Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.
La Madre Terra di Bhârat ha dato i natali possono dimenticare qualunque altro nome,
a molte anime nobili che si sono guadagna- ma non il Râma Nâma (il Nome di Râma).
te grande nome e fama in tutti i continenti Nel momento della difficoltà, che si tratti di
del mondo. Molti saggi e profeti di Bhârat, milionari o di poveri, tutti prendono rifugio
fin dai tempi antichi, hanno santificato il nel divino Nome di Râma. In Bhârat è dif-
loro tempo propagando il Râma Tattva (il ficile trovare qualcuno che non mediti o canti
Principio di Râma). Il Râmâya²a appar- il Nome di Râma. Molti saggi del passato
tiene al Tretâ Yuga, ma, nonostante siano fecero penitenza e si impegnarono solen-
passate migliaia di anni, esso viene ancora nemente in vari modi per propagare la glo-
letto con rispetto in ogni villaggio e casale. ria del Nome di Râma nel mondo, ma Egli
non desiderò né disse mai ad alcuno di can-
“Fate ciò che dite” tare il Suo nome, né di meditare su di Esso,
Giovani e vecchi cantano tuttora il sacro dichiarando, infatti, che tutti sono incarna-
nome di Râma con grande devozione; essi zioni della Divinità. L’aderenza a Satya (la
La sessione del pomeriggio è cominciata alle 4,05 con bhajan eseguiti dagli studenti
degli Istituti Educativi di Sai Baba. Swami ha quindi benedetto µrî Sanjay Mahalingam,
uno studente del dottorato di ricerca del Dipartimento di Management dell’Istituto di
Istruzione Superiore rî Sathya Sai a Praµânti Nilayam, che ha parlato ai presenti. Egli
ha iniziato citando alcuni versi del “Guru A¹ºakam”, composto da Âdi a¾kara, che
parla dell’effimera natura del mondo materiale e dell’assoluta inutilità di non avere la
mente fissa sui Piedi di loto del proprio Maestro spirituale, giacché, senza ciò, non si
potrà mai raggiungere la pace e la beatitudine durature a cui si aspira. rî Mahalingam
ha poi fatto citazioni tratte da Discorsi di Baba del Gurupûr²imâ, in cui Egli ha garan-
tito che, avendo raggiunto i Piedi di loto del Guru, tutto ciò che rimane da fare è restare
in silenzio e bandire quelle tendenze che allontanano da quei Piedi; Egli, allora, si prende-
rà cura di ogni necessità spirituale e materiale. Parlando del significato del silenzio, ha
affermato che solo quando ci si è stabiliti nel Sé è possibile essere veramente in silenzio.
Ha poi aggiunto che, ciò che allontana dal Guru, è la frustrazione che nasce dai desideri
insoddisfatti e che è quindi di prioritaria importanza tenerli sotto controllo.
Dopo l’intenso intervento di µrî Mahalingam, Baba si è amorevolmente alzato in piedi
per tenere il Suo Discorso Divino.
Nel tardo pomeriggio, i bambini Bâl Vikâs di Bangalore hanno messo in scena una
commedia intitolata “Bhakti Sudâma” che ha dipinto la sakhya bhakti (la forma di
devozione in cui si adora il Signore come l’amico più caro). Sudâma era un compagno
di studi di K©¹²a, all’âµram del loro Guru Sâ¾dîpani. In una circostanza, Sudâma man-
giò avidamente una porzione del cibo destinato a K©¹²a, mentre quest’Ultimo era ad-
dormentato. Dopo aver terminato i loro studi, i due intimi amici presero strade separate:
K©¹²a per ascendere al trono di Dvârakâ e Sudâma per dedicarsi alla vita di erudito
vedico. Come risultato del sacrilegio commesso da Sudâma, nel dare sfogo alla propria
avidità, la sua vita fu estremamente povera, con i figli spesso affamati. La moglie di
Sudâma lo persuase ad avvicinarsi al suo vecchio amico K©¹²a, affinché potesse sot-
trarlo alle sue miserabili condizioni, ma a lui ripugnava usare la sua amicizia con K©¹²a
(Tratto dal sito internet dello rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)
31 marzo 2006
Alcuni gruppi di giovani di Hyderabad e Viµâkhapatnam (Vizag) sono arrivati con dei
programmi musicali per la ricorrenza di Ugâdi. Swami ha dato loro la possibilità di
presentare il loro programma di canti, di circa un’ora, a partire dalle cinque del pomeriggio.
1 aprile 2006
Stamane il gruppo Vizag ha avuto ancora la possibilità di cantare per Bhagavân, ma
questa volta nella bhajan hall. Swami è arrivato per il darœan intorno alle 8,45 e vi è
entrato poco dopo. Dopo un paio di bhajan, Egli si è alzato per camminare in mezzo ai
giovani parlando e raccogliendo lettere; questo, per loro, è stato il momento di comin-
ciare il loro canto di gruppo che includeva “Pallaki”, la canzone che intonano quando
Report
vanno nei villaggi a fare servizio. Alla fine della loro sessione di circa un’ora, Swami
ha benedetto le rose che molti di essi tenevano in mano e, dopo l’ârati, si è ritirato.
Nel pomeriggio, Swami ha voluto che si cantasse di nuovo durante la sessione dei
bhajan e questa volta è stato il turno degli Indostani del College Musicale. Dopo il
primo bhajan a Ga²eœa, essi hanno cominciato con canti a Mîrâ e canti popolari.
Anche questa sessione è durata circa un’ora.
2 aprile 2006
Al mattino Swami è arrivato appena prima delle otto e si è seduto per un po’ sul palco,
dopodiché ha chiesto di esser trasportato sulla Sua sedia verso il lato delle donne e ha
dato il darœan per un giro completo. Poi è entrato nella stanza dei colloqui; più tardi si
è recato nella bhajan hall per i bhajan.
Nel pomeriggio, dopo un giro intero per il darµan, Egli è andato dentro e, appena dopo
le 15,30, ha fatto un giro nel portico di sopra intrattenendosi con coloro che erano lì
seduti, per entrare quindi nella bhajan hall dalla porta posteriore. Qui ha conversato
con alcuni studenti e insegnanti per quasi un’ora; è quindi entrato nella stanza dei
colloqui ed è tornato fuori durante i bhajan.
4 aprile 2006
Anche stamani Swami ha fatto un giro sulla Sua sedia pochi minuti dopo le otto e si è
fermato fuori della stanza dei colloqui a parlare con qualcuno. È poi entrato nella bhajan
hall e ha chiesto agli studenti che stavano andando a casa di farsi avanti. A mano a
mano che arrivavano in fila, Egli ha dato a ognuno della vibhûti, parlando con alcuni di
loro e concedendo il pâdanamaskâr quasi a tutti. Ciò si è protratto fino alle 8,50,
quando Swami è entrato nella stanza dei colloqui per uscirne poi per i bhajan.
“Vivete sorridendo: seguite Me” “Si ottengono meriti servendo gli altri
Studenti e studentesse! e si commette peccato
Dopo aver studiato così a lungo in questi facendo loro del male.”
Istituti Educativi, dopo aver appreso, in
questi corsi estivi, tante nozioni sull’istru- Bravi ragazzi, brave ragazze!
zione ideale, dovete andare a mostrare agli Studenti e studentesse!
altri, col vostro esempio, che cosa avete Che utilizzo dovete fare di ciò che avete
imparato. imparato in questi quindici giorni? Dovete
VIVETE SORRIDENDO, SORRIDENDO, SORRIDEN- diventare un esempio. Per quale motivo vi
DO E ANCORA SORRIDENDO. NON FATE MAI IL è stato dato così tanto da mangiare? Quat-
MUSO. PERCHÉ FARLO? LE AZIONI CATTIVE SI tro dolci al giorno! Avete ricevuto del buon
FANNO SOLO SE SI HANNO CATTIVI SENTIMEN- cibo, ogni comodità e avete ascoltato pa-
TI, MA, SE IN NOI ALIMENTIAMO SENTIMENTI role ideali. Mi fa soffrire moltissimo il solo
POSITIVI, DOVREMMO RIDERE. pensare al cattivo uso che potreste fare di
Io sorrido sempre, sempre. La gente chie- tutto ciò che avete appreso.
de: “Perché? Ogni volta che Lo guardia- Fatene buon uso e seguite il sentiero della
mo, Sai Baba sorride sempre!” IO HO IL retta condotta e del retto pensare. Credo
Sotto la Veranda
Poi ha continuato il dialogo con George: “Quando sei venuto qui la volta scorsa, come
hai raggiunto Praµânti Nilayam?” “Sono venuto a piedi dall’aeroporto di Bangalore a
Puttaparthi.” “Quanti chilometri hai percorso?” “180 chilometri, Swami.” “E quanto
tempo ci hai impiegato?” “Quattro giorni, Swami.” “Oohh. E hai semplicemente cam-
minato, così?” “No, Swami. Sulle spalle portavo 18 chili di bagaglio.”
Swami, rivolto a noi: “Qualcuno di voi è forse così? Guardate, guardate che devozio-
ne”, ha esclamato Baba.
Poi gli ha chiesto: “Da quanto tempo vieni a Puttaparthi?” “29 anni, Swami. Vengo in
questo luogo da 29 anni.” “Che cosa facevi in quei giorni?” “Swami, raccoglievo la
sabbia sulla quale avevi camminato e la portavo in Grecia per metterla sull’altare, nella
mia stanza della pûjâ.”
“Vedete voi, invece?” ci ha detto Bhagavân, e ha continuato a stuzzicarci in questo
modo. Poi ha proseguito: “Sei sposato?” “No, Swami, non lo sono.” “Perché non ti
sposi?” “No, Swami! Non mi voglio sposare!!” “Perché no?” ha chiesto Baba.
E sono andati avanti così per un po’. Allora George si è messo a piangere. Baba mi ha
guardato e mi ha chiesto: “Perché piange?” “Swami, tutti quelli che si sposano piango-
no! (Risate). Però sono felice di vedere che anche quelli che non si sposano piangono!
Non c’è dunque alcuna differenza. Piangiamo tutti. Il solo pensiero del matrimonio lo fa
piangere, così come fa piangere tutti coloro che sono sposati. Piangiamo, allora, tutti in
coro”, ho risposto.
Swami poi gli ha chiesto: “Sei venuto da solo?” “No, Swami. Ci sono anche i miei
amici seduti là.” “Chi è quel ragazzo?” ha domandato Swami. “È il campione olimpionico
di salto in alto. Anche lui viene dalla Grecia.” “Vieni qui”, lo ha chiamato Swami. “Vuoi
raccontare una tua esperienza a questi ragazzi?”
E così il campione olimpionico ha raccontato che, quando sua moglie era incinta, stando
D. - Anil, noi eravamo presenti quella notte in cui Swami, nella Sua casa a Kodaikanal,
le materializzò un orologio dopo che lei aveva tradotto il Suo Discorso. Qual è la più
grande materializzazione fisica che Gli ha visto produrre?
R. - Io non so quanti di voi abbiano sentito parlare di Balarâma, il fratello di K©¹²a. Sai
Baba un giorno disse che l’indomani avrebbe invitato i Suoi allievi e alcuni ospiti a un
pranzo molto speciale. Io Gli chiesi perché il pranzo fosse speciale ed Egli replicò che
avrebbe parlato del matrimonio di Balarâma e Revatî, in quanto quel giorno ne ricorre-
va l’anniversario. Il pranzo sarebbe stato un banchetto con un menu di venticinque
portate. Quindi, il giorno dopo, ci fu questo speciale banchetto, questo pranzo di nozze
con venticinque portate. Gli stranieri e vari onorevoli ospiti vi presenziarono. Nel pome-
riggio Swami tenne un Discorso in cui descrisse come Dei e Dee abbiano assistito al
matrimonio di Balarâma e Revatî. Brahmâ, Vi¹²u e iva presenziarono a questa
divina celebrazione divina con tutti gli altri Dei e Dee e, verso la fine della cerimonia,
Brahmâ presentò un regalo di nozze. Qualcuno chiese a Swami quale fosse il regalo e,
a quel punto, la Mano di Sai Baba descrisse tre circoli nell’aria: ci fu un ronzio simile a
quello di un’ape e, con grande sorpresa e meraviglia dei presenti, Egli materializzò un
oggetto della grandezza di una caraffa. Era un arco tempestato di diamanti; ce ne
saranno stati 200. La struttura dell’arco era d’oro corredata di diamanti in file di quat-
tro, e di una piastra d’oro decorata al centro di un cigno con occhi di diamante, sostenu-
to da una catenella d’oro, il cui stomaco era simile al vetro, trasparente. Tutti osserva-
vano in totale sbalordimento. Baba disse: “Guardalo, Anil.” Io risposi: “Oh, è stupendo,
D. - Una volta, abbiamo fatto ridere Sai Baba durante un colloquio usando l’espressione
“le storie di Baba”, che è la terminologia che usiamo per indicare le storie che i devoti si
raccontano su ciò che Egli fa e sulle Sue materializzazioni. A tal riguardo, Swami Stesso
ha detto una volta che le storie di Baba sono migliori dei bhajan, perché spesso, durante
i bhajan, la gente si addormenta mentre è sempre ben sveglia e interessata quando si
raccontano le storie di Swami. Qual è la migliore storia che lei ha udito da Baba?
R. - Sì, è vero che alcuni si addormentano durante i bhajan, ma questo accade per la
semplice ragione che non ne comprendono il significato. Si addormentano perché non
c’è ardore, non c’è trasporto, nessuno struggimento per Dio. La gente dorme soltanto
perché non comprende, perché il cuore non è pronto e la mente è piena di pensieri che
riguardano mondo, affari e faccende giornaliere. Invece le storie di Baba non fanno mai
addormentare perché vengono immediatamente comprese, perché sonopiene di scherzi
divertenti, perché si riferiscono alle nostre situazioni di tutti i giorni e fanno ridere.
Vi faccio un esempio. Un giorno, durante il darµan, Sai Baba parlava con i bambini della
scuola elementare e chiese a uno di loro, che avrà avuto sei o sette anni: “Da dove vieni,
ragazzo?” Il bimbo rispose: “Swami, io vengo da Te.” Sai Baba, poi, si voltò e disse a
tutti i VIP seduti sulla veranda: “Se ponessi a voi questa domanda, voi rispondereste: ‘Io
vengo da Mumbai’ o ‘Io vengo da Madras’, oppure ‘Io vengo dall’Inghilterra’, ma que-
sto bimbo dice: ‘Io vengo da Te.’ Questo è divino, i bambini sono divini.” Allora Sai Baba
fece al bambino una seconda domanda: “Quanti fratelli hai?” e la risposta fu: “Swami,
tutti sono miei fratelli.” “Notate che apertura mentale hanno i bambini: questo bimbo
considera tutti suoi fratelli, mentre, se avessi fatto a voi la stessa domanda, voi avreste
risposto: ‘Due fratelli, Swami’ o ‘Tre fratelli, Swami’. Voi siete di idee ristrette.” Baba
pose al bambino una terza domanda: “Quante sorelle hai?” La risposta fu: “Tutte sono
mie sorelle, Swami.” “No, no, no”, disse Baba. “Tutte sono tue sorelle meno una, tua
moglie.” Al che tutti risero e Baba di nuovo al ragazzo: “Quante mogli hai?” e quello:
“Swami, tutte sono mie mogli.” “Oh no, no, no, ti sbagli”, disse Baba e aggiunse: “Questo
ragazzo pensa di essere abbastanza brillante da dare una risposta a Bhagavân.”
Dopodiché, rivolgendosi di nuovo al bambino, continuò: “Chi sei tu?” La risposta fu: “Swami,
io sono Dio” e Baba rispose: “Ebbene, se sei Dio, vai a dare il darµan”, al che tutti
scoppiarono a ridere. La gente ama i Suoi scherzi, il Suo umorismo.
D. - Che cos’è che lei considera il più grande successo derivato dal suo rapporto con Sai
Baba?
R - Sì, questa è una buona domanda. Non mi fraintendete se propongo questo punto di
D. - Può guardare indietro e raccontarci qualche episodio, nella sua relazione con Sai
Baba, relativo al periodo in cui lei pensava che questo fosse tutto un grande errore, un
fallimento, mentre ora si rivela come una grande esperienza formativa? C’è mai stato un
momento che le ha fatto pensare di rinunciare a tutto ciò ed è invece risultato, in seguito,
un fattore decisivo nel cammino della fede e della consapevolezza?
R. - A titolo personale, io vengo da una famiglia che, da tre generazioni, segue una reli-
gione che adora Dio senza forma, un Dio che non è soggetto a nascita o morte. Noi
adoriamo Dio senza attributi, non crediamo nella reincarnazione, non accettiamo Râma e
K©¹²a, né otteniamo alcuna forma di adorazione pensando che Dio sia un fenomeno,
ritenendolo un Essere che è al di là della nascita e della morte. Io sono stato allevato con
questa fede, ragione per la quale Sai Baba ha impiegato otto anni perché mi formassi la
maturità necessaria ad accettarLo, perché fossi pronto ad accogliere la Sua filosofia, e
abbastanza maturo da assorbire ciò che Egli aveva da darmi. Per questo ho avuto un
periodo di prova di otto anni che mi ha reso più idoneo, più ricettivo nei Suoi confronti.
A quel tempo l’esperienza non è stata molto piacevole, ma ora, guardando indietro, vedo
che era necessaria e quindi non ho rimpianti.
(continua)
Dal momento in cui si supera la soglia dei due cancelli (uno per gli uomini e uno per le
donne) vi accoglie un ampio terrapieno di sabbia, così com’era a Puttaparthi anni fa.
Questo è il luogo dove si muove Swami per il darµan i giorni in cui risiede a Sundaram
(che letteralmente significa “ogni dettaglio è meraviglioso”).
Ciò che all’inizio era un’area accidentata di 30.700 piedi quadrati (10.000 mq) è ora
divenuto uno spazio anche troppo esiguo per contenere l’enorme folla che si riversa in
questo luogo durante le festività: giorni come il Compleanno di Baba, ivarâtrî, il Nuovo
Anno, Natale ecc., oppure quando Baba è presente fisicamente a Sundaram e appare
nei darµan quotidiani.
Qualsiasi dettaglio è veramente magnifico, che si tratti delle affascinanti statue rappre-
Zoom
La ânti Vedika
La “ânti Vedika” è un palco che si affaccia a sud sullo spazio sabbioso ed è un’altra
importante struttura di Sundaram, perché è qui che Swami normalmente tiene i Suoi
Discorsi alla folla quando si trova a Chennai.
Con la splendida scultura del Garu¬a (il veicolo del Signore Vi¹²u) che sostiene la base
e i pilastri decorati con simboli di tutte le religioni, la ânti Vedika è il caratteristico
luogo di ritrovo in cui Swami ha speso ore parlando ai devoti, assistendo alle recite dei
bambini Bâl Vikâs, oppure distribuendo cibo ai poveri e guidando i volontari del servizio
durante le Sue numerose visite.
I devoti e Sundaram
Molti devoti di lunga data ci raccontano con gioia come Sundaram sia riuscito a portarli
tanto vicini a Swami. Il signor A.K. Kumar, devoto da più di venticinque anni, da sempre
canta regolarmente durante le sessioni bhajan. Egli ci racconta: “Il mio viaggio verso Sai
a Sundaram iniziò nel 1980. Una delle persone associate alla mia scuola mi chiese se
avessi voluto cantare a Sundaram. Io pensai: “Che cosa ci sarà di tanto speciale in questo
posto? Comunque proverò ad andare una volta al mese anche solo per stare ad ascoltare
musica. Invece ora Sundaram è come se fosse la mia casa. Non ci crederete, ma una volta
è capitato che dovessi recarmi all’ospedale per una prenotazione che dovevo fare e,
senza saperlo, mi ritrovai a Sundaram; entrai e solo allora compresi che sarei dovuto
andare in un altro posto! Questa è la sintonia che ho instaurato con Sundaram!”
“Questa speciale relazione con Sundaram avviene, come molti devoti raccontano, per-
ché è qui che molte persone si crogiolano nel Suo Amore e nella Sua grazia”, afferma
Kumar. “Ogni volta che Swami viene a Sundaram, la prima cosa che fa, dopo essere
entrato, è venire vicino a noi per informarsi di come va e solo dopo prosegue. Come
(continua)
(Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)
Zoom
i ragazzi di Swami cantano, dopodiché ci sono i bhajan e poi Swami si ritira. Nel
pomeriggio ci si riunisce tutti alla divina Presenza per un Discorso, a cui fa seguito
un’intera notte di bhajan. Quest’ultimo è un avvenimento in se stesso e merita un
discorso a parte che ora non affronteremo. Il mattino seguente, poco dopo l’alba, Swami
arriva nella Hall, assiste per un po’ ai bhajan e tiene un altro Discorso con cui si chiu-
dono, in piena osservanza, i rituali di ivarâtrî. A seguire c’è la distribuzione del prasâdam
che è, anch’esso, un avvenimento speciale. Questo è, per così dire, il consueto pro-
gramma di un anno in cui non si verifica il li¾godbhâvam e così è stato a lungo finché
Swami, qualche anno fa, non lo ha ripristinato.
La Creazione si manifesta
Spero di avervi dato un’idea di come sono andate le cose. Il Corpo di Swami continuava
a soffrire così tanto che tutti i presenti, ovunque fossero seduti, potevano vederlo chiara-
mente. Sembrava un racconto epico in cui un fragile Corpo umano, che personifica l’in-
carnazione di Dio, si sforza di risvegliare in Sé e richiamare un grandioso Potere Divino
atto a produrre il Simbolo Supremo della creazione. Finalmente, dopo circa un’ora da
quando Swami aveva cominciato a mostrare i segni di un altro li¾godbhâvam, il tanto
atteso li¾gam è improvvisamente comparso. Erano circa le 8,15.
Meditiamo
Prendiamoci un minuto per riflettere sul perché Swami si sottoponga a tale sofferenza
per produrre il li¾gam. Lo fa semplicemente per meravigliarci? O forse per mostrare il
li¾gam a tutti andando in giro? In effetti, perché, dopo aver subìto una tale sofferenza
fisica, Egli si prende anche la briga di andare in giro per far vedere a tutti il li¾gam
rilucente appena creato? La sofferenza del Corpo Divino che abbiamo visto quest’anno è
qualcosa di veramente insolito ed eccezionale. In effetti, fin dal giorno prima, Swami
aveva detto ad alcuni devoti che stava cominciando a sentire del dolore all’interno, per cui
non si trattava della sola penosa fatica cui abbiamo assistito lunedì mattina: le “doglie del
parto” della Creazione, se così posso chiamarle, erano cominciate 24 ore prima.
Voi ricorderete che quest’anno il tema della Conferenza Mondiale, tenutasi in occasione
del 80º Compleanno di Baba, è stato: Unità, Purezza e Divinità. In termini spiccioli, questo
significa che dobbiamo sentirci uno con tutti gli esseri, non solo del pianeta, ma del cosmo
intero, e che dobbiamo sforzarci di essere puri internamente, ovvero mantenerci a debita
distanza dai nostri nemici di sempre che voi ben conoscete: kâma, krodha ecc. Quando
raggiungiamo questo senso di unità con tutto e siamo puri, possiamo diventare una cosa
sola con Dio e godere di eterna beatitudine. Io non so se siete d’accordo con me, ma è
mia opinione che queste siano lezioni, potremmo forse dire sottili lezioni, che Swami ci dà
attraverso lo straordinario fenomeno divino del li¾godbhâvam.
L’umanità non ha mai visto niente di simile, né siamo certi che, dopo l’avvento dell’Avatâr
rî Sathya Sai, torni a vederlo. Noi, che abbiamo il privilegio di assistervi, dobbiamo
cercare in ciò un significato più elevato piuttosto che considerarlo un evento raro e
spettacolare. Pensate alla lunga ora di agonia che Swami ha passato; essendo divino,
Swami poteva facilmente far uscire il li¾gam in breve tempo, ma non l’ha fatto. Per
Conclusione
Osservando tutto questo, ho sentito che, tramite questa onorificenza, che è stata inaspet-
tatamente tributata ai signori Paramahamsa, Baba ha dato alla grande folla riunita nel
Sai Kulwant Hall, l’opportunità di osservare come raggiungere coloro che sono in condi-
Una volta, un ricercatore spirituale, che aveva la grande ambizione di conoscere qual-
cosa riguardo al Divino, volle che fosse aperto il suo occhio della saggezza. Si recò in
una grotta dove abitava un guru. Entrando, scorse un lucignolo che, mentre egli pene-
trava ancor più nella grotta, si spense. Al buio si ha paura e il pensiero di Dio si fa molto
intenso. Allora, quel discepolo si mise a recitare a voce alta il mantra “Om Nama
ivâya”. Il santo che stava là dentro, udendolo, gli chiese chi fosse.
(Collana Biografie)La
La Vita di Sai Baba (N. Kasturi)
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.
Periodici
Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme
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Alla scoperta della verità
A spasso con Dio
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Sai Baba Fiamma d’Amore
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Sai Baba, l’Uomo dei miracoli
Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting)
Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra
Visione del Divino.
Audiovisivi:
Shivarathri Sandesh (VHS) Le percussioni, parte I (VHS)
Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS)
Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS)
Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.)
Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale)
Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale)
Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale)
Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video)
Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video)
Sai Gange (DVD Video) Compleanno 2005 (DVD Video)
Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video)
Compleanno 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video)
Natale 2002/2003/2004 (CD video)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD) musicale)
Shivarathri Sandesh (Videocass.)
Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale)
Conferenza di Roma 17/18 Aprile 2004 (DVD Video)
In Preparazione:
Ricordando Sai (Sai Smaran)
Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità
Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi)
Vita di Sai Baba vol 5°
GRUPPI BHAJAN