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La …mia… famiglia è composta da quattro persone: mamma, papà, ……………. fratello ed io. ……………. madre si
chiama Giusy, ha 40 anni ed è casalinga. È una donna di altezza media; i …………. occhi e i …………… capelli sono
castani chiari. Per me e ……….. fratello, …………….. madre è molto brava anzi fin troppo, quando può, ci permette
tutto. È molto esigente con lo studio ma, ciò nonostante, non posso dire che sia molto severa. Con lei ho un
buon rapporto e ci piace molto uscire da sole a fare shopping. ……………… padre si chiama Gianni, ha 43 anni e
lavora presso l’azienda di suo zio, dove fabbricano nastri trasportatori che vendono anche alla FIAT. …………….
padre non è molto alto ma in compenso è molto simpatico. Infatti, quando non è stanco per lavoro, gioca con
noi e ci fa ridere con le ……………. battute. Io e lui abbiamo una passione in comune, il calcio, e la ………………….
squadra è il Napoli. …………. fratello si chiama Francesco e ha quasi 13 anni. Avendo poca differenza di età siamo
cresciuti come due gemelli. Abbiamo sempre fatto tutto insieme, però negli ultimi due anni lui ha cominciato
ad uscire con i ……………… amici. Inizialmente ci rimanevo male, poi ora mi sono abituata e ormai ho capito che
i ………………. interessi sono diversi dai …………….. . Francesco, quando è a casa, mi cerca per giocare e facciamo
le ………………. belle chiacchierate. A differenza di me, il ………… è un carattere molto espansivo, estroverso,
esuberante per non dire sfacciato. In casa però è quello che dà più problemi ai …………… genitori sia per lo
studio sia per il resto. Io gli voglio molto bene anche se è rompiscatole, e quando non è a casa, sentiamo tutti
la ……………. mancanza. Infine, per quanto riguarda me, mi chiamo Alessia e ho 11 anni. Sono una bambina
molto semplice, nel senso che non sono vanitosa. A differenza di ……………. fratello, vado volentieri a scuola e
mi piace studiare. In questo periodo che non sto andando in palestra quando ho tempo libero, mi piace creare
dei braccialetti con le perline. Nonostante la …………….. età ho già le idee chiare per il ………….. futuro, infatti da
grande vorrei fare o la pediatra o la segretaria in un ufficio.
pch.vecor | Freepik
1. Scrivi il tuo nome, quello dei tuoi fratelli, delle tue sorelle e dei tuoi genitori.
2. Scrivi i nomi dei tuoi nonni, zii e zie, e dei tuoi cugini.
3. Scrivi i nomi dei tuoi bisnonni e dei tuoi prozii e prozie.
Ci si può fermare qui, ma se vuoi puoi aggiungere altre generazioni.
Ora scegli uno o più parenti da presentare alla tua classe d’italiano:
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Divulgação
Dopo la morte del padre, che aveva fatto fortuna al gioco, la
madre di Mattia sceglie di dare in gestione l’eredità del marito
a Batta Malagna, amministratore poco onesto che deruba
ininterrottamente la famiglia Pascal. Il giovane Mattia e suo fratello
Roberto, però, sono troppo impegnati a divertirsi per occuparsi
della gestione del patrimonio familiare. Il protagonista, inoltre,
mette incinta la nipote del Malagna, e viene obbligato dall’uomo
a sposarla per rimediare all’offesa provocata. Impoverito dalla
cattiva gestione dell’eredità paterna, il protagonista deve iniziare
a lavorare come bibliotecario e vivere con la moglie a casa della suocera, donna arcigna e che lo disprezza
profondamente. Passato un breve periodo, la vita matrimoniale diventa complicata e, dopo la perdita delle
loro due figlie, diventa insopportabile. Mattia decide dunque di partire e recarsi a Montecarlo, per tentare
di arricchirsi al gioco. Le sue speranze si avverano: il protagonista vince una somma considerevole alla
roulette. Si rimette così in viaggio verso il paese natio, altezzoso per la vittoria e deciso a riscattarsi. Durante
il viaggio in treno, però, accade l’imprevedibile: Mattia legge sul giornale la cronaca di un suicidio avvenuto
a Miragno, e scopre con enorme stupore di essere stato identificato nel cadavere dello sventurato, già in
stato di putrefazione e quindi praticamente irriconoscibile. Dopo un primo momento di totale smarrimento,
decide di cogliere l’occasione per fuggire da quella vita poco entusiasmante che lo attende a casa.
Abbandonata l’identità di Mattia Pascal, il protagonista decide di chiamarsi Adriano Meis, convincendosi
che liberarsi dalla figura sociale di Mattia (il nome, la famiglia, la vita quotidiana) sia il primo passo di
una nuova vita. Dopo un periodo trascorso a vagare tra Italia e Germania, Adriano si stabilizza a Roma,
dove prende in affitto una stanza dal signor Paleari. Qui, però, il protagonista si scontra con i limiti di
un’esistenza al di fuori delle convenzioni sociali: non possedendo documenti né un’identità riconosciuta,
non può denunciare un furto che ha subito e, cosa ben più grave, non può sposare la figlia del padrone
di casa, Adriana, di cui nel frattempo si era innamorato. Frustrato da tutto ciò, decide di rinunciare anche
all’identità di Adriano Meis, di cui inscena il suicidio, e di riprendere la vecchia identità, facendo “risorgere”
Mattia Pascal.
Tornato a Miragno, Mattia trova però una situazione ben diversa da quella che aveva lasciato: sua
moglie aveva sposato un amico di vecchia data e aveva avuto con lui una figlia. Mattia è dunque escluso
anche da ciò che inizialmente, con l’episodio fortunato della roulette, aveva provato a fuggire e che ora
vorrebbe recuperare. L’ordine sociale (rappresentato dalla famiglia e dal matrimonio, oltre che dal nome
e dal cognome che ci identifica di fronte agli altri) lo isola definitivamente. Gli resta solo riprendere il suo
precedente impiego di bibliotecario, ritirandosi in una vita condannata al senso di estraneità dal mondo, la
cui unica distrazione è la visita saltuaria alla propria tomba.
a) La madre di Mattia …ha scelto… (scegliere) di dare in gestione a Batta Malagna la fortuna che suo marito
……………………… (fare) al gioco.
b) Mattia ………………… (sposarsi) con la nipote del Malagna perché l’…………………….. (mettere) incinta.
c) Siccome …………………………… (impoverirsi) dalla mala gestione dell’eredità paterna, Mattia …………………………
(doversi) impiegare come bibliotecario.
d) Dopo che le sue due figlie …………………………… (morire), Mattia …………………….. (decidere) di partire per
Montecarlo.
e) Mentre Mattia …………………… (essere) sul treno di ritorno a casa, ………………………. (leggere) la notizia di un
suicidio e …………………………. (scoprire) che il morto ……………………… (essere) identificato come lui stesso.
f) Dopo un certo periodo in cui Adriano ……………………………… (vagare) tra Italia e Germania, …………… finalmente
………………… (decidersi) a stabilirsi a Roma.
g) Dato che lui non ………………………. (possedere) documenti, non ………………………….. (potere) denunciare un
furto che …………………………… (subire).
h) Adriano non …………………………. (potere) neanche sposare Adriana, la figlia del padrone di casa, di cui nel
frattempo …………………………………….. (innamorarsi).
i) Siccome ………………… (essere) frustrato dalla sua condizione, Mattia ………………………… (decidere) di rinunciare
all’identità di Adriano Meis.
l) Dopo aver inscenato il suicidio di Adriano Meis, Mattia …………………………….. (tornare) a Miragno, però
………………………… (trovare) una situazione ben diversa da quella che …………………….. (lasciare): sua moglie
………………………….. (sposare) un amico di vecchia data con cui ………………………… (avere) una figlia.
m) Mattia ………………… (essere) dunque escluso anche da ciò che inizialmente, con l’episodio fortunato della
roulette, ……………………….. (provare) a fuggire e che in quel momento avrebbe voluto recuperare. Isolato
socialmente gli …………………………. (restare) solo visitare saltuariamente la sua tomba.
melhoresdestinos.com.br
a) ………………………………..: …Questo…... è uno fra i laghi
italiani più visitati dai turisti. Le ….sue…. rive si trovano
parte in Italia (Piemonte e Lombardia) e parte in Svizzera
(Canton Ticino). Nonostante il ………….. nome, non è il lago
più grande in Italia e neanche il più profondo.
b) ………………………………..: ………………… è una regione italiana che ha una particolarità riguardante il …………..
nome: è l’unica che ha un nome al plurale, la cui origine è germanica e significa “segno di confine” per indicare
la zona limite dell’influenza del Sacro Romano Impero. I ………….. confini sono: ad ovest gli Appennini, a est il
mar Adriatico, a nord l’Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino e a sud l’Abruzzo e il Lazio.
ensina.rtp.pt
d) ………………………………..: …………………… è una zona pianeggiante del Lazio ottenuta mediante la bonifica delle
………….. paludi negli anni trenta. Grazie alla ………….. bonifica, questa zona prima paludosa e malarica è
diventata una zona molto produttiva con allevamenti, piantagioni e industrie. Sul …………. territorio si svolge
la trama del romanzo Canale Mussolini di Antonio Pennacchi. Le ……….. città più importanti sono Latina e
Sabaudia, entrambe di origine fascista e dunque sono tra le città italiane più giovani.
post-italy.com
visitmarostica.eu
g) ……………………………….: ……………….. è una ricorrenza che si
festeggia il secondo fine settimana di settembre degli anni pari a
Marostica, più precisamente sulla grande scacchiera marmorea
di Piazza Castello. La …………. origine è molto antica e si rifà alla
vicenda della figlia del Castellano di Marostica e dei due giovani
che si contendono la mano della ……….. bella figlia Lionora.
wikipedia.org
post-italy.com
i) ………………………………..: ………………….. è un promontorio
montuoso in cui è compreso un parco naturale che
porta il ……………. stesso nome. Si trova in provincia
di Foggia e si estende nella parte settentrionale della
Puglia. È circondato in parte dal mare Adriatico e
limitato a ovest dal Tavoliere delle Puglie. Il …………
soprannome è “sperone d’Italia”.
Es.: A Bari il cielo è sereno con poche nubi e la temperatura è tra i 10 e i 15 gradi centigradi.
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tellescopio.com.br
ratoday.it
Roberto Pizzighello | nova
“Luna cerchiata,
“Se gennaio riempie i
campagna bagnata”
fossi, settembre colma
oppure “Luna con l’anello
le botti”.
non porta tempo bello”.
In piccoli gruppi cercate di capire cosa voglia dire ognuno di loro e poi discutete se siete d’accordo o meno.
a) …….Sabato……: Temporali al nord, nubi al Centro, sole al Sud. Temperature: in diminuzione. Venti:
settentrionali. Mari: poco mossi o mossi.
b) …………………….: Temporali pomeridiani sugli Appennini, un po’ di nubi sulle Alpi, bello altrove. Temperature:
nella media. Venti: deboli. Mari: poco mossi.
c) ……………………: Nubi e qualche temporale al Centrosud. Bello al Nord. Temperature: nella media. Venti:
settentrionali. Mari: poco mossi o mossi.
d) ……………………: Temporali al Nord, bello altrove. Temperature: un po’ di caldo al Sud. Venti: generalmente
deboli. Mari: poco mossi.
e) ……………….……: Nubi al Nord con temporali sulle Alpi, bello altrove. Temperature: in calo al Nord. Venti: per
lo più deboli. Mari: poco mossi.
f) .........................: Un po’ di nubi al Sud, bel tempo sul resto d’Italia. Temperature: caldo al sud. Venti: deboli.
Mari: calmi o poco mossi.
g) .........................: Qualche temporale pomeridiano al Sud e sulle Alpi, bello altrove. Temperature: stabili. Venti:
Tramontana. Mari: poco mossi o mossi.
tusaude.com
Conosci la parola “smog”? Vai sul sito https://www.
informazioneambiente.it/smog/ e lo scoprirai. Leggi il testo
autentico intitolato “Smog: cos’è, come si forma e quali
conseguenze ha” e poi scrive a riguardo: se nella tua città
c’è, quali sarebbero i provvedimenti che le persone oppure
i governi dovrebbero prendere per farlo diminuire, ecc.
4. Corso d’acqua continuo, con portate più o meno costanti: il f. Po, 3. Catena montuosa che, riallacciandosi alle Alpi a nord del Golfo
il f. Arno, il f. Tamigi. di Genova, forma, per 1350 km, la spina dorsale della penisola
italiana fino allo Stretto di Messina.
5. Precipitazione atmosferica di acqua congelata.
4. Nome attribuito per antonomasia all’Italia, in ricordo dei noti
6. La principale città di una regione italiana.
versi di Dante e del Petrarca.
7. Condensazione di vapor d’acqua, diminuendo in misura più o
meno sensibile la visibilità: n. fitta, folta, densa, rada, grigia, ecc.
8. Aggruppamento di isole sparse nel mare ma abbastanza vicine
tra loro e a volte con caratteristiche morfologiche analoghe.
9. Incrocio di smoke “fumo” e fog “nebbia”, usato in italiano per
indicare una nebbia scura e pesante.
4.
6.
2. 5. 7.
2. 3.
1.
8.
3.
4. 9.
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Nonostante siano canzoni educative per bambini, crediamo che ti possano piacere. Dopo la visione di ogni
video realizza quello che ti indichiamo:
1. Dopo la visione del primo video, puoi elencare le immagini che vengono associate ad ogni regione italiana.
2. Dopo la visione del secondo video, elenca i nomi geografici che vengono citati.
ons
Fabio Motta | AFP
Che tipo di donna sei? O che tipo di donna ti piace? Fai una tua/sua
breve descrizione.
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Quali sono secondo te gli stereotipi veri sul popolo del tuo Paese? Parlane con alcuni compagni.
umbriaecultura.it
viator.com
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
c)
1. Largo al factotum – Il Barbiere di Siviglia, Gioacchino Rossini 6. Libiamo ne’ lieti calici – La Traviata, Giuseppe Verdi
2. Una furtiva lagrima – L’elisir d’Amore, Gaetano Donizetti 7. Un bel dì vedremo – Madama Butterfly, Giacomo Puccini
3. Nessun dorma – Turandot, Giacomo Puccini 8. Che gelida manina – La Bohème, Giacomo Puccini
4. E lucean le stelle – Tosca, Giacomo Puccini 9. La donna è mobile – Rigoletto, Giuseppe Verdi
5. Va’ pensiero – Nabucco, Giuseppe Verdi 10. Miserere – Il Trovatore, Giuseppe Verdi
a) Quest’aria commovente viene cantata dal pittore Cavaradossi (Tenore) mentre aspetta la sua esecuzione
sulla terrazza di Castel Sant’Angelo. Nell’aria, il condannato ripercorre i momenti felici passati con Tosca, la
sua amata, ripensa al tempo passato insieme nella sua villa di campagna alle porte di Roma e si dispera per
l’imminente fine del suo sogno d’amore. In quel momento, aspettando la morte, afferma di non aver mai amato
così tanto la vita.
b) È cantata da Nemorino quando vede una lacrima agli occhi di Adina, e si accorge che il suo amore per lei è
ricambiato: la donna si mostra gelosa che il giovane attragga le ragazze del paese, che in realtà lo corteggiano
solo per l’eredità appena ricevuta, mentre Nemorino è convinto sia merito dell’elisir d’amore vendutogli da
Dulcamara (in realtà soltanto una bottiglia di Bordeaux). La registrazione dell’aria cantata da Enrico Caruso è
stata introdotta come leitmotiv nel film Match Point del 2005 diretto da Woody Allen.
c) A Siviglia, Figaro non è solo un barbiere ma, come si definisce lui stesso, un “factotum”, una persona tuttofare
a cui la gente si rivolge per risolvere un problema. E proprio da lui andrà il Conte di Almaviva per riuscire a
sposare Rosina, sottraendola alle sgradite attenzioni del suo tutore. In quest’aria brillante (tecnicamente una
“cavatina”, cioè un’aria di ingresso del personaggio), Figaro si presenta allegramente al pubblico elencando le
proprie qualità.
Curiosità: Per un gioco del destino le lettere del cognome del grande genio musicale Verdi formano
le iniziali del re d’Italia: Vittorio Emanuele Re D’Italia! I patrioti italiani favorevoli al Regno d’Italia e contrari
all’occupazione straniera scrivevano sui muri “Viva Verdi”, che non era un’esaltazione del cognome del
Maestro, bensì un acronimo, un messaggio in codice.
Nome Definizione
1. Anteprima a) Gruppo di professionisti che si unisce per dar vita ad uno o più spettacoli.
2. Camerino b) Cartello pubblicitario di piccolo formato contenente l’annuncio, il programma
3. Compagnia teatrale e l’elenco degli interpreti di uno spettacolo.
4. Comparsa c) Ciascuno dei compartimenti in cui sono divise le balconate sovrapposte nella
5. Costumista parete perimetrale che fronteggia il palcoscenico e dai quali gli spettatori possono
6. Locandina assistere alla rappresentazione.
7. Loggione o balconata d) Parte in cui è diviso lo spettacolo, caratterizzata dall’entrata o uscita di alcuni
8. Platea personaggi o dal cambiamento di luogo o di tempo scenico.
9. Palco (o palchetto) e) Prova generale effettuata alla presenza di un pubblico di invitati.
10. Palcoscenico f) Posti nella parte più alta del teatro, la più sacrificata dal punto di vista visivo.
11. Prima g) È la prima volta in cui uno spettacolo viene presentato ufficialmente al pubblico.
12. Prova h) L’ideatore e disegnatore dei costumi di scena che cura anche la loro realizzazione.
13. Quinta i) Stanzino riservato agli attori per truccarsi e cambiarsi. Di solito non è lontano
14. Regista dalle quinte.
15. Scena l) Simulazione dello spettacolo fatta senza pubblico.
16. Scenario m) Parte del teatro dove si trova il pubblico.
17. Scenografo n) Tenda pesante che divide la sala dal palcoscenico.
18. Sipario o) Ideatore e disegnatore dello scenario.
p) Chi partecipa a uno spettacolo senza pronunciare una battuta, pur essendo
vestito e truccato.
q) Insieme delle strutture sceniche dove si svolge lo spettacolo.
r) Parte del teatro su cui si svolge lo spettacolo. Solo attori e macchinisti possono salirci.
s) Persona che cura la messa in scena dello spettacolo dal punto di vista estetico
e tecnico.
t) Striscia di stoffa che scende dall’alto fino al piano del palcoscenico chiudendolo
ai lati.
Curiosità: dalla parola “quinte” si ricava l’espressione “dietro le quinte”. In modo metaforico
stare, restare, agire dietro le quinte vuol dire agire nascostamente, in genere per interesse personale,
lasciando credere che quanto avviene sia opera d’altri. Può anche significare indurre altri a comportarsi
in un certo modo per ricavarne vantaggi. In ambito cinematografico indica il cosiddetto making of, cioè
un filmato che documenta il retroscena di un film o video.
Es. Mario gestisce i suoi affari da dietro le quinte.
Ecco 18 epiche foto dei dietro le quinte di alcuni film leggendari.
Divulgação | arena.it
Nell’Attività 2.4. abbiamo visto alcuni tra i teatri lirici italiani più importanti. Ora, invece, vediamo il teatro lirico all’aperto più
grande al mondo: l’Arena di Verona. È un anfiteatro romano del I secolo d.C. che originariamente aveva una capienza di 30.000
spettatori. Adesso il palcoscenico occupa un terzo dei posti e dunque la capienza è di approssimativamente 13.000 persone.
Da circa un secolo, l’Arena ospita il Festival Lirico Areniano, conosciuto anche come “Arena di Verona Opera Festival”,
il quale si svolge durante i mesi estivi. È una delle stagioni di lirica più prestigiose al mondo ospitando più di 500.000
spettatori a stagione.
Tutto comincia precisamente il 10 agosto 1913 quando viene inaugurato il Festival Lirico dell’Arena per celebrare il
centenario della nascita di Giuseppe Verdi. Per l’occasione viene scelta Aida, divenuta l’opera simbolo e il titolo più
rappresentato della storia del Festival. Infatti, nel 2013, per celebrare il centenario del festival e il bicentenario di Verdi, è
l’Aida che viene nuovamente messa in scena nella sua apertura.
Dal 1913 in poi, il festival avviene ogni anno praticamente in modo ininterrotto, ad eccezione durante le due guerre
mondiali. In correlazione con il festival del giugno 2012 è stato fondato il museo dell’opera AMO, che presenta la storia della
lirica e la struttura di un’opera.
Vedere un’opera all’Arena è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita perché l’acustica perfetta esalta le voci
e le musiche, creando un’atmosfera magica. Perché si possa avere un’idea della grandiosità e magnificenza sia dell’Arena
che di uno spettacolo ambientato lì, ti diamo alcuni numeri incredibili: costruito quasi 2000 anni fa, si tratta del più grande
anfiteatro romano ancora in uso con 31 metri di altezza, ovale di 140x100 metri; in media, a stagione, vi lavorano circa 1263
persone, tra cui 80 cantanti, 160 professori d’orchestra, 158 artisti del coro, 54 ballerini, 30 mimi e acrobati, 200 comparse,
70 tecnici di palcoscenico, 22 elettricisti, 60 sarte, 23 truccatori e parrucchieri, 48 addetti alla costruzione delle scenografie,
10 tecnici di manutenzione, 12 portastrumenti, 143 maschere di sala, 60 persone in amministrazione. A stagione 4500
costumi, 325 ore di trucco.
Sicuramente ti è venuta voglia di vivere l’esperienza di un’opera all’Arena, vero? In coppia consultate il programma
del Festival Lirico dell’Arena (https://www.arena.it/arena/it) e mettetevi d’accordo su quale spettacolo andare a vedere.
Poi, riferite al gruppo classe tutte le informazioni come la data e l’ora d’inizio dello spettacolo, la durata, la scheda tecnica
(autore, librettista, regista, attori principali, scenografo, costumista), il prezzo del biglietto, ecc.
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Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Arena_Opera_Festival
https://www.expedia.it/explore/arena-di-verona-storia-visita-capienza-spettacoli
http://www.museonicolis.com/cultura-arena-di-verona/
https://www.italiameineliebe.com/5-cose-da-sapere-sul-festival-dellopera-allarena-di-verona-2019/
Wikimedia Commons
La regia è nella musica – Lo schiaffo – La nascita di un mito
L’ultimo concerto – Il successo mondiale – Direttore quasi per caso
L’ultimo viaggio di Toscanini – Toscanini on air – Il ritorno del Maestro
Tra il Nuovo Mondo, l’Italia e l’Europa
1867 - ……………………………………………..…...:
Il 25 marzo 1867 Arturo Toscanini nasce a Parma nella casa di borgo San Giacomo, ora borgo Tanzi. I suoi
genitori Claudio Toscanini e Paolina Montani sono sarti, hanno spirito garibaldino e risorgimentale, cantano
e amano la musica. Arturo studia violoncello, pianoforte e composizione alla regia Scuola di Musica, l’attuale
Conservatorio di Parma. E già da semplice allievo emerge sugli altri.
1886 - ……………..……………………………………..:
Nel 1886 viene scritturato dall’impresario Claudio Rossi per entrare a far parte come violoncellista e secondo
maestro di coro in una compagnia operistica. E via!, in giro a far musica. Durante la tournée in Sudamerica a
Rio, nell’Aida di Verdi, Toscanini, incitato da alcuni colleghi strumentisti, prende la bacchetta (il direttore aveva
abbandonato l’orchestra!), chiude lo spartito e incomincia a dirigere l’opera a memoria: un trionfo! Ed inizia
così la carriera di direttore a soli 19 anni. Al suo rientro in Italia è chiamato al Teatro Regio di Torino ed anche al
Teatro La Scala di Milano e comincia a dirigere nei maggiori teatri italiani le opere del grande repertorio.
1908 - ………………………..……………………………:
Nel 1908 diventa direttore del Metropolitan di New York (dopo tanti successi alla Scala): dirige 7 stagioni
newyorkesi e 446 rappresentazioni di 31 opere. Gli Stati Uniti diventano la sua seconda Patria. Ma non scorda
il proprio Paese: durante la prima guerra mondiale rientra in Italia e dirige soprattutto concerti di beneficenza
presenziando musicalmente anche al fronte.
1931 - ………………………….…………………………:
Amore per la sua Patria, senza ‘se’ e senza ‘ma’: nel 1931 Toscanini è a Bologna per un omaggio al compositore
Giuseppe Martucci, ma si rifiuta di dirigere prima del concerto la Marcia reale e Giovinezza** ed è aggredito e
schiaffeggiato da un gruppo di fascisti. È una Italia che ormai non gli appartiene e decide di non dirigere più
fino a quando rimarrà al potere il regime fascista. A seguito di questo suo impegno civile è chiamato a dirigere
la neonata orchestra di Palestina formata da ebrei fuggiti dall’Europa per salvarsi alle persecuzioni naziste.
1937 - ……………………..………………………………..:
Nel 1937 ancora Stati Uniti: debutta sul podio della NBC Symphony Orchestra formata appositamente per
lui con i migliori musicisti americani; i suoi concerti vengono radiotrasmessi dalla Radio Corporation of
America in tutto il Paese con successi da pop star. Anche la televisione inizia a trasmettere i grandi concerti del
Maestro. Un nuovo numerosissimo pubblico ascolta la sua musica. Toscanini diventa un vero e proprio idolo,
una macchina mediatica di rara efficacia così che il suo arrivo dall’Europa è orchestrato secondo i più efficaci
dettami pubblicitari: i fotografi non aspettano neppure che la nave attracchi per salirvi a bordo, accecando il
maestro con i suoi flash e provocando, come di consueto, uno dei suoi tremendi scatti d’ira.
1946 - …………………….………………………………..:
Con la fine della guerra è auspicato il suo rientro in Italia. Nel 1946
blog.urbanfile.org
1950 - ………………………………………………………:
Nel 1950 torna oltreoceano con una trionfale tournée statunitense di nuovo alla guida della NBC Symphony
Orchestra. Il 4 aprile 1954 dirige il suo ultimo concerto interamente dedicato a Wagner alla Carnagie Hall di
New York con la NBC Symphony Orchestra.
1957 - ………………….……………………………………:
Il 16 gennaio 1957 muore nella villa di Riverdale, un sobborgo di New York. Qualche giorno dopo, a Milano una
folla immensa gli dà l’ultimo saluto prima della sepoltura al cimitero monumentale.
**La Marcia Reale fu l’inno nazionale del Regno d’Italia dall’unificazione del Paese, avvenuta nel 1861, fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, e nuovamente dalla liberazione di
Roma nel 1944 alla caduta della monarchia nel 1946. A partire dal 1925 e fino alla caduta del regime mussoliniano, la Marcia Reale veniva immediatamente seguita, in ogni occasione
pubblica, da Giovinezza, l’inno ufficiale del Partito Nazionale Fascista.
***La casa di riposo per i musicisti di Milano era stata creata da Giuseppe Verdi, fondata nel 1899 e inaugurata nel 1902.
Nel libro di classe, all’esercizio 16, il maestro Muti ha citato vari strumenti che compongono
un’orchestra. Quali sono? ………………………………………………………………………………………………………… .
Vuoi ampliare il tuo vocabolario relativo agli strumenti? Guarda le immagini e davanti al nome di ogni
strumento scrivi l’articolo giusto.
............ pianoforte ............ oboe ............ batteria ............ violoncello ............ organo ............ armonica ............ sassofono
............ flauto ............ chitarra classica ............ piatti ............ xilofono ............ tastiera ............ violino ............ chitarra elettrica
............ timpani ............ basso ............ tamburelli ............ fisarmonica ............ contrabasso ............ clarinetto ............ tuba
4. Prima volta in cui uno spettacolo viene presentato ufficialmente 3. Sinonimo di opera lirica.
al pubblico. 4. I compartimenti in cui sono divise le balconate sovrapposte nella
5. Autore di un libretto. parete perimetrale del teatro e che fronteggia il palcoscenico e dai
quali gli spettatori possono assistere alla rappresentazione.
6. Possibilità, capacità di contenere, e misura di tale capacità: la …
di un teatro, di uno stadio, ecc. 5. Opinione precostituita, generalizzata e semplicistica, che non si
fonda sulla valutazione dei singoli casi ma si ripete meccanicamente
7. Persone che appaiono sulla scena, senza prendere la parola,
(corrisponde al francese cliché).
attore al quale è affidata una parte di minima importanza.
6. Particella pronominale equivalente a “a ciò” (“a questa cosa”) o “a
questa persona”.
7. Nel linguaggio di teatro, testo di un lavoro drammatico affidato alla
compagnia e che viene distribuito per l’apprendimento e le prove
agli attori. Per estensione, la sceneggiatura di un film, il testo di una
trasmissione radiofonica o televisiva.
8. “Dietro le ….” indica agire di nascosto per interesse personale; in
ambito cinematografico equivale al “making of”.
1.
1. 2.
5.
4.
3. 6.
2.
3.
7.
5.
8.
ridens.it
Ti proponiamo l’ascolto della canzone “La genetica di
Mendel” di Lorenzo Baglioni perché è un’operetta e dunque
si rifà al tema culturale dell’unità. Inoltre, crediamo che sia
interessante presentarti questo cantante che ha creato
molte canzoni didattiche in cui spiega diversi temi scolastici
(fisica, chimica, matematica, biologia e lingua italiana).
Vediamo cosa dice il cantautore Lorenzo Baglioni a
riguardo:
Ora guarda il video della canzone “La genetica di Mendel” di Lorenzo Baglioni accedendo al link https://
www.youtube.com/watch?v=VvNBH9c4YmA e riassumine la trama:
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1. Il tono della voce: Normalmente gli Italiani adottano un tono della voce notevolmente superiore a quello
degli altri popoli; per questo, due Italiani che stanno semplicemente conversando del più o del meno vengono
spesso scambiati per due litiganti. Nei rapporti internazionali, questo fattore, legato al gesticolare vivace e
alla presunta aggressività, porta a pensare che si stia litigando con l’interlocutore, mentre in realtà si sta solo
esponendo il proprio punto di vista.
2. La vicinanza: Gli Italiani, come in genere i popoli latini, sono abituati a tollerare una distanza minima fra
i corpi, e anche il contatto fisico (p.e. mano sulla spalla) è abbastanza frequente. Questo crea problemi agli
stranieri abituati invece ad un maggior spazio vitale, come ad esempio i popoli nordici. Quindi, quello che per
un Italiano può essere un invito a stringere dei legami più intimi o comunque più amichevoli può essere letto
da uno straniero come un’inutile invadenza.
3. La gestualità: Caratteristica prettamente “latina” è la forte gestualità, che accompagna, sottolinea, mima
gran parte del discorso italiano. Questi gesti, del tutto spontanei, sono spesso incomprensibili per gli stranieri,
o possono dar luogo a fraintendimenti con gesti simili delle altre culture. Purtroppo questa gestualità è anche
difficile da esplicitare a parole e solo frequenti contatti possono portare ad una comprensione non ambigua.
4. La puntualità: In ambito internazionale l’Italiano gode fama di persona poco puntuale o che comunque
non è molto affidabile da questo punto di vista. In realtà, gli Italiani tollerano un ritardo che rimane nell’arco
del quarto d’ora; anzi, in questo spazio di tempo non è nemmeno considerato ritardo. Altri popoli valutano
invece la puntualità in modo completamente diverso. I popoli nordici sono molto più ligi nel rispettare gli
appuntamenti dati, e considerano prova di scarsa serietà anche qualche minuto di ritardo.
5. La flessibilità: Ad esempio, nonostante in una riunione ci sia l’ordine del giorno e si passi la maggior parte del
tempo a discutere di tutt’altro, ugualmente si lascerà la seduta convinti di aver impegnato utilmente la propria
giornata, risolvendo problemi che comunque andavano affrontati. Invece, persone provenienti da tutt’altro
retroterra culturale possono ritenere un procedimento del genere enormemente irritante e provocatorio, in
quanto comporta una perdita di tempo e una mancanza di rispetto verso le persone che hanno stilato l’elenco
degli argomenti da trattare. Questa flessibilità viene capita dagli stranieri come l’ennesima riprova della mancanza
di serietà degli italiani nell’affrontare problemi e trattative, lasciando ampio spazio all’improvvisazione.
6. I dialetti e le flessioni dialettali: Gli Italiani, anche se raramente se ne accorgono, danno alla loro parlata
coloriture e accenti locali che rendono molte volte difficile la comprensione da parte degli stranieri. Questo
problema, ovviamente, si presenta un po’ per tutte le lingue, ma in Italia può provocare una vera e propria
incomprensione, specialmente quando si raggiungono alti livelli di elocuzione.
7. Argomenti taboo: Ci sono degli argomenti che sono taboo quasi in tutte le culture (sesso, morte, funzioni
corporali…), quello che differisce è il loro livello di “impraticabilità”. In Italia ad esempio non sono minimamente
tollerati, in ambiente formale, i discorsi che riguardano il denaro, lo stipendio, le entrate di vario tipo e men
che meno quelli che toccano l’argomento “tasse”. Altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, considerano
del tutto normale parlare a tavola del proprio reddito, facendone anzi elemento di vanto. In Italia, invece,
8. Lo status: Gli elementi che individuano lo status di una persona cambiano da Paese a Paese e sono uno dei
segnali più difficili da interpretare per chi proviene dall’estero. Oltretutto la loro evoluzione, specialmente negli
ultimi tempi, è talmente rapida da mettere spesso in crisi anche gli stessi indigeni.
9. Il tempo: Un Italiano “in gamba” è quello che riesce ad occupare il suo tempo con le più diverse attività, sia
nell’ambito lavorativo che in quello sociale-ricreativo. Il fatto di non riuscire ad occuparsi di più di una cosa
alla volta è indicativo di scarsa elasticità mentale e flessibilità, doti fondamentali per un Italiano, che si trova
spesso a doversi confrontare con repentini cambiamenti politici, economici e anche climatici. Questa gestione
del tempo non sempre è compresa ed apprezzata da uno straniero. Ad esempio, i popoli germanici vedono in
questa nostra organizzazione un caos totale, che non può portare a niente di buono.
10. Lo spazio (gestione degli spazi): L’Italiano (in maniera contraria a quanto fatto con il tempo) è portato a
suddividere gli spazi in maniera molto rigorosa. La relativamente recente “inurbazione” e quindi la necessità di
vivere molto più a stretto contatto con il prossimo ha portato a una chiusura personale e a una netta divisione
delle zone di competenza. Questo fenomeno ha conseguenze però anche negative, perché lo spazio pubblico
viene considerato spazio di nessuno, e quindi un terreno in cui tutto è lecito. Questo non è minimamente
compreso da Svizzeri, Austriaci o Tedeschi, che considerano invece lo spazio pubblico come qualcosa “di tutti”,
da rispettare quindi ancor di più dello spazio proprio.
11. Espressività del volto: L’Italiano spesso esprime le proprie impressioni e sensazioni più con il viso che
con le parole, attraverso una mimica facciale molto articolata. Frequentemente, infatti, facendo il resoconto
del dialogo avuto con una persona ci troviamo a dire: “E poi ha fatto una faccia, come a dire…”. Quindi è del
tutto usuale lasciar trasparire in questo modo il pensiero, convinti che ciò sia indice di sincerità. Non funziona
sempre così presso gli altri popoli, come ad esempio i Giapponesi, la cui rigida maschera facciale è una vera e
propria necessità sociale.
12. Interrompere: Per un Italiano è normale, durante una conversazione, un dibattito, una tavola rotonda,
interrompere la persona che sta parlando, magari anche solo per confermare il proprio accordo con quanto
va affermando. Anzi, spesso chi parla cerca approvazione nell’interlocutore per continuare il proprio discorso,
magari anche con un semplice “mhmh” oppure “è vero”, “certo”. Per molti altri popoli invece si tratta di una
mancanza di rispetto e di un’invasione dello spazio altrui, quindi si bloccano e continuano con difficoltà il
loro discorso.
13. Il silenzio (gli Italiani non lo tollerano): L’Italiano deve sempre parlare, magari anche solo del più e del
meno, ma deve sempre riempire il silenzio, difficilmente lo tollera al di fuori dei casi in cui è strettamente
necessario (lavoro, studio, cinema, …). Ad esempio, durante un pasto in compagnia, è obbligatorio intavolare
una conversazione più o meno allegra con i propri commensali, evitando di parlare di lavoro e cercando così
di stringere dei rapporti più intimi. Al contrario, altri popoli reputano che la condizione di “anormalità” sia il
parlare, e che quindi una volta cessata la causa per la quale si era resa obbligatoria la conversazione, ci si
dedica ad altro, o semplicemente si continua a fare in silenzio ciò che si era iniziato.
14. Il cibo e l’alcol: Per un Italiano il momento conviviale di maggior prestigio è il pasto, in quanto il cibo è fonte
di piacere. La tradizionale buona cucina italiana, apprezzata in tutto il mondo, è qualcosa di cui un Italiano va
fiero, specialmente perché si accompagna ad un’atmosfera festosa e amichevole. A differenza di altre culture,
in cui il piacere maggiore è dato dal consumo di alcol che accompagna il pasto conviviale (vedi i popoli Nordici
o Statunitensi, ad esempio), l’Italiano ritiene che il cibo sia l’elemento prioritario, e quando ha ospiti stranieri, ci
tiene a far loro apprezzare le specialità del luogo.
Il forte significato attribuito al cibo e di conseguenza al pasto porta l’Italiano a scandire la sua giornata in base
ai pasti da consumare e ai relativi “tempi” considerati ottimali per il loro consumo. Questa organizzazione della
15. La famiglia: L’Italiano viene spesso considerato dagli altri popoli un “mammone” perché rimane legato alla
sua famiglia d’origine per tutta la vita in maniera anche abbastanza consistente. L’età media dell’abbandono
del nido da parte dei giovani corrisponde grossomodo con quella del matrimonio; solo per motivi di lavoro,
di studio o per conflitti interni, un ragazzo sceglie di andare a vivere per conto proprio prima. Questa realtà
non è invece condivisa da altre culture, come ad esempio quella tedesca, dove l’indipendenza e l’autonomia
della prole sono stimolate dai genitori stessi. L’Italiano viene visto come una persona poco sicura, che matura
lentamente e che ha sempre bisogno della convalida di almeno altre due persone per decidere cosa fare.
I Neri per Caso sono un gruppo che nasce nel 1994 ed è formato da sei ragazzi salernitani: Ciro Caravano,
Gonzalo Caravano, Domenico Pablo “Mimì” Caravano, Mario Crescenzo, Massimo de Divitiis e Daniele Caravano
(che ha lasciato il gruppo nel 2015 ed è stato sostituito da Daniele Blaquier). Mimì e Gonzalo sono fratelli, a loro
volta cugini di un’altra coppia di fratelli composta da Diego e Ciro.
La storia del nome del gruppo è alquanto particolare: i ragazzi avevano scelto il nome CRECASON, però il
paroliere Claudio Mattone, vedendoli esibirsi tutti vestiti di nero, chiede loro se si tratta di un’uniforme. Loro
rispondono che “si tratta di un caso” e da lì vengono chiamati “Neri per caso”. Benché la loro attività si sia
diradata nel corso degli anni, i Neri per Caso hanno collaborato con il cinema, interpretando dei brani per le
colonne sonore dei film Disney “Il Gobbo di Notre Dame” e la riedizione de “Il libro della giungla”. Grazie a Elio e
le Storie Tese, i Neri per Caso sono tornati sul palco di Sanremo nel 2018. Un altro loro grande successo è “Mai
più sola”, presentata anch’essa a Sanremo nel 1996. Il gruppo ha avuto il merito di aver portato in auge il canto
a cappella negli anni ’90.
(Fonte: https://dilei.it/vip/neri-per-caso/529549/).
https://learnamo.com/significato-gesti-italiani/
https://it.babbel.com/it/magazine/gesti-italiani
napolifans.it
ultimouomo.imgix.net
www.calciotoday.it/
fammi (5) – cerca (1) – guarda (2) – va’ (2) – parla (3) – dimmi (2) – non negarti (1)
fai (3) – dammi (4) – non ti spostare (1) – fermati (1) – parlami (1) – prova (1) – metti (1)
Senza perderci di vista: ……Fai……. la tua strada, …………..… / ……..……… esperienza, ti servirà / (…) ……………… la
tua strada, ………………. / ………………….. la tua fortuna.
Dammi la luna: …………………. la luna, so che ce l’hai / (…) …………………. l’estate più breve che c’è / (…) ……………………..
la luna ma prima che l’alba / butti le stelle in fondo al cestino / (…) ……………………… da qui / devi restare così / (…)
…………………….. che il sole se ne va / (…) ………………………. che cosa mi viene in mente / (…) ……………………. giocare,
……………………. dormire / ma per svegliarmi presto / …………………….. cadere in un sonno leggero / ti chiedo solo
questo / ……………………. la luna più matta che c’è.
Una storia importante: ………………………. un istante / ……………………. chiaro / Come non hai fatto mai /
………………………. un po’ chi sei / (…) ……………………. gli occhi dentro i miei.
Parla con me: …………………….. con me / ……………………… di te / Io ti ascolterò / Vorrei capire di più / Quel
malessere dentro che hai tu / ……………………… con me / Tu …………………… che cosa c’è / Io ti risponderò / Se
vuoi guarire però / ……………………… un po’ a innamorarti di te / …………………………. la bellezza di scoprire / Quanti
amori coltivati puoi far fiorire / Sempre se tu vuoi.
Un attimo di pace: …………………….. respirare / (…) …………………… assaporare solo un attimo di pace.
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“Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te, tu apri il
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tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito,
per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul
serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è
che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese,
non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente
inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato
una collezione di gonne cerulee, e poi è stato Yves Saint Laurent, se
non sbaglio, a proporre delle giacche militari color ceruleo. (…) E poi il
ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti.
Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine
si è infiltrato in qualche tragico angolo casual dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni. Tuttavia
quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso
che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda: quindi, in effetti, indossi un golfino che è
stato selezionato per te dalle persone qui presenti… in mezzo a una pila di roba!”
baciperugina.com
accattivanti che hanno fatto venire l’acquolina a intere generazioni.
Il genio creativo arrivò al suo culmine nel 1922, quando diede vita
al “Bacio Perugina”, il cioccolatino destinato a entrare nella storia.
Fu una trovata straordinaria non solo per via del sapore gustoso,
ma soprattutto per l’abbattimento dei costi perché per preparare
quella pasta di cioccolato mescolata a nocciole usava gli scarti delle
altre lavorazioni. Fu un successo senza precedenti.
l) Il successo non tardò ad arrivare (complice una segnalazione anche
alla Fiera di Milano), e così gli sforzi si intensificarono: ben ottomila
allevatori spedivano il pelo ottenuto da circa 250 mila conigli a Perugia
via posta, in modo che potesse essere trattato e utilizzato.
m) Durante la Prima Guerra Mondiale, la fabbrica venne gestita
unicamente da Luisa e dai suoi figli Mario e Aldo. La Perugina si
espanse fino ad avere un centinaio di dipendenti, tra cui molte donne, e a produrre molto cioccolato. Il primo
prodotto di cioccolateria fu la tavoletta “Luisa” che tuttora resta uno dei prodotti di punta.
n) Ancora una volta fu innovativa e creativa perché inventò una tecnica particolare per cui non era
necessario uccidere né tosare i conigli, ma tramite cui si poteva ottenere il pelo semplicemente
pettinandoli. In Italia, a quel tempo, non esisteva molto interesse per la lana d’Angora e i conigli venivano
allevati soprattutto all’estero.
Fonti consultate:
www.ilpost.it/2016/02/01/luis
a-spagnoli-fiction/
https://biografieonline.it/biografia-luisa-spagnoli
www.150anni.it/webi/stampa.php?wid=2088&stampa=1
www.vanityfair.it/show/tv/16/02/01/luisa-spagnoli-miniserie-raiuno-luisa-ranieri-storia
In principio l’amore
fa girare la testa, poi
ta.
cominciano i mal di tes
È più facile dare un bacio Mara Maionchi
che dimenticarlo.
Anonimo
isti, se non
Se tardi a trovarmi, ins
to, cer ca in un
ci sono in un pos
io son o fer mo da
alt ro, perché
e pa rte ad asp ett are te.
qualch Il cuore è una ricchezza
Walt Whitman che non si vende e non si
compra, ma si regala.
Non chiedere alla Gustave Flaubert
foglia di non muove
può, c’è il vento! No rsi. Non
n chiedere al sole
immobile. Non pu di rimanere
ò, c’è la not te! Non
all’uomo di vivere chi edere
in eterno. Non pu
Non chiedermi di ò, c’è la morte!
non amart i. Non
posso, ti ho visto!
Jacques Prévert
Divulgação
uno dei più grandi nomi nell’ambito della moda di tutto il mondo.
Il designer è passato alla storia grazie ad un nuovo modo di
concepire l’arte del vestiario, attraverso una commistione di
grande livello tra eleganza e abbigliamento sportivo, che ha
fatto sì che nascesse un qualcosa di totalmente unico nel suo
genere. Sempre assecondato dalla sorella Donatella e grazie a
questa, la casa Versace a partire dagli anni ’80 comincia a far
sfilare le nuove collezioni da personaggi famosi, legati al mondo
della musica e del cinema, anziché semplici modelle. Star come
Madonna e altre celebrità hanno così reso il nome Versace il
marchio italiano più famoso al mondo.
Miuccia Prada ha avuto il merito non solo di essere uno dei nomi
più importanti di sempre nell’ambito della moda, ma anche tra
i più celebri in materia prettamente imprenditoriale. L’impero
Prada si è consolidato soprattutto negli anni ’90, quando dalle
borse si è passati al prêt-à-porter, anche con l’aggiunta di alcune
linee giovanili. La nipote di Mario Prada è passata alla storia per
aver portato la casa di moda ad essere una delle più rinomate
del mondo e, secondo Forbes, è la seconda donna più potente di
sempre in ambito economico.
Wkimedia Commons
Tratto da:
www.sabatoseraonline.it/quali-sono-gli-stilisti-italiani-piu-famosi-di-sempre/
www.areadomani.it/2019/10/17/stilisti-italiani-e-le-loro-storie-di-successp/
www.cinquecosebelle.it/cinque-stilisti-italiani-famosi-nel-mondo/
DI MICHELE CIAVARELLA
6 DICEMBRE 2019
https://www.snapitaly.it/abiti-famosi-made-in-italy/
https://www.fashionresearchitaly.org/fashion-journal/fashion-film/dalla-moda-nel-cinema-al-
cinema-nella-moda-storia-un-amore/
1. Sei in un negozio. Al/la commesso/a chiedi di: 4. Sei per strada. Ad un/a passante chiedi:
a) Farti vedere un vestito. Descrivilo. a) Di indicarti la strada più corta per il tuo hotel.
b) Indicare il camerino. b) Di suggerirti un ristorante economico.
c) Dirti il prezzo. c) Scusa prima di chiedergli un’informazione.
2. Sei in un ristorante. Al/la cameriere/a chiedi di: 5. Sei tra amici. Chiedi a uno o più amici di:
a) Portarti il menù o la carta dei vini. a) Venire alla tua festa di compleanno.
b) Raccomandare un piatto/un vino. b) Darti il numero di telefono di Gianmaria.
c) Chiamare il responsabile. c) Presentarti un/a suo/a amico/a.
3. Sei in un albergo. Al/la receptionist chiedi di: 6. Sei in un punto d’informazioni turistiche.
a) Aiutarti a prenotare una visita guidata. Chiedi all’impiegato di:
b) Svegliarti alle otto. a) Darti una cartina della città.
c) Provvedere un cuscino/asciugamani in più. b) Raccomandare un museo da visitare.
c) Prenotarti un posto per la prossima visita
guidata in città.
Fai finta di trovarti in una delle situazioni elencate sopra e realizza il compito comunicativo. L’insegnante ti
assegnerà un/a compagno/a con cui interagire come se fosse una situazione reale.
1 2 3
1
*
4
2 6 7
Attenzione! Nei testi troverai un asterisco al posto del nome dell’azienda (o di parte di esso) affinché l’attività
non diventi troppo ovvia e costituisca una sfida.
1. 2. 3. 4. 5. 6.
a) La * fu fondata da Pietro * nel 1946 ad Alba e nacque come un piccolo laboratorio per i dolci. L’idea di *
era quella di sfruttare per i suoi dolci le nocciole prodotte nel territorio limitrofo. Fu poi il figlio Michele * ad
inventare nel 1964 la Nutella ed espandere la società anche all’estero. La * ha infatti stabilimenti sparsi in
tutto il mondo e occupa quasi 22.000 dipendenti. Il cognome * è tipico del Piemonte, del cuneese e torinese
in particolare.
b) * S.p.A. è una casa di moda fondata nel 1927 dallo stilista calzaturiere * che dalla Campania emigrò negli Stati
Uniti per poi rientrare in Italia, a Firenze, dove aprì il suo primo laboratorio. Il cognome * ha origini campane e
potrebbe significare “colui che ferra i cavalli, maniscalco di cavalli”.
c) Il Gruppo *, dal 2011 terzo produttore di pasta al mondo, fu fondato nel 1886 a Fara San Martino (CH) da
Filippo Giovanni *, figlio di Nicola, proprietario di un mulino. * è un cognome patronimico originato dalla forma
aferetica del nome Franciscus, dopo italianizzata.
d) * è un’azienda produttrice d’automobili sportive fondata il 1° dicembre 1914 a Bologna da Alfieri *. Alfieri
iniziò all’età di 12 anni a lavorare in una fabbrica di biciclette per poi lasciarsi travolgere dalla passione per la
meccanica seguendo le orme del fratello maggiore Carlo. Così come Enzo Ferrari, divenne corridore di auto
sportive per poi dedicarsi alla sua industria. La prima automobile * fu fabbricata nel 1926 con il nome “Tipo 26”.
Questo cognome è specifico della provincia di Piacenza, del pavese e del milanese.
e) La * S.p.A., società italiana specializzata nel settore dei salumi, fu fondata a Cremona il 1° settembre 1907
da Pietro *. L’azienda deve la sua fama anche allo slogan “le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di *
vuol dire qualità”. Il cognome * può derivare da un aggettivo latino indicante “di colore scuro”, dalle aferesi di
Guarniero, Guarino e Ranieri, oppure da soprannomi legati al colore dei capelli o alla carnagione scura.
f) * è una società italiana fondata nel 1884 dall’armeno Sotirios Voulgaris ed è specializzata nel settore della
gioielleria, orologeria, profumeria e pelletteria. Il nome del marchio si scrive generalmente * e proviene dal
nome del fondatore italianizzato in Sotirio *.
Altre aziende che si possono definire “colonne portanti” del Made in Italy sono: Safilo, Natuzzi, Marazzi,
Lavazza, Granarolo e Campari. Scegline una e fai una ricerca a riguardo. Scrivi un testo simile a quelli
dell’attività precedente.
INTRODUZIONE
BEL PAESE, BRUTTA GENTE
La rimozione di una storia di luci, ombre, vergogne
Reprodução
visti. Non eravamo considerati di razza bianca nei tribunali
dell’Alabama. Ci era vietato l’accesso alle sale d’aspetto di
terza classe alla stazione di Basilea. Venivamo martellati da
campagne di stampa indecenti che ci dipingevano come “una
maledetta razza di assassini”. Cercavamo casa schiacciati
dalla fama d’essere “sporchi come maiali”. Dovevamo tenere
nascosti i bambini come Anna Frank in una Svizzera dove ci
era proibito portarceli dietro. Eravamo emarginati dai preti
dei paesi d’adozione come cattolici primitivi e un po’ pagani.
Finivamo appesi nei pubblici linciaggi con l’accusa di fare i
crumiri o semplicemente di essere “tutti siciliani”.
“Bel Paese, brutta gente”. Ce lo siamo tirati dietro per un pezzo, questo modo di dire
diffuso in tutta l’Europa e scelto dallo scrittore Claus Gatterer come titolo di un romanzo in
cui racconta la diffidenza e l’ostilità dei sudtirolesi verso gli italiani. Oggi raccontiamo a noi
stessi, con patriottica ipocrisia, che eravamo “poveri ma belli”, che i nostri nonni erano molto
diversi dai curdi o dai cingalesi che sbarcano sulle nostre coste, che ci insediavamo senza
creare problemi, che nei paesi di immigrazione eravamo ben accolti o ci guadagnavamo
comunque subito la stima, il rispetto, l’affetto delle popolazioni locali. Ma non è così.
(…)
Non è così. Non c’è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato
rinfacciato, un secolo o solo pochi anni fa, a noi. “Loro” sono clandestini? Lo siamo stati
anche noi: a milioni, tanto che i consolati ci raccomandavano di pattugliare meglio i
valichi alpini e le coste non per gli arrivi ma per le partenze. “Loro” si accalcano in osceni
tuguri in condizioni igieniche rivoltanti? L’abbiamo fatto anche noi, al punto che a New
York il prete irlandese Bernard Lynch teorizzava che “gli italiani riescono a stare in uno
spazio minore di qualsiasi altro popolo, se si eccettuano, forse, i cinesi.” (…) Rubano il
lavoro ai nostri disoccupati? Noi siamo stati massacrati, con l’accusa di rubare il lavoro
agli altri. Importano criminalità? Noi ne abbiamo esportata dappertutto. Fanno troppi
vita.it
C’è un po’ di terra del in viaggio…
per non restar solo
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.
Ma il cuore no, non l ’ho porta
to:
nella valigia non c’è entrato.
Titolo:
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di Gianni Rodari
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Reprodução
Guarda la scena tratta dal film “Nuovomondo” (2006) al link https://www.
youtube.com/watch?v=K5O8IXDaxgQ. Questo film è stato scritto e diretto da
Emanuele Crialese e ha ottenuto vari premi oltre a tante altre nomination
(Festival di Venezia, David di Donatello, Nastro d’argento, Globo d’oro, Ciak
d’Oro e European Film Awards).
In realtà è una lettera che il protagonista scrive a un suo amico il cui nomignolo
è Carnevale. Accedi al link https://www.youtube.com/watch?v=TrLJjEDT3Tw
per guardare la scena e rispondi alle domande:
a) Dove vive?
b) Dove lavora?
c) Cosa succederà tra un mese?
d) Cosa gli dice la moglie ogni santo giorno?
e) Secondo l’autore della lettera siamo fatti di tante cose, citane alcune.
f) Secondo te perché lui non torna a casa?
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese
vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è
qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Questo è uno dei passaggi più belli del suo libro La luna e i falò, romanzo intenso e bucolico pubblicato
nell’aprile del 1950, a soli pochi mesi dal suo suicidio. Il libro è il racconto di un ritorno in cui è predominante il
tema delle radici e della memoria.
historypage.it
Le cinque giornate di Milano…………………………………………………………………………………………………….………..................…
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La spedizione dei Mille ………………………………………………………………………………………….........………….………..................…
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“Gregorio S., svegliandosi una mattina da sogni Ci voleva meno di un quarto d’ora fino alla scuola
agitati, si domandò la causa dello strano silenzio e quella mattina il traffico era stranamente ridotto.
che regnava in casa. Non però davanti all’istituto, dove le automobili
Di solito, lo stridulo chiacchiericcio tra la figlia sostavano a decine, in seconda e addirittura in
Deborah e Bogena, la domestica polacca che le terza fila: i bambini tutti fuori, i genitori raccolti
preparava la colazione, e soprattutto i lamenti del in capannelli a discutere, le insegnanti piazzate
piccolo Alberto, che non voleva assolutamente davanti ai cancelli a sbarrare l’entrata.
alzarsi dal letto e andare all’asilo, gli rendevano «Ma cosa succede?»
difficile assaporare i pochi, piacevolissimi minuti «La scuola è chiusa. Pare che il Provveditorato abbia
che precedevano la faticosa decisione di sollevarsi, soppresso alcune sezioni per mancanza di bambini»
guardare l’orologio e cominciare finalmente la «Come, a metà anno?».
giornata. Allungò la mano verso il cuscino della Sembrava che tutti gli alunni di provenienza
moglie, ma finì per ficcarle un dito nell’orecchio, straniera, che nelle elementari erano quasi il 40%
facendola sobbalzare: anche lei dormiva ancora. dei bambini dell’istituto, fossero spariti, e con
Eppure l’orologio parlava chiaro: erano quasi le loro le loro famiglie. Senza studenti, metà delle
otto! «Cosa è successo? Non ho sentito i bambini». classi rimanevano sotto il numero minimo: e gli
La moglie era già in piedi, aveva spalancato la insegnanti rischiavano di perdere il posto, e di
finestra, ed era corsa a vedere nella stanza dei andare a spasso. Affidati i bambini alla mamma di
ragazzi. «Bambini, è tardissimo, cosa fate ancora un compagno di scuola, che si era offerta di tenerli
a letto? Dov’è finita Bogena?». «Non ne ho idea, a casa per la mattinata, la signora Franca telefonò
mamma, si sarà rotta la sveglia! E io devo fare pure a casa, per accertarsi che Felipe, il filippino che
il compito in classe!». Debora era già volata nel accudiva il nonno, fosse arrivato. Il nonno – che
bagno, anticipando il padre. era un po’ svanito ma al mattino di solito sembrava
Scosso il piccolo Alberto, che s’era voltato quasi normale – era agitatissimo:
dall’altra parte e aveva nascosto la testa sotto il «No che non è arrivato! E adesso chi mi
cuscino, la signora Franca corse alla camera della accompagna a prendere la pensione? Oggi è
polacca: vuota, il letto intatto; in cucina, tutto l’ultimo giorno!»
spento, le tapparelle abbassate, il caffè ancora «Non ti preoccupare papà, ci penso io; avverto
da accendere. La ragazza si era volatilizzata, l’ufficio e vengo a prenderti a casa».
sembrava non avesse nemmeno dormito a casa. Al telefono rispose direttamente il capoufficio,
«Dove diavolo è finita? E adesso chi li accompagna che era già furioso perché mancavano la metà
i ragazzi? Gregorio!!». Il marito era finalmente delle segretarie («Con la scusa dei bambini,
riuscito a guadagnare il bagno. «Non ce la faccio non si trovano più le baby sitter»). Insomma, la
proprio, cara, ho un appuntamento al cantiere...» polacca, il filippino, i ragazzini della scuola, gli
«Ho capito, ho capito, vado io...» «E il nonno?» extracomunitari erano spariti dappertutto. La
«Tanto Felipe ha le chiavi...». Dieci minuti dopo la signora Franca era sbalordita, e cominciava a
signora Franca era già in macchina con i bambini. innervosirsi. Forse dopo la posta, pensò bene, era
Ti piace? Giustifica la tua risposta e poi confrontati con i tuoi compagni di classe.
Alcune definizioni sono state adattate dal dizionario online Treccani: http://www.treccani.it/
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1 3 4
3 7
Opzione 1: Se dovessi trasferirti in un altro Paese, quale sarebbe? Lo faresti da solo/a? Quali sarebbero le
tue motivazioni? Credi che ti abitueresti facilmente alla nuova cultura? Cosa ti mancherebbe maggiormente del
tuo Paese?
Opzione 2: Commenta il brano tratto dal rapporto Istat che trovi al link https://www.istat.it/it/files/2019/12/
REPORT_migrazioni_2018.pdf :
“La ripresa delle emigrazioni di cittadini italiani è da attribuire in parte alle difficoltà del nostro mercato del lavoro,
soprattutto per i giovani e le donne e, presumibilmente, anche al mutato atteggiamento nei confronti del vivere in un
altro Paese – proprio delle generazioni nate e cresciute in epoca di globalizzazione - che induce i giovani più qualificati
a investire con maggior facilità il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunità di carriera e
di retribuzione. I programmi specifici di defiscalizzazione, messi in atto dai governi per favorire il rientro in patria
delle figure professionali più qualificate, non si rivelano quindi del tutto sufficienti a trattenere le giovani risorse che
costituiscono parte del capitale umano indispensabile alla crescita del Paese.”
1. San Vito Chietino – Chieti (CH) abruzzoturismo.it 2. Fiordo di Furore – Salerno (SA) 3. Spiaggia di Grado – Gorizia (GO)
Gianluca Baronchelli
…………………………………………………. …………………………………………………. ………………………………………………….
4. Calla Rossa (Isola di Favignana) – 5. Chiaia di Luna (Isola di Ponza) 6. San Fruttuoso – Genova (GE)
Trapani (TP) – Latina (LA)
Flavio Vallenari | iStock
LucaLorenzelli | iStock
…………………………………………………. …………………………………………………. ………………………………………………….
diegograndi | iStock
StockImages_AT | iStock
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RugliG | iStock
…………………………………………………. …………………………………………………. ………………………………………………….
13. Vignanotica – Foggia (FG) 14. Capo Bianco (Isola d’Elba) – 15. Cala Brandinchi, Capo Coda
Livorno (LI) Cavallo – Sassari (SS)
eli77 | iStock
Roberto Ridi
Per raccomandare la maggior parte di queste spiagge ci siamo ispirati a un servizio intitolato “Spiagge
italiane: le 50 più belle”. Se questo argomento ti interessa particolarmente puoi accedere alla versione completa
dell’articolo sul sito: https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/spiagge-italiane-le-50-piu-belle/?img=50
Ora che hai trovato tutte le cose riferite sopra nell’immagine lavora con un/a compagno/a di classe: a
turno, sceglierete una parola e gliela dovrete spiegare senza nominarla. Dovrete fare un giro di parole in
modo che il/la vostro/a compagno/a di classe capisca cos’è. Questa abilità si chiama “perifrasare” ed è molto
importante nella comunicazione perché aiuta a farci capire anche se non conosciamo o non ricordiamo una
parola. Ad esempio, come potrei far capire la parola “sole” a qualcuno senza nominarla? Potrei dire “è un astro
rotondo di colore giallo che ci dà luce e calore. Sorge all’alba e sparisce al tramonto”.
1°) Ascolta la canzone “Tra le granite e le granate” di Francesco Gabbani che mostra la sua visione critica
delle vacanze estive e poi rispondi alle domande:
b) Da quali parole del testo si può dedurre che l’immagine delle vacanze è negativa? Citane alcune.
c) Leggi i versi: “Eppure non partiamo mai / Ci allontaniamo solo un po’ / Diamo alla vita un’ora / Perché al ritorno
sembri nuova / Davvero non andiamo mai / Oltre le nostre suole / (…) Dietro le spalle / Un morso di felicità / Davanti
il tuo ritorno alla normalità / Lavoro e feste comandate / Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”. Secondo la canzone
come sono le vacanze estive? Sei d’accordo?
2°) Ora sei pronto/a a vedere il video che è molto bello e divertente: è una
scena in cui le persone si trovano in spiaggia. Cosa fanno? Cerca di descriverla
Gerundio: DO,
N
– GiocA usando il presente progressivo (verbo STARE + gerundio), come nell’esempio:
GiocARE L e g g E N D O ,
–
LeggERE D o r m E N D O Es.: Il ragazzo sta vendendo granite.
–
D o r m IR E
Wikimedia Commons
Nella scorsa unità abbiamo parlato dell’unificazione d’Italia mentre in questa ci
siamo occupati delle feste civili italiane. Abbiamo trattato brevemente della festa
che celebra l’Unità d’Italia e il Tricolore. Assieme al tricolore italiano abbiamo,
come simbolo della Repubblica Italiana, l’inno: il Canto degli Italiani o Fratelli
d’Italia. Lo conosci? Conosci la sua storia? Così come l’unificazione italiana, anche
l’inno ha una storia molto travagliata. Per farti un’idea di quanto sia stata tribolata,
basta pensare che fu composto nell’800, durante il periodo risorgimentale, ma è
diventato ufficialmente l’Inno della Repubblica italiana solo il 15 novembre 2017,
dopo 71 anni di provvisorietà! Ecco la sua storia:
L’Inno di Mameli, scritto nel 1847 dal poeta e patriota Goffredo Mameli (Genova 1827-
Roma 1849) e messo in musica 2 mesi dopo da Michele Novaro (Genova 1822-ivi 1885),
accompagnò le iniziative unitarie italiane a partire dai moti del 1848, ai quali partecipò lo
stesso Mameli. A causa del fervore patriottico fu il canto più amato nel Risorgimento fino
a diventare in pratica l’inno dei rivoluzionari. Fu infatti cantato in occasione delle Cinque
giornate di Milano, per la promulgazione dello Statuto Albertino e per celebrare la nascita
della Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini. Purtroppo, il destino volle che l’autore del
testo dell’inno della neonata repubblica, il giovane patriottico Mameli, morisse a soli 21
anni proprio per difenderla!
L’inno di Mameli era molto popolare all’epoca in cui Giuseppe Massari, il primo biografo
di Cavour e Vittorio Emanuele II, lo definì il vero e proprio Inno Nazionale. Probabilmente,
Giuseppe Verdi era d’accordo con Massari perché in occasione dell’Esposizione Universale
di Londra del 1864 lo inserì, a rappresentanza dell’Italia, accanto a God Save the Queen e
alla Marsigliese e a discapito della Marcia Reale, per comporre l’Inno delle Nazioni. Inoltre,
fu all’Inno di Mameli che il grande maestro si ispirò per comporre i suoi melodrammi
“La battaglia di Legnano” e “I Vespri Siciliani”, episodi
rivoluzionari citati nel testo dell’inno.
abebooks.com
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sostituire la Marcia Reale con un canto che ricordasse la
vittoria dell’Italia nel primo conflitto mondiale.
Con la nascita della Repubblica italiana il 2 giugno 1946,
fu proposto all’assemblea costituente di dedicare anche
all’inno nazionale un articolo della Costituzione, come
si era fatto per la bandiera. Ma non fu fatto. Si ipotizzò
di scegliere come inno il Va’ Pensiero di Verdi oppure
di confermare La canzone del Piave. Qualcuno propose
addirittura di indire un pubblico concorso per creare un
inno nuovo e sottolineare così maggiormente il passaggio
dalla Monarchia alla Repubblica. Infine, il 12 ottobre di
quell’anno, il Consiglio dei Ministri emanò un decreto
in cui si stabiliva che l’Inno nazionale, in via provvisoria, sarebbe stato il Canto
degli Italiani (ora più conosciuto come Fratelli d’Italia). L’iniziativa partì dal Ministro
della Guerra Cipriano Facchinetti, che propose anche di inserirlo nella Costituzione.
Purtroppo i diversi partiti non arrivarono mai a un accordo, nonostante l’approvazione
stessa della Costituzione (22 dicembre 1947) venne onorata dal pubblico delle tribune
dell’Aula con una spontanea esecuzione del brano.
Nei decenni si susseguirono varie iniziative parlamentari per renderlo l’inno
nazionale ufficiale (legislature 2001-2005, 2006-2008 e 2008-2013), però non vennero
approvate. Nonostante tutti questi tentativi falliti, nel 2012 fu promulgata una legge che
prevedeva che l’Inno di Mameli fosse insegnato nelle scuole, al fine di promuovere il
senso di cittadinanza tra gli studenti. Finalmente il 4 dicembre 2017 venne approvata
la legge numero 181 che diede al Canto degli Italiani lo status di Inno Nazionale della
Repubblica Italiana.
Testo adattato da:
http://www.bandieraitaliana.com/inno.html
http://www.ilviaggiodellacostituzione.it/blog/la-storia-dellinno-di-mameli
http://www.treccani.it/magazine/strumenti/una_poesia_al_giorno/07_10_Mameli_Goffredo.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Canto_degli_Italiani#Durante_il_fascismo
https://www.consulpress.eu/l-inno-dei-fratelli-ditalia/
Molti hanno provato a cambiare le sue parole, tacciato di maschilismo (sono citate solo le gesta di uomini), di
presentare concetti imperialisti (l’elmo di Scipio, la vittoria “schiava di Roma”), di essere retorico e di servirsi di
un linguaggio arcaico. Dovuto ai suoi arcaismi e ai molti riferimenti storici è stato ripetutamente considerato per
lo più incomprensibile agli italiani stessi, figuriamoci agli stranieri! Per aiutarti a capirne il testo ti proponiamo
la prossima attività.
Fratelli italiani, l’Italia si è svegliata; si è posta sul capo l’elmo di Scipione (Africano, vincitore dei
Cartaginesi, i maggiori nemici di Roma). Dov’è la Vittoria? Abbandoni all’Italia la sua chioma (che i
Romani usavano tagliare agli schiavi), giacché Iddio l’ha fatta schiava di Roma. Stringiamoci in una
stretta compagine (la coorte era la decima parte della legione romana), siamo pronti a morire, l’Italia ci
ha chiamati. Da secoli noi veniamo calpestati e derisi, perché non siamo un solo popolo, perché siamo
divisi. Ci raccolga un’unica bandiera, una sola speranza: è già suonata l’ora che ci fondiamo in un’unità.
Uniamoci, amiamoci; l’unità e l’amore rivelano ai popoli le strade del Signore. Giuriamo di rendere libera la
terra in cui siamo nati: uniti, grazie a Dio, chi ci potrà vincere? Dalle Alpi alla Sicilia, ogni luogo è Legnano
(dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero Federico Barbarossa); ognuno di noi ha il coraggio e il valore
di Francesco Ferrucci (eroico difensore della Repubblica di Firenze, ucciso nel 1530, dopo la battaglia di
Gavinana, ferito e disarmato, dal mercenario Fabrizio Maramaldo); i bambini italiani si chiamano Balilla
(soprannome di Giovan Battista Perasso, il giovanetto che a Genova diede l’inizio alla sollevazione contro
gli Austriaci); il suono di tutte le campane suonò i Vespri (i Vespri Siciliani, il movimento popolare che nel
1282 scoppiò a Palermo contro il dominio francese). Le spade dei mercenari diventano fragili come giunchi
che si piegano; già l’Aquila (simbolo araldico dell’Austria imperiale) ha perso le sue penne. Ha bevuto, con
i suoi alleati cosacchi, il sangue italiano (nelle guerre di successione tra il 1700 e il 1748) e quello polacco
(nello smembramento della Polonia tra il 1772 e il 1795), ma questi le hanno bruciato il cuore.
Un’ultima informazione ma non meno importante: vi abbiamo presentato la versione integrale dell’inno,
però è importante sottolineare che normalmente si eseguono solo i primi otto versi e il ritornello.
caffebook.it
gelestatic.it
amiacittanews.it
dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo.
Numerosi cortei, tornei sportivi e processioni hanno
luogo in svariate città italiane, e chi può si reca al
mare o realizza picnic e gite fuori porta (queste
ultime istituite da Mussolini nel periodo fascista).
È estate e generalmente tutto chiude la settimana
di Ferragosto, con il conseguente svuotamento
delle città. Da nord a sud, i piatti tipici includono
a.com
paste al forno, gnocchi, pollo, piccione e galletto.
vitadacasaling
Continuando in ordine cronologico,
giungiamo poi al periodo invernale ed entriamo
nel clima natalizio. Agli inizi di dicembre, al Sud
Italia generalmente l’8 (il giorno dell’Immacolata
Concezione), le persone addobbano le proprie
case con il presepe e/o l’albero di Natale, luminarie
dalle finestre e decorazioni di ogni tipo. Anche in questo caso le tradizioni religiose dettano il
ritmo degli eventi: ad esempio, per coloro che professano la fede cristiana cattolica il periodo
natalizio si apre con l’Avvento, il quale è caratterizzato da numerose funzioni religiose, tra
cui la novena (nove incontri di preghiera in attesa del Natale), la veglia (messa notturna) del
24 dicembre e la Santa Messa del 25. Altri, invece,
medicalfacts.it
Fonti consultate:
https://www.corriere.it/tecnologia/domande-google/notizie/perche-si-festeggia-carnevale-significato-origini-festa-f556ddf8-5938-11ea-af71-899699a3d6d8.shtml?refresh_ce-cp
http://mangiarebuono.it/pasqua-i-10-piatti-della-tradizione-italiana/
https://www.agrodolce.it/2014/08/14/piatti-tipici-di-ferragosto/
https://www.lacucinaitaliana.it/news/trend/piatti-di-natale-italiani/
2) Abbina alcuni dei piatti menzionati nel testo alla loro descrizione:
primochef.it
ricette.giallozafferano.it
cucinaligure.info
2.
1. 3.
blog.giallozafferano.it
blog.giallozafferano.it
buonissimo.it
6.
4. 5.
1. Cappone ligure a) Agnello giovane cotto a pezzi in padella o in forno condito con erbe aromatiche.
2. Anguilla lombarda b) Pasta a forma di conchiglie rigate, chiamata regionalmente malloreddus
e mangiata con diversi tipi di salse.
3. Abbacchio laziale
c) Pollo maschio dalla carne più tenera consumato lesso, farcito o arrosto.
4. Tortellini dell’Emilia Romagna
d) Primo piatto composto principalmente da pasta, finocchietto selvatico e
5. Gnocchetti sardi
un tipo specifico di pesce azzurro.
6. Pasta con le sarde
e) Pesce d’acqua dolce servito generalmente in umido o ai ferri.
f) Pasta all’uovo ripiena di carne e servita perlopiù in brodo o in crosta.
b) Quaresima………………………………..………………………………………………………………………………………………………………… .
d) L’8 dicembre………………………………………………………………………………………………………………………………………………... .
f) Babbo Natale………………………………………………………………………………………………………………………………..……………… .
g) L’Epifania………………………………………………………………………………………………………………………………………….……….…. .
h) La Befana…………………………………………………………………………………………………………………………………………..………… .
4) In piccoli gruppi discutete se, in linea di massima, quello che si fa in Italia è simile alle abitudini del
vostro Paese o di casa vostra in occasione delle feste citate nel testo.
dayapps.com
2) Inserisci nella prossima filastrocca le varie maschere della Commedia dell’Arte*. Per aiutarti nel compito ti
forniamo di seguito una brevissima descrizione di ogni personaggio:
Carnevale in filastrocca
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
Pulcinella Pantalone sono le toppe d’………………….., Balanzone Gianduja
5) Disegna la scena che ti è venuta in mente mentre leggevi questa bellissima filastrocca:
Il pulcino marziano
4. Lunedì dell’Angelo o … 3. Spiaggia sul mare Adriatico famosa per le discoteche e i locali che
offrono un’intensa movida.
4. Il Futuro composto si usa per esprimere una supposizione al… .
5. Vecchietta che porta i regali ai bambini il 6 gennaio.
6. Elemento morfologico posposto a una parola esistente per ricavarne
derivati (p.es. -ità in felicità) o alterati (p.es. -ino in pensierino).
7. Denominazione per lo più scherzosa della vita serale e notturna di
una città.
8. Il mese in cui si celebra Ognissanti e la festa dei morti.
9. Che ha grande successo, detto di persone o cose molto ricercate
e apprezzate.
2 1 3
5 6
Reprodução
principio, e non da un momento qualsiasi verso la metà o la
fine come mi capitava di solito quando raggiungevo il cinema a
metà pomeriggio o verso sera.
L’entrare a film cominciato corrispondeva del resto all’uso
barbaramente generalizzato degli spettatori italiani, e che
tuttora vige. Possiamo dire che già a quei tempi precorrevamo le
tecniche narrative più sofisticate del cinema d’oggi, spezzando
il filo temporale della storia e trasformandola in un puzzle da
ricomporre pezzo a pezzo o da accettare nella forma di corpo
frammentario. Per continuare a consolarci, dirò che assistere
all’inizio del film dopo che se ne conosceva la fine dava
soddisfazioni supplementari: scoprire non lo scioglimento dei
misteri e dei drammi ma la loro genesi; e un confuso senso di
preveggenza di fronte ai personaggi. Confuso: come appunto dev’essere quello dei divinatori,
perché la ricostruzione della trama smozzicata non era sempre agevole, e meno che mai se si
trattava d’un film poliziesco, dove l’identificazione dell’assassino prima e del delitto poi lasciava
in mezzo una zona di mistero ancor più tenebrosa. Per di più alle volte tra il principio e la fine
restava un pezzo perduto, perché improvvisamente guardando l’orologio m’accorgevo d’aver fatto
tardi e se non volevo incorrere nelle ire familiari dovevo scappar via prima che sullo schermo
fosse riapparsa la sequenza durante la quale ero entrato. Così molti film mi sono rimasti con un
buco nel mezzo, e ancor oggi, dopo più di trent’anni, – che dico? – quasi quaranta, quando mi
capita di rivedere uno di quei film d’allora – alla televisione, per esempio -, riconosco il momento
in cui ero entrato nel cinema, le scene che avevo visto senza capirle, recupero gli spezzoni perduti,
rimetto insieme il puzzle come l’avessi lasciato incompiuto il giorno prima.
Calvino I., La strada di San Giovanni, Oscar Mondadori, Verona, 2007, pp. 31-33
Andare al cinema all’epoca raccontata da Calvino (tra il 1936 e la guerra) è simile ad oggi? Quali sono le
somiglianze e le differenze che trovi?
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Avventura Commedia
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Dramma Fantascienza
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Thriller Horror
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“La vita, [per Totò], fu puro teatro, come lo è per tanti di noi. I suoi compagni di lavoro, sul set cinematografico,
dovevano compiere sforzi crudeli per non ridere di fronte alla sua favolosa, inverosimile capacità di
improvvisazione, in un’arte che atomizza e falsifica perfino una scena d’amore. (…). La sua recitazione si
adattava a qualunque scenario: dal San Carlino al Madison Square Garden (…). Totò non è ‘solo’ un attore
immenso ma è anche la figura forse più conosciuta e, per certi versi, insostituibile dell’Italia contemporanea
e, con ogni probabilità, vivrà finché sarà viva la tradizione culturale e sociale che l’ha generata. Totò è stato
attore e personaggio, maschera e uomo comune, principe (nella vita e nella scena) e miserabile (nella vita e
nella scena). Totò ha accompagnato l’Italia provinciale e contadina sulla strada di una difficile e accidentata
modernizzazione. Totò è il personaggio che tutti conoscono ma, allo stesso tempo, qualcosa di misterioso e
indefinibile, una categoria dello spirito.”
Il testo sopra serve a farti capire la grandezza di Totò. Volendo rendere un omaggio a quest’uomo talmente
straordinario, abbiamo preparato per te un breve riassunto della sua vita, anch’essa eccezionale e vissuta
intensamente sia nel campo personale che professionale.
Totò e i numeri
napolifans.it
Antonio De Curtis, decisamente più conosciuto come Totò e
soprannominato “il principe della risata” è nato a Napoli il 15 febbraio
1898. La madre, Anna Clemente, lo ha registrato all’anagrafe come
Antonio Clemente e solo quando Totò aveva una ventina d’anni il
marchese Giuseppe De Curtis l’ha sposata e ha riconosciuto Totò
come suo figlio. Nel 1933 il marchese Francesco Maria Gagliardi ha
adottato Antonio trasmettendogli i suoi titoli nobiliari. Solo a partire
dal 1946 il tribunale di Napoli gli ha riconosciuto il diritto a fregiarsi
dei nomi e dei titoli di: Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno
Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte
palatino, cavaliere del sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca
di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di
Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte
di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo.
Essendo napoletano conosceva bene la Tombola della smorfia, era superstizioso e dunque i numeri
nella sua vita erano importanti. Un suo film si chiama “47 il morto che parla” mentre in un altro ha
coniato la frase emblematica “Che bel 16!” al vedere una donna con un bel sedere. C’è chi dica che lui non
girava mai i giorni 13 e 17 del mese e né i martedì e i venerdì.
La sua carriera ha dei numeri incredibili: è cominciata a teatro in cui ha portato in scena, dal 1928
al 1957, circa 40 spettacoli tra commedie e rappresentazioni di avanspettacolo (fino al 1939), oltre a 12
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figlia Liliana, nome scelto in omaggio ad una sua amante che si era
suicidata, e un figlio morto subito dopo la nascita.
Ha composto delle canzoni: nel 1951 ha scritto una delle canzoni
d’amore più belle di tutti i tempi, “Malafemmena” e nel 1954, un suo
brano musicale, “Con te”, dedicato a Franca Faldini (la sua compagna
negli ultimi 15 anni di vita) è stato presentato al Festival di Sanremo,
classificandosi al 9º posto nella graduatoria finale.
Ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo ’A livella che l’ha
consacrato in tutto il mondo in questo ambito.
Totò, per tutta la sua vita, ha compiuto molteplici gesti d’altruismo,
che includevano sostegno e offerte di viveri ai più bisognosi. Con
l’avanzare dell’età si è dedicato sempre più spesso a numerose opere di beneficenza: aiutando ospizi
e brefotrofi*, donando grandi somme alle associazioni che si occupavano degli ex carcerati e delle
famiglie degli stessi. Oltre a ciò, in merito al suo amore
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* Brefotrofio: istituto che accoglie, alleva e assiste i bambini abbandonati o in pericolo di abbandono (Treccani)
Testo liberamento adattato da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2
https://www.informagiovani-italia.com/toto.htm
https://biografieonline.it/biografia-toto
Il testo sopra lo puoi sfruttare in due modi. Se lo leggi autonomamente, basta rispondere alle domande. Se
appartieni a un gruppo classe l’insegnante vi dividerà in squadre e sfiderà la vostra memoria. Vincerà chi avrà
la miglior memoria e… la miglior padronanza del “ne partitivo”!
Modalità individuale: Dopo aver letto il testo rispondi alle domande. Attenzione! Usa il “ne partitivo” nelle
risposte. Segui l’esempio:
a) Quante mogli ha avuto Totò? Ne ha avuta una.
b) Quanti cani c’erano al canile mantenuto da Totò?
c) Quanti film ha girato in totale?
d) Quante settimane ci volevano a Totò per girare un film?
e) Quanti pappagalli aveva?
f) Quante canzoni ha composto?
g) Quanti spettacoli ha portato in scena?
h) Quanti nomi aveva (tra prenomi e cognomi)?
i) Quanti figli ha avuto?
l) Quante lire ha speso in totale per la manutenzione del canile?
m) Quanti film ha fatto tra il 1953 e il 1955?
n) Quante raccolte di poesie ha pubblicato?
o) Quante avventure amorose ha avuto?
p) Quanti anni aveva quando è morto?
q) Quanti spettacoli di teatro di “grande rivista” ha realizzato?
r) Quanti soldi ha donato agli ospizi, brefotrofi, associazioni di ex-carcerati, ecc?
s) Quanti titoli nobiliari aveva?
t) Quanti film ha fatto negli ultimi dieci anni di vita dopo essere diventato praticamente cieco?
Modalità “gara tra squadre”: l’insegnante vi darà tutte le indicazioni per svolgere la gara, per calcolare il
punteggio e tutto l’occorrente per giocare.
roma.com
Nel corso dei suoi 80 anni di storia,
oltre 3.000 film hanno preso vita a
Cinecittà e ben 51 pellicole hanno vinto
l’Oscar. Quando gli chiesero quale fosse la
città in cui avrebbe preferito vivere, Fellini
rispose: “Cinecittà”. La città dei sogni di
Fellini è composta da 19 teatri di posa, 400
fra camerini, uffici, sale trucco e magazzini
e un ampio backlot* di oltre 100.000 m2,
essendo parzialmente visitabile dal
2011. Il progetto “Cinecittà si Mostra” è
un’iniziativa culturale che valorizza il patrimonio storico e architettonico degli Studi di Cinecittà, consentendo al
pubblico di visitare i set e i percorsi espositivi (testo liberamente adattato da: https://cinecittastudios.it/)
*Backlot è un’area adiacente a uno studio cinematografico in cui vengono costruiti edifici permanenti o temporanei per creare i set per le
scene all’aperto.
Accedendo al link https://cinecittasimostra.it/ vedrai che Cinecittà ci offre varie cose da scoprire. Esplora il
sito e rispondi alle domande:
a) In quanti percorsi si divide la mostra?
b) Quali sono i set permanenti che si possono visitare?
c) La visita è suddivisa in quante parti?
d) Quanto tempo ci vuole per visitare tutto?
e) La visita si può fare autonomamente?
f) Quando si può visitare Cinecittà?
g) A che ora chiude la biglietteria?
h) Bisogna prenotare la visita?
i) Quanto costa il biglietto intero?
l) Chi paga il biglietto ridotto e quanto costa?
m) Per chi invece la visita è gratuita?
n) Cosa include il “biglietto congiunto” che costa 20 euro?
…Nacque… (Nascere) a Roma nel 1928. .………………... (Cominciare) gli studi di musica a 10 anni imparando a
suonare lo strumento suonato dal padre, la tromba. Subito dopo …………………. (dedicarsi) allo studio di armonia
complementare passando subito all’armonia principale compiendo un percorso di 4 anni in 6 mesi di studio. Nel
1956 …………………. (sposare) Maria Travia ed …………………. (avere) 4 figli: Marco, Alessandra, Andrea (musicista) e
Giovanni (regista e sceneggiatore). Nel 1958 …………………… (venire) assunto dalla Rai come assistente musicale
ma …………………… (licenziarsi) il giorno stesso. Nel 1961 ………………………
tvnumeriuno.it
(esordire) la sua prima colonna sonora fatta per il film “Il federale” di Luciano
Salce. Il suo primo lavoro sicuro ……………………. (essere) nel 1964 per la RCA
che all’epoca stava per fallire. Poi, nello stesso anno, …………………. (dare) inizio
a una lunga e proficua collaborazione con Sergio Leone, un suo ex compagno
alle elementari, da cui ……………………… (nascere) le colonne sonore per i film
western “Per un pugno di dollari” (1964), “Per qualche dollaro in più” (1965),
“Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), “C’era una volta il West” (1968) e “Giù la
testa” (1971).
In tutta la sua carriera ………………….. (musicare) oltre 400 film lavorando
con molti registi italiani (Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuseppe
Tornatore) ed internazionali (Brian De Palma, Roman Polansky, Warren Beatty,
Oliver Stone, Pedro Almodovar, ecc). Fra i suoi film più noti ricordiamo “Sacco & Vanzetti”, “Cinema Paradiso”,
“La leggenda del Pianista sull’Oceano”, “Malena”, “The untouchables”, “C’era
imdb.com
imdb.com
imdb.com
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“Il medico e lo stregone” (1957) “Un borghese piccolo piccolo” (1977)
“I soliti ignoti” (1958) “Il male oscuro” (1990)
“La ragazza con la pistola” (1968) “Parenti Serpenti” (1992)
“Toh, è morta la nonna” (1969) “Cari fottutissimi amici” (1994)
“La mortadella” (1971) “Panni sporchi” (1999)
Attenzione! Ricordatevi che Monicelli è un regista noto per le commedie: pensate dunque a una storia
divertente, che faccia ridere, e così potrete vincere la gara che si svolgerà tra i gruppi. I vincitori saranno quelli
che avranno creato la storia più comica!
Attenzione! È importante che scegliate dei film più noti per essere praticamente sicuri che i vostri compagni li
abbiano visti o ne abbiano almeno sentito parlare perché altrimenti sarà molto difficile che indovinino e il gioco non
funzionerà. Non necessariamente i film dovranno essere italiani. Ciò che conta qui è la comunicazione e il gioco!
Reprodução
Fai una ricerca su un film italiano che ti piace e completane la scheda:
Titolo:
Anno di produzione:
Genere:
Durata:
Regista:
Cast principale:
Sceneggiatura:
In piccoli gruppi (o a coppie) mettetevi d’accordo su quale film andare a vedere. Siete a Firenze e dunque
dovete consultare la programmazione dei cinema di lì. Vi consigliamo di andare su uno di questi due siti: http://
www.odeonfirenze.com/programma/calendario/ e https://www.comingsoon.it/cinema/firenze/uci-cinemas-
firenze/4241/. Il primo è del cinema Odeon, uno dei più antichi a Firenze, il quale è ubicato nel centro storico
e ha solo una sala. Invece, il secondo è il sito del Cinema UCI Firenze che dispone di 11 sale in cui in media vi
sono 252 posti a sedere.
Innanzitutto, valutate quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi di andare in un cinema più piccolo e
tradizionale e quali sono invece quelli di andare in un multisala. La prima cosa che dovete definire è questa:
dove andare. Una volta deciso ciò, consultate il sito, guardate i film che danno, gli orari, i giorni e decidete come
organizzarvi (se vi troverete direttamente lì, se ci andrete a piedi o in macchina, se prenderete un caffè prima
o dopo, ecc.).
sailko| Wikimedia Commons
universalmovies.it
set – trama – comparsa – incasso – cast – copione – colonna sonora – titolo di coda
doppiaggio – cameo – botteghino – recensione – sottotitolo – locandina – trailer – ruolo
a) Il ……cast……. del film “Matrimonio all’italiana” è fantastico: Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Aldo Puglisi.
b) L’attore ha fatto di testa sua e non ha seguito il ……………………… del film.
c) Ci piace leggere le ………………………. cinematografiche per scegliere quali film andare a vedere.
d) Preferisci comprare i biglietti su internet o fare la fila al ……………………………?
e) Era stato così bravo che da semplice ……………………… è passato già nel suo film successivo a un ……………………….
da protagonista.
f) La ………………………………… di questo film è meravigliosa, tutte le canzoni sono bellissime.
g) Preferisco vedere i film nella loro versione originale con i ………………………………. .
h) La ……………………… di questo giallo è talmente intricata che sarà impossibile scoprire l’assassino.
i) Mio marito è davvero un cinefilo, quando il film finisce resta seduto a vedere i ……………………………. .
l) Vedere un film al cinema mi risulta spesso fastidioso perché prima di ogni film danno troppi ……………………… .
m) Giuseppe Tornatore si ritaglia un ………………… nel finale di Nuovo Cinema Paradiso perché è lui il proiezionista
a cui Totò affida la bobina con i baci “censurati” lasciatagli da Alfredo. Per quel ruolo, Tornatore voleva in realtà
il grande Federico Fellini, ma il regista rifiutò.
m) Le prossime riprese per il film saranno alle Maldive, che ………………… paradisiaco!
n) Le …………………………. dei film antichi mi piacciono molto perché erano vere opere d’arte!
o) “Titanic” è stato uno dei film con maggiore ………………………….. nella storia del cinema.
p) Mi fa un certo effetto sentire il ………………………….. dei nostri attori all’estero.
Lo sapevi?
I film in Italia sono in genere doppiati e i doppiatori italiani sono tra i più bravi al mondo.
Modalità 1 – Discussione in piccoli gruppi: con l’aiuto di un dado e una pedina confrontate gli argomenti
delle caselle sulla scacchiera (pagina seguente). Lanciate il dado per indicare la casella su cui va la pedina e
discutete a riguardo mettendo a confronto le due possibilità. Oltre a fare dei paragoni direte anche cosa ne
pensate, quale vi piace di più e perché, ecc.
Modalità 2 – Gioco di squadra: l’insegnante divide la classe in piccoli gruppi di 2 o 3 studenti al massimo.
A turno, le squadre lanciano il dado e muovendo sempre la stessa pedina sulla “scacchiera” (pagina seguente)
arrivano su una casella che mette a confronto due persone o cose. Le squadre lavoreranno in contemporanea
e avranno 2 minuti per scrivere il maggior numero possibile di frasi che confrontino i due item. Dopo i 2 minuti,
ogni squadra legge le frasi che ha fatto, se necessario il gruppo classe le corregge e poi si decide insieme quali
paragoni contano (per evitare che si facciano paragoni assurdi solo per rivendicare un maggior numero di frasi
composte). In quel turno vince un punto il gruppo che avrà fatto più paragoni considerati validi. Si gioca finché
si vuole oppure si stabilisce un criterio per finire il gioco, come ad esempio aver diritto a 2, 3 o 4 turni per ogni
squadra, ma ovviamente dipenderà dal numero di squadre in classe. Vince chi avrà accumulato più punti.
Attenzione! Ricordiamo che confrontare vuol dire analizzare due cose sia dal punto di vista di ciò che
le differenzia che da quello che le accomuna. Per aver chiaro in mente quello che dovete fare ti daremo un
esempio: se la pedina giunge sulla casella “Doppiaggio/ Sottotitolaggio” alcune delle frasi che potrebbero
essere create sono: “I film doppiati in Italia sono comunissimi”; “In TV la maggior parte dei film sono doppiati”; “Ci
piacciono di più i film sottotitolati”; “I film per i bambini devono essere doppiati”; “Il doppiaggio italiano è ritenuto uno
dei migliori al mondo”; “Nel nostro Paese la maggior parte dei film per adulti hanno i sottotitoli”; “Ci piacciono sia i
film doppiati che quelli sottotitolati”; “Doppiare è più complesso che sottotitolare”; ecc.
Nel caso dell’esempio appena dato è difficile trovare cose in comune, ma questo è solo un modo per spiegare
come confrontare tante altre cose, ad esempio Monica Bellucci e Giovanna Mezzogiorno, due attrici a proposito
delle quali si può dire: “Entrambe sono belle”, “Monica Bellucci è bella tanto quanto Giovanna Mezzogiorno”,
“Tutte e due sono bravissime”, “Giovanna Mezzogiorno è più giovane di Monica Bellucci”, ecc.
Attenzione! Sottolineiamo che il paragone non riguarda le parole in sé ma le idee che contengono, quindi
con “doppiaggio” ci si riferisce anche ai film doppiati, ad esempio. Quando si confronta Fellini e Vittorio De
Sica, oltre alle persone si può far riferimento anche ai loro film, ecc. Se secondo voi il confronto è soggettivo,
potete esprimerlo attraverso delle frasi al congiuntivo: “Crediamo che Fellini abbia vinto lo stesso numero di
Oscar di De Sica”.
Supplemento di Attività
comprare il
Film
biglietto online
o
o
sceneggiati
al botteghino
Paragoni cinematografici
― 84 ―
Cinema
tradizionale fare l’attore
o o
multisala fare il regista
Marcello
Western
Mastroianni
o
o
Giallo
Riccardo Scamarcio
6. In cinematografia o nella tecnica televisiva, titoli sovrimpressi sul 5. Colui che assiste a uno spettacolo.
margine inferiore dello schermo. 6. Sinonimo di riassunto, sommario.
7. Riscossione, il totale del denaro incassato da un film. 7. Testo definitivo di un film o di un programma televisivo, corredato
8. Ruolo secondario affidato a un attore di grande prestigio che, con la delle note necessarie alla sua realizzazione.
sua bravura, gli conferisce un particolare pregio artistico.
1 2 3
1 4
*
5 6
2 7
2°) Dopo aver studiato la grammatica il ragazzo va dalla ragazza e le fa vedere dei cartelloni in cui c’è scritto:
4°) Mentre lui mostra i cartelloni il coro elenca i nomi dei 4 tempi del Congiuntivo che sono:
1. …..………………………………. (che io sia / abbia)
2. …………………………………… (che io fossi / avessi)
3. …………………………………… (che io sia stato / abbia avuto)
4. …………………………………… (che io fossi stato / avessi avuto)
5°) Sei pronto/a a correggere il biglietto d’amore che ha causato la rottura tra i due innamorati? Provaci: “Se io
starei con te sarei felice”.
Ti è piaciuta la canzone? Attenzione! Siccome i gusti personali sono molto soggettivi, esprimi il tuo parere
usando un congiuntivo:
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………...…………………………………………………………………………………………. .
.it
uotidiano
st.ilfattoq
foto.cambiaste.com
Attività 6.15. Role-play
A e B sono clienti nel ristorante in cui lavora C che è il
cameriere. A e B arrivano al ristorante, chiedono al cameriere
ME
RISTORANTE
ANTIPASTI
IL CARCI OFISS IMO (4 COTTU
TAGLI ERE DI SALUM I E
RE DEL CARCI OFO)
NU
FORM AGGI
TRIS DI BRUSC HETTE
un suggerimento su cosa scegliere dal menù e poi discutono su CARPA CCIO DI MANZ O
BRESA OLA CON RUGH ETTA
E PARM IGIAN O
cosa ordinare (antipasto, primo e/o secondo piatto). Uno dei PROSC IUTTO CRUD O DI
PARM A E MELO NE
C proverà a risolverlo.
FETTU CCINE ALL'AL FREDO
SPAGH ETTI ALLE VONG
OLE
LASAG NE CON CARCI OFI
O VERDU RE DI STAGI ONE
BUCAT INI ALL'AM ATRIC
IANA
SPAGH ETTI ALLA CARBO
NARA
VERM ICELL I CACIO E PEPE
SECONDI PIATTI
FILET TO DI MANZ O ALLA
GRIGL IA
SALTI MBOC CA ALLA ROMA
NA CON PATAT E
COTO LETTA PANAT A CON
POMO DORI FRESC HI
MELAN ZANE ALLA PARM
IGIAN A
BACCA LÀ ALLA GRIGL IA
ORATA AL FORNO CON
PATAT E
CONTORNI
ZUCC HINE FRITT E
FIORI DI ZUCC A
PATA TE AL FORN O
INSALATE
RUST ICA (FAGI OLI, TONN
O, CIPOL LA E POMO DORO
INSAL ATA MISTA (CARO )
TE, POMO DORI , LATTU GA)
RUGH ETTA , PARM IGIAN
O E POMO DORI PACH INO
Reprodução
Attività 7.1. Lessico dei giornali
Le parole che si riferiscono all’ambito della stampa sono molto specifiche, però siccome fanno parte
della nostra vita quotidiana crediamo che sia importante fartele conoscere. In questo esercizio
vedremo com’è organizzato in genere un giornale e la nomenclatura utilizzata in questo ambito.
Completa il testo con le parole del riquadro seguendo il modello:
I giornali sono anche detti ……………………… per indicare che la loro …..tiratura….è giornaliera e non settimanale
o mensile come alcune pubblicazioni in passato chiamate anche “giornali”. Attualmente la maggior parte dei
quotidiani ha il formato …………….…… a sette colonne o berlinese a sei colonne, e dunque più piccoli di quelli
tradizionali che ne avevano nove.
Ogni …………………….. riporta i più svariati fatti di cronaca però alcuni sono curiosamente contraddistinti da
colori: la cronaca ……………..…. riguarda gli avvenimenti politici e amministrativi cittadini, la cronaca ………….……
si occupa dei fatti di sangue, disgrazie e delitti mentre la cronaca ……………….. racconta gli scandali e le abitudini
mondane dei personaggi famosi riportate sulle apposite riviste, chiamate genericamente anche …………….….. .
Gli articoli, anche detti ……………..…., possono essere di vari tipi: 1. il ………………… è una notizia corredata di
approfondimenti e analisi intorno all’informazione centrale; 2. il …………………. consiste invece in un articolo lungo
che analizza un fatto o una situazione senza la pretesa di riportare un’informazione nuova, quanto piuttosto di
raccogliere dati per raccontare in modo ampio e dettagliato un contesto generale; 3. l’…………….…….. è una vera
e propria indagine; 4. l’…………….…… è l’articolo in cui il giornalista fa domande a un interlocutore. Se una notizia
viene data in modo brevissimo viene detta “……………………”.
La pagina culturale che oggigiorno si trova generalmente sulla pagina centrale era originariamente collocata
sulla ………………………….…. e per questo motivo tale locuzione sta ancora a indicare la sezione culturale del
quotidiano. E poi all’interno di un giornale troviamo svariate foto accompagnate da …………………….., …………………..
(disegni, integrati per lo più da un breve testo, che esprimono una battuta di spirito, ironica, sarcastica o satirica)
e varie ……………….…. che hanno un titolo che le caratterizza, vengono pubblicate a intervalli regolari e sono
affidate a giornalisti o personalità di spicco.
Fonti consultate:
http://www.scudit.net/mdstampastruttura.htm
http://www.savignanoscuole.it/attachments/article/682/La.struttura.di.un.quotidiano.pdf
http://alunni.iclercarafriddi.it/jml/attachments/article/424/Il%20lessico%20del%20Giornalista.pdf
Reprodução | Positzie.it
Non dovrai leggerle tutte, ne sceglierai soltanto una visto che quest’attività propone un lavoro collaborativo
in classe. Per evitare che tutti leggano la stessa notizia, ogni studente ne selezionerà una e comunicherà la
scelta all’insegnante. Nella fase successiva, ciascuno studente accederà col suo telefonino al portale (https://
www.positizie.it/), leggerà da solo/a la notizia previamente scelta e poi, nel caso in cui più di uno studente
avesse letto la stessa notizia, i pari si riuniranno per scambiare idee su quello che hanno capito e la loro
opinione a riguardo. Successivamente, in una terza fase si riuniranno nei gruppi misti in cui ognuno avrà letto
una notizia diversa e si racconteranno a vicenda i fatti.
Attenzione! Su questo portale c’è anche un podcast con delle tracce di cinque minuti contenenti la lettura
delle notizie. Un modo perfetto per praticare la comprensione scritta e aggiornarsi sulla cronaca bella!
Reprodução
Il testo sotto, come già riferito nel libro di classe, è un testo dello scrittore per ragazzi
Gianni Rodari in cui si lavora sui falsi alterati. Leggilo ed evidenziali.
Il matto
Marco e Mirko, i gemelli terribili, non hanno il minimo rispetto per i nomi alterati.
Ieri, per compito, essi dovevano trovare per l’appunto certi accrescitivi,
diminutivi, vezzeggiativi eccetera.
– Come chiamereste con una parola sola un cane molto grosso? – domandava
gentilmente la grammatica.
– Un cannone! – ha risposto Marco.
E Mirko ha fatto eco: – Bum!
– Un monte assai alto?
– Un montone.
– Un tacco piccolo e sottile?
– Un tacchino. Glú, glú, glú!
– Una torre robusta e imponente?
– Un torrone.
Così sono andati avanti per un pezzo, facendo scempio dei poveri nomi. Una brutta foca, per colpa
loro, è diventata una focaccia pronta per essere mangiata. Un baro è stato nominato barone.
– Un tipo matto e grande, grosso e sempre allegro? – domandava con pazienza la grammatica.
– Un mattone! – hanno risposto a una voce i due gemelli.
Ma scherzare con i matti è pericoloso. A questo punto, infatti, si è affacciato nella stanza, dalla finestra
aperta, un matto armato da un mattone, e senza dire né uno né due lo ha tirato in testa a Marco. Poi ha
scavalcato la finestra, è entrato, ha raccolto il mattone, è uscito, si è affacciato di nuovo e ha tirato il mattone
in testa a Mirko. Poi è entrato di nuovo ha raccolto il mattone, lo ha fatto a pezzettini e lo ha mangiato.
Si domanda: quanto ha speso in cerotti la mamma per medicare Marco e Mirko?
Tratto da:
Gianni Rodari, Storie di Marco e Mirko, “Il matto” (pp. 86-88), 2012, Einaudi Ragazzi, Trieste.
BlindGoofy | Wikimedia Commons
italians.com
1. 2. 3. 4.
Kurt Kaiser | Wikimedia Commons
Joannes Paulus |
Wikimedia Commons
Rodrigo Padula |
Wikimedia Commons
Frank Schulenburg |
Wikimedia Commons
1. 2. 3. 4.
Ho conosciuto un tale
un tale di Ragusa
che ad ogni errore
trovava una scusa
Siete pronti? Il gruppo classe è diviso in tre gruppi (A, B e C). Ogni gruppo riceverà quattro parole (tabella
sotto) che sembrano nomi alterati ma non lo sono, sono invece tutti nomi di città o regioni italiane. Ciascun
gruppo dovrà creare tre filastrocche e dunque potrà eliminare una parola.
bottegadinazareth.com
Il fascismo proponeva un modello, reazionario e
monumentale, che però restava lettera morta. Le
varie culture particolari (contadine, sottoproletarie,
operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi
ai loro antichi modelli: la repressione si limitava
ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al
contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro,
è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono
rinnegati. L’abiura1 è compiuta. (…) Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due
rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione
del sistema d’informazioni. Le strade, la motorizzazione ecc. hanno oramai strettamente unito la
periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni
è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero
Paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di
omologazione2 distruttrice di ogni autenticità e concretezza. (…)
Non c’è infatti niente di religioso nel modello del Giovane Uomo e della Giovane Donna proposti
e imposti dalla televisione. Essi sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di
consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina). Gli italiani hanno accettato con
entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione
creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado
di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a
realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica
sono ormai stati d’animo collettivi. (…) I ragazzi sottoproletari3 – umiliati – cancellano nella loro carta
d’identità il termine del loro mestiere, per sostituirlo con la qualifica di “studente”. Naturalmente, da
quando hanno cominciato a vergognarsi della loro ignoranza, hanno cominciato anche a disprezzare la
cultura (caratteristica piccolo borghese, che essi hanno subito acquisito per mimesi4). Nel tempo stesso,
il ragazzo piccolo borghese, nell’adeguarsi al modello “televisivo” – che, essendo la sua stessa classe a
creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale – diviene stranamente rozzo e infelice. Se i sottoproletari
si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di
Ora, in piccoli gruppi, discutete sulle due ultime domande e poi scrivete un breve testo riportando la vostra
opinione a riguardo.
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
.....…………………………………………………………………………..................…………………………………………………………………………. .
Ormai non possiamo fare a meno dei social, vero? Alcuni li usano di più, altri di meno, ciascuno a modo suo
però tutti li adoperano per stare in contatto con la gente, informarsi sui fatti, fare acquisti, ecc. E tu, come li usi?
A cosa servono le reti sociali secondo te?
Ormai tutti sanno che i social sono uno strumento di comunicazione molto potente: Facebook, Twitter,
Instagram, WhatsApp, chi più ne ha più ne metta! I social media sono considerati dei veri e propri organismi
vivi. Miliardi sono le persone che trascorrono all’incirca un’ora e mezza della loro giornata sulle reti (https://
www.speakinitaly.com/teens/blog/come-i-social-media-cambiano-il-linguaggio). A questo punto il mutamento
linguistico è inevitabile e un esempio è l’uso dilagante dei neologismi. Osserva la frase:
Oggi la terminologia dei social media è entrata a far parte del nostro modo di comunicare tanto da creare
un vero e proprio linguaggio a parte e dunque bisogna lavorare su questo vocabolario per tenersi al passo coi
tempi. Per farlo in modo divertente ti proponiamo un caccia alla parola. Trova le seguenti parole nella griglia:
C R U Z I H F A B P O S T W L S E B L O
D A C C O U N T E I R D T I M E L I N E
W E S G T T A H X U I R R N V L A O K S
E C G A V N D V M L P A T S I G Q Z U R
E I G M S E H I L C O M M E N T O I T E
N T N V E P A R P O C Z Z R L O S G A W
O K I F V B X A I N T T O Z I M P S V O
I E G N L I F L H D N A B I N F O M N L
Z S S D A U M E P I W C H O T A E K I L
A R B M E M E L A V C F Z N U X L A N O
Z F G H K V L N Z I W E S E L F I E R F
Z T Y U I O P D C D S A P F G C V B E S
I G E L A L L Z E E H P C R B A X I D O
R S R B N P A B L R R Q L K O F M A C I
O D A R Z A N B S E A M E K S F H U O P
S C G P D G V S A V N E L O Z L I X L G
N I G C P I D H A S H T A G C M G L A V
O B A F N N V E L W Z A D U G P B W O M
P T T E V A X I S S O Q U C V F A K L I
S A H Z Z U T N O T I F I C H E B C D E
Ora in piccoli gruppi fate delle frasi riguardanti i social utilizzando gli INDEFINITI: ogni, qualche, qualunque,
qualsiasi, niente o nulla, chiunque, qualcuno(a), ognuno(a), uno(a), qualcosa, alcuni(e), tale(i), ciascuno (e le sue
varianti) e nessuno (e le sue varianti).
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
Eccoti dieci fra i più amati programmi televisivi in Italia. Leggi i testi completandoli con le parole presenti nei
riquadri. Attenzione a fare l’accordo di numero qualora fosse necessario!
Reprodução
Lascia o raddoppia?
Reprodução
film – televisione – video – satira – linguaggio
Reprodução
Amici
Reprodução
Reprodução
Portobello
Reprodução
dal 29 luglio 2002 su Rai 1 in fascia preserale. Ideato
da Amadeus e Stefano Santucci partendo dal format
argentino “El legado” ha sempre riscosso un grande
successo e, con oltre 4300 puntate, è il quiz più longevo
della televisione italiana. Durante ogni appuntamento,
si sfidano sette concorrenti in alcune prove di cultura
generale. Il quiz è composto da vari tipi di domande a
seconda della fase della gara. Sotto te ne diamo alcuni
esempi, vuoi metterti alla prova?
ESEMPIO 1:
Le QUATTRO opzioni a disposizione in questo caso indicano quattro date, il concorrente deve riconoscere in
quale anno è avvenuto un certo evento:
1945 – 1964 – 1980 – 1995
Le domande per i concorrenti:
1° concorrente: esce al cinema Mary Poppins
2° concorrente: gli alleati restituiscono 23 tonnellate d’oro rubate dai nazisti
3° concorrente: si costituisce la coalizione politica dell’Ulivo
4° concorrente: Umberto Eco pubblica Il nome della rosa
5° concorrente: si aprono i Giochi della XXII Olimpiade
ESEMPIO 3:
DI COSA SI PARLA? (“CHI, COSA O DOVE”)
Domande per completare la griglia di “parole-indizio”:
In marina, come si chiama chi è addetto ai lavori più umili?
Come si chiama il copricapo attaccato alla felpa?
Nel calcio, dove si mette la fascia da capitano?
Nelle e-mail, cosa si può trovare “di Sant’Antonio”?
Quando si passa dal clima freddo al caldo, nell’armadio cosa si fa “di stagione”?
Cosa sono le stanghette che i bambini disegnano intorno al sole?
Cosa fa il pavone quando apre la coda a semicerchio?
ESEMPIO 4: IL BIVIO
Si deve trovare un legame tra due parole. Il collegamento può essere indicativo di un titolo o testo di canzone,
di film, di romanzo o di qualsiasi altra opera artistica, incluso il suo autore; o ancora, riferirsi a una locuzione,
un proverbio, un modo di dire, un personaggio, a connotazioni geografiche, opposti, ecc.
a) Sapore Mare
b) David Michelangelo
c) Promessi Sposi
d) Bocca Lupo
e) Renato Zero
f) Isola Vulcano
g) Acqua Vino
ESEMPIO 5:
Per ciascuna definizione viene fornita la lettera iniziale e il numero di lettere che compongono la risposta corretta.
a) Insieme a qualcuno: parola di tre lettere che inizia per C
b) Il migliore amico dell’uomo: parola di 4 lettere che inizia per C
c) Sparge zizzania: parola di 10 lettere che inizia per M
d) La voce del gatto: parola di 8 lettere che inizia per M
e) C’è nella prigione: parola di 5 lettere che inizia per C
Attenzione! Non preoccuparti se alcune domande sono state molto difficili per te. È normale perché il quiz è
pensato per un pubblico di madrelingua italiana inserito nel contesto italiano.
Ora tocca a voi! Vi sfidiamo a continuare la gara preparando le domande a cui rispondere. L’insegnante vi
dividerà in gruppi e ogni gruppo dovrà prima elaborare le domande per sfidare l’altro gruppo. A voi decidere: 1.
La tipologia delle domande; 2. Se saranno di un solo tipo o di vari (date, personaggio, bivio, ecc.) e 3. La quantità
di domande che comporranno il quiz.
1 1
2 3 4
4 5
16. Pastello n) Tipo di quadro che si concentra sulla rappresentazione del volto di una persona.
o) Supporto di solito a tre piedi che serve a sostenere la tela.
p) Strumento usato per dipingere; una volta era solitamente formato da peli di origine
animale.
q) Cilindretto formato da un impasto di pigmenti colorati, usato per disegnare e
dipingere; si dice anche del dipinto eseguito con questa tecnica; le tonalità di colore
chiare e tenui.
r) Tecnica di disegno per rappresentare in piano le tre dimensioni dello spazio.
italipes.com
Nel 2000, sulla stampa periodica e quotidiana, appare la pubblicità di una macchina per il caffè del
marchio Lavazza, curata da Armando Testa. Si tratta di un vero e proprio calco figurativo del quadro più
famoso di Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (olio su tela, 1898-1901), solo che i protagonisti – braccianti
e operai – sono sostituiti da una schiera di ‘colletti bianchi’ in giacca e cravatta o tailleur, e la donna
in primo piano non tiene tra le braccia un bambino ma l’apparecchio per il caffè reclamizzato. Anche
la gamma cromatica è simile, giocata sul predominio di tonalità ocra, brune e rosate che, nella foto
pubblicitaria, sono ravvivate da una più incisiva presenza di bianchi e rossi.
Il quadro è considerato “il monumento più alto che il movimento operaio abbia mai potuto vantare in
Italia [...] Non più forze belluine ritratte nel loro scatenarsi ma un sereno avanzare di uomini, di operai,
con le loro donne e i loro figli, veridicamente studiati e ritratti nella loro reale natura, forti di un’idea e
della fraternità che li lega” (Corrado Maltese, Storia dell’arte italiana 1785-1943, Torino 1960, pp. 268-269).
Armando Testa gioca ironicamente con tutto questo. L’headline recita “Tutti hanno diritto a una
buona pausa caffè”, nel payoff si ribadisce che il prodotto reclamizzato è “il tuo ideale compagno di
lavoro” e la lunga body-copy si apre così: “Per avere in ogni ufficio un grande espresso firmato Lavazza
non è necessario fare una rivoluzione”.
Wikimedia Commons
Reprodução
a) Secondo voi, quali idee verranno in mente a un
consumatore della Levi’s guardando l’immagine
accanto?
Wikimedia Commons
L’opera si chiama “Il Parnaso” perché raffigura appunto il monte Parnaso che nella mitologia greca
era la sede delle Muse e del dio Apollo, la loro guida. La figura centrale è dunque Apollo, seduto su
un masso roccioso intento a suonare la lira da braccio e circondato dalle nove Muse. Ai lati accanto al
dio Apollo si trovano Calliope (musa della poesia epica) ed Erato (musa del canto corale e della poesia
amorosa). Sul lato sinistro dell’opera troviamo Talia (musa della commedia), Clio (musa della storia) e
Euterpe (musa della musica), mentre sul lato destro sono raffigurate Polimnia (musa della danza e del
canto sacro), Melpomene (musa della tragedia), Tersicore (musa del canto e della danza) e Urania (musa
dell’astronomia e della geometria). Oltre ad Apollo e le nove muse Raffaello rappresenta nove poeti
antichi e nove moderni, tra i quali è facile individuare Omero (cieco), Virgilio e Dante, Francesco Petrarca,
Boccaccio, Tibullo, l’Ariosto, Orazio, Ovidio e Jacopo Sannazaro, oltre alla poetessa Saffo che tiene in mano un
foglio con sopra scritto il suo nome.
Tratto da: http://www.aletes.it/parnaso-affresco-di-raffaello-sanzio/
Molto bello, vero? Ci auguriamo che l’opera ti abbia incuriosito/a e che dunque sarai felice di approfondire
le tue conoscenze a riguardo. Fai una breve ricerca per rispondere alle seguenti domande:
Ora che hai scoperto tante meraviglie in una sola stanza puoi discutere con i tuoi compagni su quale affresco
sia il più bello.
Andrea Camilleri
Elenco letto da Luca Zingaretti nel corso della puntata del 22 novembre 2010 del programma “Vieni via con me”.
Tratto da: http://www.vigata.org/bibliografia/conculturasimangia.shtml
Questo testo sembra essere molto semplice e di facile interpretazione, però attenzione: è un testo che non
può essere compreso “alla lettera” altrimenti si perde molto del suo senso. Secondo te, qual era l’obiettivo
dell’autore nello scrivere questo testo che tra l’altro si intitola “Con la cultura si mangia”? Le domande sotto
servono a guidare la tua riflessione.
Segnala le frasi che riguardano il messaggio principale del testo e dopo parlane con il gruppo classe:
Al web non è piaciuto il nuovo allestimento della sala 41 degli Uffizi, il tondo Doni sembra una
lavatrice: e gli Uffizi rispondono al web con grande ironia!
Nelle ore successive alla presentazione del nuovo allestimento della Sala 41 della Galleria degli Uffizi
di Firenze, il web si è scatenato proponendo i più svariati fotomontaggi: molti non hanno infatti gradito la
sistemazione del Tondo Doni, capolavoro di Michelangelo, che nel nuovo allestimento è stato inserito in
una struttura aggettante che ne riprende la forma circolare. La nuova “sede” del Tondo Doni è stata quindi
paragonata a una lavatrice, a un oblò, a un bersaglio da tiro con l’arco, al woofer di una cassa e molto altro.
La Galleria e il suo direttore Eike D. Schmidt, tuttavia, hanno preso molto bene la creatività ironica degli
utenti dei social, e con un tweet sull’account ufficiale del museo, il direttore in persona ha aperto una sorta
di “gara” a creare la rivisitazione più fantasiosa della Sala 41: “Considerato il grande successo riscosso dal
nuovo allestimento, il Direttore invita i nostri follower a proporre creative rivisitazioni”.
Ecco di seguito alcuni dei fotomontaggi più assurdi che abbiamo trovato in rete:
Lavatrice Lavatrice e... Venere degli stracci Sotto cassa tutto passa (di Mo(n)stre)
“L’Uomo Vitruviano di Leonardo è la materializzazione di un momento in cui l’arte e la scienza si sono unite
per fare in modo che la mente di un mortale potesse occuparsi di questioni atemporali come chi siamo e in che
modo ci inseriamo nel grande ordine dell’universo. Simboleggia anche un ideale dell’Umanesimo che celebra
la dignità, il valore e l’agente razionale degli esseri umani come individui. All’interno del quadrato e del cerchio
possiamo vedere l’essenza di Leonardo da Vinci e anche la nostra, spoglia e in piedi sull’intersezione tra il
mondano e il cosmico.”
Walter Isaacson in Leonardo da Vinci (Traduzione libera)
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Qual è la storia dietro l’Uomo Vitruviano, uno dei disegni
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Wikimedia Co
più famosi e enigmatici al mondo? È molto antica, comincia
nel I secolo d.C. quando Marco Vitruvio Pollione scrisse un
importantissimo trattato intitolato De architectura. Tra tante
altre cose Vitruvio diceva che un tempio non può essere definito
tale se non ha le tre seguenti caratteristiche: armonia, ordine
e proporzione tra le varie sezioni della struttura. Ma cosa
c’entra questa teoria con l’immagine del corpo umano? Secondo
lo studioso, questi tre elementi devono essere anche presenti
nel corpo umano, cioè l’uomo è “regolato” alla perfezione nelle
sue dimensioni. Leonardo non fu l’unico a provare a dare forma
agli studi di Vitruvio, molti altri lo fecero come ad esempio
Mariano di Jacopo, Francesco di Giorgio, Cesare Cesariano,
Giacomo Andrea da Ferrara. Magari ti starai domandando il
perché di tanto interesse su questo tema. Fin dall’antichità c’è
una teoria che considera l’uomo una sorta di “microcosmo”, cioè
il riflesso di un ordine superiore, un’entità composta da tutto ciò
che lo circonda. Questa interpretazione (che ha alcuni elementi
in comune con la concezione cristiana dell’uomo) dà un nuovo
“volto” alle figure geometriche che si trovano attorno all’uomo
disegnato da Leonardo: il cerchio (simbolo di perfezione) rappresenta il mondo divino mentre il quadrato
rappresenta il mondo degli uomini. E l’uomo dove si inserisce in tutto ciò? Esattamente al centro perché
eravamo nel Rinascimento. L’uomo è il punto di incontro tra le due realtà. Dato il suo ruolo fondamentale, e
per far corrispondere questa definizione ai loro disegni, gli artisti (e gli studiosi) hanno sempre cercato di far
sovrapporre le due figure geometriche.
Ma ora concentriamoci specificamente sul capolavoro di Leonardo: è stato realizzato nel 1490, misura
34 x 24cm e attualmente viene custodito nella Galleria dell’Accademia a Venezia. Nell’Uomo Vitruviano di
Leonardo il cerchio ed il quadrato non sono allineati e ciò sta probabilmente a indicare che il simbolismo in sé
non era così importante per l’artista.
È importante mettere in risalto che Leonardo prende Vitruvio solo come punto di partenza per le sue
riflessioni. Grazie ai suoi studi effettuati direttamente sui cadaveri è in grado di proporre uno schema
proporzionale alternativo a quello classico, dunque l’artista vuole andare oltre e fornire una sua versione, più
“moderna”, di quanto descritto dall’autore latino. Si crede che, con questo disegno, Leonardo abbia voluto solo
fornire una prova per la misura delle proporzioni oppure abbia voluto dire che quest’uomo è il simbolo dell’età
moderna, è il “metro” di misura con cui osservare la realtà e i fenomeni della natura.
Questa è una locuzione latina che modernamente viene interpretata così: per avere sane le facoltà dell’anima,
bisogna aver sane anche quelle del corpo in virtù dell’unità psicofisica.
Nonostante a nessuno piaccia star male o ammalarsi, a volte succede e allora bisogna sapersi comunicare
in tali sgradevoli situazioni. Ti ricordi che Roberto in quest’unità aveva la febbre, diarrea e mal di pancia?
Sicuramente è andato dal medico di famiglia* e ha dovuto spiegare questi sintomi. Ma per comunicare (capire
e farsi capire) in queste situazioni è importante conoscere un vocabolario di base e dunque in questa attività
te lo presentiamo. Le parole in quest’ambito sono davvero tante e quindi abbiamo stabilito un criterio: sotto
troverai i sintomi più comuni e le malattie croniche che uno può avere – o anche quelle pregresse – perché
sono proprio queste le parole che dobbiamo conoscere per farci capire da un medico.
* Medico di famiglia (o medico di base): libero professionista convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (ogni residente in Italia ne ha
diritto ad uno) che fornisce assistenza di primo livello nel proprio studio medico o al domicilio dell’assistito. Cura gli individui conoscendo
il contesto della loro famiglia e comunità. Può prescrivere farmaci, esami o consigliare visite specialistiche.
Lavoreremo con queste parole in un modo divertente e dinamico facendo un gioco a squadre. Il gruppo
classe viene diviso, a seconda del numero di studenti, in due o tre squadre. L’insegnante dividerà le parole in
due o tre mazzi (a seconda del numero di squadre) e assegnerà ad ogni squadra il suo mazzo. Gli studenti di
ogni squadra si siedono in cerchio perché tutti si vedano bene. Uno alla volta si alzerà e prenderà dal mazzo
una parola e, senza pronunciarla, la dovrà mimare o spiegare perché il gruppo la indovini. Vincerà il gruppo che
indovinerà per primo tutte le parole.
Le parti del corpo o gli organi vengono spesso associati a delle abilità, doti o caratteristiche, come ad esempio
il modo di dire “avere fegato” che abbiamo visto nel libro di classe.
Adattato dal libro “Cose d’Italia tra lingua e cultura” di Giovanna Stefancich, Bonacci editore, Roma, 1998.
I modi di dire elencati sopra potranno sembrarti strani, come quando diciamo “avere fegato” per indicare
una persona coraggiosa, vero? L’origine di questa espressione è molto antica: un antico mito greco racconta che
Prometeo decise di rubare il fuoco agli Dei e per questo reato venne legato ad una roccia. Ogni giorno arrivava
un avvoltoio e gli divorava il fegato che a sua volta ricresceva durante la notte. Probabilmente gli antichi greci
già sapevano che il fegato è l’unico organo umano in grado di rigenerarsi e perciò lo hanno associato alle
caratteristiche di caparbietà e forza fisica.
Unisci le parti di frasi in modo che ci sia la giusta concordanza dei tempi e dei modi:
1. La storia dell’arte racconta che… a) … Sant’Anna e la Vergine fossero la rappresentazione delle due madri
2. Sappiamo che… di Leonardo, quella biologica e quella adottiva.
3. Freud credeva che… b) … Raffaello non abbia mai incontrato Leonardo di persona.
4. Si pensa che… c) … solo Leonardo avesse disegnato l’Uomo Vitruviano.
5. Tutti sanno che… d) … la Madonna del Cardellino sia la più famosa Madonna di Raffaello.
6. Avevamo l’impressione che… e) … Leonardo, Botticelli e Perugino furono contemporanei alla bottega
del Verrocchio.
7. Vasari scrisse che…
f) … Michelangelo era una luce accesa sul futuro delle arti.
8. Non si è sicuri…
g) … La Scuola di Atene si trova nelle Stanze di Raffaello nei Musei Vaticani.
9. Si crede che…
h) … su quale artista abbia avuto una maggiore influenza su Raffaello, se
10. Era possibile che…
Michelangelo o Leonardo.
11. I critici d’arte ritengono che…
i) … il Manierismo si originò dal Rinascimento.
12. Siamo sicuri che…
l) … la Gioconda appartiene alla collezione del Louvre.
m) … Raffaello e Michelangelo si odiassero per la rivalità a Roma.
n) … nel Tondo Doni Michelangelo abbia voluto rappresentare la
dicotomia tra il mondo sacro e quello profano.
Il gioco che vi proponiamo ora si basa su alcune delle principali opere rinascimentali e quindi non può
che essere bellissimo! È molto semplice e ci si può giocare a coppie (studenti A e B) oppure in piccoli gruppi.
Lo studente A sceglie una fra le 24 opere sotto senza però dire allo studente B o ai compagni (se giocato in
piccoli gruppi) quale sia. Lo studente B o gli altri studenti a turno fanno una domanda ad A che deve essere
risposta con un SÌ o un NO. Si procede così fino a scoprire l’opera previamente scelta. Le possibilità di domanda
sono tante, come ad esempio: “È un’opera di Raffaello?”; “È una scultura?”; “Si trova a Firenze?”; “C’è
la Madonna?”; “È un ritratto?”; “Ci sono molte persone?”, ecc. Attenzione! Le domande devono sempre
suggerire una sola informazione perché la risposta possa essere affermativa o negativa. Ad esempio, non si
può domandare: “Il dipinto si trova in Italia o all’estero?”.
Invece di giocare in piccoli gruppi la gara può svolgersi tra due squadre in cui vince quella che indovina
l’opera con un numero minore di domande.
Attenzione! Sotto troverai le informazioni basilari su ogni opera: tipologia, dimensioni, artista, data e luogo di
conservazione.
1. La Gioconda è un dipinto a olio su tavola di legno (77×53 cm) (82x67 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1514-1515 e conservato
realizzato da Leonardo da Vinci, databile al 1503-1504 circa e nel Museo del Louvre a Parigi.
conservato nel Museo del Louvre di Parigi.
14. Il David è una scultura realizzata in marmo (altezza di 520 cm
2. Il David è una scultura in bronzo (158 cm) di Donatello, databile al incluso il basamento di 108 cm) di Michelangelo Buonarroti,
1440 circa e conservata nel Museo Nazionale del Bargello a Firenze. databile tra il 1501 e l’inizio del 1504 e conservata nella Galleria
dell’Accademia a Firenze.
3. La Primavera è un dipinto a tempera su tavola (207 x 319 cm) di
Sandro Botticelli, databile tra il 1478 e il 1482 circa e conservata 15. La Nascita di Venere è un dipinto a tempera su tela di lino (185
nella Galleria degli Uffizi a Firenze. cm × 286 cm) di Sandro Botticelli realizzata tra il 1483 e il 1485 e
conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
4. La Madonna della Seggiola è un dipinto a olio su tavola (diametro
di 71 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1513-1514 circa e 16. Sant’Anna con la Vergine e il Bambino è un dipinto a olio su
conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. tavola (168x130 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1510-1513
circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi.
5. Il Giudizio universale è un affresco di Michelangelo Buonarroti,
realizzato tra il 1535 e il 1541 per decorare la parete dietro l’altare 17. La Madonna Sistina è un dipinto a olio su tela (265x196 cm)
della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma. di Raffaello Sanzio, databile al 1513-1514 circa e conservato nella
Gemäldegalerie di Dresda.
6. Il Ritratto di Giulio II è un dipinto a olio su tavola (108,7x80 cm) di
Raffaello Sanzio, databile al 1511 e conservato nella National Gallery di 18. Il Doppio ritratto dei duchi di Urbino è un dittico, olio su tavola
Londra. Ne esiste un’altra versione su tela custodita negli Uffizi di Firenze. (47×33 cm ciascun pannello), di Piero della Francesca databile al
1465-1472 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
7. Maddalena penitente è una scultura in legno parzialmente
dorato (altezza di 188 cm), realizzata da Donatello tra il 1453 e il 19. La Dama col mazzolino, talvolta indicata come la Gentildonna
1455 e custodita al Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. dalle belle mani, è una scultura in marmo di 60 cm di altezza,
realizzata verso il 1475 da Andrea del Verrocchio e conservata nel
8. La Velata è un dipinto a olio su tela (82x60,5 cm) di Raffaello
museo del Bargello a Firenze.
Sanzio, databile al 1516 circa e conservato nella Galleria Palatina di
Palazzo Pitti a Firenze. 20. Il Battesimo di Cristo è un dipinto a olio e tempera su tavola
(177×151 cm) di Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e altri
9. Il Cenacolo è un affresco (460×880 cm) di Leonardo da Vinci,
pittori di bottega, databile tra il 1475 ed il 1478 e conservato nella
databile al 1494-1498 e realizzato nel refettorio del convento
Galleria degli Uffizi a Firenze.
adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.
21. La Dama col liocorno è un dipinto a olio su tavola (65x51 cm)
10. Il Parnaso è un affresco (670 cm alla base) di Raffaello Sanzio,
di Raffaello Sanzio, databile al 1505-1506 circa e conservato nella
databile al 1510-1511 e situato nella Stanza della Segnatura nei
Galleria Borghese a Roma.
Musei Vaticani a Roma.
22. La Dama con l’ermellino è un dipinto a olio su tavola (54 ×40 cm)
11. Lo Sposalizio della Vergine è un dipinto a olio su tavola (234x186
di Leonardo da Vinci, databile al 1488-1490 e custodito nel Museo
cm) del Perugino, databile al 1501-1504 e conservato nel Musée
nazionale di Cracovia a Cracovia.
des Beaux-Arts di Caen, in Francia.
23. La Madonna del Cardellino è un dipinto a olio su tavola (107x77
12. La Creazione di Adamo è un affresco (280x570 cm) di
cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1506 circa e conservato nella
Michelangelo Buonarroti, databile al 1511 circa e facente parte
Galleria degli Uffizi a Firenze.
della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei
Vaticani a Roma. 24. La Scuola di Atene è un affresco (770×500 cm circa) di Raffaello
Sanzio, databile al 1509-1511 e situato nella Stanza della Segnatura
13. Il Ritratto di Baldassarre Castiglione è un dipinto a olio su tela
nei Musei Vaticani a Roma.
4. 5. 6.
7. 8. 9.
3. Tecnica figurativa che consente di rappresentare corpi 2. Ricco e generoso protettore di artisti e arti; chi finanzia lo
tridimensionali su un piano. sviluppo delle arti.
4. Tecnica pittorica che consiste nell’impiegare colori diluiti in 3. Ciascuna delle due parti del corpo umano situate nella parte alta
acqua su una superficie muraria coperta con tre strati di intonaco del tronco, fra l’attaccatura del braccio e il collo.
e mantenuta umida. 4. Ce ne sono cinque sia nelle mani che nei piedi.
5. Massima espressione artistica di un autore, di una corrente o di 5. Intolleranza patologica di un organismo verso particolari
un periodo della cultura. sostanze o situazioni.
6. Malattia intestinale dovuta a intolleranza verso il glutine 6. Organo in numero di due che ha il compito di depurare il sangue
contenuto nel grano. e di produrre l’urina.
7. Tecnica pittorica nella quale si fa uso di colori preparati con la 7. Organo in numero di due nel corpo umano situato nel torace,
gomma arabica e diluiti con acqua; il dipinto eseguito con tale per mezzo del quale avviene la respirazione.
tecnica. 8. Artista che ha proposto innovazioni nella scultura e perciò
considerato uno dei padri del Rinascimento.
9. Racchiude quadri, specchi o foto.
La maggior parte delle definizioni sono state tratte dal dizionario online del Corriere della Sera:
https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/
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7 6
Ascolta la canzone “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti. Questo brano, nonostante sia del 1984,
continua ad accompagnare generazioni di studenti alla vigilia dell’esame di maturità* come un vero e proprio
inno di speranza e coraggio per tutti coloro che si ritrovano alle prese con le ultime ripetizioni e l’inevitabile
ansia da prestazione. La canzone ha ispirato anche il titolo del film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi
(2006) con Nicolas Vaporidis e Giorgio Faletti.
* Esame di Maturità: esame di Stato da prestare al termine del secondo ciclo di istruzione indispensabile per accedere
all’università o ad altri gradi di istruzione superiore. Il test è diviso in una parte scritta (di due o tre prove) e una orale. La
prima prova è identica per tutte le scuole d’Italia.
Scrivi su un’importante opera d’arte che si trova nel tuo Paese (oppure all’estero). Fornisci le informazioni
basilari (artista, tipologia, data e luogo di conservazione), una descrizione e anche un’analisi che spieghi la sua
rilevanza. Poi, esprimi un tuo giudizio critico dicendo se ti piace o meno e perché.
Gino Bartali e Giorgio Perlasca sono due italiani che nel loro
piccolo hanno fatto un grande bene e sono stati insigniti del titolo
“Giusto tra le nazioni”. Gino Bartali (1914 – 2000) è stato un ciclista su
strada e dirigente sportivo italiano. Giorgio Perlasca (1910 – 1992) è
Reprodução
stato un commerciante italiano che nell’inverno del 1944 ha lavorato
all’Ambasciata spagnola in Ungheria. Sotto trovi alcune informazioni
su questi due eroi italiani. Leggile e identifica quali riguardano Bartali
(A) e quali Perlasca (B). Attenzione! Una volta individuati i brani per ciascuno, scegli
uno dei personaggi e metti i vari paragrafi in ordine cronologico in modo da avere
una mini biografia.
a) ( ) Quando l’Armata Rossa ha liberato Budapest, l’”ambasciatore spagnolo”, dopo un viaggio avventuroso
per i Balcani e la Turchia, è tornato in Italia e ha condotto una vita normalissima, senza nulla raccontare della
sua storia nonostante si calcoli che sia riuscito a salvare 5.218 ebrei ungheresi.
b) ( ) Il suo trionfo nel 1948 al Tour de France è stato importantissimo per rasserenare l’Italia che, dopo
l’attentato a Palmiro Togliatti, era sull’orlo di una guerra civile.
c) ( ) Rifugiandosi nell’Ambasciata Spagnola è diventato subito Jorge Perlasca e si è messo al servizio
dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando Sanz
Briz, per questioni politiche, è stato costretto a lasciare Budapest, ha assunto indebitamente il ruolo di
ambasciatore di Spagna.
d) ( ) Nel 1953, dopo aver vinto a trentanove anni il Giro della Toscana, ebbe un incidente stradale che rischiò
di fargli perdere la gamba destra per gangrena. Dopo pochi mesi, però, rientrò in scena alla Milano-Sanremo.
Anche se non ottenne un grande risultato la folla fu tutta per lui.
e) ( ) L’armistizio l’ha colto a Budapest e ha cominciato ad essere ricercato dalle SS perché non aveva
aderito alla Repubblica di Salò di Mussolini, però in una tasca della sua giacca c’era una lettera firmata dal
generale spagnolo Francisco Franco che lo invitava, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque
ambasciata spagnola.
f) ( ) Durante la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista ha rischiato la vita portando durante gli
allenamenti, sotto il sellino della sua bici, documenti falsi che sono serviti a salvare la vita di circa 800 ebrei.
g) ( ) Fascista convinto, è partito per l’Africa orientale come volontario. Durante la guerra civile spagnola
ha combattuto dalla parte dei franchisti. Quando è ritornato in Italia la sua adesione al fascismo è venuta
meno perché non lo convinceva l’alleanza di Mussolini con Hitler e, soprattutto, lo disgustavano le leggi
razziali del 1938.
h) ( ) Solo nell’ottobre 1991 fu insignito dal governo italiano dell’onorificenza di Grande Ufficiale, mentre
nel dicembre 1991 il Senato approvò un vitalizio annuo, che ha rifiutato. È morto nove mesi dopo a Padova,
nell’agosto 1992, all’età di 82 anni, per un attacco di cuore.
i) ( ) Professionista dal 1934 al 1954, ha vinto tre Giri d’Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938,
1948), oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, tra le quali spiccano quattro Milano-Sanremo
e tre Giri di Lombardia.
l) ( ) Non era ancora diventato un vero e proprio antifascista, tant’è vero che, allo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale, è stato mandato, con lo status di diplomatico, come incaricato d’affari nei paesi dell’Est.
Adattato da:
https://www.ilmessaggero.it/video/sport/5_maggio_2020_20_anni_fa_la_scomparsa_di_gino_bartali-5207835.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Bartali
https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1263/giorgio-perlasca
https://m.famigliacristiana.it/articolo/la-storia-di-perlasca-lo-shindler-italiano-arriva-a-teatro.htm
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
b)
Ora scegli una di queste personalità per poi svolgere una breve ricerca. Ad esempio: perché Lorenzo de’
Medici fu soprannominato “l’ago della bilancia”?
CULTURA
Pubblicato l’index 2019 di Us News & World Report: Francia e Spagna inseguono.
Sette i parametri presi in considerazione.
Quando si parla di cultura l’Italia rimane imbattibile. Almeno secondo il Cultural Influence Ranking
2019 stilato da US News & World Report, in collaborazione con la società di consulenza Bav Group e
la Wharton business school dell’università della Pennsylvania, che ci mette in cima alla graduatoria dei
Paesi che esercitano la maggior influenza in termini di cultura. Francia e Spagna, i cugini mediterranei,
inseguono e completano il podio.
L’Italia è ancora di tendenza, questo il messaggio che arriva dalla classifica appena pubblicata. I sette
parametri presi in considerazione – intrattenimento, moda, stile di vita spensierato, una cultura artistica
capace di influenzare gli altri, di essere moderna, prestigiosa e trendy, e quindi di attrarre – certificano che
l’Italia non patisce la concorrenza altrui. Già lo scorso anno, infatti, eravamo in cima alla lista.
Ma in che cosa si traduce una cultura influente? Secondo US News significa essere “sinonimo di
buon cibo, moda e vita semplice”, dettare legge sul mercato grazie a “prodotti che hanno quel ‘non so
cosa’ che li fa vendere un po’ più facilmente”, produrre “musica, televisione e film che vengono assorbiti
da altre culture diventando parte di una più ampia conversazione globale”. Nel caso italiano, però, a
pesare è soprattutto la tradizione artistica: un’eredità millenaria che si traduce in un po’ le caratteristiche
sopra elencate.
Prendete una delle infinite bellezze storiche sparse sui nostri 300 mila chilometri quadrati di superficie,
metteteci una coppia di innamorati a bordo di una moto che scorrazza spensierata, o immaginateli seduti
a tavola, intenti a godersi il panorama: il cliché della “bella vita” all’italiana, un’immagine da cartolina
che fa ancora breccia nei cuori di molti. Di tendenza, cioè, fuori dai confini nazionali, anche se forse non
rispecchia la vita di molti connazionali: le classifiche che guardano agli affari interni, pubblicate dagli
stessi autori, raccontano infatti una storia un po’ diversa.
In quella complessiva dei migliori Paesi del mondo l’Italia scivola al 18esimo posto, che diventa
19esimo se si guarda a “diritti umani, ambiente, distribuzione del potere politico, uguaglianza di
genere e libertà religiosa”. In quella della qualità della vita siamo 22esimi, dietro la Cina e appena
sopra la Corea del Sud; in quella che prende in considerazione aspetti economici – “burocrazia, costo
della produzione, sistema fiscale, corruzione, trasparenza nelle pratiche governative – precipitiamo
addirittura in 46esima posizione.
a) Siete d’accordo sul fatto che l’Italia sia davvero il paese più influente al mondo in termini culturali?
b) L’influenza culturale dei Paesi nella suddetta indagine è stata classificata in termini di: 1. Intrattenimento;
2. Essere “alla moda”; 3. Essere felici; 4. Avere una cultura influente; 5. Essere moderni; 6. Essere prestigiosi;
7. Essere trendy. Secondo voi quali di queste categorie sono i punti di forza dell’Italia? Giustificate la risposta.
c) Volete conoscere gli altri sette Paesi che dal punto di vista culturale sono i più influenti al mondo dopo l’Italia,
la Francia e la Spagna? Associate a ogni Paese il numero (da 4 a 10) che credete occupi nella classifica:
……… Regno Unito ………. Stati Uniti ………. Australia
Se io fossi il vento, volerei via da tutti per essere libera, non pensare più ed essere semplicemente me stessa;
se io fossi la neve, mi poserei su tutti i momenti belli della mia vita;
se io fossi il fuoco, brucerei tutte le cose brutte che succedono nel mondo;
se io fossi Dio, andrei dai miei nonni che non ci sono più, per passare molto più tempo con loro e conoscerli meglio;
se io fossi il Presidente Mattarella, aiuterei tutti, non farei mancare niente a nessuno e farei brillare il nostro paese;
se fossi Trump, sai cosa farei? Smetterei di mettere tutti contro tutti: non vorrei altre guerre ma la pace;
se io fossi il sole, porterei felicità a tutti per scacciare la tristezza;
se io fossi la luna, porterei durante la notte tanti ricordi felici: le serate passate con gli amici, con i fidanzati, con la famiglia;
se io fossi Martina, come fui e come sono sempre stata, mi farei
valere di più per vivere con maggiore sicurezza la mia gioventù.
Vi è piaciuta la parodia? Questo componimento è stato scritto sul tema: “Refresha la poesia, parole
nuove per grandi versi”, iniziativa organizzata da Rep@Scuola, Comix e Salone Internazionale del Libro
di Torino e che aveva come obiettivo far riscrivere ai ragazzi una poesia famosa con le parole dei nostri
tempi e… con un pizzico di ironia! Volete provarci anche voi? Lavorate a coppie o in piccoli gruppi. Siete
liberi/e di cambiare alcuni elementi come ha fatto la studentessa Martina che ha immaginato di essere il
presidente del suo Paese e Trump al posto de “il Papa” e “l’Imperatore” e invece di pensare alla morte
e alla vita ha pensato al sole e alla luna. La poesia è vostra, potete fare ulteriori cambiamenti, tocca a voi
essere creativi/e ed inventare belle metafore!
Se non sapete proprio da dove cominciare vi suggeriamo un argomento: invece di pensare all’ambiente
naturale (vento, neve, sole, ecc.) pensate all’ambiente scolastico evocando lo studio della lingua italiana. Gli
elementi da svolgere potrebbero essere: soggetto, verbo, avverbio, preposizione, nome, aggettivo, insegnante,
studente nonché i propri nomi. Ti diamo un esempio: “Se fossi il soggetto della frase sceglierei di essere “noi” / e
non mi allontanerei dai miei compagni di classe alla fine del corso / Se fossi…”.
Freepik
uno scienziato! Se io fossi uno di questi due personaggi
……………………….. (inventare) tanti attrezzi utili a tutti e tante
macchine di vario tipo. Secondo me gli scienziati sono simili
ai maghi perché il loro compito è scoprire la funzione delle
cose: studiano la materia e la conoscono, perciò riescono a
risolvere alcuni problemi trovando soluzioni geniali o, almeno, ci provano! Se io fossi uno di loro ………………………
(provare) a brevettare un’enorme macchina per aumentare la disponibilità dell’acqua sulla Terra. Come? Be’,
oggi mi sembra semplice: ………………………… (progettare) grandi cisterne dove raccogliere l’acqua del mare,
enormi depuratori di sale dai quali l’acqua ……………………… (uscire) dolce, attraverso canali per irrigare le terre
aride del nostro pianeta e attraverso tubature sotterranee che la ………………………….. (portare) nei paesi dove ce
n’è meno. Sulla Terra c’è tanta acqua, infatti, che non possiamo bere e nemmeno utilizzare per la vegetazione:
è quella del mare e degli oceani. Basta pensare che il nostro pianeta è anche chiamato “Pianeta Azzurro” perché
le foto satellitari ce lo mostrano di questo colore, proprio per l’abbondante presenza d’acqua. Allora perché
non rendere l’acqua salata ancor più preziosa di quanto già sia? In molti paesi essa manca del tutto e qui si
combattono vere e proprie “guerre per l’acqua”; in altri luoghi, inoltre, i pozzi sono inquinati, sporchi e malsani,
perciò le persone che bevono da qui si ammalano. Se fossi uno scienziato …………………… (provare) anche ad
inventare grossi depuratori con filtri naturali che trattengano ed eliminino i batteri direttamente dalle falde così
che l’acqua possa salire in superficie pura. Forse, però, non è necessario essere maghi o scienziati per capire
che l’acqua è un bene prezioso: basta immaginare che non ce ne sia più per nessuno! Allora è importante che
tutti diventiamo subito un po’ “magici” usando l’acqua senza sprecarla perché è preziosa ed è per tutti.
Tratto da:
https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/03/30/PN_14_ELE5.html
E tu? Cosa inventeresti per aiutare la tua città, il tuo Paese oppure il nostro pianeta?
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1. Pensa a una parola da vendere, può essere concreta o astratta. Potrai vendere il Colosseo, la matematica, la
cucina italiana oppure l’empatia o la felicità;
2. Una volta stabilito il tuo prodotto bisognerà stabilire il suo prezzo. Non ci sono limiti massimi né minimi, sarai
tu, in base a quanto lo giudichi prezioso, ad assegnargli il giusto valore monetario;
3. Perché qualcuno lo voglia comprare ci sono due possibilità: la prima è che abbia già un forte appello e che
quindi la gente ne senta il bisogno; la seconda possibilità è invece far credere alle persone di aver bisogno di
ciò che vendi come ha fatto benissimo Steve Jobs;
4. Il passo 3 ti servirà per scoprire come venderlo, come esporre le qualità e i vantaggi del tuo prodotto in
confronto agli altri prodotti in vendita al mercato;
5. L’insegnante darà a tutti un bonus per cominciare le trattative e… via al gioco! Ogni “venditore” avrà due
minuti circa per esporre la sua “mercanzia” ai “clienti”.
Attenzione! Hai presente i mercati orientali? Dove non trattare il prezzo è un’offesa? Oppure dove lo
scambio di mercanzia è una possibilità concreta di fare affari? Tutto ciò è possibile purché si lavori con la lingua
italiana, le sue parole e ci si diverta!
6. Parola composta che significa il primo giorno dell’anno. 5. Nome costruito da “tangente” e dal suffisso -poli, ossia “città
delle tangenti”.
7. Parola polisemica che può indicare “zona rurale” e in senso
figurato può indicare il periodo precedente le elezioni in cui i 6. Sostantivo associato al verbo “arredare” e all’aggettivo “arredato”.
partiti e i candidati svolgono attività di propaganda: c. elettorale, 7. Aggettivo derivato dal nome “conclusione” e dal verbo
c. pubblicitaria. “concludere”.
8. Voce latina che significa “farmaco terapeuticamente inattivo, il 8. Aggettivo che indica qualcosa che “si può riciclare”.
cui effetto è basato sulla sola suggestione psicologica”.
9. Parola polisemica che può indicare il contrario di “inizio” (sostantivo
femminile) oppure il sinonimo di “obiettivo” (sostantivo maschile).
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8 9
a) Up: i) Bene:
b) Silenzio: l) Tutti:
c) Semplici: m) Madre:
g) Emozioni: q) Abitudine:
h) Solitudini: r) Vittoria:
Reprodução
Ora tocca a te: quali sono gli italiani, gli elementi culturali e le immagini che associ all’Italia che ti porti dentro?
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