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1456 - 1458

PROF. GIUSEPPE CAPUTO


5 settembre 1991

Il giorno 5 settembre 1991, scomparso il Prof. Giuseppe Caputo, Ordinario di Diritto Canonico e
Direttore dell'Istituto Giuridico A. CICU.
Giuseppe Caputo nasce a Teano nel 1936. Laureatosi a pieni voti presso la Facolt di Giurisprudenza
dell'Universit La Sapienza di Roma con una tesi di laurea sulla figura e l'opera di Marco Minghetti,
Caputo continua i suoi studi di diritto ecclesiastico sotto la guida di Arturo Carlo J emolo. Ben presto i
suoi interessi scientifici si allargano ad abbracciare la sfera del diritto canonico, disciplina che continuer
a coltivare in maniera privilegiata, e che costituir l'oggetto di studio di un lungo soggiorno a Strasburgo,
centro di elaborazione culturale primario negli anni del secondo dopoguerra.
L Giuseppe Caputo incontra i grandi maestri della storiografia francese e dell'elaborazione teologica e
dottrinale delle avanguardie del cattolicesimo d'oltralpe; tra i suoi compagni di viaggio di quella stagione
della sua formazione vanno annoverati i nomi di Bloch, di Nedoncelle, di Gaudement, di Metz, di Gabriel
Le Bras.
Ritornato in Italia, Giuseppe Caputo diviene Assistente di ruolo presso la Cattedra di Diritto Canonico
dell'Universit La Sapienza di Roma, tenuta allora da Pietro Agostino d'Avack, poi Rettore dell'Ateneo
romano.
Gi i suoi primi ed impegnativi saggi risalenti alla prima met degli anni '60, quali Rabelais e il Diritto
Canonico e La libert della Chiesa nel pensiero di Marco Minghetti, denotano un'ampiezza di cultura
filosofica ed una sensibilit letteraria prima ancora che storiografica in grado di porre lo studioso, nella
scia della grande scuola di Ruffini e J emolo, all'attenzione della comunit scientifica internazionale. Si
apriva una via nuova rispetto al tradizionale cammino delle discipline ecclesiastiche, caratterizzate da
indagini tendenzialmente esegetiche e classificatorie. La figura del giurista rigoroso con forte tempra
dogmatica si sposava all'uomo di vasta conoscenza, come nella pi alta tradizione dell'umanesimo
europeo che celebra in Erasmo il suo simbolo ed il suo punto di eccellenza.
Non a caso sono coevi lavori a prevalente interesse storico e memorialistico - Il separatismo
cavouriano (1967), Arturo Carlo J emolo e la poesia della memoria (1970) - e lavori capaci di
influenzare non solo la dottrina ecclesiastica, ma l'intera dottrina costituzionalistica - Il problema della
qualificazione giuridica dello Stato in materia religiosa (1967), Il carattere sacro di Roma (1968) e
Gli enti ecclesiastici atipici (1970).
Proprio nell'anno dello scoppio della contestazione studentesca, nel 1968, Giuseppe Caputo approda,
giovane incaricato, presso l'Alma Mater che non lascer mai pi.
Dal suo magistero presso l'Universit di Bologna, che ha conosciuto un successo e un seguito
straordinario tra gli studenti, nascono le pagine del suo manuale di Diritto Canonico - Introduzione allo
studio del Diritto Canonico Moderno -, ritenuto a tutt'oggi uno degli approdi pi alti della scienza
canonistica di questi ultimi decenni. Ma la ricchissima personalit culturale di Caputo si apre anche ad
altri orizzonti ed il suo interesse di studioso si incentra progressivamente sui diritti a base religiosa
elaborati dalle grandi religioni monoteiste: vede cos la luce il manuale introduttivo al diritto islamico,
edito nel 1990, e prende corpo l'interesse testimoniato in diversi interventi ed articoli scientifici per il
diritto ebraico.
La passione per il fatto religioso e per la sua incidenza nel mondo del diritto diventa cos una delle sue
connotazioni scientifiche pi spiccate: ed era nei suoi progetti scrivere un'opera che prendesse in
considerazione il diritto induista.
Ma la parola di Giuseppe Caputo, che ben conosceva la secchezza del linguaggio giuridico, si articolata
segretamente per anni nell'incanto della poesia, alimentata dalla passione per la lettura attenta dei classici.
Questa faccia nascosta della luna si era disvelata da poco lasciando intravvedere nel Liber Scretus,
edito nel 1990 con prefazione di Luciano Anceschi, una vocazione di notevole spessore.
Nessuna scelta nel dire di Giuseppe Caputo era affidata al caso: e anche il titolo di questo suo ultimo libro
rimanda ad un universo preciso, al mondo dei legisti bolognesi nel quale la parola poetica e il verbo
giuridico avevano trovato mirabile.
La tradizione di Cino da Pistoia, la tradizione di tutto lo studio bolognese ha rivissuto dunque con lui una
pagina alta della sua storia, che storia di passione per il sapere, di libert di ricerca, di amore per il bello.

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