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I siti archeologici: patrimonio per i

viaggiatori
L’arte rupestre prestorica è una delle più antiche forme di patrimonio culturale
presente in quasi tutte le regioni del pianeta e testimonianza vivente di forme di
vita passate. L’Europa ospita alcune delle più note e significative testimonianze di
arte rupestre preistorica che rappresentano oltre il 40 % di tutti i siti arte rupestre
del mondo.
La storia del mondo diventa protagonista di una vacanza quando si visita un sito
archeologico. Camminare fra le costruzioni di una cultura ormai estinta non è solo
un piacere per gli occhi, ma fa riflettere sul passato della razza umana e dei suoi
traguardi.
Per un viaggio in questi luoghi conciliando piacere e cultura ecco i siti più belli
dell’Europa e sono quelli per cui vale la pena vederli almeno una volta nella vita.
La scoperta: Chauvet
Nel dicembre 1994, tre speleologi scoprono nel sud della Francia una grotta, il cui ingresso è
nascosto da massi. Il pavimento è coperto da resti di uomini e orsi. La grotta è ricca di dipinti.
Nella prima zona le immagini sono quasi tutto in rosso, nella seconda soprattutto in nero. Gli
animali più raffigurati sono leoni, mammut, rinoceronti. Compaiono anche impronte di mani e
figure di cavalli, bisonti, cervi, pantere e perfino di una donna, accanto a un bisonte.
Si trovano rappresentate, più di mille disegni, all’incirca 425 figure animali che mostrano 14
specie diverse. Sono le incisioni tra le più antiche al mondo. Dal giugno 2014 è un Patrimonio
dell’umanità dall’Unesco.
Oggi la grotta originale è chiusa ai visitatori, una misura di sicurezza assolutamente necessaria
per proteggere le opere dai batteri che possono causare la proliferazione di alghe e funghi sulle
pitture, le incisioni e i disegni e portare al deterioramento e alla sparizione dell’importante
patrimonio artistico.
Ecco perché è diventato fruibile al pubblico grazie alla realtà virtuale e aumentata sulla
piattaforma Arts & Culture di Google.
Realtà virtuale
Con un visore VR HTC Vive e Oculus Rift, usando la piattaforma SteamVR, si può fare il tour
virtuale di dieci minuti nella grotta, “The Dawn of Art” e vedere i disegni che prendono vita,
toccare la pareti, zoommare e visitare gli interni alla luce delle fiaccole, ammirando lo
spettacolare “Affresco dei cavalli” lungo 10 metri o un cranio di orso.
Senza il visore, basta uno smartphone e la app Arts and Culture disponibile su IOS e Android per
entrare in “Pocket Gallery”, una mostra immersiva in realtà aumentata che permette comunque
di entrare in diversi ambienti a grandezza naturale e avere informazioni sulle pitture, con schede
e commenti dettagliati. Oggi si possono, così, vedere questi incredibili affreschi da vicino,
visualizzarli in 3D, spostarli, ingrandirli e vivere un’esperienza a 360 gradi anche da casa.
Prima dell’arrivo della realtà vituale, già nel 2015 era stato aperto uno spazio costituito da
cinque edifici dove è stata riprodotta la grotta di Chauvet e che ospitano una mostra
permanente dedicata all’arte parietale, proprio per consentire a chiunque di visitare
virtualmente la grotta in qualunque momento
La grotta meglio datata al mondo
Nessuno, sino al 1994, è potuto penetrare nella caverna, dato che un crollo dei massi avvenuto
sull’entrata preistorica ostacolò l’accesso a partire da 29.500 anni fa. Il crollo degli ultimi massi
avvenuto circa 7000 anni dopo sigillò definitivamente l’entrata. Ciò significa che la tradizione
culturale legata a tale luogo è perdurata per millenni.
I tre amici speleologi ispezionando le rocce calcaree sono attratti da un’apertura. I tre sono Jean-
Marie Chauvet, Eliette Brunel e Christian Hillaire. Si introducono nello stretto budello lasciandosi
ingoiare di una decina di metri nelle viscere della terra. Si guardano intorno illuminando l’area
con le torce e restano a bocca aperta: tutto intorno ci sono pitture realizzate con l’ocra rossa…
Il momento piu’ interessante per gli archeologici oltre al valore estetico di queste pitture è la
loro interpretazione
Inizialmente si ipotizzo fossero opera di soggetti iniziati ai culti, convinti che le grotte fossero
luoghi di creature mostruose potenti e stregate. Di conseguenza forse un incontro con queste
creature rappresentava prove di coraggio, poichè qualificava la persona idonea alla caccia e
adulta. Infatti nelle grotte francesi (dei luoghi di culto) le genti del Paleolitico si recavano per
ristabilire quel legame invisibile con l’altro mondo, forse con gli spiriti degli animali, con le forze
della natura
Rinoceronti, leoni e mammut nella fauna di Chauvet
Nelle prime sale rocciose domina il colore rosso dell’ocra. Poco distante dall’entrata si stagliano i
profili di orsi delle caverne: fantasmi meravigliosi, perfetti, essenziali. Orsi che non hanno occhi,
come spiriti, anime della terra.
Una pioggia di cerchi rossi esplode su una parete rocciosa: i palmi delle mani di chi passò in
quella caverna 36.000 anni fa e, dopo aver immerso le mani nel colore rosso, impresse il suo
marchio sulla pietra. Forse un gesto di culto. In una galleria della caverna un dito sconosciuto ha
tracciato nell’argilla morbida uno splendido cavallo, un po’ più in là un altro artista ha usato la
medesima tecnica per immortalare una civetta.
Un mammut emerge dall’ombra, una coppia di leoni cammina fianco a fianco. In un angolo si
vede un piccolo rinoceronte solitario, poi altri orsi di diversi colori. Segni. Dappertutto. Tanti
simboli ricorrenti e misteriosi il cui significato a noi estraneo rimane racchiuso nel silenzio della
grotta.
Una parete cattura l’attenzione dell’osservatore, incatena il suo sguardo a quattro splendidi
cavalli. Verso il fondo della grotta si susseguono i grandi pannelli, quelli davvero sublimi che
hanno cambiato il nostro concetto di evoluzione artistica. Si vedono un branco di leoni, una
mandria di rinoceronti, dei mammut, bisonti, ancora cavalli. Gli animali raffigurati in maggior
numero a Chauvet sono i leoni, i rinoceronti, i mammut e gli orsi delle caverne.
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Il regno dell’orso delle caverne: un culto del
Paleolitico?
Chauvet è il regno dell’orso delle caverne. Un gigante erbivoro di quasi due metri
al garrese che non appare soltanto sulle raffigurazioni parietali. La grotta era la sua
tana. Fino a 30.000 anni or sono questo impressionante visitatore ibernava tra le
rocce di Chauvet, lo testimoniano gli avvallamenti lasciati dal suo corpo nel terreno
originale, i graffi prodotti dalle sue unghie lungo le pareti, i numerosi resti fossili
all’interno della grotta.
La replica
Nell’aprile 2015 e’ stata aperta la replica della grotta Chauvet, la
Caverna di Pont d’Arc, che permette a tutti di ammirare tramite
una perfetta riproduzione . La grotta è inserita in un vero e
proprio parco archeologico dove sono compresi un museo
chiamato Galleria dell’Aurignaciano, alcune sale pedagogiche
utilizzate per le attività didattiche delle scolaresche, un
ristorante con una vista mozzafiato e un negozio dove si
possono comprare souvenir belli e originali.
I migliori link per apprezzare la famosa grotta di
Chauvet
• https://www.grottechauvet2ardeche.com/
• http://tiny.cc/4xupzy
• https://youtu.be/k72-tv50ivk
• http://archeologie.culture.fr/chauvet/fr
PowerPoint
PowerPoint realizzato da:
-Federica Stiano
-Andrea Sionne
-Fabio villani
-Emanuele Mungiguerra

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