Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.
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Discorso 22-07-2008
L’Amore è Verità,
la Verità è Amore;
vivete nell’Amore
Incarnazioni dell’Amore! rare a trovare un accordo. Anzi, prima di
Negli ultimi due giorni, seduti in questa sala, tutto dobbiamo capirci: se abbiamo una giu-
avete partecipato alla conferenza e avete sta comprensione, un accordo diventa fa-
ascoltato gli oratori sopportando tutte le cile, mentre senza di essa non può esserci
scomodità. È stato davvero il vostro buon accordo alcuno. PRIMA D’OGNI ALTRA COSA
fato a farvi arrivare qui da Paesi lontani a DOVETE CAPIRE CHE QUALSIASI COSA SWAMI
partecipare a questa conferenza. Siete ve- INSEGNI È MOTIVATA SOLO DAL SUO AMORE
nuti spendendo molto denaro e a costo di PER VOI.
grandi sforzi e già questa è, di per sé, una
testimonianza della purezza del vostro cuo- La causa dell’ansietà e dell’illusione
re. A questo mondo ci sono miliardi di per- è la paura
sone e svariati lakh (1 lakh equivale a Oggi assistiamo a un grande progresso in
100.000 rupie - N.d.T.) di scuole e college, campo scientifico, ma tutte le invenzioni de-
ma solo pochi vengono benedetti dalla pos- gli scienziati rientrano nell’ambito dei sensi.
sibilità di venire qui. Potete immaginare Di fatto, molti di essi agiscono in modo in-
quanto siete fortunati! Che cosa ci si aspetta sensato e commettono errori. Gli scienziati
che impariate partecipando a questa con- stessi non sono sicuri di ciò che dicono e
ferenza? Innanzitutto dovete capire la na- fanno; affermano che stanno aiutando la
tura del vostro stesso cuore e manifestare i società, ma in effetti fanno esattamente
Valori Umani quali la Verità, la Rettitudine, l’opposto. Il loro motto sembra essere “non
la Pace, l’Amore e la Non violenza. Solo siate mai di aiuto, fate sempre del male”.
allora potete essere definiti “istruiti” nel vero Come risultato, al momento attuale la gen-
senso del termine. te vive nella paura e nell’ansietà. Se salite
a bordo di un aeroplano non siete certi di
Sviluppate l’unità e la comprensione arrivare a destinazione sani e salvi. La gente
Al mondo ci sono molti avvocati che stu- è presa nella morsa della paura; teme per-
diano libri voluminosi; nonostante tutto que- sino i ratti! NON ABBIATE MAI PAURA DI NIEN-
sto studio fra di loro troviamo molti “bu- TE, NON TEMETE; LA PAURA È LA CAUSA PRIMA
giardi”. Ci sono anche molti medici, ma a DELL’ANSIETÀ E DELL’ILLUSIONE.
che cosa servono se rimangono invischiati
nella loro rivalità professionale? Non si rie- Non mangiate cibo spazzatura
sce a trovare unità, da nessuna parte. QUIN- La gente oggi ha paura persino di cibarsi di
DI , INNANZITUTTO , DOBBIAMO SVILUPPARE frutta e verdura perché vengono coltivate
L’UNITÀ. SIAMO TUTTI FIGLI DI DIO, SIAMO con l’uso di prodotti chimici dannosi per la
TUTTI FRATELLI E SORELLE; DOBBIAMO CON- salute. Il cibo che mangiamo, l’acqua che
SERVARE QUESTA VERITÀ NEL CUORE. Talvol- beviamo e l’aria che respiriamo sono inqui-
ta tra fratelli e sorelle possono esserci delle nati. Come possiamo condurre una vita
differenze d’opinione, ma dobbiamo impa- sana in un ambiente talmente inquinato?
Raro Sai
Dio non esiste separatamente da voi, in qualche luogo distante. Se fate un serio sforzo
di introspezione, vedrete la Divinità che risiede in voi stessi. Sebbene sul principio sia
ammissibile dedicarsi ad atti devozionali esteriori, dovremo evolverci ad un grado più
elevato. Quando si potrà vedere un progresso in noi se rimaniamo sempre al primo
gradino?
(CE78-XXX, 4.13)
Per quanto tempo volete rimanere ripetenti? Non avete voglia di essere promossi alla
classe superiore? Nella devozione ci sono due classi: la devozione di tipo cultuale, o
sahaja bhakti, e la devozione di tipo interiore, o viµe¹a bhakti. La prima si accontenta
della preghiera, dei bhajan, della ripetizione del Nome, dei voti, dei pellegrinaggi e così
via; la seconda vuole la purezza del carattere, la soppressione degli impulsi, la pratica
della compassione, dell’amore, della pace, della non violenza ecc., e la ricerca sul per-
ché dell’uomo, la sua provenienza, il suo destino. È vergognoso che la gente rimanga
nella stessa classe anno dopo anno.
(D66-LVIII, 4)
I riti sono per gli ignoranti?
Dov’è Dio? Pensate che sia separato da voi, distante da voi? Se pensate così, Dio
rimarrà lontanissimo da voi; ma, se Lo considerate vostro intimo, se Lo vedete come
parte inseparabile da voi, allora non avrete altro amico all’infuori di Lui, ed Egli sarà
così intimo a voi da farvi sentire una sola cosa. È uno sbaglio grossolano credere che
Dio abiti in qualche chiesa o in un tempio o in qualche santuario, meta di pellegrinaggi.
Fu per venire incontro alle sofferenze del mondo che i santi e i saggi raccomandarono
questi sentieri e insegnarono questi princìpi (l’idea che Dio dimori nei templi - N.d.T.),
ma poi le loro esperienze offrirono nuove spiegazioni. Sul principio s’impara l’alfabeto,
ma dopo l’abbiccì s’impara a leggere le parole sillabandole, come D, I, O, e poi le frasi.
Una volta che si è capaci di leggere delle frasi, possiamo prendere in mano dei libri.
I giovani e la religione
Giacché le religioni contemporanee, che dichiarano di far da guida ai ricercatori che si
cimentano in tal compito, non infondono fiducia fra i giovani, essi hanno la sensazione che
alcune di quelle religioni abbiano subìto i condizionamenti dell’epoca in cui si sono svilup-
pate. Molte religioni sono divenute obsolete: alcune si sono compromesse con particolari
regioni o stati, altre sono state imposte e create secondo la mentalità di popoli stranieri,
altre ancora si combattono in maniera scandalosa ed offensiva. I giovani che aspirano a
una vita più elevata provano la sensazione di cadere nel ridicolo se vi aderiscono. Perciò si
intrattengono in conversazioni interminabili e finiscono per sfogliare un’infinità di libri!
Evitano persino di compiere il primo passo della disciplina spirituale in qualsiasi modo
venga prescritta da molte religioni.
(LKV 4-5)
Le religioni e le dottrine teologiche
Come la pioggia cade e scorre in miriadi di rivoli e, raccolta in torrenti e in fiumi finisce col
riversarsi nell’oceano, così le religioni, i credo, le teologie e i riti, diversificati nelle tante
forme delle società umane, dopo aver irrigato molti campi e dato frescura a tante comu-
nità e a tanta gente stanca, confluiscono tutti nell’Oceano della Beatitudine divina.
(VA I, I.25)
Religioni e religione
La verità proclamata da tutte le religioni è unica ed è sempre la stessa. Tutte le religioni
hanno in comune il fine ultimo della vita. Tutte le religioni hanno per scopo la promozione
della retta condotta, mediante il cambiamento degli atteggiamenti mentali dell’uomo, ge-
nerando quindi armonia fra il corpo, la mente e l’intelletto. Fondamento di ogni religione è
la moralità, e la moralità non è altro che amore disinteressato. Le religioni, dunque, sono
state istituite per incoraggiare il benessere sociale diffondendo l’amore per tutti gli esseri.
Tutte le religioni raccomandano ai loro aderenti di cercare la pace eterna, la µânti, dentro
se stessi. Nessuna religione approva l’uso della violenza. Ogni religione raccomanda di
coltivare tolleranza e rispetto per tutte le religioni, aprendo così la strada alla Non violenza.
(D 65-LXIV)
In caso di critica
Se trovano da ridire su di te, così devi ragionare: «Sta gettando fango sul mio corpo? E che
me ne importa? Fa né più né meno di quello che dovrei fare io, che dovrei gettar via il mio
attaccamento alla carne, a questa misera prigione. O lo sta gettando sull’Âtman? Ma
nulla può offuscare la sua luce né macchiare la sua purezza.» Resta quindi calmo e
imperturbato. E che accadrà allora agli strali dell’offesa? Torneranno al mittente, come
ritorna una lettera respinta.
(VA I, I.32)
Il riso sardonico degli scettici non può ferire il ricercatore spirituale. Può forse una tempe-
sta smuovere la catena degli Himâlaya? Non lasciate che la vostra fede nella Meta o
(Continua)
Voi sprecate il denaro; quale scopo si per- Praµânti Nilayam, 21 luglio 2008,
segue sprecandolo? Sai Kulwant Hall
D. - Come mai l’uomo si considera debole quando la Divinità risiede nel suo stesso cuore?
R. - L’essere umano è depositario dell’energia divina. In lui sono presenti Durgâ (la
D. - Come coltivare sentimenti sacri che instillino fede nella propria divinità interiore,
conferiscano forza e promuovano la verità, la rettitudine, la giustizia e il sacrificio?
R. - Evitate le cattive compagnie, associatevi a quelle buone e impegnatevi in azioni
meritevoli giorno e notte. Discriminate fra ciò che è permanente e ciò che è effimero.
(Sanâtana Sârathi, novembre 2002, p.326)
D. - Il cuore dell’uomo è saturo di dolcezza. Essendo stato benedetto con una tale sacralità,
che cosa dovrebbe fare l’uomo?
R. - Prima di tutto fate buon uso degli occhi che vi sono stati donati da Dio. Solo allora la
vostra vita sarà santificata. I vostri occhi (netra) sono la Sacra Scrittura donatavi da Dio.
Comprendete questa Scrittura e comportatevi in conformità a essa. Una volta che avrete
raggiunto il controllo sui vostri occhi possiederete il dominio sulle vostre parole. Dite solo
la verità; non c’è nulla di più grande della verità. La purezza nella visione (samyak d©¹ºi)
e la purezza nelle parole (samyak vâk) condurranno alla purezza dell’ascolto (samyak
µrava²am) e alla purezza nei sentimenti (samyak bhâvam). L’essere umano (mânava)
diventa divino (Mâdhava) quando comprende l’importanza dei Valori Umani e li mette in
pratica.
(SSS Vol. 35, p.153)
D. - Qual è la differenza che c’è fra uno scienziato e uno spiritualista riguardo alla creazio-
ne del Signore?
R. - Mettete, ad esempio, una manciata di sabbia della riva del mare in un piatto. Lo
scienziato, esaminandone il colore, il peso ecc., saprà dirvi di che tipo è e qual è il paese
d’origine. Gli spiritualisti non la pensano allo stesso modo. Essi direbbero che è una crea-
zione di Dio e appartiene alla Sua mâyâ. Da ciò si comprende che fra la percezione di uno
scienziato e quella di uno spiritualista c’è un abisso. La scienza è paragonabile a un semi-
cerchio che parte da un punto e finisce in un altro; non è un cerchio completo. La spiritua-
lità, invece, termina nello stesso punto da dove è iniziata. Essa costituisce un cerchio
perfetto. La completezza è il distintivo della Divinità.
“Quello è completo, questo è completo. Quando dalla completezza si prende la comple-
tezza, ciò che rimane è ancora completezza.” (Invocazione iniziale della εâvâsya
Upani¹ad.)
(Sanâtana Sârathi, febbraio2003, pp. 45-46)
D. - Come si può comprendere la connessione che esiste fra l’energia atomica e la Divinità?
R. - L’atomo non è visibile all’occhio fisico, ma è presente ovunque. L’acqua che bevia-
D. - Da dove trae origine l’energia atomica e quanto tempo impiega un atomo a tornare
alla sua fonte?
R. - Un corpo è rispettato fintantoché in esso c’è il respiro (soham). Il respiro vitale è il
suono del Pra²ava ed è l’energia contenuta nell’atomo. Questa energia trae la sua origi-
ne da Dio. Nessuno può crearla. Questa è la verità che fu divulgata dal Saggio Ka²âda.
È molto difficile comprendere il potere dell’atomo. Dio è presente in ogni atomo. Il mondo
intero è una manifestazione dell’atomo, così come lo spazio e il suono; perciò, non trascu-
rate mai il suo principio che racchiude un potere immenso. Un atomo, per tornare alla sua
origine, impiega all’incirca ventidue milioni di anni.
(SSS Vol.35, p.193)
D. - Come può un individuo unirsi a Dio, che è così potente, e conseguire la liberazione?
R. - L’acqua può combinarsi con l’acqua, l’aria con l’aria, il fuoco col fuoco. Poiché Dio
è privo di forma, per unirsi a Lui bisogna diventare senza forma. Che cosa implica ciò?
Significa che l’individuo deve sbarazzarsi dell’attaccamento al corpo.
(Sanâtana Sârathi, gennaio 2001)
D. - Perché la mente è chiamata vi¹²u svarûpa e dove sono presenti nell’uomo i tre
aspetti della Divinità?
R. - La mente trae la sua origine dall’Âtma ed è conosciuta come vi¹²u svarûpa in
conformità all’assioma: “L’universo è permeato di Vi¹²u.” Brahmâ si originò dall’ombe-
lico di Vi¹²u; dunque, la parola che nasce dalla mente rappresenta Brahmâ. Da ciò si
evince che εvara rappresenta il principio atmico (Âtma svarûpa), Vi¹²u, quello mentale
D. - Può capitare che Dio ignori il Suo stesso codice (vidhân) qualche volta?
R. - Dio non può agire contro il Suo stesso codice morale; quindi, in diverse occasioni,
attende il tempo idoneo per farlo rispettare. Non si può certo dire, in base a ciò, che Dio
sia senza potere o incompetente. Pur essendo onnipotente, non agisce arbitrariamente,
ma seguendo il codice cosmico.
(Sanâtana Sârathi, aprile 1995, p. 89 - Discorso Divino del 28.05.1995)
Sviluppate Educare
e siate uniti
Incarnazioni dell’Amore! coloro, i cui pensieri, parole e azioni sono in
Non ho nient’altro da aggiungere a quanto perfetto accordo, sono “grandi anime”
vi è stato detto da Michael Goldstein e dal (Mahâtma). Persone siffatte sono molto
Presidente Panindiano delle Organizzazio- rare. Di fatto, Paesi come la Russia e
ni ›rî Sathya Sevâ, Srinivasan. L’istruzio- l’America, che vengono considerati “super-
ne non è un argomento su cui chiunque pos- potenze”, stanno causando un grave danno
sa parlare. Oggi l’istruzione è diventata più ai Paesi più poveri e non si pentono neppu-
esteriore e mondana; ci sono milioni e mi- re dei loro errori; essi non riescono a capi-
lioni di persone che in India hanno conse- re quanto stia soffrendo la gente dei Paesi
guito un’istruzione mondana. In quale modo sottosviluppati e di quelli in via di sviluppo.
la società trae beneficio da queste persone? Per esempio, in Iraq la popolazione ha subìto
Tutti si preoccupano dei propri interessi indicibili sofferenze, ma non è importato a
egoistici; non c’è nessuno che si interessi nessuno. Senza dubbio in tutti i Paesi ci sono
del benessere pubblico e sociale, di come i ricchi e i poveri. Stranamente ci si prende
sia la società e in quali condizioni si trovi, o cura dei ricchi e li si aiuta, mentre nessuno
quali difficoltà stia attraversando la gente. va in soccorso della gente povera e prov-
Quando parlano in pubblico fanno tanta re- vede ad aiutarla.
torica su come aiutare i poveri, ma quando QUINDI, PRIMA DI TUTTO, DEVONO ESSERE PRO-
si deve agire non li trovate da nessuna par- TETTI I POVERI E GLI OPPRESSI. Ogni devoto
te. Tutti voi sapete in quale stato si trovi il deve coltivare amore e compassione. Viene
mondo oggi. Ovunque vi giriate vedete solo detto:
dolore e sofferenza; la pace e la felicità non
si possono più trovare da nessuna parte. Tyâgenaike am©tatvamânasu
Ogni Paese reclama progresso e acquisizioni “Solo con il sacrificio
in diversi campi. Queste richieste sono in- si può ottenere l’immortalità”.
trinsecamente insignificanti perché la pace
e la felicità sono introvabili ovunque. Se in- Solamente una persona che possegga la qua-
daghiamo sulla verità, ogni Paese è immer- lità del sacrificio può sperimentare la Beati-
so nelle difficoltà e si trova in qualche ge- tudine. COLORO CHE HANNO IL SENTIMENTO
nere di crisi. Nessun governo fa uno sforzo EGOCENTRICO DELL’“IO” E DEL “MIO” NON PO-
sincero per capire le difficoltà che la gente TRANNO MAI ESSERE FELICI NELLA VITA.
povera deve affrontare. È MOLTO DIFFICI- Ovunque ci sia il sentimento dell’“io”, là si
LE DETERMINARE CHI È POVERO E CHI È RIC- manifesterà l’ego. Coloro che coltivano il
CO. IN UN CERTO SENSO SONO TUTTI “POVE- sentimento “questo è mio” e “questa è la
RI”. MA ALLORA, CHI SONO I RICCHI? SONO mia gente” sviluppano attaccamento. Non
COLORO CHE METTONO IN PRATICA CIÒ CHE si deve mai sviluppare il sentimento “solo il
DICONO. mio Paese deve prosperare”. Si deve svi-
Il detto “Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ luppare una prospettiva più ampia e prega-
karmanyeka¼ mahâtmanâ¼” significa che re: “Che tutto il mondo possa essere feli-
re con tutti di Sai Baba, perché voglio morire parlando di Lui. Non ho altro desiderio che
questo. Niente altro. Quella sera, ero perciò occupato con il gruppo spagnolo e non
potei andare ad assistere alle prove delle recita. Tuttavia, dopo l’incontro, andai lo
stesso al college, perché Swami il mattino dopo Si sarebbe accertato e io non volevo
affrontare un rischio spirituale! E così arrivai là alle 21 con i ragazzi che avevano già
concluso le prove non una, ma due volte. Dissi loro: “Ragazzi, rifatelo una terza volta,
perché domattina Swami mi farà delle domande.” I ragazzi mi vogliono bene perché
sono molto libero con loro. Ho quindi assistito alle prove e ho suggerito loro dei cambia-
menti. La mattina dopo Baba chiamò alcuni attori della recita: “È venuto Anil Kumar
ieri sera ad assistere alle prove?” “Sì, Swami, è venuto.” “Ehi!! È arrivato alle 21,
quando avevate già finito di provare due volte. Quell’individuo era occupato con qual-
che conferenza, da qualche parte. È sempre il solito! Vi ha dato dei suggerimenti?” “Sì,
Swami. Ci ha detto...” “Come ha potuto dirvi qualcosa? Non è mica un attore! Non ha
mai recitato; che cosa può saperne? È tutta scena quella che ha fatto, solo perché
sapeva che stamattina avrei controllato.” (Risate). Poi Baba disse: “Ehi tu, attore.
Vieni qui.” Mi girai indietro pensando stesse chiamando qualcun altro. E invece ero io:
“Ehi tu, grande attore! Avvicinati. Ti è piaciuta la recita?” “Moltissimo, Swami.” “Sei
andato là alle 19, vero?” “No, Swami. Sono arrivato alle 21.” “Lo so, lo so, lo so!
Tenetevi pronti perché questa sera verrò al college a vedere la recita.” C’è inoltre un
altro fatto che voglio conosciate: a un certo punto, Baba chiamò un ragazzone, alto,
forte muscoloso e gli disse: “Tu vai bene per recitare la parte di Râva²a! Sei perfetto
per il ruolo.” Poi, rivolto a un altro studente: “Tu reciti la parte di Hanuman? Molto
bene. Ma dove hai la coda?” (Risate). Swami iniziò poi a elencare gli errori fatti la sera
prima, durante le prove: “Tu hai dimenticato la tale battuta... Tu invece hai sbagliato
durante il canto n. 3. Non hai pronunciato chiaramente le date parole ...” “Tu che sei
stato là, ieri sera”, mi disse. “Hai forse notato tutti questi errori?” “Swami, siccome so
che sei Dio e che sai tutto, non c’è bisogno che sappia tutto anch’io!!” (Fragorose
Gurupûr²imâ a
Praµânti Nilayam
(Cronaca della giornata)
Un’enorme folla di devoti è giunta a Praµânti Nilayam da tutte le parti del mondo per
offrire i suoi omaggi a Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba nella fausta ricorrenza del
Gurupûr²imâ. Esso è stato celebrato nel Sai Kulwant Hall, convenientemente decorato
per tale importante evento.
Un gruppo di studenti di Pañcavâdyam ha dato il benvenuto a Bhagavân suonando le
conchiglie non appena Egli, il 18 luglio 2008, giorno del Gurupûr²imâ, è entrato nel Sai
Kulwant Hall alle 8,50 indossando una sgargiante veste gialla. Bhagavân ha quindi riversa-
to la beatitudine del Suo darµan sull’enorme folla ivi riunita fra i canti dei Veda, mentre i
gruppi di studenti di Pañcavâdyam e Nâdasvaram suonavano dolce musica.
Giunto nella veranda del salone, Baba ha acceso le candeline e tagliato le torte tra il
fragoroso applauso dei devoti. Dopo essere giunto sul palco, Bhagavân ha amorevolmente
presentato il libro sulla Bhagavad Gîtâ scritto da µrî Shivraj Patil, Ministro degli Interni
dell’India e ha benedetto i devoti con il Suo Messaggio del Gurupûr²imâ. Prima del
Discorso Divino di Bhagavân, µrî Patil ha parlato ai devoti. Ha osservato che è stato grazie
alle benedizioni e all’ispirazione di Baba che egli ha potuto scrivere questo libro sulla
Bhagavad Gîtâ. Ha inoltre espresso la sua profonda gratitudine a Bhagavân per la Sua
ispirazione, guida e benedizione e anche per aver presentato il libro nel sacro giorno del
Gurupûr²imâ. Parlando degli insegnamenti della Bhagavad Gîtâ, µrî Patil ha rimarcato
che essa stimola l’uomo a compiere buone azioni senza preoccuparsi dei frutti delle stesse.
Quando µrî Patil ha dato una copia del libro a Bhagavân, Egli lo ha amorevolmente firma-
to. Dopo l’intervento di µrî Patil, Baba ha fatto il Suo soave Discorso (l’intero testo è
disponibile dal sommario), esortando i devoti a seguire gli insegnamenti della Bhagavad
Gîtâ e a sviluppare le qualità della fiducia in sé, della soddisfazione di se stessi e del
sacrificio di sé per raggiungere l’autorealizzazione. Dopo il Messaggio di Baba, gli studenti
dell’università ›rî Sathya Sai hanno recitato stotra in lode del loro Sadguru Bhagavân ›rî
Sathya Sai Baba. Il programma del mattino è giunto a conclusione con l’ârati a Bhagavân
alle 10,50.
Il pomeriggio del 18 luglio 2008, i Fratelli Malladi di Vijayawada hanno presentato un
edificante programma di musica vocale devozionale che è cominciato alle 5,25 dopo il
divino darµan di Bhagavân nel Sai Kulwant Hall. I fratelli cantori, µrî Sriram Prasad e µrî
Ravi Kumar, hanno cominciato la loro esibizione con un verso sanscrito in lode al Guru. È
seguita un’accattivante esecuzione di composizioni devozionali e la dolcissima voce dei
cantanti ha incantato gli ascoltatori per circa un’ora. Al termine del programma, Baba ha
benedetto i cantanti, li ha onorati con degli scialli e ha posato con loro per delle fotografie.
All’intera assemblea di devoti riuniti nel salone è stato poi distribuito il prasâdam. Il pro-
gramma si è concluso con l’ârati a Bhagavân alle 18,40.
Cronache
in scena alcuni episodi tratti dal Râmâya²a.
Il programma ha avuto inizio alle 17,15 con una bellissima danza di due studenti ac-
compagnata da un canto che narrava la grandezza della sacra terra di Bhârat, raccon-
tando la storia del clan degli Ik¹vâku, cui Râma apparteneva. È seguita un’altra danza
accompagnata da un dolce canto telugu, che narrava la nascita, l’infanzia e l’educazio-
ne dei quattro figli di Daµaratha, e cioè Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna. Ha
fatto seguito l’episodio di quando il Saggio Viµvâmitra giunge alla corte di Daµaratha e,
per proteggere il suo yajña (sacrificio), porta Râma e Lak¹ma²a con sé nell’âµram,
dove essi uccidono i demoni venuti per profanare il rito.
L’ultimo episodio descriveva il matrimonio di Râma e Sîtâ dopo che Râma era riuscito
a tendere e rompere l’arco di ›iva nel corso dello svaya¼var (processo in cui viene
scelto lo sposo per una ragazza) organizzato dal re Janaka, padre di Sîtâ, alla sua corte
a Mithilâ.
Il balletto era basato sul Râmakathâ Rasavâhinî, la storia del Râmâya²a scritta da
›rî Sathya Sai Baba per ispirare tutti, ma soprattutto i giovani, a seguire gli ideali
stabiliti da Râma, dai Suoi fratelli e dagli altri personaggi di questa grande epopea
indiana. I cantori, i musicisti e i ballerini hanno fatto un buon lavoro per rendere il
balletto una rappresentazione superba da tutti i punti di vista. A conclusione del pro-
gramma, Baba ha benedetto gli studenti e ha posato con loro per delle fotografie di
gruppo. Dopo la distribuzione del prasâdam, Baba ha ricevuto l’ârati, e il programma
è così giunto felicemente al termine.
Le festività del Capodanno Tamil, dello ›rî Râma Navamî e di Viµu sono state celebrate
con grande devozione e allegria alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba.
Numerosissimi devoti, provenienti dal Tamil Nadu e dal Kerala, sono giunti a Praµânti
Nilayam per partecipare ai festeggiamenti che si sono protratti per tre giorni, dal 12 al 14
aprile 2008.
Contemplate il Nome
Divino di Râma
Incarnazioni dell’Amore! non è limitato a una forma particolare; esso
Il Râmâya²a Saptaha (la festività della dimora in ogni individuo come “Âtma
durata di sette giorni in cui si ripete il Râma”. All’Âtma che dimora in tutti gli es-
Nome di Râma - N.d.T.) è stato tenuto con seri viene dato il Nome Râma. Pertanto tut-
grande gioia e devozione negli ultimi sette ti, dal bambino all’adulto, devono intrapren-
giorni.Voi tutti avete partecipato a questo dere la sâdhanâ della contemplazione co-
grande evento. I sacerdoti (purohit), che stante del Nome di Râma. Vediamo spesso
lo hanno condotto con grande devozione e persino delle persone non vedenti che con-
sincerità, e gli oratori provenienti dalle di- templano il Râmanâma, dicendo: “Râma,
verse zone che vi hanno partecipato, han- Râma!” Solo il Nome Divino può conferire
no fatto di questo evento un grande suc- pace e felicità; nient’altro, nemmeno la ric-
cesso. Setty Garu, che ha organizzato que- chezza e le proprietà, possono portare pace
sta funzione, ha curato l’accoglienza sia dei e felicità. La costante contemplazione del
sacerdoti sia dei devoti, rendendo tutti felici. Nome Divino può rimuovere tutte le pre-
occupazioni.
Importanza del Râmacintana
La contemplazione costante del Râmâya²a “Nascere è una preoccupazione,
e il canto della gloria del Nome Divino di vivere su questa terra è una preoccupazione,
Râma conferiscono beatitudine, pace e pro- il mondo è fonte di preoccupazione;
sperità a tutti. Ci sono due modi di contem- anche la morte è una preoccupazione,
plare il Nome Divino e di cantarNe la glo- tutte le azioni e le difficoltà
ria: la sâdhanâ individuale e quella causano preoccupazione.
collettiva. Delle due, la migliore è quella La devozione per il Signore Râma
collettiva. Fu Guru Nanak a dare inizio alla è la panacea per tutte le preoccupazioni.”
pratica del canto di gruppo della Gloria del
Nome Divino; infatti il canto individuale del Quindi, intraprendete la contemplazione del
Nome Divino non è sufficiente. QUANDO Nome Divino di Râma (Râmacintana)
MIGLIAIA DI PERSONE SI RIUNISCONO CANTAN- ogniqualvolta vi sentiate oppressi dalle dif-
DO ALL’UNISONO IL NOME, LE PREGHIERE DI ficoltà. Il Râmanâma è nei cuori da eoni.
ALMENO UNO O DUE INDIVIDUI CERTAMENTE
COMMUOVERANNO LA DIVINITÀ; PERTANTO È Le sacre vicende del Râmâya²a
MEGLIO SEGUIRE IL METODO COLLETTIVO. Nel Tretâ Yuga, il re Daµaratha di Ayodhyâ
Ovunque siate, è meglio che seguiate il me- desiderava ardentemente dei figli per conti-
todo collettivo; ovunque vi troviate, è me- nuare la dinastia Ik¹vâku. Per questo moti-
glio cantare la gloria del Nome di Râma in vo officiò uno yajña chiamato “Putrakâme¹ºi
gruppo. Contemplare il Nome di Râma yâga”, pregando di esser benedetto dalla
(Râmanâma) conferisce pace e felicità; è nascita di un figlio. Il re Daµaratha aveva
una sâdhanâ universale. Il Nome “Râma” tre mogli: Kauµalyâ, Sumitrâ e Kaikeyî.
Da questo numero inizia una breve rubrica, che continuerà per numerose pubbli-
cazioni, che riporta citazioni di Baba riguardanti la donna e il suo Dharma.
Le donne simboleggiano bhakti (la devozione) e gli uomini jñâna (la saggezza).
(S.S., genn. 2000)
Solo le donne, che sono il simbolo della devozione, hanno accesso all’Antahpur (le
camere interne del palazzo) di Dio. Che cos’è dunque l’Antahpur? Non è altro che
Antarâtma, lo Spirito che dimora interiormente. È solo la devozione-saggezza a guidare
Zoom
all’Antahpur.
(S.S., gennaio 2000)
Il primo titolo attribuito alla donna è “G©halak¹mî” (la Dea della prosperità della casa).
Da una donna ci si aspetta che conferisca ogni prosperità, onore e buon nome alla casa
e alla famiglia. Essa viene definita G©halak¹mî, “Dea della casa”, e non “Dea dell’uf-
ficio”.
(S.S.S., volume 29 – p. 365)
Un altro titolo attribuito alla donna è “ardhâ¾gî” (la metà migliore). Questo significa
che essa è la metà migliore del marito e non una sua collega di lavoro.
(S.S.S., volume 29 – p. 365)
Il terzo titolo è “illâlu” (la padrona della casa). È la padrona della casa e non dell’uffi-
cio.
“Dharmapatnî” (la compagna del marito nel viaggio verso Dio) e pertanto, letteral-
mente, la “sposa leale del Dharma”. È il quarto titolo conferito alla donna sposata.
Questo significa che la casa è la dimora per eccellenza della Rettitudine. La casa è il
luogo natale di ogni Dharma (le regole di Retta Condotta), che si è radicato attraverso
la pratica fin dai tempi antichi.
Fin dal momento della nascita, la madre è, per ognuno, il precettore. Se tale insegnante
lascia la casa per insegnare ad altri bambini, chi insegnerà ai suoi?
(S.S.S., volume 29 – p. 366)
Per le donne indiane, il primo dovere è organizzare la casa e amministrarla su basi ideali.
(S.S.S., volume 29 – p. 366)
Questo nuovo volume sulla vita di Sai Baba, scritto dal dottor B.N. Narasimha Murthy, è
la prosecuzione dei precedenti 4 volumi scritti dal professor N. Kasturi e narra la vita di
Sai Baba relativa al periodo 1980/1985. Molti devoti, che già da tempo conoscono il
nostro Maestro, potranno leggere fatti e aneddoti a essi già noti.
Occhio al Libro
Il costo unitario del libro è di • 10,50 + spese di spedizione.
Chi fosse interessato a riceverlo è pregato di contattare, a mezzo fax o E-mail, la “Sathya
Sai Books and Publications of Italy” a uno dei seguenti indirizzi:
Periodici
Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme
Altre Pubblicazioni Disponibili
Colloqui (CQ)
Mother Sai Speciale (6a Conferenza Mondiale)
Diario Spirituale 1 [DS1]
Diario Spirituale 2 [DS2]
Diario Spirituale 3 [DS3]
Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi).
Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali
Sadhana
Guida all’ashram di Prashanti Nilayam
Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I)
Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II)
Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)
Altri Autori
Alla scoperta della verità
A spasso con Dio
Gemme di Saggezza
Grazie Swami
Messaggio d’Amore
Ho visto la luce
Incontrare Dio
L’Eterno Miraggio
Purificare il Cuore (Purifying thr Heart)
Pensando a Sai (Sai Smaran)
Sai Baba Fiamma d’Amore
Sai Baba: la rivelazione continua
Sai Baba, l’Uomo dei miracoli
Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità
Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting)
Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra
Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi)
Visione del Divino.
Audiovisivi:
Shivarathri Sandesh (VHS) Le percussioni, parte I (VHS)
Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS)
Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS)
Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.)
Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale)
Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale)
Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale)
Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale)
Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video)
Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video)
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