Sei sulla pagina 1di 12

Il signor Veneranda

di Carlo Manzoni



















Barba e capelli

Barba e capelli? chiese il parrucchiere facendo accomodare il signor
Veneranda.
S disse il signor Veneranda. Ma secondo lei, posso tenere il cappello?
Eh no, disse il parrucchiere se tiene il cappello come faccio a tagliarle i
capelli?
Allora lei i capelli non li pu tagliare a quelli che hanno il cappello?
chiese il signor Veneranda.
E impossibile disse il parrucchiere. Non le pare?
Se lo dice lei, sospir il signor Veneranda sar anche cos. Mi dispiace
perch tanto tempo che ho questo cappello, e non mi sento di buttarlo
via o di venderlo.
Ma non occorre balbett il parrucchiere. Basta che se lo tolga. Poi se lo
rimette di nuovo.
Allora io mi tolgo il cappello, lei mi taglia i capelli poi mi rimetto il
cappello disse il signor Veneranda.
Gi disse il parrucchiere.
E la barba? chiese il signor Veneranda. Devo togliermi il cappello anche
per la barba?
Ma... sarebbe meglio balbett il parrucchiere che non sapeva cosa dire.
Allora riepilogando: disse il signor Veneranda Io mi tolgo il cappello, lei
mi taglia i capelli, poi mi rimetto il cappello, poi me lo tolgo di nuovo e lei
mi taglia la barba e alla fine mi torno a mettere il cappello. E cos?
Ma... veramente...
Mi dispiace ma troppo un traffico disse il signor Veneranda alzandosi.
Io credevo che la cosa fosse molto pi semplice e pi svelta. Cos non si
finisce pi. Pazienza, sar per unaltra volta.
E il signor Veneranda se ne and brontolando e sbattendo la porta.

L'ufficio postale

Il signor Veneranda entr nellufficio postale.
"Scusi" disse il signor Veneranda allimpiegato allo sportello; " arrivato
un pacco per me?"
"Non arrivato nessun pacco per lei" rispose limpiegato; "se fosse
arrivato, lei avrebbe ricevuto lavviso. Ha ricevuto lavviso?"
"Non ho ricevuto nessun avviso" disse il signor Veneranda; "ma a me
lavviso non serve a niente; mi servirebbe il pacco, perch dentro al
pacco c sempre qualcosa".
"Lavviso serve per avvertirla che le arrivato un pacco".
"Ecco, proprio questo volevo, il pacco che arrivato per me".
"Ma non arrivato nulla per lei".
"Ma come, ha appena detto, e sono le sue parole, lavviso serve per
avvertirla che le arrivato un pacco; ed io sono qui a ritirare il pacco".
"Io ho solo detto che lavviso serve solo per avvertirla che le arrivato il
pacco".
"Ah, ho capito, lei mi manda un avviso per avvertirmi che arrivato il
pacco; allora, guardi, faccia a meno di mandarmi lavviso perch io sono
gi qua a ritirare il pacco".
"No, non ci siamo capiti, le dicevo che qualora arrivasse un pacco per lei,
solo allora le manderemmo un avviso per avvertirla che da noi c un
pacco per lei; ci siamo capiti ora?" "Certo che ci siamo capiti, mi crede
imbecille; ma, mi dica, da dove arriva il pacco?"
"Io - balbett limpiegato - io non so da dove le venga spedito il pacco;
io non ne so nulla; lo sapr lei da dove aspetta il pacco".
"Io non aspetto nessun pacco" disse il signor Veneranda "e non ho
nessuna idea di chi potrebbe spedirmi un pacco; ma se lei dice che mi
arriver un avviso che mi avverte che c un pacco per me da lei, io
vengo da lei per sapere da dove mi arriva il pacco".
"Io io non ne so nulla del suo pacco!"
"Ma allora perch mi dice che mi deve arrivare un avviso per ritirare un
pacco?" esclam il signor Veneranda arrabbiandosi; "ma guarda un po
che tipo! Prima mi dice che mi arriver un avviso, poi che devo passare
qui a prendere il pacco, poi casca dalle nuvole! Oh, ma che razza di
servizio postale!"
E il signor Veneranda si allontan scuotendo la testa e brontolando.

Per via

Il signor Veneranda incontr per via un suo conoscente.
- Oh! - disse il conoscente. - Come sta ?
- Come ?? - chiese il signor Veneranda
- Come sta ? - ripet il conscente.
- Ma veramente non saprei, - disse il signor Veneranda che non capiva
- come, non saprebbe ?
- Dal momento che lei non mi ha detto di chi parla, io non posso mica
sapere come sta ! I miei parenti stanno tutti bene, grazie, i miei amici
quasi tutti, eccetto Tommasino che ha il raffreddore. Lei intendeva
Tommasino ?
- Io no,io ... - balbett il conoscente del signor Veneranda.
- Lei no, lei come faccio io a sapere di chi vuol parlare se non si spiega?
Voleva intendere quel signore li che passa? Io non so mica come sta, non
l'ho mai visto, ma se lo vuole sapere si fa presto!
- Ehi, signore - grid il signor Veneranda al signore che passava - come
sta lei ?
- Bene, grazie - rispose il signore levandosi il cappello gentilmente.
- Ecco - disse il signor Veneranda battendo un colpo sulla spalla del
conoscente. - E' contento adesso? Sta bene. E anche tutta la famiglia ? -
chiese ancora il signor Veneranda.
- Benone tutti, grazie - rispose il signore voltandosi e salutando.
- Ha visto ? - disse il signo Veneranda - Stanno tutti bene.
- ma io .. - balbett il conoscente del signor Veneranda.
- Senta, se lei non intendeva parlare di quel signore li , poteva dirmelo
chiaramente prima: io ho cercato di accontentarla. Benedetto uomo -
mormor il signor Veneranda crollando il capo e allontanandosi, - che
bisogno c'era di rivolgersi a me? Non poteva arrangiarsi da solo ???

L'autostrada

Il signor Veneranda si ferm all'ingresso dell'autostrada Milano -Torino.
"Torino" disse il signor Veneranda al bigliettaio.
Il bigliettaio guard il signor Veneranda e poi si guard attorno nel
piazzale deserto dove non sostava nemmeno un'automobile.
"Ma..." balbett il bigliettaio, "e la macchina?"
"Che macchina?" domand il signor Veneranda, stupito.
"L'automobile," disse il bigliettaio, "lei non ha l'automobile?"
"Io no," disse il signor Veneranda, "io non ho l'automobile. Perch? Cosa
c' di strano? C' tanta gente che non ha l'automobile e perch la dovrei
avere io? Le pare che io abbia la faccia di uno che dovrebbe avere
l'automobile?" "Io non so," balbett il bigliettaio, "ma se lei vuole andare
a Torino con l'autostrada, dovr pure avere un'automobile." "Io non vado
a Torino con l'autostrada," disse il signor Veneranda. "Non posso andarci
appunto perch non ho l'automobile. E poi cosa dovrei andare a fare a
Torino?"
"Non so... lei che ha detto Torino," balbett il bigliettaio che non sapeva
cosa dire.
"Io ho detto Torino, certamente" disse il signor Veneranda, "questo non
lo nego. Ma tutti possono dire Torino quando vogliono, le pare? Non
capisco perch quando uno dice Torino dovrebbe, secondo lei, andarci in
automobile."
"Va bene, ma allora lei, che cosa vuole da me?" balbett il bigliettaio
sempre pi confuso.
"Io niente," disse il signor Veneranda. "Ho detto Torino come potevo dire
Roma o Genova o un'altra citt. Le dispiace?"
"No, ma... senta, se lei non entra in autostrada con l'automobile, mi lasci
in pace," brontol il bigliettaio.
"Eh, accidenti!" grid il signor Veneranda perdendo la pazienza, "adesso
dovr comprarmi un'automobile per far piacere a lei! Ma sa che un bel
tipo? Ma guarda che razza di gente!"
E il signor Veneranda volt le spalle al bigliettaio e si allontan
brontolando.

La Chiave

Il signor Veneranda si ferm davanti al portone di una casa, guard le
finestre buie e spente e fischi pi volte come volesse chiamare
qualcuno.
A una finestra del terzo piano si affacci un signore.
- senza chiave? - chiese il signore gridando per farsi sentire.
- Si, sono senza chiave - grid il signor Veneranda.
- E il portone chiuso? - grid di nuovo il signore affacciato.
- Si chiuso - rispose il signor Veneranda.
- Allora le butto la chiave.
- Per fare cosa? - chiese il signor Veneranda.
- Per aprire il portone - rispose il signore affacciato.
- Va bene, - grid il signor Veneranda - se vuole che apra il portone, butti
pure la chiave.
- Ma lei deve entrare?
- Io no. Cosa dovrei entrare per fare?
- Ma non abita qui lei? - chiese il signore affacciato, che cominciava a non
capire.
- Io no - grid il signor Veneranda.
- E allora perch vuole la chiave?
- Se lei vuole che apra il portone non posso mica aprirlo con la pipa, le
pare?
- Io non voglio aprire il portone, - grid il signore affacciato - io credevo
che lei abitasse qui: ho sentito che fischiava.
- Perch, tutti quelli che abitano in questa casa fischiano? - chiese il
signor Veneranda, sempre gridando.
- Se sono senza chiave si! - rispose il signore affacciato.
- Io sono senza chiave - grid il signor Veneranda.
- Insomma si pu sapere cosa avete da gridare? Qui non si pu dormire -
url un signore affacciandosi a una finestra del primo piano.
- Gridiamo perch quello sta al terzo piano e io sto in strada - disse il
signor Veneranda - se parliamo piano non ci si capisce.
- Ma lei cosa vuole? - chiese il signore affacciato al primo piano.
- Lo domandi a quello del terzo piano cosa vuole, - disse il signor
Veneranda - io non ho ancora capito: prima vuol buttarmi la chiave per
aprire il portone, poi non vuole che io apra il portone, poi dice che se
fischio debbo abitare in questa casa. Insomma io non ho ancora capito.
Lei fischia?
- Io? Io no... perch dovrei fischiare? - chiese il signore affacciato al
primo piano.
- Perch abita in questa casa - disse il signor Veneranda -; l'ha detto
quello del terzo piano che quelli che abitano in questa casa fischiano! Be',
ad ogni modo non mi interessa, se vuole pu anche fischiare.
Il signor Veneranda salut con un cenno del capo e si avvi per la strada,
brontolando che quello doveva essere una specie di manicomio.

Il dentista

Apra la bocca disse il dentista al signor Veneranda.
Volentieri rispose il signor Veneranda e devo chiudere gli occhi o no?
Come vuole, disse il dentista per me indifferente.
Va bene. Allora se ne chiudo uno solo non le dispiace? disse il signor
Veneranda.
Per me disse il dentista ne chiuda pure uno, se crede.
E quale devo chiudere? chiese il signor Veneranda. Quello destro o
quello sinistro? Quasi quasi meglio fare cos: chiudere prima il destro e
poi il sinistro. Non le pare?
A me basta che lei apra la bocca brontol il dentista che cominciava a
perdere la pazienza.
Non ho nessuna difficolt ad aprire la bocca disse il signor Veneranda.
Se lei vuole che apra la bocca lapro senza fare tante storie. Sono venuto
da lei apposta per fare quello che vuole lei, perci pu chiedermi
qualunque cosa senza tanti scrupoli. Tanto vero che le ho chiesto se
vuole che chiuda gli occhi. E se vuole li chiudo, guardi.
Il signor Veneranda chiuse gli occhi poi li riapr e guard il dentista.
Ha visto? disse il signor Veneranda. Faccio tutto quello che vuole lei.
Crede che io faccia delle difficolt per alzare una gamba, se lei lo vuole?
Ma nemmeno per sogno. Lalzo subito, immediatamente.
Il signor Veneranda alz una gamba.
Porco mondo! url il dentista perdendo improvvisamente la pazienza e
sbattendo le pinze sul pavimento. Per chi mi ha preso, lei? Per un
cretino? Se ne vada, se ne vada.
Il signor Veneranda si alz.
Non capisco balbett, mortificato. Vengo qui per farmi strappare un
dente e faccio tutto quello che vuole lei: apro la bocca, chiudo gli occhi,
alzo la gamba e poi si mette a urlare in quella maniera! Io sono anche
disposto a lavarmi la faccia, a togliermi la giacca, a tagliarmi i capelli, a
grattarmi il ginocchio!... Ma cosa vuole di pi? Accidenti, dico, che razza
di dentista! Niente, niente, me ne trover un altro.
E il signor Veneranda prese il cappello e si avvi brontolando gi per le
scale.

La macchia

Il signor Veneranda si ferm sul pianerottolo delle scale, mise un dito su
una macchia del muro accanto a una porta e si mise a premere con tutta
la forza. Un signore si ferm a guardarlo.
- Scusate - , disse il signore indicando la macchiolina sul muro - quella
non un campanello, una macchia sul muro e non suona
- Ah - disse il signor Veneranda. - non suona? E perch dovrebbe suonare
secondo voi? Io non ho mai visto delle macchie che suonano nemmeno a
premerle. Sono i campanelli che suonano quando si premono.
- Appunto - disse il signore - e quello non un campanello, una
macchia sul muro.
- Appunto - disse il signor Veneranda - e chi ha mai detto che questo
un campanello? Se fosse un campanello non premerei col dito. Perch
dovrei premere col dito su un campanello?
- Ma... voi non dovete suonare il campanello?
- Io no - disse il signor Veneranda - se dovessi suonare il campanello vi
pare che premerei col dito su una macchia qualsiasi? Ma voi siete matto.
Se volessi suonare il campanello premerei sul campanello. Voi dove
premereste? Sulle macchie?
- Io no... - balbett il signore che non sapeva cosa dire - io non... ma si
pu sapere perch premete sulla macchia?
- Io non, e si pu sapere e una cosa e l'altra - grid il signor Veneranda
perdendo la pazienza. - Ma sapete che siete un bel tipo? Se volete
suonare il campanello suonatelo pure, io gi non ho nessuna intenzione di
suonare i campanelli.
E il signor Veneranda alz le spalle poi scese le scale brontolando.

I maiali non portano scarpe

Il signor Veneranda entr dal pedicure, si sedette sulla poltrona e disse:
- Sono venuto da lei per farle vedere il mio piede.
- Sono ai suoi ordini, - rispose il pedicure inginocchiandosi - vuol levare la
scarpa per favore?
- La scarpa? - chiese il signor Veneranda stupito.
- La scarpa - rispose il pedicure.
- Non ho mai sentito dire che i maiali portano le scarpe - disse il signor
Veneranda.
- I maiali?
- I maiali.
- Ma lei... - balbett il pedicure stupito.
- Ma io che cosa? - chiese il signor Veneranda levando di tasca uno
zampone di maiale. - Io sono venuto da lei per farle vedere il mio piede.
Non pedicure lei?
- S.
- E allora, cosa c'entrano le scarpe?
- Se lei deve farmi vedere il suo piede, deve levarsi la scarpa - disse il
pedicure.
- Sar come dice lei, - disse il signor Veneranda scotendo la testa - io non
ho nessuna difficolt...
Il signor Veneranda si lev una scarpa e tese il piede di maiale che
teneva in mano.
- Cosa ne dice? - disse.
- Ma, - balbett il pedicure stupito indicando il piede di maiale - questo
il piede che voleva mostrarmi?
- Ma certamente! - rispose il signor Veneranda. - Che piede credeva?
- Ma... e perch...? - balbett il pedicure.
- Perch che cosa?
- Perch vuol farmi vedere questo piede di maiale?
- Cos - rispose il signor Veneranda - glielo faccio vedere perch non ho
nessun motivo di tenerlo nascosto, del resto lo posso far vedere a
chiunque, non mica mostruoso un piede di maiale, anzi, credevo che le
potesse far piacere.
- Ma - balbett il pedicure - se voleva mostrarmelo cos... poteva fare a
meno di levarsi la scarpa.
- La scarpa? Ma se stato lei che me l'ha fatta levare. Io non volevo
levarmi la scarpa ma lei ha insistito tanto. Me la sono levata per fare un
piacere a lei, capir, non si sa mai con chi si ha a che fare
- lo non...
- Lei non, - url il signor Veneranda rimettendosi in fretta la scarpa - lei
non capisce niente, lei ha voglia di far perdere il tempo alla gente, ha
capito?
E il signor Veneranda se ne and sbattendo la porta.

Al ristorante

Il signor Veneranda sedette al ristorante.
- Il signore mangia? - chiese il cameriere al signor Veneranda.
- Certamente - rispose il signor Veneranda.
- Spaghetti al sugo, risotto, minestra in brodo? - chiese il cameriere
leggendo la lista.
- Si capisce - disse il signor Veneranda - anche arrosto di vitello, salame,
prosciutto, pesce, ossobuco, filetti, spezzatini, brasato eccetera. Adesso
inutile che stia qui a fare l'elenco delle cose che mangio. Mi piace quasi
tutto.
- Va bene ma... - balbett il cameriere stupito - io vorrei sapere cosa
mangia adesso.
- Adesso niente - disse il signor Veneranda - ho gi mangiato. Di solito
mangio prima di mangiare, dopo mangiato non mangio pi. Lei mangia
anche dopo mangiato?
- No ma... - balbett il cameriere che non sapeva pi cosa dire - le ho
chiesto se mangia e mi ha detto di s.
- Ma certo che mangio! - esclam il signor Veneranda. - tutti mangiano.
Se non mangiassi creperei. Non capisco perch le fa tanta meraviglia il
fatto che mangio.
- Non mi fa meraviglia - disse il cameriere - mi fa meraviglia il fatto che
lei non mangia.
- Ma le sto ripetendo che mangio - grid il signor Veneranda - quante
volte glielo devo dire?
- Allora, cosa vuole? - chiese il cameriere confuso.
- Niente - disse il signor Veneranda - assolutamente niente.

Davanti al portone

Il signor Veneranda si ferm davanti al portone di una casa, guard le
finestre buie e spente e fischi pi volte come volesse chiamare
qualcuno.
A una finestra del terzo piano si affacci un signore.
- senza chiave? - chiese il signore gridando per farsi sentire.
- Si, sono senza chiave - grid il signor Veneranda.
- E il portone chiuso? - grid di nuovo il signore affacciato.
- Si chiuso - rispose il signor Veneranda.
- Allora le butto la chiave.
- Per fare cosa? - chiese il signor Veneranda.
- Per aprire il portone - rispose il signore affacciato.
- Va bene, - grid il signor Veneranda - se vuole che apra il portone, butti
pure la chiave.
- Ma lei deve entrare?
- Io no. Cosa dovrei entrare per fare?
- Ma non abita qui lei? - chiese il signore affacciato, che cominciava a non
capire.
- Io no - grid il signor Veneranda.
- E allora perch vuole la chiave?
- Se lei vuole che apra il portone non posso mica aprirlo con la pipa, le
pare?
- Io non voglio aprire il portone, - grid il signore affacciato - io credevo
che lei abitasse qui: ho sentito che fischiava.
- Perch, tutti quelli che abitano in questa casa fischiano? - chiese il
signor Veneranda, sempre gridando.
- Se sono senza chiave si! - rispose il signore affacciato.
- Io sono senza chiave - grid il signor Veneranda.
- Insomma si pu sapere cosa avete da gridare? Qui non si pu dormire -
url un signore affacciandosi a una finestra del primo piano.
- Gridiamo perch quello sta al terzo piano e io sto in strada - disse il
signor Veneranda - se parliamo piano non ci si capisce.
- Ma lei cosa vuole? - chiese il signore affacciato al primo piano.
- Lo domandi a quello del terzo piano cosa vuole, - disse il signor
Veneranda - io non ho ancora capito: prima vuol buttarmi la chiave per
aprire il portone, poi non vuole che io apra il portone, poi dice che se
fischio debbo abitare in questa casa. Insomma io non ho ancora capito.
Lei fischia?
- Io? Io no... perch dovrei fischiare? - chiese il signore affacciato al
primo piano.
- Perch abita in questa casa - disse il signor Veneranda -; l'ha detto
quello del terzo piano che quelli che abitano in questa casa fischiano! Be',
ad ogni modo non mi interessa, se vuole pu anche fischiare.
Il signor Veneranda salut con un cenno del capo e si avvi per la strada,
brontolando che quello doveva essere una specie di manicomio.

Un fazzoletto per il signor Veneranda

Il signor Veneranda entr in un negozio di mercerie e, alla commessa che
gli venne incontro, chiese un fazzoletto.
Che tipo di fazzoletto vuole? - chiese la commessa.
Un fazzoletto qualsiasi - disse il signor Veneranda.
Il signor Veneranda prese un fazzoletto da una scatola, lo spieg, si soffi
il naso e lo riconsegn alla commessa.
Ma... - balbett la commessa, confusa. - Ha adoperato il fazzoletto per
soffiarsi il naso.
Che cosa dovevo soffiarmi con il fazzoletto? Le orecchie, forse? - chiese il
signor Veneranda, stupito.
Lei, coi fazzoletti, che cosa ci si soffia?
Il naso balbett la commessa - ma il fazzoletto lo deve comprare.
Ma io non ho bisogno di fazzoletti.
Come no? Lei mi ha chiesto un fazzoletto.
Certo, ma per soffiarmi il naso - disse il signor Veneranda. - Lei che cosa
se ne fa dei fazzoletti?
Li vendo - disse la commessa.
E fa benissimo - replic il signor Veneranda. - Si vede che lei, non ha
bisogno di soffiarsi il naso.
Ma se dovesse - aver bisogno con che cosa si soffia il naso? :
lo non... balbett la commessa.
Non me lo vuoi dire? - disse il signor Veneranda. - Del resto io non ci
tengo a saperlo.
Arrivederla.
E voltate le spalle alla commessa, usc dal negozio.

Veneranda e le tarme

Il signor Veneranda entra in una drogheria, e dice:
- Scusi, ha qualcosa per preservare la lana dalle tarme ?
"Certo, abbiamo della naftalina. E' ottima."
- Benissimo, allora mi dia due matasse di lana.
"Come ?" chiede il droghiere che crede di aver capito male.
- Ripeto, mi dia due matasse di lana, dice Veneranda con tono annoiato.
"Ma non vuole la naftalina ? ".
- Intanto, vorrei della lana; non pretender che mi faccia le maglie con la
naftalina ?!
"Ma...ma? Lei intendeva salvare la lana dalle tarme...
- Quale lana? Se devo preservare la lana dalle tarme, mi dia prima della
lana.
"Io non vendo lana, vendo naftalina" dice il droghiere, che comincia a non
capire pi niente.
- E io non posso comprare la naftalina se non ho la lana! Lei vende roba
che non serve a niente...Vuol dire che la lana la comprer altrove. Allora,
mi dia delle tarme.
"Delle...cosa ?". dice il droghiere ormai completamente intronato.
- Delle tarme. Adesso mi dir che non ha neanche le tarme, e allora che
sto qui a fare !? Ma vada un po' al diavolo !
E il signor Veneranda esce dal negozio sbattendo la porta e brontolando.

Ha sbagliato strada

Il signor Veneranda ferm un signore che camminava frettolosamente.
Scusi disse il signor Veneranda guardi che lei ha sbagliato strada.
Io ho sbagliato strada? fece il signore meravigliato osservando il signor
Veneranda.
S ripet il signor Veneranda. Lei ha sbagliato strada, non sulla
direzione giusta.
Ma... balbett il signore confuso lei come fa a saperlo?
Io come faccio a saperlo? Ma se lo vede anche un cieco che lei ha
sbagliato strada!
Io non ho per niente sbagliato strada protest il signore faccio questa
strada tutte le mattine.
Vuol dire che lei sbaglier strada tutte le mattine, cosa vuole che le
dica! disse il signor Veneranda. Questa qui non certo la strada giusta
per andare in piazza Fontana. Pu domandare a chiunque. Vedr che per
andare in piazza Fontana non si va da questa parte.
Ma io protest il signore non vado mica in piazza Fontana. Chi le ha
detto che io vado in piazza Fontana? Io vado in corso Sempione.
Dove va lei?
In corso Sempione.
E come dovevo fare io a sapere che lei va in corso Sempione? Le pare
che io possa capire che lei va in corso Sempione? Non sono mica un
indovino io! Doveva dirmelo subito che andava in corso Sempione e non
in piazza Fontana.
Ma... io... balbett il signore confuso.
Ma lei, ma lei disse il signor Veneranda. Se lei va in corso Sempione
va bene, ma se va in piazza Fontana, ha sbagliato strada, glielo dico io!
Ma io non vado in piazza Fontana! url il signore battendo i piedi dalla
rabbia.
E lei non ci vada! grid il signor Veneranda. Cosa vuole che importi a
me se non va in piazza Fontana? Vada dove vuole, vada! Vada anche
sulla pancia del nonno che a me non importa proprio niente. Io, per conto
mio, non le dar mai pi un'indicazione e lei potr sbagliare strada tutte
le volte che vuole.
Il signor Veneranda si calc il cappello in testa e se ne and brontolando.

Luccellino dellorologio

Un giorno, il signor Veneranda port il suo orologio a cuc dal veterinario
e chiese piangendo vi prego!.. curate il mio orologio!.. il mio unico
amico!.
Il veterinario chiese allora stupito:Cosaaa? Sta scherzando.. no??. Il
signor Veneranda rispose impettito Insomma!!!! una questione di vita o
di morteil mio uccellino potrebbe morire, fermo da un mese!..
Il veterinario parl ancora pi stupito: Il suo uccellino!!??.
Credette allora di essere stato uno sciocco, e che fosse stato uno scherzo
e quindi rest al gioco.
Beh! prover ad operarlo. Allora apr le porticine del cuc e con il bisturi
tagli luccellino che era imbalsamato e trov solo paglia.
Il signor Veneranda lanci un grido: AAAHHH!!!!.
Il veterinario, infastidito, per farlo andare via gli disse: non c pi
niente da fare .. morto!.
Il signor Veneranda triste, prese il suo orologio a cuc e torn a casa.

Potrebbero piacerti anche