Sei sulla pagina 1di 5

Dag Tessore

LA DIETA SALUTARE NELLA TRADIZIONE CRISTIANA

Per il Cristianesimo, diversamente che per l'Ebraismo, non c' nulla fuori dell'uomo che,
entrando in lui, possa contaminarlo (Mc 7,15): non esistono cio cibi in s impuri e proibiti. E'
un'eresia - dice San Paolo - imporre di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato:[...] tutto ci che
stato creato da Dio buono e nulla da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie
(1Tm 4,3-4; cfr. At 10,9-16). Ne consegue che, contrariamente al divieto giudaico di alcune carni e
al disprezzo manicheo per tutte le cose materiali e terrene e specialmente per la carne, per i cristiani
non solo tutti gli alimenti sono permessi, ma sono anzi sacri: per questo nella Chiesa antica era
prevista una speciale cerimonia di benedizione di alcuni frutti e vegetali da parte del vescovo 1, e ad
ogni pasto fondamentale che il fedele invochi la benedizione di Dio prima di mangiare e ringrazi
Dio dopo aver consumato il cibo (cfr. At 27,35; Dt 8,10)2.
Se durante i digiuni ci si astiene da certi particolari cibi (specialmente la carne), ci sottolineano con vigore i Padri - non perch questi cibi siano impuri o vietati, ma solamente per
esercizio ascetico e per purificare il corpo e la mente3.
Qui andrebbe per fatta una precisazione. La Chiesa primitiva, infatti, sulla scia dell'Antico
Testamento, fu dell'idea che dovessero continuare ad essere "vietate in s e sempre" le carni con
sangue e quelle di animali uccisi da belve o morti naturalmente 4, nonch le carni che i pagani
avevano offerto nel tempio ai loro dei (i cosiddetti idolotiti)5. Questi divieti, ribaditi da importanti
Concili della Chiesa, rimasero in vigore nelle Chiese Ortodosse; la Chiesa copta d'Etiopia,
addirittura, osserva ancor oggi tutti i divieti alimentari dell'Antico Testamento. La Chiesa Cattolica,
invece, sulla scia soprattutto di San Paolo, proclam sempre che non esistono cibi vietati e che
anche queste carni sono permesse6.
Ci che in realt stava a cuore ai Padri della Chiesa non era tanto la questione legalistica o
religiosa dellalimentazione, quanto invece il beneficio che il cristiano trae da un corretto uso dei
cibi, sia per la sua crescita spirituale che per la sua salute fisica. Sulla scia del pensiero greco di
impronta orfica, pitagorica e stoica, essi ritenevano infatti che la salute dellanima non pu essere
scissa dalla salute del corpo. Vi unarmonia tra la sfera fisica e quella interiore, per cui il discepolo
della filosofia cristiana deve scegliere i cibi e dosarli badando a che il corpo non intorpidisca la
mente.
Per sintetizzare meglio gli elementi fondamentali di questa dieta salutare (soterios diaita)7
(cos Clemente chiama niente meno che la stessa scelta di vita cristiana), li riassumeremo in otto
punti:
- Fa male mangiare molto. Infatti non soltanto la qualit ma anche la quantit delle vivande
attenua l'acutezza dello spirito8. Gi la Bibbia diceva: Non essere ingordo per qualsiasi
ghiottoneria, non ti gettare sulle vivande, perch l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca
coliche. Molti sono morti per ingordigia; chi si controlla vivr a lungo (Sir 37, 29-31). E Ges:
1

Cfr. Ippolito, Traditio apostolica, XXXI-XXXII.


Cfr. Sacramentarium Gelasianum, LXXXVI-LXXXVII; Atanasio, De virginitate, XII; Clemente di Alessandria,
Paedagogus, II, 44, 1 e II, 77, 1; Tertulliano, De oratione, XXXV; ecc.
3
Cfr. Canones apostolorum, LIII; Agostino, Sermones, CCVIII, 1; I Concilio di Braga (563), can. XIV.
4
Canones apostolorum, LXIII; norma ribadita dal Concilio di Gangra, can. II, e dal Concilio del Trullo, can. LXVII;
cfr. Gn 9,4; Lv 19,26; 17,15; At 15,28-29.
5
Cfr. Constitutiones apostolorum, VII, 21.
6
Cfr. Concilio di Firenze, Sessione XI (1442); cfr. Francesco d'Assisi, I Regula, IX, 16.
7
Ibidem, I, 54, 2.
8
Giovanni Cassiano, De coenobiorum institutis, V, 5, 2.
2

State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in crapule, ubriachezze e affanni della
vita e che quel Giorno non vi piombi addosso all'improvviso! (Lc 21,34; cfr. Rm 13,13). San
Leone constata (come in effetti ognuno pu constatare di persona): L'esperienza quotidiana ci
dimostra che la lucidit della mente viene offuscata dall'eccesso di carne e che il vigore del cuore
risulta inebetito dal troppo cibo; la volutt di mangiare quindi contraria anche alla salute del
corpo9. Inoltre, un giusto dosaggio delle bevande e una equilibrata distribuzione degli alimenti
conferiscono al corpo non solo salute, ma anche una bellezza secondo natura [cio non
artificiale]10. Qui notiamo subito un principio basilare della dieta cristiana, principio che
ritroveremo costantemente nei Padri della Chiesa: obbedire a Dio significa scegliere sempre ci che
secondo natura. La natura il paradigma dellagire cristiano. Tutto ci che artificiale e si
allontana dalla natura si oppone a Dio.
- Bisogna scegliere gli alimenti pi "leggeri" (specialmente verdura, frutta, cereali) ed
eliminare quelli "pesanti" (carni, fritture, dolci, grassi), come anche il buon senso dietologico
suggerisce. Dai cibi pesanti salgono infatti fumose esalazioni che come densa nebbia oscurano [la
mente]11. Cos pure pu essere utile evitare quei legumi che gonfiano e appesantiscono,
preferendo invece le verdure leggere e ben digeribili 12. E' bene inoltre evitare le salse e i
condimenti, che, in genere, appesantiscono la pietanza e la rendono pi grassa 13. Il digiuno cristiano
fu caratterizzato, a questo proposito, da un notevole rigore, per cui ogni cibo grasso e sostanzioso
doveva essere eliminato: spesso esso consisteva nel semplice pane e acqua. Erma, scrivendo
intorno al 140 d.C., dice: Nel giorno in cui digiunerai non gusterai nulla se non pane e acqua14.
Anche di Sant'Antonio Atanasio dice che il suo digiuno consisteva nel mangiare solo la sera e solo
pane, sale e acqua15.
- Si sceglieranno quegli alimenti che per loro natura apportano al corpo pi benefici, essendo
pi ricchi di vitamine, qualit terapeutiche e sostanze neccessarie all'organismo. Da sempre sono
note le straordinarie virt salutari, nonch medicali, di cibi come il cavolo, l'aglio, la mela, la salvia,
ecc. Gli alimenti di base comunque devono essere verdure, legumi, frutta e cereali: questi infatti
forniscono al corpo tutto ci di cui ha bisogno (vitamine, sali minerali, proteine, carboidrati, fibre)
ed sufficiente che solo di tanto in tanto vengano integrati da latte o formaggio, pesce e semi oleosi
(per esempio pasta di sesamo). Il tuo pasto - diceva San Girolamo al sacerdote Paolino -, modesto
e limitato alla sera, sia a base di verdure e di legumi, e solo di tanto in tanto dei pesciolini...16.
- Frutta e verdura vanno mangiate preferibilmente crude17. E' noto infatti, anche alla scienza,
che la cottura e altri trattamenti simili (come l'essicazione e la conservazione sott'aceto)
depauperano notevolmente i cibi, distruggendo in gran parte soprattutto le vitamine.
- Bisognerebbe nutrirsi del cibo proveniente dal proprio orto e frutteto. Questo aspetto, che
ci pu sembrare oggi irrilevante, invece di grande importanza: trarre il cibo dal proprio orto
molto pi sano (e questo vale ancor di pi oggi, con i grandi supermercati e le multinazionali) ed
pi coerente con la scelta cristiana di povert. Inoltre avere un orto e un frutteto, come sottolineano
spesso Clemente di Alessandria e altri Padri della Chiesa, porta a fare sano movimento e buona
ginnastica all'aria aperta, ed in ogni modo un elemento di una scelta di vita globale, che porta a
vivere pi vicini alla natura e lontani dalla insalubre atmosfera (sia fisica che morale) delle citt. E
sorprendente quanto la prospettiva di questi antichi Padri fosse simile a quella di molti ecologisti e
naturisti odierni!
9

Leone I, Sermones, XIX (al. XVIII), 1; cfr. anche Girolamo, Epistolae, XXII, 17: Uno stomaco pieno intorpidisce le
facolt mentali.
10
Clemente di Alessandria, Paedagogus, III, 64, 2.
11
Basilio, De ieiunio sermo I, IX.
12
Girolamo, Epistolae, LIV, 10.
13
Cfr. Ibidem, CVIII, 17.
14
Erma, Pastor, III, 5, 3.; cfr. Canones Hippolyti, XX-XXI.
15
Atanasio, Vita Antonii, VII.
16
Ibidem, LVIII, 6; cfr. ugualmente Colombano, Regula, III.
17
Cfr. Clemente di Alessandria, Paedagogus, II, 15, 3.

- Una dieta sana comporta anche attivit fisica e movimento, essenziale per digerire bene e in
generale per mantenere in salute il corpo 18. Come abbiamo appena detto, ci si realizza attraverso i
lavori di campagna o altri lavori fisici. Vogliamo ricordare tuttavia che nell'antica tradizione
cristiana (mantenutasi parzialmente ancor oggi nelle Chiese d'Oriente) una buona ginnastica del
corpo era garantita anche dalla pratica delle prostrazioni: inginocchiarsi, stendersi a terra
completamente e rialzarsi per dodici o quaranta volte di seguito, due o pi volte al giorno - cos
ancor oggi esigito nella liturgia monastica ortodossa, e anticamente questa pratica era diffusa
anche nel mondo latino, e anche tra i laici - un ottimo esercizio che, mentre insegna ad umiliarsi di
fronte alla maest di Dio, apporta gran beneficio alla circolazione, distende i muscoli e li rinforza,
mantiene agile la colonna vertebrale e, insomma, una ginnastica completa.
- Bisognerebbe prender per cibo solo ci che proviene dalla natura19, evitando sia i cibi
artificiali sia qualunque altro trattamento artificiale (industriale, diremmo oggi). Clemente, ad
esempio, deplora la pessima abitudine di raffinare la farina per ricavarne un pane "effeminato" e
privato delle sue naturali sostanze nutritive20. Anche tra le bevande bisognerebbe sempre preferire
l'acqua, che sgorga spontaneamente dalla terra ed sufficiente ai nostri bisogni 21. Il Cristianesimo
antico, come abbiamo detto, riprese pienamente dal Pitagorismo, dal Platonismo e dallo Stoicismo
l'ideale del "vivere secondo natura". Alcuni santi si nutrirono solo dei frutti che la natura offre e che
gli alberi per sovrabbondanza lasciano cadere a terra: mangiarli non comporta cos nessuna
"violenza" verso la natura. Eustazio di Tessalonica diceva che bisognerebbe nutrirsi da ci che la
terra ci offre, senza molestarla, con umilt e gratitudine, come lattanti che si nutrono al seno della
madre22. Gi la Bibbia esortava a non "sfruttare" la terra, a rispettarne i tempi e a non mangiare, ad
esempio, dai frutti che un albero produce nei suoi primi tre anni di vita (cfr. Lv 19,23-25). La
dietologia cristiana diventa cos un mirabile modello di ecologia.
- E importante la continuit. Anche la scienza dietologica infatti dimostra che il valore
depurativo dei digiuni e delle diete effettivo solo se prolungato e ininterrotto. San Giovanni
Cassiano spiega: Nei giorni festivi bisogna mantenere l'abitudine [di interrompere il digiuno] in
occasione della solennit, ma non bisogna assolutamente che la salutare sobriet nel cibo venga
violata; altrimenti la purezza del corpo e l'integrit della mente, che avevamo acquistato con cura
con l'astinenza quaresimale si rovinerebbero, e ci diventa inutile aver acquistato con digiuni ci
che subito dopo la saziet eccessiva ci fa perdere 23. Per questo motivo nella tradizione cristiana
(oggi abolita nel cattolicesimo, ma tuttora vigente e praticata tra gli ortodossi e i copti) la
Quaresima un periodo di 40/50 giorni durante il quale deve essere seguita ininterrottamente la
dieta vegana della xerofagia, cio lesclusione senza eccezioni di carne, pesce, latte e latticini,
uova, olio24. Solo questa continuit permette infatti al corpo (e allo spirito) una adeguata
purificazione, cosa che non avviene in altre forme di digiuno per altro molto valide e ascetiche
come ad esempio il Ramadan islamico. Come i moderni vegetariani vegan, molti Padri della Chiesa
ritenevano addirittura che sarebbe bene applicare la xerofagia durante tutti i giorni della propria
vita25 (il che per naturalmente implica un'attenta cura di garantirsi il necessario apporto proteico,
minerale e vitaminico tramite i vegetali).
Un discorso a parte va poi fatto sulluso della carne. Se qualcuno ne mangia - dice
Clemente di Alessandria - non pecca, purch ne prenda con moderazione, senza attaccarsi e senza
dipenderne26. Gi la Bibbia, dopo aver proclamato che Dio inizialmente diede all'uomo per cibo
18

Cfr. Ibidem, III, 65, 2.


Basilio, De ieiunio sermo I, VII.
20
Clemente di Alessandria, Paedagous, II, 3, 2.
21
Basilio, Regulae fusius tractatae, XIX, 2; cfr. Girolamo, Epistolae, LIV, 10.
22
Eustazio di Tessalonica, De emendanda vita monastica, LXXIX.
23
Giovanni Cassiano, Collationes, XXI, 23.
24
Per mantenere il carattere festivo del sabato, della domenica e di alcune grandi feste anche in Quaresima, la Chiesa
ortodossa ammette luso dellolio in questi giorni.
25
Cfr. ibidem.
26
Clemente di Alessandria, Paedagogus, II, 11, 1.
19

solo frutta e verdura (Gn 1,29), dice per poi: Ogni essere vivente che si muove vi sar di
alimento (Gn 9,3); Ges, poi, come tutti gli Ebrei, mangiava carne, almeno una volta all'anno in
occasione dell'agnello pasquale.
I Padri inoltre ricordano che la carne talvolta pu essere utile ai bambini per la crescita o ai
sofferenti di anemia e debolezza27. Tuttavia l'ideale cristiano si defin ben presto come
tendenzialmente vegetariano: Non bisogna consumare molta carne, poich l'uomo non un
mangiatore di carne, ma un mangiatore di pane28. Gi San Paolo aveva detto: E' meglio non bere
vino e non mangiare carne (Rm 14,21) e i Padri ripeteranno unanimemente che le esalazioni dense
della carne oscurano l'anima29.
Ricollegandosi alla tradizione vegetariana e naturista dell'orfismo e del pitagorismo, ma
anche a Platone30, i Padri vennero definendo sempre pi precisamente la dottrina della Chiesa:
all'inizio della creazione, come abbiamo detto, Dio diede all'uomo per cibo solo i vegetali (Gn
1,29). A questa norma quindi bisognerebbe attenersi: la carne esprime uccisione, sangue, crudelt ed
un atto di violenza contro la natura, dice San Basilio 31. La carne non fa bene alla salute,
appesantisce il corpo e offusca la mente e il suo apporto proteico facilmente sostituibile con altri
cibi (specialmente i legumi).
Del resto in tutte le tradizioni religiose il mangiar carne ha sempre avuto una connotazione
sacrale: mangiare il corpo, il sangue, in un certo senso lanima stessa, di un essere vivente, non
come mangiare un pezzo di pane o una mela. Mangiar carne implica un sacrificio. In alcune
religioni ci stato icasticamente reso pi evidente con la pratica del cannibalismo rituale. Il
sacrificio umano tra gli Aztechi, i Maya, varie trib del Brasile, nellantica Grecia, ma anche in
certe pagine della Bibbia, come nel caso ben noto del sacrificio di Abramo una delle espressioni
pi estreme, pi dense, pi spaventose della coscienza delluomo di fronte al mistero della vita e
della morte, e in questo senso riduttivo, superficiale e scorretto considerarlo tanto il sacrificio
umano quanto il cannibalismo come pratica barbara, primitiva e indegna delle religioni
superiori.
Tuttavia, dopo la comprensibilissima abolizione dei sacrifici umani nella maggiro parte delle
civilt e religioni, rimasta la sacralit del sacrificio animale, una forma pi accettabile del
medesimo sacrificio. Ma il senso di fondo rimane lo stesso. Ancor oggi nell'Islam, nel Cristianesimo
etiopico e in altre tradizioni, la macellazione degli animali soggetta a un preciso rituale religioso.
Questo carattere originariamente sacerdotale e sacrificale del mangiar carne ha fatto s che la
carne venisse considerata un alimento particolarmente prestigioso, prima dalla classe guerriera e
aristocratica, poi da tutti, come ancor oggi. Tuttavia, se tornassimo a riflettere sul fatto che
mangiar carne un rito di contatto con la morte (oggi tutto ci relegato nei mattatoi, proprio per
nascondere ai consumatori l'evidenza spaventosa del sangue, la violenza, gli urli della morte e il
carattere cadaverico della carne che arriva sulle nostre tavole), capiremmo perch per gli antichi
filosofi greci e per i Padri della Chiesa la carne non e non pu essere un cibo come un altro. Se da
un punto di vista religioso mangiar carne un gesto supremamente sacrale, ridurlo a un alimento
profano caratteristico, appunto, di una civilt radicalmente profana. Uccidere con le proprie mani,
tagliando la gola con un coltello a una pecora o a una capra, vederla agonizzare, vedere il sangue
sprizzare dalla vena giugulare, e poi scuoiarla, cuocerla e mangiarla questo un sacrificio, cio un
atto religioso. Ma comprare al supermercato due braciole sotto nylon questo non solo un gesto
totalmente profano, ma anche immorale perch un piacere che gode di un atto di violenza
sanguinaria, delluccisione brutale di un essere vivente, del tutto innocente.
Resta dunque che, in una prospettiva genuinamente cristiana e pi generalmente
religiosa, la carne pu essere mangiata solo in via eccezionale, in quanto sacrificio. Ancora negli
27

Cfr. Girolamo, Epistolae, CVII, 8.


Clemente di Alessandria, Paedagogus, II, 55, 3; cfr. Ambrogio, De virginibus, III, 8 (2); Isidoro di Siviglia, De
ecclesiasticis officiis, XLV, 1.
29
Clemente di Alessandria, Paedagogus, II, 11, 1.
30
Cfr. Platone, Timaeus, XXXIII, 80e; cfr. anche Seneca, Epistolae morales, CVIII.
31
Cfr. Basilio, De ieiunio sermo I, VII.
28

antichi Eucologi greci esisteva unapposita preghiera che il sacerdote recitava nellatto di sacrificare
un animale (preghiera che, non a caso, non si trova pi nelle moderne edizioni dellEucologio):
Sovrano e Signore, Dio nostro salvatore, che sei santo e riposi nel santuario, che hai comandato ad
ognuno di offrirti secondo il tuo disegno quanto da te proviene, con cuore puro e coscienza senza
macchia, tu che da parte del patriarca Abramo accettasti un ariete al posto del suo amato Isacco, e
che accogliesti benevolmente anche lofferta che la vedova ti fece secondo il tuo disegno, tu hai
ordinato a noi peccatori e tuoi indegni servi di compiere sacrifici di animali irragionevoli e di
volatili a beneficio delle nostre anime. Tu, Signore, Sovrano e amico degli uomini, ricevi secondo il
tuo disegno il sacrificio dei tuoi servi N.N. [...], moltiplica il loro bestiame e le loro greggi per i
quali ti offrono in sacrificio questo animale come riscatto per la ricompensa. Il suo adipe diventi
sacrificio come incenso gradito dinnanzi alla tua santa gloria, il suo sangue versato cibo abbondante
di misericordia e la degustazione della sua carne guarigione dei loro dolori fisici 32. In questa
preghiera di benedizione vediamo il chiaro riferimento non solo al carattere sacrificale
delluccisione dellanimale, ma anche al sacrificio umano comandato ad Abramo (poi sostituito con
il sacrificio dellariete).
Vorrei infine accennare brevemente a un altro alimento significativo: il vino. La Bibbia
menziona spesso il vino come bevanda di gioia e di benedizione, ma al contempo addita come
esempio di morigeratezza coloro che non bevono mai vino (Ger 35,14). San Paolo ammonisce:
Non ubriacatevi di vino (Ef 5,18), e innumerevoli pagine dei Padri sono dedicate a deplorare i
danni fisici e soprattutto morali del bere troppo 33. San Basilio ricorda che l'uso del vino, come pure
della carne, fu scoperto e permesso solo dopo la cacciata dell'uomo dal Paradiso terrestre 34. La
miglior bevanda dunque lacqua, che naturale e sobria, semplice e adatta alla temperanza 35.
Dell'apostolo Giacomo il Minore, come di molti altri santi, si tramanda che non beveva mai vino
n sicera, e non mangiava carne di animali 36, sull'esempio dei Nazirei della Bibbia (cfr. Nm 6,4) e
di molti santi pitagorici.
Il vino simbolo di benedizione e di gioia, nella Bibbia, e i Padri ricordano che il cristiano
vive ora in una fase di lutto (per la morte di Cristo e per i suoi peccati). Non va dimenticata infatti
limportanza che per essi aveva il "simbolismo dei cibi". Come le vesti liturgiche, come
l'architettura delle chiese e come molti altri aspetti della vita cristiana, anche l'alimentazione ha
subto l'influenza di quella "mentalit simbolica" tipica non solo del Cristianesimo, ma di quasi tutte
le religioni. Cos, ad esempio, la carne in quanto cibo simbolo della "carne" intesa come
passionalit, lussuria, attaccamento a questo corpo effimero. Il latte vietato in digiuno perch
immagine di abbondanza, di gioia e di felicit messianica (cfr. Gl 4,18). E gli esempi si potrebbero
moltiplicare.
Ci che risalta, in ogni caso, la prospettiva profondamente religiosa e spirituale che
caratterizza lapproccio cristiano allalimentazione.

Per acquistare il numero di Atrium contenente questo saggio:


http://www.cenacoloumanisticoadytum.it/ordinazioni_abbonamenti.htm
Vedi gli altri libri e articoli di Dag Tessore:
http://dagtessore.blogspot.com/

32

Eucologio Barberini gr. 336, n. 230.


Cfr. ad esempio Ambrogio, De Elia et ieiunio, V.
34
Basilio, De ieiunio sermo I, V.
35
Clemente di Alessandria, Paedagogus, II, 19, 2.
36
Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica, II, 23, 5.
33

Potrebbero piacerti anche