Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
. "o 01 rouR~
il
. (d . priuionier1
del tisco
presso
1Ji\R1 I
t"
('
dei poveri. ) eidei perscgu1tat1
mcervento pa. presso l' usurpaconce Av1coelle di Ambrog10
rallelo1a qu a Treviri, per ten tare di strap0
re
i'
v
assun
. seco1are>> - an.1 dizio del bracc10
10
are Ill g1u
. :11
. . di
P. teJJlPo _ l'eresiarca Pr1scu 1ano e i suo1 zt li) Muorc a Candes nel 397, disprezzascepo .
d
l .1.
da molti chierici, ma onorato a mo u at-
MARTIRIO
L Maruno
. . dei. sanu. e
. .cnsuano - II. Culto dei man1n,
d~~ reliq~1e -. Ill. Acti, Passioni, Leggende . IV. Iscriz1oru relative a1 marciri _ v. Iconografia.
ne~a
ci e asceu.
.
.
. . nell 1IDpero romano e spesso perseguitato
Iniziato durante la_ sua vita (la .Vita M~rttnz
(~r. lemma Persecuzioni). Dopo Costantino,
di Sulpicio Severo e senza dubb101 ma d1 po- v1 .s~ranno martirt o di eretici (il primo fu Prico anteriore alla mo rte del santo), i1 culto di scilliano d' ~vilar o di cristiani di paesi non
M'. eproporzionato alla vasta diffusione apo- appru:ten.ei:it1 all u:npero romano (cfr. le perstolica che si estende fine alla Normandia e secuz10?1 m ~ers1a, era il .309 e il 438); peall'Aquitania e anche da Treviri a Vienne pas- raltro, .11 m. ~icevera un' interpretazione spirisando per Chartres e Parigi; ma anche allo tual~, tn part1colare negli ambienti monastici:
sviluppo di un prime monachesimo gallo-ro- ogru sofferenza fisica e psichica di un cremano imitato dall'Egitto: dura ascesi, misti- dente ~ c~~siderata come un m. (A. Solignac).
ca e taumaturgia, struttura comunitaria an1. Il szgnificato del marttrzo. E in fondo stucora poco solida e poco regolare>>. Uomo pefa~en_te che .il termine testimone (martys)
d'azione assai rozzo, visionario e poco intel- commc1 a des1gnare a partire dal II sec. nel
lettuale (malgrado quello che vuol farci cre- linguaggio cristiano, esclusivamente il 'cre~e:e ~ulpicio), portato a gesti profetici di cadente che soffre e muore a causa della sua
nta (il mantello militare diviso con un pove- fede; il Semplice>> testimone sara ormai chiaro .alle porte di Amiens: Vita M. 3), M. e dif- mato confessore (cfr. Euseb., HE V, 2,3-4).
ficile. da scoprire dietro il ritratto agiografi- La sola spiegazione plausibile di questo carnco di Sulpicio. Il sue culto a Tours, associa- biamento di terminologia e quella di arnmetto d?P Clodoveo all'ascesa politica della di- tere che lo spettacolo stesso del m. e consiliasua merov~gia, si irraggia su rutta la Gal- derate come una testimonianza: le soffea: ~. Martino e, in Francia, l'agiotoponi- renze e la morte del martire sono la manifemo di, gran lunga piu diffuse. Ma anche in stazione della forza della risurrezione, perche
~~:::~.Europa, S?prattutto in Italia. I mosai- nei martiri il Cristo soffre e vince la morte. I
1 S. Apollinare Nuovo, a Ravenna lo
martiri sono infatti portatori dello Spirito, esco. uocano
.
' .
si hanno visioni, e dei miracoli si producono
B in test a alla process1one
de1. mart1~ e s. enedetto gli consacra una cappella in
in relazione con la loro persona; il loro m. ha
cueoCgo cl.el tempio pagano sulla vetta di mon- d'altronde un valore propiziatorio: non solass1no.
ranto i loro peccati sono cancellati (banesimo di sangue: Tertull., De bapt. 16; Orig.,
Fonte
fondam
al
I
di Sulpicio S ent eh e tre ~pere (Vita, Lettere, Dialoghi}
Exh. mart. 30; Trad Apost 19), ma rutta la
so souo ii evero, .c e 1 copistt medievali riuniscono spescomunita dei credenti ne viene a profittare
ro); Ch.E. ~~be di .\1art1ne/Jus (vedere s.v. Sulptcio Sevecritico). C. Jul~t, Sai~t i\1art1n de Tours, Paris 1912 (iper(essi danno la riconciliazione ai penicenti: Ter37-47; 25 (
~0 Notes gallo-romainer. REA 24 (1922)
rull., Ad mart 1; Cipr., Ep. 23, ecc.; respin1923
4
morial du XVI 9-55: Saint ,\1art1n et son tmzps, Megono la potenza demoniaca: Igo. d' Antiochia,
en Gaule (36 l- l 9~~tena1re des debuts du. mona~isme
J Fontaine \t. . . l SA 46, Roma 1961, m pamcolare Eph. 1,1; Mart Pol 1,1; Orig., Comm. Joh.
ta Martinz"' ;;~ et /lctzon dans fa chronologte de I.a "VtVI, 281-283; intercedono per i vivi: cfr. le
687694 c't 1 S . }~;Id .. Mar11n de Tours: DSp 10 (1980)
iscrizioni presso le tombe dei marriri). I martancliff
s
''
tttory
and
M
l
e,
t.
:v1art111
and
bu
Hagiographer.
H
tiri sono presso il Signore (lren., Adv. haer.
p
d!etn, l..a viii<trac
d eTtn '~u/piczus Stverus, Oxford 1983; L.
IV, 33,9; lpp., Comr11. Dan. Il, 37,3; Terrull.,
11nt ctte ch , . e ours du IV au \II' siecle naissance
1 t
T1:t1enne 5ROtna 1984. V. anche la bibl. soc1~ ' emma Sulp .
Scorp. 10.12; De res. 43; De an. 55).
~ 1art111 iii Late R~~ evero; I~. Van Dam, l mages of Sarni
2. I non cristrat1i e i rtiartirz'. La testimonianor 19 0988) _ . 1S411 ~ 11 d Early Merovrng1a11 Gaul: Viaza dei martiri cristiani estata accolta nel mon1111
r l91J 1...Cgc11d
a1d27R, . 1 arm
l . er, C01n111un1t1es of Saini Mar
11
do pagano sorto duplice asperto: con indiff~
nie 1: J,.p DclvillelfuM in lv1edzcval -~ours. Ithaca, NY
r, 1\1art1n de r;
Laff1ncur Crcpin - A- Lemeurenza e disprezzo oppurc con aperta amm1ge 1994; XVI ours. du legionnture au saint eveque. Lie
razione, che potcva pcrsino condurre alla
d
l
cCJn'''.e1e11ces 1narfcenret1a1re
0<:1et
1111e1111es
(o
Sno e archeolo i
.'I 0 hre 1996). Memoires de la
convers1onc.
a) Disprezzo. P<::r Tacico i cristiani vengono
ud, ,\iarttno d~ tuc Jc .rour<1ine 62 t 1997); R Per
ours, Milano 1998.
convinti ... di o<lio contro i1 genere umano
J. Fontaine
3076
3075
I
I
MARTfRIO
(Annali
/. vobrs: semen est sanguis christian01'um (Apoog. 50,13; cfr. Ad Diognetum 7,7-9).
H. v. Campenhausen D1. Id d M
ten Kirche ct ' '
ee es artyriums i11 der al.
, o ttngen 19J 6 ( 1964). M S
a.gzografia Roma 1955 ; M. Lods ' . 1mor1ettt, St 11J1
A
3077
. ... _
..
. .
_
MARTillio
Jtier:,l r,
t1chut }.p~ r1s J 9)8 T v-1_. .
rA,(
k l h 'd . l
. , . l\.JdUSer C'L.
fY.J.a~t.trer: u I, et t11sc 'Jer f:1 ~oerikult 111~J ~,.~:1l~cher
He1!1ge,1verehrt111g. Neue Ez,.1sich1e11 d
spai]_u<lJsche
11
Kol11-0plade11 1960: .. N. Brox, Zctig; ~n;e''~. Prob!eme,
ters11chun-ge11 zur /rtthchnstlichen z
. ~a:rtyrer. Un.
ben 1.96 , M. Pdlegrmo,
. Le
sens
eugnis- Jermfn ,_
Munc
ecc/.e. . l ol-Ogze,
re: RSR 3~ (1961) 151-175; P. Y. Emery, l:~~it 1u 11lilrtyy1111~s ,1~1 ael .e~ st'r la terre, Ta..tze ] 962; S.
des cro.
Att1 det 1nartzrl 1111rodta101ie a una rloria J l'IJ ~ 1 G/r
. 1:: R .
..
ue 'antrca
agzogta:11a)
oma 1965
, E. Dassmann, Sundenver
eb
TaufeJ Bt1sse und Martyrerfiirbitte in den ze,~ ~ng du~ch
.k .
d
lo$gnrssen L,t
. ,.1. ,_ F ..
h
c flSr, 1cr.1er ro~1ntg etl un Kunst, Miinster 19 <ru/')73
Ro~d,orf - ~ So~ac, Martyre: o .sP 10, 717-735; T. Ba~
metster, D1e An.ifange der T..'heologre des Mart11n . M u
..
, /
.r utns,
llllster 1980. ; Id
. ., G. enese et evoiution
de kt theoiao1e d
da ns t"r.
. (,,....r radi tJo
. rt..
_
6
t yre
r.g l.Lse tJnaenne
\..Ulristiana
8) 11B1nor1'991 (tr. it. Torino 1995!; D. Boyarin, Dying;;, G;ie
Stanford, CA 1999; S.T. Pinkaers La spintualt'ted,,,, . '
', n
o A n
.
. . n1"rt1': versa1 es_ 2~0 ; . 1 Ber~rdino, 11 1nodello de! ,_
1114
trre uolontario, 1Q. Euplo e Lucia, 304-2004, a c. di T. Sru-.
.1
pez:
ntl merenti
)078
,JARTIRIO
tutte le prec denti u anze funerarie che po-
11
di Policarpo, la ve-
d
eucaristia in 0nore et marur1,
. ~
.
t lineare come es a, in primo 11:1'0~ 0 . rivesta
.
.
ia a cail caratter di ogru eucarisua, ~oe li . .. .
ratte e e catologico, in quanta .5 U: dag mizi
~ . 10 ieme anarndel cri tianesimo, l euc rt ua e
.
el
n i della Pasqua (morte e risurrezione)
igno e e attesa dell a sua ven u ta ( 1 ~r
1 ,26). Q
to r:ichiarno d.ovev~ essTr~~ag1j
colar111ente ,e n tt n lla l1turgta_ ~e
ll'
.
to l' e canstta n
..
resto pro r10 P r que
.elt un
ru. er an. d, l m con erva tal
.
.
_
ondo significato, di in rce~st ne per t "; ~
. . cbe compare in Cipriano (Ep~. 1. ,
~~}) e nella Liturgia di s. Gio annt ns d(
gh man Liturgie Ea tern art
) me so
stomo
12
1
1
3
Western, Oxford .1896, 1 ' .
. o
pravvivenza area.lea.
3079
AR' I
. ec. ra,ppre enta n epoca di 1cambiam nt1, p r quanta riguG d il c , d i artiri: In pruno lu go v ngono eliminati i si-
fO'
la
di onor
zioni ebbero tetmine~ si crearono . e e equ1~
1 nze del m. La pnma appa en eme!1 ~. d.e.
. dall'
turgico d Ile letture et ditt1Cl
r1 la . . udd_i 'eucar:istia. A Roma neJ 33 6 if0
tnorum e
ne
car
,
l
e sono la Deposttzo eptscor.
.
arte ettur
Ch fossero rn ente
la Depositio martyrunt.
e , . I
d"
d lla e sa i ta dalle e tere 1
nd cor o ea rrecenzio <li Gubbio, c1 BoniInnocenzo
. di' 1
agno . Al ato
,
. I 0 or10
eon
~10 . Ca
105'1, 1063).
l Cal. Garth. de11 (DA . 'vi
du eri son in
1
i dd
ec '
li
g miz
. p nde a una t pp ult c
rris
.
.
.
uesto
e
1 e,
.
.
n n u s1
pt u
1 re d 11 ~vol uz1ora,e, quan
, . d l c l1
. :r.
1 punt ,J Vl ta .
al r1 dtf11 r ~~ ' .
a t pp
1
ri e 1 ve VJ.
to, r
.
11 r a epoc '
'*
pr
PP co
a
d
l
r gg1u1nta .
d
il Coininu11ica11tes e
Roma ea 11 11
t n1a
MAR'l'IR10
. ( b 'd
canone e a
. unif'ica ta martiri e santi. non
rie
I ma1
d t1r1
. zz.
MARllR
:Jr)
d1
.
gionamento
che Basilio Magno e ilMartino
I
,,...
senza che abbiano versato
oro san1ours,
.
M '..
a e e
gue, son O Sta ti equiparati ai mart1r1.
d
'altra ragione: infatti, pur essen o vescovi,
hunann 0 condotto un tipo . di. ,vita hin1prontato
il
.
all'ascetismo e alla verglillta, e e
movimento di idee della fine del IV sec .. tend~
sempre di pi a equiparare al m. Antonio (Vita Antoniz 91), Ilarione (Soz., HE 3,14.) fra
gli asceti che diventarono popolari grazie alle Vitae Patrum, e, fra le donne, Radegonda~
Batilde Gertrude di Nivelles, Austreberta d1
st1twsce
il
preludio
di
quella
di
Tommas
'
.
.
'
Pavill1 mostrano come ascetismo e vergmita
d'Aquino, per quanto riguarda questo campo~
\adano di conserva e costituiscano titoli per
poich il tempio di Dio su questa terra il
essere venerati dai fedeli e poi dalla chiesa.
corpo dei santi, sia intero che diviso, ric~ve
Anche Gregorio di Tours nei suoi opuscoli
<<1' adorazione di venerazione>> (npooKUVl)<Jt
agiografici e Gregorio Magno nei suoi D~alo
'ttryttKil), che deve essere resa a tutti coloro
gz possono, verso la fine del VI sec., darci un
che hanno rivestito una qualche dignit; poi
quadro deJ loro paese e della loro epoca.
ch questa dignit costituisce un riflesso del4 Il cz1lto delle reliquie e delle imJnagini. In
la gloria divina, il culto che le viene reso riorigine il culto delle reliquie fa tutt'uno con
cade in definitiva su Dio stesso. Quello che
quello dei resti mortali dei santi. Il corpo viedice, a proposito delle reliquje, Giovanni Da
ne deposto integro nella tomba, dove riceve
gli onori stabiliti dalla tradizione. Non pos- masceno lo estende alle immagini. Ma que
st'ultima caratteristica peculiare dell'Oriensibile n dividerlo, n sottrarne alcuna parte
te, dove provocher i tempi difficili dell'icon trasferirlo, e a maggior ragione non pu
noclastia mentre in Occidente bisogner at
essere esercitato alcun commercio. Queste
tendere Medioevo perch il culto delle impratiche sono proibite dal Codice Teodosiamagini si sviluppi in maniera analoga.
no, e si basano sulle antiche norme legislative contenute nelle Dodici Tavole. E anzi le RAC 14 111-136 Storia deJ Cr1sc1anesirno 3, 968-1,~9;
ossa andate disperse vengono riunite, nei liE Luci~s Les o;tgtnes du culle des saints dans l egli.se
il
'
7!
LJ
3082
f\iARTIRJO
l.iJ\J011UO
'frtedensfrebe u 47.64.
2003
~ earbones 2
'
V. Saxer - S. l~eid
. p . ni Leggende. La letteratura
Atti ass10 '
. d"
.
1
ha ricevuto nomi ivers1: g 1
III. . ra al'. ma rt"ri
I
I f
J
re ~U\
. documenti che rit)ortano ~ e c c1 1
n1
sono
Il,
A. . d il' torita, giud1z1ar1a
Jn 1ner1to a a
on1 e au
.. 1 p . . .
51 d
morte <lei mart1r1; e ass10111 e 1
con anna a .
.
.
. . h nno carattere piuttosto narrativo, e
~1art1r1 a
l
.
.
.
.
ll
I
~e no sui loro u t1mJ g1orn1 e su a oro
ruensco
.
. le Leggende sono racconti, comJ)Ormorte,
f
. h
. ..
i pi elementi di antas1a c e ver1ta stotant
. . . sono a1meca Anche se queste de f"1n1z1on1
.
.
cost1tu1to
dal
fatto
che
contengono
t est1 na
ehe, piu o meno fedelmente, rirr~t1v1
0
~e~anodt fatti e le gesta dei rnartiri , dal 1non tof. ella loro comparsa davanti al tribua1e ino a11' esecuzione
.
della sentenza pro-
3083
MAR1'1RIO
veatano
...
II
La Passzo Perpetuae e Ia prima della serie della prima epoca. Le Passioni che vi rientrano
son? tutte caratterizzate anche da un altro fatto: ~ rac~onto aelle visioni un elemento autob1ograf1co, di mano dei martiri stessi e incorp~r~to nella compilazione del redattore
d~finitt~o. Infme la Passio Perpetuae rivela
I 1ntenz1one apolo?~tic~ del redattore di dim~strare che le vis1oru dei martiri sono I'eqwvalent~ del _carisma profetico, e che la loro autob1ograf1a costituisce uno scritto . .
r~to alla stessa stregua delle s
!Sptcntture cano-
.
ento soggiace a tutta la
vis1on1.
letteratura di
La
con r1tocchi e ags~o. Saturnini, BHL 7492~a. setta (p.es. la Past111 donatisti che .
's1a Pass1oni di mard.
,
s1 present
iverse (racconti senn . I ano Sotto for111e
,
oni, ettere) tutte d
3085
'
e-
MAltrrl{J
li
o a vera
1a. chtesa
catt~ ca, l_a f al a, e la chie , ~entre
d1t.or s o de1 tradttori. i puo da dei (<tra.
. . d.
.
.
ve ere h
Pass1on1
el martlr1 sono diven
c e le
. d. , . I .
d
. Ute non I
S Itw.
ti . e re az1on1 p1u o meno lunghe di
.
i
1
quan.
d
il
to acca ~to tra. ma~e e suo giudice.
La. r~=::10ne di questt passi. e confonne alle
ab1tudin1 delle cancellene de1 tribWla:li romani. Tali abitudini sono conosciute grazie ad a}.
cuni processi verbali utilizzati gia nell'antichita:
processo di .Dionigi di Ales:s.andria (Euseb.,
HE 6,40; 7,11,1-19), Gesta apud Zenophz1um
(CSEL 26, 185-197), Acta purgationis Felicis
ep. Aptung. (z'bid 197-204), Gesta collationis
Carthaginensis (SC 194, 195 224); o scoperti
di recente nei papiri (U. Wilcken - L. Mitteis,
Grundzuge und Chrestomathie der Papyruskunde, Leipzig-Berlin 1912). Ricorrere agli archivi pubblici in cui i documenti erano conseivati era possibile, e questo uso e effertiva~
mente attestato (Agost., Serm. Denis 19,18).
Si e ricorso agli archivi per ottenere comunicazione degli Atti dei martiri? Per risponde~
re in modo affermativo alla questione abitualmente si adducono gli Atti di Taraco, Probo e Andronico (BHL 7981), il cui redatto
re afferma di aver ottenuto a prezzo d'oro
una copia degli atti pubblici del loro proces
so. H. Delehaye era piuttosto incline a no?
da.r credito a questo esempio, mentre R Aigrain credeva fosse pos ibile ricorrere. a ~sso.
Da parte su.a, G. Lanata lo ammette 11:1 linea
di principio, ma crede che nel caso di .BHL
7981 il particolare sia in\1entato. In 0~ 1 mo stato.
do, anche supponendo che non Cl s1a
alcun inganno da parte del redattore, q~tl
Atti costituiscone un caso unico, dal
non si puo ric::avare una regola g,en~r e ~
perciO si preferiscono altre spiegazioni. In caa
SI. di' U di,enze unic h e e b
. reVl,. il Cm' cerso erbperaJtro conosciuto a causa del caratterh puia
5
blico della procedura si uo pensare .c e 0
, . .. d'1 d1 uno
no stati messi per scritto i r1cor
rie
.
.
.
.
.
h
le
prop
p1u testunon1 c e avevano con
di
Nel caso
.
.
h
orecc 1e ascoltato il processo. .
impeudienze multiple o prolungate, ni~nte il ri
.
. se non .iorse ogradiva ~11. stess1. tesumon1,
d.
di
.
.
.
di
ten
.
.
h
sc 10 1 tra rsi come crISt1an1
le oei
are Ie domande e le risposte e di
, usarancd.
l?ro resoconti con piu liberta di un c
1
Ju e
P'
liere d'ufficio.
~1ARTIR10
~iARTIRIO
Poich l't:"o di trasn1ettere gli Atti era cli\rent'1tO generale, cosa possian10 rica\1t1rne st1i
proct:'\St ~ ~sc;cre cristiani ~ra w1 dcl1t:o pttllibile con la n1orre, solo 1 go\ ernatort delle
pro\rince (a Ro111a il prefetto della Citt o
quello del Pretorio) a\e,ano lo tltS glt1d11 e
pote\ ,100 pro11u11cia1e la sentenza C.1pit,1le.
Perci 1 cristi,1ni che abitavano in tma citt
residenZ1 di un governatore erano tradotti da,anti ,11 suo tribt1nale, e questo poteva raccorci,1re l'intef\allo tra l'istruzione del processo e la se11tenza. Vedian10 cos alct1ni processi S\ olgersi i11 una sola seduta (Acta Sc1ll11,11101't1111, BHL -:-527), ma normalmente le sedute erano pi d1 una: gli Atti di Filea ne indicano ben cinque (AB 81,12). Perenne a\e\'a concesso tre giorni di riflessione ad Apollonia (BHG l-t9), Satt1mino ne propose trenta ai martiri Scillitani. Se alla scadenza l' accus<1to persiste\a nel dirsi cristi,1no, il n1agistrato, aiutato dal consiglio, pronunciava la
sentenza, il cancelliere trascriveva su u11a ta
\aletta l'atto di condanna, che il magistrato
legge\a all'1n1putato da\anti a tutti (ex tabell1s rl'Citare). La sentenza \7eniva in1n1ediatamente eseguit<l. Se si tratta\'a di cristiani residenti fuori dal capoluogo, compari\ano prima da\1 anti all'istanza municipale alla quale
tocca\fa istruire il processo (cog11itio p10 tr1b1111a/1) per accertare l'identit e l' appartenenza al cristianesimo (ali' occorrenza alla gerarchia) dell'accusato. Veniva steso un processo \'erbale (acta), costituito un dossier (elog1rt111 ), che erano trasmessi al governatore insieme agli accusati (ed era il caso pi frequente), oppure si attendeva sul luogo il suo
arri\o, nel caso fosse in viaggio di ispezione
(Atti di Pionio, BHG 1545). Da\1anti al go,ernatore \reni\1a fatta lettura degli acta, e l'accusato pote\a confermare o ritrattare le sue
dichiarazioni p receden ti. Veni\a poi, secondo
i casi, condannato o rilasciato.
Le circostanze del processo potevano variare:
il go\ernatore poteva o presiedere rn secretario, cio pri\atamente, nel suo ufficio, o pro
trib1111ali, in udienza pubblica. Le autorit
municipali istru i\ano il processo in un luogo
pubblico, per Pi onio nel foro di Sn1irne. L' indagine potC\'a comprendere la quaestio, cio
la tortura (quaestto per t orme11ta), e il corso
dell 'inchiesta stessa veniva lasciata all'iniziativa del governatore, che a\'eva anche il potere di soprassedere su una condanna, o di 11on
a\rviare un'inchiesta (Tertull., Ad Scap. 4,3-5).
Sp~sso il go\ernatore si compo rta\ a con cortesia nei riguardi degli accusati, come nel caso di Perenne nei confronti di Apollonio, di
Pater110 con Cipriano, di Culciano co11 Filca.
1
3087
/~i:che Saturnino non \ olle condannare a tutt~ 1 _costi gli Scillite:1ni, e credette che fosse possibile w1 ac~o1!1odamento. !vla la divergenza
~ta\'a proprio tn questo: davi1nti al sincretismo pagano, il 1nonoteismo cristiano era irrid~ci?il:; da ~ui la risposta degli Scillitani e
di C1pr1ano: m t1na causa cos giusta, non c'
alcun bisogno di deliberare!
Gli Atti giudiziari, nella loro essenza pi autentica, ci mostrano con vivezza 1' abisso che
separava due mondi, tra i quali permangono
reciprocamente, malgrado i rapporti stretti e
\ 7ari, l'opposizione e l'incomprensione, che, di
solito allo stato latente, esplodono nei periodi di crisi.
Gli Atti giudiziari avevano lo stesso scopo
della Passio Pe1petuae, che, per esplicita ammissione del suo compilatore, era stata redatta per servire come lettura liturgica. L'inizio ben noto: datazio11e in base alle ripartizioni del mese romano e ali' anno consolare,
indicazione del luogo, interrogatorio per stabilire l'identit dell'accusato. Queste formule
sono spesso precedute, nei testi cristiani, da
un titolo o da un preambolo, in cui al santo
viene dato l'appellativo di <<martire>> o di
<<beato martire>>, sconosciuto nelle cancellerie
pubbliche; oppure, negli Atti di Giustino, da
un riferimento alle circostanze del m., al tempo delle <<persecuzioni empie e idolatre>>
(espressione che equivale a una sorta di firma cristiana del docwnento, che per non ne
inficia in nulla la sostanza). Nel corso degli
Atti possiamo incontrare altre particolarit:
l'eroe sempre qualificato come <<martire>>:
le lungaggini del processo-verbale possono essere abbreviate; il carattere cristiai10 delle risposte del martire viene sottolineato con cura; la relazione dell'udienza \iene completata
con il racconto dell'esecuzione. Infine la chiusa de testo, data la dossologia in esso contenuta, ha uno stile eminentemente liturgico.
Tutti questi ritocchi non inficiano certo la sostanza del documento primiti\o, gli danno solo un aspetto cristiano.
In base al tipo dei ritocchi, possiamo tuttavia
distinguere due serie di Atti giudiziari. D a
una p arte gli Atti dei martiri Scillitani (BHL
7527), Cipriano (BHL 2037), Massimiliano
(BHL 5813 ), Marcello (5253-5255), Fruttuoso, Augurio ed E ulogio (BH L 3196); dall'altra gli Atti di Giustino (Bf IG 973 ), Apol~o
nio (BHG 149), Carpo, Papilo e Agato111ce
(BHG 294), Agape, Cl1ione e Irene (BHG
34 ), Euplo (BHG 629-630). Ment re glj Atti
latini, a eccezione di qticlli (li Fruttuoso, che
ci sono co11sen :ati in una redazione cl1c de\e
essere del IV sec., seguono con molta fedelt
1
3088
~tARTtRJo
MARTI RIO
atti
giudiziari,
ne'andamento
generale
degli
l
.
.
b
presto a un evoli Atci greet a s1 o.a~o . en.
_
uz.ione. Solo quelli d1 G1ust1?0 (~ream~?Jo .a
al
IV
sec.)
e
in
m1 ura gta m1ta
da
h
parte, c e
. .
llonio sono cost1twt1 per
Apo
cli
lli
.
nore que
.
'
. aliio
r
parte
dat
doc11ment1
processu
,
.
l a magg
. al . A .
.
che sussistono ancora negli r. tn . ttl, m~ I~
un contesto .in cttl sempre p1u mvadentJ s1
fanno gli interventi del redattore, fin? .~ ca-
proconsole d'Asia che perde il suo, diventando Terenzio, insieme alla sua carica, diventando prefetto o chiliarco. Nel Martirio di
Pionio (BHG 1546), non si hanno solo casi
fottuiti nella trasmissione testuale, ma alterazioni che mvest0no la sostanza. L' autore del
testo ha la pretesa di fondarsi su uno scritto
del ma.rtire (ouyyp<l.l.ll 'Cl) e su note prese al1' udienza (imovf).a'ta), e in effetti alcuni
frammenti sono rimasti, ma gli interventi dell'autore sono lampant come nelle visioni di
Caterina Emmerich, elaborate da C. Brentano. Ancora piu e mblematico e il caso del
Martirio di _Dasio (BJ:IG 491): se si toglie il
racconto de1 Satumali, che serve da cornice
~ M~r:irio e fa tanto colore locale, il Martino s1 r1d~e a dei luoghi comuni, senza nessuna consistenza storica.
L~ stori~ di Dasio ci introduce nelle Passion1 p-r?pr1amente epiche, genere le cui carattensttche sono state hen rilevate da H. Delehaye. Esse comprendono di regola d -.
sonaggi (
.
ei pertim. . :x:~aton, magistrati, carnefici tes oru o. fl, seppellitori) ed episodi '(interrogaton, torture, prodigi, risurrezioni) con-
3089
cl
d
11
l
mark
1
~~ ,..e -1. re at~ore e e oro pass 1o,ni, Prima
di d1ventare lu1 stesso I eroe della propria. s
sono paragonat~ . queste Passioni all'epopea'.
perche sono gu1date dall? stes o hisogno di
e altare I' eroe attraverso il moltiplicarsi delle
se:
me del romanzo profano. II piu celebre romanzo cristiano di avventure senza dubbio
costituito dalla tr.ama delle Re,cognit1:ones cle~
me.ntine. TI papa Clemente, che e senza om~
bra di dubbio un autentico personaggio, storico e un autore della letteratura cristiana degli ultimi anni del I sec . , viene trasformato,
in virtu della predicazione di s. Pietro e della propria, in un eroe alla ricerca della propria famiglia dispersa. A questo genere appartengono anche gli Atti di Paolo e Tecla
(B,H G 1710). L'autore di ques.to romanzo
ve nne deposto in quanto ritenuto bugiardo,
malgra.d o le sue protes.t e di avere scritto per
l)inverosimiglianza e raggiunto dalle avventure del gener.ale Placida che muore con il name di Eustazio o Eusta,c hio (BHL 2760-61)
sconos.ciuto nella prosopografia dell' esercito
3090
,,
TI
] l~
11 -
ll
li
II
tll
ll lit].
l(.
'1
J.
I]
l l .
it t r
l ..
I 1..
.....,~
\l
'!in .
"L,
'
I ..
11 ,
(1
ll
]Ll .1
l,1
.
n11tt
11
11
1u i
t r~
11
1.
ll 1
1d r
''1 i l,
I1
'
it i1ti
. t1!.
i
Lt
tll J 1i11 j ~ 11
Ii
:j
01,1
B lz1
1#1
'LI
di
11t
]i . 11t:i. U110
ni . \1 u1 i i di n . ta voluzion
. r. it i Ii i 1 ~1 ii( - lJI~1fi i: intorno
' t~n ~n~ . h . '1 il t1 n 111
u11a fittizia
lltllt l ll 1r1 t n1
i r~l ' rt1 l t111 .- anti ch il
C'l
J
.
.
}
.
1
111
111
dJ.
:
n n
-al n 1rio (ciclo
- 11 r 11i
1 i . 111 ti lt111a fin
di I glio
ill 'tn t' Ii 'll t ) t1 11, t p 1 fia ( . b. . 11
p ocet1attr
"'-J'\....11 n ti).
un nt .. f mili~11 ' 1 111 lzieti come . Du..
B. Ollf
In n lt1 i n
tur aoi rafi
,~t.
i pu
r che la letterapr un d _inio altrettant ''a t
. \1 r c m , l I tteratu1a profana:
doc?m ti pp 11a ~ibb1 ozzati o qua i, o som~nar1~1m nt ri laborati i~acc nti composti per
Lnf~r111ar
p r 1~ difi azione clei correligionar1,
11 i11i
plicita111e11t apologetici o
pol
nell e qua.it
-1
I n1i. i
r 111 pura f antas1a,
1
all
3091
V. Saxer - S. Heid
IY, I_ crizioni relative ai marttri. J. Tipi di iscrizzotti" Per lo sviluP'PO del culto dei martiri
c.hc condiziona _la diversificazione dell'epigrafi? dal IV sec. m poi, ci si riferira al trattato
?1 H. Delehaye, largamente fondato sulle
iscrizioni. Si possono distinguere:
1. Gli epitaffi dei martiri. s,ono iscrizioni funerarie caratterizzate dalla menzi,one del titolo 1nartyr, sia singolarmente) sia insieme a11a
parola passus, con la data, e talvolta con dettagli sulle circostanze del m. Gli epitaffi dei
mat'"tiri, frequenti a Roma do,ve il culto resta
per molto tempo legato ai cimiteri (quindi a1le catacombe), sono piu rari la dove ren11
precoceinente praticata la traslazione dei corpi e la dispersione delle reliquie. Comunque
pochi di questi testi sono contemporanei alla sepoltura: si contano rnolte copie tard o
nuove redazioni in occasione di abbellim i1ti
(iscrizioni damasiane a Roma).
--2. Le iscrizioni che segnala110 la .pre enza di
reliquie. Sia che le r liq uie i no reali (dal IV
sec. in Oriente) oppure lo imboliche (general111ente in Occidente b1a1tdea di re uto o
terra consacrata), una o piu i cnzioni possono
servire a segnalar la loro presenza e a precisare le circostanze della <<deposizione>>. L pigrafe si differenzia a econda del tipo e della
collocazione del reliquiario. Quando i reliquiari sono di grandi dimensioni e visibili o
acces .ibili (casi di reliquiari <<ad olio>> in Oriente) l'iscrizione unica e incisa sul coperchio 0
sulla ca sa del cofanetto. Nelle regioni, ca o
piu frequente (Grecia e Occidente), in cui ~
reliquiario e sito sotto l'altare 0 n~ll~ b~se ~i
quest ultimo, si po sono avere t~e up1 ~ te~u:
a) testo critto sul cofanetto, tin <<autenttcaz10ne, la quale da ii o i no1ni d i mart!ri ~~an
titi dall' autorita ecclesiastica. Questa iscrtZion
puo trovarsi anche all estemo del cofanetto o
del recipiente; b) la relazione ve~b~e de!la deposizione con il nome delle reliqUle (p1u spes-
3092
1ARTLR10
mmittente o del donatore; c) quando l au~~ticazione 0 il verbale di deposizione non sono visibili si affigge sempliceme11te all estemo
il name dei mattiri, con, nella maggior parte
dei ca8i , la data che se1ve alla commemorazion (v. anche infra le liste dei martiri).
3. Le dediche. Il nome dei martiri venerati appare spesso in una dedica o in una formula
votiva - generalmente insieme al nome del dedicante, e c e talvolta una preghiera 0 il motivo deI voto, ed eventualmente la data - sopra l'impianto dedicato ai martiri. Puo trattarsi dello stesso edificio, ma it1 questo caso
il testo puo essere inciso sulla facciata, sul1' architrave della port.a su un mosaico del suolo ecc.; oltre. a tennini designanti un edificio
imp,ortante (basilica ecclesia), si trovano parole neutre (domus N. martJ'ris) o poetiche (sede ), e spesso me1noria, che ha un senso ambiguo nello stesso tempo astratto (ricordo) e
concreto (oggetto o monumento commemorativo). La dedica puo essere applicata a un
elemento interno (altare, ciborio, cancello,
mensa, v. infra) o a una suppellettile (sopFattutto lucerne, corone) croci votiv,e di metailo) .
4.
Una
categoria
peculiare
all'Africa
ma
do.
'
cumentata in modo sporadico altrove (un
esempi0 ad Axiopolis in Scizia Minore)
quella delle mensae martyrum, iscrizioni su
una lastra clispost:a in piano modanata ret-
de1 mart1r1 mtrodotto dalle parole mensa, men:oria nomina, talvolta con una fom1ula vot1ya. La forma e derivata da una tradizione
d1. mensae funerarie in molte regioni dell' A
fnca: Ma le mensae martyrum, nessuna delle
quali ha pr-0venienza certa, non hanno piu caratte~e funerario. Non sono degli altari, come s e creduto per molto tempo, e non stanno_ a segn~are reliquie. n loro ruolo nella
ch1esa n~n e accertato: si tratta di semplici ex
voto o. d1 mense per le offerte?
5 Le tnurnazioni ad
I .
ai martiri ne li . ~anctos e e mvocazioni
l'
di"
g ep1taff1. Ben presto si svilupp
0
uso
porre la tomb di
la protezione del
un defunto sotto
tercedere in cielo patio!1o, che poteva indella sepoltura o perdiaUl, o per la vicinanza
vocazione Per
me nte la for111ula d'in.
questo vi e I
.
presenza del sant ( d
a menz1one della
1'!-ndic~~one dell'~dtfici:anct':'m N.) oppure
(tn bastltca sancti N ) ll'de~1ca~o al martire
3093
. ne ep1taff10 a volte .
'
SI
J\1AR1'1l{Io
ernplice ltlvo
.
N.N. orate pro nobis).
cazione (sancti
6. 01 re q este catego e relar
~ di
e men z10 .
mart1r1 ln test1
g .nere vario . , . ,. nr d1
.
(
h
.
eiogza 10
s1 c e s1 possono confondere c . . v~rdediche, come le iscrizioni damao~ epit~ffi o
m
. a), it1vocazioni o semplici 1~-re Diane di ~o1
ue term .
h~no suSCltato nun:ierose disc':'Ssionj: mem~
na_ (v. supra) e nomzna che_ veruvano consideratt una volta come un equ1valente di reli
_1f:-;
qu,1e.
Q Lt~ do q~e t'.w.~110
term.me precede una li.
sta di noJill con o senza una data deve s .
.
l
.
'
er
vire s~ o a s,u~c1tare. ~ permettere la co,nunemoraz1one. dei: tnart_Ir1. (~o~e le ~ste su supporto mobile p.es. i dittlct attestati dai testi).
-
w;
i"Y'\
II. Ripartizione geografica. Sona state rinvenute in tutti i paesi iscrizioni relative ai mar-
9
De
N.
... antica,
V. I conografia. Nell'arte cr1soan
a p1u. vitafIO
3094
~11\RTIRIO
MARTIRIO
3095
3096
iA:RTII 10
1.tll~o e la ~! 111
E Bisconti
MARl'IRIO (SAHDONA) {VII ec.). Monaco e vescovo nestoriano, oggi maggiormente conos.c iuto dopo gli studi di P. Bedjan
e A. d.e Halleux, che hanno pubblicato quanto re tava di lui, disperse in manoscritti in diverse biblioteche (cfr. CSCO 200, I-XVI). I
rnanoscritti vanno sotto il nome di Mar Turis (Mart11rius), che sembra si debba identificare ,con il nestoriano Sahdona conosciuto
a.:1che da altre fon ti. Originario di un villagg10 della zona montagnosa nelle vicinanze di
Kir~uk (in Iraq), fu monaco a Bet Awe verso il 615-620 e vescovo a Mahoze d'Arewan
nel ~et .~armai, verso il 635-640. Soffrl an:
che l esilto a causa delle sue idee cristologiche. J.?ovette avere una bu on a formazione
teolog1ca n~lla scuola di Nisibi poiche conosce anch~ 1 Cappadoci. Sano perdute le sue
op,
e
re
cr1stolog1che
testano
quelle
.
.
ali
Il L 'b
'
sptr1 tu
t r.~ della perfezione, composto ail' t di:
28 anru o
. . al
.e a .
d
' .pera prmc1p . e e parzia1mente peruta, espone le sue idee ascetiche: esso e . . ... . .
pdortante per conos.cere la dottrin
. . .ual1.1 el monach
a sp1r1tu e
VIl sec Di Mesuno nestoriano della Persia del
.
.
. restano ancora 5 l
VI Massime dis p .
ettere
e
bre. a. zenza.
DSp 10, 737-742; P. Bed'an . .
..
Omnia Pa~s Ls" M_artyru, qui et Sahr.I-Ona
200-201 (1960) (per-lae1~zt1g ~ 902; A. de Halleu~
201 , I
.
VI a s1 ve
,.
tscouperm11t
urt er fragme t .1 h
e . e a tr fr. Sp B
81 (1968) 139n o1 t e 5'inai Sahdon . .' . : rock, A
dz1 Liure de l -154; A. de Halleux' ar;anuscr~pt: Museon
253-296 ( a perfection de M12rtyrl . nMchapttre retrouve
M
. con tr. fr) A d
us. useon 88 (19 )
artyrzos-Sahd
. , . e Halleux La h .. .
75
OCP 23 (1957)0;~ ~ans l'evolution, du ~ n.sto~og~e de
vcmentee d'un "h ,2! ~d., Martyrios-Sahd estorzanisme:
24 _(1958) 93-128:reLltque') de /'Egli.se ona. ~vie mou..
ecrzts de M
. , . 'Wehbe Ii . tiestorzenne OCP
3097
AR IR L
e t.1 tl l
G1
Ill d' iabene (- 0-659): . CPc'(J3'JO(ico! nesturil>Yi 1
. : Pa r 1 . 1910) 5 6.. ~iBB[,Yau
o'
11 -11 - . 1-I L CL
,
91
0 ogia
.
'I''
B
.
478 , T\L
k
LJC. 1n
r.
ook of
r;tical Ch
~79 J . 8
the ottl sc_zt/ro1-;1 th De,.,, F.ap[ers: 1 editdt 1t'L .
J
vYi
Ofl3ers J.
lOns 0 1
r1rtstta11
11t nip,a iv 'S
0 1,0 11 2 02. Othe,- Ear/y
1ey
o yaw i.
G
rand.
. i Berardino
.
.
a
.
letro
FuJ
. 1one. E il de tmatarto dj una lett . ,
CPG
S.J. Voicu
MARTIRIO di Gerusalemme (ve c. 478-486).
Monaco di origine cappadoce, visse a itria
in Egitto. Nel 457 si trasferisce in Palesrina
nel deserto di Giuda (Cirillo di .Scitopoli, Vita Buth. 32), facend,o parte della laura di Eutimio. Nel 478 viene eletto patriarca di Gerusalemme, coltivando buoni rapporti con gli
anticalcedonesi (monofisiti). La ua politica
riusci a ristabilire la comWlione eccl ial . Di
lui si conservano una lettera Pietr ongo
e un breve sermone, riportati ndla toria ecclesiastica di Zaccari R tor . 11 se1n1one fu
pronunciato in occasione d lla c rimonia clel~
la riconciliazione con i Jno11ofi iti mediante
l'~ccettazione d i pritni tre oncili ecu~eni:
CI senza la condanna esplicita del conciho ~
To11ii1s
ad Flavra-
CP~ 6515; C
sJ. Vo1U
3098