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Nominativi Fritti e Mappamondi
Nominativi Fritti e Mappamondi
COLLANA DIRETTA DA
PAOLO ORVI ETO
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SALERNO EDITRICE
ROMA
NOMINATIVI fRITTI
E MAPPAMONDI
IL NONSENSE
NELLA LETTERATURA ITALIANA
Atti del Convegno di Cassino
9-10 ottobre 2007
a cura di
GIUSEPPE ANTONELLI
E CARLA CHIUMMO
ISBN 978-88-8402-684-2
Tutti i diritti riservati - All rights reserved
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Ogni abuso sar perseguito a norma di legge.
Alla realizzazione della presente pubblicazione ha concorso
con i propri fondi lUniversit degli Studi di Cassino -
Dipartimento di Filologia e Storia.
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PREMESSA
Come dare un senso al nonsenso? Il terreno scivoloso, ma proprio per
questo invitante. Da una parte, la sfda critico-metodologica del defnire
e delimitare un genere (o una tecnica? o uno stile? o un linguaggio?) che
di per s non pu essere rigidamente imbrigliato, pena la dissoluzione.
Dallaltra, lattraversamento di una tradizione nonsensical italiana che, pur
con le sue specifcit, si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione
europea: dalle fratrasies a Beckett, passando per Rabelais, Sterne, Lear,
Carroll, Jarry.
Da qui il Convegno organizzato presso il Dipartimento di filologia e
Storia dellUniversit di Cassino ( Nominativi fritti e mappamondi . Il non-
sense nella letteratura italiana, 7-9 ottobre 2007). Gli interventi partono
dallindagine su una possibile preistoria medievale del nonsense italiano
(Berisso) per passare subito alla nascita uffciale e al trionfo di questa
tradizione poetica, con il nome di Burchiello e dei cosiddetti burchielle-
schi ad occupare, con discrezione ora minore ora maggiore, lmbito
quattro-cinquecentesco (Zaccarello, Decaria, Chiummo). Una tappa
obbligata si rivela il Seicento in versi e in prosa (Crimi, Guaragnella) e,
dopo una pausa settecentesca, ecco dispiegarsi un variegato e a tratti pi-
rotecnico spazio tra fne Ottocento e, ancor pi, primo e secondo Nove-
cento: non a caso, in questi Atti, con il maggior numero di interventi ad
occuparsi di lingue inventate e strane miscele di surrealismo e nonsen-
so vero e proprio, nel secolo post-cartesiano (e post-hegeliano: e si po-
trebbe continuare con molti altri aggettivi accanto a quel prefsso squisi-
tamente novecentesco) appena trascorso (Castoldi, Iermano, Anglani,
Cedola, Baglioni, Afribo, Serianni).
Romanzi, poesie, opere e autori pi o meno noti, ma comunque illu-
minanti per una nuova rilettura del rapporto antico/moderno e soprat-
tutto per la fondazione del concetto stesso di modernit (Antonelli), a
conferma della carica eversiva, e allo stesso tempo tuttaltro che pura-
mente comico-autoreferenziale, del nonsense, parziale o assoluto, in un
contesto refrattario alle barriere alto/basso, dlite/di consumo, che vive
anzi di travasi e travisamenti di ogni tipo. Come nella speciale e ricorren-
premessa
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te contiguit, quando non sovrapposizione, con i pi svariati settori e
linguaggi: da quello pittorico a quello teatrale e persino da schietto avan-
spettacolo, o dalla trattatistica (paradossalmente) pi seria alla riscrittura
tra parodia e metaletteratura. Si tratta di una sfda metodologica e di
unindagine storico-letteraria che nel presente volume interessa, nello
specifco, un territorio come quello italiano, nel quale questa tradizione
tanto ricca quanto ancora poco indagata. forse perch troppo anticano-
nica in una storia letteraria considerata fn troppo classicistica, o perch
ritenuta poco rappresentativa, sebbene annoveri tra i suoi incunaboli
lenigmatico Pape Satn Pape Satn Aleppe , insieme ad autori, ben
oltre Dante, quali Pulci, Burchiello, folengo, e via di seguito, che hanno
portato frutti tra i pi ricercati in ogni angolo dEuropa. E sebbene pro-
prio negli ultimi anni sempre pi studiosi si siano impegnati a raccoglie-
re e commentare un materiale cospicuo, per quantit e qualit, che fa
ben sperare in un futuro ancora assai ricco di sorprese in questo peculia-
re campo dindagine.