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ANCORA SCRATCH DIALS IN SARDEGNA! www.nicolaseverino.

it Settembre 2007 (in collaborazione con Paolo Bullita)

Nellaprile del 2005 pubblicai su questo sito il primo articolo dedicato alleccezionale scoperta del primo scratch-dial in Sardegna. Mi fu segnalato da Giovanni Pischedda il quale lo vide sul portale della chiesa altomedievale di San Pietro, posta a pochi chilometri da Bulzi in provincia di Sassari. In realt le tracce le tracce viste da Giovanni Pischedda riconducevano a due antiche meridiane del tipo scratch-dials. Per loccasione mi dilungai, per quanto possibile, sulle origini e sul significato di questa strana ed interessante tipologia di quadrante solare antico e rimando il lettore a quellarticolo per questi dettagli. Il dr. Paolo Bullita, che collabora ad un interessante sito sulla cultura e tradizioni della Sardegna che il lettore pu visitare liberamente allindirizzo http://web.tiscali.it/forzaparis/ , mi ha segnalato il ritrovamento recentissimo di altri due siti in cui sono stati trovati esemplari di quadranti solari riconducibili a questa tipologia, facendo cos risalire a 4, in totale, il numero di scratch dials in Sardegna. Un record, per noi italiani, che comincia ad avere un aspetto storico finora sconosciuto e molto interessante. La considerazione principale resta infatti il riscontro di questo tipo di orologio solare, strettamente ad uso religioso e per lUfficio Canonico fino a circa il XV secolo, non nella nostra penisola, ma solo in Sardegna e il fatto che essi si trovino in pi di qualche luogo, su chiese altomedievali, testimonia il retaggio di tradizioni gnomoniche religiose prettamente anglosassoni nel territorio sardo. La Sardegna la terra italiana pi prossima alla Francia che ricca, come lInghilterra, di questi antichi quadranti solari, ricavati sui muri e nelle pietre degli archi dei portali delle chiese medievali. E lecito supporre quindi che la pi immediata e facile comunicazione con la Sardegna possa aver dato luogo a questa tradizione religiosa nellisola pi che nella penisola e in Sicilia ed per questo interessante, altres, notare che i tre luoghi ove sono stati scoperti questi orologi sono tutti in provincia di Sassari, nella zona occidentale della Sardegna, pi vicina al territorio francese.

Qui sotto si posono vedere i due scratch-dials trovati nel 2005 da Guivanni Pischedda sulla chiesa di San Pietro di Bulzi (Sassari).

Meridiana canonica scratch-dials di Ardara. Foto Paolo Marcias La foto sopra ci mostra unantica meridiana ricavata sulle pietre del fianco destro della basilica di nostra Signora del Regno. Ha la tipica forma di mezzaluna ove al centro doveva esserci il foro per lo gnomone. La suddivisione oraria in 6 settori per quadrante, quindi dodici in tutto. Le linee orarie appaiono prolungarsi leggermente oltre la il semicerchio e convergono al suo centro. Gli ultimi settori appaiono avere una grandezza minore rispetto ai settori centrali vicini alla linea meridiana. Il tracciato non sembra essere di ottima fattura, ma evidente che un tempo forse doveva essere utilizzato, insieme al suono delle campane, dai monaci dellabbazia per osservare i tempi delle funzioni religiose. Questa tipologia di quadrante pu essere ricondotta alla Hampton Lovett dello schema generale di scratch dials proposto da T.W. Cole nel 1935 (vedasi il mio precedente articolo menzionato sopra). Il secondo sito sardo la basilica di SantAntioco di Bisarcio, sempre in provincia di Sassari. Qui, sul fianco destro, sono visibili le tracce di due antiche meridiane, abbastanza visibili nella foto riportata sotto, effettuata sempre da Paolo Marcias. Da quanto possibile rilevare in foto (purtroppo la definizione bassa e non possibile ingrandirla ulteriormente), la meridiana pi in basso sembra essere costituita da quattro settori suddivisi da tre linee nel quadrante di sinistra e da due settori suddivisi da una sola linea in quello di destra. Corrisponde esattamente al modello Bishampton del modello proposto da Cole e che si vede qui a fianco . In questo modo la meridiana sembrerebbe indicare tre periodi per la mattina e due per il pomeriggio. E facile immaginare che per il pomeriggio la linea principale che suddivide i due settori possa coincidere con la linea di Nona che separa la fine dellora Nona e linizio dei Vespri; mentre le tre della mattina indicano certamente periodi corrispondenti approssimativamente alla fine della Prima ora, la Terza e linizio dellora Sesta. La foto mostra la seconda meridiana, nella parte superiore, di cui si distingue a malapena qualche traccia di linea oraria. Per quanto stato possibile analizzare limmagine ingrandita, essa poteva essere costituita probabilmente da tre settori principali per quadrante, oppure da due nel sinistro e tre nel destro come nel modello Churcill di Cole . E difficile esprimersi sul significato dellesistenza di pi tracce di queste meridiane su una sola parete. E possibile che si tratti di tentativi di realizzare quella definitiva, oppure della necessit di avere due tipologie di meridiane per indicare ognuna due tipologie di osservazione degli Uffici religiosi.

Basilica di SantAntioco di Bisarcio. Tracce di due antiche meridiane canoniche. Foto di Paolo Marcias.

Vorrei infine segnalare unaltra interessante meridiana che si trova ad Aidomaggiore (OR) in via Umberto I, il cui aspetto visibile nella foto sotto. Mi sembra abbastanza evidente che gli spazi orari tra le linee non siano uguali tra loro e non corrispondono al sistema orario astronomico, nonostante al termine delle linee siano state incisi numeri romani (antimeridiane) e arabi (postmeridiane). Laspetto della meridiana simile a certi quadranti solari medievali realizzati in Francia tra il XIII e il XV secolo, ma solo unanalisi pi approfondita delle incisioni e delle scritte sul manufatto pu portare ad una risposta pi chiara e forse definitiva. Il fatto che essa sia una pietra singola incastonata nel muro dove si trova, pu far pensare che sia stata staccata da un antico edificio, forse una basilica del posto.

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