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Ricciardetto Noemi ITI G.

VALLAURI Fossano Data: 28/01/12 relazione n 13


Titolo: le macchine elettrostatiche. Obiettivo: Osservare e descrivere il principio di funzionamento di alcune macchine elettrostatiche. Materiale: elettroforo di Volta; macchina di Whimshurts; generatore di Van Graaf; Gabbia di Faraday; Indicatore di polarit; Piumetto elettrico; scampogno elettrico; mulinello elettrico; tubo al neon. 1) Elettroforo di Volta.

L'elettroforo, ideato da A. Volta intorno al 1775, rappresenta una prima rudimentale macchina elettrostatica a induzione in grado di accumulare e separare cariche elettriche. costituito da uno strato di resina (stiacciata o focaccia nel linguaggio dell'epoca) contenuta in un piatto metallico, e da un disco metallico dotato di manico isolante (scudo). Lo strato di resina veniva caricato negativamente per strofinio (in origine con una coda di volpe o con pelle di gatto, successivamente con uno strofinatore, costituito da un disco metallico con il fondo ricoperto di vernice isolante o di stoffa); si poneva poi lo scudo a contatto con lo strato di resina. Per induzione lo scudo si carica di segno positivo sulla faccia prospiciente la resina e di segno negativo sulla faccia superiore. Toccando con un dito la faccia superiore, le cariche negative si scaricano a terra e scocca una scintilla. Lo scudo rimane cos carico positivamente. Se si solleva lo scudo e si scarica l'elettricit positiva, si pu disporre di nuovo lo scudo sullo strato di resina e ripetere le operazioni precedenti senza che la resina debba essere rielettrizzata (in luogo asciutto, la "focaccia" protetta dallo scudo poteva rimanere infatti carica per mesi). Per tale motivo Volta denomin il dispositivo elettroforo perpetuo. Grazie alla sua semplicit costruttiva e di funzionamento, l'elettroforo di Volta ha goduto di grande popolarit ed stato realizzato in molte versioni. Presente in tutti i laboratori, viene descritto puntualmente in tutti i manuali dell'epoca con le istruzioni per costruirlo. Nella versione

originale, Volta realizz la stiacciata (oggi per lo pi di perspex) con una miscela riscaldata di resina, trementina, colofonio e cera, che veniva poi versata e spianata nel piatto metallico. Gli esemplari qui mostrati dispongono dei relativi scudi e strofinatori mentre lo strato di resina andato perduto. 2) Macchina di Whimshurts un generatore elettrostatico in grado di separare cariche e produrre differenze di potenziale molto alte, ideata dallingegnere e inventore britannico James Wimshurst nel 1880. A partire dal 1878, infatti, lo scienziato inizi ad interessarsi a questo tipo di macchine fisiche, prendendo spunto da quelle create da molti inventori suoi predecessori: come molte delle macchine da lui create, anche questa riprende il modello della macchina di Holtz. La macchina di cui siamo in possesso stata costruita dallofficina palermitana, intorno agli anni venti e acquistata dal liceo scientifico Cannizzaro nel 1924. Lo strumento composto da una base in legno sulla quale sono fissati due dischi uguali rotanti con la stessa velocit e verso opposto. I due dischi costituiti da materiale isolante (bachelite)portano nelle le facce esterne delle strisce di alluminio, che si caricano per effetto dello strofinio di piccoli pettini di rame collegati tra di loro da bacchette di metallo, presenti anche sul retro. Ciascun pettine collegato con una bottiglia di Lei da (un particolare tipo di condensatori) e con unasta mobile munita di una sferetta e di impugnatura isolante. Facendo ruotare i due dischi le cariche assunte aumentano rapidamente e caricano i condensatori e i due poli della macchina (le sferette) tra i quali scocca una scintilla che pu essere lunga diversi centimetri e avere un voltaggio discretamente alto.

3) Generatore di Van de Graaff Il generatore di Van de Graaff una macchina elettrostatica in grado di accumulare una notevole

quantit di carica elettrica in un conduttore, creando tra questo ed un elettrodo di riferimento, solitamente messo a terra, un'altissima tensione (si pu arrivare fino a milioni di Volt). Fu inventata verso la fine del 1929 dal fisico statunitense Robert Van de Graaff (1901-1967), da cui prende il nome. Per la sua relativa semplicit comune nei laboratori di molte scuole, ma ha anche applicazioni pratiche ad esempio in fisica nucleare, dove l'elevata differenza di potenziale generata viene utilizzata per accelerare particelle dotate di carica elettrica.

Ricciardetto Noemi ITI G. VALLAURI Fossano Data: 28/01/12 relazione n 13

Schema del generatore. Un generatore di questo tipo composto sostanzialmente da una cinghia di materiale isolante tesa tra due pulegge e mantenuta in rotazione da un motore. La cinghia viene caricata per induzione da una serie di punte metalliche (effetto punta) poste in prossimit di una delle due pulegge e collegate ad un generatore di tensione continua (ad esempio una batteria). Queste cariche vengono poi trasportate per azione del motore all'interno di un conduttore di forma sferica isolato, dove un secondo pettine metallico collegato elettricamente alla sfera le trasferisce sulla superficie di quest'ultima. Se non si spegne la macchina il processo si arresta quando la tensione della sfera sufficiente a produrre scariche elettriche attraverso gli isolanti di sostegno (rottura dielettrica) o attraverso l'aria circostante (ionizzazione dell'aria). Il tipico esperimento che si fa nelle scuole quello di avvicinare alla sfera in tensione un conduttore posto a massa e di osservare la scarica che si genera in modo analogo ai fulmini. In questo tipo di generatori si raggiungono tensioni che sono proporzionali al raggio dell'elettrodo ad alta tensione. Una macchina con elettrodo di un metro di raggio, pu raggiungere una tensione massima di 106 V. Per raggiungere tale tensione occorre per che l'elettrodo sia distante da ogni altro oggetto e che l'aria sia quasi priva di umidit. Per ottenere tale caratteristica, dopo il 1935, tutti i generatori sono stati realizzati racchiusi in un recipiente cilindrico di acciaio contenente un gas (aria deumidificata oppure elio), ad una pressione di 10-20 atm. Con la pressione infatti aumenta la capacit del gas di sopportare campi elettrici elevati senza dar luogo a scintille. Dopo il 1940 sono stati usati gas diversi dall'aria (ossido di carbonio, freon, azoto), e realizzati generatori con tensioni da 1 MV fino a 5,5 MV (con contenitore di 2,5 m di diametro e 8 m di altezza).

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