifiche
materie; dallaltro, proseguire nei negoziati bilaterali di nuova generazione, prevedendo che possano
essere estesi ad altri partner a livello regionale.
Di seguito lagenda dei negoziati bilaterali previsti nella strategia commerciale.

Negoziati FTA da aprire

Negoziati FTA da rilanciare

Australia

EU-india

Nuova Zelanda

EU-Malesia

Filippine

EU-Tailandia

Indonesia

Negoziati FTA e investimenti da concludere


FTA da modernizzare

TTIP

Messico

EU-Giappone

Cile

EU-Cina (solo investimenti)

Turchia (Unione doganale)

Mercosur

FTA da modificare

Negoziati e investimenti da aprire

Corea del Sud

Hong Kong

(inserimento di un capitolo sugli investimenti)

Taiwan

Conclusione delle procedure di approvazione


CETA
EU-Singapore
EU-Vietnam

Alessia Mosca
Commissione per il Commercio Internazionale - Parlamento Europeo
Bruxelles, 27 novembre 2015

www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it

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