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TESI 19

(Da ricordare la nascita verso la fine del XVII secolo della forma operistica della festa teatrale, uno spettacolo di breve durata con due o tre personaggi di origine mitologica, eseguito per solennizzare ricorrenze di corte. Caratteristiche di questo genere sono limportanza del balletto e del coro, la raffinatezza strumentale, il predominio del recitativo accompagnato su quello semplice.)

Tentativi di fusione dellopera seria italiana con lopera francese


Alcuni letterati e filosofi criticavano aspramente lopera italiana e volevano orientarla maggiormente verso il realismo nellallestimento, nella messinscena e nel costume. Una grande testimonianza di questo movimento dato da Francesco Algarotti, con il suo Saggio sopra lopera in musica (1755): qui vi un grande riferimento al modello dellopera francese (la tragdie lyrique), che era basata non sul virtuosismo dei cantanti ma sulla declamazione e sullintelligibilit del testo, aveva fatto ricorso ad antichi soggetti mitologici di grande pathos emotivo, era da sempre stata progettata in vista di un effetto complessivo (al quale concorrevano su un piano di parit poesia, musica e danza), prevedeva la stretta collaborazione tra poeta e musicista, necessitava di un concepimento meditato della creazione musicale, richiedeva un lungo lavoro preparatorio allallestimento dello spettacolo. Si avvi cos la sperimentazione di un nuovo genere dopera mirante a fondere la musica di stile italiano, scritta in lingua italiana, con lo spettacolo e lo schema drammatico francese.

La riforma di Gluck e Calzabigi


Lambizioso progetto artistico di fondere la tragdie lyrique con lopera seria italiana fu promosso dal Ducato di Parma (in particolare dal funzionario francese Du Tillot), dove con una grande rassegna di spettacoli si ha lintroduzione di cori, danze e brani strumentali tipici dellopera francese nellopera italiana fondata soprattutto su recitativi e arie, e dalla corte imperiale di Maria Teresa dAustria, la quale era particolarmente interessata agli spettacoli operistici e alla sperimentazione della fusione tra opera italiana e francese. Qui, a Vienna, sono attivi il librettista Ranieri de Calzabigi e il musicista Christoph Willibald Gluck: dalla loro collaborazione nascono alcuni scritti, in cui espongono i principi estetici e gli intenti espressivi basati sulla comune ricerca di una maggior compenetrazione tra poesia e musica nel dramma serio rispetto alla tradizione dellopera italiana. Una svolta decisiva alle pretese di anticonvenzionalit di Gluck (attentissimo alla preparazione meticolosa degli attori e allallestimento realistico dello spettacolo) venne data da Calzabigi, che accoglie lapparato spettacolare francese abbandonando per il superfluo, come ad esempio le sentenze morali, gli intrighi secondari e le ridondanze decorative, pur seguendo la piuttosto libera struttura metrica della tragdie lyrique legata alla fluttuazione delle emozioni. Gluck mir a restituire alla parola il suo ruolo di guida in modo da affermare limmediatezza espressiva dei sentimenti. In sintesi la riforma prevede: ladozione del recitativo accompagnato, sostenuto dallintera orchestra, per eliminare il tagliente divario tra recitativi e arie; labbandono della arie col da capo e del canto fiorito, in nome dellintelligibilit del testo; la fluidit del testo in funzione delle emozioni; la libera alternanza tra arie e recitativi, con laggiunta di cori e balli tipici della tragdie lyrique.

LOrfeo di Gluck
Lopera pi famosa di Gluck e Calzabigi lOrfeo, che comprende elementi dellopera italiana (la lingua, il protagonista castrato, il recitativo accompagnato e la presenza in scena di soli tre personaggi, elemento tipico della festa teatrale) ed elementi dellopera francese (il soggetto mitologico, i cori, i balletti, la raffinata orchestrazione e la conclusione a lieto fine, in questo caso Amore rende la sposa a Orfeo). Le figure mitologiche diventano persone che vivono passioni umane; non vi sono intrighi, personaggi secondari e discorsi superflui; il canto alieno da virtuosismi acrobatici, ridotto nellestensione ed essenzialmente sillabico; il tono contemplativo piuttosto che tragico.

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