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Voci
Buddhismo Zen Buddhismo cinese Buddhismo giapponese 1 11 23
Note
Fonti e autori delle voci Fonti, licenze e autori delle immagini 43 44
Buddhismo Zen
Buddhismo Zen
Un kakemono dipinto dal grande maestro giapponese, di scuola Zen Rinzai, Hakuin ( , 1686-1769), raffigurante Bodhidharma. Il testo dice:
Una speciale tradizione esterna alle scritture ( ) Non dipendente dalle parole e dalle lettere ( ) Che punta direttamente alla mente-cuore dell'uomo ( ) Che vede dentro la propria natura e raggiunge la buddhit ( ) (Quattro sacri versi di Bodhidharma, )
Con il termine Zen () ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del Buddhismo Chn a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Per questa ragione talvolta si definisce Zen anche la tradizione cinese Chn, ma anche le tradizioni Sn coreana e Thin vietnamita.
Buddhismo Zen medievale veniva, probabilmente, pronunciato come [den]. Ed molto probabile che i maestri cinesi dei pellegrini giapponesi, nonch i missionari cinesi della scuola Chn giunti in Giappone intorno al XIII secolo, pronunciassero questo carattere in cinese medio, da qui la resa in giapponese di Zen. Questo termine dunque un prestito linguistico dalla lingua cinese medievale, e fu utilizzato fin dalla prima introduzione del Buddhismo in Cina per rendere foneticamente il termine sanscrito dhyna che nell'insegnamento del Buddha indicava i graduali stati di coscienza caratterizzati da profonda comprensione che scaturiscono dall'esercizio del samdhi, ossia la concentrazione meditativa. In seguito, in diverse forme composte, qui sempre restituite in mandarino come chnsng ( , monaco meditante) e chnsh ( , maestro di meditazione) divenne una definizione generica per una categoria di religiosi che si dedicavano specialmente alla meditazione. Sembra che in questo ambito sia nata la tradizione e che adotter questo termine come vera e propria denominazione specifica del proprio lignaggio (cinese: Chnzng, giapponese: Zensh , la tradizione del Buddhismo Zen).
Origini e diffusione
Le scuole del Buddhismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente (anche se con delle specifiche evoluzioni) da quelle del Buddhismo Chn fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Furono trasferite nell'arcipelago giapponese da monaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina. Oppure, successivamente, trasferite da monaci cinesi missionari in Giappone. L'introduzione del Buddhismo Zen, come scuola autonoma, in Giappone ha avuto un processo piuttosto sofferto. Tali difficolt non si riscontrarono tanto nel trasferimento di dottrine, testi e lignaggi quanto piuttosto nel rendere autonomo lo Zen dalla scuola Tendai.
Il padiglione principale del tempio Tofuku-ji a Kyoto. Seppur costruito, nel 1236, secondo i voleri di Fujiwara Michiie patrono Enni Ben'en, come luogo di pratica Tendai, Shingon e Zen, divenne presto un tempio della scuola Zen Rinzai e risulta oggi il tempio Zen pi antico del Giappone.
Buddhismo Zen
regolarmente studiate e praticate sul Monte Hiei, sede della scuola Tendai, fin dal IX secolo.
Buddhismo Zen
Buddhismo Zen
Buddhismo Zen
Un autoritratto di Hakuin Ekaku (1686-1769), importante riformatore della scuola Zen Rinzai (Eisei Bunko Museum, Tokyo).
Buddhismo Zen
Un monaco Zen fuke (komus) con il caratteristico copricapo mentre suona il flauto shakuhachi in una stampa del 1867.
La scuola Zen baku una delle tre scuole Zen esistenti oggi in Giappone. La sua nascita la si deve al monaco cinese chn di tradizione Lnj ( ), Ynyun Lngq ( , giapp. Ingen Ryki, 1592-1673) giunto in Giappone nel 1654. Questa scuola molto simile allo Zen Rinzai conservando tuttavia alcune peculiarit cinesi proprie del suo fondatore. Innanzitutto una maggiore attenzione ai sutra rispetto alla scuola Rinzai versata principalmente allo studio dei kan, in secondo luogo alla pratica del nenbutsu tipiche della scuole della Terra Pura gi inserite in Cina nella scuola Chn da Zh Hng ( , 1535-1615) nel XVI secolo; infine l'osservanza dei precetti del Cturvargya-vinaya ( Shibunritsu) e non solo quelli del Brahmajlastra ( Bonm ky) come tradizione invece per le scuole Zen Rinzai e St e per la scuola Tendai. Influenz profondamente la scuola Rinzai fino a quando la riforma attuata da Hakuin Ekaku ( , 1686-1769) non elimin dalla scuola Rinzai la pratica del nenbutsu a favore del solo studio dei kan e della pratica dello zazen.
Buddhismo Zen
Buddhismo
Mahyna Paesi
Cina Corea Giappone Vietnam
Insegnamenti
Buddhismo Zen
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Bodhisattva Bodhicitta Vacuit Karu Tatht Natura di Buddha Praj Trikya Buddha eterno Madhyamaka Cittamtra Triplice verit Ichinen sanzen Zhgun Zazen Daimoku
Sutra
Prajpramit Sutra del Loto Avatasaka Mahyna Mahparinirva Vimalakrti Lakvatra Ratnaka Tathgatagarbha Sadhinirmocana Sutra del Diamante
Maestri
Ngrjuna ryadeva Asanga Vasubandhu Kumrajva Zhy Bodhidharma Saich Eisai Dgen Nichiren Hakuin
Scuole
Sanlun Faxiang Tiantai Huayan Chan Terra Pura Sanron Hosso Kegon Tendai Zen Nichiren
Zen Rinzai Kencho-ji - Kenchojiha - 8, Yamanouchi, Kamakura-shi, Kanagawa Nanzenji - Nanzenjiha - Nanzenji, Fukuchi-cho, Sakyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto Daitoku-ji - Daitokujiha - 53, Murasakino, Daitokuji-machi, Kitaku, Kyoto-shi, Kyoto Myshin-ji - Myshinjiha - 64, Hanazono, Myshinji-machi, Ukyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto Zen St Eihei-ji - Stsh - Eihei-ji-cho, Yoshida-gun, Fukui Sji-ji - Stsh - 2-1-1, Tsurumi, Tsurumi-ku, Yokohama-shi, Kanagawa Zen baku Mampuku-ji - bakush - Gokanosho, Uji-shi, Kyoto
Note
[1] Il pensiero di Dainichi Nnin, riportato nell'opera del suo allievo Kakuan ( ), lo Shiny teiji ( ), influenzer profondamente la successiva opera di Dgen che, tuttavia, accuser, insieme ad Eisai, Dainichi Nnin di "contraddizione" in quanto se da una parte aveva rigettato le pratiche esoteriche (mikky) del Tendai in favore delle dottrine Chn, dall'altra aveva anche rifiutato la pratica meditativa, aspetto principale del Chn cinese. [2] La ragione di non essersi recato lui di persona in Cina e di non aver quindi ricevuto direttamente il lignaggio fece s che questo non venne mai riconosciuto in Giappone. [3] Autore dello Zhngfyn zng ( , giapp. Shbgenz) conosciuto come lo Shbgenz cinese. [4] Solo un gruppo di suoi seguaci resistette nel monastero Tendai Hajaku-ji, nella remota provincia dei Echizen (oggi Prefettura di Fukui), fino al 1241 quando aderiranno alla scuola St fondata da Dgen. [5] Costruito nel 1236 secondo i voleri di Fujiwara Michiie, patrono Enni Ben'en, come luogo di pratica Tendai, Shingon e Zen, divenne presto un tempio della scuola Zen Rinzai e risulta oggi il tempio Zen pi antico del Giappone. [6] Oltre a queste personalit occorre ricordare che nello stesso periodo operavano Shinchi Kakushin ( , 12071298), che introdusse in Giappone una delle pi importanti collezioni di gong'an cinesi, il Wmn gun ( , giapp. Mumon kan, Il passo di frontiera di Wumen, raccolta di quarantotto gong'an della scuola Chn, T.D. 2005.48.292c-299c, composto nel 1228 in 1 fascicolo da Wumen Huikai, , 1183-1260), e Nampo Jmin ( ! " #, conosciuto anche come Dai Kokushi, 12351308), che ricevette il lignaggio dal maestro Xtng ( $, 11851269) e da cui si svilupp il monastero Zen Rinzai Daitoku-ji ( % ). [7] Il carattere (xn, xin primo tono) significa cuore (sanscrito: hd) ma, anticamente in Cina, si riteneva che questo fosse l'organo del pensiero e quindi significava anche mente pensante (sanscrito: citta); decisamente impropria invece la traduzione occorsa in alcuni casi di "anima" o "essenza" (sanscrito: atman) noto infatti che le scuole Chan, come tutte le scuole Mahayana, ne denunciano l'inconsistenza. [8] Cfr., tra gli altri, James H. Sanford. Shakuhachi Zen: The Fukesh/Komus Monumenta Nipponica, Vol. 32, No. 4, Winter 1977, pp. 411-440.
Buddhismo Zen
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Bibliografia
John Stevens. "Lo Zen, l'arco, la freccia". Roma, edizioni Mediterranee, 2011 Giuseppe Jiso Forzani. I Fiori del Vuoto. Introduzione alla filosofia giapponese. Torino, Bollati Boringheri, 2006 Alan W. Watts. La via dello zen. New York, Feltrinelli, 2006 Jean Smith, 365 Zen, trad. Tea Pecunia Bassani e Patrizia Spinato, Sonzogno, marzo 2000 Helen J. Baroni. Obaku Zen: The Emergence of the Third Sect of Zen in Tokugawa Japan. Honolulu, University of Hawaii Press, 2000 Eugen Herrigel. La via dello Zen. Roma, Edizioni Mediterranee, 1993 William M. Bodiford. Soto Zen in Medieval Japan. Honolulu, University of Hawaii Press, 1993 Heinrich Dumoulin. Zen Buddhism: A History, Vol. 2: Japan. New York, Macmillan, 1990 D.T. Suzuki. Saggi sul Buddhismo Zen (3 vol.). Roma, Edizioni Mediterranee, 1989 Toshihiko Izutsu. "La filosofia del Buddhismo Zen". Roma, Ubaldini Editore, 1984 Eugen Herrigel. Lo Zen e il tiro con l'arco. Milano, Adelphi, 1975 D.T. Suzuki. Introduzione al Buddhismo Zen. Roma, Ubaldini Editori, 1970 Nyogen Senzaki e Paul Reps, 101 storie zen, Piccola Biblioteca Adelphi, traduzione di Adriana Motti, Adelphi, 1973, pp.112. ISBN 88-459-0160-2
Voci correlate
Buddhismo cinese Buddhismo Chn Buddhismo giapponese St Zen Rinzai Zen Eisai Dgen Hakuin Zazen Kan Icone del bue
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale del Zen St sh (http://global.sotozen-net.or.jp/ita/) (EN) Sito ufficiale del Joint Council for Japanese Rinzai and baku Zen (http://zen.rinnou.net/) Buddhismo Zen (http://www.dmoz.org/World/Italiano/Societ/Religione_e_Spiritualit/Buddhismo/Zen/ ) in Open Directory Project, Netscape Communications. ( Segnala (http://www.dmoz.org/public/ suggest?cat=World/Italiano/Societ/Religione_e_Spiritualit/Buddhismo/Zen/) su DMoz un collegamento
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Buddhismo cinese
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Buddhismo cinese
Per approfondire, vedi Storia del Buddhismo cinese.
Il Buddhismo Cinese il frutto dell'intensa attivit missionaria di importanti rappresentanti del Buddhismo dei Nikya e del Buddhismo Mahyna provenienti dall'India e, soprattutto, dall'Asia Centrale in Cina e dei contributi di maestri locali, che continueranno questa tradizione o ne daranno nuove e cruciali interpretazioni. Apporti rilevanti raggiunsero la Cina anche per via meridionale, fino al formarsi una rete culturale estremamente importante nella storia dell'Asia e delle civilt influenzate dalla cultura cinese, come il Giappone, la Corea e il Vietnam e alcuni regni sinizzati dell'Asia continentale. Documenti storici influenzati da leggende posteriori ma sostanzialmente attendibili parlano di una prima introduzione del Buddhismo in Cina nell'anno 64. L'apice culturale del Buddhismo Cinese sar sotto la dinastia Tang, mentre in epoche posteriori si assister ad una certa decadenza dovuta alla perdita del favore imperiale, all'interruzione dei contatti diretti con l'India (dove il Buddhismo si estinse) e ad un rinato interesse per la filosofia e le religioni autoctone (Confucianesimo, Daoismo). Le scuole buddhiste pi importanti dell'epoca Tang sono la Tinti, la Huyn e la Zhnyn. Di poco posteriore ed in seguito molto influente, si deve ricordare la scuola Chn. Meno influente nella storia del Buddhismo cinese ma importante per i favori che ricever dalla corte fino all'ultima dinastia sar il Lamaismo di origine tibetana. Alcune di queste scuole sopravvivono in paesi di antica influenza cinese, specialmente in Giappone.
Il tempio di Guoqing sui Monti Tinti appartenente all'omonima scuola. Costruito da Gundng (& ', 561-632) nel 598, durante la Dinastia Sui, fu ricostruito nel XVIII secolo durante la Dinastia Qing.
Buddhismo cinese
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Le scuole del Buddhismo cinese sono tradizionalmente elencate come tredici ( , pinyin shsn zng). All'elenco tradizionale va aggiunta la scuola Snji ( , , la scuola del "Tre Stadi") fondata nel VI secolo da Xnxng (- ., 540-593). Questa scuola verr considerata eretica dall'imperatrice buddhista, della Dinastia Tang, W Ztin (/ 0 , regno: 690-705) e completamente annientata, nel 725, da un suo successore, l'imperatore Xunzng ( , regno 712-56). Va tenuto presente che quando, di seguito, vengono trattate le scuole (, zng) esse non Una rappresentazione della bodhisattva (( )) Gunyn (* +) in legno, Dinastia Song (960-1279). La posizione della statua indicata come "giocosa" (llsana) con la gamba vanno intese nel significato comune di sinistra avvicinata al tronco, mentre quella destra poggia a terra. luoghi o gruppi contrapposti ad altri, piuttosto come lignaggi di insegnamenti o di precetti ( , jimi). Questo almeno fino all'epoca Tang, quando le contrapposizioni per ottenere i favori imperiali o per dirimere le polemiche dottrinali, irrigidiranno maggiormente tali tradizioni e le 'scuole' che ne deriveranno.
Buddhismo cinese
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Entrata principale del tempio di Sholn (K L ), residenza, secondo alcune agiografie, del patriarca del Buddhismo Chn, Bodhidharma, in Henan, Cina.
La scuola Nipn nata a seguito di una controversia dottrinale determinata dalla prima traduzione in cinese del Mahyna Mahparinirva-stra (Sutra mahyna del Grande passaggio al di l della sofferenza, Q R S D bn nhun jng, giapp. Daihannionky, conservato nel Nipnb, T.D. 376.12.853-900) operata da Buddhabhadra e Fxin ( T, 340-418) in 6 fascicoli nel 417. In questa prima traduzione veniva adombrata la dottrina degli icchantika (F U , ychnt, giapp. issendai), una dottrina di origine cittamtra che sosteneva la possibilit di esseri senzienti, gli icchantika, a cui era preclusa per sempre l'"illuminazione". Questa lettura del sutra e la conseguente dottrina fu subito rigettata dal discepolo Kumrajva, Doshng ( V, 355 434) che, come il suo maestro, seguiva le dottrine madhyamaka[3]. Tale contrasto con Buddhabhadra e Fxin costrinse Doshng a lasciare Nanchino e a tornare sul Monte L da dove era precedentemente partito. La scuola Nipn si dedicava allo studio e all'interpretazione di questo sutra, ma nel corso dei secoli fu assorbita dalle scuole Tinti, Huyn, Shln e Fxing, scomparendo definitivamente sotto la Dinastia Tang (618-907).
Buddhismo cinese
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Nell'805 il monaco giapponese Saich (q r, 767-822) la introdurr in Giappone dove prender la denominazione Tendai.
una dea che protegge i naviganti Denominata come scuola Wish (~ d, "Sola Rappresentazione"; dal sanscrito Vijaptimtra) dai suoi seguaci e Fxing ( , "Caratteristiche dei dharma) dai suoi oppositori, fu la versione cinese della scuola indiana
Cittamtra. Fu fondata da Xunzng ( 8, 600-664) al suo ritorno dal suo lungo viaggio in India nel 645 e organizzata dal suo allievo Kuj ( , 632-682). Xunzng si era recato in India per recuperare dei testi buddhisti
Buddhismo cinese da riportare in patria e, durante questo viaggio, si ferm lungamente presso l'Universit di Nland dove ricevette gli insegnamenti direttamente dall'abate Silabhadra, a sua volta discepolo diretto di Dharmapla (VI secolo), un esegeta Cittamtra. Testo fondamentale della scuola fu, infatti, il Vijaptimtratsiddhi-stra (Trattato sulla realizzazione del niente altro che conoscenza, ~ d 5 pinyin: Chngwishln, giapp. Jyuishikiron, conservato nello Yqib) opera fondamentale di Dharmapla tradotta da Xunzng (T.D. 1585.31.1a-59a) che poi un commentario al Triikvijaptikrik di Vasubandhu. Nonostante la sua notoriet, la scuola non ebbe un largo seguito e fin, nel corso degli anni, per essere in buona parte assorbita dalla scuola Huyn. Non sopravvisse alla persecuzione dell'845, ma il pellegrino giapponese Dsh ( , 629-700) riport i suoi insegnamenti e i suoi lignaggi in Giappone nel 653, fondando la scuola giapponese Hoss.
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uno degli insegnamenti buddhisti pi diffusi e praticati oggi in Cina. Verr trasferit in Giappone, nel IX secolo, da Saich, fondatore della scuola Tendai. E nel, XII secolo, un monaco tendai di nome Hnen ( n, 1133-1212), fonder la scuola Jdo che si rif direttamente agli insegnamenti della scuola cinese Jngt.
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Ma occorre aspettare la traduzione, nel 724, del Mahvairocanstra[6] da parte di Subhkarasiha ( , Shnwwi, 637-735) e Yxng (F ., 684-727) perch si possa parlare di uno sviluppo scolastico della scuola Zhnyn. Nel 720 giungeranno in Cina altri due maestri Vajrayna, Vajrabodhi ( , Jngng Zh, 671-741) e il suo discepolo Amoghavajra ( , Bkng jngng, 705-754) con altre scritture. E sar proprio l'attivit di Amoghavajra presso la Corte dell'imperatore della Dinastia Tang, Dizng ( , conosciuto anche come L Y, regno: 762-779), a fare di questa scuola una delle principali scuole buddhiste in grado di mettere in secondo piano il Daoismo rinascente. Nell'806, il pellegrino giapponese Kkai ( , 774-835) trasferir insegnamenti e lignaggi Zhnyn, ricevuti direttamente dal settimo patriarca, Hugu ( , 746-806), in Giappone dove fonder la scuola Shingon.
Buddhismo cinese dottrine. 3. Periodo del Dharma finale ( , pinyin: mf, giapponese: mapp, sanscrito: saddharma-vipralopa): quando gli insegnamenti del Buddha sono presenti, ma nessuno li mette in pratica e nessuno realizza l'"illuminazione". In questo periodo solo l'insegnamento denominato pf ( giapp. fuh, insegnamento universale)[7] basato sulla verit universale di "tutta la Realt come manifestazione del dharmakya ( , fshn, giapp. hshin)" pu essere compreso. E', infatti, un insegnamento adatto agli esseri dell'ultimo periodo che, "ciechi dalla nascita", non sono in grado di distinguere la Verit dalle false credenze. Xnxng riteneva di vivere nel periodo del Dharma finale e che solo il suo insegnamento fosse corretto. Convinti assertori della natura di Buddha insita in ogni essere, i monaci snji non si raccoglievano in monasteri ma erano itineranti e propagandavano ovunque la dottrina del maestro. Presto raccolsero, sotto forma di donazioni, ingenti ricchezze. Anche per questa ragione entrarono in conflitto con le altre scuole e con il potere imperiale. L'imperatrice buddhista W Ztin (/ 0 , regno: 690-705) considerandosi essa stessa Jnln shngshn hungd ( ^ - , Sacra sovrana della Ruota d'Oro), giunta per fondare un impero buddhista mondiale non poteva certamente accettare di vivere in un periodo di mf e quindi dichiar eretica questa scuola. L'imperatore Xunzng ( , regno 712-56) la annient completamente nel 725, incamerando nelle casse imperiali le sue ricchezze.
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La condizione odierna del Buddhismo cinese all'interno della Repubblica popolare cinese risente dei drammatici eventi accaduti in Cina nella seconda met del secolo scorso. A partire dal 1949 e fino a tutto il 1976, il Buddhismo in Cina ha sofferto tragiche persecuzioni e distruzioni dovute all'ideologia anti-religiosa comunista del Governo che in quegli anni era al potere. Da un periodo di pressante controllo si passati, nel corso della tragica esperienza della Rivoluzione culturale, ad imprigionamenti di massa, assassinii e distruzioni su larga scala di monasteri, templi e opere d'arte religiosa.
Monache che recitano dei sutra in un tempio nella provincia di Anhui in Cina.
Con la morte di Mo Zdng ( , 1893-1976) e con la caduta della Banda dei quattro, eventi datati all'autunno 1976, il clima nei confronti delle comunit buddhiste cinesi si fatto finalmente pi favorevole.
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Da quel momento il Partito comunista cinese stato pi attento e rispettoso delle esigenze di queste comunit religiose e cerca, tutt'oggi, di riparare alle persecuzioni e alle distruzioni dei drammatici decenni della Rivoluzione culturale. Cos, a pochi anni dalla morte di Mo Zdng, dal 16 al 23 dicembre del 1980 l'Associazione buddhista cinese ( , Zhnggu Fjio Xihu, fondata nel 1953, raccoglie tutte le realt buddhiste del Paese) pot convocare regolarmente, e dopo decenni di assenza, la sua Quarta Assemblea con 254 delegati da tutto il Paese, eleggendo Zho Pch ( , 1907-2000) come presidente.
Dal 1981 la stessa Associazione ha ripreso a diffondere la sua pubblicazione ufficiale, Fyn ( +, Voce del Dharma), e ha potuto riaprire l'Istituto di studi buddhisti di Pechino. Il 20 aprile 1983 finalmente il Governo ha varato la "Risoluzione per le ordinazioni monacali" che ha consentito di effettuare le ordinazioni monastiche in modo regolare e non pi segreto. La Quinta Assemblea dell'Associazione si svolta nella primavera del 1987, in quella occasione si deciso di fondare l'Istituto di Cultura buddhista cinese con una propria biblioteca. Alla Sesta Assemblea, svoltasi nell'ottobre 1993, hanno partecipato direttamente importanti responsabili politici del Governo cinese e del Partito comunista. La Settima Assemblea, come la Sesta, stata indirizzata soprattutto a condurre l'Associazione in un ambito "coerente" con le "politiche di unit nazionale" promulgate dal Governo. Mentre nel 2003 si svolto regolarmente il cinquantenario dell'Associazione dei buddhisti cinesi. Se consideriamo che agli inizi degli anni ottanta erano sopravvissuti solo circa 25000 tra monaci e monache, la cui quasi totalit aveva trascorso decenni nei campi di rieducazione e di lavoro forzato del Partito comunista cinese, si pu considerare come estremamente positiva l'evoluzione da quegli anni bui fatti di torture e imprigionamenti per il sagha cinese. Le distruzioni dei monasteri e dei templi furono infatti drammatiche, pochi i testi originali sopravvissuti, migliaia le esecuzioni. Oggi sono principalmente quattro i monasteri che hanno ripreso regolarmente la formazione dei monaci e la loro ordinazione e si trovano a: Qxishn ( ) nei pressi di Nanchino, Nntng ( 9), Chngd ( ), Monte Ptu ( A ) nei pressi di Nngb. Il Buddhismo professato da questi monaci quasi dappertutto sincretico e amalgama dottrine originariamente diverse, derivate soprattutto dalle scuole Chn, Zhnyn e Jngt, unite a principi razionalistici di stampo marxista, tesi a realizzare, in questo mondo e attraverso il socialismo, la Terra pura, unendo la pratica meditativa con il lavoro agricolo.[8] Nei monasteri vengono accuratamente conservati e studiati tutti i testi tradizionali e i loro commentari delle differenti scuole, considerati necessari alla formazione monastica. Le statistiche indicano in circa 200000 i monaci esistenti oggi in Cina, di cui circa la met (40000 monaci e 60000 monache) appartiene al c.d. "Buddhismo Han" ovvero al Buddhismo di non derivazione lamaista ma autenticamente cinese. I templi oggi funzionanti sono circa diecimila. Tutti questi dati risultano, peraltro, in costante aumento. Come sempre pi diffusi sono i pellegrinaggi dei cittadini cinesi sui quattro monti sacri del Buddhismo cinese: Monte Wti ( e ) nello Shanxi, Monte Juhu ( X ) nello Anhui, Monte mi ( ) nel Sichuan, Monte Ptu ( A ) nello Zhejiang.
Buddhismo cinese Ogni anno circa 500 nuovi studenti-monaci, in genere sono giovani diplomati, entrano a far parte delle istituzioni formative buddhiste[9]. I corsi di queste istituzioni, della durata di due-quattro anni, riguardano la meditazione, lo studio delle scritture buddhiste, la filosofia e una lingua straniera. Alcuni studenti-monaci, terminato il corso, continuano a studiare presso le facolt universitarie di filosofia. Il corso prevede anche un livello di formazione politica, ma non risulta particolarmente "oneroso". Nel 1995 si provveduto alla ristampa integrale, in lingua cinese, del Canone buddhista cinese e del Canone tibetano. I contatti tra il sagha cinese e i sagha degli altri paesi sono costanti. In particolar modo con il sagha thailandese e birmano del Buddhismo Theravda. Nel giugno del 1993 il patriarca thailandese Nyanasamvara Suvaddhana (1913-) ha compiuto una visita in Cina dove stato accolto da migliaia di monaci cinesi e dove ha compiuto, insieme a loro, dei riti religiosi. Nell'agosto del 1995 una folta delegazione buddhista cinese, invitata dalla comunit buddhista francese, ha visitato i luoghi del Dharma di sette paesi europei. Molto attiva anche l'Associazione buddhista sino-giapponese, tesa a far conoscere le tradizioni religiose dei due paesi fortemente collegate sul piano storico. L'Associazione buddhista cinese , infine, molto attiva sul piano caritatevole e sociale, finanziando la Croce rossa e varie attivit nei confronti dei cittadini pi bisognosi. I cittadini cinesi stanno riscoprendo in questi anni il valore religioso delle dottrine buddhiste. Anche se non conoscono in modo approfondito tali dottrine si impegnano sempre di pi nella osservanza dei precetti religiosi e delle pratiche devozionali. In occasione delle festivit religiose i templi si riempiono ormai di migliaia di fedeli i quali, oltre ad accendere gli incensi, ascoltano i sermoni dei monaci e consumano insieme dei pasti vegetariani in un'atmosfera di festivit.
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Buddhismo cinese Anche il territorio di Hong Kong, governato dal Regno Unito fino al 1997, fu luogo di rifugio per centinaia di monaci buddhisti fuggiti dalla Cina comunista. Soprattutto sull'Isola di Lantau ( ) dove ancora oggi esistono circa sessanta templi. Il sagha monastico di Hong Kong conta oggi circa tremila persone, che con i fedeli laici attivi, superano le ventimila unit, tutte aderenti alla Federazione buddhista di Hong Kong (fondata nel 1945) che ha festeggiato il suo cinquantenario il 9 maggio 1995. Tra i templi e i monasteri pi importanti nell'area di Hong Kong vanno citati: il monastero di Bolin ( k ) sull'isola di Lantau, il tempio dei Diecimila Buddha ( ) a Shatin ( ) e il tempio della Foresta orientale (Dnglns, L ) di Lowai. Il 29 dicembre 1993 stata inaugurata una enorme statua del Buddha (alta oltre i 26 metri) denominata (Tin Tn D F) nel monastero di Bolin con una grande partecipazione popolare.
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Note
[1] Questi tre vinaya sono: il Daa-bhavra-vinaya ( Dieci suddivisioni delle regole monastiche, pinyin Shsngl, giapp. Jjuritsu) della scuola Sarvstivda tradotto da Kumrajva e Puyatara nel 404; il Pacavargika-vinaya (Quintuplici regole della disciplina, pinyin Wfnl, giapp. Gobunritsu) della scuola Mahsaka, tradotto nel 423 dal monaco di scuola Mahsaka Buddhajiva su un testo portato in Cina dallo Sri Lanka dal monaco cinese Faxian. Rivisto e completato intorno alla met del V secolo dai discepoli di Kumarajiva, Daosheng e Huiyuan; il Mahsghika-vinaya (Grande Canone delle Regole monastiche, pinyin: Mhsngql, giapp. Makasgiritsu), della scuola Mahsghika portato in Cina all'inizio del V secolo da Fxin ( T, 340-418) che lo aveva ottenuto a Pataliputra, e da lui tradotto nel 416 con l'aiuto di Buddhabhadra. [2] I tre trattati, conservati nel Zhnggunb, che caratterizzano questa scuola sono: il Madhyamakastra anche Mlamadhyamakakrik (Le Stanze di mezzo, 5 pinyin Zhngln, giapp. Chron) di Nagarjuna, opera centrale di tutta la scuola Madhyamika, tradotto da Kumrajva nel 409 e conservato anche in sanscrito e tibetano. Questa opera possiede numerosi commentari ed alla base di tutto il Buddhismo Mahyna; il Dvdaanikya-stra (Trattato dei dodici aspetti, 5 pinyin: Shr mn ln, giapp. Jnimon ron) di Nagarjuna, tradotto da Kumrajva; il ata-stra ( 5 pinyin Biln, giapp. Hyakuron) di ryadeva, il discepolo di Nagarjuna. Fu tradotto da Kumrajva nel 404 e consiste in una critica dell' UNIQ-nowiki-0-3da6925a5033c2ba-QINU tman dal punto di vista della vacuit (sunyata). [3] Anche le scuole ad impronta madhyamaka, Tinti e Huyn, polemizzarono contro i sostenitori di questa dottrina, in particolare con la scuola ad impronta cittamtra, Fxing. [4] Vi sono molte interpretazioni su questa tecnica. La pi diffusa, popolarmente, ritiene che sia una indicazione fisica nel senso di porsi di fronte ad un muro. In realt secondo numerosi studiosi tale interpretazione in realt piuttosto tarda e richiamerebbe il minb ( Z) piuttosto che il bgun (Z *) dove Z (b) antrebbe inteso come avverbio, ovvero guardare s stessi come se si fosse un muro.(Cfr. ad es. Heinrich Domoulin Early Chinese Zen Reexamined A Supplement to Zen Buddhism: A History Japanese Journal of Religious Studies 1993 20/ 1 pag.33). [5] I tre testi fondamentali della scuola Jngt zng, conservati nel Bojb del Canone buddhista cinese, sono: Amityurdhynastra (Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, * pinyin: Gun wlingshu jng, giapp. Kammuryju ky) tradotto da Kalyasas nel 402 (T.D. 365.12.340c-346b); Amitbha-stra (Sutra di Amitabha, 3 A pinyin Amtu jng, giapp. Amida ky) tradotto da Kumarajiva nel 402 (T.D. 366.12.346b-348b). Sukhvat-vyha-stra (Sutra della vita infinita, , pinyin Wlingshu jng, giapp. Muryju ky) tradotto Saghavarman e Buddhabhadra in 2 fascicoli (T.D.360.12.265c-279). [6] I tre testi fondamentali ( I , pinyin sn b jng, giapp. san bu ky) della scuola Zhnyn sono conservati nel Mjiob e sono: Mahvairocanstra o Mahvairocanbhisabodhi-vikurvitdhihna-vaipulyastra (Il sutra di Mahvairocan, pinyin: Dr jng, giapp. Dainichiky). Consta di 36 capitoli riportati in 7 rotoli. Questo sutra, fu raccolto nel VII secolo a Nland dal monaco cinese Wxng ( ., VII secolo), che tuttavia l mor nel 685 d.C. senza far ritorno in patria. Venne comunque recuperato dal governo imperiale cinese e trasportato a Chang'an e, nel 724, fu tradotto da Subhkarasiha ( , 637-735) e dal monaco di scuola Zhenyan, Yxng (F ., 684-727); Vajraekhara-stra ( ' pinyin Jngngdng jng, giapp. Kongch ky), fu tradotto durante la Dinastia Tang da Amoghavajra (705-774) in tre fascicoli con il titolo Jingangding yiqie rulai zhenshi shedasheng xianzheng dajiaowang jing ( ' F G : ` a ) e rappresenta la versione pi diffusa. Sempre durante la Dinastia Tang fu tradotto nuovamente da Vajrabodhi ( , VIII secolo) in quattro fascicoli con il titolo di Jingangzhi suoyi zhi jingangding yuqie zhong lechu niansong jing ( ' \ ). Infine durante la Dinastia Song da Dnapla in tre fascicoli con il titolo di Yiqie rulai zhenshi shedasheng xianzheng sanmei jiaowangjing (F G : ` a ); Susiddhi-kara-mah-tantra-sdhanpyika-paala (Il tantra del successo misterioso, pinyin Sxd jilu jng, giapp. Soshitsujikyara ky) tradotto in 3 fascicoli (T.D. 893.18.603-692) da ubhakarasiha nel 726. conosciuto anche con il nome abbreviato di Susiddhi-tantra ( , Sxd jng). Consiste in un manuale per ottenere risultati positivi con i rituali esoterici. [7] Gli insegnamenti degli altri due periodi vengono invece denominati bif ( , giapp. bepp, insegnamenti distinti). [8] Molti monaci considerano per questi impegni come un prezzo da pagare per accontentare i burocrati del partito, mentre di fatto nei monasteri sono insegnate le dottrine e le pratiche tradizionali, in modo abbastanza sincretico. In: Sergio Ticozzi. La tradizione buddhista in Cina Religioni Cinesi, Quarto Quaderno. 2,2002,71.
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[9] da tener presente, tuttavia, che per entrare nelle istituzioni monastiche occorre sia la segnalazione del Centro buddhista locale, sia l'approvazione degli Uffici di governo locali per gli affari religiosi.
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Bibliografia
Mario Poceski. China in Encyclopedia of Buddhism. New York, McMillan, 2004, pagg. 139-45. ISBN 0-02-865910-4. Erik Zurcher. Il Buddhismo in Cina in Giovanni Filoramo (a cura di), Buddhismo. Bari, Laterza, 2001, pagg. 185-236. ISBN 978-88-420-8363-4 Paul Demieville. Il Buddhismo cinese, in Henri-Charles Puech Storia del Buddhismo. Bari, Laterza, 1984, pagg. 157-227. Richard H. Robinson e Williard L. Johnson. La religione buddhista. Roma, Ubaldini, 1998, pagg.209-67. ISBN 88-340-1268-2 Sthephen F. Teiser Buddhism: Buddhism in China. Encyclopedia of Religion, Second Edition, New York, Thomson Gale and Macmillan Reference, 2005, pagg. 1160-9. ISBN 0-02-865735-7 Mauricio Y. Marassi. Il Buddismo Mhyana attraverso i luoghi, i tempi e le culture. La Cina. Genova, Marietti, 2009 ISBN 978-88-211-6533-7
Voci correlate
Storia del Buddhismo cinese Canone cinese Buddhismo Tiantai Buddhismo Chan Buddhismo Faxiang Kumarajiva Faxian Xuanzang Huiyuan Buddhabhadra Zhiyi Zhili Monte Lu Zhikai Bodhidharma Guanding Zhanran Daosheng An Shigao Zhi Qian Buddhismo giapponese
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Sito dell'Associazione buddhista cinese (http://www.buddhism.com.cn/) Sito dell'Associazione buddhista di Hong Kong (http://www.hkbuddhist.org/) Buddhismo cinese: Una bibliografia in lingua inglese (http://hua.umf.maine.edu/China/buddhis.html)
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Il Buddhismo Giapponese merita particolare attenzione nella storia della religione buddhista poich costituito in buona parte dalla continuazione o dall'evoluzione delle antiche scuole del Buddhismo cinese, alcune oggi estinte nel paese d'origine, introdotte nell'arcipelago nipponico in epoche diverse. Inoltre, l'introduzione della scrittura e della cultura cinesi, che sono all'origine della Storia del Giappone propriamente detta (VI secolo) fu veicolata anche da rapporti di carattere religioso e i monaci buddhisti rimarranno per lungo tempo i tramiti e gli interpreti pi importanti della cultura continentale in Giappone. Per questo motivo la storia del Buddhismo Giapponese praticamente inscindibile dalla storia stessa del paese, la cui cultura ha influenzato profondamente e su pi livelli.
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Fino a quel momento le comunit buddhiste giapponesi non avevano alcun vinaya di riferimento, fu proprio Doxun Lshi a introdurre per primo le regole monastiche in Giappone. Impressionato dalla preparazione di Doxun Lshi e dalle regole del vinaya Dharmaguptaka da lui osservate, Shmu invi due prelati giapponesi in Cina per invitare un altro maestro di scuola L, Jinzhn ( , 688-763; giapp. Ganjin), che giunse nel 754 dopo alcune difficolt. Il tempio di scuola Kegon, il Tdai-ji ( ) fu trasformato subito da Jinzhn nella prima pedana di ordinazione monastica giapponese. La scuola tutt'oggi risiede a Nara nel tempio Tshodai-ji ( )[1].
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Il tempio Gang-ji oggi a Nara. Dapprima sede della scuola Sanron divenne poi sede della scuola Hoss, di cui oggi rappresenta la denominazione Shtok-sh. considerato il primo tempio buddhista giapponese.
Buddhismo giapponese Nello stesso luogo della esposizione della dottrina del sutra, l'imperatore Shmu fece erigere il tempio Tdai-ji dove poi pose, nel 752, l'enorme statua del Buddha Vairocana ( , giapp. Hairoshana), il Daibutsu ( ). Durante il periodo Nara fu la scuola buddhista preferita dalla Corte imperiale per la sua dottrina religiosa che poteva essere rispecchiata in una dottrina politica unificante lo Stato. Il suo tempio, il Tdai-ji fu per due secoli il tempio principale dove avvenivano le ordinazioni monastiche. Fu poi eclissato dall'Enryaku-ji della scuola Tendai che, tuttavia, oper solo ordinazioni mahyna rifuggendo il Vinaya di origine hnayna (Dharmaguptaka), utilizzato anche da questa scuola.
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Buddhismo giapponese discernimento, giapp. Maka Shikan, T.D. 1911) e del Tngmng Zhgun ( l *, Trattato di calma e discernimento per principianti; in giapponese l Sh Shikan, Piccolo trattato di calma e discernimento; T.D. 1915) di Zhy dove questa pratica meditativa viene descritta. Dal punto di vista della disciplina monastica, la scuola Tendai, come anche le scuole Zen, segue solo i 58 precetti mahyna indicati nel Brahmajlastra ( pinyin: Fnwng jng, giapp. Bonm ky, Il Sutra della rete di Brahma).
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Molto importanti sono anche le opere esegetiche e i trattati dello stesso Kkai. Il Buddhismo Vajrayna poggia le sue fondamenta sui rituali e le pratiche meditative rivolte al raggiungimento dell'"illuminazione"; secondo lo Shingon, l'"illuminazione" non una realt distante, tale da richiedere innumerevoli rinascite, ma un obiettivo raggiungibile nella vita attuale, coltivando il potenziale spirituale (Natura-Buddha), innato in ogni essere vivente. Con l'aiuto di un buon maestro e allenandosi a controllare il corpo, le parole, e la mente, possibile liberare questo potenziale per il beneficio proprio e altrui. L'"obiettivo" della pratica di questa scuola perci diventare Buddha in questa vita, con questo corpo (giapp. sokushin jbutsu gi, ).
Una pagoda del Daigo-ji, uno dei templi principali della scuola Shingon, a Fushimi-ku, Kyoto.
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Buddhismo giapponese Scuola Nichiren Sh ( k , Nichiren Shsh) La prima divisione all'interno delle scuole del Buddhismo Nichiren nasce pochi anni dopo la morte del fondatore. Prima di morire, Nichiren affid a sei dei suoi discepoli anziani il compito di organizzare la diffusione della sua dottrina e quello di curare il tempio Kuon-ji ( ) da lui fondato sul monte Minobu nella provincia di Kai. Le turbolenze politiche e militari del Giappone alla fine del XIII secolo non consentivano la presenza costante e contemporanea nel tempio Kuon-ji da parte di questi sei discepoli: Nikk ( , 1246-1333), Nik ( 1253-1314), Nichir ( , 1245-1320), Nissh ( , 1221-1323), Nichiji ( , 1250-?) e Nitch ( ', 1252-1317). Cos Nikk, riuscendo invece a garantire una presenza costante nel monastero Kuon-ji ricopr, a partire dal 1285, il ruolo di abate. Dopo qualche anno venne raggiunto da Nik, che ottenne di diventare responsabile della formazione dei monaci, finch non ebbe con lui un duro scontro dottrinale relativo alla condotta di La statua di Nichiren, situata all'esterno del tempio Honn-ji a Teramachi, distretto di Kyoto un importante devoto laico della scuola, Hakiri Sanenaga ( , 122297), signore della parte meridionale dell'attuale provincia di Kai, dove aveva sede il monastero Kuon-ji. Sanenaga aveva infatti reso omaggio ai Kami (^, gli di scintoisti) violando, secondo Nikk ma non secondo Nik, l'insegnamento del maestro Nichiren. Perso nel 1289 il controllo del monastero Kuon-ji, Nikk si trasfer in un altro monastero, il Taiseki-ji ( ), situato alle pendici del monte Fuji portando con s il Dai Gohonzon ( 6 )[7], una tavola lignea su cui, il 12 ottobre del 1279, Nichiren aveva inciso un mandala rappresentante il Dharma, l'universo e la vita in esso contenuta. Su questa separazione dottrinale vertono i due principali rami scolastici Nichiren: il Nichiren Sh che fa riferimento a Nik e il Nichiren Shsh che invece fa riferimento a Nikk. da tener presente che la polemica in questione non di poco conto. Il ruolo assegnato alla figura di Nichiren dalla Nichiren Shsh quello di Buddha dell'ultimo giorno della Legge, come previsto nel capitolo Jury ( u Durata della vita del Buddha) XVI capitolo del Sutra del Loto, e quindi di fatto viene venerato al posto del Buddha kyamuni. L'atteggiamento nei confronti delle altre fedi religiose e delle altre confessioni buddhiste di gran lunga pi rigido rispetto alla Nichiren-sh, che continua invece nella venerazione del Buddha kyamuni ed decisamente pi tollerante ed aperta nei confronti delle altre scuole buddhiste. Ed proprio il rapporto con le altre scuole buddhiste e il ruolo da assegnare al proprio fondatore Nichiren la linea di discrimine di tutte le successive separazioni scolastiche all'interno del Buddhismo Nichiren.
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Buddhismo giapponese Le associazioni laiche originate dal Buddhismo Nichiren Kokuchkai ( ) "Associazione per il sostegno della nazione" fondata nel 1879 da Tanaka Chigaku ( , 1861-1939), un monaco della scuola Nichiren che rinunci ai voti per fondarla. Tanaka era convinto che il Buddhismo Nichiren in grave crisi verso la fine del XIX secolo, occorresse di una spinta dall'esterno delle istituzioni monastiche e decise di rivolgersi ai laici ottenendo grande consenso che, tuttavia, scem al termine della Prima guerra mondiale. Nel 1922 Tanaka ottenne dal governo imperiale il titolo postumo di Rissh Daishi conferito a Nichiren. Reiykai ( )
La sede principale della Rissh Ksei Kai a Tokyo.
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"Associazione degli amici spirituali" fondata nel 1925 da Kotani Kimi ( , 19011971) una devota laica del Buddhismo Nichiren con poteri sciamanici e da suo cognato Kubo Kakutar ( , 1890-1944)[8]. La Reiykai pratica il daimoku ma afferma di venerare solo il Gohonzon. Celebra il culto degli antenati, riti di divinazione e pratiche di guarigione[9]. Ha una tendenza fortemente spiritualista. Rissh Ksei Kai ( ) Importante organizzazione laica fondata nel 1938 da Niwano Nikky ( , 1906-1999) e dalla sua discepola Naganuma Myok ( ! j , 1889-1957). il movimento di maggior successo nato da una separazione dalla Reiykai. Sostiene che l'unico soggetto di venerazione deve essere il Buddha Shakyamuni mentre il Gohonzon va riverito ma non venerato. Combina lo studio dei sutra con pratiche di edificazione morale dei suoi membri, riuniti in sessione di crescita personale ( , giapp. hza, cin. fzu, dal sanscrito dharmsana, luogo dove si discute del Dharma). Con i suoi circa sei milioni di seguaci e i 239 luoghi di pratica in Giappone, Rissh Ksei Kai si pone come la seconda associazione laica dopo la Ska Gakkai. Fuori del Giappone presenta sette centri di pratica ed in rapporti di collaborazione con la Chiesa cattolica, condividendo importanti iniziative comuni con il Movimento dei focolari fondato da Chiara Lubich. La Rissh Ksei Kai attivamente impegnata nel dialogo interreligioso e il suo precedente presidente, Nikky Niwano ( , 1906 - 1999), stato tra i fondatori della World Conference Religions for Peace (WCRP)[10].
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Ska Gakkai (" # $ ) la pi diffusa e discussa associazione laica buddhista di scuola Nichiren. Fu fondata da Makiguchi Tsunesabur (% & ' ,1871-1944) e da Josei Tda (( ) , 1900-1958) nel 1930 con il nome Ska kyiku gakkai (" # * $ , Associazione pedagogica per la creazione di valore). Makiguchi Tsunesabur svolgeva l'attivit di educatore e il suo scopo iniziale era la promozione di nuovi modelli pedagogici fondati sulla responsabilit individuale e sul pragmatismo allo scopo di realizzare le proprie potenzialit sia in ambito spirituale che materiale. Divenne presto un seguace della scuola Nichiren shsh e ritenne di poter applicare le sue convinzioni pedagogiche alle dottrine religiose propugnate da questa scuola. Ostile al militarismo giapponese, allo Shintoismo e al culto dell'imperatore, Makiguchi fu arrestato nel 1943 per essersi rifiutato di rispettare un legge che obbligava i cittadini giapponesi a conservare nelle loro abitazioni dei simboli scintoisti di buon augurio per la nazione. Mor in prigione nel 1944. Dopo la morte di Makiguchi, Tda, divenutone presidente nel 1950, rilanci l'associazione cambiandole il nome in Ska gakkai (" # $ , Associazione per lo sviluppo dei valori).
Dopo la morte di Tda, che pot assistere direttamente alla grande diffusione per tutto l'arcipelago giapponese della associazione da lui fondata, divenne presidente, nel 1960, Daisaku Ikeda il quale, nel 1975, fond la Ska Gakkai internazionale al fine di svolgere un'attivit missionaria in tutto il mondo, attivit che ha raccolto, fino ad oggiAiuto:Chiarezza, circa un milione di seguaci non giapponesi. Nel novembre 1991, preoccupata per il crescente modernismo e occidentalismo della Ska Gakkai, la Nichiren shsh ha condannato apertamente l'associazione, scomunicandone tutti i suoi membri. Dal punto di vista dottrinale, tuttavia, la Ska Gakkai si discosta ben poco dalle dottrine diffuse dalla Nichiren shsh. Nella pratica religiosa di questa associazione, Nichiren ha infatti sostituito il Buddha kyamuni, questo perch il fondatore del Buddhismo Nichiren viene identificato, come in altre denominazioni del Buddhismo Nichiren di derivazione Nichiren shsh, con il Buddha dell'ultimo giorno della Legge, proclamato nel XVI capitolo del Sutra del Loto. La Ska Gakkai venera[11] il Gohonzon e pratica la recitazione e la venerazione del titolo del Sutra del Loto (daimoku).
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Scuole Zen ()
Le scuole del Buddhismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente (anche se con delle specifiche evoluzioni) da quelle del Buddhismo Chn fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Furono trasferite nell'arcipelago giapponese da monaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina. Oppure, successivamente, trasferite da monaci cinesi missionari in Giappone. L'introduzione del Buddhismo Zen, come scuola autonoma, in Giappone ha avuto un processo piuttosto sofferto. Tali difficolt non si riscontrarono tanto nel trasferimento di dottrine, testi e lignaggi quanto piuttosto nel rendere autonomo lo Zen dalla scuola Tendai. Saich (q r,767-822), il fondatore del Buddhismo Tendai, introdusse nel IX secolo in Giappone anche gli insegnamenti del Buddhismo Chn Beizng ( , Scuola settentrionale) ricevendo, sempre in Cina, anche il lignaggio della scuola buddhista Chn denominata Nituchn (anche , Nitu zng), fondata da Frng ( h, 594-657), che scomparir dalla Cina pochi decenni dopo ma che egli trasferir in Giappone come scuola Gozu ( , Gozu sh)[12]. Le dottrine Chn erano quindi regolarmente studiate e praticate sul Monte Hiei, sede della scuola Tendai, fin dal IX secolo.
Il padiglione principale del tempio Tofuku-ji a Kyoto. Seppur costruito, nel 1236, secondo i voleri di Fujiwara Michiie patrono Enni Ben'en, come luogo di pratica Tendai, Shingon e Zen, divenne presto un tempio della scuola Zen Rinzai e risulta oggi il tempio Zen pi antico del Giappone.
Nel XII secolo, il monaco tendai Eisai (+ , 1141-1215) studi il Chn durante il suo secondo soggiorno in Cina, sotto la guida del maestro Xuan Huaichang ( , giapp. Kian Esho, date sconosciute), appartenente al ramo Hunglng ( , giapp. ry) della denominazione Linji ( , giapp. Rinzai). Tornato in Giappone, ebbe difficolt ad insegnare tali dottrine al di fuori del contesto curricolare tradizionale previsto dal principale monastero Tendai, l'Enryaku-ji (, - ). Nonostante questo, Eisai non uscir mai dalla scuola Tendai. Un primo tentativo di una scuola autonoma Zen fu compiuto da un altro monaco tendai, Dainichi Nnin ( , morto nel 1196?)[13] che inviati due discepoli in Cina, ottenne il lignaggio cinese[14] dal maestro Zhuan Deguang (11211203) a sua volta erede del Dharma del maestro di denominazione Linji, Dahui Zonggao ( , 10891163)[15] fondando la Daruma sh ( ). Un tentativo finito piuttosto male se consideriamo che, nel 1194, un decreto imperiale probir le sue dottrine e distrugger la sua scuola con i suoi monasteri[16]. Dopo gli importanti tentativi di Eisai e di Dainichi Nnin, miglior successo lo ottenne Enni Ben'en (- -, anche Shichi Kokushi, 1201-1280) altro importante monaco tendai che studi il Chn dapprima sul Montei Hiei, poi durante un pellegrinaggio in Cina da dove fu il primo a trasferire il ramo Ygi ( , cin. Yngq) della denominazione Linji, appreso sotto il maestro cinese Wzhn Shfn ( , giapp. Bujun Shipan o Bushun Shihan, 11771249). E se neanche Enni Ben'en si distacc dalla scuola Tendai, il fatto che ricoprisse il ruolo di abate
L'ingresso al tempio Eihei-ji, il tempio principale della scuola Zen St fondato, da Dgen nel 1244, nei pressi di Echizen.
Buddhismo giapponese del prestigioso monastero Tfuku-ji ( )[17], a Kyoto, diede grande prestigio alle dottrine Zen da lui insegnate. Ormai i tempi erano maturi perch alcuni maestri cinesi del Chn potessero giungere in Giappone: Lnx Dolng ( , giapp. Rankei Dry, 1213-1278), fondatore, nel 1253, del monastero Kench-ji ( ) a Kamakura; Wn Pnng ( , giapp. Gottan Runei, 11971276), vissuto solo 4 anni in Giappone, dove ricopr il ruolo di abate del tempio Kennin-ji (( ), fondato da Eisai a Kyoto nel 1202; Dxi Zhngnin ( , giapp. Daiky Shnen, 12141289), che fond il monastero Kinpzan Jchi-ji ( ) a Kamakura; infine Wxu Zyun ( , giapp. Mugaku Sogen, 12261286), che fu l'abate del monastero Engaku-ji ( ) a Kamakura. Nello stesso periodo, un altro monaco tendai nonch discepolo di Eisai, Dgen ( , 1200-1253), anche lui di ritorno dalla Cina dove aveva studiato sul Monte Tiantong ( Tiantong shan) sotto la guida del maestro, di denominazione Cadng, ( ) Rujing ( , 1163-1228), ottenne il certificato di "illuminazione" e il lignaggio di trasmissione ( , cin. chunf, giapp. denp) della scuola Chn Cadng. Tornato in Giappone nel 1225, Dgen si trasferir nel 1230 nel tempio Anyo-in ( ) alla periferia di Kyoto, consumando una frattura definitiva con la scuola Tendai e fondando la scuola giapponese Zen Soto[18]. Le scuole del Buddhismo Zen, pur con delle differenze, conservano tutte la centralit della pratica meditativa denominata zazen ( ), una minore attenzione allo studio dei sutra e una cura particolare (presente peraltro anche nelle altre scuole) nei confronti della trasmissione del "lignaggio" ( , cin. ji mi, giapp. kai myaku) che procede, secondo questa tradizione, mediante l'ishin denshin ( , cin. yxn chunxn, trasmissione "da mente a mente")[19] ovvero da maestro a discepolo senza l'utilizzo delle parole, ovvero per tramite di una intuizione improvvisa che genera l'illuminazione profonda (, cin. w, giapp. go o satori).
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Le scuole Zen Rinzai e St sono, unitamente alla associazione laica di derivazione Nichiren Soka Gakkai, le scuole buddhiste giapponesi pi diffuse oggi in Occidente. Scuola Zen Rinzai ( , Rinzai sh) La scuola Rinzai deriva dalla denominazione Lnj ( ) del Buddhismo Chn. Il primo a trasferire dottrine e lignaggi di questa scuola fu il monaco giapponese d scuola Tendai Eisai di ritorno dal suo secondo viaggio in Cina. Dopo essere stata a lungo inglobata nella scuola Tendai, lo Zen Rinzai divenne una scuola autonoma a partire dal XIII secolo. Questa separazione si realizz proprio grazie ai maestri cinesi di scuole chn lnj ( ), Lnx Dolng, fondatore, nel 1253, del monastero Kench-ji a Kamakura; Wn Pnng, abate del tempio Kennin-ji a Kyoto; Dxi Zhngnin che fond il monastero Kinpzan Jchi-ji a Kamakura; infine Wxu Zyun che fu l'abate del monastero Engaku-ji a Kamakura. Questi maestri, che furono per lo pi invitati dalle autorit di governo giapponese, insegnarono lo Zen Rinzai con le relative dottrine e pratiche esattamente come era impartito nella Cina del XIII secolo. Con gli shogun Ashikaga lo Zen Rinzai ottenne ulteriori riconoscimenti e protezioni da parte del governo. Dopo aver subto influenza dalla scuola Zen Obaku, fu riformata da Hakuin Ekaku ( , 1686-1769) il quale elimin le pratiche nenbutsu proprie della scuola Obaku, centrando le dottrine e le pratiche Rinzai sullo studio dei kan e sullo zazen. Tutti i maestri Zen Rinzai conservano oggi nel loro lignaggio il nome di Hakuin.
Buddhismo giapponese Scuola Zen St ( , St sh) Questa scuola fu fondata dal monaco tendai Dgen ( , 1200-1253) quando nel 1230, trasferendosi nel tempio Anyo-in ( ) alla periferia di Kyoto, avvi la separazione con la scuola Tendai. La dottrina di questa scuola riportata nell'opera di Dgen, lo Shbgenz ( , La Custodia della Visione del Vero Dharma) e consiste nella pratica dello zazen secondo la modalit denominata shikantaza ( , Solo sedersi). Oggi questa la scuola Zen pi importante del Giappone con circa quindicimila templi e trentuno monasteri. Appartenente a questa scuola fu Haku'un Yasutani ( , 1885-1973), fondatore della Sanb-Kydan ( ) una scuola Zen che cerca di coniugare il St con il Rinzai e che si diffusa in Occidente. Scuola Zen Fuke ( , Fuke sh) La scuola Zen Fuke origina da un movimento di ex samurai itineranti denominati komus ( , lett. monaco della vacuit). I monaci komus, gi di osservanza Rinzai, vivevano di elemosine suonando il flauto shakuhachi ( ), indossando un cappello fatto di canne che gli oscurava buona parte del volto, questo rappresentava la loro pratica meditativa denominata suizen ( ). La scuola Zen Fuke vantava le sue origini dal monaco cinese di scuola chn Phu ( , giapp. Fuke) vissuto durante la Dinastia Tang da cui la scuola prende il nome. Phu, contemporaneo e stretto amico di Lnj Yxun ( , giapp. Rinzai Gigen, ?866), fu un maestro dai comportamenti iconoclasti e gioiosi, uso a camminare cantando al suono di una piccola campana. Secondo questa tradizione la scuola Fuke fu portata in Giappone da Shinchi Kakushin ( , 12071298); secondo gli studiosi[20] invece tale scuola nacque in Giappone durante l'Era Tokugawa. Vietata dal Governo imperiale nel 1871 la scuola scomparve. Testo storico di questa scuola fu il Kyotaku Denki ( , Campana della vacuit) opera del XVIII secolo.
Un monaco Zen fuke (komus) con il caratteristico copricapo mentre suona il flauto shakuhachi in una stampa del 1867.
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Scuola Zen baku ( , baku sh) La scuola Zen baku una delle tre scuole Zen esistenti oggi in Giappone. La sua nascita la si deve al monaco cinese chn di tradizione Lnj ( ), Ynyun Lngq ( , giapp. Ingen Ryki, 1592-1673) giunto in Giappone nel 1654. Questa scuola molto simile allo Zen Rinzai conservando tuttavia alcune peculiarit cinesi proprie del suo fondatore. Innanzitutto una maggiore attenzione ai sutra rispetto alla scuola Rinzai versata principalmente allo studio dei kan, in secondo luogo alla pratica del nenbutsu tipiche della scuole della Terra Pura gi inserite in Cina nella scuola Chn da Zh Hng ( , 1535-1615) nel XVI secolo; infine l'osservanza dei precetti del Cturvargya-vinaya ( Shibunritsu) e non solo quelli del Brahmajlastra ( Bonm ky) come tradizione invece per le scuole Zen Rinzai e St e per la scuola Tendai. Influenz profondamente la scuola Rinzai fino a quando la riforma attuata da Hakuin Ekaku ( , 1686-1769) non elimin dalla scuola Rinzai la pratica del nenbutsu a favore del solo studio dei kan e della pratica dello zazen.
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Scuola Ji (4 , Ji sh)
Questa scuola fu fondata nel XIII secolo dal monaco tendai Ippen (F 5, 1239-1289). Gi seguace delle pratiche del nenbutsu ( ) Ippen ebbe una rivelazione ricevuta dalle divinit (giapp. ^ kami) di diffondere ovunque questa pratica religiosa. Cos abbandonato ogni legame e con un gruppo di seguaci Ippen attravers il paese cantando il nome del Buddha Amitbha (giapp. 3 A , Amida butsu) per mezzo di una danza estatica denominata nenbutsu odori ( 6 7). Secondo le dottrine di questa scuola tutte le pratiche buddhiste non posseggono altro scopo che condurre a recitare il nenbutsu. Opere centrali di questa scuola sono il Sutra del Loto (giapp. Myh renge ky o Hokkeky), e l'Amitbha-stra (Sutra di Amitabha, giapp. Amida ky).
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Sukhvat-vyha-stra (Sutra della vita infinita, , pinyin Wlingshu jng, giapp. Muryju ky; T.D. 360.12.265c-279a). Altro testo fondante dello Yz Nenbutsu il Sukhvatvyhopadea (Trattato sulla Terra Pura, giapp. 5 Jdo ron T.D. 1524) di Vasubandhu. Le dottrine di Rynin sottolineano la pratica del nenbutsu ma quando viene invocato il nome del Buddha Amitbha secondo questa scuola l'effetto permea tutto l'universo. Cos, invocando il nome di Amitba viene salvato non solo colui che lo pronuncia, ma anche gli tutti altri che esseri che non lo fanno. Queste dottrine risentono dell'olismo e dell'omnicentrismo propri dell'Avatasakastra e del Sutra del Loto.
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Il generale Nogi Maresuke (9 : ;, 1849-1912), eroe della guerra russo-giapponese e famoso seguace del Buddhismo Zen.
Buddhismo giapponese provoc la chiusura di oltre quarantamila templi buddhisti, la riduzione forzata allo stato laicale di migliaia di monaci e la cancellazione di qualsiasi presenza buddhista all'interno dei santuari scintoisti[23]. Questo fino al 1871 quando dopo alcune sanguinose ribellioni da parte della popolazione, soprattutto contadina, a difesa dei monaci buddhisti e dopo il consequenziale intervento dell'esercito imperiale, il Governo decise di trovare un accordo con la comunit buddhista giapponese. Accordo che fu all'origine anche della totale acquiscenza delle scuole buddhiste nei confronti del Governo durante i processi e le successive condanne a morte per "Alto tradimento" che coinvolse alcuni monaci buddhisti anarco-socialisti, come Uchiyama Gud, nei primi anni del XX secolo. Superate queste gravi crisi, il Buddhismo giapponese dovette confrontarsi con le missioni cristiane che si andavano diffondendo lungo il paese correlandosi alla sua occidentalizzazione. Questo confronto contribu alla nascita di associazioni laicali buddhiste e alla promozione organizzata di attivit caritatevoli, peraltro gi presenti nei templi fin dalla fondazione di questa religione.
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Monaci zen del monastero Eihei-ji ( G ) durante l'addestramento militare a seguito della mobilitazione generale nel marzo del 1938 (anno XIII dell'era Shwa).
Il sutra di Kannon ci esorta a ricordare sempre la forza di Kannon. Il tenente colonnello Sugimoto sostiene che dobbiamo ricordare sempre la forza dell'imperatore. Se noi teniamo presente la forza dell'imperatore potremo liberarci della vita e della morte, trascendere la fortuna e la sfortuna e impegnarci in battaglia (Sawaki Kd Shoji o Akirameru Kata (Il merito per chiarire la vita-morte) in Daihorin maggio 1944, pagg. 6-7. Cit. in Brian Victoria. Lo Zen alla guerra Dogliani CN, Sensibili alle foglie, 2001)
Ma non fu solo lo Zen ad appoggiare lo Stato durante il conflitto, furono, indistintamente, tutte le scuole buddhiste. Certamente si registrarono singoli casi di protesta a questo stato di cose, ma furono solo casi individuali. Ci che spinse il Buddhismo giapponese ad appoggiare acrtiticamente il governo imperiale durante la Seconda guerra mondiale fu la genuina convinzione che tale guerra fosse una "guerra santa", una guerra di liberazione e di riscatto
Buddhismo giapponese dell'intero continente asiatico nei confronti del colonialismo occidentale, i soldati giapponesi furono quindi considerati dai buddhisti giapponesi dei veri e propri bodhisattva[24].
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La Seconda guerra mondiale termin per il Giappone il 15 agosto 1945 con la sua sconfitta da parte degli Stati uniti. Tra le clausole del trattato di pace, i vincitori ottenerono una radicale rivisitazione della politica interna giapponese e un ridimensionamente delle dottrine shintoiste tra le quali la divinizzazione dello stesso imperatore. Ci rappresent anche la fine dello stesso Kd Bukky e dello stretto controllo statale sulle scuole buddhiste. L'emergere di efferati crimini di guerra commessi dall'esercito giapponese in Cina, ad esempio lo Stupro di Nanchino, se da una parte furono negati da alcuni politici e storici nazionalisti, dall'altra generarono sgomento e riconsiderazione sui presunti valori incarnati dallo stesso Giappone durante questa guerra.
Le scuole buddhiste restarono a lungo in silenzio su questi scottanti temi, consapevoli di aver dato un deciso sostegno allo Stato imperiale durante la guerra. Furono gli intellettuali vicino a queste scuole come D.T. Suzuki ( Suzuki Daisetsu, 18701966) i primi ad aprire il dibattito circa la 'questione morale' del coinvolgimento religioso buddhista nella guerra. Suzuki, anche se egli stesso fu un propugnatore dei valori bellici del Buddhismo giapponese, decise di condurre un'analisi serrata degli accaduti in un articolo titolato Zenkai Sasshin (Rinnovamento dello Zen) scritto nel 1946 per il periodico Zengaku Kenkyu ( L M, Studi nel Buddhismo zen). In questo articolo pur non negando il valore dell'illuminazione ( satori) dei maestri religiosi buddhisti sostenne:
Con la scorta del solo satori impossibile che i preti zen riescano a far fronte alle loro responsabilit di leader della societ. Non solo questo impossibile in assoluto, ma sarebbe presuntuoso se pensassero di poter svolgere tale funzione. (...) Nel satori c' un mondo di satori. E, tuttavia, da solo, il satori non in grado di giudicare quel che vi di giusto e di sbagliato nella guerra. Per quanto riguarda le dispute nel mondo ordinario, si deve ricorrere alla discriminazione intellettuale (...) Inoltre, da solo, il satori non in grado di determinare se una cosa come il sistema economico o il comunismo sia buona o cattiva. (D.T. Suzuki, cit. in Brian Victoria Op.cit. 251)
Buddhismo giapponese Nonostante l'intervento di intellettuali come Suzuki, le scuole buddhiste giapponesi rimasero a lungo in silenzio su questi temi. Ad oggiAiuto:Chiarezza una presa di posizione ufficiale riguarda solo alcune di queste scuole: la scuola Jdo Shin ( ) dichiar, il 2 aprile 1967, che il proprio sostegno alla guerra fu "un'espressione di grande ignoranza e impudenza da parte nostra. Nel ricordarlo ora veniamo presi da un senso di vergogna da cui non troviamo scampo ..."; mentre la scuola Zen St ( ) pubblic nel 1992 una "Dichiarazione di pentimento" (sanshaubun); un accenno sempre critico nei confronti del sostegno alla guerra contenuto anche in una dichiarazione datata giugno 1994 da parte di un ramo della scuola Tendai ( e ). Il Dopoguerra ha visto anche la massiccia diffusione di nuove scuole laiche soprattutto di ispirazione Nichiren come la Soka Gakkai (" # $ ) e la Rissh Ksei Kai ( ). Oggi, secondo gli studiosi statunitensi Richard H. Robinson; Willard L. Johnson[25] i sondaggi di opinione indicherebbero che molti giapponesi non si identificano pi in una religione specifica. L'interesse per il Buddhismo riguarda essenzialmente due differenti gruppi: il mondo rurale che per tradizione secolare si rivolge ai templi locali per i servizi religiosi e la classe colta delle citt che si rivolge al pensiero buddhista come "filosofia critica" o "tecnica meditativa" di tipo psicoterapeutico o spirituale. Gli altri giapponesi si rivolgono alle scuole buddhiste come "Buddhismo funerario" per la funzione sociale a cui sono relegati molti dei monaci buddhisti, coinvolti al solo scopo di celebrare quel genere di funzioni religiose.
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Note
[1] Il tempioTshodai-ji situato al 13-46 di Goj-ch (Nara-shi), ed considerato Patrimonio dell'umanit dall'Unesco. [2] I tre trattati, conservati nel Zhnggunb, che caratterizzano questa scuola sono: il Madhyamakastra anche Mlamadhyamakakrik (Le Stanze di mezzo, 5 pinyin Zhngln, giapp. Chron) di Ngrjuna (150-250), opera centrale di tutta la scuola Mdhyamika, tradotto da Kumrajva nel 409 e conservato anche in sanscrito e tibetano. Questa opera possiede numerosi commentari ed alla base di tutto il Buddhismo Mahyna; il Dvdaanikya-stra (Trattato dei dodici aspetti, 5 pinyin: Shr mn ln, giapp. Jnimon ron) di Ngrjuna, tradotto da Kumrajva; il ata-stra ( 5 pinyin Biln, giapp. Hyakuron) di ryadeva, il discepolo di Ngrjuna. Fu tradotto da Kumrajva nel 404 e consiste in una critica dell' tman dal punto di vista della vacuit (unyt). [3] Detto anche Hkji ( ). Costruito nel 588 nell'allora capitale Asuka-ky, vicino a Nara, considerato il primo tempio buddhista eretto in Giappone. [4] Lo Yunxing shsh ( N b O) sostiene che Dsho in Cina studi anche presso la scuola Chn sotto il maestro Humn ( P, ?-?); considerato anche come maestro Chn. [5] Nel Sutra del Loto le caratteristiche del Buddha eterno non sono definite ma richiamano, comunque, la dottrina dell' dibuddha (6 cin. Bnchf, giapp. Honshobutsu) o dintha (6 Q) esposta nell' Avalokitvara-gua-kra a-vyha o Kra avyha ( a R Y , cin. Dshng zhungyn bowng jng, giapp. Daij shgon h ky, tib. ['phags pa] za ma tog bkod bkod pa shes bya ba heg pa chen po'i mdo, T.D. 1050.20.47-64), tradotto in 4 fascicoli nel X secolo da Tinxzi ( S T, Tensokusai). Sutra dove poi, peraltro, viene per la prima volta esposto il mantra di Avalokitvara: o mai padme h. [6] Historically speaking, although it was Zhiyi who first expounded the theory of ichinen-sanzen in his Great Concentration and Insight (Mohe zhiguan), Nichiren states that ichinen-sanzen was originally expounded in the Lotus Suutra, and that Zhiyi merely drew it out from the Lotus Sutra. Since ichinen-sanzen is the principle by which anyone can attain Buddhahood, it was expressed as the "seed of Buddhahood." Nichiren established Nam-myoho-renge-kyo in the Latter Day of the Law as the medium to interpret the principle of ichinen-sanzen. Furthermore, as ichinen-sanzen also enables non-sentient beings to attain Buddhahood, it was established as the object of worship or mandala. Thus, we can understand that ichinen-sanzen was explained and taught through the means of the object of worship and daimoku of Nam-myoho-renge-kyo, the original interpretation of Nichiren. Needless to say, Nichiren's interpretation of ichinen-sanzen is not that of Zhiyi, but his own original concept called ji-no-ichinen-sanzen (actual ichinen-sanzen). In: Kanno, Hiroshi. The Reception of the Lotus Suutra in Japan. The Journal of Oriental Studies. Vol. 10, 2000, 31-46. [7] Pi correttamente Moji mandara go honzon ( U V 6 cin. Wnz mntlu y bnzn, Mandala con scritte oggetto di grande venerazione) o anche Dai mandara ( U V , cin. T mntlu, Titolo mandala). [8] Murano Senchu. Reiykai, in Enciclopedia delle religioni vol.10. Milano, Jaca Book, 2006, pag.441 [9] . Anche [10] Vedi qui: (http:/ / www. wcrp. org/ ). [11] Va precisato che il termine "venerazione" viene qui utilizzato nella sua accezione di "forma di omaggio religioso" ma non verso una divinit bens, coerentemente con alcune dottrine buddhiste, come metafora della vita intesa come luogo di rispetto per se stessi attraverso l'accoglimento degli altri esseri. [12] possibile, tuttavia, che Saich avesse ottenuto degli insegnamenti Chn gi dal suo maestro Gyhy (. W, 722-797) il quale era stato allievo del maestro cinese Doxun Lshi (702-760, giapp. Dsen Rishi), maestro di vinaya ma anche di Kegon (cin. Huyn) e Chn.
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[13] Il pensiero di Dainichi Nnin, riportato nell'opera del suo allievo Kakuan ( ), lo Shiny teiji ( ), influenzer profondamente la successiva opera di Dgen che, tuttavia, accuser, insieme ad Eisai, Dainichi Nnin di "contraddizione" in quanto se da una parte aveva rigettato le pratiche esoteriche (mikky) del Tendai in favore delle dottrine Chn, dall'altra aveva anche rifiutato la pratica meditativa, aspetto principale del Chn cinese. [14] La ragione di non essersi recato lui di persona in Cina e di non aver quindi ricevuto direttamente il lignaggio fece s che questo non venne mai riconosciuto in Giappone. [15] Autore dello Zhngfyn zng ( , giapp. Shbgenz) conosciuto come lo Shbgenz cinese. [16] Solo un gruppo di suoi seguaci resistette nel monastero Tendai Hajaku-ji, nella remota provincia dei Echizen (oggi Prefettura di Fukui, fino al 1241, quando aderiranno alla scuola St fondata da Dgen. [17] Costruito nel 1236 secondo i voleri di Fujiwara Michiie, patrono Enni Ben'en, come luogo di pratica Tendai, Shingon e Zen, divenne presto un tempio della scuola Zen Rinzai e risulta oggi il tempio Zen pi antico del Giappone. [18] Oltre a queste personalit occorre ricordare che nello stesso periodo operavano Shinchi Kakushin ( , 12071298), che introdusse in Giappone una delle pi importanti collezioni di gong'an cinesi, il Wmn gun ( , giapp. Mumon kan, Il passo di frontiera di Wumen, raccolta di quarantotto gong'an della scuola Chn, T.D. 2005.48.292c-299c, composto nel 1228 in 1 fascicolo da Wumen Huikai, , 1183-1260), e Nampo Jmin ( ! " #, conosciuto anche come Dait Kokushi, 12351308), che ricevette il lignaggio dal maestro Xtng ( $, 11851269) e da cui si svilupp il monastero Zen Rinzai Daitoku-ji ( % ). [19] Il carattere (xn, xin primo tono) significa cuore (sanscrito: hd) ma, anticamente in Cina, si riteneva che questo fosse l'organo del pensiero e quindi significava anche mente pensante (sanscrito: citta); decisamente impropria invece la traduzione occorsa in alcuni casi di "anima" o "essenza" (sanscrito: atman) noto infatti che le scuole Chn, come tutte le scuole Mahyna, ne denunciavano l'inconsistenza. [20] Cfr., tra gli altri, James H. Sanford. Shakuhachi Zen: The Fukesh/Komus Monumenta Nipponica, Vol. 32, No. 4, Winter 1977, pp. 411-440. [21] A sua volta un commentario dello Amityurdhynastra (Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, * , giapp. Kammuryju ky; T.D. 365.12.340c-346b). Non va confuso con un omonimo testo opera di Zhiyi e registrato al T.D. 1750.37.186-195. [22] Il primo degli editti di separazione tra le due fedi religiose (Shimbutsu HanZen rei) datato gennaio 1868 e fu promulgato dal neocostituito Ufficio dei Riti (Jinji Kyoku). [23] James Edward Ketelaar Of Heretics and Martyrs in Meiji Japan. Princeton, New Jersey Princeton University Press, 1990, pag.9 [24] Brian Victoria. Lo Zen alla guerra Dogliani CN, Sensibili alle foglie, 2001 ISBN 88-86323-87-5; edizione originale Zen at War NY and Tokyo, Weatherhill, 1997. [25] Richard H. Robinson; Willard L. Johnson, La religione buddhista, Roma, Ubaldini, 1998, pagg. 317 e segg.
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Bibliografia
Daigan e Alicia Matsunaga. Foundations of Japanese Buddhism. LA, Buddhist Books International, 1978 ISBN 978-0-914910-26-8 Aldo Tollini (a cura di). Antologia del buddhismo giapponese. Torino, Einaudi, 2009. Brian Victoria. Lo Zen alla guerra. Dogliani CN, Sensibili alle foglie, 2001 ISBN 88-86323-87-5
Voci correlate
Buddhismo cinese Canone buddhista cinese Storia del Buddhismo cinese Storia del Giappone Buddhismo Tendai Buddhismo Shingon Buddhismo Nichiren Amidismo Soka Gakkai Buddhismo Zen Zen Soto Zen Rinzai Saicho
Annen
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
(JA) Sito dell'Universit buddhista "Taisho" (http:// www.tais.ac.jp/index.html) (EN) Sito dell'associazione per la diffusione del Buddhismo, Bukkyo Dendo Kyokai (http://www. bdkamerica.org/) (JA) Sito ufficiale del Kegon sh (http://www. todaiji.or.jp/) (EN) Sito ufficiale del Tendai sh (http://www. tendai.or.jp/english/) (EN) Sito ufficiale dello Shingon sh (http://www. shingon.org/) (EN) Sito ufficiale della Nichiren sh (http://www.nichiren-shu.org/) (EN) Sito ufficiale della Nichiren shosh (http://www.nsglobalnet.jp/) (EN) Sito ufficiale della Rissh Ksei Kai (http://www.rk-world.org/) (EN) Sito ufficiale della Soka Gakkai (http://www.sgi.org//) (EN) Sito ufficiale del Joint Council for Japanese Rinzai and baku Zen (http://zen.rinnou.net/) (EN) Sito ufficiale del Zen St sh (http://www.sotozen-net.or.jp/kokusai/kokusai.htm) (EN) Sito ufficiale del Jdo sh (http://www.jodo.org/) (EN) Raccolta di siti ufficiali delle varie denominazioni del Jdo shinsh (http://www.terakoya.com/link/ index_e.htm)
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