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Sommario 22

2008

Metodologia
Le certificazioni di lingua italiana
Alberta Novello

pag

Accelerated learning e Soglie di padronanza


Paola Vettorel

pag 10

Italiano a stranieri in Italia


www.initonline.it

n 22
Direttore Scientifico
Paolo E. Balboni
Direttore Responsabile
Domenico Corucci
Redazione
Mario Cardona
Marco Mezzadri
Anthony Mollica
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Autorizzazione
Tribunale di Perugia
n 12 del 04/03/2000

Modelli didattici per linsegnamento


dellitaliano L2
Paolo E. Balboni

pag 15

Da una classe ad abilit differenziate a una


classe inclusiva
Paola Celentin

pag 19

Italiano a stranieri nel mondo


L'insegnamento della lingua italiana in Mongolia pag 23
Paula Haas
Strumenti
Recensioni:

pag 27

- Patrizia Mazzotta, Laura Salmon,


Tradurre le microlingue scientifico-professionali.
Riflessioni teoriche e proposte didattiche.
Fabio Caon
- Pietro Trifone, Massimo Palermo,
Grammatica italiana di base.
Matteo Santipolo
Universit per Stranieri di Perugia.
Universit per Stranieri di Siena.
Universit di Venezia, Laboratorio itals.

pag 30
pag 31
pag 32

Materiali didattici
Guida alluso delle preposizioni
pag 22
Manuale di didattica dellitaliano L2
pag 28
Progetto Iura: la formazione dei docenti di lingua pag 29
e traduzione in ambito giuridico italo-tedesco

Tiratura
12.000 copie
Le immagini di questo
numero riproducono alcune
bellezze naturalistiche italiane

In.IT

Metodologia

Le certificazioni di lingua italiana


di italiano come lingua straniera riconosciute dal
Ministero degli Affari Esteri
e dal Ministero dellIstruzione,
dellUniversit e della Ricerca
Scientifica sono quattro:
CILS, rilasciata
dallUniversit per
Stranieri di Siena;
CELI, rilasciata
dallUniversit per Stranieri di Perugia;
PLIDA, rilasciata dalla Societ Dante
Alighieri di Roma;
IT, rilasciata dallUniversit Roma Tre
di Roma.

IN ITALIA
LE CERTIFICAZIONI

Le certificazioni sono conseguibili attraverso


il superamento di pi prove di abilit nella
lingua italiana, le quali possono essere
sostenute nelle sedi degli enti certificatori o
nelle sedi aderenti (in Italia o allestero).
Ogni certificazione attesta livelli di competenza linguistica prestabiliti, rapportabili ai livelli
delineati dal Consiglio dEuropa allinterno del
Common European Framework of Reference.
Le prove riguardano la comprensione e la
produzione di testi scritti e orali con le
varianti proprie di ogni ente.
I destinatari delle certificazioni sono tutti i
cittadini stranieri (compresi gli italiani residenti allestero e gli immigrati in Italia) interessati a un documento ufficiale che attesti
la loro competenza nella lingua italiana.

Parco Nazionale
del Gran Paradiso
Val di Cogne

1. CILS, Siena
La CILS - Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera - rilasciata dallUniversit
per Stranieri di Siena ed riconosciuta dallo
Stato italiano in base a una convenzione con
il Ministero degli Affari Esteri.
LUniversit per Stranieri di Siena ununiversit statale ad ordinamento speciale che
svolge attivit di insegnamento e ricerca
scientifica finalizzate alla conoscenza e alla
diffusione della lingua e della cultura italiana.
Per lorganizzazione e lo svolgimento delle
attivit didattiche e scientifiche allinterno
dellUniversit per Stranieri di Siena operano: la Facolt di Lingua e Cultura Italiana, il
Dipartimento di Scienze Umane, il Centro
Linguistico e il Centro per la Certificazione
della conoscenza della lingua italiana come
lingua straniera (www.unistrasi.it).
1.1 I livelli
Nella certificazione CILS i livelli attestati
sono sei: Livello UNO, Livello DUE, Livello

In.IT

TRE, Livello QUATTRO e i due livelli di competenza elementare, Livello A1 e Livello A2.
Essi sono divisi in pi moduli:
modulo adulti in Italia;
modulo adulti allestero;
modulo ragazzi allestero.
Livello UNO: il livello base (ma non elementare) della competenza in italiano come
lingua straniera: verifica le capacit comunicative necessarie per usare la lingua italiana
con autonomia e in modo adeguato. Uno
straniero con questo livello di competenza
in grado di comunicare in italiano in situazioni quotidiane frequenti e pu leggere i
testi pi diffusi e utili. La produzione orale e
scritta comunicativamente efficace, anche
se contiene errori.
Livello DUE: il livello intermedio della
competenza comunicativa in italiano come
lingua straniera. Prevede una maggiore
capacit di uso di elementi dellarea fondamentale della lingua rispetto al Livello UNO.
Chi possiede questo livello in grado di
comunicare efficacemente nellambito di
studio e di lavoro. La produzione orale e
scritta comunicativamente efficace, anche
se contiene errori.
Livello TRE: il livello superiore della competenza in italiano come lingua straniera:
prevede un ampliamento dellarea degli usi
linguistici e dei contesti di comunicazione.
Permette di comunicare nei rapporti formali
di tipo pubblico e nei rapporti di lavoro. Chi
possiede questo livello in grado di interagire con Enti pubblici, aziende, eccetera,
dimostrando di saper assumere un ruolo
adeguato alla situazione.
Livello QUATTRO: il livello avanzato della
competenza in italiano come lingua straniera: prevede un ulteriore ampliamento degli
usi linguistici e la reale capacit del candidato di dominare una vasta gamma di situazioni comunicative. Permette di gestire non
solo tutte le situazioni informali e formali di
comunicazione, ma anche quelle professionali. il livello che deve possedere uno straniero che voglia insegnare italiano; richiede
una completa formazione linguistica.
Ulteriori descrizioni e il sillabo delle competenze e delle abilit proprie di ogni livello
sono disponibili nelle Linee Guida Cils
(www.unistrasi.it).
La CILS stata realizzata secondo i parametri di certificazione delineati dal Consiglio
dEuropa nel Common European Framework
of Reference.

di Alberta Novello
1.2 Le prove
Lesame CILS composto da cinque parti che
vanno a testare le abilit di base: ascolto, lettura, produzione scritta, produzione orale,
analisi delle strutture di comunicazione.
Per ottenere la certificazione necessario
raggiungere un punteggio minimo in tutte le
abilit dellesame. Se si ottiene il punteggio
minimo solo in alcune abilit, il risultato
capitalizzabile per il periodo di un anno.
Tutte le prove CILS partono da un testo, il
quale rappresenta il centro della comunicazione che sar alla base del test.
I testi delle prove sono scelti secondo tre
criteri:
il tipo di struttura testuale (narrativo,
descrittivo, argomentativo);
linformativit (in cui si tiene conto della
densit delle informazioni);
il valore pragmatico (i testi devono avere
un valore nella comunicazione e nella risoluzione dei problemi di interazione sociale).
Nelle Linee Guida CILS (www.unistrasi.it)
consultabile la lista che indica i tipi di testi
pi adatti per le prove di ascolto, lettura,
scrittura e parlato su cui si basa la scelta dei
testi per le prove CILS.
Le prove sono cos suddivise e costituite:
Ascolto: Tre prove, scelte tra: dettato (solo
per i livelli 1 e 2); scelta multipla; completamento di frasi o brevi testi; individuazione di
informazioni; individuazioni di situazioni
comunicative (solo per il livello 1); domande
che richiedono risposte brevi (solo per i
livelli 3 e 4); abbinamento di brevi testi (per
il livello 3); riempimento di tabelle (per i
livelli 3 e 4); riassunto (solo per il livello 4).
Comprensione della lettura: Tre testi, con
prove di: scelta multipla; completamenti;
ricostruzione di testi (solo per i livelli 1, 2,
3); cloze (per i livelli 1, 2, 3); abbinamenti;
individuazione di informazioni; domande
semistrutturate (per i livelli 3 e 4); domande a risposta aperta (solo per il livello 4);
riordino di un dialogo (solo per il livello 4).
Analisi delle strutture di comunicazione:
Quattro prove, scelte tra: riempimento con
lessico e morfologia (pi sintassi per i livelli 2, 3 e 4 e coesione testuale solo per il
livello 4); formazioni di frasi usando alcune
parole date (solo per il livello 1); trasformazione di un testo dal singolare al plurale o
dal presente al passato o viceversa (solo
per il livello 1); riconoscimento di generi
testuali o tipo di testi (solo per il livello 1);
individuazione di situazioni comunicative
(solo per il livello UNO); scelta o produzione

dellespressione adeguata al contesto in


alcune situazioni comunicative (per i livelli
1 e 2); completamento o costruzione di
brevi frasi, uso delle congiunzioni subordinanti e coordinanti (per il livello 2); trasformazioni di frasi dalla forma attiva alla forma passiva, dalla forma esplicita alla forma
implicita e viceversa (per il livello 3); riscrittura di frasi partendo da parole date (per i
livello 3 e 4); trasformazioni di brevi testi del tipo di testo e registro (per i livelli 3 e
4); trasformazione dal discorso diretto al
discorso indiretto (solo per il livello 4);
nominalizzazione e riscrittura di frasi (solo
per il livello 4); spiegazione del significato
di brevi testi (solo per il livello 4).
Produzione scritta: Due prove, costituite
da: descrizione libera (per il livello UNO);
lettera per ringraziare, chiedere, raccontare
(registro informale per il livello 1, registro
formale per il livello 2); cronaca di una
giornata, festa o gita (per il livello 2); saggio (per i livelli 3 e 4); lettera formale a
giornali, enti pubblici, eccetera (per il livello 3); lettera di reclamo, progetto, regole e
istruzioni (solo per il livello 4).
Produzione orale: Due prove: dialogo;
monologo.
1.3 La valutazione
Per quanto riguarda la valutazione, ogni abilit vale 20 punti. Per superare unabilit
necessario un punteggio minimo di 11 punti.
Come accennato precedentemente, per ottenere la certificazione CILS occorre ottenere
la sufficienza in tutte le abilit (punteggio
minimo: 55), le quali hanno un risultato
capitalizzabile per il periodo di un anno, dal
primo esame sostenuto.
Le prove sono valutate secondo il profilo di
competenza linguistica e comunicativa previsto per ciascun livello, ladeguatezza ai
compiti richiesti e lefficacia comunicativa.
Nei livelli UNO e 2 lefficacia comunicativa
prevale sugli aspetti formali. Nei livelli 3 e 4
la correttezza formale ha un peso maggiore.
La valutazione delle prove chiuse prevede
un punteggio prestabilito per ogni risposta
esatta e un punteggio uguale a zero per ogni
risposta sbagliata o omessa (le risposte sbagliate sono penalizzate nei casi Vero/Falso
per evitare un punteggio massimo dovuto
alla scelta di tutte le risposte).
Per le prove semistrutturate, invece, esistono dei punteggi sfumati: nelle prove di comprensione dei primi livelli (1 e 2) non vengono considerati gli errori formali; nei livelli

Parco Nazionale
dellArcipelago Toscano
Isola dElba

In.IT

Metodologia

Le certificazioni di lingua italiana


pi alti (3 e 4) c una minima penalizzazione
per questo tipo di errori.
Nelle prove aperte (produzione orale e scritta), infine, vengono adottate delle griglie di
valutazione nelle quali vengono separati i
diversi aspetti della produzione, (come, ad
esempio: lefficacia comunicativa, ladeguatezza stilistica, la correttezza morfosintattica,
lortografia e la punteggiatura per le produzioni scritte; ladeguatezza lessicale, di registro e di variet linguistica, la pronuncia e
lintonazione per le produzioni orali) e dove
per ciascun aspetto viene stabilito il punteggio massimo da attribuire.

Parco Nazionale
del Gran Paradiso
Panorama

1.4 Indicazioni
I destinatari della CILS sono: tutti i cittadini
stranieri, i cittadini italiani residenti allestero (discendenti di emigrati italiani) e gli
immigrati stranieri in Italia.
Per la certificazione non sono previsti limiti
di et, anche se le prove non sono da considerarsi adatte a bambini che si trovano nei
primi anni della scuola di base.
Per essere ammessi allesame non necessario possedere particolari titoli di studio,
n aver superato un esame CILS di livello
inferiore.
Le prove, inoltre, non sono legate a corsi di
lingua; ogni candidato pu prepararsi privatamente secondo le proprie esigenze.
LUniversit per Stranieri di Siena offre
comunque (oltre ai corsi di lingua) dei corsi
di preparazione CILS, della durata di 20 ore
nei mesi di maggio e novembre.
Le ore di corso consigliate dalle Linee guida CILS per il raggiungimento dei vari
livelli sono:
Livello 1: 150 ore
Livello 2: 250-300 ore
Livello 3: 400-500 ore
Livello 4: 750-1000 ore
Gli esami si svolgono allestero presso gli
Istituti Italiani di Cultura o presso altre sedi
convenzionate. In Italia gli esami si svolgono
presso lUniversit per Stranieri di Siena e
altre sedi istituzionali convenzionate (vedi
elenco nelle Linee Guida CILS).
Gli esami sono tenuti due volte allanno allinizio di giugno e di dicembre, contemporaneamente in tutto il mondo.
Prove di esami sostenuti sono disponibili
allindirizzo: www.unistrasi.it.
2. CELI, Perugia
Il CELI, Certificato di conoscenza della lingua italiana, rilasciato dallUniversit per

In.IT

Stranieri di Perugia, allinterno dellALTE


(Association of Language Testers in Europe)
ed riconosciuto dal Ministero degli Affari
Esteri.
Si occupa della certificazione CELI il CVCL,
Centro per la Valutazione e la Certificazione
Linguistica, impegnato anche nella ricerca nel
settore della verifica e valutazione delle competenze linguistiche nelle lingue seconde.
La storia dellUniversit per Stranieri inizia
nel 1921 grazie allavvocato perugino Astorre
Lupatelli. Nel 1992 stata riordinata Universit, di cui fanno parte le Facolt di Lingua e
Cultura Italiana e i Dipartimenti di Scienze del
Linguaggio e di Culture Comparate.
2.1 I livelli e le prove
I livelli CELI testati sono cinque: CELI 1,
CELI 2, CELI 3, CELI 4, CELI 5.
CELI 1
un livello base pari al Livello A2 del
Common European Framework of
Reference. Verifica la conoscenza della lingua italiana a un livello elementare. Il candidato deve essere in possesso delle abilit
necessarie a soddisfare essenziali bisogni
comunicativi in situazioni quotidiane ricorrenti. Lesame costituito da quattro prove:
prova di comprensione di testi scritti, che
utilizza abbinamenti e scelte multiple per
verificare la comprensione di brevi testi
come: avvisi, istruzioni e pubblicit;
prova di produzione di testi scritti, con
completamenti ed espansioni di testi;
prova di comprensione di testi orali, che si
avvale di abbinamenti e scelte multiple per
verificare la comprensione di testi registrati;
prova di produzione orale, che prevede
una conversazione con due esaminatori
con lausilio di materiale di supporto (consegnato dieci minuti prima della prova).
CELI 2
Corrisponde al Livello B1 del Framework. Il
candidato deve mostrare una conoscenza
della lingua italiana tale da permettergli di
interagire in situazioni prevedibili nella vita
sociale e nel lavoro. Lesame composto da
quattro prove:
prova di comprensione di testi scritti, la
quale impiega scelte multiple, abbinamenti e
completamenti per verificare la comprensione di testi di contenuto pratico-informativo;
prova di produzione di testi scritti, che
richiede il completamento di un modulo,
un annuncio e una lettera;

di Alberta Novello
prova di comprensione di testi orali, con
scelte multiple e abbinamenti;
prova di produzione orale con conversazione come per il CELI 1.
CELI 3
Corrisponde a un livello intermedio pari al
Livello B2 del Consiglio dEuropa. Il candidato deve essere in possesso delle abilit
necessarie per eseguire compiti comunicativi allinterno di situazioni implicanti una sua
pi attiva partecipazione alla vita sociale,
lavorativa, scolastica. Lesame costituito da
cinque prove:
prova di comprensione di testi scritti, con
scelte multiple, abbinamenti e risposte
brevi che seguono testi come: quotidiani,
opuscoli, riviste o lettere;
prova di produzione di testi scritti, la quale
prevede una composizione e una lettera;
prova di comprensione di testi orali, con
scelte multiple e abbinamenti;
prova di produzione orale, che richiede di
conversare con due esaminatori su:
domande su di s, la descrizione di una
foto, il contenuto di un articolo;
prova di competenza linguistica che valuta
la padronanza di strutture grammaticali e
del lessico con completamenti e ricostruzione di testi.
CELI 4
Lesame per il conseguimento del Certificato
CELI 4 verifica la conoscenza della lingua
italiana a un livello avanzato e corrisponde
al livello C1 del Framework. Il candidato
deve essere in possesso delle abilit necessarie per inserirsi in ambienti italofoni, onde
esserne elemento partecipe, anche per motivi di studio universitario o lavoro. Lesame
composto da cinque prove:
prova di comprensione di testi scritti, che
utilizza scelte multiple, risposte brevi e
abbinamenti;
prova di produzione di testi scritti, richiedente un riassunto e una composizione;
prova di comprensione di testi orali, che si
avvale di completamenti, abbinamenti, trasferimento di informazioni;
prova di produzione orale, la quale consiste in una conversazione con due esaminatori su: se stessi, foto, articoli, tabelle o
grafici;
prova di competenza linguistica con prove
di identificazione e correzione di errori,
completamenti ed espansione di appunti.

CELI 5
Certifica la conoscenza della lingua italiana
ad un livello avanzato, pari al C2 del
Framework. Il candidato deve essere in possesso delle abilit necessarie per interagire
in qualsiasi contesto sociale o professionale.
Lesame costituito da cinque prove:
prova di comprensione di testi scritti, che
verifica la comprensione di testi come riviste specialistiche, opere narrative e contratti,
attraverso scelte multiple e risposte brevi;
prova di produzione di testi scritti, che
richiede una composizione e due lettere
(gli argomenti sono di interesse sociale; il
racconto pu essere fantastico o reale);
prova di comprensione di testi orali, con
scelte multiple, abbinamenti e completamenti;
prova di produzione orale, in cui richiesto di sintetizzare o commentare un testo,
delle foto o dei proverbi;
prova di competenza linguistica con luso
di completamenti e di attivit di identificazione e correzione di errori.
stato inoltre aggiunto il CELI 5 DOC,
Certificato di lingua italiana per docenti, il
quale corrisponde al livello C2 del
Framework ed stato creato per coloro che
desiderano ottenere il riconoscimento dei
titoli di formazione professionale al fine dellesercizio della professione docente nella
scuola italiana (per maggiori informazioni
consultare il sito del CVCL: www.cvcl.it).
LUniversit per Stranieri di Perugia rilascia
dal 1999 anche la CIC, Certificazione della
conoscenza dellItaliano Commerciale, la
quale comprende due livelli: CIC intermedio
e CIC avanzato, corrispondenti rispettivamente ai livelli CELI 2 e CELI 4.
2.2 La valutazione
Nella certificazione CELI per le prove scritte
vengono utilizzati appositi criteri e scale di
punteggi che si differenziano per ogni tipo
di prova, dando in genere un punteggio per
ogni risposta corretta, un punto in meno
per le risposte sbagliate e zero punti per lastensione.
Le scale sono consultabili allindirizzo:
www.cvcl.it, dove possibile anche vedere
i criteri specifici per la correzione della prova
di produzione di testi scritti differenziati per
livelli.
Per la prova di produzione orale viene utilizzata una scala specifica per ogni livello che
attribuisce un determinato punteggio ad
5

In.IT

Metodologia

Le certificazioni di lingua italiana


ogni grado di competenza (dal CELI 2 le
competenze valutate sono: lessicale, morfosintattica e sintattica, socioculturale, pronuncia e intonazione).
2.3 Indicazioni
Il certificato CELI 3 riconosciuto dal
Ministero dellIstruzione, dellUniversit e
della Ricerca Scientifica come attestato della
conoscenza della lingua italiana per iscriversi alluniversit in Italia. Il certificato CELI 5,
invece, riconosciuto per linsegnamento in
lingua italiana nella scuola.
Lesame finale si svolge due volte allanno in
sedi italiane ed estere nei mesi di giugno e
novembre (da questanno sono previsti ulteriori appelli).
Non consentito iscriversi a pi di un livello
di esame nella stessa sessione.
Non sono previsti limiti di et, ma il CVCL
sconsiglia la certificazione ai ragazzi sotto i
dodici anni.
Per ottenere il certificato necessario superare tutte le prove; la prova scritta e la prova
orale sono capitalizzabili per il periodo di un
anno (due sessioni).
Per esercitazioni e altre informazioni sulle
prove CELI si consiglia: www.cvcl.it.

Grotte di Pastena
Veduta

In.IT

3. PLIDA, Dante Alighieri


La Certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA diffusa e curata dal Progetto
Lingua Italiana presso la Sede Centrale della
Societ Dante Alighieri di Roma, il quale persegue anche lintento di fornire la consulenza
scientifica e didattica agli insegnanti e coordinatori dei corsi di lingua italiana presso i
Comitati Dante Alighieri in Italia e allestero.
La Societ Dante Alighieri nata nel 1889
con lo scopo di istituire dei corsi di lingua
italiana per gli emigrati che si recavano allestero in cerca di lavoro. I fondatori intitolarono lassociazione a Dante Alighieri in ricordo
del suo contributo ai fini di compiere lunit
linguistica della Nazione.
Da allora si sono succeduti undici presidenti
che hanno provveduto al mantenimento e
allo sviluppo della Societ, anche nel campo
della ricerca e della formazione.
Il PLIDA un diploma ufficiale convalidato
scientificamente dallUniversit La Sapienza
di Roma e riconosciuto dal Ministero degli
Affari Esteri, dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali e dal Ministero
dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Scientifica.

3.1 I livelli
La certificazione PLIDA attesta la competenza della lingua italiana secondo una scala di
sei livelli che vanno dal livello A al livello C2
in progressione di difficolt; le relazioni con
il Framework sono:
Italiano Iniziale:
DANTE A1 e DANTE A2
Italiano Fondamentale:
DANTE B1 e DANTE B2
Italiano Professionale:
DANTE C1 e DANTE C2
Sono stati inoltre aggiunti il certificato Plida
Juniores, Certificazione della Lingua Italiana
per Adolescenti, destinato a ragazzi di et
compresa tra i tredici e i diciotto anni e il
Plida Commerciale, Certificazione di competenza della lingua italiana - Italiano
Commerciale, per persone di et superiore
ai diciotto anni interessate a una certificazione specifica per lambito commerciale. Il certificato Plida Juniores attesta tutti i livelli,
mentre il Plida Commerciale comprende i
livelli B2 e C1.
I livelli di Italiano Iniziale attestano la capacit di comunicare in italiano in situazioni
familiari legate alla vita quotidiana (famiglia,
acquisti di generi primari, attivit lavorativa
personale). prevista la comprensione orale
e scritta di semplici informazioni contenute
in annunci, prospetti, orari, menu, notiziari,
brevi lettere e la possibilit di esprimersi
oralmente e per iscritto su argomenti di prima necessit (richiesta di informazioni,
telefonata informale, biglietto di saluti, di
ringraziamento, di auguri).
I livelli di Italiano Fondamentale presuppongono una conoscenza generale della lingua
parlata e scritta e labilit nel passare dal
registro formale a quello informale della lingua. prevista la comprensione e la produzione riguardanti argomenti basati su contesti comunicativi quotidiani (formazione scolastica ed extrascolastica, lavoro, tempo
libero) oltre alla comprensione del senso
globale di notiziari, programmi radiotelevisivi, testi su temi di attualit, istruzioni su attivit manuali e pratiche.
I livelli di Italiano Professionale prevedono
una conoscenza ampia della lingua e una
buona capacit linguistica: il candidato
sapr esprimersi senza sforzo in diversi contesti e cogliere le variazioni di stile nella lingua. prevista una buona comprensione e
produzione di testi parlati e scritti in contesti
formali e in manifestazioni legate alle arti
(testi letterari, spettacoli cinematografici e

di Alberta Novello
teatrali, conferenze, dibattiti). Si presume la
capacit di interagire in contesti comunicativi relativi ad attivit professionali (commercio, industria, uffici pubblici) e di esprimere
sentimenti ed opinioni personali e di altri.
Il livello DANTE C2 costruito sulle competenze di un madrelingua colto, con un grado
di scolarizzazione alto, una buona competenza di cultura generale e una estesa conoscenza del lessico. prevista la capacit di
esprimersi in italiano parlato e scritto con un
eccellente grado di correttezza utilizzando
espressioni complesse e controllando adeguatamente qualsiasi operazione linguistica
nellambito della propria esperienza personale e professionale.
La Societ Dante Alighieri fornisce, inoltre,
delle indicazioni sulla spendibilit della certificazione. Le seguenti sono tratte dal sito
www.ladante.it:
il livello A garantisce unautonomia in
contesti comunicativi elementari: il candidato sar in grado di interagire in situazioni familiari e di svolgere compiti relativi
alle necessit primarie in ambienti italofoni (turismo, attivit lavorative).
Il livello B attesta una competenza della
lingua spendibile in contesti legati alla formazione scolastica (iscrizione presso scuole o universit) ed extrascolastica (corsi di
formazione professionale, tirocini) e ad
attivit lavorative che prevedano anche il
rapporto con il pubblico (commercio, artigianato). Il candidato potr socializzare
con facilit in un ambiente italofono e
svolgere lavori relativi al proprio campo di
specializzazione.
Il livello C presuppone una notevole confidenza con la lingua e la realt italiana, utilizzabile in attivit lavorative complesse
(attivit professionali in ambito commerciale, industriale, burocratico). Il candidato
potr anche apprezzare le espressioni artistiche in lingua italiana esprimendo in proposito giudizi personali.
Il livello C2 certifica una competenza linguistica spendibile in tutti gli ambiti professionali. il livello previsto per insegnare litaliano come L2 e per assumere incarichi professionali di alta qualifica.
3.2 Le prove
Per quanto riguarda le prove, esse sono
pensate in base ai principi dellapproccio
comunicativo e includono attivit pratiche e
reali connesse alle attivit primarie (ascoltare, leggere, parlare, scrivere).

Lesame diviso per ogni livello in quattro


fasi, che corrispondono alle quattro abilit
di base.
Nel livello A e nel livello B, alcuni esercizi si
avvalgono delluso di immagini o griglie per
facilitare il candidato nella comprensione e
nella produzione.
La prova dascolto costituita da un file
audio seguito da domande ed esercizi di
comprensione come: domande a scelta multipla, griglie da compilare, individuazione di
oggetti nominati.
La prova orale consiste invece in una conversazione su temi di attualit proposti, possibilmente, a una coppia di candidati dallintervistatore; dopo una breve premessa con
domande a carattere generale, ha inizio lesame articolato in pi parti: nella prima vengono
suggeriti alcuni spunti di conversazione, nella
seconda, per i livelli base vengono mostrate
alcune immagini da descrivere e commentare,
per i livelli avanzati richiesto un monologo
su uno degli argomenti proposti.
La prova di scrittura composta da una traccia richiedente un dato tipo di abilit a
seconda del livello (compilare un modulo,
raccontare una storia, scrivere un dialogo,
scrivere un promemoria, comporre una lettera, scrivere un discorso o una lamentela,
chiedere spiegazioni, fornire suggerimenti,
creare una pubblicit, presentare un libro,
scrivere un articolo, eccetera) da svolgere in
un determinato intervallo di tempo.
Infine la prova di lettura consiste in un brano accompagnato da uno o pi esercizi di
comprensione (Vero/Falso o abbinamenti).
3.3 La valutazione
Per la valutazione delle prove scritte i valutatori si basano su delle griglie con descrittori
qualitativi quali: controllo (correttezza ortografica e morfologia, coerenza semantica),
pianificazione (correttezza morfologica e sintattica, coesione, coerenza linguistica interna), circostanzialit (estensione, fluenza,
adozione di lessico specifico e/o tecnico) e
interazione (coerenza tematica, coerenza linguistica esterna).
La valutazione della prova orale eseguita
dalla commissione presente, ma viene
comunque registrata e sottoposta a un controllo finale nella sede centrale.
3.4 Indicazioni
I destinatari del PLIDA sono tutti coloro che
sono interessati a una certificazione del proprio livello di competenza della lingua. Per
7

In.IT

Metodologia

Le certificazioni di lingua italiana

Parco Nazionale
dellAsinara
Panorama

iscriversi allesame non necessario aver


superato un esame di livello inferiore. Ogni
candidato pu, inoltre, iscriversi a pi livelli
nella stessa sessione.
Si supera lesame raggiungendo la sufficienza
(18/30) in ciascuna delle quattro abilit. Il punteggio minimo per il superamento dellesame
72/120; il punteggio massimo di 120/120.
Chi raggiunge la sufficienza in tre delle quattro abilit ottiene crediti nelle parti superate,
utilizzabili nella sola sessione successiva.
Le strutture linguistiche delle prove sono
basate sul Sillabo per la lingua italiana, la
Certificazione Plida di G. Patota, L. Pizzoli, Le
Monnier, Firenze, 2004.
Gli esami si svolgono presso i centri certificatori in Italia e allestero autorizzati dalla
Sede Centrale ogni anno nelle due sessioni
di maggio e novembre (per informazioni e
prove di sessioni sostenute: www.ladante.it).
4. Certificato IT, Roma Tre
Il Certificato IT e il pi recente ele.IT sono
certificazioni di lingua italiana rilasciate
dallUniversit di Roma Tre e riconosciute
dal Ministero degli Affari Esteri e dal
Ministero dellIstruzione, dellUniversit e
della Ricerca Scientifica.
Lateneo di Roma Tre ha attivato un Centro
Linguistico dAteneo che offre corsi di lingua
italiana per stranieri e ha promosso la certificazione della conoscenza della lingua italiana attraverso esami che vengono svolti
ogni anno contemporaneamente presso gli
Istituti Italiani di Cultura di diversi paesi.
4.1 Certificato IT
Il Certificato IT, certificazione della competenza generale in italiano come lingua
seconda, rivolto a chi ha una conoscenza

In.IT

avanzata dellitaliano (il livello corrisponde a


quello identificato come C2 nel Common
European Framework of Reference).
Lesame per lottenimento della certificazione diviso in cinque moduli, affrontabili
anche separatamente:
Ascolto: questa prova prevede lascolto di
quattro testi, seguiti da domande di comprensione.
Lettura: vengono proposti tre testi, ciascuno seguito da domande di comprensione e
da quesiti a carattere lessicale.
Composizione: sono richieste due composizioni a scelta su quattro tracce.
Usi e forme dellitaliano (per le conoscenze grammaticali e lessicali): tale prova
comprende: quaranta quesiti di tipo grammaticale su otto punti nodali dellitaliano;
un cloze lessicale (con 10 spazi da riempire); un cloze grammaticale (con 20 spazi
da riempire) e un dialogo aperto.
Parlato: viene affrontato un colloquio.
I destinatari della certificazione IT indicati
dallUniversit di Roma Tre sono:
studenti degli ultimi anni di scuole secondarie superiori che intendono iscriversi in
una universit italiana;
studenti universitari;
insegnanti di italiano non italiani;
italiani che vivono allestero;
professionisti interessati a lavorare in
contesti di lingua italiana;
adulti che hanno interesse per lItalia.
Chi in possesso del Certificato IT esonerato dal sostenere lesame di lingua italiana
richiesto per entrare nelle universit italiane.
Lesame si pu sostenere sia in Italia che
allestero.
4.2 Certificato ele.IT
Ele.IT, attivo da febbraio 2002, rivolto a chi
sta imparando litaliano e vuole verificare se
ha raggiunto un grado di conoscenza pari al
livello identificato come B1 nel Common
European Framework of Reference.
Lesame ele.IT costituito da quattro sezioni
(le quali devono essere tutte sostenute nella
stessa sessione desame):
Ascolto: la prova di ascolto mira a verificare la comprensione di testi autentici. I
testi proposti sono due, scelti tra semplici
messaggi (ad esempio quelli della segreteria telefonica) oppure tra estratti di programmi radiofonici o televisivi, a seconda:
del contenuto (lo sfondo culturale non
narrato e non sono presenti contenuti

di Alberta Novello
extralinguistici. Il lessico non tecnico o
specifico e non sono presenti idiomatismi duso poco frequente);
del numero dei partecipanti allinterazione
(minore il numero dei partecipanti e pi
facile risulter la comprensione del testo);
della lingua (la lingua dei testi un italiano
standard, privo di inflessioni dialettali o
regionali);
della velocit delleloquio (la velocit
generalmente medio-bassa. Se i testi
dovessero avere una velocit maggiore,
i candidati potranno ascoltare il testo tre
volte, anzich due);
della qualit del sonoro. Per quanto riguarda la lunghezza dei testi, questa non
supera mai il minuto.
Per verificare la comprensione sono usate
tecniche di scelta multipla e Vero/Falso che
partono dalla verifica della comprensione
globale del messaggio per arrivare a una
comprensione pi analitica.
Lettura: con la prova di lettura si vuole
verificare la comprensione di testi scritti.
Essa costituita da due letture di trenta righe
circa, con unarticolazione sintattica molto
semplice e un lessico privo di riferimenti
extralinguistici marcatamente culturali.
Per verificare la comprensione scritta vengono utilizzate domande polari o a scelta
multipla; per verificare la comprensione
analitica viene proposta la ricostruzione cronologica delle fasi della storia; per verificare
la competenza lessicale, infine, si chiede di
rintracciare in un blocco di righe (in genere
non superiore a cinque) un termine di cui
viene dato un sinonimo o una definizione,
oppure di collegare le pro-forme (parole che
sostituiscono altre classi di parole, ad esempio: pronomi) al loro referente nel testo.
La struttura dei quesiti di tipo top-down
(dal globale al particolare) per guidare il
candidato a una pi completa comprensione del testo.
Usi dellitaliano (comprensione degli usi
dellitaliano in contesti comunicativi quotidiani e produzione di brevi e semplici testi
scritti): la prova verifica le competenze
comunicative, pragmatiche e sociolinguistiche. Questo tipo di prova divisa in
3 sottoprove:
lessico e cultura, in cui si richiede di:
riconoscere determinate espressioni
collocate (espressioni formate da parole che nelluso quotidiano si trovano frequentemente assieme), conoscere gli
usi linguistici legati alla cultura italiana

(denominazione di alimenti, oggetti e


strutture commerciali frequenti nella
vita quotidiana degli italiani), completare un cloze.
Usi dellitaliano parlato; in questa prova
allutente richiesto di: ricomporre brevi
dialoghi, comprendere il valore comunicativo di alcune espressioni colloquiali
usate comunemente per affermare o
negare, reintegrare le battute mancanti
in un dialogo.
Usi dellitaliano scritto; in questa parte si
chiede di: riconoscere e organizzare le
sequenze temporali di un racconto, completare un cloze, scrivere un breve testo (di
lunghezza massima di 10 righe) sotto forma di lettera o questionario dove si parla
di s, del proprio lavoro, della famiglia.
Comunicazione faccia a faccia: La prova
orale comprende il racconto di una storia o
una descrizione. Il candidato parte da uno
stimolo visivo (vignetta/e, fotografia, eccetera) con lobiettivo di simulare una situazione di interazione comunicativa reale.
La struttura della prova ele.IT d maggior
peso alla capacit di comprendere (60%)
che alla capacit di produrre (40%).
Per la valutazione dei test semi-oggettivi
vengono utilizzate delle griglie di valutazione in cui vengono descritti i parametri
linguistici e pragmatici che devono essere
presi in considerazione.
A ogni parametro associato un valore che
corrisponde a un determinato grado di
appropriatezza: insufficiente, sufficiente,
buono e ottimo. Incrociando i valori dei vari
parametri si ottiene il risultato complessivo
ottenuto nello svolgimento dellesercizio.
I destinatari indicati per questa certificazione sono:
stranieri interessati allitaliano;
stranieri che necessitano di imparare
litaliano per lavoro;
studenti che desiderano frequentare
scuole italiane.

Gli esami ele.IT e IT si sostengono in Italia


presso lUniversit degli Studi RomaTre o
presso i CentriTerritoriali Permanenti
convenzionati con il Dipartimento di
Linguistica dellUniversit, allestero presso
gli Istituti Italiani di Cultura o altre istituzioni
convenzionate.
Esempi di quesiti e attivit sono disponibili
nel sito di RomaTre (host.uniroma3.it
/dipartimenti/linguistica/homepage.html),
alla voce Certificazione italiano L2.

Parco Nazionale delle


Foreste Casentinesi
Cascata dellAcquacheta

In.IT

Metodologia

Accelerated learning e Soglie


un modello metodologicodidattico di stampo anglosassone che integra scoperte delle
neuroscienze, teoria delle
Intelligenze Multiple e alcuni
presupposti della
Suggestopedia e della
Programmazione
Neurolinguistica. Sperimentato
da anni in varie scuole in Gran
Bretagna, viene definito come un mezzo per
aiutare gli insegnanti ad incrementare la motivazione e i risultati degli studenti fornendo
abilit di apprendimento per la vita, basate
sulla comprensione di come impariamo piuttosto che unicamente sui contenuti.

LACCELERATED
LEARNING

Bolzano, Dobbiaco
Lago di Dobbiaco

10

In.IT

1. Accelerated Learning
Il Modello si modula in sette fasi principali,
pi una preliminare, strettamente collegate
tra loro:
0. Fase preliminare: Creare un ambiente di
apprendimento di supporto
Un ambiente di apprendimento positivo
una costante necessaria perch qualsiasi tipo
di apprendimento avvenga: non ci deve
essere ansia, ma stimolo, in modo che lo
studente possa accedere alle proprie risorse
interiori sostenuto da un atteggiamento positivo e di rinforzo da parte dellinsegnante.
1. Collegare lapprendimento
Le nuove conoscenze vengono collegate con
quello che lo studente sa gi, aiutandolo
quindi ad assimilare e a integrare nuove
informazioni innestandole sulle precedenti.
Attraverso esercizi di predizione e di revisione collettiva si guidano gli studenti a formulare anche gli obiettivi di apprendimento e le
domande alle quali saranno in grado di
rispondere al termine dellesperienza.
2. Quadro generale
Agganciandosi alle domande poste alla fase
precedente, vengono descritti i contenuti e
le tappe della lezione, con attenzione ai processi dellemisfero destro. Si incoraggia in
modo esplicito la riflessione sui collegamenti tra contenuti e processi, la metacognizione
e lautoconsapevolezza delle conoscenze, in
un clima rassicurante in termini di comprensibilit del materiale presentato.
3. Descrizione degli obiettivi
Linsegnante comunica agli studenti quello
che avranno raggiunto alla fine delle attivit e
struttura opportunit formali o informali perch essi possano definire obiettivi personali
di esecuzione smontando i contenuti e sostenendo lelaborazione di obiettivi strutturati.

4. Input
Si introducono i contenuti usando le modalit
V.A.C. (Visiva, Auditiva, Cinestesica) per stimolare la memoria a lungo termine gi da
questa fase, e diverse strategie per un ascolto attivo. La durata dellinput non deve essere
superiore a quella delle capacit di lavoro e
di attenzione degli studenti, e va lasciato un
tempo sufficiente per la riflessione, lassimilazione e la revisione. Linput pu essere ripetuto usando strategie e modalit diverse.
5. Attivit
Vanno impiegate attivit diversificate atte a
stimolare stili e intelligenze multiple sia perch gli studenti possano accedere in modo
migliore ai contenuti che per approfondire il
livello di comprensione: si utilizza sia il lavoro individuale che di coppia e di gruppo,
spiegando i processi impiegati e il perch
del loro uso, incoraggiando gli studenti a
riflettere sui loro stili di apprendimento preferiti, a fare scelte e a misurare i progressi in
rapporto a criteri individuali.
6. Dimostrazione
I soggetti che apprendono dimostrano la
comprensione della nuova conoscenza.
Vanno impiegate attivit di coppia, con la
costruzione da parte degli studenti di mappe
concettuali di memorizzazione, posters,
depliant e altri sussidi visivi perch essi possano mostrare le conoscenze acquisite,
come pure dimostrazioni, test, lezioni alla
classe. Va incoraggiata unulteriore riflessione sui processi usati, e dato un feedback
immediato, costruttivo, formativo e coerente
con i criteri definiti.
7. Revisione per richiamare e memorizzare
La fase di revisione essenziale per lapprendimento e la memoria a lungo termine.
Vanno usate tecniche di revisione variegate
ed insegnate tecniche di memorizzazione
diverse, inclusa una sessione di revisione
plenaria al termine dellunit/modulo.
2. Curricolo per soglie di padronanza (PSP)
Elaborato sotto la guida di U. Margiotta,
questo modello nasce dalla necessit di
riformulare i curricoli, intesi come promozione di competenze e padronanze e valore formativo delle discipline. Laccento viene
posto sullo sviluppo del potenziale personale degli studenti per la creazione di apprendimenti significativi, utilizzabili per unefficace interpretazione della realt, in unintegrazione di conoscenza ed esperienza.
Schematicamente, le fasi di lavoro proposte
da questo Modello sono:

di padronanza
1. Saperi naturali - Che cosa sai?
Questo primo momento mira a valorizzare le
esperienze pregresse, in particolare di apprendimento, degli allievi. Su di esse andranno
poi ad intersecarsi i nuovi apprendimenti che,
per essere significativi, si radicheranno sullesperienza cognitiva ed affettiva del soggetto.
Questo processo potr aumentare motivazione ed autostima, in quanto valorizza il vissuto
personale di ciascuno.
2. Mapping - Devi sapere che
Si confrontano le nuove informazioni con la
mappa dei saperi naturali della fase precedente. Questo processo di confronto porta
alla curiosit e alla riorganizzazione dello
schema di conoscenza di ciascuno.
3. Applicazione - Quel che devi fare
Gli studenti applicano quanto appreso, utilizzando e selezionando le conoscenze dei
momenti precedenti procedendo per analogia (regola).
4. Transfer - Prova anche tu
A questo punto vengono introdotti anche elementi di differenza, non solo di analogia, per
giungere ad un allargamento della regola, al
fine di promuovere una conoscenza esperta
(prima fase di generalizzazione).
5. Ricostruzione - Che cosa hai fatto e perch
Fase prettamente metacognitiva, in cui lo
studente ricostruisce e giustifica i passi precedenti, per riconoscere le strategie e le
procedure messe in atto nellesecuzione
del compito.
6. Generalizzazione - Inventa una regola
Che cosa potr fare con quello che ho
imparato?. Questa fase rappresenta la capacit di rappresentare un concetto, la regola
nel suo insieme, mettendo in evidenza le
idee principali per poterle riutilizzare anche
in altri contesti.
3. Punti in comune tra i due modelli
Vari sono i punti in comune tra il modello
dellAccelerated Learning e quello del
Curricolo per Soglie di Padronanza. Alla base
di entrambi troviamo la consapevolezza della
necessit per la scuola di rispondere alle esigenze di una realt esterna sempre pi complessa, e di fornire agli studenti strumenti e
strategie per affrontarla in modo adeguato,
non pi unicamente in termini di contenuti,
ma soprattutto di mezzi e competenze.
Innanzitutto, in comune abbiamo lidea dellaula come laboratorio e dellimportanza che
lambiente di apprendimento riveste; a questa sono direttamente collegate quella dellinsegnante visto come facilitatore e mento-

di Paola Vettorel
re, e non come mero dispensatore di conoscenza, e quella dellautonomia dello studente, con lo sviluppo della sua personalit e
autostima, e con lattenzione dedicata a tutte
le dimensioni della personalit - cognitiva,
affettiva e metacognitiva; questultima viene
considerata essenziale per un apprendimento efficace.
3.1 Lambiente di apprendimento
Lattenzione che il modello dellA.L. dedica a
questo aspetto trasversale a tutte le fasi di
lavoro; una sorta di filosofia che lo permea
che si potrebbe riassumere nellacronimo
BASIS:
Belonging,
lo studente parte del grupsenso di
po e i contributi valorizzati
appartenenza
Aspirazioni

gli studenti sono incoraggiati


a definire obiettivi raggiungibili e a riflettere sui progressi
strada facendo: lavorano
quindi sulle loro aspirazioni

Sicurezza

la classe e lambiente di
apprendimento sono luoghi
sicuri in cui apprendere

Identit

lidentit e lindividualit vengono riconosciute e supportate

Successo

gli errori sono strumenti e il


raggiungimento di risultati
viene valorizzato - lo studente ha il senso dei successi
raggiunti

La classe vista come ambiente di apprendimento dove gli studenti possono crescere
alla base dellA.L., anche in considerazione
del fatto che in un ambiente positivo il livello di stress basso e la produzione di serotonina determina una sensazione di benessere che ha effetti di rinforzo anche sullapprendimento. Luso di strategie attive, di tecniche di ascolto e di osservazione appropriate diventano basilari.
In termini di spazio, lA.L. sottolinea come luso di supporti che stimolino la cooperazione
e lattenzione ai diversi stili nellambiente fisico costituisca un ulteriore strumento utile.
In termini di psicogeografia la sistemazione
dei banchi nello spazio aula dovrebbe variare a seconda delle attivit proposte: una
11

In.IT

Metodologia

Accelerated learning e Soglie di padronanza


disposizione tradizionale, centrata sullinsegnante, pu essere utile per attivit di coppia fisse; la disposizione a ferro di cavallo
ottimale per discussioni in gruppo, dibattiti e
attivit di dimostrazione/presentazione. La
disposizione a circle time senza banchi consente poi di eliminare barriere fisiche tra i
partecipanti ed ottimale per i role play.
Infine, la disposizione ad isole adatta a situazioni di lavoro di gruppo, di apprendimento
cooperativo, per ascoltare storie, per role
play, e linsegnante, se necessario, pu
scomparire.
3.2 Il ruolo dellinsegnante
In entrambi i modelli, il ruolo dellinsegnante
quello di facilitatore, non pi di detentore
di una conoscenza (contenuti) da trasmettere
in modo passivante. quello di un professionista dellinsegnamento/apprendimento, che,
attraverso la creazione di un adeguato
ambiente di apprendimento, mette in atto
strategie e tecniche per la gestione efficace
degli apprendimenti, nel rispetto dellindividualit di ciascuno studente, visto come persona con dei talenti da sviluppare.
Per quanto riguarda in particolare il modello
dellA.L., il ruolo dellinsegnante riveste una
funzione rilevante soprattutto nella pianificazione delle strategie per lo sviluppo delle
diverse intelligenze e stili nello studente,
attraverso la loro stimolazione adeguata nelle
attivit in classe e lattenzione ai diversi stili.

Parco Nazionale
del Gargano
Foresta Umbra

12

In.IT

3.3 Le fasi di lavoro


Anche nellidea dellorganizzazione dellapprendimento/insegnamento in fasi di lavoro
i due modelli presentano forti analogie. Le
esaminiamo partendo dalla suddivisione che
ci presenta lAccelerated Learning.
0. Fase preliminare. Creare un ambiente di
apprendimento di supporto
Questa fase non esplicitamente segnalata
come tale nel Modello PSP, ma, come visto
sopra, i presupposti coincidono nei due
modelli. Nel ciclo dellA.L. ci si concentra
sulle strategie per costruire lautostima e
lauto-convinzione dello studente, sulla creazione di uno spazio-classe di sostegno
allapprendimento, sullattenzione ai diversi
stili e sulle strategie di pianificazione da
mettere in atto per sostenerli.
1. Collegare lapprendimento
Questa fase coincide con quella dei Saperi
Naturali del modello PSP. La prospettiva
quella di dare senso e dignit alle esperienze
di apprendimento precedenti. In entrambi i

modelli si sostiene il senso di appartenenza,


la motivazione alla partecipazione e quindi
lautostima dello studente, che sente non
solo di poter contribuire alle conoscenze del
gruppo, ma viene sollecitato ad approfondire
le proprie conoscenze, operando nella zona
di sviluppo prossimale. Questo momento
funge da stimolo per la motivazione ad
esplorare i nuovi concetti, basata sulla soddisfazione di ci che si sa gi e sullintegrazione di nuovi saperi nei propri modelli mentali.
Il ciclo dellA.L. ci fornisce anche cinque
principi-chiave che regolano la fase di collegamento:
dare sempre il quadro generale prima di
passare ai contenuti, smontati;
usare sempre strategie di revisione partecipata per collegarsi a quello che gi stato fatto e per fornire i nuovi apprendimenti;
partire da esempi che gli studenti possano riconoscere facilmente;
incoraggiare processi di pensiero che
siano indipendenti, predittivi e speculativi;
sviluppare consapevolezza metacognitiva
descrivendo e usando strumenti di collegamento per lapprendimento.
2. Quadro generale
Questo momento ha nel modello dellA.L. il
ruolo di dare le linee generali di quanto previsto dalla lezione/Unit/Modulo. Potremmo collegarlo agli organizzatori anticipati del
modello PSP - la funzione di entrambi di
mettere in moto meccanismi mentali che aiutino il soggetto a prefigurarsi il senso di quanto verr; si apprende meglio se le informazioni sono presentate in un contesto generale,
dove i punti cardine danno le coordinate per
poter poi inserire i dettagli.
3. Descrizione degli obiettivi
Questo momento, collegato al precedente, ha
come scopo di definire in modo chiaro e puntuale gli obiettivi, non solo cognitivi, della
lezione, in modo che ciascuno possa poi trovare e definire i propri; la sua funzione quella di permettere a ciascun soggetto di trovare
un senso personale e individuale nel percorso
di apprendimento, e dare il senso del percorso, suddividendolo in piccole tappe e facendone intravedere la meta. Gli obiettivi vanno
chiaramente descritti, sia dallinsegnante che
dagli studenti, i contenuti smontati in tappe
minime, i percorsi differenziati in termini di
capacit e stili. Va inoltre previsto e pianificato
il lavoro domestico e di approfondimento.
4. Input
Fase direttamente riconducibile a quella del
Mapping del Modello Soglie di Padronanza,

di Paola Vettorel
forte anche qui lattenzione allindividualizzazione dellinsegnamento. Per un apprendimento e una memorizzazione efficace andr
messa in atto una didattica multisensoriale
(VAC), con limpiego di supporti e strumenti
diversi. Viene introdotto il concetto di feedback, che deve essere educativo, immediato
e formativo.
Lattenzione rivolta in primo luogo alla
metodologia di programmazione e presentazione da parte dellinsegnante e viene sottolineata la necessit di costruire la mappa del
sapere esperto non tramite lezione frontale,
ma coinvolgendo direttamente le tre dimensioni della personalit dellallievo.
5. Attivit
Questo momento racchiude in s quelli di
Applicazione e Transfer del Compito Esperto.
Con laspetto relativo alla spiegazione dei
processi impiegati, si possono individuare
anche elementi di Ricostruzione. Gli apprendenti vanno incoraggiati sia ad operare delle
scelte che supportati nelle attivit, fornendo
chiari e differenziati criteri di riuscita.
Possiamo rilevare come nel Modello PSP la
suddivisione in tre fasi permette una modulazione pi precisa e un controllo maggiore
e pi costante dei processi di apprendimento, anche in fase di pianificazione. In entrambi i modelli notiamo unattenzione alluso di
strategie di lavoro attive, a metodologie di
lavoro diversificate e alla soddisfazione nel
mettersi in gioco nelle varie attivit mirate a
nuovi apprendimenti.
6. Dimostrazione
Questa fase pu per certi aspetti essere assimilata a quella della generalizzazione, anche
se nellA.L., in stile anglosassone, gli studenti devono organizzare e comunicare gli
esiti del loro lavoro condividendoli con gli
altri, rappresentando quanto appreso globalmente. La consapevolezza riflessiva dei prodotti e processi di conoscenza sottende la
presentazione, che ne pu valorizzare anche
la spendibilit. Le mappe concettuali, altro
punto-chiave dellA.L., sono qui uno strumento molto importante, in quanto viste
come capacit di organizzazione personale e
a rete delle conoscenze.
Lattenzione rivolta soprattutto ad assicurare le condizioni di supporto perch tutti gli
studenti abbiano la possibilit di dimostrare
quanto appreso (basso filtro affettivo),
secondo i percorsi e le modalit personali di
stile e di apprendimento. Questa fase parte
integrante del processo di apprendimento, e
costituisce anche in questo modello una tap-

pa di riflessione, di condivisione e di possibile revisione del percorso.


7. Revisione per richiamare e memorizzare
Questo momento, trasversale anche alle altre
tappe dellA.L., non trova uno specifico
riscontro in quello del Compito Esperto.
Richiama il Quadro Generale dato allinizio,
consolidandolo, secondo il principio per cui
memoria efficace significa codifica sensoriale
efficace associata a revisione e ripetizione. Le
strategie per rendere la memorizzazione efficace comprendono contestualizzazione, associazione, uso di tecniche mnemoniche, dare
un significato personale e motivante e luso
delle intelligenze multiple.
La revisione, individuale, in coppia o in gruppo, viene in questo modo incoraggiata e supportata, e diventa parte integrante di un processo di apprendimento consapevole, fornendo anche strumenti di riflessione metacognitiva. Da rilevare come nel Modello PSP nella
fase della Ricostruzione la verbalizzazione attiva dei processi di controllo del pensiero procedurale pi esplicitata, mentre qui sottende
tutte le fasi.

Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Panorama

3.4 La dimensione metacognitiva


Questa dimensione fortemente presente in
entrambi i modelli, se pure con caratteristiche diverse. Il Modello PSP, infatti, dedica
una specifica fase di lavoro, quella della
Ricostruzione, alla consapevolezza dei processi metacognitivi, anche se comunque lattenzione a questo aspetto trasversale a tutte le fasi, come nellA.L.
Per questultimo lattenzione conscia ai processi di pensiero durante lapprendimento
di fondamentale importanza: la consapevolezza di questi processi porta al miglioramento delle competenze, purch vengano
rispettate le condizioni che creano la motivazione e il soggetto che apprende possa
vedere lobiettivo (il verso dove) di un
nuovo apprendimento.
13

In.IT

Metodologia

Accelerated learning e Soglie di padronanza


4. Conclusioni
Notevoli sono i punti di contatto che si possono individuare fra i due modelli, nonostante ciascuno presenti caratteristiche proprie.
NellAccelerated Learning lattenzione agli
stili e alle Intelligenze Multiple decisamente
pi costante che nel Modello PSP: sottende
tutte le fasi di lavoro ed uno dei presupposti di base del Modello. Gli errori vengono
visti come parte del processo di apprendimento, e nel clima positivo e rassicurante
della classe gli studenti sono incoraggiati a
rischiare per migliorare (questidea si pu in
parte ritrovare nelladesso prova anche tu!
del modello PSP). Il feedback migliore considerato quello immediato, educativo, individualizzato e riflessivo, il tutto nel rispetto per
la persona e nel clima di apprendimento
positivo e rassicurante che abbiamo visto.
Questo aspetto non ci pare evidenziato in
modo altrettanto esplicito nel Modello del
Compito esperto, nonostante lattenzione per
la dimensione affettiva sia sempre presente.
La formulazione di obiettivi personali un
altro dei punti portanti del Modello
dellAccelerated Learning che non trova forti
corrispondenti nella filosofia del PSP.
Daltro canto, il modello del Curricolo PSP
definisce in modo dettagliato altri aspetti,
forse maggiormente vicini alla realt della
scuola italiana; ad esempio, nella definizione
precisa di alcune fasi del Compito Esperto, o
nellanalisi formativa delle discipline per la
selezione di nodi concettuali, o ancora nellimportanza data al Profilo Formativo Atteso
nel contesto del POF distituto.
Ad entrambi sottende comunque la visione
dellallievo come persona con dei talenti da
riconoscere e da sviluppare, da valorizzare e
guidare nel suo percorso di vita verso il
mondo, di cui la scuola uno dei sentieri.
BIBLIOGRAFIA
CUCCU, ROBERTO, Stili di apprendimento, intelligenze multiple e profitto
scolastico, in LEND n.5, dicembre 2003.
MARGIOTTA UMBERTO (a cura di), Riforma del curricolo e formazione dei
talenti, Roma, Armando, 2001.
NARDI ANTONELLA, Cognizione, emozione e interazione nellapprendimento della lingua straniera, in LEND 4, settembre 2003.
OWEN NICK, Teaching Excellence, in Practical EnglishTeaching, ottobre 1999;
OWEN NICK, Presenting Excellence, in Practical English Teaching,
ottobre 2000.
OWEN NICK, Making the Connection!, in Practical English Teaching,
aprile 2001.
SMITH ALISTAIR, Accelerated Learning in the Classroom, Stafford,
Network Educational Press, 1996.
SMITH ALISTAIR, Accelerated Learning in Practice, Stafford, Network
Educational Press, 1999.
TESSARO FIORINO, Metodologia e didattica dell'insegnamento
secondario, Roma, Armando, 2002.
ZANCHIN M. RENATA (a cura di) e LABORATORIO DI RICERCA SUL CURRICOLO PSP, Le Interazioni Educative nella Scuola dellautonomia, Itinerari di
didattica modulare, Roma, Armando, 2002.
ZANCHIN M. RENATA (a cura di) e LABORATORIO DI RICERCA SUL CURRICOLO PSP, I processi di apprendimento nella scuola dellautonomia.
Analisi disciplinare e personalizzazione dei talenti, Roma, Armando, 2002.

14

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

Modelli
didattici
per
linsegnamento dellitaliano L2
consegnato tre
modelli didattici, la
conversazione
maieutica, la lezione ex cathedra e
lunit didattica. A
queste si sono
aggiunte negli ultimi tempi due ulteriori modelli, il
modulo e lunit dapprendimento.
Vediamoli da vicino per verificare quali di
questi rispondano in maniera pi efficiente e
con maggior rispetto umanistico ed emozionale allinsegnamento di una lingua seconda
ad immigrati.

LA TRADIZIONE
CI HA

1. Modelli didattici non applicabili


allItaliano L2
Iniziamo con le esclusioni, per ripulire il
campo da una prassi diffusa (la lezione) e da
un modello alla moda, se ci si perdona il
bisticcio: il modulo.
a. La lezione
La lectio, cio la lettura ad alta voce, tipica
dell'istruzione religiosa: essa pone il testo
sacro al centro dell'attenzione e il sacerdotemaestro lo comunica e lo interpreta in maniera frontale e diretta agli allievi, che compiono
un atto di fede. Si tratta di una posizione gratificante per l'insegnante e questo spiega perch esso sopravviva anche se la grammatica
non pi un testo sacro e gli studenti non
sono pi disponibili a compiere atti di fede
nei confronti del loro insegnante...
La lectio serve a riordinare, a sistematizzare
ci che si sa gi (e quindi non serve in fase
di acquisizione); inoltre, si basa su un
modello trasmissivo, linsegnante trasmette
ci che sa a uno studente che non sa,
modello che risulta poco umanistico (non fa
crescere cognitivamente le persone, rendendole autonome) e che sul piano emozionale
riduce lo studente ad una tabula rasa su cui
linsegnante insegna, incide dei segni: difficile trovare un modello pi demotivante.
Nellinsegnamento linguistico a livelli avanzati nella L1 e nella LS le lezioni possono
essere accettabili da parte dello studente sia
sul piano cognitivo (lesigenza di sistematizzazione diviene pi urgente a mano a mano
che si approfondisce la competenza) sia su
quello emozionale e relazionale (lo studente
si sente sempre pi autonomo e sicuro, quindi accetta una posizione relazionale down, in
questo contesto didattico); ma con persone
che sono ai primi livelli di acquisizione appa-

di P. E. Balboni

re di gran lunga preferibile seguire, al luogo


dellimpianto trasmissivo, una logica cooperativa e costruttivistica, cio la costruzione
sociale della conoscenza dello strumento
base della socializzazione, la lingua.
b. Il modulo
Il modulo il risultato della crescente mobilit delle persone, della complessit di percorsi formativi sempre pi personalizzati,
della necessit di vedere riconosciuti con
una certificazione i propri percorsi: questi
fattori hanno portato allelaborazione di un
modello di programmazione modulare, in
cui ogni sezione :
autosufficiente, conclusa in se stessa. La
competenza linguistica un continuum
quindi non modularizzabile, scindibile in
sezioni autosufficienti;
certificabile, accreditabile: per comodit
di certificazione viene divisa in livelli certificabili (A1-2, B1-2, C1-2), ma solo capziosamente questi possono essere definiti
moduli.
Si possono avere moduli in alcuni settori
dello studio di lingue pienamente possedute, cio la L1 e i livelli alti di LS: nelle microlingue scientifico-professionali, dopo un
modulo base (ad esempio: la microlingua
delleconomia) si possono avere moduli
specifici, che vengono accreditati a mano a
mano in un portfolio linguistico/professionale (la microlingua della finanza, quella delle banche, quella dellimportexport, ecc.); nella riflessione metalinguistica avanzata si pu procedere per moduli,
come da sempre si fa nellinsegnamento di
grammatica italiana (fonologia e ortografia;
morfologia; sintassi della frase; sintassi del
periodo), e lo stesso pu essere fatto nelleducazione letteraria, sempre condotta dallo
stesso docente che si occupa delleducazione linguistica, o nella storia della lingua. I
moduli possono andar bene per lanalisi della lingua e di alcune sue variet, ma non per
lacquisizione.
2. Modelli didattici utilizzabili per la L2
I modelli del ventesimo secolo per organizzare lattivit didattica sono legati al concetto di blocco, tranche nella riflessione francese, unit in quella americana. Ma prima di
riflettere sulle unit vorremmo richiamare un
modello che ha oltre due millenni, la conversazione maieutica.
2.1 La conversazione maieutica
Socrate passeggiava con i suoi allievi e con15

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

Modelli didattici per linsegnamento dellitaliano L2

Parco Nazionale
dAbruzzo,
Lazio e Molise
Panorama

tinuava a porre loro domande, ed ogni volta


che tentavano una risposta domandava chiarimenti, definizioni, elaborazioni su alcune
parole usate nella risposta, fino a giungere
dove possibile a un sistema, una costruzione cognitiva. Era una conversazione (in cui
ognuno versa insieme, mette in comune
quel che ha) maieutica (larte dellostetricia,
del tirar fuori il bambino: Socrate si ritiene
una levatrice della verit).
Socrate poteva farlo perch lavorava con
pochi ragazzi, in cui ciascuno poteva essere
e sentirsi protagonista nella ricerca della
verit. La scuola moderna non consente
questo modello: c una scansione in ore di
lezione, una parcellizzazione del sapere in
discipline, un programma da seguire per
preparare allesame di stato - e ci sono
25-30 studenti per classe.
Nel laboratorio di italiano L2 ci sono pochissimi studenti, tutti hanno in comune una forte motivazione alla ricerca della verit (cio
una competenza vera nella lingua e nella
cultura italiane), non c un programma definito dallesterno. Gli studenti hanno degli
spezzoni di competenza nella lingua, acquisita in qualche modo in qualche luogo: conversando, portando in comune le loro conoscenze sotto la guida di un ostetrico adulto
che ha prestigio in quanto professionista e
madrelingua, possono migliorare la loro
competenza nella lingua e soprattutto imparano ad imparare.
2.2 Lunit didattica e lunit dapprendimento
Nella tradizione glottodidattica dagli anni
Sessanta che si parla di Unit Didattica:
laggettivo focalizza il processo di insegnamento, il processo didattico.
In realt ununit didattica, cos come la
conosciamo ed usata nel manuali, richiede
molte ore per la sua realizzazione ed in pratica composta da una serie di singole
lezioni, sessioni di lavoro: se consideriamo
queste sessioni dal punto di vista dello studente, possiamo chiamarle Unit

16

In.IT

dApprendimento: quello che lo studente


percepisce come blocco unitario e che
svolto in una sessione di lavoro.
LUD, proposta nel 1931 a Winnetka, negli
Stati Uniti, per listruzione di immigrati e di
ragazzi in difficolt a scuola, nasce dalla
pedagogia attivistica di John Dewey ed ha
una consolidata letteratura critica alle spalle,
quindi non la tratteremo autonomamente ma
in relazione allunit dapprendimento (senza
riferimento, qui, allopposizione tra acquisizione e apprendimento di Krashen).
Lunit dapprendimento nasce dallinterazione di due componenti:
una considerazione neurolinguistica che si
basa su due principi funzionali: la bimodalit, cio la divisione funzionale dei due
emisferi cerebrali, quello destro preposto
alle attivit globali, olistiche, analogiche e
quello sinistro alle attivit razionali,
sequenziali, logiche; la direzionalit, cio il
fatto che, pur nella cooperazione continua
tra le due modalit del cervello, quelle
emozionali e globali precedono quelle
razionali ed analitiche;
una considerazione psicologica, in particolare della psicologia della Gestalt, che
vede la percezione come un processo
sequenziale di globalit_analisi_sintesi.
Da queste basi, soprattutto da quelle psicologiche, erano nate le riflessioni di RenzoTitone
in termini generali e di Giovanni Freddi sullunit didattica di lingua straniera, intesa come
un percorso di un certo numero di ore che
racchiudono una tranche linguistico-comunicativa complessa, realizzata mettendo insieme
eventi, atti, espressioni, strutture linguistiche
legati da un contesto situazionale (ed infatti le
unit didattiche dei manuali di lingua hanno
di solito titoli situazionali: Alla stazione, Al
ristorante e cos via).
Negli anni Novanta la tendenza a spostare
lattenzione sul processo di apprendimento
come base per lelaborazione di processi di
insegnamento ci ha portato a smontare lunit didattica in una serie di unit dapprendimento, che hanno la durata di una sessione (una lezione, un periodo: di solito tra i 45
e i 90 minuti): lunit secondo la quale lo
studente percepisce il suo apprendimento
(oggi ho studiato..., ho imparato a...).
Con un modello grafico possiamo vedere in
questo modo lunit didattica di lingua straniera, il modello su cui stato clonato finora
linsegnamento della lingua seconda, e il
complesso di unit dapprendimento che la
costituiscono quasi interamente.

di Paolo E. Balboni
Introduzione

Sequenza di unit dapprendimento

Presentazione dei
contenuti dellunit
che sta per iniziare;
Motivazione di fondo per tutta lunit;
Collocazione dellunit in relazione alle
precedenti e seguenti;
Istruzioni operative.

Questa idea di unit didattica di LS si caratterizza per una certa flessibilit dellorganizzazione dellinsegnamento; la sua struttura
scandita da tre fasi, una centrale composta
di unit dapprendimento previste in
sequenza ed eventuali aggiunte e integrazioni, e due fasi allinizio e alla fine che non
approfondiamo limitandoci alla scarna sintesi del grafico.
Ma questo modello non pu essere trasportato sic et simpliciter alla didattica della L2:
non possibile la sequenzialit, perch gli
studenti portano dentro la classe di L2 acquiIntroduzione

Conclusione
Testing;
Recupero degli
studenti pi lenti;
Approfondimento
specifico per gli eccellenti;
Decondizionamento,
attivit staccate dai
contenuti dellUD.

sizioni e frammenti di lingua dal mondo


esterno, perch lurgenza della CALP talvolta
costringe a sospendere una progettazione,
perch a seconda della madrelingua ogni
studente ha bisogno di sequenze differenti...
Vediamo quindi come adattare questo
modello alle due situazioni didattiche di L2,
il laboratorio e la classe.
2.3 Unit didattica e dapprendimento in
laboratorio di L2
Ancora una volta un grafico pu mostrare
con chiarezza la struttura:
Conclusione
Riflessione sul percorso
effettuato, su quanto
acquisito e su quanto
appreso, sistematizzato.

Contemporaneamente

Eventuale test, in
modalit mista di
correzione autonoma e
collettiva.

Recupero degli studenti pi lenti

Interpretiamo lo schema anche in relazione a


quello canonico per la LS:
non c una fase di introduzione, perch
non c un percorso prefissato da introdurre: alla stazione, in fattoria, ecc.
Linsegnante ha uno schema, ma lo conosce solo lui, o lo richiama agli studenti
solo per cenni (oggi torniamo a lavorare
su quel che si fa quando si sta con della
gente) in corso dopera;
c una rete e non una struttura sequenziale,
per quanto flessibile e integrabile, come
nella LS. Nella rete ci sono tre tipi di unit
dapprendimento, di sessioni:

ununit programmata dal docente,


quindi in relazione pre-ordinata con le
altre simili
ununit non programmata ma portata
dagli studenti sulla base dellesperienza
di italiano fuori del laboratorio. Sono
elementi non previsti ma pertinenti con
il tema dellunit didattica
sono unit dapprendimento, sessioni,
che non centrano con lunit didattica
che linsegnante sta seguendo: pu essere un dibattito che nasce spontaneamente nel gruppo e che costringe a deviare,
pu essere la richiesta di un elemento
CALP da parte del docente di geometria,
pu essere un incidente comunicativo
occorso a un membro del gruppo, ecc.

Parco Nazionale del Circeo


Palude della Cerasella

17

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

Modelli didattici per linsegnamento dellitaliano L2


In unipotetica unit didattica che linsegnante
abbia previsto sul consolidamento della funzione interpersonale, le unit dapprendimento in pieno colore, quelle previste, possono
essere sul salutarsi e congedarsi in modo formale e non, sul presentarsi, sulla natura dello
scusarsi nella cultura italiana, sui meccanismi
sociolinguistici e linguistici del registro formale/informale, ecc. Linsegnante sa che sta
facendo un percorso sulla funzione interpersonale, ma non pu prevedere se non vagamente la sequenza dei singoli cubi marcati:
certo, la riflessione sul formale/informale non
viene allinizio, ma non si pu esattamente
prevedere se sar lultima parte o verr anticipata su suggerimento o richiesta degli studenti. Il suo percorso viene dirottato e arricchito insieme da contributi degli studenti, i
cubi tratteggiati; e viene interrotto da altre
unit dapprendimento: quindi solo alla fine
potr fare una sintesi del tipo in questo
mese, vi ricordate, abbiamo fatto questa attivit, questaltra, questaltra ancora: che cosa
abbiamo imparato? in modo da giungere ad
una sintesi e riflessione complessiva sul tema
dellunit didattica:
una serie di attivit di recupero e rinforzo
individualizzato (schede, attivit di osservazione ecc.) che tentano di coprire lacune
e difficolt dei singoli, spesso dovuti alla
lingua di provenienza;
una riflessione conclusiva, di cui si detto
sopra, che pu anche portare alla creazione di una grammatica fai da te, scritta
dagli studenti;
un eventuale test non tanto di verifica da
passare al consiglio di classe (anche se nel
periodo di prima accoglienza una funzione
del laboratorio di L2 come parte integrante
della valutazione complessiva prevedibile)
quanto da correggere insieme, per unautovalutazione davvero molto formativa.
In conclusione, il modello base per il laboratorio di italiano L2 lunit dapprendimento, sebbene in un contesto implicito e di riferimento di unit didattica ed in un contesto
implicito e di riferimento di curricolo.

Terni, Valnerina
Cascata delle Marmore

18

In.IT

3. Il modello per la classe normale: lunit


differenziata e stratificata
Nella vita di classe linsegnante di italiano
(ma non solo) non pu dedicare il tempo
necessario a coloro che non sono madrelingua italiani: non quindi pensabile che il
modello didattico per lacquisizione dellitaliano L2 possa essere la classe normale:
qui vi si possono svolgere attivit stratificate

(lo studente straniero deve svolgere solo


alcuni del compiti richiesti a tutti) e differenziate per tipologia - attivit che troveranno il
loro completamento naturale, la sintesi e
conseguente riflessione, nel Laboratorio L2,
secondo un modello che pu funzionare
solo sulla base della negoziazione e dellinterazione costante che abbiamo visto nel
modello descritto nel paragrafo 2.
La formalizzazione del modello di unit stratificata e differenziata opera di F. Caon, B.
DAnnunzio e F. Della Puppa, allinterno di una
riflessione pi generale sulle CAD, classi ad
abilit differenziate e serve per loperazione
che R. Dolci, nello stesso volume, definisce
partecipazione periferica legittimata: il nonmadrelingua non in colpa se non fa tutto,
legittimato dal concetto di stratificazione, per
cui svolge il task, risponde alle domande, esegue le attivit fino al livello in cui capace di
farlo: periferico, ma non escluso.
Va da s che lunit differenziata e stratificata
utilissima anche in Laboratorio di italiano
L2, laddove ci sono studenti che sono in
Italia da tre anni insieme a chi in Italia da
tre mesi, studenti che provengono dal Brasile
insieme a bengalesi e arabi, maghrebini che
conoscono il francese e altri che non lo
conoscono, alfabetizzati e non: ma nel
Laboratorio la differenziazione sulla base delle caratteristiche personali e la stratificazione
dei compiti sulla base del livello di competenza sono solo due caratteristiche delle
unit dapprendimento che abbiamo visto
sopra; nella classe normale differenziazione
e stratificazione non sono due caratteristiche
ma due elementi costitutivi, due condizioni
sine qua non perch le ore passate nella
classe generale siano produttive sul piano
dellacquisizione della lingua straniera.

BIBLIOGRAFIA
BALBONI P.E., 2002, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle societ
complesse, Torino, UTET Universit.
BALBONI P.E., 2006, Italiano lingua materna: fondamenti di didattica,
Torino, UTET Universit.
BALBONI P.E. 2007, Operational Models in Language Teaching, Perugia,
Guerra Edizioni.
CAON F. (a cura di) 2006, Insegnare italiano nelle classi ad abilita differenziata, Perugia, Guerra Edizioni.
CELENTIN P., COGNIGNI E., 2005, Lo studente di origine slava, Perugia,
Guerra Edizioni.
DANNUNZIO B., LUISE M.C. 2008, La lingua dello studio, Perugia, Guerra
Edizioni.
FAVARO G. 2002, Insegnare l'italiano agli alunni stranieri, Firenze, La
Nuova Italia.
FREDDI G. 1979, Didattica delle lingue moderne, Bergamo, Minerva Italica.
LUISE M.C. (a cura di) 2003, Italiano lingua seconda. Fondamenti e metodi,
3 voll., Perugia, Guerra Edizioni.
LUISE M.C. 2006, Italiano come lingua seconda. Elementi di didattica,
Torino, UTET Universit.
TITONE R. 1976, Psicodidattica, Brescia, La Scuola.

Italiano a stranieri in Italia

Da
una
classe
ad
abilit
differenziate a una classe inclusiva di P. Celentin
rendendo conto
(soprattutto alla
luce della natura
multietnica delle
classi) che un
approccio falsamente democratico
del tipo la stessa
cosa per tutti tende inevitabilmente
a lasciar fuori una grande fetta di studenti.
Nasce cos spontanea la domanda: come si
pu fare ad insegnare ad una classe numerosa in modo da soddisfare i diversi bisogni di
cui gli studenti sono portatori? Come possiamo lavorare in modo efficace con studenti
che presentano abilit, livelli linguistici, attitudini notevolmente differenziati?
Per linsegnante esistono almeno due modi
diversi di porsi di fronte ad una classe plurilivello ad abilit differenziate (CAD):
a. in ununica classe troviamo studenti
portatori di abilit differenziate dal punto
di vista linguistico: ci sono studenti buoni,
mediocri e cattivi, quindi indicativamente
tre livelli, ma non possibile insegnare
contemporaneamente a tre livelli diversi,
per cui linsegnante indirizza le sue lezioni
al livello medio; in questo modo, per, sia
gli studenti di livello alto che di livello basso risultano poco interessati alla lezione in
quanto si sentono esclusi;
b. gli studenti hanno abilit linguistiche differenziate ma per ragioni diverse; ognuno
di loro ha infatti delle abilit non linguistiche da offrire alla classe; il dovere dellinsegnante imparare a valorizzare le abilit
di ognuno; il risultato deve essere una
classe inclusiva.
Noi ci sentiamo di sostenere la seconda
posizione e vorremmo rappresentare la classe plurilivello ad abilit differenziate con una
metafora. La classe (il corso di italiano) pu
essere paragonato ad un ascensore: tutti
hanno bisogno di prendere lascensore per
iniziare. Alcuni studenti si precipiteranno
nellascensore, altri invece avranno bisogno
di essere spinti dentro. Alcuni studenti
andranno dritti allultimo piano senza mai
fermarsi, altri si fermeranno al terzo piano
per un po e poi continueranno lentamente
la salita, altri ancora arriveranno solo al primo piano. In ogni caso, ognuno di loro sar
arrivato da qualche parte con successo. Allo
stesso modo, alla fine di un corso, limportante che ciascuno studente percepisca di
essere stato coinvolto nelle attivit didatti-

CI SI STA
SEMPRE
PI

che e di aver raggiunto qualche obiettivo.


Nelle pagine che seguono intendiamo proporre alcune indicazioni metodologiche basilari per operare in questo senso.
1. Attivit a risposta chiusa (attivit non
flessibili)
Le cause che generano la non flessibilit di
unattivit sono fondamentalmente due:
a. lattivit si concentra su un elemento
linguistico specifico (per esempio una
regola grammaticale) o una piccola batteria di elementi linguistici; alcuni studenti
possono conoscere gi bene questi elementi linguistici o trovarli comunque semplici; altri studenti possono invece trovarli
addirittura troppo difficili; in entrambi i
casi si rischia di demotivare gli studenti;
b. lattivit richiede di concentrarsi a lungo
su un singolo testo scritto o registrato;
alcuni studenti possono far fatica a capire
anche solo il significato generale del testo
mentre altri possono capire tutto o quasi
sin dallinizio e quindi essere portati a credere che non ci sia niente di nuovo per
loro nel testo presentato.
Tipiche attivit a risposta chiusa sono gli
esercizi a catena (ripetizione), esercizi di
completamento con una solo risposta corretta e il dettato tradizionale. La non flessibilit di queste attivit deriva dal fatto che
richiedono allo studente di produrre parole,
espressioni o frasi che sono interamente o
quasi predeterminate dallinsegnante o da
chi ha strutturato il materiale didattico.
Inoltre le attivit a risposta chiusa normalmente mirano a degli obiettivi linguistici
molto limitati e facilmente individuabili.
2. Attivit a risposta aperta (attivit flessibili)
Le attivit flessibili di solito hanno una vasta
gamma di obiettivi che possono essere chiamati in causa a seconda delle esigenze. Il
punto di forza di questo tipo di attivit che
alcuni degli scopi (ma ovviamente non tutti)
possono essere raggiunti anche dagli studenti che si collocano ai livelli pi bassi.
Unattivit flessibile ha almeno una delle
seguenti caratteristiche:
a. scelta: gli studenti possono scegliere fra
un certo numero di sotto-compiti; per
esempio: linsegnante distribuisce una
lista di domande, ciascuno studente ne
sceglie alcune che gli verranno poi rivolte
dal proprio compagno;
b. quantit: la quantit di lingua che gli
studenti sono chiamati a produrre pu varia19

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

Da una classe ad abilit differenziate a una classe inclusiva

Parco Nazionale
del Gran Sasso
Prati di Tivo

20

In.IT

re notevolmente; questo significa che anche


un completamento parziale accettato e
quindi anche gli studenti che svolgono un
numero inferiore di sotto-compiti possono
partecipare alle fasi successive dellattivit;
c. complessit: il compito pu essere
tranquillamente svolto con differenti livelli
di padronanza linguistica o concettuale, cio
uno studente pu produrre semplici frasi
che esprimono concetti banali, un altro studente, sempre avvalendosi di frasi semplici,
pu esprimere idee insolite e profonde, un
terzo pu usare un linguaggio pi complesso per comunicare contenuti semplici o
complessi, ecc.; per esempio: in tre minuti
ciascuno studente scrive alcune affermazioni vere contenenti le parole in, domani,
mio, speranza, il, luna, cinque; ogni
frase deve contenere almeno una delle
parole date, il numero massimo di frasi
dodici; in questo modo si d la possibilit
anche agli studenti pi bravi di esprimersi in
modo sofisticato e di raggiungere un obiettivo definito ma di un certo livello; per stimolare ulteriormente gli studenti che posseggono un miglior livello linguistico possibile inserire ulteriori vincoli, come luso di
subordinate, oppure lobbligo di avvalersi di
un determinato modo e tempo verbale;
d. ruoli con difficolt differenziate: alcune
attivit come i role play, ad esempio, possono essere strutturate in modo che alcuni
ruoli siano pi complessi di altri; un semplice esempio quello di unintervista in
cui uno studente di livello linguistico pi
basso interpreta il ruolo di un romanziere
alla ricerca dei tratti caratteristici di una
personalit criminale da utilizzare per i
suoi gialli e pone le domande contenute in
uno schema predisposto dallinsegnante,
mentre un altro studente interpreta il ruolo
di un famoso bandito e pu rispondere
basandosi interamente sulla propria esperienza e/o immaginazione;
e. aiuto dai compagni: le attivit devono
prevedere la possibilit per gli studenti pi
deboli di ottenere aiuto dagli studenti di
livello pi alto; per esempio, durante un
dettato, dopo una o due frasi linsegnante,
che gira tra i banchi e controlla quello che
stanno scrivendo gli studenti, pu chiedere a uno studente che ha trascritto correttamente di rileggere il testo dallinizio.
Possiamo quindi riassumere i vantaggi dellutilizzo di attivit flessibili allinterno di
classi plurilivello ad abilit differenziate
come segue:

a. tutti gli studenti, a qualsiasi livello si trovino, sono in grado di svolgere con soddisfazione il compito o parte di esso;
b. anche uno svolgimento parziale del compito permette di soddisfare la richiesta dellattivit;
c. ognuno ha la possibilit di imparare qualcosa di utile per il proprio percorso di sviluppo personale;
d. ci che viene appreso pu essere differente per ciascuno studente.
3. Considerazioni supplementari sullinsegnamento nelle CAD plurilivello
Ci sono alcune considerazioni da tenere particolarmente a mente quando si lavora con
una classe plurilivello ad abilit differenziate:
a. linsegnante deve cercare di rendere pi
comprensibile il proprio discorso riformulando le frasi molto spesso con un uso
sorvegliato del linguaggio; in questo
modo il suo linguaggio diventa pi ricco,
fattore positivo per gli studenti di livello
pi alto, e allo stesso tempo permette
anche agli studenti di livello pi basso di
seguire quello che viene detto; per la stessa ragione linsegnante deve anche cercare di utilizzare numerosi stimoli multisensoriali abbinando al parlato o allo scritto
disegni, gesti, rumori, ecc.
b. linsegnante deve elaborare un repertorio
(anche solo mentale) di possibili attivit da
far svolgere agli studenti che terminano
per primi i compiti assegnati;
c. per rendere la lezione pi interessante per
gli studenti di qualsiasi livello linsegnante
dovrebbe includere nelle lezioni:
la possibilit di personalizzare le attivit
in modo che ciascuno studente, anche se
di livello basso, possa tirar fuori la
propria personalit;
delle opportunit di espressione creativa;
delle opportunit per gli studenti di condividere le proprie idee e sentire cosa
hanno scritto gli altri;
un certo numero di attivit non strettamente linguistiche (disegnare, risolvere
puzzle, ecc.) in modo da dare lopportunit agli studenti di livello pi basso di
essere i migliori in qualche ambito e utilizzare la lingua che stanno imparando
per dire qualcosa a proposito dei loro
talenti particolari;
d. linsegnante deve aumentare la proporzione di attivit in cui si richiede di scrivere
prima di parlare (posto, ovviamente, che
abbiano sviluppato labilit di scrittura); in

di P. Celentin
questo modo si perseguono due obiettivi:
gli studenti che parlano fluentemente ma
continuano a fare gli stessi errori possono
riflettere maggiormente sulla loro produzione; gli studenti di livello pi basso, in
un lavoro a coppie o di gruppo, possono
riuscire a dire qualcosa di interessante e
comprensibile.
4. Risorse flessibili
Oltre ad adottare attivit flessibili e a fare
propri alcuni accorgimenti nel comportamento durante le lezioni, linsegnante che
lavora con classi plurilivello ad abilit differenziate pu trarre grossi vantaggi anche
dalladozione di risorse per lapprendimento
linguistico di tipo flessibile, risorse cio
che non obbligano gli studenti ad utilizzare
una particolare forma linguistica. Possiamo
includere fra questi materiali:
a. racconti che linsegnante conosce a
memoria e che pu adattare al momento
per seguire un gruppo o addirittura uno
studente particolare;
b. disegni;
c. strumenti musicali;
d. realia.
5. Conclusioni
Il pensiero di dover sviluppare un approccio
didattico completamente nuovo di fronte ad
una classe plurilivello ad abilit differenziate
, comprensibilmente, inquietante. In realt,
quello che realmente necessario, una
nuova attenzione nei confronti della classe
al fine di creare un contesto in cui tutti gli
studenti si sentano valorizzati e abbiano lo
spazio e la fiducia per provare. Si tratta, in
pratica, di rendere la classe realmente inclusiva per tutti gli studenti. Quali sono i tratti
salienti di una classe inclusiva? Secondo noi
potrebbero essere riassunti come segue:
a. c un senso di disciplina nella classe e gli
studenti hanno sviluppato la capacit di
lavorare insieme in autonomia per un certo periodo di tempo;
b. vengono valutate le competenze sia
linguistiche che non linguistiche e tutti
possono partecipare;
c. linsegnante cerca di fornire una vasta
gamma di attivit con obiettivi differenziati,
fra cui anche alcuni obiettivi semplici e
immediati (imparare cinque parole nuove,
pronunciare correttamente una frase, ripetere
correttamente un esercizio gi svolto, ecc.);
d. ci devono essere spazio e tempo per tutti
per pensare; gli studenti devono imparare

che non necessario pensare alla risposta


mentre linsegnante sta formulando la
domanda (per battere sul tempo i pi bravi... e magari sbagliare) ma che possono
prendere nota della risposta o alzare rapidamente la mano per segnalare che la conoscono; solo dopo linsegnante sceglier uno
o pi studenti a cui far dare la risposta;
e. ci devono essere possibilit di valutazione
nei confronti di un proprio standard personale (ad esempio: Questa volta ho composto cinque frasi corrette, la scorsa volta
invece solo tre) anzich nei confronti di
un generico punto di sufficienza; in questo
modo gli studenti sono stimolati a considerare i propri progressi e i propri sforzi
senza creare insane competizioni;
f. il sillabo della lezione deve essere concepito in modo da consentire agli studenti di
lavorare sugli stessi argomenti ma a
profondit diverse in ragione delle proprie abilit.
Lo scopo di questo intervento quello di
dare una definizione concreta di attivit
flessibili in quanto riteniamo che ladozione
di questo tipo di attivit sia il mezzo pi
facilmente e concretamente utilizzabile per
perseguire degli obiettivi di insegnamento
linguistico in classi ad abilit differenziate.
Ci rendiamo conto che lutilizzo di attivit
flessibili porta alla realizzazione da parte
degli studenti di prodotti linguistici ampiamente differenziati e di conseguenza difficilmente valutabili secondo gli standard del
testing tradizionale e molto spesso delle
prove finali di competenza linguistica richieste per esami e certificazioni di vario tipo.
Tuttavia, secondo il nostro personale modo
di vedere, ci pare molto pi importante permettere agli studenti un adeguato sviluppo
dal punto di vista non solo linguistico, ma
anche cognitivo e affettivo, tramite attivit
che vadano a toccare i diversi piani della
loro complessa personalit.
Inoltre ci sembra che sia da non sottovalutare
il benessere dellinsegnante che pu gestire
classi tendenzialmente difficili perseguendo degli obiettivi minimi ma raggiungibili.
Sarebbe augurabile ladozione di testing
altrettanto flessibili, che anzich voler uniformare le differenze vadano a riconoscere e
valorizzare le differenti abilit di cui ciascuno
di noi (studente e insegnante) portatore1.
NOTE
1

Questo saggio riprende il capitolo curato da Paola Celentin nel volume curato
nel 2006 da Fabio Caon per le Edizioni Guerra, Insegnare italiano nelle classi ad
abilit differenziate.

21

In.IT

Materiali didattici

Materiali didattici

novit

Angelo Chiuchi - Eleonora Coletti

GUIDA ALLUSO
DELLE PREPOSIZIONI
La preposizione una parte del discorso, di cui spesso nellinsegnamento e nellapprendimento della lingua, non si riconosce sufficientemente limportanza. La competenza grammaticale
presuppone la capacit di saper usare quello che potenzialmente
offre una lingua, utilizzandone le regole per formare correttamente
delle stringhe fornite di significato. La preposizione il materiale collante che lega insieme gli elementi costitutivi della frase semplice e
gioca un ruolo sostanziale nel raccordo delle complesse.
Fanno, dunque, didatticamente bene gli Autori di questo libro a
sfruttarne in modo concreto lelevatissima frequenza duso. Il libro
diviso in cinque parti. La prima, intelligentemente armonizzata con
ISBN:
88-7715-902-2
il concetto della gradualit grammaticale, propone il completamenFORMATO: 20X27 cm
to di microsituazioni che offrono al discente una ricca gamma di
PAGINE:
128
parole del linguaggio quotidiano.
Segue una sezione dedicata al completamento di dialoghi pensati
con rigore rispetto alle esigenze comunicative degli apprendenti. Si focalizza lattenzione sul contesto in cui
avviene ogni atto linguistico, nei vari ambiti, o domini, della vita sociale. Vengono privilegiati i grandi domini
dei quali necessario rafforzare la conoscenza: personale, pubblico, professionale.
Uno degli aspetti fondamentali della competenza lessicale da individuare nella capacit di saper usare le
espressioni idiomatiche di una lingua che conferiscono valore aggiunto alla comunicazione. Sono particolarmente interessanti le esercitazioni sulle curiosit linguistiche, anche perch attivano implicitamente il bisogno
di una propria tavolozza espressiva.
Lultima sezione di questo indispensabile manuale operativo, fornito di chiavi, offre allapprendente un quadro riassuntivo sulle preposizioni, con una tavola sinottica per ciascuna che ne evidenzia luso.

22

In.IT

Italiano a stranieri nel mondo

L'insegnamento
della
lingua italiana in Mongolia
per la prima volta in
Mongolia un Corso
di Laurea quadriennale in lingua italiana presso
l'Universit
Nazionale di
Ulaanbaatar. Il corso, a cui si sono
iscritti 14 studenti,
ha il duplice obiettivo di formare sia interpreti
e traduttori sia insegnanti qualificati in grado
di garantire la continuit dell'insegnamento
della lingua italiana in Mongolia. Al primo
anno si prevedono lezioni di grammatica, lessico, fonetica, conversazione e composizione
per un totale di 16 ore alla settimana. Il piano
di studi include oltre allo studio della lingua
italiana, lingua mongola moderna e classica,
nonch una seconda lingua occidentale o
orientale a scelta.
Per venire incontro agli interessi degli studenti e migliorare le loro prospettive lavorative, si
sta discutendo l'attivazione di un corso facoltativo di italiano commerciale e italiano turistico a partire dall'anno accademico 2005-2006.
Inoltre stato avviato a partire dal secondo
semestre un corso di italiano biennale e facoltativo di quattro ore settimanali per gli studenti (per l'anno accademico 2004-2005, 23
iscritti) al Corso di Laurea in lingua francese.
Le difficolt che i lettori di italiano devono
affrontare in paesi come la Mongolia,
distante dall'Italia non solo in senso geografico, non si limitano alle lezioni nel loro
aspetto puramente linguistico, ma
riguardano anche il rapporto con studenti e
colleghi spesso contrassegnato da tensioni e
incomprensioni di origine culturale. Il successo - o insuccesso - dell'insegnamento della lingua italiana in Mongolia quindi da un
lato condizionato dalla preparazione linguistica del lettore, la quale dovrebbe includere
una conoscenza almeno teorica del mongolo
indispensabile per risalire all'origine degli
errori pi comuni; dall'altro dipende dalla
sua capacit di mettere in questione se stesso e il proprio retroterra culturale per adattarsi e integrarsi, comprendere e possibilmente soddisfare le aspettative di colleghi e
studenti, nonch trovare un metodo di insegnamento compatibile con il sistema mongolo. In questo breve elaborato si cerca di
descrivere le maggiori problematiche verificatesi durante l'anno accademico 2004/05 in
entrambe le classi di italiano (quadriennale e
biennale) analizzando le loro cause e suddi-

NEL 2004
STATO
ATTIVATO

di Paula Haas

videndole in base alla loro tipologia in tre


categorie, ossia problemi linguistici, problemi metodologici e problemi culturali.
Vista l'inconsistenza dei dati finora raccolti
purtroppo non ancora possibile proporre
delle soluzioni o un metodo didattico da
adottare. Si spera per che questa breve
analisi possa tuttavia essere utile a preparare i futuri lettori di italiano in Mongolia al
loro compito e aiutarli a riconoscere l'origine delle principali difficolt.
1. Problemi linguistici: fonetica
a. La s sonora
La lingua mongola possiede i fonemi /s/, /ts/
e /dz/, ma non il fonema /z/, per cui la pronuncia della s sonora italiana rappresenta
una certa difficolt per gli studenti di madrelingua mongola. Anche dopo mesi di studio
molti, non riuscendo a pronunciare il fonema
/z/ correttamente, tendono a sostituirlo con la
s sorda o con il fonema /dz/.
b. I fonemi /p/ e /f/
Nella lingua mongola entrambi i fonemi
ricorrono soltanto in prestiti linguisti di origine prevalentemente tibetana o russa.
Ormai adattata al sistema fonetico mongolo
la pronuncia di entrambi i fonemi corrisponde a un suono intermedio tra la f e la p,
motivo per cui molti studenti hanno difficolt a distinguere e pronunciare correttamente i fonemi /p/ e /f/ in italiano. Nella prima fase di apprendimento i due fonemi vengono regolarmente confusi, nella fase successiva gli studenti riconoscono la differenza

Parco Nazionale del


Cilento e Vallo di Diano
Grotte di Castelcivita

23

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

L'insegnamento della lingua italiana in Mongolia


e riescono a pronunciare la f, ma non la
p, la quale, non avendo nessun corrispettivo mongolo, viene spesso sostituita da quell'ibrido a met tra occlusiva e continua. Le
altre consonanti generalmente non rappresentano particolari problemi.
c. Le vocali
Mentre a livello di pronuncia le singole
vocali non presentano alcuna difficolt, la
memorizzazione di una sequenza di pi
vocali all'interno di una parola risulta problematica. Il mongolo una lingua altaica
caratterizzata da una armonia vocalica molto
rigida che suddivide le vocali in posteriori
(a,o,u), anteriori (e,,) e neutre (i). La vocale della prima sillaba di una parola determina tutte le seguenti in quanto pu essere
seguita soltanto da vocali appartenenti allo
stesso gruppo o dalla vocale neutra i. Per
questo motivo gli studenti di madrelingua
mongola hanno spesso difficolt a memorizzare parole italiane che, secondo la classificazione mongola, contengono sia vocali
posteriori che anteriori. Un ulteriore problema costituito dalla riduzione della durata
delle vocali non accentuate nella lingua
mongola. Nei primi mesi gli studenti tendono a ridurre le vocali anche in italiano fino al
punto di rendere le parole incomprensibili.
d. La sillaba
Nonostante il concetto di sillaba si assomigli
molto nelle due lingue, gli studenti devono
prima sviluppare una certa familiarit con il
suono della lingua italiana per poter distinguere le sillabe e di conseguenza accentuare
le parole correttamente.
2. Problemi linguistici: grammatica

Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Cascata delle Callarelle

24

In.IT

a. L'articolo
La lingua mongola non possiede articoli,
motivo per cui anche dopo lunghi mesi di
studio gli studenti mongoli spesso li dimenticano. Particolarmente difficile per gli studenti la differenza tra l'articolo determinativo e l'articolo indeterminativo. La lingua
mongola ha mezzi per indicare se un sostantivo determinato e noto oppure indeterminato e nuovo, come per esempio l'uso di
aggettivi dimostrativi o nel caso di sostantivi all'accusativo il suffisso zero in contrapposizione al suffisso -iig che indica la determinatezza, ma non sempre un sostantivo che
per il parlante italiano determinato lo
anche per il parlante mongolo e viceversa.

quindi soprattutto attraverso costanti esercizi di lettura che gli studenti mongoli imparano lentamente a prendere dimestichezza con
l'uso degli articoli italiani.
b. Il plurale
Non distinguendo la lingua mongola salvo
che in rari casi tra singolare e plurale, le
regole della formazione del plurale in italiano rappresentano una certa difficolt.
Particolarmente difficili sono certi usi del
plurale determinativo come quello impiegato per indicare una classe, un tipo o una
specie, in mongolo generalmente espressi
con il sostantivo al singolare. Un classico
esempio sarebbe: 'Mi piace fiore'.
c. Il genere grammaticale
Non conoscendo il mongolo la distinzione dei
nomi in maschili e femminili, l'accordo dell'articolo e in particolare dell'aggettivo fonte
di numerosi errori. Soprattutto l'aggettivo in
funzione predicativa - e quindi relativamente
lontano dal sostantivo cui si riferisce - viene
spesso messo nella forma in cui figura nel
dizionario, ossia al singolare maschile.
d. Le categorie lessicali
Le categorie lessicali della lingua mongola
sono molto meno rigide rispetto a quelle italiane. Questo vale in particolar modo per i
sostantivi indicanti paesi che possono assumere valore aggettivale se usati in funzione
predicativa. Ne deriva una serie di errori che
possono essere esemplificati dalla frase: 'Io
sono Mongolia'.
e. Le coniugazioni verbali
Il mongolo una lingua agglutinante, in altre
parole esprime i rapporti grammaticali attraverso una serie di suffissi aggiunti alla radice
delle parole, la quale rimane invariata. La
flessione dei verbi italiani costituisce pertanto una notevole difficolt ulteriormente
aggravata dal fatto che il verbo mongolo non
cambia in base alla persona del soggetto.
f. I verbi essere e avere
In mongolo entrambi i significati vengono
espressi dallo stesso verbo baikh. Costruito
con un complemento al cosiddetto dativopossessivo o al comitativo esprime possesso, negli altri casi corrisponde all'italiano
essere o funge da ausiliare. Nei primi mesi
gli studenti tendono a confondere i due verbi o a usare sempre solo il verbo essere.

di Paula Haas
g. Il verbo diventare
Mentre il verbo italiano diventare esprime
soltanto un cambiamento delle caratteristiche del soggetto, il verbo mongolo bolokh
pu tra altro anche significare l'entrata in
essere di uno stato o un evento. Viene quindi spesso usato in frasi che parlano di quando un evento avr o ha avuto luogo, motivo
per cui anche dopo mesi di studio molti studenti fanno ancora errori come: 'Il 25 dicembre diventa Natale'.
h. La sintassi
La lingua mongola come tutte le lingue altaiche possiede un ordine basico del tipo SOV
(soggetto-oggetto-verbo), frasi subordinate
vengono costruite attraverso modi indefiniti
del verbo quali participi e gerundi e precedono di norma la frase principale. Il rapporto
tra la subordinata e la frase principale viene
reso esplicito da posposizioni che possono
fungere anche da congiunzioni. Un modo
indefinito spesso usato nella costruzione di
frasi complesse l'infinto (dal punto di vista
grammaticale participio presente-futuro).
Questa particolarit della lingua mongola
induce gli studenti a costruire le subordinate
in italiano usando infiniti in serie anche laddove nella loro lingua userebbero gerundi o
altri participi, percepiti per pi simili all'infinito che a una forma verbale coniugata. Un
altro errore che a prima vista pu sembrare
piuttosto bizzarro l'uso dei pronomi diretti
atoni o tonici per indicare il soggetto della
frase subordinata. per facilmente spiegabile se si tiene conto del fatto che in mongolo il soggetto della subordinata se diverso
dal soggetto della principale viene messo al
caso accusativo.
3. Problemi metodologici
3.1 Il sistema universitario mongolo
Gli studenti mongoli, maturandosi dopo soltanto dieci anni di scuola, iniziano l'universit all'et di sedici o diciassette anni.
L'universit mongola assomiglia di conseguenza per molti aspetti a una scuola superiore occidentale sia per quanto riguarda l'organizzazione e i contenuti dei corsi, sia per
quanto riguarda l'atteggiamento degli studenti nei confronti dello studio. I ragazzi, raggruppati in classi generalmente molto unite,
sono troppo giovani perch si possa pretendere che sappiano gestire lo studio individuale da soli senza essere guidati e controllati dall'insegnante. La frequenza obbliga-

toria e costituisce il venticinque percento del


voto finale, per cui il superamento degli esami non condizione necessaria per passare
all'anno di corso successivo. Che i voti spesso non riflettano affatto il livello reale degli
studenti un dato di fatto che il lettore straniero non solo deve accettare come tale, ma
a cui deve adeguare i propri parametri.

Parco Nazionale del


Gran Paradiso
Lago di Dres

3.2 Il metodo di insegnamento mongolo


Il metodo di insegnamento pi usato nelle
scuole mongole la memorizzazione meccanica di testi, frasi ed esempi che non necessariamente devono essere compresi. Si ritiene che la comprensione sia poi il risultato di
un processo di automatizzazione. La consapevolezza metalinguistica, che implica la
riflessione sulla sintassi e sui legami che
intercorrono tra le varie componenti della
frase, nonch il confronto tra la propria
madrelingua e la lingua straniera, nella
maggior parte degli studenti solo poco sviluppata; molti non sono in grado di ricomporre il materiale linguistico appreso per
formare frasi nuove staccandosi dagli esempi studiati. L'approccio occidentale pi interattivo e comunicativo costituisce un problema non indifferente per gli studenti mongoli. Non essendoci abituati devono non solo
imparare una lingua nuova, ma anche sviluppare gli strumenti e le strategie necessari
per assolvere i diversi compiti linguistici. Il
lettore straniero deve assolutamente tener
conto del divario tra le proprie aspettative e
quelle degli studenti per evitare che perdano
la voglia sentendosi sopraffatti da questa
duplice difficolt.
25

In.IT

Italiano a stranieri in Italia

L'insegnamento della lingua italiana in Mongolia


4.2 Il clima in classe
Uno dei problemi pi grandi con cui il lettore straniero si vede confrontato la totale
mancanza di disciplina. Studenti che arrivano in ritardo, che escono ed entrano senza
permesso dell'insegnante, telefonate e
chiacchierate ad alta voce durante le lezioni
sono all'ordine del giorno.
La posizione particolare dei lettori stranieri,
considerati meno severi e distaccati dei professori mongoli, permette loro da un lato di
instaurare un rapporto molto amichevole con
gli studenti, induce per anche alcuni ragazzi
a pensare di potersi permettere comportamenti irrispettosi senza per questo essere
puniti. quindi molto importante che fin dall'inizio il lettore si sappia imporre per evitare
il rischio di diventare soltanto una figura amica senza avere l'autorevolezza necessaria per
insegnare. Se si consapevoli dei vantaggi e
dei rischi insiti nel proprio ruolo e si riesce a
sfruttarne le potenzialit, si pu creare un
rapporto altamente gratificante a livello personale e favorevole allo studio.

Lecco
Lago di Como

4. Problemi culturali
4.1 La conoscenza della realt italiana
Al contrario di altri paesi europei come la
Germania e la Francia, con cui la Mongolia
ha storicamente sempre avuto rapporti piuttosto stretti, l'Italia e la sua realt culturale,
politica e geografica sono ancora poco
conosciute in Mongolia. Nonostante negli
ultimi anni i rapporti italo-mongoli abbiano
conosciuto un notevole sviluppo, la presenza italiana in Mongolia tuttora limitata a
poche persone impegnate soprattutto nel
settore dell'industria tessile e a un crescente
numero di turisti che visitano la Mongolia
per un breve periodo durante i mesi estivi.
Ancora meno sono i mongoli che per motivi
di lavoro, studio o turismo si sono recati in
Italia alimentando al loro ritorno l'immaginario collettivo di nuove nozioni basate su
esperienze realmente vissute. Dato lo stretto
legame che intercorre tra lingua e cultura il
lettore deve far conoscere anche la cultura
italiana nei suoi molteplici aspetti spesso
partendo dagli elementi pi fondamentali,
compito reso particolarmente difficile dalla
mancanza di materiale adeguato e di prodotti, specie alimentari, italiani.

26

In.IT

4.3 Il rapporto tra il lettore straniero e


professori mongoli
I rapporti tra i lettori stranieri e i professori
mongoli sono generalmente buoni, ma non
privi di un certo potenziale conflittuale,
soprattutto se insegnano nella stessa classe.
Molti insegnanti mongoli, non avendo avuto
la possibilit di passare un lungo periodo
all'estero, hanno un'ottima conoscenza della
grammatica, ma non della lingua parlata.
Per la paura di fare errori o di essere criticati
dal lettore madrelingua tendono a evitare il
confronto diretto e non parlano quasi mai
delle proprie lezioni. Questo timore viene
inoltre alimentato dal comportamento piuttosto arrogante di molti stranieri che reputano la propria preparazione accademica di
gran lunga superiore a quella dei mongoli,
nonch dal rapporto di forza tra Occidente e
Oriente, che a livello psicologico si traduce
in complessi sentimenti di superiorit e
inferiorit. L'atteggiamento difensivo da parte di molti professori mongoli ostacola spesso lo scambio di idee e la collaborazione
nell'elaborazione dei programmi didattici.
Il lettore straniero deve pertanto imparare a
leggere tra le righe e captare il non detto per
comprendere quali sono i propri limiti, quali
le aspettative e quali i propri doveri.

Strumenti

Recensioni
Patrizia Mazzotta, Laura Salmon,
Tradurre le microlingue scientifico-professionali. Riflessioni teoriche e proposte didattiche,
Torino, Utet Universit, 2007, pp. 382.
Il volume, ampio ed esauriente, accosta
riflessioni sia sulle microlingue e il CLIL, sia
sulla teoria e pratica della traduzione, in un
impianto che ha sempre attenzione glottodidattica e che, in alcuni dei saggi, strettamente glottodidattico.
I due saggi iniziali orientano con il loro
impianto, differente ma complementare, la
lettura dellintero volume: si tratta del saggio
di P. Mazzotta sullo sviluppo della competenza traduttiva in ambito microlinguistico, che
porta a definire le tappe di un possibile percorso didattico, e del saggio di L. Salmon,
che attraverso riflessioni di linguistica testuale e di traduttologia fornisce coordinate di
riferimento per la didattica della traduzione.
Altri saggi raccordano riflessioni sulla traduzione e la didattica delle lingue: uno, di P. E.
Balboni, studia il ruolo della traduzione nellinsegnamento sia delle microlingue sia
nella metodologia CLIL; G. Porcelli e A. Di
Sparti discutono nei loro contributi il ruolo
delle tecnologie nella pratica e nella didattica della traduzione.
Dopo questo primo corpo di studi di impianto
generale, il volume si articola - senza peraltro
perdere in unitariet - in una serie di applicazioni a singoli ambiti scientifico-professionali,
dalla microlingua giuridica a quella aziendale,
da quella commerciale a quella socio-sanitaria, con esemplificazioni di problemi traduttivi
dalle e verso le diverse lingue - latino, inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo.
La riflessione sulla traduzione, sui problemi
didattici che essa pone, sul suo ruolo nella
didattica non solo delle microlingue scientifico-professionali (si pensi allimportanza che
stanno via via assumendo i corsi di laurea in
mediazione linguistica e culturale allinterno
delle facolt di lingue, orientate tradizionalmente verso la letteratura e la sua storia), ma
anche della lingua generale a livelli dal B2
in su sempre pi diffusa nella letteratura
glottodidattica di questi ultimi anni, e questo
volume si pone quindi come sintesi di quanto
si fatto recentemente ma soprattutto come
pietra fondante di un nuovo percorso di riflessione su unabilit interlinguistica complessa
e troppo a lungo trascurata, la traduzione.

Pietro Trifone, Massimo Palermo,


Grammatica italiana di base,
Bologna, Zanichelli, 2007 (2a edizione),
pp. 352.
Tra gli oramai molti volumi che trattano della grammatica italiana pochi riescono a farlo
in modo chiaro e accurato. Tra questi spicca
sicuramente questa seconda edizione della
Grammatica italiana di base di Pietro Trifone
e Massimo Palermo, rispettivamente docente di storia della lingua italiana e di didattica
delle lingue moderne, entrambi presso
lUniversit per Stranieri di Siena.
I vari aspetti della grammatica sono analizzati sempre con grande chiarezza, in quattordici capitoli inerenti i suoni e le lettere;
larticolo; il nome; gli aggettivi qualificativi;
gli aggettivi pronominali; i pronomi personali, relativi, allocutivi, doppi; il verbo; la
preposizione; la congiunzione; linteriezione;
la frase semplice; la frase complessa; la formazione delle parole.
Ogni capitolo inoltre arricchito da due
sezioni: per approfondire in cui vengono
offerte riflessioni su aspetti particolari proposti nel capitolo; in caso di dubbi con
suggerimenti per risolvere dubbi che possono sorgere, tanto al parlante nativo, quanto
allo studente straniero, riguardo ad alcune
problematiche linguistiche.
Molto utili sono pure i confronti con altre
lingue e le numerose tabelle denominate
Nota bene e altre Attenzione!, disseminate in tutto il volume, in cui vengono sottolineati aspetti peculiari della lingua sia in
chiave storica sia sociolinguistica.
Lopera completata da due appendici (sulla
coniugazione dei verbi irregolari e sulle reggenze verbali); un pratico eserciziario finale
con soluzioni e un utilissimo e dettagliato
indice analitico.
Lorganizzazione lineare degli argomenti trattati affiancati da approfondimenti per il lettore pi attento, e il linguaggio utilizzato, preciso, scientifico, ma per la comprensione del
quale si sempre opportunamente guidati,
rendono questa grammatica un testo di riferimento di grande valore, tanto nella didattica
quanto nella risoluzione di dubbi personali.
Matteo Santipolo
Parco Nazionale
dellAspromonte

Fabio Caon
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In.IT

Materiali didattici

Materiali didattici

novit

Questo Manuale stato concepito per la formazione universitaria del docente di italiano
come seconda lingua, chiamato oggi a operare in una pluralit di contesti, in Italia e
allestero.
Le tre sezioni che lo compongono:
- CONTESTI DI APPRENDIMENTO / INSEGNAMENTO DELLITALIANO;
- INSEGNARE LA LINGUA / INSEGNARE
LA GRAMMATICA;
- PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI
PERCORSI DIDATTICI.
sono focalizzate sui fattori fondamentali
del processo di apprendimento / insegnamento: gli attori e i luoghi (tipi di pubblici,
istituzioni e altre agenzie formative dedicate allinsegnamento e alla diffusione della lingua italiana a stranieri), loggetto dellinsegnamento (la lingua), i metodi e le
tecniche (modelli operativi, comunicazione
e gestione della classe, verifica, valutazione,
certificazione).
La struttura modulare del Manuale ne consente ladozione, integrale o parziale, a
diversi livelli della formazione universitaria:
corsi di laurea di primo e secondo livello,
master, corsi di specializzazione.

ISBN:
978-88-557-0194-5
FORMATO: 17X24 cm
PAGINE:
295

28

In.IT

Materiali didattici

Materiali didattici

novit

A cura di Pierangela Diadori


Questo volume inaugura la Serie DITALS formatori, che, insieme alla Serie La DITALS risponde
e alla Serie Quaderni DITALS fa parte della
Collana DITALS diretta da Pierangela Diadori. Si
tratta di un saggio che raccoglie i contributi di
alcuni esperti che nel triennio 2005-2008 hanno
collaborato al Progetto Jura (Linguaggio giuridico in ambito accademico italo-tedesco:
traduzione e insegnamento linguistico ad apprendenti italo-tedeschi), cofinanziato dal Ministero italiano dellUniversit e della Ricerca e
dalle istituzioni partner.
Lopera fornisce alcuni punti di riferimento
essenziali per coloro che operano (o intendono
operare) in contesto accademico o professionale, come docenti di lingua italiana o tedesca a
studenti stranieri di ambito giuridico, o come
docenti di traduzione giuridica (italiano-tedesco). Luscita in questa collana giustificato dal
fatto che il volume destinato alla formazione
dei docenti di italiano (e tedesco) nei corsi universitari riservati agli studenti stranieri delle
universit di giurisprudenza: si tratta dunque di
uno strumento utile per chi intende approfondire e ampliare le proprie competenze glottodidattiche per il profilo studenti universitari,
nello specifico settore del linguaggio giuridico.
I temi trattati sono stati riuniti per aree tematiche,
come risulta dai titoli delle sei sezioni in cui si articola lopera:

1
1. aspetti linguistici: descrizione del linguaggio di
ambito giuridico (italiano e tedesco);
2. glossari, data base e corpora di ambito giuridico (italiano e tedesco);
3. didattica del linguaggio giuridico (italiano e
tedesco);
4. traduzione e interpretazione in ambito giuridico (italiano/tedesco);
5. percorsi formativi per docenti di lingua e
traduzione in ambito giuridico (italiano e tedesco);
6. ricerche sul linguaggio di ambito giuridico
(italiano e tedesco).
ISBN:
978-88-557-0206-5
FORMATO: 17X24 cm
PAGINE:
352
29

In.IT

Strumenti

Universit per Stranieri


di Perugia
LUniversit per Stranieri di Perugia, fondata
nel 1921 e riordinata con L. 17 febbraio 1992,
n. 204, la pi antica e prestigiosa istituzione nellattivit di ricerca sullapprendimento
e linsegnamento della lingua italiana e nella
diffusione nel mondo della cultura e della
civilt italiane. Di essa fanno parte la Facolt
di Lingua e Cultura Italiana e i Centri speciali

di ricerca WARREDOC (Water Resources


Research and Documentation Centre) e
CEDUIC (Centro elaborazione dati
universitario dellItalia centrale).
Presso lAteneo sono attivi il Dipartimento
di Scienze del Linguaggio e il Dipartimento
di Culture Comparate.

LA FACOLT
La Facolt organizza per cittadini stranieri e italiani residenti allestero
Corsi di Lingua e Cultura Italiana, suddivisi in: Corsi specialistici di Alta Cultura.
Aperti a italiani e stranieri, si qualificano per lelevato livello di approfondimento degli
ambiti disciplinari e culturali oggetto di studio. Al termine di ciascun corso si ottiene, a
richiesta, un Attestato di Frequenza; mediante opportune prove scritte, si consegue un
Attestato di Profitto. Su presentazione di una dissertazione scritta, discussa e approvata,
per i Corsi di Lingua Italiana Contemporanea e di Etruscologia e Antichit Italiche
si consegue un Diploma.
Corso di Lingua Italiana Contemporanea
Aspetti socio-linguistici dellitaliano contemporaneo.
Corso di Storia dellArte
Corsi e visite sul patrimonio artistico italiano.
Corso di Etruscologia e Antichit Italiche
Religione, arte, societ in Etruria e nellItalia preromana.
Corsi di aggiornamento per Insegnanti di Italiano allestero
Riservati a docenti stranieri e italiani residenti allestero, offrono lopportunit
di approfondimento di tematiche dellarea linguistico-didattica e di aggiornamento
culturale dellItalia di oggi. Non prevedono esami finali.
A richiesta, viene rilasciato un Attestato di Frequenza.

Corsi di lingua e cultura italiana:


-

Corsi
Corsi
Corsi
Corsi
Corsi

ordinari di primo, secondo, terzo e quarto grado durata trimestrale


ordinari di quinto grado durata semestrale
straordinari di primo, secondo e terzo grado durata bimestrale
straordinari di primo, secondo e terzo livello durata mensile
straordinari intensivi

Universit per Stranieri di Perugia


Palazzo Gallenga, P. zza Fortebraccio, 1 - 06100 Perugia
30

In.IT

tel. e fax: +39 075 5746456


e-mail: certific@unistrapg.it

www.unistrapg.it

Strumenti

Universit per Stranieri


di Siena
CORSI DI LINGUA ITALIANA PER STRANIERI
In questo numero di In.It focalizziamo lattenzione sui corsi di lingua italiana. Essi offrono:
una struttura mensile;
livelli suddivisi sulla base dei 6 livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per
le Lingue;
lezioni suddivise in Moduli Linguistici di Base (MLB) e Moduli Linguistici Tematici (MLT);
la possibilit di effettuare il test di ingresso on line.
possibile scegliere tra varie tipologie di corsi:
corsi ordinari di durata trimestrale, suddivisi in segmenti mensili;
corsi speciali in qualsiasi periodo dellanno e per qualsiasi durata;
corsi fuori sede in qualsiasi periodo dellanno e per qualsiasi durata;
programmi speciali in qualsiasi periodo dellanno e per qualsiasi durata;
corsi di cultura italiana in qualsiasi periodo dellanno e per qualsiasi durata.
CORSI PER STUDENTI SOCRATES/ERASMUS
I corsi, articolati su sei livelli, hanno durata mensile e sono organizzati nei mesi di febbraio,
settembre e ottobre.
CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO LINGUISTICO, GLOTTODIDATTICO
E LETTERARIO
Sono organizzati corsi di formazione e di aggiornamento che si propongono di sviluppare
le competenze necessarie per laggiornamento e la formazione continua di insegnanti di
italiano operanti in Italia e allestero.
CORSI DI PREPARAZIONE DITALS I LIVELLO E II LIVELLO
I corsi sono articolati in 30 ore di lezioni e seminari e sono finalizzati alla presentazione delle prove di Certificazione DITALS.
31 marzo - 4 aprile 2008
25-29 agosto 2008

n. 30 ore di lezione
n. 30 ore di lezione

Universit per Stranieri di Siena


via Pantaneto, 45 - 53100 Siena - Italia
tel.: +39 0577 240111 fax: +39 0577 281030
e-mail: info@unistrasi.it

www.unistrasi.it

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In.IT

Strumenti

Universit di Venezia
Progetto Itals
ITALS per la qualit didattica
Progetto sperimentale
La filosofia
quella del miglioramento continuo verso leccellenza. Chi chiede di
accreditarsi e non ha ancora i requisiti necessari, pu iniziare sotto la
guida di Itals un percorso di miglioramento continuo indicato dalla
Commissione (ad esempio: percorsi di formazione per i docenti, di
gestione dellofferta didattica di unistituzione, ecc.).
Che cos
un accreditamento delle istituzioni e dei docenti che operano nellambito dellinsegnamento dellitaliano a studenti stranieri allestero o in Italia.
Si tratta, in sintesi, di una sorta di marchio di qualit che attesta la conformit delle strutture, delle risorse umane, dei processi alle indicazioni proposte dallo schema.
Durata
Laccreditamento ha durata triennale. Per tale periodo listituzione o il docente accreditato
hanno la possibilit di usare il marchio accreditato da Itals per la qualit.
Alla scadenza si procede su richiesta a una fase di rinnovo dellaccreditamento.
A chi si rivolge
a. istituzioni impegnate nellinsegnamento della lingua italiana, siano esse scuole,
universit, enti, associazioni, ecc. di diritto pubblico o privato;
b. docenti singoli che in autonomia desiderano accreditarsi.
Chi lo rilascia
Presso il Laboratorio Itals di Ca Foscari ha sede la Commissione per laccreditamento, con
il compito di istruire le pratiche ed espletare le procedure relative alle richieste di accreditamento iniziale e di rinnovo.
Quali ambiti comprende laccreditamento:
Per unistituzione:
la struttura e le risorse
i processi di funzionamento dellorganizzazione
il servizio erogato (corsi e altro, attenzione allo studente e allutenza in genere)
la direzione
il personale docente e non docente
la comunicazione verso lesterno (pubblicit) e verso linterno (verso le parti attive e lutenza)
i servizi complementari (assistenza; dove applicabili: offerta residenziale, servizi ricreativi,
offerta culturale)
Per un docente:
formazione di base
ulteriori titoli accademici
certificazioni professionali
aggiornamento e formazione dopo la laurea e in servizio
servizio di insegnamento
pubblicazioni
partecipazione, attiva e passiva, a convegni, seminari, progetti ecc.
attivit di coordinamento, direzione, progettazione di attivit didattiche, ecc.
certificazioni linguistiche per non madrelingua
Per maggiori informazioni: http://venus.unive.it//progetto_qualita

itals

"Laboratorio itals" Laboratorio per


la formazione e la ricerca in Italiano
come lingua straniera
Direzione: Paolo E.Balboni
Coordinamento: Graziano Serragiotto
e-mail: itals@unive.it

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In.IT

Ca Bembo - Dorsoduro 1075


30123 Venezia
tel. e fax: -39 041 234 5708
orario: marted, mercoled e gioved, ore 10-12

www.itals.it

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