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Massimo Recalcati dedica due volumi al controverso psicoanalista

Il primo, appena pubblicato, sul soggetto e i sentimenti

TUTTO SU LACAN
DALLETICA AL DESIDERIO I PENSIERI DI UN MAESTRO
ROBERTO ESPOSITO
oi, i soggetti. Ma chi siamo, noi? E cosa vuol dire soggetto? Che rapporto passa tra me e laltro, allinterno della comunit? Ma anche tra me e ci che, senza appartenermi, come il linguaggio che parlo, mi condiziona, mi modella, mi altera? E ancora: cosa , per ciascuno di noi, il desiderio? A quale legge risponde? E come si articola con letica, larte, lamore? Sono le grandi domande che si pone, e ci pone, Massimo Recalcati in Jacques Lacan. Desiderio, godimento, soggettivazione (Cortina), prima parte di un dittico, straordinario per quantit e qualit, cui seguir unaltra sulla clinica psicoanalitica. Si tratta del suo ultimo libro, ma anche, pi a fondo, del libro della sua vita. Certamente Recalcati ne scriver ancora molti. Ma il libro della vita unaltra cosa. il libro cui dedichiamo la vita, ingaggiando una battaglia che non possiamo mai davvero vincere. E che poi, a un certo momento, sorprendendoci, la vita scrive attraverso di noi. Si potrebbe dire che questo, a conti fatti, quanto ci ha insegnato Lacan. La sua unopera difficile non perch lontana dalla nostra esperienza, ma perch, al contrario, tanto prossima ad essa che quasi non riusciamo a metterla a fuoco e oggettivarla. La forza e il fascino del libro di Recalcati stanno appunto in questa consapevolezza. Nel sapere, e nel dirci, che le tesi di Lacan non possono essere descritte dallesterno, come una qualsiasi teoria, ma vanno riconosciute dentro di noi nei nostri gesti e nelle nostre parole, nei nostri impulsi e nei nostri smarrimenti. In questo senso va intesa quella sovversione del soggetto cui, fin dai primi seminari, Lacan dedica la propria candola, dando senso a ci che opera e dunque, come si diceva, sembra non averne. Recalcati ricostruisce in tutte la propria vita. Contro lidea di una padronanza del soggetto su le sue pieghe lo sviluppo, tuttalse stesso egli ci insegna che dive- tro che lineare, di un pensiero, niamo ci che siamo soltanto at- come quello di Lacan, costituito traverso la mediazione simboli- nel punto di confluenza e di tenca dellAltro di un terzo che sin- sione tra esistenzialismo e strutterpone nella relazione narcisi- turalismo, capace di assorbire, stica tra noi e la nostra immagine, traducendoli in un impasto oricomplicandola ma anche vivifi- ginalissimo, gli influssi di Hegel e

Heidegger, di Sartre e Kojve, di Saussurre e Jakobson per non parlare di Freud, restato fino allultimo il suo interlocutore privilegiato. In questo quadro complesso e in continua evoluzione, quale il suo punto di partenza il nucleo rovente da cui si pu dire nasca la necessit del suo pensiero? Si tratta del fatto che, nel rifiuto narcisistico dellaltro, nel tentativo inane di ricucire la propria faglia originaria, il soggetto mostra di odiare innanzitutto se stesso. In questo modo nel no-

Riunito in tutte le sue pieghe lo sviluppo di una teoria per niente lineare
do mortifero che lega Narciso a Caino si pu rinvenire la radice dei totalitarismi e della guerra, a ridosso dei quali Lacan comincia a lavorare. Quello che, nella stretta distruttiva tra Immaginario e Reale, risulta escluso il piano del Simbolico, della relazione con laltro, intesa come domanda di riconoscimento reciproco, co-

me legge della parola e del dono. Quando la tendenza allimmunit alla chiusura identitaria prevale sulla passione per la comunit, lIo batte contro il proprio limite rimbalzando sullaltro, secondo una pulsione di morte che finisce per risucchiarli entrambi nel proprio vortice. I grandi temi dellinconscio come linguaggio, del nome del padre, della dialettica tra desiderio e godimento, sono tutti modi per proporre, da parte di Lacan, la medesima esigenza. Che quella, per un soggetto esposto alla propria alterit, di non identificarsi con se stesso, ma senza perdersi nellaltro. Di sfuggire alla ricerca compulsiva di un godimento senza limiti, ma anche alla legge di un desiderio senza realizzazione. Loriginalit di Lacan nellinterpretazione di Recalcati sta nella capacit di tenersi lontano da entrambi questi estremi. Di non contrapporre il godimento al desiderio, ma di cercare di articolarli in una forma che fa di uno il contenuto dellaltro. Il processo di soggettivazione vale a dire di elaborazione, da parte dellio, dellalterit da cui proviene il luogo di questa alleanza, la zona mobile in cui le acque del deside-

rio confluiscono in quelle del godimento, pur senza mischiarsi. Godere nel desiderio, attraverso il desiderio vale a dire non di una pienezza irraggiungibile, ma della differenza che ci attraversa e ci costituisce: ecco la sfida, il luogo impervio della nostra responsabilit etica verso laltro, che n la dissipazione libertina di Sade n la morale sacrificale di Kant potevano mai attingere. il tema su cui sono tornati con effi-

Lo scoglio che non viene affrontato quello della politica nel suo aspetto conflittuale
IL LIBRO
Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione Vol. 1 di Massimo Recalcati (Raffaello Cortina, pagg. 500, euro 39)

cacia anche Bruno Moroncini e Rosanna Petrillo in Letica del desiderio. Un commentario del seminario sulletica di Lacan (Cronopio). Quali sono i segni di questa possibile giuntura tra godimento e desiderio, pulsione e legge, uno e altro? Lacan li rintraccia intanto in unetica del reale non dei valori trascendenti che, pur consapevole della necessit che ci governa, la apre alla contingenza dellincontro

inatteso, come quella che, nellinterpretazione sartriana, fa di Flaubert non un idiota, ma un genio. Ma li ritrova anche nella dinamica dellamore come ci che riscatta limpossibilit degli amanti di ottenere un godimento reciproco. Mentre il maschio non pu godere che di se stesso e in se stesso, la domanda della donna senza limiti e dunque mai soddisfatta. Vero amore quello che, anzich rimuoverla, riconosce questa distanza, rinunciando al godimento assoluto. Non labolizione della mancanza, ma la sua condivisione nellabbandono e nel rischio che ne deriva. Larte, in una diversa esperienza di sublimazione, riproduce tale condizione. Anche in essa la pulsione si afferma circoscrivendo un vuoto elevando il proprio oggetto alla dignit della Cosa. Come provano i quadri di Czanne, ma anche la scatola di fiammiferi di Prvert, in una pratica artistica intesa come organizzazione del vuoto, presenza e assenza si sovrappongono in una forma che fa delluna lespressione rovesciata dellaltra, cos come, in tutta larte contemporanea, la figura si rivolge allinfigurabile. Ancora una volta il soggetto si riconosce assoggettato a qualcosa che lo domina, su cui egli non pu avere controllo. E tuttavia, ci non ne determina n la dissoluzione n la soggezione a una potenza straniera. C sempre, in ogni esistenza, una sporgenza rispetto al proprio destino, un punto di resistenza alla ripetizione che coincide con la singolarit della vita. proprio lassenza di governo di s, lesposizione allAltro, che riapre il cerchio della necessit alla dimensione del possibile. Forse, si potrebbe aggiungere, lunico terreno sul quale questa possibilit appare pi appannata, nellopera di Lacan, quello della politica. Non a caso il libro di Recalcati percorre i territori della filosofia, delletica, dellestetica, ma non quello della politica. Forse perch alla politica non basta la soggettivazione in quanto tale, e neanche lincrocio delluno con laltro. Occorre anche una linea conflittuale che, allinterno della societ, aggreghi gli uni contro, o almeno di fronte, agli altri. Ecco la questione ultima, lasciata aperta da Lacan, con cui la ricerca di Recalcati chiamata a confrontarsi.
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