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LO SPECCHIO DI RENNES LE CHATEAU

intervista a Giorgio BAIETTI

di Osvaldo CARIGI

Il grande merito di Giorgio Baietti e del suo ‘Lo specchio inverso’ è sicuramente quello di far
‘respirare’ al lettore una certa inquietante, cupa atmosfera ‘noir’ unita ad un criptico
misticismo religioso-esoterico di cui sono pregne le vicende di Sauniere e quelle dei tanti
enigmatici personaggi, fatti e luoghi a lui correlati in un vorticoso intreccio di situazioni che
sembrano uscite dalla fantasia di uno scrittore di gotic-thriller, se non fosse che è tutto
dannatamente vero, e la nutrita documentazione, che lo studioso ligure ha prodotto dopo anni
di minuziose ricerche 'sul campo', dimostra l'indiscussa autenticità della realtà dei fatti
narrati . Sul palcoscenico di Rennes Le Chateau va in onda dal lontano 1885 uno dei più
oscuri, indecifrabili misteri della nostra storia recente e se il buon Berenger Sauniere ne è
l’interprete principale non sono certamente da considerare delle semplici ‘comparse’ altre
ambigue figure delle quali si parlerà nel corso dell’intervista con l’autore del tomo in
questione che caldamente consiglio a tutti coloro che vogliano immergersi nell’indecifrabile
realtà della zona del Razes, dei tanti troppi misteri celati in questo suggestivo angolo di
Francia, misteri che, a vanto del buon Baietti al quale va la paternità di quello che possiamo
tranquillamente definire un vero ‘scoop’, allungano le loro ombre anche sul territorio
italiano..... Ma è tempo di incontrare il nostro ospite e iniziare con lui il viaggio nei meandri di
RLC e dintorni…. non prima, però, di chiedergli il significato del titolo 'del libro: perché 'Lo
specchio inverso'?
GIORGIO BAIETTI: "E' un titolo che rispecchia appieno la "realtà" misteriosa di Rennes, dove
tutto è al contrario, tutto è un riflesso di altri aspetti e altri mondi... le N al contrario, le date senza
senso, i numeri inversi come quello sulla chiesa del Bezu e le anomalie di molte tombe ne sono un
esempio pratico. L'inverso di Rennes contagia anche le località affini come Brenac e la sua chiesa
dai mille misteri e Altare in Italia, la mia scoperta, che sta rivelando dei dettagli veramente eclatanti.
Anche per quanto riguarda il mio nuovo libro che uscirà a gennaio per l'editore Piemme, il titolo è
quantomai significativo: "I guardiani del tempo" che, vi assicuro, sarà una vera bomba. Ci tenevo a
dare a voi la notizia per primi... lo meritate."
Osvaldo CARIGI:”Giorgio, ci descrivi quali sensazioni si provano nel giungere in questo
minuscolo paesino, appollaiato su una collina di 550 m. di fronte ai Pirenei, dove, tra l’altro,
tu sei quasi di casa?”.
Giorgio BAIETTI:“Sono più di vent’anni che, ormai, considero Rennes le Chateau come casa mia.
Il primo viaggio è un po’ come il primo amore e non si scorda mai…! Era l’estate del 1986, una
giornata caldissima e, dopo una serie di tappe in varie città della Francia meridionale, sono giunto in
paese che era ormai notte. Ho posteggiato la mia auto trasformata in minicamper per i pernottamenti
e mi sono messo a dormire. Il sole che all’alba ha invaso l’abitacolo mi ha svegliato e mi ha messo
davanti agli occhi un panorama da favola: montagne innevate in lontananza e colline di terra rossa
dappertutto e poi, sulla destra, lei, la mitica e irripetibile Tour Magdala. Credo di essermi fermato a
contemplarla per almeno mezzora. Essere lì, unico spettatore e fruitore di un simile spettacolo, è
stata la carica giusta per iniziare una giornata di ricerche che… non si sono ancora fermate. Sono
stato a Rennes le Chateau giusto una settimana fa e devo ammettere che l’emozione che mi coglie a
Couiza (il paese di fondovalle in cui sono negozi e vari uffici) quando inizio la salita di cinque
chilometri che conduce al paese dei misteri è sempre la stessa, è sempre nuova. Le rovine del
castello di Coustaussa, il monte Cardou, il maestoso profilo del Bugarach e la punta di roccia del
forte templare del Bézu e l’immancabile ed inconfondibile terra rossa che impregna tutto, sono il
miglior aperitivo per gustare appieno quello che, curva dopo curva, sta per arrivare. Il paese è un
concentrato di emozioni e misteri che bisogna saper cogliere, attimo dopo attimo, ma anche il
visitatore più disincantato non può restare insensibile di fronte a tutto quello che Rennes le Chateau
sa offrire. Qui non si viene per caso, perché questo luogo è magico”, è il motto che compare sulla
“Guida del visitatore”, della mia amica Tatiana Kletzki Pradere, con la quale collaboro da anni (mia
è la traduzione italiana) e che, insieme allo scrittore Jean Blum (ha curato la prefazione del mio
ultimo libro “Lo specchio inverso”) sono due dei tanti e tanti amici che ho in paese e nei dintorni
(altrettanto magici… ma ci ritorneremo). Rennes le Chateau, per me, è anche questo, un luogo in
cui si trovano delle persone per le quali “amicizia” non è soltanto una parola di otto lettere e basta e,
nel contempo, è una cartina al tornasole che fa capire (e questo è un altro mistero che andrebbe
indagato…) di che pasta siano fatte le persone con le quali, magari, si fa un viaggio insieme
dall’Italia e che poi, una volta giunte lì, si dimostrano per quello che sono, con gli istinti più bassi
che si possano immaginare. Purtroppo, anche questo fa parte dell’atmosfera di questo luogo unico al
mondo”.
O.C.:”Nel libro si legge che “…a volte gli abitanti del Razes non amano pubblicizzare il mito
di Rennes le Chateau anzi, se possono, cercano di ignorare del tutto la storia.’” Questo
atteggiamento è diffuso? A cosa è dovuto? "
G.B.:"Ho diversi amici a Rennes le Chateau con i quali condivido da molti anni le medesime
passioni per la ricerca. Primo fra tutti, Serge Colmenero che, con la moglie Hélene gestisce il punto
vendita La Porte de Rennes (souvenirs e molti libri), situato a pochi passi dalla chiesa della
Maddalena. Lui e la famiglia abitano da sempre in paese ed è, quindi, per me un punto di vista
privilegiato per comprendere le varie sfaccettature di questo luogo ed avere a disposizione il "polso
della situazione". A parte loro, comunque, la gente di qui (e sono veramente pochi...) è molto
cordiale e non è infastidita dai numerosi turisti che, durante tutto l'anno, vagano per queste
contrade. Però è anche vero che l'intera vicenda di Saunière è vista principalmente come una caccia
al tesoro e, di conseguenza, chi viene qui da lontano (come gli italiani, ovviamente) ricade un po'
sotto questa ottica. Bisogna fermarsi più a lungo, imparare a conoscere la gente e i luoghi per
entrare in vera sintonia ed ottenere risposte più precise ai vari quesiti che si pongono. La gente di
qui, soprattutto gli anziani, sa di più di quello che può dire con una semplice chiacchierata. E' grazie
ad alcune di queste informazioni che ho potuto scoprire qualcosa di più sui vari sotterranei che
scorrono sotto l'intero paese ed ho appreso notizie interessantissime sul castello che dà nome al
paese, Rennes le Chateau, appunto, ma di cui si sa pochissimo dai libri ufficiali. Sottolineo che hio
avuto ottimi rapporti anche con l'ammisitrazione comunale uscente e, infatti, i miei libri sono gli
unici testi in italiano ospitati presso il locale museo, accanto a quelli provenienti da tutto il mondo."
O.C.:”Nella vita professionale e privata di Sauniere non mancano davvero gli episodi
misteriosi, inquietanti, ma uno in particolare mi ha davvero incuriosito e vede il buon
Berenger minacciato di morte nel minuscolo sperduto villaggio di Le Clat di cui è parrocco.”
G.B.:"Le Clat è la seconda tappa del cammino del giovane parroco Saunière verso Rennes le
Chateau. Vi si ferma circa tre anni e devono essere stati particolarmente duri, in quanto Le Clat è il
classico posto "fuori dal mondo". In confronto, per rendere l'idea, Rennes le Chateau è una città di
luci e vizi! E' un piccolo villaggio posto alle pendici di una montagna che sovrasta il paese di Axat
(dove è sepolto Henri Boudet) e che guarda in faccia i Pirenei che sono proprio di fronte. Quello
che colpisce anche oggi il visitatore, è la selva di antenne paraboliche che sono sul tetto di ogni
casa, proprio di tutte le case, nessuna esclusa. Figuriamoci quale potevano essere i divertimenti
nella seconda metà dell'Ottocento... Comunque, Saunière fa qualcosa (o vede qualcosa che non
doveva vedere) che lo mette in urto con un gruppo di misteriosi pastori (non del paese, questo è
appurato) che progettano, addirittura, di ucciderlo. Fortunatamente il nostro parroco riesce a
sfuggire ai suoi assalitori e a farsi trasferire nel più comodo e "calmo" paese di Rennes le Chateau
dove inizierà la sua leggenda. C'è un'altra notizia che potrà interessare i lettori: la canonica (o
presbiterio, come la chiamano i francesi) in cui visse Saunière, è misteriosamente crollata intorno al
1960. Fin qui, nulla di strano, solo per un particolare; le case attigue non hanno subito il benché
minimo danno, quasi come una demolizione controllata, fatta ad arte da chi sa usare l'esplosivo? E'
un'ipotesi che analizzo nel mio prossimo libro che uscirà per i tipi Piemme alla fine dell'anno. Per
tornare all'esplosivo, è qualcosa che, purtroppo, è molto di moda a Rennes le Chateau e dintorni."
O.C.:”Sauniere è stato anche parroco ‘ad interim’ del piccolo paese di Antugnac ed anche in
questa zona non mancano i misteri: un vicino minuscolo villaggio dallo strano nome di La
Serpent , la presenza di due croci con strane incisioni e, soprattutto, quella di un Cristo senza
mani, amputate da ignoti. Giorgio, nel tuo libro riporti integralmente la lettera di un certo
Jean-Marie Villette che descrive con dovizia di particolari l’incredibile storia di questa statua.
A pag. 221 si legge che il Cristo “…dirige il suo sguardo a est, verso Rennes Le Chateau” e
concludi il capitolo dedicato a questa vicenda paragonando lo sfregio sul demone Asmodeo,
avvenuto nella chiesa di RLC, a quello subito dal Cristo di Antugnac”
G.B.:"Saunière è parroco ad Antugnac per un breve periodo, eppure questo paese della vallata,
vicino al borgo natio di Montazels, lascia in lui un segno importante. Nel suo libro “Mon
enseignemet à Antugnac”, sorta di diario quotidiano, il parroco annota tutta una serie di aspetti
positivi e lascia intendere che si fermerebbe volentieri altro tempo in paese. Visto che era un abile
esploratore, non avrà mancato di visitare lo strano calvario che sorge proprio sopra il villaggio,
lungo la strada che lo collega all’altrettanto bizzarro luogo di La Serpent. L’ho definito strano
perché è l’impressione che se ne coglie, in quanto vi è una grande statua di Cristo che volge le
spalle ad un’antica e robusta croce che sorge a qualche metro di distanza. Su questa croce la scritta
INRI ha la N rovesciata, proprio come in quella che sovrastava la tomba originale di Bérenger
Saunière a Rennes le Chateau. Tornando al Cristo, è a grandezza naturale e volge lo sguardo verso il
villaggio, ma la direzione coglie anche un punto specifico che è tra il massiccio del monte
Bugarach, il forte templare di Bézu e l’inconfondibile collina di Rennes le Chateau. A questa statua
sono state amputate di netto le mani ed io ho la fortuna di possedere le foto originali di queste mani
che mi sono state consegnate da un amico ricercatore francese, Jean Marie Villette, e le ho
pubblicate sul mio libro “Lo specchio inverso”. Erano mani davvero particolari, con le linee della
vita, quelle che un chiromante saprebbe interpretare e altri strani simboli dall’oscuro significato.
Perché tutto questo? Una risposta ce la potrebbero fornire le dita che, però, sono andate perdute e,
soprattutto, quello che indicavano. Purtroppo questo episodio va ad aggiungersi ai molti atti di
vandalismo che interessano la zona, non ultimo quello della decapitazione della statua di Asmodeo
nella chiesa di Rennes le Chateau."
O.C.:”Nei dintorni di Limoux sorge la chiesa di Notre Dame de Marceille, anche se sarebbe
più appropriato il titolo di basilica assegnatole da Pio X nel 1912. Questo luogo di culto
presenta due caratteristiche: una Madonna nera con Bambino, anch’esso nero, e una vicina
sorgente d’acqua miracolosa. Ma non solo: si deve al parroco di Alet-les-Bains, Joseph
Théodore , un quadro più esaustivo sulla chiesa grazie alla pubblicazione di un intrigante
libro; e chi ebbe alle proprie dipendenze il prelato in questione? Un giovane curato di nome
Berenger Sauniere…..E ancora, secondo alcuni commentatori il toponimo Marceille sarebbe
una versione errata di Marseille (Marsiglia), guarda caso la città in cui sarebbe sbarcata
Maria Maddalena con il suo Santo Graal…..Ma un parroco in particolare ha lasciato
un’impronta indelebile su questa chiesa: Henri Jacques Gasc autore di opere davvero
grandiose. Cito un breve passaggio a pag 183 del tuo libro: “In aggiunta a tutto ciò, fa
costruire la cosiddetta fontana monumentale, che gli costerà la bellezza di 20.000 franchi.
Sauniere al confronto era un novellino!” . Giorgio, il mistero di questa chiesa si infittisce
quando però tu affermi : “E’ a Notre Dame de Marceille che nasce tutto l’enigma di cui RLC è
solo una propaggine” e qui ‘entrano in ballo’ i “Tre Nicolas” poi i “Tre Preti” a cui se ne
aggiungono altri due, e uno di questi è Sauniere…. "
G.B.:"E’ questo uno dei luoghi simbolici più importanti e intriganti di tutta l’area. E’ una bellissima
basilica, ricca di affreschi, quadri e statue e testimonianze degli ex voto, riguardo le proprietà
curative di una strana fonte che sorge a pochi metri di distanza e il cui livello dell’acqua è sempre lo
stesso, con qualsiasi condizione di clima. Può piovere per settimane o fare tempo secco, eppure
dentro alla vaschetta l’acqua è sempre la stessa. E’ una chiesa che ha assunto una particolare
importanza durante la Rivoluzione, infatti, è testimoniato da più fonti che una misteriosa donna
vestita di nero sia entrata e abbia portato in salvo la statua della Madonna Nera che lì è custodita, in
quanto doveva essere portata altrove o distrutta per evitare fenomeni di idolatria. E’ stata salvata
dalla furia iconoclasta degli uomini di Robespierre, ma non c’è stato nulla da fare contro i soliti
vandali dei nostri tempi. E’ stata, infatti, danneggiata seriamente a settembre del 2007 e oggi per chi
si reca in quella meravigliosa chiesa non resta che accontentarsi di una fotografia che è ospitata
nella nicchia dove da secoli la statua sorrideva a tutto il mondo con in braccio il suo Bambino.
Attorno a questo edificio ruotano le vicende di tre personaggi, tutti e tre “Nicolas” a cui ho dedicato
un intero capitolo nel mio ultimo libro: Poussin (il pittore dei Pastori d’Arcadia), Pavillon (il
vescovo di Alet les Bains, tra i fondatori della Compagnia del Santo Sacramento), Fouquet (il
sovrintendente alle Finanze di Luigi XIV che, caduto in disgrazia, si mormora fosse divenuto la
celebre Maschera di ferro). Vissuti nel Diciassettesimo secolo, hanno legato le loro esistenze ad un
misterioso tesoro e a questo luogo, ritenuto magico e fondamentale per tutti e tutto quello in cui
credevano e cercavano."
O.C.:”Tu dedichi un intero capitolo ai Catari e a ragione in quanto come si legge nel libro “…
è interessante conoscere un aspetto della regione francese che ospita RLC e tutti gli altri paesi
particolari; tra le varie denominazioni ha anche quello di Pays Cathare, paese cataro”.
Particolarmente interessante l’asserzione di un certo collegamento tra le basi spirituali del
catarismo e il nascente ordine francescano.”
G.B.:"I Catari, i puri, erano i seguaci di una religione dualista che affondava le origini nei miti
Bogomili e, ancora più lontano, in credenze provenienti dall’India.Esiste un sottile filo che lega i
Catari ai Templari, infatti, i cavalieri dal bianco mantello, rifiuteranno di prendere le armi contro i
“puri” quando questi saranno attaccati dal potere papale e dai signori del Nord che volevano
conquistare queste terre. Un altro importante tassello riguarda i francescani e la loro ricerca della
purezza e della semplicità, tutti temi che sono imbevuti di catarismo. C’è solo un piccolo particolare
che li divide: presso i Catari le donne avevano un ruolo fondamentale e, spesso, assumevano le
massime cariche, Perfetti, nella loro chiesa."
O.C.:”Lasciamo per un attimo la Francia e spostiamoci in Italia e più precisamente in
Liguria. Qui troviamo il paese di Altare, un nome…un destino verrebbe da dire. Orbene, tu
hai scoperto una storia che sembra quasi la fotocopia di quella ben più famosa di RLC e di
Sauniere e che ha come protagonista, appunto, un parroco di questo centro: Giuseppe
Giovanni Bertolotti. Siamo nel 1875…”
G.B.:"E’ una mia scoperta di cui vado fiero. In questo paese dell’entroterra di Savona, negli stessi
anni in cui Saunière costruiva il suo regno, un altro parroco, Giuseppe Giovanni Bertolotti,
realizzava il suo impero! Sì, fatte le dovute valutazioni, questo parroco italiano conquisterà una
ricchezza favolosa (decisamente superiore a quella del suo confratello d’oltralpe) e altrettanto
misteriosa e, inoltre, riceverà dei riconoscimenti altissimi da parte del re Umberto I e da parte di due
pontefici: Leone XIII e Pio X. Quest’ultimo, addirittura, arriverà a conferirgli il titolo di vescovo
della basilica di San Giovanni in Laterano, titolo che equivale a quello di vice-papa!!! Insomma,
non male per un oscuro curato della sperduta provincia italiana di un secolo fa. C’è un aspetto molto
interessante che lega i due parroci: la voglia di celebrare banchetti e feste e dei soldi misteriosi che
arrivano sempre dallo stesso posto: la Francia. Infatti, a Bertolotti giungevano ogni mese assegni
corposi proprio dalla Francia… da Parigi o da Rennes le Chateau? Dimenticavo altri dettagli: in
entrambe le chiese la Via Crucis è al contrario e San Rocco ha la ferita sulla gamba destra.
Un’ultimissima considerazione: prima che uscisse il mio libro e che Voyager vi facesse una
trasmissione (la puntata andata in onda il 26 novembre 2007 è basata interamente sui miei scritti!!!),
la chiesa di Altare era sempre aperta e con la massima visibilità, da allora, tutto è cambiato e in
molti mi hanno avvertito del fatto che adesso è molto, molto difficile entrarvi e vedere quello che,
forse, non doveva essere mostrato. Anche il 17 gennaio c’era una piccola folla di curiosi lì
davanti…"
O.C.:”Nelle pagine dedicate ad Alet-les-Bains vi troviamo i segni di probabili soggiorni di
Nostradamus e, poco fuori il paese, una strana lapide commemorativa collocata nel 1600 dal
vescovo Papillon come ringraziamento per essere uscito indenne da un incidente avvenuto
proprio in quel punto. Negli altri due misteri dedicati a questo paese sconfiniamo, per così
dire, nell’ufologia….Una sospetta descrizione di un rapimento alieno raccontato da un
sacerdote Nicolas Pierre Henri Montiaucon assassinato nel 1673 mentre si recava a Lione. Ma
è soprattutto sui Cagot che si accentra l’attenzione: chi erano questi uomini descritti in
maniera leggendaria come appartenenti ad una razza aliena o provenienti da un mondo
sotterraneo e di cui si racconta essere gli abili costruttori autori della costruzione della chiesa
di Saint Salvare su indicazione dei Templari?"
G.B.:"A come Alet. Non è un caso che, proprio da questo villaggio, ho iniziato il mio viaggio nei
misteri di Francia nel libro “Lo specchio inverso”. Qui vi è un concentrato di misteri che merita
un’ampia analisi. Anche i dintorni sono molto interessanti. Vi è, ad esempio, la chiesa di Saint
Salvayre alla cui costruzione hanno partecipato sia i Templari, sia i Cagots. Questi erano una strana
popolazione che a lungo è stata assimilata ai lebbrosi. I Cagots, però, non erano “malati”, erano
semplicemente “diversi”, nel senso che avevano delle caratteristiche poco umane… Si racconta che
avessero mani e piedi palmati (la lebbra non produce questi effetti) e che vivessero in grotte. In
alcuni documenti risalenti all’epoca della Rivoluzione, si menziona l’obbligo di costruire apposite
acquasantiere nelle chiede e separati ingressi negli stessi luoghi di culto. Tutto ciò per evitare i
possibili contatti tra loro e la gente “normale”. La chiesa di Saint Salvayre ha una particolarità: se ci
si mette al centro, si prova una netta sensazione di vertigine, come se una forte energia sottostante
facesse perdere l’equilibrio. Si dice che ciò sia dovuto ad una grande massa d’acqua che è nel
sottosuolo e che provocherebbe una specie di “cassa di risonanza”. Oppure potrebbe essere legato a
quel punto specifico del territorio che solo i Templari e i Cagots conoscevano e sapevano
sfruttare…"
O.C.:”Il 17 gennaio, una data importante per RLC: la manifestazione di una figura di luce.
Sempre il 17 gennaio del 1781 moriva Marie de Negri (o Nègre) e le iscrizioni sulla stele e sulla
lapide della sua tomba sono costellate di strani errori d’ortografia che, secondo alcuni
studiosi, tali non sono ma nascondono in realtà criptici messaggi oggetto di disparate
interpretazioni. Una di queste ci porta in un sentiero tra i boschi vicino a RLC: la “Route
Sainte Marie”…”
G.B.:"E’ questa la data per eccellenza del mistero di Rennes le Chateau. Tutto sembra accadere in
questa giornata che vede come santi patroni: Sant’Antonio Abate, San Sul pizio e San Genolfo, tra
gli altri. Quest’ultimo si presta, poi, ad un gioco di parole, infatti, la sua pronuncia in francese è del
tutto simile a “Cinq genou”, cinque e ginocchio, come la mano aperta che il demone Asmodeo
poggia sul ginocchio nella chiesa di Rennes e Chateau. Riguardo la Route Sainte Marie, è da
segnalare il fatto che si tratta di un semplice viottolo e che è stata inaugurata in pompa magna, come
una vera strada, proprio un 17 gennaio e che ha visto la partecipazione del deputato e vice ministro
alle Belle Arti, Etienne Dujardin Beaumetz, noto appartenente alla Massoneria. Come mai
disturbare un personaggio simile per un sentiero di campagna? Il 17 gennaio è anche la data in cui è
stato pubblicato “Le Serpent Rouge”, il serpente rosso, il mitico libretto che racconta come in una
ballata, gli aspetti più nascosti dell’enigma e i cui tre autori si sono suicidati quasi in
contemporanea. E l’elenco potrebbe continuare…"
O.C.:”Il tuo amico Graham Simmans, recentemente scomparso, ti ha raccontato del
ritrovamento a RLC di due statuette raffiguranti Iside ed Osiride”
G.B.:"Graham Simmans era un caro amico e la sua perdita mi addolora molto ancora oggi.
Frequentemente incontro Ingrid, la vedova, e insieme trascorriamo delle giornate a visitare comuni
amici e a parlare dei misteri di Rennes le Chateau. E’ un modo per ricordare le serate trascorse sulla
poltrona del suo salotto quando Graham mi raccontava (parlava sempre lui, ma per me era un vero
nutrimento ascoltarlo) del suo passato, degli scavi in Terrasanta e in Egitto e delle scoperte fatte nei
dintorni di Rennes. Ogni volta era una vera bomba di notizie, fatti, aneddoti che senza di lui
sarebbero andati perduti. Sempre in queste serate mi ha raccontato di un tempio di Iside a Rennes le
Chateau e di uno di Osiride su una collina che è posta di fronte e che ha la medesima altitudine.
Riguardo le due divinità, è da sottolineare il fatto che pezzi di statuette d’oro che le riproducevano,
sono stati ritrovati in un ruscello che scorre nella vallata. Di questi particolari lui sapeva molto, ma
alla richiesta di ulteriori informazioni, ha preferito rimandare ad un ipotetico “domani” che,
purtroppo, non è mai venuto. Ricordo anche con vera nostalgia il volo che abbiamo fatto insieme al
figlio John che pilotava un Piper sopra l‘intero territorio del Razès, fino a Montsegur. Dal piccolo
abitacolo aveva modo di mostrarmi alcuni punti inerenti il territorio e che, secondo i suoi calcoli,
erano parte integrante del mistero di Saunière.
Graham Simmans era un vero ricercatore e il giorno del suo funerale, nel momento in cui la sua
bara è stata deposta nella profonda fossa nel cimitero del villaggio, la figlia ha sussurrato: “Adesso
è probabile che si metta a scavare e fare ricerche anche lì…”
O.C.:"Corre l'anno 1891. A Rennes Le Chateau, durante i lavori di restauro della chiesa
parrocchiale dedicata alla Maddalena, Sauniere trova "qualcosa" nel pilastro cavo che
sostiene l'altare. Questo "qualcosa" e alcuni misteriosi segni incisi sulla tomba della marchesa
Marie de Negri d'Hautpoul de Blanchefort sepolta nel cimitero del paese, renderanno
ricchissimo il nostro abbate...."
G.B.:"L’ipotetica scoperta delle pergamene (è questo un punto su cui si è dibattuto moltissimo e
che vede alcuni favorevoli all’ipotesi e altri che la osteggiano “ferocemente”… forse, come
sempre, la verità sta nel mezzo…), i segnali misteriosi che comparivano sulla tomba della
marchesa Marie de Negri, sono il punto di partenza della leggenda di Bérenger Saunière. E’
indubbio che da questo momento, il parroco cambi radicalmente vita e si butti a capofitto alla
realizzazione del suo “sogno di pietra”. Ristruttura la chiesa della Maddalena in modo veramente
originale, inserendo quei dettagli che l’hanno resa immortale. Passa poi all’edificazione di Villa
Bethania e della Tour Magdala, i due simboli per eccellenza di Rennes le Chateau. E’ soprattutto
quest’ultima che lo impegna maggiormente. L’architetto incaricato della costruzione aveva
sottolineato che se fosse stata costruita una decina di metri prima, avrebbe avuto un costo
decisamente minore, ma il parroco è stato irremovibile perché la sua torre doveva sorgere proprio lì
e da nessuna altra parte. Riguardo Villa Bethania, devo sottolineare che ho avuto la fortuna di
visitarla alla fine degli anni Ottanta quando era ancora possibile una visione d’insieme, dalle
cantine ai piani superiori, e non come oggi con un paio di sole stanze visibili (una dietro un
vetro…). Altri tempi, altre libertà!"
O.C.:"E' il 17 gennaio 1917. Sauniere si sente male (morirà 5 giorni dopo). Vuole la leggenda
che il reverendo Jean-Riviere di Esperaza, accorso al cappezzale dell'abbate , dopo averlo
confessato si rifiuta di dargli l'estrema unzione, si fa eremita e non sorriderà mai più. Nel
1946, la novantottenne ex perpetua di Sauniere, Marie Denarnaud dirà che la gente di RLC
"Cammina sull'oro e non lo sa" e che "Con quello che ha lasciato il parroco si potrebbe
mantenere l'intero paese per centinaia di anni e ne resterebbe ancora, ma io non lo posso
toccare....". Giorgio, cos'era quel "qualcosa" trovato da Berenger Sauniere?"
G.B.:"Non è una risposta facile perché si presta a critiche e ad attacchi generalizzati. Bérenger
Saunière ha scoperto qualcosa di grande che ha cambiato la sua storia e quella del paese. Io non
credo in un tesoro di oro e pietre preziose, per il semplice fatto che lui pagava in moneta sonante i
suoi fornitori e sarebbe risultato piuttosto difficile il cambio in una banca… prima o poi
l’impiegato di turno avrebbe raccontato a qualcuno di questi strani traffici. Io credo che Saunière
abbia scoperto qualcosa che aveva a che fare con il territorio e che, proprio da lì, trovava il suo
nutrimento. Non si spiegherebbe altrimenti la sua ferrea volontà di non lasciare Rennes le Chateau.
Mai. Durante le moltissime conferenze che tengo in tutta Italia, è questa la perenne domanda
conclusiva che il pubblico mi fa e alla quale si “tenta” di dare risposte plausibili. A me,
personalmente, affascina molto un discorso inerente l’alchimia; il parroco avrebbe trovato il modo
di manipolare e, quindi, monetizzare degli elementi che ha scoperto a Rennes e che solo lì poteva
utilizzare. E’ una tesi che ho esaminato in un racconto che ho scritto nel 2006 e che è stato
pubblicato nel libro “Giallo uovo”, insieme ad altri quattordici scrittori, tra cui Giorgio Faletti e
Loriano Macchiavelli. Il racconto si intitolava “La penultima cena” e riguardava quella che
Saunière organizza a Villa Bethania per esaltare le proprietà magiche di un tubero che si trova nel
terreno proprio sotto la Tour Magdala. Soltanto lì. E’ un racconto di fantasia, d’accordo, però,
scrivendolo (e poi rileggendolo), ho trovato molti più punti di contatto con la realtà che in molti
saggi più o meno seriosi e autorevoli.
Del resto, tutto il territorio del Razès presenta delle anomalie che si evidenziano in maniera
particolare nelle chiese. Brenac ne è un esempio, con la sua chiesa piena zeppa di pitture e sculture
che hanno qualcosa di diverso, qualcosa in più o in meno rispetto all’ortodossia. Il mistero di
Rennes le Chateau è nell’atmosfera che pervade il tutto; è nei suoi silenzi e nell’alone di mistero
che circonda ogni cosa e che è più tangibile della pietra. Tutto sommato, spero non si sappia mai
che cosa ha veramente scoperto il “parroco dei miliardi”.
Giorgio Baietti nella sua prima risposta ha menzionato Monsieur Serge Colmenero come il
più importante fra i suoi amici di RLC, potevo quindi lasciarmi sfuggire il privilegio di averlo,
quale gradito ospite in questa intervista? Interpellato in proposito, Colmenero ha gentilmente
acconsentito a rispondere ad un paio di domande e, nel ringraziarlo per la squisita cortesia,
passo subito alla prima:
Osvaldo CARIGI: »Serge, su http://www.rennes-le-chateau.tv/, sito web del punto vendita
"La Porte de Rennes" che tu gestisci a RLC, c'è scritto "Come ha potuto Berenger Saunière,
parroco di un piccolo paese, diventare ricco? Dopo gli anni 60, il mistero non cessa di crescere,
generando molteplici ipotesi sulla presenza di un tesro a Rennes Le Chateau…" Orbene, ti
chiedo: qua'lè la tua di ipotesi?"
Serge COLMENERO:"Anche se questo può sembrare curioso, Helène e io siamo giunti a Rennes
le Château attraverso la più grande delle combinazioni. Siamo arrivati senza alcuna opinione sulla
questione. Il fatto di viverci da 15 anni ci ha permesso di raccogliere molte informazioni di concerto
con ciò che è raccontato dagli abitanti del villaggio, ma in ugual misura tutte le informazioni
dall'esterno all'origine delle ricerche più o meno serie, ma qualche volta molto interessanti…
Per tornare al mistero "Saunière": Vi è certezza sul fatto che Saunière abbia scoperto degli oggetti
molto antichi, dell'oro, o delle pergamene, durante i lavori nella chiesa. In un primo tempo l'origine
di questo tesoro sembra spiegabile, è il seguito che diventa complicato. Numerosi spostamenti
dell'abate, contatti con le società segrete, per quali ragioni? Molteplici possibilità di deposito di
tesori vi sono a Rennes le Château. Un tesoro nascosto alla Rivoluzione francese, o forse visigoto,
le tombe dei re visigoti non sono mai state scoperte, è una possibilità storica. Forse il tesoro gallico
di Toulouse. Un tesoro votivo derubato a Toulouse dai Romani fu assaltato durante il suo trasporto
verso l'Italia, fu quindi trasportato a una giornata di cavallo da Carcassonne, il che potrebbe
corrispondere a Rennes le Château. Questo non ci dice perché Saunière abbia avuto tale
comportamento misterioso, senza dimenticare le morti violente attorno a questa storia… Ma le
ricerche future saranno effettuate in maniera scientifica. La nuova amministrazione comunale spera
di iniziare degli scavi ufficiali nel villaggio (scoop!). Questo sarà molto, molto interessante!
Speriamo di poter scavare intorno alla fine del 2008 e nel 2009. Il governo è quasi d'accordo… ouf!
Alla fine andiamo a ottenere dei chiarimenti su questa misteriosa questione… Prima di avanzare
un'ipotesi, è preferibile avere dei dati archeologici che siamo in molti ad attendere… I risultati di
questi scavi saranno l'oggetto di pubblicazioni che permetteranno a tutti gli appassionati di seguire
questa formidabile avventura!
O.C.:"Cosa si cercherà di preciso? Magari anche il tesoro di Sauniere....."
S.C.:Il nuovo gruppo municipale intende affrontare la ricerca da un punto di vista scientifico. La
storia di questo villaggio è stata per molto tempo eccentrica. Abbiamo scoperto pentolame che risale
a più di 5000 anni fa. Oggi vogliamo approcciare una ricerca scientifica. Sappiamo che l sito è stato
occupato sin dai vecchi tempi. Nel passato le dislocazioni delle costruzioni del villaggio ha reso
possibile il ritrovamento di pentolame di più di 4.000 anni fa. L'attuale presenza di tombe dei Galli
e dei Visigoti nel villaggio e intorno ma anche i resti di fortificazioni intorno, che avrebbero potuto
indicare una città, ci ha incoraggiato a scavare, ma per fare ciò è importante avere rispetto
dell'ordine delle cose, in linea con i migliori archeologi della zona, è una cosa nuova per questo
villaggio, lasciato a se per molto tempo dal mondo scientifico. In un futuro immediato non è
collegabile con il mistero del nostro prete, ma con tutta la logica sarà possibile sapere con
precisione l'origine di ciò che è stato scoperto. Ciò non è direttamente collegabile al mistero del
tesoro, ma ci permetterà di avere una lettura migliore degli eventi, di posizionare il passato. Non
sappiamo niente o quasi di questo posto, incredibile! Conosciamo l'esistenza di molte caverne
sotterranee, alcune sono state visitate, altre devono ancora essere scoperte e può essere che ciò ci
permetterà di scoprirne lì sotto la cripta sotto la chiesa di Maria Maddalena, sarebbe spettacolare!
Crediamo che RLC fosse una località importante, data la locazione sul confine con la Spagna, il
villaggio è stato probabilmente raso al suolo diverse volte, e ciò rende la lettura dei posti
impossibile senza un serio scavo".

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