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1 CASO: Nel corso di un giudizio penale, limputato di cittadinanza slava, dichiarava tramite linterprete nominatogli durante il dibattimento, di non

conoscere la lingua italiana e pertanto di non aver compreso il contenuto dellimputazione contestatagli mediante notifica. Il pretore di Torino solleva questione di costituzionalit sullarticolo 555 c.p.p. per non prevedere la traduzione per il decreto di citazione a giudizio notificata ad un imputato straniero, che non conosce la lingua italiana. Lart.555 c.p.p. sarebbe in contrasto con gli artt: 3 Cost - introducendo una disparit di trattamento tra cittadini italiani e stranieri 24 Cost il soggetto che non comprende il contenuto della notifica non viene messo nelle condizioni di difendersi adeguatamente 76 Cost la norme impugnata non rispetterebbe la direttiva che prescrive il rispetto delle norme e delle convenzioni internazionali ratificate dallItalia. In particolare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert fondamentali, la quale stabilisce che ogni accusato ha diritto ad essere informato in una lingua a lui comprensibile della natura e del motivo dellaccusa a suo carico. E in secondo luogo del Patto Internazionale relativo ai diritti politici e civili il quale stabilisce una disposizione simile alla precedente. 2CASO: nel corso di un giudizio penale a carico di un cittadino tunisino che non conosceva la lingua italiana, dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato la sua richiesta di processo abbreviato con la motivazione che questultima era avvenuta in ritardo (ossia oltre i sette giorni dopo la notifica allimputato del decreto di citazione a giudizio), il Tribunale di Milano ha sollevato questione di legittimit degli artt. 456 e 458 c.p.p. Il primo perch non prevede la traduzione per il decreto di citazione a giudizio notificato ad un imputato straniero, che non conosce la lingua italiana, il secondo perch sulla richiesta di processo abbreviato prevede un termine di sette giorni da quando limputato riceve la notifica anzich per limputato straniero che non conosce la lingua italiana, dalla data della notifica dellavviso al difensore, quando questa si perfezioni successivamente. Il combinato disposto di questi due articoli violava lart. 24 Cost. non assicurando una adeguata tutela giurisdizionale ai cittadini stranieri che non comprendono la lingua italiana. La Corte Costituzionale decide di dare una risposta congiunta ai due casi: i giudici a quibus non dovevano sollevare questione di legittimit per ci che concerne la traduzione dei decreti di citazione a giudizio notificati a cittadini stranieri che non conoscono la lingua italiana, perch nonostante gli articoli 555, 458 e 459 non prevedano una loro traduzione, sempre nel c.p.p. esiste lart.143, primo comma, che disciplina il diritto dellimputato di farsi assistere gratuitamente da un interprete. Essi forse sono stati sviati dal fatto che lart. 143c.p.p. prevede che la figura dellinterprete sia rigorosamente circoscritta per gli atti orali o per gli atti scritti solo in due casi che non prevedono in particolare il caso di specie. Tuttavia necessario interpretare questo articolo in un ottica pi ampia, prendendo in considerazione proprio la CEDU e il Patto internazione per la tutela dei diritti civili e politici. Le norme internazionali appena ricordate sono state introdotte nel nostro ordinamento e sono tuttora vigenti, e non possono di certo essere considerate abrogate in forza delle disposizioni del codice di proc. Penale, in quanto norme atipiche e speciali. Il diritto dellimputato ad essere informato dettagliatamente ed immediatamente nella lingua a lui conosciuta un diritto soggettivo perfetto, di cui non pu essere di certo privato. I giudici a quibus erano tenuti quindi ad interpretare in maniere estensiva lart. 143c.p.p. anche in forza delle garanzie internazionali sancite dai due trattati. da questo rapporto con i suddetti principi che risulta necessario il collegamento con i valori costituzionali attinenti ai diritti alla difesa (art.24

Cost) e la particolare forza espansiva dellart. 143 che il giudice, in sede di interpretazione non pu ignorare. Da queste considerazioni risulta evidente che non pu essere condiviso il presupposto interpretativo da cui muovono i due giudici a quibus, cio che lart. 143 c.p.p. vada considerato come una norma di stretta interpretazione che tollera due uniche eccezioni. Trattandosi invece di una norma che assicura una garanzia essenziale al godimento di un diritto fondamentale di difesa e riconosciuto dalla stessa comunit internazionale, tale articolo va interpretato con ampia applicazione, di fronte al verificarsi delle varie esigenze, quale il tipo di atto cui la persona sottoposta a procedimento deve partecipare. Lart. 143 impone che si proceda alla nomina dellinterprete o del traduttore immediatamente al verificarsi della circostanza di mancata conoscenza della lingua italiana da parte del soggetto nei cui confronti si procede, tanto se tale circostanza sia evidenziata dallo stesso interessato oppure risulti dalle indagini preliminari. Per cui i due imputati avevano il diritto di ricevere una traduzione nella lingua a loro conosciuta del decreto di citazione a giudizio, e in particolare per il secondo il termine per richiedere il processo abbreviato deve essere conteggiato dal momento in cui il soggetto stato messo in condizioni di conoscere il contenuto dellatto. La presenza dellart.143c.p.p. e della sua interpretazione estensiva data in forza delle fonti internazionali sopra citate, fa venir meno ogni dubbio di legittimit sugli art. 555, 456 e 458 c.p.p.

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