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2) Analizza e commenta una novella a scelta fra quelle lette del Decameron
di Boccaccio delineandone personaggi, tematiche e tecniche narattive.
quindi veramente nobile. E' questo della vera nobilt uno dei temi pi cari a
Boccaccio, che impregna totalmente questa novella ma del quale si parla
esplicitamente nel dialogo fra Ghismunda e Tancredi, punto cardine dell'intero
racconto. All'inizio del dialogo Tancredi fortemente convinto di avere in
pugno la situazione, per questo rimprovera la figlia non tanto di aver avuto
un amante, quanto di aver scelto come amante un "giovane di vilissima
condizione". Sono stata personalmente colpita dal fatto che sia il padre,
uomo e soprattutto non vittima della situazione, a piangere, mentre sia
Ghismunda, pur essendosi resa conto della morte di Guiscardo e pur avendo
deciso di morire con lui, a trattenere le lacrime. La scena del pianto
capovolge l'intera situazione, e anticipa il dialogo vero e proprio, dove
Ghismunda ribatte e smonta ogni singola affermazione del padre:
abbandonarsi al sentimento d'amore fisico lecito ed un bisogno naturale,
non un peccato; stato Tancredi stesso, non trovandole un marito, una volta
rimasta vedova, ad obbligarla a scegliere un amante; Guiscardo veramente
nobile perch la sua nobilt una nobilt d'animo ( Ghismunda ricorda anche
al padre come lui stesso elogiasse le buone qualilt di Guiscardo), la sua la
vera nobilt, non quella di stirpe ( Ghismunda paragona l'amante agli altri
uomini a servizio del padre, ma il paragone con Tancredi stesso viene
spontaneo). Alla fine del dialogo, la donna chiede esplicitamente a Tancredi,
che chiama per nome durante tutta la conversazione, a simboleggiare la
propria superiorit, di riservarle lo stesso destino che riserver a Guiscardo. A
questo punto ci si aspetterebbe, se non un lieto fine, uno stupore da parte di
Tancredi, il quale non solo pensa che le parole della figlia siano, appunto,
soltanto tali, ma sembra ancora pi deciso ad uccidere l'amante di
Ghismunda, come volendo dimostrare, con i fatti, la superiorit che invece la
figlia ha dimostrato a parole: per questo le fa recapitare il cuore di Guiscardo
in una coppa dorata. Ma per la donna quel gesto non rappresenta un affronto,
bens la degna collocazione del cuore dell'amato, e le lacrime alle quali cede
non sono lacrime di tristezza o finte lacrime, come quelle del padre, ma
lavano il cuore di Guiscardo. Nonostante la tragica vicenda, Ghismunda, con
la morte, a vincere. Tancredi si pente solamente alla fine del racconto, e non
pu fare altro che dare agli amanti una degna sepoltura. I personaggi del
racconto possono sicuramente essere definiti dinamici, nonostante Tancredi
sia, a mio parere, pi che dinamico, statico nella sua incoerenza. Guiscardo, il
cui ruolo fondamentale, subordinato a Ghismunda: tutto ci che sappiamo
di lui filtrato dalla concezione della donna che lo ama. Come gi espresso,
la novella, in particolare il discorso di Ghismunda, rappresenta una delle pi
alte vette stilistiche raggiunte da Boccaccio all'interno del Decameron.
Nonostante l'elevatezza stilistica, Boccaccio non si lascia sfuggire piccoli
commenti ironici, pronunciati da Ghismunda e rivolti ovviamente al padre,
come ad esempio l'incitamento di " andare a piangere con le donnette". La
struttura del testo semplice, non ci sono cambiamenti di tempo o di luogo,
e potremmo dividere la novella in quattro parti: l'inizio del racconto, dove