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Norme a tutela dei beni

culturali importati da
Paesi terzi
febbario 2018

Il 13 luglio 2017, la Commissione europea ha presentato delle nuove norme che mirano a
bloccare l'importazione illegale e il traffico di beni culturali provenienti da paesi terzi.
I beni culturali costituiscono tutti quei beni che sono parte del patrimonio culturale di un Paese
poiché aventi un importante valore artistico, storico e archeologico. La loro preservazione e
protezione dal traffico illegale risulta perciò estremamente importante sia per motivi culturali, sia
perché molto spesso essi provengono da zone di guerra e conflitti, e sono ottenuti illegalmente,
venduti e importati all’interno dell’Unione europea. È inoltre risaputo che tale traffico illecito sia
strettamente collegato al finanziamento dei gruppi terroristici, all’evasione fiscale e al riciclaggio
di denaro.
Quando può l’importazione di un bene culturale essere considerata illecita?
Nel caso in cui il paese di esportazione (sia o meno esso anche il paese d’origine, ossia il paese in
cui il bene sia stato scoperto o creato) sia uno Stato firmatario della Convenzione dell'UNESCO
del 1970, l’importatore dovrà dimostrare che i beni sono stati esportati legalmente.

Nel caso in cui l’esportazione avvenga da un paese terzo che non è né il paese d’origine né un
paese intermediario firmatario della Convenzione dell’UNESCO del 1970, l’importatore dovrà
dimostrare la legalità dell’esportazione iniziale dal paese d’origine.

Grazie a delle specifiche misure adottate dal Consiglio europeo nel 2003 e nel 2012, i beni
culturali importati dall’Iraq e dalla Siria sono già considerati illegali laddove vi sia il sospetto
motivato che tali beni siano stati rimossi senza il consenso del loro legittimo proprietario o siano
stati rimossi tramite una violazione delle norme nazionali o internazionali.

Quali sono gli elementi principali della proposta relativa all’importazione dei
beni culturali presentata dalla Commissione?
» una nuova definizione comune dell'UE di “beni culturali” all'importazione, che
include una più vasta gamma di oggetti tra cui ritrovamenti archeologici, antiche
pergamene, rovine di monumenti storici, opere d'arte, collezioni e oggetti di
antiquariato. Le nuove disposizioni si applicheranno soltanto ai beni culturali aventi
almeno 250 anni al momento dell'importazione, poiché considerati maggiormente a
rischio;

» l'introduzione di un nuovo sistema di licenze per l'importazione di reperti


archeologici, parti di monumenti, antichi manoscritti e libri. Gli importatori saranno
tenuti a ottenere licenze di importazione dalle autorità competenti nell'UE prima
della loro introduzione sul territorio dell'Unione, mediante la presentazione di
specifici documenti giustificativi e di prova;

» per altre categorie di beni culturali, gli importatori dovranno procedere tramite un
sistema di certificazione più rigoroso di quello attuale, che prevede la
presentazione di una dichiarazione firmata o dichiarazione giurata che certifichi la
legalità dell’esportazione dei beni dal paese terzo, nonché delle informazioni
necessarie per l’identificazione e inserite all’interno di un documento standardizzato
raccomandato dall’UNESCO (il cosiddetto Object ID);

» le autorità doganali avranno la facoltà di sequestrare e trattenere i beni nel caso in


cui non sia dimostrato che i beni culturali in questione sono stati esportati
legalmente.

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