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Per esprimere un'azione in un momento preciso che non si è conclusa si usa il tempoimperfetto:
Per esprimere una serie di azioni successive concluse si usa passato prossimo + passato prossimo:
1. L'anno scorso (andare) in vacanza in Italia per due mesi. Ogni sera (cenare)
fuori e (fare) delle lunghe passeggiate. (comprare) tanti cd nelle piazze e
(vedere) molti musei. (essere) una bellissima vacanza, ma mamma mia, quanti
soldi (spendere)!
2. Da bambina, (avere) sempre paura del buio e la mamma mi (dire) che non
(essere) niente e che non ci (essere) nessuno. Poi, un giorno (entrare)
un ladro... che paura!
3. Io e Franco (sapere) solo ieri che Carlo non vuole più studiare. Che peccato!
(volere) tanto diventare professore! (amare) tanto lo studio. Che cosa
(succedere) a quel bravo ragazzo?
4. Due settimane fa, mi (arrivare) un grosso pacco (package) da un mio amico di Torino.
L' (ricevere) con tanto piacere! Mi (scrivere) che (cercare) per
cinque mesi e finalmente lo (trovare). (essere) un preziosissimo orologio Dolce
e Gabbana che (volere) da tanto tempo. Che bella sorpresa! Subito, me lo
(mettere) al polso.
1. Lunedì scorso Monica (dovere) andare a Roma, ma alla fine non (partire) perché
(esserci) lo sciopero dei treni.
4. Visto che la loro macchina non (funzionare) (prendere) l'autobus per andare allo stadio.
sia. Per noi è come un terzo figlio. Era dei miei zii. Quando (morire) io e mia moglie (decidere)
di prenderlo: da quel momento (abitare) sempre con noi, per sette anni. Non (parlare, lui) molto,
(sapere) ripetere solo due parole: Ugo, il suo nome, e Rosa, il nome di mia moglie. Di solito, in casa lo
(lasciare, noi) libero. Giovedì scorso, per un colpo d’aria, la finestra (aprirsi) e lui
(volare) via. Era impossibile non volergli bene: (mettersi) sulla mia spalla e mi (dare) i bacini.”
Mario e Rosa sono decisi a ritrovare il loro pappagallo. Così (preparare) un cartello: “Lauta mancia a chi
Finalmente, sabato (ricevere) qualche telefonata: due persone lo (vedere) in Via Varese.
Quindi deve essere ancora in zona: allora basta andare lì e urlare: “Ugooooooo...”