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Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.
VENT’ANNI DELLA RIVISTA MOTHER SAI
Fu in questi termini che, sull’onda dell’ispirazione divina, il dottor Antonio Craxi intrapre-
se, nell’ormai lontano 1983, la pubblicazione trimestrale dell’“Eterno Auriga”, versione
italiana del “Sanâtana Sârathi”, realizzata da una Redazione costituita dal Comitato
Italiano di Coordinamento dei Centri Sathya Sai. Vi si raccoglievano i testi, ovviamente
tradotti, dei Discorsi di Sai Baba, nonché articoli di vari devoti e notizie riguardanti la vita
del ramo italiano dell’Organizzazione. Fu un’esperienza che durò un quinquennio e ad
Antonio Craxi va il merito non solo di aver svolto un lavoro ingente e preciso, ma di aver
ampiamente diffuso, in quegli anni, l’Insegnamento di Sai Baba in Italia.
Ma l’opera non terminò lì. Dopo qualche mese, la Volontà Divina affidò a un altro volon-
teroso e determinato personaggio il seguito del sacro incarico.
Con una prefazione emblematica dal titolo “Prema” (Amore), il dottor Mario Mazzoleni,
nel 1988, presentò al pubblico la neonata rivista “Mother Sai”. Il nome della pubblicazione
fu scelto ispirandosi all’omonima Casa Madre di tutti i Centri Sai italiani. Cambiava la
veste grafica, mutava la periodicità che diventava bimestrale, ma la falsariga restava la
stessa, con i Discorsi di Sai Baba, com’è ovvio, a “farla da padrone”. Ancora una volta,
un quinquennio impegnativo ma elettrizzante, con una devozione intensa a vergare quelle
sacre pagine. Si rese in seguito necessario un supporto, una collaborazione. Durante un
incontro dei giovani avvenuto a Divignano nell’estate del 1993, il desiderio di Mario
Mazzoleni trovò una pronta risposta e ci fu chi si offrì per la traduzione dei Discorsi, chi
per la battitura dei testi, chi per le proprie competenze informatiche. A seguito di alcune
successive riunioni si andò delineando il gruppo redazionale. Come sede si scelse Bolo-
gna a ragion del fatto che la maggioranza dei giovani che si erano inizialmente offerti
apparteneva a quel Centro. Inoltre, l’esigenza di un dialogo più intenso fra i Centri Sai
italiani sfociò nella creazione del “Pianeta Sai”, un opuscolo informativo all’interno del
“Mother Sai”, destinato a raccogliere, in modo più dettagliato che in passato, notizie del-
l’Organizzazione e delle sue attività, articoli di informazione e riflessione di responsabili e
devoti, aggiornamenti, iniziative varie ecc, il tutto al fine di migliorare l’attività dell’Orga-
nizzazione e di consolidare la conoscenza, nonché il rapporto, fra i devoti. Fu un momento
di grandi fermenti e di accesi entusiasmi dovuti in gran parte alla presenza massiccia dei
giovani.
Nel 1997, l’ormai lanciatissima rivista aggiunse una perla alla sua preziosa collana: era
nato, come supplemento del “Mother Sai”, “Crescere Insieme”, che dava seguito all’al-
trettanto valido giornalino “Bal Vikas”, pubblicato qualche tempo prima. Si trattava di una
rivista educativa, tuttora pubblicata, destinata ai bambini, agli adulti e alle famiglie, finaliz-
zata alla pratica dei Valori Umani. Ricca di contenuto, di fantasia e di splendide e variega-
te illustrazioni, rapisce il lettore divertendo ed educando.
Vent’anni sono trascorsi dalla prima pubblicazione e, anche se alcuni anni or sono è
venuta a mancare la presenza preziosa e rassicurante del suo fondatore e coordinatore,
unitosi al Maestro che tanto amava, il “Mother Sai”, con immutato entusiasmo del gruppo
di redazione, continua a essere presente nella vita dei suoi lettori che ne attendono l’arrivo
come un dono divino.
La Redazione
La mente è un dono di Dio all’uomo. MAL- C’è dicotomia tra i vostri pensieri, le
TRATTARE GLI ALTRI, DERIDERLI O FAR LORO vostre parole e le vostre azioni
DEL MALE NON SONO CARATTERISTICHE DEL- Tra pensieri, parole e azioni deve esserci
LA NATURA UMANA. Persino gli animali aiu- armonia. Quando c’è armonia tra questi tre,
tano l’uomo in moltissimi modi; quindi, che c’è Purezza; dove c’è Purezza, c’è Divini-
cosa c’è di grande nel dare aiuto a un no- tà. QUALSIASI COSA GLI ALTRI VI FACCIANO,
stro simile? Essendo nati come esseri umani CONSIDERATELA UN BENE PER VOI. ASSICURA-
amare tutti come fratelli e sorelle. Dobbia- ALCUNA CIRCOSTANZA . In effetti, l’umanità è
mo intraprendere attività che ci rendano la vostra proprietà più preziosa. Amate tut-
graditi a Dio. Solo allora la nostra nascita ti e servite tutti; soltanto allora potrete con-
umana sarà santificata. Dio risiede in tutti. durre una vita sana e felice. Non mangiate
cibi non salutari o proibiti; dovete consu-
Daiva¼ mânu¹a rûpena mare cibo buono e puro (satvico) che sia
Dio si incarna nella forma di essere umano. stato prima offerto a Dio. Voi non offrire-
ste a Dio ogni sorta di cibo, non è vero? A
Quando Egli si incarna in forma umana, Dio si offre cibo puro (satvico), preparato
dovremmo ubbidire sempre al Suo coman- in un recipiente pulito e con sentimenti puri.
do Divino. Viene detto: Il cibo offerto a Dio in questo modo deve
esser consumato come cibo benedetto
Jantunam nara janma durlabham (prasadam). IL CIBO SANO PORTA SALUTE E
“Fra tutti gli esseri viventi LA SALUTE FA NASCERE PENSIERI BUONI. Oggi,
la nascita umana è la più rara”. purtroppo, c’è dicotomia tra i vostri pensie-
ri, le vostre parole e le vostre azioni, cioè
Non dovremmo sprecare una nascita così dite una cosa e ne fate un’altra.
preziosa. Dicendo il falso, causando ingiu- Una volta, una persona che si spacciava
stizie agli altri e compiendo azioni malvagie per asceta si presentò in una casa elemosi-
perdiamo la nostra umanità. Un essere nando del cibo. La padrona di casa gli dis-
umano deve comportarsi come tale seguen- se: “Per favore, vai al fiume, fai un bagno e
Se frequentate buone compagnie diventate RERÀ, OVUNQUE ESSA SI TROVI. ALCUNE PER-
delle brave persone, mentre frequentando SONE RICAMBIANO IL BENE CON IL MALE; ESSE
cattive compagnie diventate cattivi anche SONO VERAMENTE DEI DEMONI. DOBBIAMO
voi. State quindi sempre in buona compa- MANIFESTARE GRATITUDINE A TUTTI COLORO
gnia. Se mangiate carne, fumate e bevete CHE CI AIUTANO, A PRESCINDERE DAL FATTO
e poi dite di essere una brava persona, nes- CHE IL LORO SIA UN AIUTO GRANDE O PICCOLO.
suno sarà d’accordo con la vostra affer- Dobbiamo servire tutti; dobbiamo salutare
mazione. Se desiderate essere una perso- con amore anche coloro che ci odiano. Al-
na buona, impegnatevi in attività nobili e i lora anch’essi risponderanno con un saluto
risultati saranno coerenti con le vostre azio- amorevole. Se vi rivolgete agli altri con ri-
ni. La nascita umana è altamente sacra; è spetto, dicendo: “Signore!”, anch’essi vi
il risultato delle buone azioni (satkarma) tratteranno con rispetto. Invece, se li insul-
compiute in molte vite passate. terete, avrete indietro lo stesso trattamen-
Alcune migliaia di devoti sono riuniti in que- to. Tutta la nostra vita è colma di reazioni,
sta sala. A quale scopo? Per santificare il riflessi e risonanze. Vedete il bene, fate il
loro tempo alla Divina Presenza di Dio, per bene e siate buoni. Allora la vostra nascita
ascoltare il Messaggio Divino e meditare come esseri umani sarà santificata. La vo-
su di Esso. Tutta la sala è satura di vibra- stra stessa buona indole vi proteggerà.
zioni divine. Questo è il motivo per cui i santi Questo è il vostro vero supporto.
e i saggi proclamano l’importanza del Gli avvocati, nel sostenere le loro cause in
satsa¾g . tribunale, fanno sempre affidamento sui te-
stimoni, ma noi non abbiamo bisogno di
Satsa¾gatve nissa¾gatva¼ qualcun altro che testimoni la nostra buona
nissa¾gatve nirmohatvam condotta. La nostra stessa mente è testi-
mone della nostra buona natura. SE VOLE-
Ovunque andiate, proclamate con orgoglio ZIO SPIRITUALE ( SÂDHANÂ) CHE CONFERISCE
Questo è stato il titolo del meeting che si è tenuto a Pescara il 16 e 17 febbraio 2008 a
cui hanno partecipato oltre 400, entusiaste, persone. La prima giornata è iniziata con un
momento devozionale di grande intensità emotiva: il canto delle tre Gâyatrî, tre meravi-
gliosi bhajan, la pratica collettiva del “Nâmasmara²a” con la ripetizione del mantra
“Om Bhagavân ›rî Sathya Sai Babâya Namah” e, a chiudere, un breve filmato di tre
minuti con splendide immagini di Swami aventi quale sottofondo musicale la canzone
News
“Fratello Sole, Sorella Luna”, hanno predisposto nel migliore dei modi lo stato d’animo
dei partecipanti costituendo la premessa ideale dell’intero incontro.
L’intervento di apertura lavori è stato tenuto dal Presidente Nazionale Marco Pesce il
quale, essendo giunto al termine del suo secondo mandato, ha colto l’occasione per
ringraziare pubblicamente tutti i membri del consiglio direttivo nazionale e dei vari gruppi
di lavoro per il grande aiuto, il costante impegno, la correttezza, lo spirito di sacrificio e
unità che sempre hanno dato e dimostrato, anche tra loro, e che hanno permesso di
svolgere con grande soddisfazione per tutti le varie attività (e sono state davvero tante)
nell’ambito dell’Organizzazione Sai italiana.
È quindi seguita la proiezione del filmato relativo ai fatti salienti dei primi “30 anni del-
l’Organizzazione Sai italiana”, realizzato grazie al grande lavoro di raccolta dati, notizie,
fotografie, filmati e interviste che alcuni devoti si sono impegnati a fare. Grande è stata
la sorpresa dei presenti nel vedere, o prendere atto per la prima volta, quanto negli anni
era successo nell’Organizzazione Sai in Italia, così come è stato molto bello ripercorre-
re, attraverso il racconto dei vari presidenti nazionali che nel tempo si sono succeduti, la
storia dell’Organizzazione Sai. Una grande commozione è anche scesa sui volti della
maggior parte degli intervenuti quando è stato riportato a memoria, con aneddoti e foto-
grafie, il ricordo di due grandi anime che hanno già raggiunto il Padre: Mario Mazzoleni
e Paolo Favale. Con l’accensione delle luci sul palco sono iniziati gli interventi dei tre
coordinatori nazionali delle Attività che hanno presentato, anche con supporti multimediali,
le principali iniziative di loro competenza, cui ha fatto seguito un riassunto, verbale e
fotografico, della recente conferenza mondiale dei giovani tenutasi a Praµânti Nilayam
lo scorso mese di luglio. Il tutto, intervallato dalla performance musicale eseguita dal
numeroso gruppo di giovani, provenienti anche da altri Paesi europei, che hanno riproposto
al pubblico due canzoni già presentate a Swami durante la citata conferenza mondiale.
La seconda parte della prima giornata è stata dedicata all’intervento del dottor Michael
Goldstein, presidente della Fondazione Mondiale ›rî Sathya Sai e del Praµânti Council e
alle risposte dallo stesso date ai quesiti posti dai partecipanti. Il dopo cena è stato allie-
Nel porgere un caloroso saluto di benvenuto a tutti i presenti, diamo avvio a questa se-
conda giornata del Meeting Nazionale dell’Organizzazione Sai che verte sul tema:
Più volte è stato rilevato come l’umanità aspiri per tendenza naturale ad uscire dalla
sofferenza del mondo che, a vari livelli, la attanaglia. L’essere umano si pone numerosi
interrogativi sul mistero della vita, ma non trova appaganti risposte e così, quando scopre
che esiste qualcuno in grado di fornirle, si precipita ai suoi piedi. Per sua fortuna ogni tanto
compare sul pianeta una Guida capace di indicare la giusta strada per uscire dalla trappo-
la del mondo il più in fretta possibile. Queste guide sono dotate di poteri straordinari
unicamente per attirare la nostra curiosità, ma il ricercatore spirituale scopre poi che il
compito del maestro illuminato non è quello di risolvere i suoi problemi quotidiani con
interventi eccezionali o gratificazioni personali, ma quello di riportare a galla un insegna-
mento che si tramanda di generazione in generazione. Ciò per conservare l’equilibrio
Vi lascerò rispondere a queste domande in silenzio nei vostri cuori e nelle vostre medita-
zioni personali. Per la maggior parte di noi è molto difficile accettare che siamo la causa
delle nostre vite e delle situazioni che ci capitano. È difficile accettare che noi creiamo le
nostre esperienze, ma è proprio questo il significato di Creatore. In ogni momento della
vostra vita prendete una decisione. Vado a sinistra o a destra o diritto o indietro, oppure
rimango dove sono? Ognuna di queste decisioni vi porterà a una nuova decisione e a una
nuova situazione. Ed è così che funziona. Ma non pensiate di essere soli! Oltre a essere
sotto l’influenza dei vostri pensieri e delle vostre decisioni, siete sotto l’influenza dei pen-
sieri e delle decisioni collettive del gruppo in cui vi trovate: famiglia, lavoro, club sociale,
città, nazione, pianeta e altro ancora. Non molti di noi sono in grado di vivere le proprie
vite senza farsi influenzare dall’ambiente. Ne conosco solo uno e io sono ancora molto
lontano da quell’obiettivo. Ma noi devoti di Dio abbiamo un meraviglioso strumento. Noi
abbiamo l’Avatâr in persona, che sta attorno a noi e dentro di noi, ricordandoci che siamo
“very God”; tradotto in italiano ha ben due significati, cioè realmente divini e molto bravi
(il termine inglese per “bravo, buono” sarebbe, esattamente, “Good” - N.d.R.), incar-
nazioni dell’Amore Divino, il Creato e il Creatore. Lui conferma perfettamente: “Io vi
proteggo quanto le palpebre proteggono gli occhi. Non importa dove andate; fate sempre il
vostro dovere appena si presenta e sappiate che io sarò lì dentro di voi, guidandovi a ogni
passo della vostra strada. Voi siete Me, mi siete più cari di Me Stesso. Io non vi lascerò
mai e voi non potrete mai lasciare Me. D’ora in poi non ambite nulla. Fate il vostro dovere
con amore fermo, vedete tutti come se fossero Dio. Abbiate il Nome di Dio sempre sulle
labbra. Mi chiedo: come possiamo aver paura dopo un messaggio di Swami come questo?
Per rendere tutto questo più tangibile, voglio condividere con voi alcuni esempi della mia
vita quando ho agito con il mio vero Sé. Voi penserete che, in trenta anni di vita, uno avrà
imparato ad agire sempre con il suo vero Sé, ma, come Einstein disse, non dubitate mai
della stupidità umana. Una delle svariate volte in cui ho ascoltato la mia voce interiore è
stato all’università. Avevo appena finito il primo anno e mi era stata data l’opportunità di
scegliere tra due lavori estivi. Un lavoro era quello di manager di crociera su un battello
lungo il fiume tra Mosca e San Pietroburgo. Sarebbe stato un lavoro fantastico per un
ventenne e il salario era di 3000 dollari mensili. L’altro lavoro richiedeva di lavorare al-
l’università, sviluppando una ricerca per 200 dollari mensili. I miei genitori pensarono che
fossi pazzo, perché non avevamo denaro per pagare questa università privata e io avevo
bisogno di guadagnare denaro durante l’estate. La mia mente mi disse che dovevo andare;
tutti mi dissero che dovevo andare, ma io sapevo che dovevo rimanere. Così restai. Il
primo giorno di lavoro, mi diedero una voluminosa tesi dottorale di un dottore americano e
In una casa come questa potete vivere una vita di autorealizzazione. Potete essere quello
che siete senza temere.
Ho qui in mano una banconota da 5 euro. Qualcuno del pubblico vorrebbe ricevere questa
banconota? Io ve la regalo e voi potete comprarci qualcosa. OK. La stropiccerò nella mia
mano, così non sembrerà più così bella. La vorreste lo stesso?
OK. La getterò per terra e la calpesterò. La vorreste lo stesso?
Ha lo stesso valore di prima? Potete andare in un negozio e comprarci qualcosa? La
stessa cosa succede con voi. La vita vi potrebbe colpire, e ferire e buttarvi giù, ma voi
sarete comunque quello che realmente siete... Inestimabili. Questo è il motivo per cui
Swami dice: “Non dimenticate mai, nemmeno per un giorno, quanto siete veramente
speciali!” Vi ringrazio per avermi dato questa possibilità di parlare a voi. Che Swami ci
benedica tutti e che possiamo sempre vivere nella Sua Presenza.
Sai Ram.
Lettera del dottor Narendranath Reddy,
(Direttore della Fondazione Mondiale ›rî Sathya Sai e del Praµânti Council)
Con Amore e Riverenza, offro il mio pranam ai Divini Piedi di Loto del nostro Carissimo
e Amorevole Signore Sai.
Onnipresente Divino Padre e Madre, compagni di pellegrinaggio sul sentiero spirituale!
Saluti pieni di amorevoli Sai Ram a tutti voi! Con le Divine Benedizioni, avevo program-
Sono molto felice di essere qui con voi oggi e di vedervi così numerosi.
A seguito delle parole trasmesseci dal dottor Reddy, vorrei brevemente parlare di Unità, un
punto chiave e talvolta debole per l’Organizzazione Sai Italiana. Baba ha dato a tutti noi
una grossa opportunità. Per molti anni abbiamo avuto la possibilità di ricevere i Suoi
Insegnamenti, Linee Guida e Messaggi Divini. Ci ha dato una struttura dove imparare i
valori spirituali e dove i membri possono praticare il servizio altruistico, un eccezionale
strumento per la nostra trasformazione individuale e collettiva. Swami dice che lo scopo
primario per l’esistenza di un’Organizzazione che porta il Suo Nome è che i suoi membri
possano vedere Baba Stesso in ogni singola persona e che possano servire tutti con la
stessa dedizione e venerazione. Questa dichiarazione è molto importante. Spesso non
prestiamo la dovuta attenzione alle Parole di Baba, e quindi ci sfugge il significato più
profondo delle stesse, e con esso il raggiungimento dello scopo finale. Personalmente, in
tutti questi anni al servizio dell’Organizzazione ho imparato a rispondere alle richieste di
chiunque come se esse provenissero da Baba in persona. In questo modo ogni mia azione
è fatta dando il massimo di me stessa e con la massima priorità come farei, e penso anche
voi fareste, se fosse proprio Baba Stesso a chiedere. Se vediamo Baba in ogni singola
persona, tutto diventa più facile e non ci sentiamo oppressi o tiranneggiati o sovraccaricati,
ma semplicemente al servizio di Dio in uno spirito di dedizione e venerazione, come
appunto dice Swami. Ma per vedere la divinità negli altri, dobbiamo scoprire la luce dentro
di noi. Dobbiamo credere veramente che la scintilla divina che ci motiva risiede anche
negli altri. L’Organizzazione Sai ha lo scopo di purificare sia il cuore sia la mente dell’indi-
viduo. Possiamo chiamarci devoti Sai solo se e quando mettiamo in pratica il Principio Sai,
ovvero il Principio dell’Amore. L’ego e l’attaccamento sono molto simili e i veri ostacoli
verso il primo passo: l’Unità. Siamo attaccati alle nostre abitudini, alle nostre tradizioni,
culture, idee, a ciò che ci piace e non ci piace.Tutto questo porta alle 3 F: frizioni, frazioni
e fazioni, sia nei Centri sia nel mondo. Quindi per ottenere l’Unità dobbiamo dimenticare
ciò che l’io pensa e vuole, e vedere ciò che Loro (gli altri) pensano e vogliono. Solo allora
Noi (tutti) saremo in grado di lavorare all’unisono in armonia, pace e amore. Baba ci ripete
continuamente di abbandonare l’io. Ci fornisce anche i mezzi per farlo. Ciononostante,
ogni tanto un io o l’altro saltano fuori, e un io è sufficiente per creare disarmonia e
divisione, a meno che i Noi non rimangano fermi e focalizzati sulla propria trasformazione
spirituale e sul Divino. Dobbiamo sforzarci di non giudicare mai negativamente gli altri
cercando di vederli quali sono, ovvero uno specchio, un riflesso di noi stessi, i mezzi per
comprendere gli errori e migliorarci. Siamo qui perché Baba ci ha scelti quali strumenti del
Con umiltà e Amore offro i miei riverenti omaggi ai Divini Piedi di Loto di Bhagavân
Baba.
Chi siamo?
Alcuni o forse tutti noi siamo sinceri devoti di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Lo amiamo.
Sentiamo la Sua Presenza Divina nel profondo dei nostri cuori. Ci sforziamo di vivere la
nostra vita in accordo con i princìpi spirituali che Egli ci ha insegnato. È su questa base che
ci riuniamo come Suoi devoti in un’Organizzazione Spirituale a cui Egli ha prestato il Suo
Sacro Nome. Ci impegniamo in pratiche spirituali benefiche e beneficiamo della buona
fede e dell’amore disinteressato che abbonda nelle nostre riunioni. Noi cerchiamo di di-
ventare chi siamo realmente invece di vivere la nostra vita come attori in una commedia
mondana che è spesso frivola e superficiale, e sempre insignificante e irreale. Noi aspiria-
mo a trasformare noi stessi e ad acquisire la realizzazione del Sé!
I Centri Sathya Sai Baba sono posti sacri, non centri di mercato. È nostro dovere preser-
vare la dolcezza del satsa¾g Sai e la santità del Movimento Spirituale Sai. Non permet-
tiamo che i Centri Sai o le Riunioni Sai diventino luoghi di commercio. Evitiamo tutti gli
schemi non sacri.
I Centri Sathya Sai Baba sono posti sacri, non luoghi sociali o politici. È nostro dovere
preservare la purezza dell’Amore disinteressato Sai e la nobiltà del Servizio disinteressa-
to Sai. Non permettiamo che i Centri Sai diventino posti in cui la gente si impegna in
iraconde dispute o in competizioni. Evitiamo i temi egoici.
Le Istruzioni di Swami sono chiare: riunitevi in uno spirito d’Amore! Fate che ci siano
Unità e Amore! Questo è il Messaggio di Swami all’Italia.
Sono qui per comunicare il Messaggio di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba; lo devo fare
fedelmente per il mio beneficio spirituale: se sarò fedele al mandato beneficerò del pro-
Swami ha detto: “Non c’è connessione fra la politica e l’Organizzazione Sathya Sai,
neppure in India.”
Queste sono le parole di Swami ed Egli ci ha incaricati di andare in Italia a riferire il Suo
Messaggio con fermezza ma con amore. Ha anche consigliato che vi riuniate in uno
spirito d’Amore e restauriate l’Unità. Io chiedo che ciascuno di voi segua la propria
coscienza nel decidere se vuol prendere parte o meno a un’azione politica. Ma in ogni
caso, in nessuna circostanza, dovete fare di questo argomento politico un oggetto da
prendere in considerazione nei Centri Sathya Sai Baba o nell’Organizzazione. Questa
questione riguarda solo le preferenze personali o le decisioni individuali, non fa parte
dell’Organizzazione e Swami non ha consigliato a nessuno di seguire questo partito politi-
co né alcun partito politico.
Swami ha detto con fermezza, ma amorevolmente, di porre fine a tutti i vostri conflitti e di
Il nostro incontro odierno, e tutti gli incontri Sai, i satsa¾g Sai e gli incontri dell’Organizza-
zione Sai, tutti gli eventi devozionali, educativi o di servizio, tutto ciò che viene fatto nel
nome di Sai deve essere permeato dello spirito dell’amore senza ego e della luce della
consapevolezza che noi siamo tutti, in realtà, Incarnazioni della Divinità. Nel contesto del
nostro incontro facciamo sì che ognuno di noi abbia la cognizione della propria identità
spirituale e del suo scopo nella vita. Solo allora saremo capaci di contribuire all’esplorazio-
ne, alla spiegazione e alla soluzione di questioni e problemi specifici. Soprattutto, allora
saremo luci d’amore e di divinità in un mondo che talvolta ci appare un po’ abbandonato e
sperduto. Di tanto in tanto sperimentiamo dei problemi nelle Organizzazioni Sathya Sai. I
problemi non sono causati da una nostra mancanza di direzione. Di fatto, i problemi sono
spesso causati dall’avere troppe direzioni. Il nostro zelo, a volte possiede tutte le direzioni
fuorché quella giusta. La giusta direzione non è a nord, a sud, a ovest o a est. La direzione
giusta è quella interiore, una direzione che trascende la bussola ed è sopra le latitudini e le
longitudini delle stelle nei cieli. La direzione interiore porta al Cielo stesso! A volte è
l’oscurità nel mondo a portare confusione e caos. Ma essa oggi è qui e domani non c’è
più. La Luce Divina dell’amore senza ego è una fonte di calore e illuminazione. Essa c’è
sempre e per sempre.
Possa la luce della conoscenza del Sé risplendere più luminosa nel nostro cuore. Possa il
nostro amore senza ego - gli uni per gli altri e per tutti gli esseri viventi - essere al primo
posto nella nostra mente, sempre. Possiamo noi essere capaci di dire dalle profondità del
nostro cuore: “Io sono io”!
Jai Sai Ram
Io sono in voi, con voi, intorno a voi, sopra Tutte le forme che vedete nel mondo este-
di voi e sotto di voi. In questo universo non riore sono in effetti il vostro stesso riflesso.
c’è luogo in cui Dio non sia presente. Ana-
logamente, non esistono né un nome né un Fate emergere “educare” nei vostri cuori
oggetto che non Gli appartengano. Le In questa sala sono radunate molte migliaia
Upani¹ad proclamano la stessa Verità nelle di persone, ma in ognuna di esse c’è un
dichiarazioni: solo cuore e questo è il cuore spirituale. Non
(Continua)
Sotto la Veranda
volontarie e ha chiesto loro: “Che cosa fate?” “Swami, serviamo cibo ai poveri”, esse
hanno risposto. “Oh, capisco. E che qualità? Servite riso da 2 rupie o da 4 rupie?”
Ci sono due qualità di riso: una più economica che costa 2 rupie, l’altra, di qualità
migliore, da 4 rupie. “Serviamo riso da 2 rupie, Swami.” “Ma guarda un po’! Per voi,
per i vostri bambini, per i vostri mariti, comprate riso da 4 rupie, mentre ai poveri date
riso da 2 rupie. Questo non è servizio! Se distribuite ai poveri riso di scarsa qualità, essi
si ammaleranno; tuttavia non potranno affrontare le spese mediche. Molto male! Do-
vreste dare ai poveri il meglio che offrite a voi stessi e non ciò che viene scartato,
inutilizzato, rifiutato. Agli altri andrebbe dato sempre il meglio.” Questo ha detto Swami.
(Improvvisamente il condizionatore della casa dove si sta tenendo l’incontro, comincia
a emettere un cattivo odore. Anil Kumar, vedendo i nasi arricciati dei presenti, dice:)
“Potete chiudere la porta, se volete... Oh! È il condizionatore? Oh, sta partecipando e
commentando quel tipo di servizio. (Risate). Sta dicendo che servire in quel modo
puzza così! (Risate). Ci sta informando che bisogna migliorare le cose. Bene! E questo
perché non esiste materia che sia inerte. (Risate). Siccome tutto è energia, anche lui ha
il diritto di parlare nel suo linguaggio. Molto bene!”
Il ragazzo ha poi concluso il suo intervento con una bellissima considerazione: colui che
riceve, colui che dona e la cosa ricevuta sono la stessa cosa. Colui che riceve il cibo,
colui che offre il cibo e il cibo stesso sono divini. Questo è lo spirito, il marchio dietro il
servizio. Swami ha apprezzato moltissimo quanto detto.
Non c’è altro che Dio (Tradotto dal testo inglese pubblicato da:
Non dovete considerare Gesù un comune www.sssbpt.org)
mortale; dovete invece vedere Dio in Lui.
D. - Swami, andiamo sempre di fretta. Dobbiamo correre in tanti posti per rimanere al
passo con il tempo e la carriera. In questo tipo di vita veloce, è possibile essere spiri-
tuali? Possiamo “aver fretta” anche in campo spirituale?
R. - Molti dei mali attuali sono dovuti a tre fattori assai diffusi: hurry, worry e curry
(fretta, ansia, alimentazione sbagliata). La fretta genera spreco e lo spreco genera
ansia. Perciò, non abbiate fretta. La pazienza è importantissima, essenziale. Nella Mia
precedente Incarnazione a ›irdi, sottolineavo l’importanza di µraddâ, sincerità, e saburi,
pazienza. È molto facile vedere persone che corrono per prendere un treno o un auto-
bus per andare in ufficio. Aspettate anche a lungo, in fila, per entrare in un cinema, ma
quando siete qui cominciate a guardare l’orologio chiedendovi perché Swami non sia
ancora uscito per il darµan! Quindi, ci vuole una notevole pazienza per sperimentare la
beatitudine. Perché ogni cosa accada, c’è un momento giusto, prestabilito e prefissato
da Dio. Arjuna dovette attendere fino all’età di settantaquattro anni per poter ascoltare
la Bhagavad Gîtâ dal Signore K©¹²a, benché i due fossero vissuti vicini e in stretti
rapporti per anni. Quindi, anche voi dovreste attendere. Non dovreste pensare: “E
allora? Perché Swami non mi parla?” Al momento giusto, farò la cosa appropriata per
voi. Il frutto cade al suolo subito dopo essere maturato, staccandosi da solo dal ramo.
Dovrete attendere finché non sarà giunto il vostro momento. Non potete e non dovre-
ste aver fretta nella spiritualità.
D. - Swami, la tendenza predominante oggi è guadagnare sempre più soldi. L’ego e
l’orgoglio stanno crescendo oltre ogni controllo. Quale soluzione potresti consigliarci
riguardo a questa tendenza?
R. - Come la terra ruota intorno al sole, così, attualmente, l’uomo gira attorno al dena-
ro. In realtà, il denaro può darvi soltanto agi e comodità. Ci sono molte cose che il
denaro non può dare. Con il denaro potete gustare cibi deliziosi in un hotel a cinque
stelle, ma può esso darvi l’appetito? Potete acquistarvi un letto meraviglioso, ma anche
il sonno? Può procurarvi le più recenti e costose medicine, ma può il vostro denaro
prolungare la vita a un moribondo? Voi siete convinti che il denaro faccia molte cose,
ma non è vero. Esso vi conduce ai vizi. Invece voi avete, tutti, due importanti risorse:
head (testa) e heart (cuore). La testa porta con sé il senso di responsabilità. Possiede
tutta la conoscenza di prav©tti (il mondo materiale), ma è nel cuore che è custodito
niv©tti (il vero risveglio interiore). I valori, come il sacrificio, la verità, la carità, l’amore
e la compassione, scaturiscono dal cuore. Tutto quello che trovate all’esterno è soltan-
to “art” (qualcosa di artificioso - N.d.T.); “heart” (il cuore) è all’interno! Non la-
sciatevi illudere dall’artificiosità esterna. L’aria che ottenete azionando molti ventilato-
ri è nulla in confronto a quella prodotta dal vento naturale. L’acqua di una cisterna, di
un fiume o di un lago non è paragonabile a quella che può scendere dal cielo. Dio è
infinito: che cos’è l’uomo in confronto? Perché, dunque, siete egoisti e orgogliosi?
Quale motivo avete di esserlo? Le montagne possono essere molto elevate, ma l’ac-
qua scorre solo verso il basso. Similmente, per quanto sia elevata la vostra erudizione
La realizzazione dell’unità
è il segno della vera istruzione
Favole e Poesie
pazienza! Cerchiamo di esaminare le nostre colpe e di non dissipare la
Grazia che costantemente Swami riversa su di noi!
Una volta, Gesù stava camminando per le strade più povere di una città
e vide un uomo che si rotolava nella spazzatura, ubriaco fradicio. Gli si
avvicinò, si sedette al suo fianco e lo svegliò.
Il giovane uomo aprì gli occhi e si accorse della presenza di Gesù. Gesù
gli chiese: “Figlio! Perché stai sciupando il tempo prezioso della tua vita
bevendo?” L’uomo rispose: “Maestro! Ero un lebbroso e Tu mi hai
guarito dalla lebbra. Che cos’altro potrei fare?” Gesù sospirò e se ne
andò. In un’altra strada vide un uomo che inseguiva, con sordide inten-
zioni, una bella donna. Gesù lo afferrò e gli chiese: “Figliolo! Perché
profani il tuo corpo indulgendo in un’azione così bassa?”
L’uomo rispose: “Maestro! Ero cieco e mi hai dato la vista. Che altro
potrei fare?” Gesù si mise in cammino e in un’altra strada vide un
uomo anziano che piangeva amaramente. Gesù gli si avvicinò e lo toc-
cò gentilmente. Il vecchio si asciugò le lacrime e guardò Gesù, che gli
chiese: “Perché piangi, fratello?” L’uomo rispose: “Maestro! Ero quasi
morto e Tu mi hai ridato la vita. Che cos’altro potrei fare, alla mia età?”
- Baba
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