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PRE SEN TA ZIO NE

LA BOTTEGA ARTIGIANA DI GANCIO ORIGINALE


di Leonardo Angelini, Deliana Bertani e Mariella Cantini

1.Laccompagnamento Se per peer education si intende laiuto che sul piano educativo pu essere dato a bambini e ragazzi in difficolt da parte di coetanei che appartengono alla stessa classe di et allora lesperienza di Gancio Originale, un gruppo di volontariato giovanile reggiano che si prende cura dei bambini e dei ragazzi a rischio, non pu essere annoverata fra le esperienze di peer education. Infatti nel nostro caso coloro che si prendono cura dei bambini e dei ragazzi svantaggiati o deprivati segnalati dalla scuola e selezionati dagli psicologi sono degli studenti pi spesso delle studentesse degli ultimi anni delle scuole medie superiori della citt. E quei quattro o cinque anni di differenza che nel caso del lavoro in scuola elementare diventano anche sette, otto o nove a quellet segnano un solco tale fra le due coorti da rendere alquanto problematica lattribuzione di peer education al lavoro di cura svolto dai giovani di Gancio Originale. Di che cosa si tratta allora? Limmagine che ci venuta in mente allorch abbiamo cominciato a riflettere su ci che, mano a mano che il lavoro procedeva, si andava concrezionando sotto i nostri occhi, sta in quella della catena di SantAntonio dellaccompagnamento. Come tutti sanno la catena di SantAntonio connota operazioni, solitamente truffaldine, in base alle quali un emittente tenta di mettere in piedi un trend di legami che si autoalimentano in base ad un vincolo che obbliga ogni unit coinvolta ad estendere larea totale delle unit coinvolte ed a ri-

proporre lobbligatoriet del vincolo praticamente allinfinito. Nel nostro caso, a parte gli elementi truffaldini che non sono presenti, in fondo in fondo ogni anno viene proposto dal nostro staff un gancio a tutti gli studenti delle superiori di Reggio Emilia che li vincola ad entrare in un gruppo operativo che solitamente comprende altri dieci o dodici studenti, che guidato da uno psicologo tirocinante e che destinato per un anno a prendersi cura di un certo numero di bambini o di ragazzi a rischio. Praticamente la stessa cosa viene fatta ogni sei mesi nei confronti degli psicologi tirocinanti che vengono a svolgere il loro tirocinio da noi, e da qualche tempo nei confronti degli studenti di scienze delleducazione che svolgono con noi il loro tirocinio in itinere e ancora pi recentemente con i tirocinanti psicologi che in itinere debbono fare gli EPG (esperienze pratiche guidate) Ed ecco che, se noi consideriamo che dietro ad ogni tirocinante c un tutor che si prende cura di accompagnarlo durante il suo percorso di crescita e di professionalizzazione e che, a sua volta, quel giovane psicologo guida un gruppo di giovanissimi volontari che a loro volta guidano e accompagnano nel loro accidentato percorso di crescita psicologica un gruppo di bambini o di ragazzi a rischio, ecco che il tema dellaccompagnamento diventa per noi centrale, pi che quello della peer education. E allora a partire dal significato che laccompagnamento assume allinterno di questa catena che dobbiamo partire se vogliamo comprendere ci che sta accadendo da 12 anni a questa parte in Gancio Originale. Accompagnare etimologicamente proviene dallunione del prefisso ad che significa verso con il termine compagno che significa stesso pane. Vi cio nella parola accompagnare da una parte una indicazione di direzione dallaltra un richiamo ad uno stato di condivisione confidenziale che riconduce ad uno stesso desco, ad una stessa

appartenenza. Nel nostro caso la direzione quella della crescita, lappartenenza una strana e provvisoria casa, Gancio Originale, che comprende per qualche tempo (da 1 a 2 anni a qualche mese) un insieme variegato di soggetti che sono accomunati (compresi i 3 soci fondatori) dal fatto che si pongono in una situazione di scambio (dare, ricevere, contraccambiare, direbbe Godbout) in base alla quale tutti alla fine risultano arricchiti per quel che hanno dato e ricevuto lungo questo percorso. Cosicch i bambini e i ragazzi a rischio alla fine avranno ricevuto le cure loro necessarie per crescere e superare le varie situazioni di impasse in cui fino a quel momento si erano impantanati; ma avranno dato anche molto a chi si prendeva cura di loro: ai volontari la fiducia nelle proprie capacit di riparazione, nel proprio saper fare che spesso, anche nel loro caso, non trova di mattina una scuola pronta a cogliere le loro pi piene potenzialit; ai giovani tirocinanti la possibilit per la prima volta di unire la teoria alla pratica e, per questa strada, vedere enormemente accresciute le proprie possibilit sul piano professionale, nonch la possibilit di cimentarsi in un non secondario capitolo della clinica dello sviluppo, apprendendo a far tesoro delle sconfitte cos come delle pi rare vittorie e, prima ancora, a far tesoro di quellinsieme di indizi, di sintomi, di grida e di ammutimenti, di gestualit e di espressivit che alla fine si comporranno in quella semeiotica psicologica che diventer il vero loro tesoro e che andr lentamente accumulandosi dentro di loro nel tempo. E allo stesso modo i giovani volontari che si saranno dati con tutti se stessi in questo lavoro riceveranno -oltre alle cose che abbiamo gi detto provenire loro dai ragazzi- tutto un insieme di cose nuove (abilit, percezioni, concezione, ecc.) che provengono loro prima ancora che dallimpegno, dal presupposto su cui esso poggia e cio dallassunzione della responsabilit. Assumersi una responsabilit infatti comporta lingresso in una nuova dimensione temporale in cui tra il fare e il v ede-

re i risultati del proprio fare c bisogno di tempo e in cui sicuramente occorre imparare a convivere con la frustrazione originata dalla differenza esistente tra progetto e prodotto. Ma anche il giovane tirocinante, che spesso grazie alla sua et ha gi fatto i conti con la frustrazione e la depressione derivante dalla non totale coincidenza fra speranza e progetto e che gi vede prossima la stagione dellingresso nel mondo del lavoro pure pu provare altri elementi, oltre a quelli a cui si faceva cenno pi sopra, di crescita e maturazione in Gancio Originale. Ad esempio: imparare a lavorare in gruppo (nei nostri workshop), ma anche a riflettere in gruppo nelle riunioni di staff e nei momenti di supervisione, ad assumere un atteggiamento riabilitativo ( noi amiamo pi il termine riparativo) che non implica solo impadronirsi del terreno diagnostico ma anche e letteralmenteimpratichirsi nel saper cogliere quando intervenire e come, come rapportarsi con la scuola e le altre istituzioni limitrofe, ecc. Ed infine anche per i sottoscritti, i 3 membri permanenti dello staff, quel partecipare al lavoro di impasto, confezione e cottura di quel pane comune che si chiama Gancio Originale, significa certamente un dare: sul piano della continua reinvenzione di Gancio, della sua conduzione e della sua tutela in ambito istituzionale pi vasto, cos come del lavoro selezione, di individuazione delle vere vocazione dei singoli, di abbinamento con una casistica ad hoc ed infine di tutoring, di follow up, di formazione e di supervisione. Ma anche un ricevere che va dalla possibilit di entrare in un rapporto vivo con i giovani, di partecipare con loro alla costruzione di un progetto fino alla possibilit di trovare nei nostri interlocutori professionali, i giovani psicologi tirocinanti (cui da ultimo si sono aggiunti i nostri giovani borsisti) degli stimoli che ci obbligano ad aggiornarci, a mantenere vive in noi le nostre propensioni allo scambio.

2. Nella bottega artigiana di Gancio Originale Come ci ricorda Vertecchi errato pensare che il ping-pong che quotidianamente avviene tra docenti e discenti si esaurisca nel set della lezione frontale. Ci vogliono, afferma Vertecchi, almeno altri due set perch si possa ritenere di aver giocato la partita insegnamento-apprendimento fino in fondo: lesempio il precettorato. Anzi, aggiungiamo noi, ci sono dei luoghi come ad esempio la bottega artigiana- in cui la lezione frontale non c e tutta la partita che si gioca tra le due generazioni che attraverso la formazione si confrontano sulla scena sociale avviene attraverso lesempio e il precettorato. Dove per esempio si intende far vedere allallievo come impadronirsi del mestiere, delle competenze, del sapere semplicemente proponendo ogni passaggio in una specie di rallenty; e per precettorato far notare allallievo ci che allinterno del processo che conduce al compimento dellopera solo lesperienza accumulata dal maestro1 permette di cogliere prima(prae-capio=colgo prima). Ebbene, come cercheremo di dimostrare, Gancio Originale ha in s tutta una serie di componenti che sono metodologicamente riconducibili a ci che succede in una bottega artigiana. Con essa senzaltro condivide, come abbiamo gi visto, quelle che partono dal tema dellaccompagnamento e della situazione di scambio stratificato presente in ogni bottega artigiana degna di questo nome ma che non si esauriscono in esso. Il lavoro con i bambini e con i ragazzi a rischio, rispetto al pi tradizionale lavoro sulla disabilit, comporta sul piano contenutistico il passaggio dallapprontamento di piani di lavoro centrati sulle problematiche dellIo ausiliario, a problematiche centrate sullIdeale dellIo. E il ripristino di una
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immagine di s decente, raggiungibile, realistica che occorre perseguire nel lavoro di cura. La scena riabilitativa rimane legata al dato cognitivo, ma, mentre nel caso del disabile il background affettivo che permette il passaggio delle competenze centrato sul tema del recupero di funzioni egoiche, nel caso del disagio centrato invece sul recupero di una immagine di s presentabile prima di tutto a s stesso e ai contesti di vita del bambino e del ragazzo. Tutto ci da un punto di vista metodologico implica la messa in gioco in termini di controtranfert educativo2 dei propri introietti ideali e allora ecco che per i giovani volontari pi bravi tutto ci significa tornare a mettersi in sintonia con proprie parti interne evocate dallinsuccesso del caso di cui essi si prendono cura, parti di cui grazie al loro successo scolastico avevano perso le tracce. Per i meno bravi trovare sul piano del rispecchiamento quegli elementi di operativit, garantiti in ogni caso dalla differenza di et che facilitano il mantenimento di un atteggiamento riparativo. E, mentre questi ultimi troveranno nelloperativit riparativa la loro pi autentica occasione di crescita e maturazione, al contrario per i primi sar proprio il riemergere sempre evocato dal soggetto di cui ci si prende cura- di ansie e angosce legate la mancato successo a svolgere unopera di ridimensionamento delle proprie parti megalomaniche. La stessa cosa accade nel rapporto tra volontari e giovani psicologi tirocinanti e tra questi ultimi e i pi anziani psicologi della Psicologia Clinica3. Ma questa stratificazione di aspettative e frustrazioni, attivate a livello transferale controtransferale in ciascuna entit coinvolta non altro che la trasposizione in Gancio di una stratificazione e di una gerarchia che ritroviamo in qualsiasi bottega artigiana laddove allinterno della dialettica tra maestri e allievi e cio tra il dare e il ricevere da un punto di vista metodologico e cio sul piano della definizione dei
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Non per caso che era proprio questo il nome che nella bottega artigiana assumeva il pi anziano che poi era spesso anche il titolare della bottega.

Cfr Angelini come abbiamo cercato di mettere in luce nella nostra riflessione del rapporto tra tirocinanti e tutor Cfr.

setting di cura contano molto le modalit secondo le quali si d e si riceve, ci si incontra e ci si separa, si comunica al proprio interno ed in rapporto a soggetti che operano in luoghi limitrofi (nel nostro caso la scuola e la famiglia). Vediamo ora in particolare questi 3 punti. Nella bottega artigiana il dare e il ricevere sono mediati dal fare e sono scanditi in base ad un processo di apprendistato sufficientemente scandito di modo che ciascuno degli attori in bottega sappia a che punto egli nel processo di maturazione professionale. Nel nostro caso il front office della cura il workshop: una officina di restaurazione in cui si tenta di rimettere in piedi ci che in precedenza stato sgarrupato dalle avversit della vita. Mentre il back office sono i luoghi della programmazione, della selezione, della scoperta delle vocazioni, degli abbinamenti, del follow-up, della formazione ed infine della supervisione. In ognuno di questi luoghi il fare operativo incentrato sullesempio e il precettorato prevale sulla parola e ancor di pi su quellinsieme formalizzato di parole e di gesti tipico della lezione con la sola eccezione della formazione e ancor pi della supervisione che per abbiamo imparato a smitizzare sotto questo punto di vista e a ridefinire, non sempre con rigore e coerenza nelle loro componenti strutturali. E cio come modelli scanditi e gerarchizzati di un percorso che prende in maniera discriminata ( e al limite individualizzata, come avviene nel rapporto che ognuno ha col proprio tutor) tutti gli attori della cura, tranne i bambini e i ragazzi. Linquadramento del lavoro di Gancio in una atmosfera operativa non esclude n comprime laffettivit che erompe anzi nei momenti della festa e dellincontro, ma che pi spesso traspare tra le righe in ogni gesto operativo che abbiamo imparato a decifrare nei suoi significati affettivi. Possiamo dire anzi che una grande parte dei nostri momenti formativi, cos come in maniera pi evidente avviene nella supervisione, possono essere visti come uno sforzo di let-

tura del significato comunicativo e d affettivo di ci che avviene nei workshop. Insomma siamo l non perch i nostri bambini e i nostri ragazzi diventino pi competenti, ma perch riacquistino fiducia in s stessi ed imparino ad essere meno impulsivi e pi riflessivi. E forse proprio in questo punto lesperienza di Gancio si allontana da quella della bottega artigiana: nel fatto che mentre nella bottega alla fine lopera progettata prende luce, in Gancio gli artigiani della cura dovranno sopportare uno scarto tra intenzione e attuazione molto superiore di quello che, come giustamente ci ricorda Jaques, c da attendersi nel compimento di ogni opera. Ci genera frustrazione e senso di impotenza nei pi anziani di noi, che fra laltro provengono dallesperienza con i disabili: figuriamoci tra i pi giovani! Sicuramente il paracadute della supervisione ( che pure comprende solo i laureati e i laureandi e non i nostri giovani volontari) aiuta a smaltire e a metabolizzare la frustrazione, a fare in modo che il senso di colpa derivante dalla sensazione che, nonostante i nostri sforzi, poco o nulla cambia, si trasformi in sprone e in ulteriore impegno ma non basta: e forse possiamo dire che qui una delle sfide pi grandi che i nostri giovani collaboratori devono affrontare: loro cos propensione al sogno e allutopia, devono fare i conti con la durezza della realt e con la convivenza in un topos cos avaro di soddisfazioni. Anche in una bottega artigiana, cos come in una classe scolastica, ci si incontra e ci si separa. In Gancio questo percorso - che sul piano della formazione professionale di un sarto o di un falegname poteva durare otto o nove anni, e che in una classe dura dai tre ai cinque anni dura mediamente uno o due anni. Il grande turn over che prende lottanta per cento dei nostri giovani volontari ci ha spinto anzi a fare unanalogia fra Gancio Originale e lascia di Washington che da oltre due secoli l in bella mostra in quella che fu la fattoria del primo presidente degli Usa, anche se

nel frattempo le stato cambiato due volte il ferro e 5 o 6 volte il manico. E ancora l e ci che fa si che sia percepita ancora come lascia di Washington laura che intorno a lei, frutto della sua passata appartenenza. Anche Gancio Originale ancora qui nonostante, a parte i suoi tre soci fondatori, non uno di coloro che hanno collaborato con noi, non solo 13 anni fa, ma di chi lavorava con noi 3 anni fa non ne sono rimasti pi di 3/ 4. Sappiamo che molti di loro sono andati poi a prestare la propria opera di volontariato, da altre parti, proprio come avviene certo pi lentamente in una qualsiasi bottega artigiana. Presumiamo che dentro ciascuno di loro alla fine dellesperienza con Gancio Originale si sia amplificata la disposizione allo scambio e siano emerse pi chiaramente le vocazioni individuali. Speriamo che quel doppio lavoro, cui accennava la Manoukian Olivetti4, sui ragazzi loro affidati e su di s, li aiuti a conoscersi meglio e ad usarsi per il meglio. Noi che rimaniamo dobbiamo sopportare tutte queste separazioni e, come Ecuba, madre di cinquanta figli, dobbiamo scontare di non ricordare alla fine i nomi di tutti, ma nella confusione derivante da questa nostra genitorialit trasbordante, che onestamente non presupponevamo di avere, rimangono dentro di noi i ricordi delle opere che insieme abbiamo compiuto e la soddisfazione di averli accompagnati per un tratto delle loro crescita e di essere stati presi per mano da loro per un tratto del nostro cammino (e se Benjamin ci ricordava che occorre sempre chiedersi chi educher gli educatori? noi possiamo ben dire di essere stati educati da ciascuno di loro). Attraverso lesempio si comunica: se io rallento ad arte il mio operare permetto a chi mi sta a fianco ed pi inesperto di me di darsi il tempo di apprendere. Ed anche attraverso il precettorato io comunico, a patto ovviamente di aver fatto una opzione che va nella direzione del mettere in co4

mune il pane del mio sapere e del mio saper fare e non dellarroccamento in me stesso: comunico mettendo sullavviso il mio pi inesperto collega o allievo circa la natura delle cose che stanno accadendo, circa il significato degli indizi (la semeiotica cui accennavamo prima), circa le strategie degli interlocutori istituzionali e non con cui abbiamo a che fare, la natura del loro linguaggio, dei segnali anche infinitesimali che da loro ci proviene (una telefonata, uno scambio di parole sulla porta, nel momento del saluto).ma, come opportunamente ci ricordano Fabrizio Rizzi e , ci non significa assolutamente dare per scontato che tutto il sapere sia dalla nostra parte, che solo i nostri occhi siano capaci di cogliere la reale natura delle cose. Infatti apprendere dagli allievi significa anche questo (oltre che vederci narcisisticamente confermati nel nostro sapere in base alla loro crescita ubertosa): osare confrontare le nostre capacit visive ed interpretative con le loro osservazioni, con il loro sapere e le loro capacit autonome di operare.

3. Gancio Originale e la scuola Le rappresentazioni sociali della scuola di Reggio Emilia potrebbero essere viste come una serie di immagini che vanno, al di l del tipo di funzioni da essa effettivamente svolte nella pratica educativa, da un versante pi assistenziale, con attese di tipo suppletivo rispetto allattivit educativa svolta dalla famiglia, come avviene nel caso delle scuole per linfanzia e soprattutto per i nidi, e un versante meno sussidiario rispetto allattivit educativa svolta dalla famiglia, e via via pi autonomo e professionalizzante. Dallassistenza allistruzione, potremmo forse dire con uno slogan, con una doppia serie di equivoci circa la natura della contiguit fra formazione ed educazione e circa il rappor-

Cfr. F. Manoukian Olivetti,

to che leducazione e la formazione hanno da una parte con lassistenza, dallaltra con listruzione. Cosicch spesso non si vede che il lavoro di levigamento esercitato dalleducazione dentro il percorso formativo, anzi nel cuore di questo percorso e non a latere di esso. Cos come non si coglie ancora da parte della famiglia5 che la frequenza al nido e in scuola per linfanzia, al di l degli ovvi significati di tipo assistenziale, cio integrativo, per il bambino un nuovo modello educativo che lo accompagna in forma del tutto nuova nelle varie tappe della sua prima crescita. Cos come non si percepisce e qui siamo molto vicini allarea problematica in cui operano Gancio Originale ed il Consultorio Giovani - che anche alla fine del percorso, allepoca delle superiori dentro ogni ora, in ogni materia, in ogni passo verso la professionalizzazione vi ancora un quid legato alleducazione, al rapporto, allo scambio, allaffettivit, per quanto denegata ed oggettivata essa sia nei profili, nei rapportino di fine quadrimestre, etc. E se agli inizi del percorso la famiglia che ancora persiste in una rappresentazione sociale del nido e della scuola per linfanzia che non comprende, se non accidentalmente, leducazione, la scuola che spesso indulge in una visione riduttiva del proprio mandato mano a mano che lo studente cresce. Ma fortunatamente occorre dire che, come c una crescente richiesta da parte delle famiglie di un nido pi educativo, c anche a Reggio una parte consistente della scuola (maestre, proff) che non vivono bene la costrizione del loro mandato allinterno delle anguste stanze dellistruzione: ad esempio cominciano a montare anche nelle superiori richieste di supervisione

come conferma una recente ricreca svolta dallOsservatorio per le famiglie reggiano

rispetto agli aspetti relazionali del lavoro, richieste di mettere in piedi nuovi presidi delle attivit di Gancio E su questo humus che fin dallinizio si impiantata lattivit di tipo restaurativo sulla quale nato Gancio Originale. Se si considera ad esempio che la maggior parte di coloro che sono a noi segnalati per problemi di disagio viene da questa parte della scuola media ed elementare, e se si considera altres che molto raramente ci sono state delle interferenze circa lattivit selettiva che noi di Gancio facciamo a seguito di quelle segnalazioni, allora si coglie che non per scaricare i casi che esse avvengono. Tanto pi che le nostre attivit sono pomeridiane e perci integrative, e non sostitutive di quelle mattutine e scolastiche. E, daltra parte, la individuazione e la presenza ormai in ogni scuola media superiore di proff che collaborano stabilmente con noi nellattivit di selezione e a volte perfino di accompagnamento di pomeriggio dei giovani volontari, testimonia di una identica sensibilit ai problemi educativi anche a questo livello. Si andata cos definendo nel tempo una consuetudine, che da qualche tempo sancita attraverso accordi scritti ( quei protocolli di cui si diceva sopra) che permettono una tutela nei confronti di quella parte della scuola meno sensibile ai problemi educativi e ai temi del disagio. In base a questa consuetudine e a questi accordi stato possibile fissare dei veri e propri setting, estremamente mobili e nello stesso tempo coerenti, in base ai quali nella maggioranza dei casi la scuola diventata una interfaccia vicina e disponibile a mettersi in rete con Gancio sul tema del disagio. E in alcuni casi i proff si sono collocati stabilmente nella catena dellaccompagnamento. E in base a questo dialogo fra istanze indipendenti e paritarie che sono nate le nostre strutture; gli stessi workshop allinizio, ma poi significativamente sia le espe-

rienze nelle scuole medie superiori ,sia le cosiddette Stanze di Dante, cio i workshop daccoglienza per ragazzi di recente Fino alle sperimentazioni di musica con i pazienti lungodegenti psichiatrici, tenuti dagli studenti dellIPSIA Lombardini, e alla pi recente espansione di Gancio Originale in provincia. Vale la pena elencare le scuole con le quali lavoriamo per vedere che appaiono tutti i tipi di scuola e tutti gli indirizzi: Liceo scientifico Moro, Istituto tecnico Sperimentale Pascal, Istituti Commerciali Scaruffi-Levi; Istituto Tecnico Tricolore di Rivalta (commerciale, linguistico, dietiste) Liceo Magistrale M.di Canossa, Istituto professionale Lombardini (meccanico), Istituto professionale Galvani (odontotecnici/ linotipisti/ figuriniste), Istituto Agrario Zanelli, Istituto Professionale Commerciale Filippo Re, Istituto darte G. Chierici, Liceo Ariosto - Spallanzani (classico e scientifico); Istituto Professionale Don Z. Iodi (servizi pedagogico / sociali, turismo).

ATTIVITA NELLE E CON LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA CITT

WORKSHOP AL LICEO SCIENTIFICO ALDO MORO


PROTAGONISTI I RAGAZZI DELLA SCUOLA MEDIA FERMI-MANZONI TANTI VISI, TANTI COLORI Di Anna Chiara Montanari

APPUNTAMENTI: Tutti i Luned e Gioved dalle 14.30 alle 16.30 Da novembre 2003 a Maggio 2004 I PROTAGONISTI: I ragazzi che frequentano la scuola media Fermi Manzoni tra cui: L., M., G., T., N., T., S., R., M., R., N., M., G., Y., D. Volontari: Lucio, Maria, Claudia, Lisa, Marta, Sharon, Marina, Sara, Novena, Giorgia, Laura, Ilaria, Francesca, Monica, Elisa, Francesco, Luca, Francesca, chiara, Milena, Sara, Federica, Susanna, Maria Luigia, Serena, Chiara, Simona, Nicol, ecc Hanno lavorato con noi: Prof.ssa Sandra De Pietri, Prof.ssa Sara Bongiovanni, Stefania Morini e naturalmente io Sono state con noi: Elisa e Marika in veste di tirocinanti

Come vedete siamo in tanti e questo uno degli aspetti che gi da subito caratterizza il nostro gruppo: il numero! Ma subito dopo un altro laspetto che colpisce, la ricchezza che risiede nella molteplicit di colori, dei visi, dei vestiti, delle storie Si perch di storie ce ne sono davvero tante, che partono da paesi vicini e lontani, dallEgitto, Marocco, Tunisia, Sri-Lanka, Gana, passando per la Puglia, la Campania e la Calabria per arrivare tutte assieme a Reggio Emilia, in una stanza, con altri ragazzi, per fare delle cose assieme, per crescere assieme. stato un anno di lavoro intenso, durante il quale siamo riusciti a fare davvero tanto grazie alla partecipazione attiva dei volontari, dei ragazzi e di tutte le persone che hanno collaborato assieme per la realizzazione di questo percorso. Siamo partiti e abbiamo lavorato assieme per conoscerci, con giochi, cartelloni, un calendario con le nostre foto conoscersi significa anche mettere in comune con gli altri qualcosa che fa parte delle nostre origini, delle nostre tradizioni e da qui la nascita di un ricettario che racchiude sapori e tradizioni di tanti paesi, di tanti mondi Poi abbiamo iniziato a creare con le manie non ci siamo pi fermati: porta sapone a forma di animali, i fiori di carta crespa, i vasi con lo spago, le girandole di cartone, i pesci di carta pesta, i cuscini con la spugna, i porta biro di pasta al sale, e tanto altro ancorae poi giochi, canzoni, balli con i ragazzi e i volontari sempre pronti a sperimentarsi, sempre disposti a fare assieme cose nuove, ad imparare e ad insegnare come si fa un fiore cos come si fa unespressione di matematica, come si costruisce una girandola cos come si costruisce un tema di italiano Eh, s, perch ci sono anche i compitie come se ci sono!

Alle volte anche tanti e difficili ed ecco che si incontrano le difficolt cos nascono le idee dai ragazzi, per i ragazzi Ed cos che nato lincontro tra volontari del Moro e professori della Fermi, per conoscersi, per parlare, per trovare un modo, assieme, di aiutare quei ragazzi che incontrano pi difficolt degli altri, ma che grazie allaiuto dei volontari possono riuscire, possono migliorare E cos laccordo, di incontrarsi, per lavorare assieme, per arricchire, per rendere sempre migliore quella stanza piena di vita, di storie e di colori.

WORKSHOP LICEO SCIENTIFICO A. MORO


GANCIO VISTO DAI VOLONTARI Claudia Lazzaretti, volontaria Ore 14 circa. Di solito a quest'ora infame sto scendendo dalla corriera e mi accingo ad arrivare verso casa, dove la mia mamma mi ha preparato il pranzo. Oggi no. E' gioved. E il gioved diverso. Me ne sto qui, seduta sul gradino dell'atrio della mia scuola, che un p mi fa impressione, cos piena di vita solo un'ora prima e ora alla stregua di pochi irriducibili che ancora la popolano. La pancia gi piena e soddisfatta. C' chi si prende un caff, chi fa due chiacchiere...io sto l, seduta...e aspetto. Poi sento una voce, una voce cara, famigliare...ed eccolo l che spunta col suo zaino al di l della porta a vetri.

Non posso fare a meno di sorridere. No, non il mio ragazzo... T., il "mio bimbo", come mi piace chiamarlo. Pesandoci bene tanto bimbo non . Ormai i suoi 12 anni "stagionati" li ha. Mi viene incontro con un sorriso immenso sul viso, mi abbraccia e mi da un bacio, quasi come se fossi la persona pi importante del mondo...e ora non solo la pancia ad essere piena, anche il cuore le fa compagnia, sazio d'affetto e di gratitudine. Poi quegli occhi si trasformano...prendono un'aria triste e un p offesa..."Perch non eri qui gioved scorso?". Una semplice domanda, che nasconde tante cose. Mi rendo conto di valere qualcosa, mi rendo conto che ai suoi occhi sono importante, sono un punto di riferimento. Mi ricordo quando alla SUA et vedevo i ragazzi della MIA et...li vedevo irraggiungibili, cos perfetti, cos sicuri di s...e mi dico probabilmente anche lui mi vede cos...se solo immaginasse quanto si sbaglia. Non sono meglio di nessun altro, non ho pretese su nessuno, non mi vedo cos grande, matura e responsabile come credevo che fossero tutti i diciassettenni. Poi guardo lui, i suoi occhi...e le mie paure svaniscono. So che crede in me, so che mi stima e mi rispetta...e, anche se magari lui non lo ammetterebbe neanche sotto tortura, so che mi vuole bene. E io ne voglio a lui...tanto! Una notte ho fatto un sogno strano...c'era anche lui. Gli avevo regalato un ciondolo azzurro a forma di tavola da surf, e lui se l'era messo subito. Poi se ne andato...dopo poco tornato un uomo, faccia poco raccomandabile, mani luride e sporche di sangue...ha buttato ai miei piedi il ciondolo azzurro. Mi sono svegliata con le lacrime che rigavano il mio viso...erano le 3 e mezza di mattina...e ho visto i minuti passare sulla sveglia uno ad uno fino all'ora di alzarsi.

Non volevo chiudere gli occhi per paura di rivedere quella scena. Quando l'ho rivisto il gioved successivo mi si aperto il cuore. T. era ancora l, sorridente, vivace e rompiscatole come al solito. In un certo senso l'ho visto crescere, mi ci sono affezionata, e ora lo sento come il mio fratello minore. L'anno scorso non avevo molta confidenza, ma quest'anno siamo sempre stati io e lui. Mi chiede come va a scuola, mi chiede come va col mio ragazzo, mi racconta quello che fa lui, quello che gli succede...mi chiede dei consigli. "Secondo te posso venire a fare il Moro?!" "T. se vuoi puoi fare tutto!! Basta che studi e non ti distrai cos spesso come fai...non difficile!" "...capito...e se mi prendono in giro perch non sono secchione?" "Tu lasciali dire...non essere secchioni o no che rende intelligenti! Io non sono secchiona, sono piuttosto il contrario, ma mi ritengo pi intelligente di molte persone che passano le ore sui libri...oh non ti ho mai chiesto una cosa...a donne come siamo messi?!" "...eeeeh sapessi!!!" Ogni tanto devo urlare per farlo stare fermo...insomma qualche minaccia non guasta mai!!...ma so che gli basta un mio sguardo per capire cosa voglio da lui. Per me gancio tutto questo: sorrisi, complicit, amicizia....fratellanza. Non credo d'essere un modello da imitare, non credo davvero di riuscire a dare tutto quello che i miei bimbi si aspettano da me, ma ci provo, con tutte le mie forze...e i risultati sono arrivati. Se trovate qualcosa di pi bello del sorriso di T., del suo bacio di "Buon pomeriggio" e dei nostri occhi che si parlano mostratemelo, e io vi dimostrer che vi sbagliate.

Maria, volontaria Gancio? Agganciare, unire, creare legami.. possibile?eh si!! Le differenze deta non esistono o esistono solo nella sfera delle responsabilit. bello arrivare in quel buco daula che il preside ci concede, ed essere avvolti da baci ( un po' ruffiani) e richieste daiuto. Chi se ne importa se i ragazzi sono cosi solo perch vogliono una mano nei compiti!! Secondo me non mentono cosi profondamente. Ogni tanto le loro faccine ti guardano imploranti e svogliato supplicandoti di non dire niente e diventare loro complice nellevitare momento compiti.. e armiamoci di pazienza!! Basta insistere un pochino e il loro dovere lo fanno. strano sedersi faccia a faccia, iniziare a fare i compiti e poi entrare nella famiglia e nelle curiosit dei ragazzi: un mondo totalmente nuovo!!ma che lingua questa?? Gi gi, arabo!! E li vedi sformare parolone incomprensibili, fatte da fontane di suoni impossibili da pronunciare. La curiosit ti assale e cerchi di afferrare qualcosa, inutilmente, ma adesso basta: cerchiamo un accordo, o una lingua per tutti o niente. La creativit viene stimolata nella seconda ora da poccetti vari: pasta di sale, fiorellini, vasi di bottoni .. tutti con le mani taccolente epoccione!! Cosi ci si diverte!! Alla fine le opero darte sono pochine ma i sorrisi sono tanti. BELLO IL GANCIO!! TENIAMOCELO STRETTO!!!

WORKSHOP LICEO SCIENTIFICO A. MORO


IL GANCIO AL MORO VISTO DAI RAGAZZI Questanno di Gancio stato bello e mi ha aiutato tanto, anche a fare i compiti. Mi sono piaciute le attivit pomeridiane; la cosa che mi piaciuta di pi stata la pasta e sale. Mi sono trovato bene con il mio amico C. perch parliamo la stessa lingua e ho iniziato a relazionarmi con gli altri e quindi ho imparato a essere meno timido Questanno a gancio mi sono trovata meglio rispetto allanno scorso. Questanno facevo i compiti con S. e L Sono appena arrivato al Gancio da un mese. stato bello, mi sono piaciuti i lavori svolti e ci sono delle belle ragazze. In oltre ho fatto delle nuove amicizie. il Gancio un posto dove si impara a fare i compiti, un posto per divertirsi e giocare con tutti; fare cose nuove. Con A.C. il Gancio un posto fantastico dove prima si lavora poi si gioca

e a volte con la C. Lora dopo i compiti si facevano dei lavori manuali e creativi e mi piacevano molto e mi divertivo a farli insieme agli altri confrontandoci a vicenda. In particolare mi piaceva quando uscivamo in giardino a fare i compiti anche se mi distraevo un po'.

ISTITUTO MAGISTRALE Matilde di Canossa


QUANDO UN PROGETTO TIENE di Ornella Thiebat Il volontariato ormai una presenza costante al Matilde di Canossa. Presenza discreta, fatta di scambi e richieste tra i ragazzi: tu dove lo fai? voi cosa fate? oggi come ci vai? chi ci sar? mi faccio interrogare oggi, cos al pomeriggio vado tranquilla a volontariato di scambi e richieste agli insegnanti: come faccio a scegliere tra la partita e il volontariato? posso stare a casa dallo stage per andare a volontariato? lanno prossimo posso provare latelier?ho incontrato alcuni bambini fuori , mi sono venuti incontro per salutarmi.., con quel bambino l ci riesco benissimo, qualche volta ho paura di non farcela, il referente mi ha chiesto se potevo.., vorrei fare lo stage con i miei bambini di volontariato, posso partire dal volontariato per il percorso desame?.. mi piacerebbe fare con Gancio il servizio civile di due momenti di verifica ufficiali, in orario scolastico, con tanto di circolare e di incontro con Mariella e i suoi collaboratori. E il momento dello scambio e della riflessione, dellascolto dellesperienza degli altri, il rendersi conto che le realt sono sempre pi diversificate, il prendere atto che la Mariella segue, sa ci che accade, pu eventualmente intervenire l dove ci potrebbe essere bisogno. E il diventare sempre pi consapevole, per me insegnante, che, pur con tutti i cambiamenti che si sono ve-

rificati nei bambini, nei ragazzi, nellalternanza dei responsabili dei diversi centri, nelle nuove realt, il volontariato tiene. Tiene, prima di tutto, perch questanno , su un centinaio di studenti che hanno iniziato ad operare nelle realt territoriali pi diverse, una ventina dei quali con Gancio, non ci sono stati , di fatto, abbandoni. Chi ha iniziato, ha continuato: perch? Forse perch avverte che l dove c pensiero ci si pu stare, si possono creare gli aggiustamenti necessari, mentre il rinunciare allimpegno preso non ha senso; forse perch mettersi in gioco nella relazione implica un legame di fiducia, costruito piano piano che deve essere salvaguardato; forse perch la presenza di un adulto con il quale verificare ci che succede funziona da piattaforma per il lancio; forse perch il volontariato il luogo in cui mettere in gioco la parte migliore di s facendola crescere con quella degli altri in un contesto educativo in senso forte Cos scrive Giulia, una volontaria di Gancio:Questa una delle cose che pi mi piace della scuola, che mentre istruisce da un lato, educa fortemente dallaltro, uneducazione che a volte passa inosservata, ma che comunque sia onnipresente, lo stesso sottostare ogni momento a delle regole, lo stesso affrontare delle discipline a volte in modo pi soggettivo a volte no, il relazionarsi in un certo modo con alcune persone e con altre, avere un rapporto molto diverso, sono certa serva per formarci e per aiutarci poi ad inserirci in quello che il mondo, ci d le basi per affrontare i pi diversi aspetti della societ, basi che da sole non reggono il vivere in s, ma che servono come punto di partenza per poi farsi un proprio punto di vista, una propria opinione, un proprio modo di affrontare le cose.

WORKSHOP AL BUS
OPINIONI DI UNA MATRICOLA di Mariacarla Fornaciari Anche se non posso definirmi una vera matricola dal momento che per tre anni ho svolto attivit di docente referente del progetto presso lITAS Citt del Tricolore, questanno ho debuttato nel lavoro del Workshop pomeridiano con gli studenti volontari del Bus: tale esperienza ha sollecitato nuove motivazioni e ha portato strumenti di riflessione sul lavoro specifico del gruppo e mio personale di insegnante. Ancora piuttosto a caldo ( la soddisfazione e la fatica di un anno non vengono metabolizzate tanto velocemente !) vorrei spiegarne i motivi. Il gruppo di studenti della scuola media Fermi che ha frequentato il Workshop era piuttosto eterogeneo come et, autonomia di lavoro,interessi verso lo studio, desiderio di stabilire rapporti personali con i volontari ; questo, ha spesso determinato difficolt nel gestire attivit pratiche o ludiche in genere, perch, snobbate dai pi grandi , venivano poi criticate abbastanza negativamente dall intero gruppo, che si omologava ai leader contestatori.. Nel momento dello studio, inoltre, non sempre stato facile decifrare i differenti messaggi non verbali mandati dai ragazzi rispetto al compito da eseguire. Tuttavia mi ha sempre stupito la grande creativit e la garbata caparbiet dei nostri volontari, che anche di fronte a comportamenti di ostinato rifiuto, apparentemente inspiegabile, hanno saputo mantenere aperta la comunicazione e lascolto, proponendo soluzioni rispettose dei tempi e degli umori che circolavano, senza ce-

dere a facili concessioniAnche la grande collaborazione fra i volontari stata la costante dei pomeriggi di Gancio: la ricerca delle competenze specifiche di ognuno di loro nei diversi ambiti di studio, linguistico, scientifico o letterario, si via via consolidata, fornendo una bella lezione di lavoro in equipe anche a noi adulti. L aspetto sul quale i ragazzi del Bus e noi insegnanti ci siamo lungamente interrogati costituisce il denominatore comune degli alunni coi quali abbiamo condiviso i due pomeriggi settimanali: il senso di inadeguatezza e, conseguentemente di frustrazione di fronte a richieste troppo alte per loro. Ci siamo spesso chiesti come semplificare senza ridurre eccessivamente i contenuti tenendo ben presenti le caratteristiche specifiche di ciascuno, come attrezzare i ragazzi degli strumenti necessari per arrivare al termine della consegna, evitando la frustrazione di chi si ritrova ai piedi di una montagna da scalare con le ciabatte ai piedi. Con questo abbiamo dovuto spesso fare i conti, impegnandoci ad aiutare, sottolineando per le abilit che comunque il ragazzino dimostrava anche nella difficolt. Lintento era quello di aumentare lautostima per contenere la frustrazione: ci siamo riusciti? Credo di s, non sempre e non con tutti, ma i rimandi che i volontari hanno avuto, andavano in questa direzione. Nella fatica di un lavoro che ha li visti impegnati con assiduit e responsabilit, ancora una volta, lesperienza stata positiva.

IL GALVANI IN GANCIO ORIGINALE


prof. Corsini Alessandro Nel febbraio 2003 il Galvani ha firmato il protocollo di collaborazione con lAUSL per partecipare al progetto di volontariato giovanile chiamato Gancio Originale. Lo scorso anno si sono resi disponibili 6 studenti, questanno hanno vissuto lesperienza 31 ragazzi e ragazze suddivisi tra 11 scuole e 2 strutture per disabili. Nellincontro conclusivo di verifica del lavoro svolto, sono stati esaminati i problemi incontrati dai nostri studenti durante lattivit ed i risultati raggiunti: qualche volta non stato semplice gestire la vivacit dei ragazzi e condurli a concentrarsi sullattivit scolastica, qualche volta c stato bisogno di un aiuto superiore per guidarli nellesecuzione dei compiti, ma in genere i nostri studenti hanno saputo allacciare ottimi rapporti con bambini e ragazzi e questi si sono trovati bene con loro. Nelle attivit manuali e nel gioco si sono inseriti benissimo. Lo stato danimo prevalente in tutti una grande soddisfazione per lesperienza fatta, nella convinzione che questa sia servita tanto ai ragazzini aiutati quanto a noi stessi. Nessuno poi tralascia di dire di essersi divertito molto! Per fare tesoro delle emozioni provate, delle scoperte fatte e di tutta lattivit condivisa, ad ogni studente sono stati donati il calendario Il Galvani in Gancio Originale che racconta lesperienza e la maglietta con la foto stampata del proprio gruppo di lavoro, oltre al giornale dIstituto che ha dedicato in ogni numero una rubrica a Gancio. Complessivamente i ragazzi del Galvani hanno realizzato 1028 ore di volontariato, un risultato certamente positivo per un Istituto che si inserito da soli due anni.

LA STANZA DI DANTE:

WORKSHOP DI ACCOGLIENZA PER RAGAZZI IMMIGRATI

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLISTITUTO PROFESSIONALE IPSIA E AL LICEO SCIENTIFICO A. MORO


IL PRIMO VERO IMPATTO CON CULTURE DIVERSE di Silvia Borghi Quando la dott.ssa Deliana Bertani e Mariella Cantini mi prospettarono la possibilit di svolgere parte del mio tirocinio presso la Stanza di Dante allIpsia Lombardini e al Liceo Scientifico A.Moro rimasi un po spiazzata. Inizialmente temevo di non avere gli strumenti adeguati per far fronte a questo progetto:<<Non sono e non ho le competenze di un insegnante ditaliano, non conosco gli usi e costumi tipici di culture diverse dalla mia!!!>>. Daltro canto mi affascinava molto lidea di imparare e aiutare, per quanto mi stato possibile, ragazzi che conoscevano nulla o quasi nulla della lingua, degli usi e costumi del mio paese. Ovviamente, Deliana e Mariella ridimensionarono le mie preoccupazioni, il mio ruolo non era quello d insegnare litaliano a studenti stranieri (una madrelinguista svolgeva gi questo lavoro allIpsia durante la mattina), ma quello di affiancare una professoressa dellIstituito, Alessandra Martelli, nellaccogliere i bisogni dei ragazzi arrivati da pochi mesi nella scuola. Gli obbiettivi allora, assumevano una connotazione diversa, s rafforzare le competenze linguistiche apprese durante la mattinata, ma non in modo strettamente didattico: ad esempio creando situazioni di gruppo in cui i ragazzi confrontavano e verificavano le loro conoscenze, essere al corrente di tutti i servizi che la cit-

t poteva offrirgli, dalla biblioteca, al consultorio giovani, allinforma giovani, ai musei ecc. Sono state occasioni per fare visite guidate, con precedente preparazioni e simulate in classe. Ma il piano di lavoro non avrebbe prodotto i sui risultati, senza le figure indispensabili alla realizzazione di qualsiasi obbiettivo, i mediatori culturali. Ragazzi della stessa scuola, della stessa cultura dei ragazzini appena trasferiti, ma con qualche anno di pi e con loccasione di aver potuto conoscere due culture completamente differenti. Oltre allaiuto concreto che i mediatori ci offrivano, nelle traduzioni (soprattutto nel primo periodo), hanno dato sostegno ai loro compagni nellesprimere quelle che erano le loro priorit, i loro dubbi, perplessit e incomprensioni, ma principalmente nellinserirli un po di pi nellambiente scolastico. Mi ricordo ancora una frase della prof Martelli, davvero in gamba nel proporre e organizzare attivit.<<Vedere lespressione sconsolata dei ragazzini quando sono in classe bombardati da informazioni specifiche di ogni materia e osservarli qui ridere e scherzare fa veramente piacere >>. Forse fu in quel momento che mi resi conto che il lavoro di squadra e il gruppo stava dando qualcosa!!!

Lesperienza al Moro stata leggermente diversa, il gruppo era molto piccolo due ragazzini e un mediatore culturale, la finalit sostanziale era il supporto didattico, le richieste scolastiche in un liceo sono molte pi alte di quelle di un istituto professionale per cui i ragazzini appena arrivati si trovavano in maggiori difficolt, di conseguenza ritenevano prioritario laiuto allo studio e ai compiti. E stato impegnativo anche per me rispolverare storia, filosofia, italiano, informatica, geografia ecc, ma con laiuto prezioso del mediatore, dellinsegnante Bondavalli e De Pierti ci siamo riusciti! Non sono mancate naturalmente le confidenze dei piccoli problemi e delle incertezza legate alla cultura e ad un ambiente scolastico diverso,ovviamente non semplicemente risolvibili, se non altro osservate da un ottica meno incerta con laiuto di qualcuno che le ha gi passate.

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLI.P.S.S.C.T. Filippo Re


di Citelli Gianna, Fabbi Elisabetta e Fontanesi Elisabetta Nell'anno scolastico 2003/04 nell'Istituto professionale F. Re stato realizzato il progetto "Stanza di Dante" per aiutare,accogliere e sostenere sia dal punto di vista didattico, sia dal punto di vista sociale, gli alunni di origine straniera. Il progetto stato possibile grazie al prezioso appoggio dei volontari dell'A.U.S.L. e alla grande disponibilit di alunni delle classi 3 e 4 dell'Istituto nonch di alcune insegnanti referenti. Gli alunni di origine straniera che hanno partecipato al progetto sono sempre stati molto assidui agli incontri aiutandosi vicendevolmente nei compiti assegnati loro dagli insegnanti e scambiandosi notizie sui loro paesi di origine, sulla loro cultura, sulle loro abitudini, in un clima sereno e arricchente. Una nota di merito particolare da assegnare agli alunni dell'Istituto che hanno aiutato, appoggiato, sostenuto e accolto con grande disponibilit e continuit questi ragazzi desiderosi di inserirsi al meglio nella scuola e nel nostro paese. E' importante sottolineare l'impegno dei ragazzi volontari perch gli stessi erano occupati in altre scuole anche nel progetto "Gancio Originale". Gli incontri settimanali si sono svolti consecutivamente da Gennaio a Maggio. Ad ogni incontro era presente anche una insegnante referente della scuola per coordinare le attivit.

La conclusione di questo progetto si svolta all'Istituto A.Moro con una festa fra tutte le scuole che aderivano alliniziativa. Le volontarie dell'A.U.S.L. hanno aiutato i ragazzi a preparare un piccolo spettacolo per poter partecipare al meglio a questa festa. E' auspicabile che si possa ripetere l'esperienza,veramente gradita e importante, per un ottimo inserimento,non solo scolastico,degli alunni stranieri.

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLI.P.S.S.C.T. Filippo Re


di Agnese Ferrari Sono quasi due anni che collaboro con Gancio Originale nei suoi diversi progetti ; ho incominciato svolgendo il mio tirocinio universitario, continuato come volontaria e oggi come volontaria civile. Quest anno a differenza dell anno scorso ho incominciato una nuova esperienza: LA STANZA DI DANTE. La stanza di Dante un laboratorio linguistico per ragazzi immigrati che frequentano le scuole superiori. Dal primo giorno stato tutto molto coinvolgente e costruttivo sia per me come persona, per la professione che un giorno spero di poter fare, che per gli stessi ragazzi che da subito sono entrati in relazione tra loro molto incuriositi. Il gruppo era formato da una decina di ragazzi di diverse nazionalit : kossovari, albanesi, marocchini, rumeni, ganesi, cinesi.

Ci siamo trovati tutti i giovedi pomeriggio nei locali della scuola per due ore circa. La prima ora aiutavamo i ragazzi (io, una professoressa e alcuni volontari) a svolgere i compiti, soprattutto quelle materie in cui loro riscontravano pi difficolt. La seconda ore il lavoro era tutto centrato sulle loro diverse culture, usanze e tradizioni. Abbiamo costruito un cartellone dove ognuno di noi ha raffigurato la cartina del proprio paese con le citt pi importanti e la loro foto; abbiamo parlato di religione, di cibo e di tradizioni durante le feste. Il gruppo riuscito subito a entrare in relazione e forse anche grazie alla figura del Mediatore Culturale. Il Mediatore, stata, nel mio caso, una ragazza Kossovara, che da pi anni qui in Italia; arrivata come volontaria per aiutarci con i ragazzi pi giovani che magari avevano pi difficolt con la lingua; questo ci ha aiutato spesso ad uscire in modo a volte anche divertente da situazioni di incomprensione tra noi e loro. Nel mio gruppo non ci sono stati particolari problemi, si instaurata una forte amicizia tra tutti e soprattutto un grande rispetto per le differenze altrui. stato molto bello vedere la loro curiosit nel conoscere cose nuove nel confrontarsi con noi e con i loro compagni. Una cose che secondo me pu dimostrare una buona loro integrazione nel nostro paese la proposta che arrivata da loro per la festa di fine anno di Gancio. Volevano preparare con noi una cosa da portare alla festa, una cosa che riuscisse a unificare tutti loro nonostante le loro diverse provenienze e dopo un po' di proposte, a una di queste ragazze, venuta l idea di cantare tutti insieme l inno Italiano. Era una cosa che a parer loro avrebbe potuto dimostrare la loro integrazione nel nostro paese; non un abbandono delle loro tradizioni ma come un ringraziamento per il fatto di essersi trovati cosi bene in questa esperienza che li ha fatti sentire accolti.

Secondo me questo progetto utile sia a questi ragazzi che arrivano in un paese nuovo, dove tutto per loro pu essere diverso e incomprensibile, che a noi e ai ragazzi volontari, perch grazie a questo si conoscono cose nuove, si aiutano gli altri e si impara a conoscere meglio e rispettare questa Italia sempre pi multiculturale.

STANZA DI DANTE ALLI.P.S.S.C.T. Filippo Re Breve intervista ai ragazzi RAGAZZA ALBANESE In Italia da quasi 5 anni,il padre qui da sette la mamma da 5. arrivata con la madre. La sua famiglia in Italia con lei. In Albania i genitori facevano gli agricoltori e il padre anche il muratore, qui il padre il muratore, la madre la casalinga. Ha un fratello di 19 anni che fa il metalmeccanico e uno di 14 che fa la terza media. RAGAZZA ALBANESE In Italia da quasi tre anni il padre da 13 e la mamma da 3 arrivata con la mamma. In Albania ha ancora gli zii e i nonni perch li hanno un lavoro e la loro casa. In Albania, la mamma casalinga e il papa agricoltore , qui la mamma operaia e il pap muratore. Ha due sorelle una frequenta le medie l altra la terza elementare.

RAGAZZA GANESE Da un anno in Italia la mamma da 14,lei rimasta in un collegio in Ghana e con la nonna. Oggi sono tutti qui.in Ghana la mamma faceva la casalinga qui lavora. ha una sorella piccola. RAGAZZO RUMENO Da 2 anni in Italia i genitori da 5.,tutta la sua famiglia oggi qui. In Romania i suoi genitori erano dei negozianti qui il padre fa il muratore e la mamma la bambinaia. ha due sorelle una lavora in un panificio, l altra disoccupata. RAGAZZA KOSSOVARA In Italia da tre anni i genitori da dieci. Il fratello rimasti in Albania a frequentare l universita. Il padre insegnava geografia e storia la mamma casalinga,qui il padre lavora in un ditta. Ha due sorelle una frequenta le medie l altra le elementari. RAGAZZA KOSSOVARA Da 5 anni in Italiail Padre da 9 la madre da 6 tutta la famiglia qui con lei.la mamma faceva la casalinga il padre lavorava nei campi.ha due fratelli, uno frequenta la 2 e l'altro la 4 elementare. RAGAZZA MAROCCHINA nata in italia il padre qui da 18 anni la mamma da 16,in marocco la mamma andava a scuola e il padre faceva l artigiano. Ha due fratelli uno fa le superiori (IPSIA) l'altro la seconda elementare. RAGAZZA MAROCCHINA In italia da 5 anni, il papa da 15 la mamma da 5 arrivata con i suoi genitori.in Marocco il papa faceva il barbiere e la mamma la casalinga. Qui il papa il papa oltre al barbiere lavora anche in una fabbrica. Ha una sorella di 4 anni che va all asilo.

LA STANZA DI DANTE AL ZEFFERINO IODI

DON

di Lidia Manfredi, Michele Moramarco e Stefania Caleri insegnanti dellistituto Un microcosmo umano: ormai questa, da anni, la realt e forse, prima ancora, la vocazione del nostro Istituto. Lo Iodi, che da sempre un animato luogo di incontro e di crescita per ragazzi di diversa provenienza sociale, culturale, geografica ed etnica, ha dato questanno veste ufficiale alla sua vocazione/realt, facendo proprio il progetto La stanza di Dante, allestito dai servizi educativi dellAUSL. Nel momento in cui lIstituto si appresta ad attivare curricoli interculturali, volti tanto allintegrazione degli alunni provenienti da altre nazioni quanto alla formazione di una coscienza planetaria in quelli italiani, lofferta della Stanza ci parsa unappetibile primizia, una sorta di training propedeutico a quello che si prospetta come il futuro certo di qualsiasi comunit educativa degna di questo nome. Siamo dunque entrati nella Stanza, insegnanti e volontari, con la sensazione di imboccare un sentiero affidabile, anche se in ampia misura ancora sconosciuto. Se prima i singoli ragazzi stranieri venivano interpellati dai compagni di classe sulle loro tradizioni e stili di vita, ora, per la prima volta, si assistito ad una sorta di sinfonia dialogica, in cui ogni lingua e ogni cultura provavano ad armonizzarsi con tutte le altre. Questo ci sembrato il maggior pregio dellesperienza cos come labbiamo vissuta allo Iodi: lo smantellamento della logica noi (italiani)/ voi (stranieri) e il passaggio ad una

pi fluida comunicazione circolare (malgrado gli inceppi e gli equivoci linguistici, vissuti peraltro, spesso, in modo saggiamente ludico), fondata sullio (il soggetto umano unico e irripetibile, al di l delle sue coordinate etniche) /tutti (la comunit discente organica e indivisibile). In altre parole, abbiamo testimoniato, nel nostro microcosmo, il superamento dellestraneit, della segmentazione, di quella alienazione delluomo dalluomo che una delle radici della guerra. Qualche momento di incomprensione o di tensione non mancato, ma il buon senso, la volont di convergere, limpegno nel lavoro scolastico e datelier, o anche semplicemente un po di musica (di volta in volta napoletana, tunisina, ghanese ecc.), lo hanno stemperato. Mirabile per attenzione, delicatezza e perseveranza, risultato il ruolo delle alunne volontarie. Lanno prossimo la nostra piccola stanza dantesca diventer, ci auspichiamo, una dimora ampia e stabile. nostra intenzione, infatti, conferire a questa esperienza lo status di laboratorio permanente nel quadro dellarea interculturale che stiamo allestendo.

LA STANZA DI DANTE AL ZEFFERINO IODI

DON

VOLONTARI E RAGAZZI RACCONTANO LA LORO ESPERIENZA Sarra/Ibti, mediatrice culturale e alunna del Don Zefferino Iodi Per me una nuova esperienza in questo ambito del volontariato.

Devo dire che una cosa molto bella e che ti fa conoscere altre persone e ti fa crescere la tua personalit e le tue conoscenze. In questo periodo di tempo ho conosciuto molte altre ragazze sia straniere che italiane. Con sincerit mi sono piaciute tutte le attivit sia quelle di studio sia quello di divertimento. Un saluto a tutte le ragazze e sopra tutta a te Anna.

Cira, volontaria Ciao! Mi chiamo Cira e frequento il quarto anno presso listituto Don Zeffirino Iodi.E il primo anno che aderisco al "Gancio Originale". Molti pensano che una perdita di tempo ma non cos anzi, ti gratifica molto! Questanno per la prima volta stato inserito nella mia scuola ed ho deciso di intraprendere questa strada per vedere cosa potevo ricavarne come esperienza. Purtroppo nella nostra scuola partita tardi come iniziativa ma in compenso stata molto intensa. Il giorno in cui effettuavamo questa attivit era il luned, in un arco di due ore in cui la prima ora la dedicavamo ai compiti, la seconda a varie attivit (fiori di carta crespa, cornici decorate con la pasta, canto, musica, vasi decorati con lo spago ed altre mansioni varie). Nel caso in cui i ragazzi non avevano i compiti per il giorno seguente, a loro disposizione cerano dei libri che contenevano esercizi sul perfezionamento della lingua italiana.Personalmente ho imparato tante cose, ad esempio, in ambito creativo ho imparato realizzare fiori di carta crespa, decorare i vasi mentre; in ambito sociale ho imparato a rapportarmi con ragazzi di altre culture, saper

passare un pomeriggio piacevole con loro raccontandoci la nostra vita quotidiana e passata brevemente.E una sensazione indescrivibile quella che ho provato nellaiutare questi ragazzi! Mi hanno fatta sentire utile rendendo la mie giornate pi significative e sensate. Se anche solo avevo dei problemi per la mente e la tristezza mi sfiorava i pensieri per poi farla emergere sul viso, bastava un loro sorriso o una loro richiesta di aiuto per far sparir quella ombra sul mio viso.Bh vi dir cosa ne ha ricavato la sottoscritta che molto insicura di s in tutto quello che f: sicurezza, stima di s e degli altri, fiducia e convinzione che aiutare gli altri molto importante e utile rendendo estremamente forte la tua vita gratificandola molto. Spero tanto che lanno prossimo questa attivit venga ripresa nella mia scuola per continuare ad arricchire la mia vita piena di belle sensazioni. Ciao, . alla prossima!!!!!!!!!!

Adabbo Roberta 4^B, volontaria Ciao a tutti, mi chiamo Roberta frequento il 4anno presso la scuola professionale Don Zeffirino Iodi. Quest'anno avevo voglia di fare nuove esperienze e conoscere nuove persone, cos, quando a scuola ci stato proposto di fare Gancio Originale, la cosa ci ha incuriosito, e io e delle mie amiche abbiamo accettato alla proposta. Questa la prima volta che aderisco come volontaria a questo tipo di iniziativa, e devo dire che stata davvero una bella esperienza, sopratutto il fatto di aiutare, mettermi a disposizione per qualsiasi cosa per dei ragazzi di culture diverse, mi ha gratificato molto.

Tutta l'iniziativa si svolta in maniera positiva ed stato gestito in modo ottimale. Gli incontri si svolgevano una volta a settimana (luned) per due ore, nella prima ora si era stabilito che si facevano i compiti con l'aiuto di noi volontari, mentre nell'ora successiva si faceva attivit libera: fiori con la carta, musica/canto,decorare le cornici e creare dei piccoli vasetti, decorati con dello spago, per inserirci dei semi per far crescere i fiori .... Ormai, come tutte le cose belle, anche questa attivit finita e spero di rifare questa esperienza anche l'anno prossimo. Alla prossima!!!! By Robby.

Durante lanno scolastico,abbiamo frequentato Gancio Originale. Da questa esperienza, abbiamo capito le differenze culturali e caratteriali di ogni persona,abbiamo capito il valore dellamicizia e laiuto di ogni persona ha bisogno. Durante questo progetto,non abbiamo riscontrato molte difficolt e ci siamo inserite subito con altre ragazze e volontarie; abbiamo fatto molte attivit,di cui alcune piacevoli e altre no. In conclusione, lanno prossimo vorremmo tornare a fare questo progetto.

Rebecca (ragazza della Stanza di Dante) Volontaria anonima Questo corso mi ha aiutato a fare i compiti. Mi piaciuto quando abbiamo fatto merenda, quando abbiamo fatto i fiori, non mi piaciuto invece quando abbiamo fatto le cornici perch sono venute male. In generale per mi sono divertita e ho fatto nuove amicizie. Era la prima volta che facevo questesperienza. Questa attivit organizzata per i ragazzi stranieri di questa scuola. Mi piaciuto molto studiare con i ragazzi del volontariato, mi hanno aiutato nei miei compiti scolastici e ho imparato molto da loro. Le iniziative che mi sono piaciute di pi, sono state quelle di cantare tutti insieme e di fare dei fiori con la carta. Spero di fare questa esperienza anche lanno prossimo.

Somaya (ragazza della Stanza di Dante) e Patrizia (volontaria) -

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLISTITUT O G. Scaruffi GANCIO E POLO ECONOMICO INSIEME PER LA REALIZZAZIO NE DEL P.O.F. di Antonia Munarini, docente referente Il Piano dellOfferta Formativa del nostro Istituto (Scaruffi Levi Citt del Tricolore) pone, tra le proprie priorit, oltre alla crescita culturale generale e professionale dei propri studenti, lesigenza di fornire loro gli strumenti per lacquisizione di competenze personali, relazionali e sociali che li aiutino ad

orientarsi nella realt sempre pi complessa, ma ricca di opportunit, come quella odierna, a guardare dentro se stessi, a riconoscere le proprie specificit e quindi a costruire un proprio progetto di vita. In questo compito, certamente non facile, la scuola trova un validissimo collaboratore in Gancio Originale. Infatti questultimo, attraverso le attivit di volontariato che propone, d ai nostri ragazzi la possibilit di aumentare le competenze comunicative e sociali, di riflettere sulle proprie risorse personali, che non necessariamente emergono nellesperienza scolastica, di rafforzare il proprio senso di

responsabilit e la stima di s. Un altro obiettivo importante del Piano dellOfferta Formativa dellIstituto quello di favorire nel miglior modo possibile linterazione sociale e culturale dei numerosi studenti di origine straniera, soprattutto di coloro che sono appena giunti in Italia e hanno scarsa o addirittura nessuna conoscenza della lingua italiana. Ed ecco che anche nel raggiungimento di questo obiettivo Gancio ha una parte notevolissima attraverso il gruppo di accoglienza La Stanza di Dante, a cui questanno hanno partecipato una quindicina di studenti, soprattutto

cinesi, ma anche da Ghana, Sri Lanka ed Egitto. I sei volontari dellistituto erano anchessi per buona parte provenienti dagli stessi paesi dei giovani appena arrivati, ma gi in Italia da diversi anni e perfettamente integrati nella citt e nellIstituto, e quindi sono stati validissimi mediatori culturali e hanno davvero aiutato i loro compagni ad inserirsi nella scuola, a migliorare la conoscenza dellitaliano e, soprattutto a sentirsi accolti. Complessivamente questanno sono stati oltre 50 i ragazzi del nostro Istituto che hanno partecipato ai diversi workshop coordinati da

Gancio, assommando oltre 2000 ore di attivit. Davvero un ottimo risultato! E per questo dobbiamo ringraziare Mariella e le sue collaboratrici che hanno saputo trasmettere a questi giovani entusiasmo, voglia di darsi da fare, di aiutare chi aveva bisogno e di farsi nuovi amici. E interessante riportare alcune delle frasi che si ripetono nelle relazioni che i volontari della nostra scuola hanno scritto sullesperienza fatta con Gancio: Ho imparato cose nuove Mi ha aiutato a crescere Mi piaceva lidea di fare leducatore ed essere un punto di riferimento per i ragazzi E stata una grandissima soddisfa-

zione riuscire a far fare i compiti a chi aveva maggiori difficolt E stato utile per la mia crescita personale e per quella dei ragazzini .. e si potrebbe andare avanti con tante altre ancora, ma il tono sempre quello, il tono di chi soddisfatto dellesperienza fatta, anche se talvolta ha incontrato difficolt perch ha dovuto misurarsi con bambini un po troppo vivaci o problematici, ed consapevole di aver dato, ma, soprattutto, di aver tanto ricevuto!

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLISTITUT O G. Scaruffi I NOSTRI RAGAZZI GRANDI DELLA STANZA DI DANTE di Francesca Tirelli Il coordinamento della Stanza di Dante allIstituto Superiore Gaetano Scaruffi stata per me unesperienza molto arricchente e per molti aspetti differente dallanalogo progetto che ho condotto nelle scuole medie inferiori. Si tratta di un workshop daccoglienza rivolto agli studenti stranieri di recente immigrazione con problematiche di inse-

rimento nel nuovo contesto in cui si trovano a vivere e con difficolt nellapprendimento della lingua italiana. Come ogni altro progetto di Gancio, si avvale della collaborazione di volontari; in questo caso si tratta studenti, immigrati e non, delle ultime classi dello stesso istituto superiore. La possibilit di avvalersi della collaborazione come volontari di ragazzi stranieri che si pongono come mediatori nei confronti dei ragazzi neoarrivati in Italia un potente strumento: permette infatti di creare un ponte verso unintegrazione che consente ai ragazzi di relazionarsi con coetanei con i quali condividono un bagaglio culturale e di

esperienze comuni. Gli studenti destinatari di questo progetto sono infatti adolescenti (spesso spaesati e spaventati) che per venire in Italia hanno lasciato affetti importanti e una vita sociale gi costruita. La difficolt nellapprendimento della lingua per loro maggiore rispetto ai loro stessi connazionali pi giovani e spesso hanno ricevuto una educazione che non permette loro di lasciarsi andare, di mettersi in gioco, di imparare attraverso la creativit, poich farlo significherebbe soltanto una perdita di tempo. Ai nostri ragazzi grandi della Stanza di Dante viene spesso richiesto dalla famiglia di imparare in fretta litaliano in modo

da poter riportare gli apprendimenti in famiglia e per essere velocemente autonomi potendo cos andare a lavorare, continuando a frequentare la scuola. Siamo partiti in tanti: sedici ragazzi sono stati inseriti nellattivit, su segnalazione di Atonia Munarini, insegnante referente dello Scaruffi per le attivit di Gancio e otto volontari hanno affiancato me e Marilena Manfredi, linsegnante che negli ultimi mesi di attivit mi ha affiancato nella conduzione del workshop. La maggior parte dei ragazzi ha avuto una presenza incostante, allinizio sempre presenti, poi gradualmente per molti di loro si sommata agli impegni scolastici

la necessit di contribuire alleconomia familiare andando a lavorare. Oltre ad aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti, ho ritenuto importante far in modo che i nostri ragazzi imparassero a conoscersi e a stare insieme: abbiamo dato perci spazio alle interazioni di gruppo, abbiamo disegnato e colorato insieme le maschere per la festeggiare il Carnevale, abbiamo fatto insieme dei bracciali intrecciando fili di cotone colorato e soprattutto abbiamo sfruttato il nostro tempo per conversare, allinizio molto timidamente e a stento, poi gradualmente in modo sempre pi naturale. Un grazie di cuore a Sheng, un volontario cinese che ci

ha dato preziosi consigli e validi aiuti nellimpostazione del lavoro rispetto alle aspettative personali e culturali dei propri connazionali e a Silvia Canali (ex insegnante in pensione): una volontaria speciale che stata un grande aiuto per tutti i ragazzi e ha permesso anche a me di imparare tante cose! Un grazie ovviamente a Marilena e Antonia, per la preziosa collaborazione.

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA GIOVANNI PASCOLI DI CADELBOSC O SOPRA
I TIRABUSOUN di Francesca Tirelli Questo il secondo anno che conduco La Stanza di Dante presso la Scuola Media Giovanni Pascoli di Cadelbosco Sopra. Lattivit si rivolge a ragazzi di prima e seconda immigrazione con difficolt scolastiche, relazionali e di inserimento in buona parte dovute ad una scarsa conoscenza della lingua italiana e del contesto scolastico e ambientale nuovo nel quale si

trovano a convivere. Anche questanno mi sono occupata della selezione dei ragazzini per la formazione del gruppo di partenza, chiedendo un elenco di alunni immigrati con difficolt di inserimento e di apprendimento alle Professoresse Betti Concetta e Corradini Cristina, referenti della scuola per il progetto di Gancio. Dopo un colloquio conoscitivo ho formato il gruppo di partenza, costituito da 12 ragazzi di varie provenienze: una ragazza che proviene dalla Tunisia, una dal Pakistan, due (fratello e sorella) provenienti dallAlbania, una ragazzina di origine marocchina, un ragazzo dalla Serbia, due fratelli dalla Gior-

dania, due sorelle di origine croata e vissute fino allanno scorso in Germania e due ragazzi italiani, inseriti nel gruppo per permettere loro, poich gi presenti lanno scorso, di seguire con continuit il progetto. Insieme a me sei volontari che con impegno e grande motivazione mi hanno affiancato nella conduzione delle attivit, inoltre due tirocinanti dellUniversit di Parma che si sono aggregati al nostro gruppo per svolgere le loro ore di esperienza pratica guidata. Lobiettivo che ci siamo posti stato quello di aiutare i ragazzi ad esprimersi in vari modi che caratterizzano i loro paesi di provenienza (la cucina, la musica, le tradizioni) attra-

verso una modalit che tutti accomuna: la voglia di divertirsi creando e giocando insieme. Ecco allora che abbiamo costruito delle cornici di cartone che poi abbiamo decorato, fatto delle creazioni di pasta colorata con lo spray dorato da regalare a Natale, decorato delle scatoline, fatto dei segnaposto a forma di maialino, fatto la pasta e sale, fatto delle tovagliette per la colazione con materiale riciclato, intrecciato braccialetti con fili colorati. Le attivit diventano opportunit per poter, pian pian, imparare a conoscersi, per relazionarsi nel gruppo e per mettere in comune le competenze di ognuno. Nove ragazzi hanno frequentato co-

stantemente lattivit (gli altri tre hanno avuto una partecipazione altalenante fin dallinizio, specularmene alla scarsa presenza scolastica). Hanno dimostrato impegno e motivazione nella fase di svolgimento dei compiti e curiosit, voglia di fare e unottima manualit nei momenti pi creativi. Hanno man mano imparato a conoscere i compagni e i volontari. Ci ha consentito ad alcuni di superare le difficolt e i timori relazionali iniziali e ad altri gradualmente di contenere il loro comportamento e il linguaggio utilizzati inizialmente in modo molto provocatorio. Il coinvolgimento di volontari un po la formula su cui si basa il Gan-

cio, poich si tratta di ragazzi che hanno pi o meno let dei ragazzini dei workshops e che, perci, non sono percepiti come adulti normativi, ma come amici pi grandi, dai quali pi semplice e anche pi bello ricevere attenzioni, fiducia, un aiuto per fare i compiti e le varie attivit proposte o anche un rimprovero. Devo per sottolineare le capacit e la competenza spontanea di questo gruppo di volontari che ha sempre saputo come coinvolgere i nostri ragazzini e si sempre divertito insieme a loro, attraverso la semplicit e la voglia di mettersi in gioco e la consapevolezza di portare avanti con costanza limpegno dei

nostri pomeriggi insieme. Credo che questo sia passato ai ragazzini e che sia stato ci che ha permesso la formazione di un autentico legame tra noi E bellissimo quando man mano i volontari arrivano (in base agli orari delle varie corriere) entrano nella nostra Stanza (di Dante) e si sentono le urla di gioia e le ovazioni da stadio con cui vengono salutati dai ragazzini che li aspettano!! Grazie a tutti i TIRABUSOUN: questo il nome internazionale che abbiamo scelto per il nostro gruppo!!! Un grazie anche allattenta e partecipe collaborazione delle professoresse Betti Concetta e Corradini Cristina che ci hanno accompagnato in

ogni fase di progettazione e realizzazione del progetto. Grazie soprattutto alle loro professionalit e sensibilit che hanno favorito limpegno che in questo progetto mettono i nostri volontari, attraverso i risultati conseguiti da Gancio.

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA Giovanni Pascoli - DI CADELBOSC O SOPRA
IL GANCIO di Patrizia Setti

Quella di quest' anno stata la mia prima esperienza di Gancio Originale. Solitamente io amo stare con i bambini e questa stata la prima motivazione che mi ha spinto ad iniziare. Devo dire che non mi aspettavo tutta quella complicit che mi raccontavano gli altri volontari e che realmente si creata tra me e i ragazzi! Sembra di avere affrontato un viaggio, durante il quale ho aiutato a crescere alcuni ragazzi e soprattutto durante il quale sono cresciuta io! Aiutarli a fare i compiti, a superare certe difficolt di alcuni con la lingua italiana, giocare con loro.tutto ci mi ha permesso di tornare bam-

bina senza avere paura perch munita di una maturit che mi ha fatto cambiare opinioni e punti di vista sui ragazzi pi giovani e sul "loro" mondo. Mi sono affezionata davvero a loro e ammetto che non pensavo fosse possibile! Ora che finito (per quest'anno!) mi rimane un po' di malinconia, ma sono pronta a ricominciare il prossimo anno questa meravigliosa avventura!

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA Giovanni Pascoli - DI CADELBOSC O SOPRA
UNESPERIENZA DA NON PERDERE di Antonio DArelli Questo probabilmente lultimo anno che posso venire a Gancio. Terminando le scuole superiori ( quello ke spero!) termina anche questa splendida esperienza perk il prossimo anno infatti far lanno di militare.. C da dire ke fare Gancio non una passeggiata, unesperienza ke

richiede tempo personale da offrire ai ragazzi gratuitamente per aiutarli a svolgere i compiti scolastici. Ma non assolutamente tempo perso, in fondo aiuti qualcuno e quindi ti senti assolutamente realizzato e felice!! A Gancio non si fanno solo i compiti: abbiamo due ore, di cui una dedicata a giochi di gruppo e ad esperienze creative.. Non ho pi niente da dire anzi, unA cosa ve la dico, PARTECIPATE NUMEROSI! E UNESPERIENZA DA NON PERDERE!!!!!!

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA Giovanni Pascoli - DI CADELBOSC O SOPRA
A QUELLE MERAVIGLIOSE PESTI Di Federico Cella Durante questo percorso mi sono divertito davvero un sacco!! Pi dell'anno scorso!! Per sempre con la stessa voglia e allegria. L'allegria l'ingrediente principale per affrontare questo tipo di percorso perch non trovo niente di pi bello che trasmettere la mia allegria hai ragazzi e vedere il risultato dei miei sforzi in un

bel sorriso che mi rende soddisfatto della giornata passata insieme. Vedere che in qualche modo posso essere il punto di riferimento per un aiuto (o per una risata) mi gratifica tantissimo e pi vado avanti e pi capisco che il rispetto e la sensibilit verso gli altri conta tantissimo per una bella, anche se piccola, avventura. TUTTO QUESTO LO DEVO A QUELLE MERAVIGLIOSE PESTI!!!!!!!!

LA STANZA DI DANTE WORKSHOP ALLISTITUT O COMPRENSI VO DI BAGNOLO IN PIANO


IL VIAGGIO di Marcella Paterlini Lesperienza della migrazione spesso si traduce in una condizione di vulnerabilit psicologica. Il viaggio nel nuovo paese di accoglienza per la maggior parte dei casi subito. Bambini e ragazzi senza possibilit di scegliere si trovano improvvisamente travasati in un nuovo mondo senza alcuna preparazione. Il viaggio dal paese dorigine a quello che li ospita

accompagnato da dolorosi tagli, lacerazioni, distacchi, alimentando vissuti di perdita e sentimenti nostalgici. Si richiede in modo brusco di lasciare le proprie certezze e i propri punti di riferimento in cambio di un difficoltoso gioco di equilibrio nel vivere contemporaneamente scissi tra due mondi cos lontani. Lingresso nella scuola rappresenta un ulteriore elemento di discontinuit con la propria origine, dove lapprendimento della lettura e della scrittura della seconda lingua significa creare una rottura ancora pi forte con la propria storia di origine e con tutti i valori di cui portatrice la lingua materna.

La scuola anche luogo dove il bambino straniero sperimenta vissuti di distanza e differenza tra i modelli e i valori proposti dalla famiglia e dagli insegnanti oltre che forme di insuccesso e di esclusione dal gruppo dei pari. Luogo in cui emergono fragilit e difficolt ove si pongono sfide e ostacoli da superare. La scuola per anche luogo di grande opportunit di scambio e integrazione. Per questo importante soffermarsi a riflettere sulla responsabilit e il ruolo non solo della famiglia I laboratori di accoglienza sono stati fatti con un gruppo di sei ragazzi delle scuole medie provenienti da: Cina, Turchia,

(spesso in difficolt nellaccompagnare i figli nel nuovo mondo che li accoglie) ma anche della scuola e dei servizi nel favorire condizioni che prevengano o attenuino il disagio e la sofferenza. Gancio Originale ha dato la possibilit con la Stanza di Dante di creare uno spazio di accoglienza per i bambini e ragazzi stranieri, regalandoci lopportunit di una riflessione profonda e di un viaggio interiore davvero speciale. La Stanza di Dante a Bagnolo

Pakistan, e con un gruppo di otto bambini delle scuole elementari provenienti da: Kosovo, Turchia,

Cina, Marocco, India. Insieme ai volontari abbiamo inizialmente fatto una programmazione delle attivit in base alle risorse e attitudini di ciascun componente del gruppo, prestando attenzione alle tappe evolutive del gruppo stesso. Ad esempio, per la presenza di diverse nazionalit nonch di livelli di comprensione della lingua italiana differenziati, allinizio si reso necessario fare giochi di conoscenza e attivit utili ad attivare canali privilegiati di comunicazione, per sopperire alle difficolt linguistiche e culturali. La nostra attenzione stata posta soprattutto alla valorizzazione delle culture e delle lingue di cui

ognuno era portatore. Gruppo medie: Elenco attivit svolte: -Attivit grafico-pittoriche (carte personalizzate..) -Candele -Metodo autobiografico: ho proposto questa metodologia di lavoro per promuovere unesperienza di bisogno di reciproca conoscenza (interculturale) tra sconosciuti, dove ognuno si messo in gioco mettendo a disposizione del gruppo qualcosa di s. Siamo partiti da una scheda auto-

biografica di autopresentazione prima orale poi scritta accompagnata da giochi di conoscenza. Nei primi tempi viste le difficolt linguistiche abbiamo utilizzato in modo prevalente una comunicazione non verbale, aiutandoci con la mimica, la gestualit e il corpo nel trovare un linguaggio condiviso. Abbiamo poi realizzato un laboratorio di cucina, dove a turno ognuno ha portato un piatto tipico del proprio paese di provenienza, con la collaborazione delle mamme. Poi abbiamo costruito un libricino sulle caratteristiche dei quattro paesi di nostra provenienza, operando un utile confronto culturale (lingua, clima, posizione geografica,

religione, feste, usanze...), abbiamo anche preparato un calendario della settimana in tutte le lingue del gruppo. Come ultima attivit abbiamo fatto un lavoro sulle emozioni, dalla loro descrizione alla drammatizzazione, poi abbiamo ricercato sui giornali immagini rappresentanti tali emozioni costruendo un cartellone, e a fianco di ogni immagine abbiamo scritto la relativa emozione in tutte le nostre lingue. Lultimo giorno un ragazzo pakistano ci ha mostrato come si gioca a cricket, portando da casa la sua mazza! Il gruppo dei volontari era formato da: Gervasio, Carlotta, Riccardo,

Sonia e Ramona che ci ha aiutati nella programmazione ma che per impegni personali ci ha lasciati poco dopo. Tutti veramente eccellenti!! Infine un grazie speciale anche a Linda, Psicologa tirocinante che ha condiviso con noi gli ultimi mesi.

danze etniche) -Burattini, maschere argentine, laboratorio condotto da Michele Giuliano (il pi giovane burattinaio dItalia) -Decorazione di quadretti di vetro -Costruzione di portamatite Il gruppo dei volontari partito molto numeroso, c chi per impegni diversi strada facendo ci ha lasciatoGrazie a tutti per avere comunque dato con la sua presenza un elemento di ricchezza in pi, consentendoci di sperimentarci in modi sempre diversi..! Michele, Elisa, Antonio, Lorella, Yolanda, Marina, Elena sono i volontari delle scuole

Gruppo Elementari: Elenco attivit svolte -Candele -Laboratorio musicale, condotto da Elisa Gabbi e Simone Cavazzuti (costruzione di strumenti musicali con materiale di recupero, sperimentazione di vari suoni e ritmi, musiche e

superiori, Elisa e Simone studenti di Psicologia, Paola ed Elena le due Psicologhe tirocinanti. Grazie davvero a tutti!!

I WORKSHOP POMERIDIANI

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA C. A. DALLA CHIESA


PRIMA DI OGNI ALTRA COSA di Francesca Tirelli Anche questanno arriva la fine di maggio che, insieme alle feste, alla chiusura dei workshops, al caldo soffocante, ai ghiaccioli alla menta e agli arrivederci alla scuola, porta con s la necessit di un momento di riflessione su quanto abbiamo fatto insieme in un anno intenso di attivit un momento che ci serve per progettare il lavoro, la formazione, i seminari, i laboratori per il prossimo anno. Prima di ogni altra cosa per, il mio pensiero vola ai miei volontari Fede, la Fr, la Patty, la Je, Anto e Marco la Danuta, la Fede e la Waf la Stefy, Davide, la Supergiuli, lAmbra, lEly, Demis e le donne della Filippo Re: la Mariachiara, la Rosa, lAssunta e la Jessica! Siete stati importantissimi, ragazzi! Vi ringrazio per la vostra spontaneit, per la simpatia, per la voglia di giocare, per limpegno che settimana dopo settimana avete dimostrato a me e ai ragazzi, per tutto laffetto che avete portato, per la semplicit con cui siete sempre riusciti a stare loro vicino, per la voglia di mettervi in gioco, per i vostri sorrisi e per tutte le emozioni che ci avete trasmesso.

Saranno proprio tutte le vostre risate, il vostro esserci anche nella difficolt, il vostro dover sgridare quando necessario, la vostra spontaneit, il vostro modo di ascoltare, le vostre arrabbiature, i vostri sguardi, il vostro impegno, tutta la pazienza che avete dimostrato sar grazie a tutto questo che i nostri ragazzi impareranno piano piano ad avere pi fiducia in s stessi e nelle proprie capacit e scopriranno i tanti modi per vivere le pi belle storie che ognuno di loro custodisce Vi saluto con una poesia di Gianni Rodari che mi piace molto perch trovo che abbia il sapore del Gancio. Le favole dove stanno? Ce n una in ogni cosa: nel legno, nel tavolino, nel bicchiere, nella rosa. La favola sta l dentro da tanto tempo e non parla: una bella addormentata e bisogna svegliarla. Ma se un principe, o un poeta, a baciarla non verr un bimbo la sua favola invano aspetter. (Gianni Rodari)

DALLE SUOLE AL SOLE di Francesca Tirelli E il secondo anno che coordino lattivit del workshop presso la Scuola Media Carlo Alberto dalla Chiesa. Anche questanno, mi sono occupata della selezione dei ragazzini per la formazione della squadra di partenza Inizialmente ho ricontattato i ragazzi che lanno precedente avevano gi preso parte al Gancio; solo uno dei nostri ha riconfermato la presenza, in quanto gli altri con la chiusura dellanno scolastico hanno salutato la scuola media per quella superiore o, come gli irriducibili del calcio, hanno impegnato i loro pomeriggi tra partite e allenamenti. Ho perci cercato nuovi inserimenti, chiedendo un elenco di alunni con disagio scolastico agli insegnanti delle prime classi (per favorire linserimento di ragazzi in grado di seguire lattivit del Gancio nel corso dei tre anni scolastici). Dopo un colloquio conoscitivo, altri 9 ragazzi sono entrati nel gruppo. Appuntamento imperdibile: ogni mercoled pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30 nella casetta adiacente alla scuola i ragazzi insieme a me e ai 10 volontari che mi hanno costantemente affiancato nella conduzione del gruppo. E stato un inizio burrascoso quello che ci ha travolti a novembre. I ragazzi ci hanno messo a dura prova, hanno voluto vedere quanta tolleranza potevamo avere nei confronti dei loro comportamenti provocatori, quanto i volontari potevano sopportare le loro sfide, quanto potevano rifiutarsi di collaborare, quanto potevano stravolgere le regole pi elementari del gruppo

Nella fase di formazione di un gruppo credo sia fisiologica questa fase iniziale di messa alla prova, di continua contrattazione di ogni minimo passo che si fa, poich i ragazzi devono trovare un loro spazio, un loro ruolo che spesso diverso da quello che hanno allinterno del gruppo classe non trovandosi in relazione con gli stessi compagni del mattino ma con persone di poco pi grandi di loro, che non sono insegnanti n, per, propriamente amici insomma quando sono in un contesto nuovo e devono imparare a trovare una mediazione tra come possono, come dovrebbero e come vogliono comportarsi. I nostri ragazzi, tuttavia, spesso hanno superato il limite accettabile, rendendo necessario un continuo contenimento dei loro comportamenti. Si sono susseguiti intensi momenti di riflessione tra me e i volontari per fare il punto della situazione e trovare nuove strategie di aggancio, fino ad arrivare ad uno stop forte: una sospensione di due di loro, pensata e ragionata nelle riunioni di staff e studiata nellufficio del Professor Augusto Santini, referente della scuola per il progetto di Gancio. Ci che mi rimasto pi impresso quando ho comunicato la sospensione ai ragazzi stato ci che entrambi, separatamente, mi hanno detto con le lacrime agli occhi Ti capisco, noi abbiamo esagerato sapevamo che cos non andava bene, ma non credevamo che sarebbe potuto succedere realmente qualcosa...!!. Ho capito che avevamo colto nel segno. Questa punizione non era lennesima punizione fine a s stessa, era una punizione con un significato: dentro ci stava tutta la difficolt che per loro comporta limpegno di dover rispettare le regole e di fare i compiti, ma anche tutta la voglia di stare con noi, di poter stare in mezzo agli altri facendosi conoscere anche come persone diverse, non solo come quelli che rubano, spaccano o picchiano. Quando i ragazzi sono tornati, le cose in parte sono cambiate, non credo tanto per la punizione in s, ma per

il messaggio che attraverso questa abbiamo dato loro: un limite, un confine oltre il quale non possono andare e dal quale, al contrario, possono partire cercando la loro modalit per crescere, per trovare una loro identit che realmente li rispecchi e che non li caratterizzi soltanto in modo negativo. Questo stato il nostro obiettivo durante le ore di Gancio: essere loro autenticamente utili ricercando una modalit educativa sufficientemente severa ma tollerabile, per aiutali a crescere, restituendo loro la responsabilit delle conseguenze dei loro comportamenti e delle azioni che compiono, sia nei riguardi loro che degli altri. Siamo riusciti a fare tante cose insieme e tra una torta al cioccolato, una al cocco, le crpes, i pop corn, gli angioletti creati con la pasta per il Natale, i disegni colorati con le tempere, il sale colorato con i gessi, le cornici realizzate con il cartone, le tovagliette per la colazione e i sotto mouse ricavati da materiale riciclato, le partite a calcio, i giochi di gruppo e le ricerche che abbiamo svolto su Internet, i ragazzi hanno dimostrato un crescente impegno anche nellora dedicata alle attivit scolastiche, portando i loro compiti man mano pi regolarmente e accettando di impegnarsi nello svolgerli e soprattutto imparando man mano come poter stare insieme rispettando gli altri e le regole di comportamento che sono indispensabili per far parte di un gruppo. E ancora lungo e difficile il percorso di questi ragazzi. Si tratta di piccoli pezzetti di strada che sommeranno con il tempo ma credo sia stato molto importante condividerli con loro passo dopo passo, gratificandoli per ogni piccola conquista, stimolandoli continuamente a non seguire senza ragionare ci che dice il pi forte, stando loro vicino per non farli sentire soli nel continuo sforzo che devono e dovranno compiere per seguire le orme giuste. Il cielo burrascoso man mano si sta rasserenando e per questo vorrei nuovamente ringraziare i miei preziosi

volontari, il tirocinante dellUniversit di Parma che si unito a noi negli ultimi mesi di attivit, e il Professor Augusto Santini E un grazie doveroso e sentito per come ha sempre accompagnato me e i ragazzi nelle varie fasi della nostra attivit, unendo alla professionalit la capacit di istaurare un legame autentico con noi, sentito e desiderato, che ha incrementato la mia collaborazione con la scuola e con gli insegnanti e che ha saputo valorizzare il compito e limpegno dei nostri volontari.

Figura 1: Dalle suole al sole.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA C. A. DALLA CHIESA


LA MIA PRIMA VOLTA CON GANCIO di Giovanni Miselli psicologo tirocinante La prima volta che ho sentito parlare di Gancio Originale non sapevo n immaginavo che nome cos particolare racchiudesse un insieme cos vasto di esperienze importanti. In particolare, sentire la pi piccola delle mie sorelle salutarmi svariate volte con la frase Ciao, vado a Gancio! non evocava dentro di me nulla di diverso dalla frase vado a pallavolo o al cinema o da una amica... tanto assorto come ero nei miei preziosi, intensi (e lunghi) studi Universitari. Come ogni psicologo (o aspirante tale) sa, dopo la laurea segue un periodo di tirocinio che serve per potere sostenere lesame per labilitazione professionale. Periodo che porta in s tutta la complessit e ricchezza propria di ogni fase di cambiamento della vita. Periodo nel quale ho avuto la fortuna di essere accompagnato dallesperienza di Gancio Originale. Inserirsi in una esperienza gi avviata sicuramente impegnativo: richiede quantomeno sensibilit e adattamento ma ripaga ampiamente poich permette una visione dinsieme. Il mio inserimento nel Workshop alla scuola media Dalla Chiesa non stato dei pi dolci e graduali: per qualche giorno la parola Gancio ha evocato per me il suono di una porta a vetri che esplode!. Ma mi ha permesso di vedere come si concretizza in maniera operazionale uno degli obiettivi comuni a tutti i Workshop che consiste nella prevenzione secondaria e terziaria del disagio giovanile mediante lintegrazione linguistica, scolastica e relazionale di ragazzi che vi partecipano. In

altre parole ho potuto apprezzare come il Workshop possa divenire luogo educativo, formativo e riabilitativo. Grazie allaccompagnamento offertomi dalla coordinatrice-esperta ho potuto sentirmi parte dellattivit di Gancio, potenziando come in una palestra le mie abilit relazionali ed emozionali in un percorso del tutto parallelo a quello dei ragazzi e dei volontari del Workshop. La possibilit di vedere allopera psicologi esperti ha modellato le mie competenze per massimizzarne lefficacia, allenandomi inoltre a gestire la paura e i sentimenti di inadeguatezza propri di ogni fase di cambiamento. Questa consapevolezza mi ha permesso di apprezzare ancora di pi il lavoro e limpegno dei volontari e dei ragazzi che percorrono Gancio. Limportanza di questo progetto ha stimolato il mio impegno e la mia formazione professionale permettendomi di vedere la complessit e le ancora vastissime potenzialit che racchiudono le parole Gancio Originale.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA C. A. DALLA CHIESA


UNA PAROLA BEN SPESA di Stefania Paglia So che probabilmente quasi nessuno legger quello che sto per scrivere, se non i miei amici o quelli che comunque mi conoscono.

B,ogni parola che spender parlando di Gancio, sar una parola spesa bene. Questo per me il secondo anno di Gancio Originale e, soggettivamente parlando, stato un po pi duro rispetto al precedente. Vuoi per i ragazzi un po pi indisciplinati, vuoi per vari stress di cui non sto qui a parlare. Come lanno scorso, per, mi ritrovo alla fine dellanno con un bagaglio sempre pi pieno, arricchito di splendidi ricordi e bellissime esperienze. Non so se i volontari e i miei ragazzi sappiano quanto sono stati in grado di regalarmi. Anche un solo sorriso pu farti dimenticare una brutta giornata a scuola o una cosa andata storta. E quello che voglio fare in queste poche righe appunto un ringraziamento: grazie ragazzi per avermi regalato momenti preziosissimi in vostra compagnia, grazie per i disegni, per gli abbracci, per i sorrisi, per i baci, per gli sguardi a volte teneri e a volte arrabbiati o semplicemente bisognosi. Grazie per i doni di Natale, per i compiti fatti con fatica, per le scorpacciate di torta, per le maschere di carnevale. Grazie semplicemente per il tempo trascorso insieme. Siete parte integrante della mia vita,sapete?! Un abbraccio forte dalla vostra Stefy. Sapete chi siete, ma forse queste cose non ve le avevo mai dette. Suona pi come una lettera,vero? Un po troppo personale forse. Un po troppo svenevole magari. Ma estremamente vera.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA C. A. DALLA CHIESA


IL MIO SECONDO ANNO DI GANCIO di Demis Montanari (IPSIA.Lombardini)

Ciao, io mi chiamo Demis Montanari e in questo anno ho prestato servizio come volontario nel workshop che si e' svolto presso la Scuola Media Dalla chiesa. Devo dire che essermi impegnato in questo settore per ben due anni consecutivi mi ha dato grande gioia e tante soddisfazioni, anche se quest'anno la mia pazienza e il mio autocontrollo sono stati messi duramente alla prova.. di fatti per un breve periodo lidea di lasciare tutto ha solleticato la mia mente, ma poi ho capito che non era certamente la cosa giusta da fare e che sarebbe stato un gesto solamente egoistico e da codardo cos ho deciso di stringere i denti e cercare il modo per poter creare un buon rapporto con i ragazzi, visto che fino a quel momento tutto si era dimostrato difficilissimo addirittura anche farli giocare insieme era diventato un problema in quanto ogni occasione era buona per prendersi a calci e pugni e credo anche che non ci sia bisogno di dirvi che fare i compiti era praticamente missione impossibile... dovevate vedere le espressioni di noi volontari e della coordinatrice, eravamo veramente disperati!!! Per fortuna dopo questo momento incredibile siamo riusciti, spesso con le cattive, a farci ascoltare dai ragazzi e finalmente pian piano siamo riusciti a conquistarci le loro simpatie e di conseguenza hanno iniziato a darci retta cos abbiamo potuto svolgere varie attivit e anche i cos amati compiti.

Sicuramente posso dire: lo scorso, anno e' stato tutto molto pi facile ma probabilmente proprio grazie all' esperienza e alle soddisfazioni maturate nell anno precedente ho avuto la forza di tenere duro e ora posso dire che sono molto felice di non aver abbandonato tutto perch questo mi ha permesso come prima cosa di maturare maggiormente e inoltre credo di aver dato un grande aiuto a questi ragazzi, ora quando varco la soglia della scuola media e li vedo corrermi incontro per salutarmi provo una grande gioia e una grande soddisfazione e mi rendo conto che tutto questo stato possibile grazie alla splendida opportunit che GANCIO ORIGINALE mi ha posto dinnanzi e non posso che ringraziare tutti di cuore per la fiducia che hanno riposto in me. Per concludere vorrei allargare l' invito a partecipare a questa splendida iniziativa a tutti i ragazzi che ne hanno la possibilit e vedrete con i vostri occhi e proverete sulla vostra pelle che spesso non siamo noi ad aiutare i ragazzi, ma sono loro che ci aiutano a crescere come persone e per questo non li ringrazier mai abbastanza!!!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA FONTANESI


LA VITA VIVERE CON GLI ALTRI! di Valeria Zotti Senza gli altri la vita, lamore, la felicit sono unutopia! Siamo uniti da migliaia di fili luno allaltro:nessuna vita cresce senza le altre. Abbiamo bisogno delle persone non solo perch sono importanti per noi. Ne abbiamo bisogno anche perch possiamo fare molto per loro. Gancio Originale una lunga fune colorata, fatta di tanti piccoli pezzi legati insieme. Io sono molto importante per questa grossa fune, perch senza di me la fune non regge e si rompe. Ma anche la fune importante per me, perch senza gli altri pezzi io cadrei a terra. Grazie Gancio per avermi dato la possibilit di usare i miei occhi per scoprire gli altri, le mie orecchie per ascoltarli, le mie mani per porgerle loro e il mio cuore per amarli!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA FONTANESI


Gancioti porto via con me! di Rosa Izzo Questo il mio ultimo anno delle medie. Credo che da questa scuola me ne andr fiera e orgogliosa. Ho imparato tanto, non solo dal punto di vista scolastico ma soprattutto umano. Unesperienza che porto via con me e che non dimenticher mai sono i work-shop di Gancio Originale. Ho avuto la fortuna di parteciparvi per tre anni consecutivi. Lesperienza pi bella stata quella di questanno perch ho conosciuto persone straordinarie: la prima stata Valeria, la coordinatrice del work-shop. E una persona splendida, simpatica, generosa e divertente. Ci ha aiutato con grande grinta a tirar fuori il meglio di noie ci siamo riusciti davvero!! Mi sono affezionata tantissimo a Valeria.. una persona solare. Io adoro le persone che amano la vita e hanno voglia di scherzare, ridere e giocare. Valeria ci ha trasmesso una grande voglia di vivere attraverso il suo sorriso e il suo entusiasmo. Anche i volontari sono stati bravissimi. Grazie alla loro pazienza e buona volont abbiamo fatto cose grandi!Siamo riusciti a dar sfogo alla nostra creativit attraverso il ballo, il canto, la cucina, il disegno, il gioco Porto nel mio cuore tutto quello che abbiamo realizzato e sono sicura che mi servir nella vita. Comunicare la cosa che adoro di pispero di esserci riuscita senza annoiarvi!!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA FONTANESI


I VOLONTARI RACCONTANO

conda volta che lo seguo ma alcuni suoi atteggiamenti non riesco a capirli strano il suo modo di relazionarsi agli altrispero di capirci qualcosa in pi! E stato divertentissimo giocare tutti insieme a bandiera numerata..

Appena arrivati ci siamo presentati grazie al gioco del gomitolo. Una volta scelti i propri tutors,i ragazzi hanno iniziato a fare i compiti. Io ho seguito D. e lho aiutato in inglese e grammatica, anche seper grammatica ho dovuto fare un ripasso prima io! Oggi andata decisamente meglio della prima volta. Ho lavorato con M. e F. e mi ha fatto molto piacere. Vedo che cominciano ad aprirsi di pi bello questo! Oggi il mio compleannomi hanno fatto una grande festa!! Mi dispiace non essere stata molto attiva ma in questo periodo il mio morale molto gispero di riprendermi presto! Ho realizzato con S. il bigliettino dauguri per Natale..bello!Anche le saponette sono davvero stupende..mi dispiace non essere venuta la volta scorsa e non averle viste fare! Anno nuovo..vita nuova!!Oggi sono in vena di scherzare. Mi sono divertita tanto con i ragazzi..come sempre! Miracolo dei miracoli..sono riuscita a chiacchierare con G.! Pensavo di non doverci riuscire mai, invecemai dire mai!!! Ho aiutato Manche se, a dire il vero non che abbia avuto molto bisogno di me.. un piccolo genio!E la se-

Oggi ho aiutato S. ma non andata benissimo perch lei svogliataabbiamo discusso parecchiolei molto testarda!Il problema che anchio lo sono..come si fa?! Mary ci ha insegnato a ballareche bello!Man mano che passano le settimane il rapporto con i ragazzi migliora e ci si diverte di pi! C stata una grande sfida a Memory e Shangai giochi che abbiamo costruito con i ragazzi! Oggi ho aiutato R. a studiare italiano. E stato belo perch mentre studiavamo lei mi ha parlato della sua famiglia e di alcuni suoi problemi..anchio le ho raccontato di me.. stato bello perch ci siamo ascoltate a vicenda! Sembra che cantare sia il nostro forte!Se ci esercitiamo ancora un pofaremo un figurone il giorno della festa del work-shop!! Si formato un bel gruppo..oggi eravamo tutti intorno ad un cartellone a ridere e scherzare sulle foto scattate durante lannosono contenta di essere qui!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA A. AOSTA


RINGRAZIAMENTI di Laura Ianetti e Patrizia Montanari INCONTRI: mercoled e venerd dalla 14.30 alle 16.30 nelle aule della scuola. COORDINATRICI: Laura Ianetti e Patrizia Montanari VOLONTARI DEL MERCOLEDI: Autullo Luana, Cantone Gianluca, Curcio Vittoria, De Martino Pasquale, Fantesini Francesco, Greco Laura, Orlandini Martina, Rena Mariapia, Spadoni Edera Maria. VOLONTARI DEL VENERDI: Alimenti Chiara, Colacino Giusy, Cortonesi Sara, Fiorentino Ramona, Foderaro Antonella, Fornaciari Valentina, Nirmin Stella, Romanelli Rosa, Rossi Raffaella, Spadoni Edera Maria, Strolin Marianna. SCUOLE DI PROVENIENZA: Liceo A. Moro, Istituto Bus Blaise Pascal, Istituto Tecnico Commerciale Scaruffi, IPSIA Lombardini, Istituto Magistrale, Filippo Re. RINGRAZIAMENTI Rivolgiamo i nostri ringraziamenti alla prof.ssa Paola Baldi, referente del progetto presso la scuola, per la disponibilit e la collaborazione offerte fin dal primo incontro. Ringraziamo tutti i nostri volontari per il loro prezioso aiuto e la fedelt che hanno dimostrato verso i ragazzi. Infine ringraziamo i protagonisti di questo workshop, i ragazzi della scuola media A. Aosta per la loro spontaneit e la loro voglia di esserci.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA A. AOSTA


SALTO NEL BUIO di Laura Ianetti e Patrizia Montanari Da poco pi di tre mesi iniziata la nostra esperienza come coordinatrici al workshop presso la scuola media Aosta. Siamo entrate senza conoscere n i ragazzi, n i volontari e abbiamo dovuto assumere fin dallinizio un ruolo di grande responsabilit; siamo divenute le guide del gruppo, le organizzatrici delle attivit, le responsabili del rispetto delle regole. Siamo divenute autorit in un gruppo che non conoscevamo e che non ci conosceva. Probabilmente il lavoro pi duro stato proprio questo: dover legittimare la nostra presenza e il nostro ruolo giorno dopo giorno, facendoci contemporaneamente conoscere come persone, fuori dal ruolo ricoperto. Lungo questo cammino abbiamo incontrato molte resistenze e difficolt, parte delle quali, dallaltro lato, hanno probabilmente incontrato anche i ragazzi e i volontari. Ci siamo inizialmente trovati in due fazioni opposte, nemiche perch straniere luna per laltra e reciprocamente ci siamo scrutati e impegnati per incontrarci ed unirci a met strada, in un territorio neutro, dove i ruoli diventano qualcosa di strutturale, implicito e ci che emerge sono soprattutto le persone e i loro rapporti di affetto, amicizia e rispetto. In questa ricerca, che tutti nel gruppo abbiamo compiuto, i coordinatori e i volontari hanno sempre dovuto tenere presente limpegno che il lavoro a Gancio richiede.

Al di l di ogni ruolo, occorre essere sempre consapevoli del motivo per cui ci ritroviamo ogni mercoled e venerd: laiuto e il sostegno a ragazzi che stanno crescendo, che non sanno ancora chi sono e chi vogliono diventare. un impegno gravoso e spesso difficile da mantenere soprattutto per chi, come i volontari, si trova a dover essere guida ed esempio per ragazzi quasi coetanei. Il nostro sforzo si concentrato anche su questo: richiamare e tenere sempre vivo limpegno che ognuno di noi ha assunto con la scelta di essere parte di Gancio. Tre mesi sono passati, forse il bilancio ancora provvisorio, non siamo certe di avere gi raggiunto quel territorio neutro; di sicuro tanta strada stata fatta, speriamo di poter proseguire il cammino intrapreso, pi consapevoli grazie allesperienza fatta questanno.

Questesperienza ormai giunta alla fine e con un po di tristezza nel cuore diciamo Arrivederci a questi ragazzi che ormai ci siamo abituati a sopportare. Ci mancheranno le nostre urla, le nostre risate, le nostre chiacchierate, ma soprattutto il clima familiare che si instaurato allinterno della scuola. Vogliamo concludere dicendo GRAZIE a questi ragazzi che ci considerano importanti e augurare loro un in bocca al lupo per un buon fine anno scolastico.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA A. AOSTA


I MIEI TRE ANNI A GANCIO di Martina Orlandini (BUS Blaise Pascal classe 5)

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA A. AOSTA


COME FRATELLI MAGGIORI di Luana Autullo e Vittoria Curcio Abbiamo iniziato questa esperienza a noi sconosciuta con un po di paura nel relazionarci con i bambini, anzi i ragazzi, e un po di preoccupazione di non essere allaltezza della situazione. Tutto questo per non successo, si instaurato fin dallinizio un ottimo rapporto con gli altri animatori e con i bambini che, fin da subito si sono affezionati a noi e che ormai ci considerano fratelli maggiori. Sono tre anni che partecipo al workshop di Gancio Originale alla scuola media A.S.Aosta. stata unesperienza importante, stimolante e sicuramente formativa. unesperienza che mette alla prova i tuoi nervi, ma anche le tue capacit e la tua tenacia. Questi tre anni mi hanno permesso di fare conoscenze bellissime e di instaurare anche vere amicizie. Con molta tristezza nel cuore questanno finiranno quei bei momenti passati insieme a persone stupende. meraviglioso studiare per un compito in classe con un ragazzino e sentirti dire la settimana successiva: Grazie allo studio con te ho preso buono, grazie mille!. Ti

riempi il cuore di gioia, ti senti forte, importante e ottieni la carica per andare avanti. Questanno, con grande impegno di noi volontari, ma soprattutto dei ragazzini, perch la volgia di andare a giocare a pallavolo a volte era pi forte che continuare ad impegnarsi nella danza, siamo riusciti a creare un balletto; stata una soddisfazione enorme vedere che anche i maschietti avevano voglia di divertirsi con noi. Spero tanto che questo anno scolastico venga superato egregiamente da tutti i nostri ragazzi perch ci significherebbe aver fatto davvero qualcosa per loro e questa sarebbe una soddisfazione immensa. Un altro mio desiderio e che sicuramente una mia promessa, sar quello di mantenere i contatti con i ragazzi che per tre anni mi hanno tenuto compagnia. Vorrei ringraziare tutti, dai coordinatori, ai ragazzini e ai miei compagni volontari per avermi fatto vivere unesperienza cos bella e cos importante. Grazie!!

GIANLUCA 17-12-03 Oggi abbiamo festeggiato il Natale con le torte e con i regalini che ci hanno fatto i ragazzini. Alcuni hanno fatto lalbero di Natale. Buon Natale a tutti!!! MARTINA 07-01-04 Oggi ci siamo divertiti anche perch abbiamo fatto qualcosa di diverso del solito, infatti abbiamo parlato di alcune cose importanti. Dopo abbiamo fatto i compiti. VITTORIA 16-01-04 Oggi finalmente, dopo le vacanze natalizie, ricominciato il Gancio, con qualche nuovo arrivato. Mi accorgo che mi sto affezionando sempre di pi a queste pesti e secondo me loro in noi vedono un punto di riferimento. ANTONELLA 11-02-04 Oggi stato pi bello del solito, abbiamo giocato e dopo siamo andati a fare i compiti, senza laiuto del nostro coordinatore. Mi fa molto piacere che siamo arrivati a questo punto. PASQUALE 17-03-04 Oggi abbiamo fatto un bellissimo balletto, proposto da Sara e poi abbiamo mangiato una buonissima torta, visto che oggi il compleanno di L. Auguri!!! MARIANNA

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IL DIARIO DI BORDO DEI VOLONTARI 26-11-03 Oggi ho avuto una sorpresa bellissima, venuto A. , che carino!! Avevo tanta voglia di vederlo!!! MARTINA 26-11-03 Oggi ho aiutato a fare i compiti un ragazzino e mi sono divertito molto.

07-05-04

Stiamo arrivando alla fine del corso e per me lultimo anno, mi sono divertita molto in questi due anni. Oggi abbiamo giocato a pallavolo e infine ho fatto con Z. lanalisi grammaticale di ben 7 frasi!!! STELLA 12-05-04 Adesso stiamo chiacchierando, ma oggi abbiamo lavorato sodo. Infatti, abbiamo praticamente finito il balletto e poi ho fatto i compiti con L. e L. LUANA

Poi io ho pulito, perch era il mio turno e dopo sono andata a giocare a pallavolo. Perci mi sono divertita. E.

23-04-04 Come sono entrata abbiamo giocato a pallavolo e poi abbiamo fatto i compiti e stiamo mangiando, ho passato una bella giornata. M. 28-04-04 Oggi ho visto una bella partita di calcio e devo dire che mi piaciuta molto! Poi abbiamo fatto i compiti e abbiamo giocato a pallavolo. Che bello!! D. 28-04-04 Che bella giornata, la pi bella della mia vita !! N.

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DAL DIARIO DEI NOSTRI PENSIERI DEI RAGAZZI DEL GANCIO 12-03-04 Oggi ho fatto i compiti con la Sara. Mi sono molto divertito! L. 03-04-04 Oggi ho finito i compiti presto e ho giocato con Marianna e abbiamo fatto gli ovetti di Pasqua. E stata una bella giornata. Z.

26-05-04 Oggi lultimo giorno per me !!! E mi dispiace molto !! Mi mancheranno tutti, ma soprattutto la Marti, la mia amica pi cara, che mi ha aiutato tanto in ogni cosa. E nata unamicizia che non dimenticher mai. Ciao a tutti!!

21-04-04 Oggi abbiamo ballato, c stato molto caldo e infatti abbiamo ballato fuori.

(adolescenti) e mettermi alla prova nella gestione e nel coordinamento di un gruppo per me cos eterogeneo. Terzo: io avevo sentito parlare di Gancio come di unesperienza positiva, generalmente ben accetta sia dai ragazzi sia dagli insegnanti, anche in occasione di un convegno tenutosi nel 2002, dove la dr.ssa Bertani era intervenuta per fare il punto sullesperienza. E quindi, dato che sono ormai 4 anni che sono volontaria di Oltre i confini ho pensato: perch no? Spendiamo la mia discreta esperienza in un altro contesto. Inoltre, avendo partecipato alle attivit dell Hip Hop, un gruppo extrascolastico per ragazzini delle medie, gestito per da educatori professionali, ero curiosa di vedere le differenze con Gancio Originale.

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LA MIA ESPERIENZA DI GANCIO ORIGINALE RAGAZZI E VOLONTARI, PROTAGONISTI DELLA SCENA di Delbue Monica Entrare nel Gancio era uno dei miei obiettivi ancor prima di iniziare il tirocinio, e i motivi erano tanti. Primo: let delladolescenza un momento della vita che mi ha sempre affascinato, perch tante sono i fervori, le passioni e i sentimenti che si agitano dentro i ragazzi (e io mi ricordo bene come mi sentivo allora!). Spesso ladolescenza viene considerata un periodo della vita in cui i giovani attraversano momenti di crisi: invece, mi piace pensare che quelli sono anche i momenti in cui essi scoprono s stessi nel modo pi autentico, si dedicano pi consapevolmente alle loro inclinazioni, scoprono e mettono in pratica talenti magari trascurati in et precedenti o mai conosciuti. Secondo: mi piaceva lidea di stare a contatto con ragazzi delle medie (preadolescenti) e delle superiori

un mese ormai che partecipo e tento di coordinare le attivit del Gancio al Luned e al Marted alle M. E. Lepido, e posso finalmente dare un giudizio personale a questa esperienza. Frequentare il Gancio, secondo me, piace sia ai ragazzi sia ai volontari (non a tutti nello stesso modo, naturalmente) perch essi possono spendersi in un contesto che li vede comunque protagonisti, sia che si trovino dalla parte del bisogno (i ragazzini) sia che facciano la parte di quelli che prestano aiuto. Del resto, sebbene i ruoli siano abbastanza chiari, la ridotta differenza det tra i volontari (adolescenti) e i ragazzi (preadolescenti) fa s che siano molto frequenti gli scambi di esperienze, di idee sul mondo della scuola e sulla vita in generale che, quando hanno alla base il rispetto reciproco, sono salutari per ambedue le parti che si mettono in gioco. I ragazzini, inevitabilmente, vedono nel loro compagno appena pi grande un interlocutore disponibile e pi esperto con cui confrontarsi, che non giudica anticipatamente come possono fare gli adulti. Io stessa, non nascondo come spesso i ragazzini mi mettano in difficolt per i pi diversi motivi: c chi

dice che la scuola noiosa, chi ritiene che alcuni insegnanti siano poco corretti nei suoi confronti, chi non ha voglia di partecipare ai giochi di gruppo perch pensa che lesperienza non gli possa essere utile.. E io talvolta concordo con loro, talaltra vorrei controbattere, manifestare la mia opinione da adulta. Cerco sempre di farlo in modo da non ferire nessuno, ma a volte non facile: non sempre possibile mostrare interesse e attenzione per ogni persona in egual misura, a volte per questioni di tempo, altre volte perch alcuni ragazzi assorbono tutte le attenzioni del coordinatore e del volontario, e allora si rischia di trascurare il ragazzo pi silenzioso, quello che non disturba ma forse, talvolta, non riesce a sentirsi protagonista come vorrebbe. Dopo 2 o 3 volte che andavo al Gancio gi mi ero affezionata ad alcuni ragazzi: per me sempre una sorpresa (ma certamente un piacere) constatare come, anche dopo poche volte, vi siano alcuni, soprattutto femmine, che vengono ad accogliermi con piacere, mi abbracciano, mi dicono che mi vogliono bene, mi danno baci e mi raccontano le loro piccole rogne. Questa cosa mi gratifica molto, anche se sono consapevole che a volte lattaccamento rapido alle persone nuove testimonia il grande bisogno di attenzione e incoraggiamento da parte di alcuni dei ragazzi. Siccome a volte mi sono trovata (soprattutto con il gruppo del Marted) a dover coordinare le attivit dei volontari e dei ragazzini da sola, so che non facile guidare i ragazzi a prepararsi per fare i compiti, e ancor meno lo organizzare e cominciare un gioco di gruppo (ma quando ci si riesce per tutti molto gratificante!). Spesso devo far la cattiva, o perch qualcuno disturba gli altri mentre fanno i compiti, o perch qualcun altro non vuole collaborare nellorganizzazione delle attivit di gioco, o perch c chi non vuole partecipare e tenta di andarsene in palestra. A volte temo di essere un po ossessiva mentre spiego le regole o le ricordo ai ragazzi, altre vol-

te invece mi accorgo con disappunto che non sono stata abbastanza decisa nel farle rispettare: trovare la giusta misura non cosa immediata, anche perch i ragazzi sono diversi tra loro e spesso non vanno daccordo o cercano di ingraziarsi ladulto/il volontario. Ma il gioco vale la candela. Lesperienza del guardarsi dentro, cercando il miglior adattamento possibile alle persone e ai contesti che ci stanno intorno, una cosa che mi appassiona e mi porta talvolta a pensare alla mia adolescenza, per uninevitabile confronto. Oltretutto veramente facile e veloce affezionarsi a questi ragazzi! Ringraziamenti: Grazie ad Elena ed Agnese, che mi hanno aiutato molto ad adattarmi allambiente. Sono veramente compagne e amiche preziose, con Elena che sempre piena di idee per i giochi, ed Agnese, che sa farsi rispettare e scherza con i ragazzi con eguale naturalezza. Entrambe si mostrano sensibili e rispettose con i ragazzi, pur essendo piuttosto direttive nella conduzione del gruppo (la situazione la impone, talvolta): la loro maggiore esperienza mi ha trasmesso molte informazioni su come condurre un gruppo (le volte che ero sola al marted). A Silvia, per la sua solerzia nel preparare i materiali per le attivit, nonostante fosse ormai vicina allEsame di Stato!! Tanti auguri!! Ma tanto sei cos brava! A tutti i volontari, per la loro disponibilit e accoglienza nei miei confronti. La conversazione con loro sempre piacevole e interessante, e pur se qualche volta ci sono state piccole incomprensioni con noi coordinatrici, queste sembrano essersi risolte in modo positivo.

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UNO STRUMENTO METODOLOGICO: EDUCARE ATTRAVERSO LO SPORT di Elena Bargiacchi Molte sono e sono state le attivit di volontariato in cui mi sono impegnata fin dalla mia adolescenza con ragazzini dellet scolare, ma Gancio Originale stato il primo compito educativo che mi stato assegnato dallAusl come psicologa tirocinante. Allinizio per me stato difficile capire il mio ruolo e cogliere la differenza sostanziale tra questo tipo di progetto educativo ed altri nei quali appunto mi ero impegnata . Poi ho capito che la rete di lavoro che coinvolge insegnanti, volontari ed educatori e psicologi dellAusl costituisce il punto di forza di questo progetto e lo rende particolarmente interessante e importante. Qui ho cercato di impegnare le mie capacit, le mie conoscenze, ma anche le mie paure e i miei dubbi, con un occhio pi attento a quelle che sono le problematiche, le relazioni vissute nellambiente familiare e scolastico dai ragazzi segnalati ai Servizi. Il gruppo con il quale ho lavorato era costituito da 13 ragazzini frequentanti la seconda e la terza media con difficolt negli apprendimenti scolatici (su base non organica) , affiancati da studenti delle scuole superiori che si impegnavano in questa attivit di volontariato come tutor. Lo scopo del progetto workshop anzitutto quello di prevenire il disadattamento scolastico, con conseguenze nel profitto, nellimpegno e nella socializzazione.

Pertanto oltre al sostegno nello svolgimento delle attivit didattiche, finalizzato ad ottenere dei miglioramenti nel profitto e nella motivazione scolastica, la dimensione grippale dellintervento permette la creazione di momenti aggregativi ed educativi in cui i ragazzi possono scoprire e migliorare le proprie capacit propositive, creative, collaborative e le proprie competenze sociali. Si tratta di obiettivi impegnativi, che richiedono, oltre che doti motivazionali, tempo, costanza, perseveranza, pazienza e soprattutto capacit osservative-riflessive. Occorre soffermarsi con gli occhi e con la mente sui ragazzi, per capire le loro aspettative, i loro comportamenti, i loro vissuti, le loro difese, i loro bisogni. A volte si pensa che sia sufficiente la mente, le nostre conoscenze apprese sui libri, documentate, precostituite e si dimentica che uno strumento importante di cui siamo stati dotati per conoscere e interagire con laltro la vista. Anche se stato faticoso e ha richiesto un grosso sforzo attentivo, proprio osservando i ragazzi, e in particolare quei ragazzi, che ho capito che lo sport poteva essere un valido strumento per lavorare su alcuni obiettivi educativi primari: il rispetto delle regole, la collaborazione, il miglioramento dellautostima, la gestione della competitivit e dellaggressivit, laccettazione della sconfitta. Pertanto, con laiuto dei volontari, abbiamo organizzato delle Olimpiadi in cui i ragazzi, pomeriggio per pomeriggio, si sono potuti cimentare in svariate discipline sportive (dalla pallamano al baseball), conducendo una vera e propria gara, che stata premiata nellultimo incontro del workshop. Credo che con questi ragazzi, in et adolescenziale, definiti affettuosamente un tantino irrequieti, lo sport sia stato uno dei metodi pi rilevanti ed entusiasmanti che, con un linguaggio da tutti comprensibile, ci ha permesso di comunicare dei valori educativi.

Lo sport stato unoccasione per confrontarsi fra di loro e con i propri limiti e ha permesso loro di allenarsi al rispetto delle regole e al gusto dellimpegno. Inoltre, in alcuni momenti, le gare sportive sono divenute una valida opportunit di amicizia tra i ragazzi stessi e soprattutto con i volontari, oltre che unesperienza di gioco e di festa.

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INTERVISTA AI RAGAZZI -Workshops del Luned e Marted-

V.: s. Dopo i compiti giocare. Non mi piace fare i compiti. N.: s. Quando giochiamo dopo i compiti. No, mi piace tutto (del Gancio). E.: s. Quando abbiam finito di fare i compiti. No, mi va bene tutto. V.: s, mi diverto, bello, faccio nuove amicizie. Mi piace di pi: conoscere nuove e imparare a fare i compiti. T.: s. Fare i compiti. Non mi piace cucinare. P.: s, mi piace tutto. No (nel senso: niente), mi piace tutto. G.: s. Gli amici, i volontari. Quando dobbiam giocare. Mi piace tutto del Gancio. V.: s. Il secondo periodo (giochi). Il primo periodo (i compiti). 2. <<Con chi preferisci fare i compiti?>> e/o <<Chi il volontario pi simpatico/a?>> e <<Perch?>> V.: (con) Calogero, Antonio, Pasquale e Matteo. Cal il pi simpatico. F..: con lElena (coordinatrice). Calogero. G.: con lIla, quella mora. Sempre lei la pi simpatica, S.: con Calogero e Pasquale. Calogero, Pasquale e Marco. G.: con Matteo. Pasquale e Calogero. V.: con la Giulia perch simpatica. Martina, Sara e Marica. Perch fanno ridere e sono simpatiche. N.: con la Claudia perch simpatica. E.: con Giulia e Pamela. Giulia e Pamela. Perch hanno sempre il buonumore. V.: con Pamela. Pamela, Giulia e Martina. A.: Martina la pi simpatica. P.: con tutti. Pamela, Martina, Sara, Giulia, Monica (coordinatrice) e Claudia.

1. << Ti piace venire al Gancio?>> e <<Cosa ti piace di pi del Gancio?>> o <<Qual il momento pi bello per te?>> e <<Cosa invece non ti piace del Gancio?>> o <<Cosa cambieresti?>> V.: s. Mi piace qualche ragazza e lora del gioco. Mi piace tutto trann gli amici quando non si comportano bene. F.: s, mi piace. Giocare. Fare i compiti. G.: s. Fare i compiti. Fare i giochi. S.: s. Quando si fa casino. Quando si fanno i giochi (certe volte). G.: no. Non mi piace fare i compiti. Cambierei le persone.

G.: con Antonio. Monica (coordinatrice), Silvia (coordinatrice) e Giulia. V.: con Antonio. Antonio, Monica e Silvia (coordinatrici). 3. <<Ti sembra di aver imparato cose nuove con il/la tuo/a volontario/a?>> V.: s. F..: s. G.: s. S.: S. G.: s. V.: s, prendo sempre delle sufficienze e ho preso solo uninsufficienza. N.: s, vado meglio a scuola. E.: s, anche senza fare i compiti mi spiegavano altre cose che non centrano con i compiti. V.: s, ho cominciato a studiare. A.: s, mi sembra di essere migliorata a scuola. P.: s, sono migliorata cos cos a scuola. G.: s, a studiare bene, soprattutto con Maicol che mi prende a calci se non studio (per scherzo!), mentre con Antonio qualche volta scherzo. V.: no. 4. <<Hai legato con i tuoi compagni?>> e <<Chi ti sembra/no il/i pi simpatico/a/i?>> e <<Perch?>> V.: s. R., G., S. e G.. F..: s. V. e D.. G.: s. N. e F. (uscivamo gi insieme). S.: s. G., F. e F., N. e D.. G.: s. S., E., R., V., F.. e D.. V.: s con la N., la V. e lE.. Le conosco dal primo giorno di scuola.

N.: s, con V., V. ed E.. E.: V. e N.. La V. mia cugina e la N. lho conosciuta a scuola. A.: s. P. e G.. Perch sono quelli che ho conosciuto prima e che conosco (meglio). P.: s. A., E. e G.. G.: s. P., A., V., E. ed H.. V.: s. H. e V.. 5. <<Ti piacciono i giochi che sono stati proposti?>> e <<Quali giochi ti sono piaciuti di pi?>> e <<Quali giochi vorresti fare e non hai fatto?>> V.: s. Mi piaciuto di pi pallamano. Spero che il caposquadra (Agnese) luned (prossimo) ci faccia fare rugby. Vorrei fare rugby e basket. F..: alcuni s, alcuni no. Calcio e pallamano. Lotta. G.: no. Avrei voluto fare rugby. S.: alcuni s, alcuni no. Calcio. Non ce ne sono. G.: s. Avrei voluto fare pallavolo. V.: s mi piaciuto pallavolo. Mi piacerebbe giocare a basket. N.: s. Il pi bello quello dei numeri (con numeri scritti su fascette legate attorno alla testa). E.: s. Fare le torte, mi piace impastare e fare la pizza perch mi poccio le mani. Quello con i numeri non mi piaciuto e neanche quello di contare fino a. Niente non avrei voluto fare niente (nientaltro). V.: certe volte no, certe volte s. Mi piace di pi canestro e calcio (bandiera genovese). Avrei voluto fare: uomo ragno, palla prigioniera ( stato fatto eh?) e strega impalata. A.: mi piace quando andiamo in palestra. No non ce ne sono, secondo me li avete proposti tutti. P.: s tutti. Tutti quelli che non ho fatto li vorrei fare.

G.: s. Casa Matta, basket, calcio. Non ci sono stati giochi che avrei voluto fare. V.: s. Far la pizza, la cioccolata e i biscotti. Wrestling. 6. <<Vuoi dire qualcosaltro?>> e/o <<dare unopinione tua personale di Gancio?>> e << stata unesperienza utile per te e per gli altri tuoi compagni?>> V.: mi piaciuto. Ho imparato nuove cose. E so che mi divertir alla seconda festa dei workshop. F.: (non vuole dire niente) G.: s ( stata utile). S.: s utile. G.: s stata abbastanza utile per i compiti. Meno utile per altre cose. V.: s. Mi piace perch il Marted il giorno pi pesante e quando vado a casa non so cosa fare, vengo qua e ritrovo le mie amiche. N.: s venendo qui al Gancio mi sono divertita anche al pomeriggio perch a volte non ho niente da fare. E.: stata utile. P.: s mi stata utile. G.: mi piace e vorrei dire a tutti i ragazzi che conosco di venire perch divertente. V.: non stato noioso meno che qualche volta. Ci sono state attivit molto belle a cui non sono venuto, ma avrei voluto farne parte sapendo che erano giochi molto divertenti. stato abbastanza utile e poi ho allargato la mia espansione di amicizie. 7. <<Secondo te Gancio deve continuare anche il prossimo anno per gli altri alunni, anche se tu e i tuoi amici non ci sarete pi?>> S.: s deve continuare. G.: s.

8. <<Pensi di tornare il prossimo anno al Gancio (solo per i ragazzi di 1 e 2)?>> V.: s. F..: s. G.: s se mi chiamate s. V.: s. N.: s. E.: s, ci torno se vengono la Giulia e la Pamela (volontarie). V.: s. A.: s. P.: s, se c la A.. G.: certo. V.: s, molte possibilit di venire.

SPAZIO PER OSSERVAZIONI VARIE Premetto che, secondo me, le interviste non sono utili solo per lannuario ma anche perch confermano alcune intuizioni delle coordinatrici e dei volontari. Ad esempio G., a detta di Agnese ed Elena, un po casinista e questo stato confermato dallintervista, oltre al fatto che non partecipa molto ai giochi (se non quando si fa a modo suo!). Inoltre, le scelte che ha fatto tra i compagni sono congruenti a quelle che avevano ipotizzato le coordinatrici (che non sapevano che domande avrei fatto). Le scelte che i ragazzi compiono tra i compagni potrebbero, se tutti vengono interrogati, consentire di stilare una specie di sociogramma informale, e di individua-

re i gruppetti che si formano nel Gancio. Alcune scelte che fanno i ragazzini sono curiose. Io dico loro che non far leggere la loro intervista ai compagni, anche se purtroppo non sempre stato possibile: questo perch devono compiere le loro scelte il pi liberamente possibile. Per quanto riguarda la scelta dei volontari, interessante vedere se i ragazzi scelgono volontari per fare i compiti e per giocare. Inoltre, interessante analizzare se la scelta verso un certo/i volontario/i rispecchiata da quella di questi ultimi. Comunque sia, ai ragazzi in generale piace abbastanza essere intervistati, e secondo me sono contenti se qualcuno si interessa alla loro opinione su cosa si fa a Gancio: questo potrebbe essere il terreno su cui si incentiver la loro partecipazione lanno successivo, se verranno. Ho notato che la scelta dei giochi preferiti dai ragazzi spazia con maggior probabilit tra quelli proposti nellultimo periodo (ma non sempre). Le scelte che alcuni ragazzi compiono tra i giochi potrebbero essere attivit da proporre lanno successivo, sia che i ragazzi che le hanno scelte ci siano, sia che non ci siano (sempre che i nuovi arrivati le accettino). Ad esempio V. vorrebbe fare teatro (anche se non me lha detto durante lintervista ma in unaltra occasione). Anche gli avvenimenti recenti influenzano (inevitabilmente) le risposte dei ragazzi. Avrei dovuto approfondire di pi le motivazioni delle loro scelte e delle loro richieste, ma me ne mancato il tempo. E siccome i ragazzi di prima hanno risposto (in parte) a questi approfondimenti, non vedo perch non dovrebbero farlo quelli di terza, che hanno certamente pi strumenti cognitivi e valutativi per capire la motivazione delle loro scelte. Ma mi sembrava che chiedere troppe volte perch? nellambito di unintervista fosse un po pesante e ossessivo per loro. La domanda libera n 6 stata molto ricca di spunti di analisi (soprattutto per i ragazzi di prima, che hanno detto cose loro,

anche se non troppo pertinenti alla domanda, ma comunque utili), ma forse non ho approfondito troppo con i ragazzi delle seconde e delle terze. Le scelte dei compagni, il desiderio di alcuni (praticamente di tutti gli intervistati) di ritornare e magari ritrovare alcuni compagni e/o volontari lanno successivo (per le prime e le seconde), dovrebbero essere, secondo me, di indirizzo per la scelta dei ragazzini allinizio del nuovo anno. Lascio questo mia traccia ai posteri perch la migliorino prima possibile, perch temo che se non si inizia gi a Marzo 2005, non si riuscir a raccogliere le risposte di tutti, ragazzini e volontari (anche se il ritardo nella raccolta dovuto ad alcuni imprevisti, che comunque nel Gancio sono abbastanza la regola!). Io poi, il prossimo anno dovr certamente occuparmi dellEsame di Stato!! Io mi sono divertita molto a fare le interviste ai ragazzi (e anche ai volontari).

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INTERVISTA AI VOLONTARI

1. << il primo anno che vieni al Gancio? Ti piace?>> e <<Ti piace questo tipo di volontariato?>> e << la tua prima esperienza di volontariato?>> Rosa: s. S, stata unesperienza nuova, non lho mai fatta, mi piaciuta. la mia prima esperienza. Giorgia (EPG): s. Allinizio mi sono trovata un po spaesata, per bello. S la mia prima esperienza di volontariato.

Claudia: s. S mi piace tanto. la mia prima esperienza di volontariato. Sara (EPG): s, il primo mese. S, mi piace. S perch alla fine ci si sente parte di un gruppo indipendentemente dallet. No, non la mia prima esperienza, ho fatto volontariato in parrocchia. Pamela: s. S molto. S mi piace il fatto che ci sia unora dedicata ai compiti e una di giochi. bene organizzato. I bambini hanno preso limpegno di venire e vengono. S la mia prima esperienza. Marica: s. S mi piace. S una cosa nuova. S la prima esperienza. 2. <<Hai legato con gli altri volontari?>> e <<Chi/chi sono il/la/i pi simpatico/a/i?>> Risposta: Rosa: s. Giorgia, Ilenia, Calogero, Pasquale e Antonio. Giorgia (EPG): non pi di tanto perch ci parliamo ma non abbiamo avuto molto tempo per conoscerci meglio. Tutti, mi sono trovata bene con tutti. Claudia: s, abbastanza. Martina, Pamela e Marica. Sara (EPG): s, con la Claudia, la Martina e con le coordinatrici, anche se alla fine poco tempo che vengo. Anche con Maicol, lo conoscevo di vista. Pamela: s. Giulia, Martina, Marica, Claudia, Maicol, Carlo, in pratica con tutti anche con Antonio. Marica: s, la maggior parte sono tutti miei amici da prima, trann Maicol e Carlo, ma ci sono diventata amica. 3. <<Come ti trovi con i ragazzini?>> e <<Con chi ti trovi meglio?>> Rosa: bene, non pensavo di trovarmi cos bene. A., D., V. e G.. In difficolt con G..

Giorgia: faccio fatica a gestirli, a farmi ascoltare. Subito non ti conoscono quindi sono pi tranquilli, ma appena prendono confidenza sono ingestibili. Claudia: s, mi trovo bene, soprattutto con lA.. Sara (EPG): bene. Con le femmine. Pamela: Con la V. mi trovo bene anche se ha poca voglia di fare i compiti. Marica: alcuni sono un po difficili, mentre la V. responsabile, tranquilla. Mi sono trovata bene anche con N.: tranquilla, fa i compiti ma non ci parlo molto (ho fatto i compiti con lei un paio di volte). Con V. ci parlo, le chiedo cosa fa il sabato, ecc. 4. <<Con chi fai pi spesso i compiti?>> e <<Pensi di aver imparato/consolidato delle cose aiutando i tuoi compagni pi giovani?>> Rosa: con A.. S. Giorgia: un po con tutti. Ho fatto antologia quindi non ho ripreso pi di tanto. Claudia: spesso con N. e A., ma anche con V. e V.. Ho ripreso la grammatica. Sara (EPG): con la P.. S, penso di aver imparato qualcosa. Pamela: dallinizio che li faccio con la V.. A volte li ho fatti con lE.. S, sicuramente la matematica perch li faccio con la V.. Mi pure tornata la voglia di scrivere e leggere. Marica: V.. Io l ho visto come un confronto, mi sono rivista comero e ho cercato di trasmetterle quello che ho imparato. 5. <<Pensi di aver migliorato il tuo modo di porti/guidare/motivare con i ragazzini?>> e <<Ti senti pi/meno a tuo agio nel gestire i momenti di confusione/conflitto nel gruppo?>> e

<<Pensi di aver migliorato/peggiorato il tuo modo di interagire con gli altri in generale, dopo lesperienza fatto al Gancio?>> Rosa: s, sicuro. Alcune volte a mio agio, altre volte no. Migliorato, s perch non sono il tipo che interagisce subito con le persone, mentre qua ci sono riuscita. Giorgia (EPG): s rispetto allinizio s, certo che secondo me ce ne vorrebbe di tempo (per saperli gestire). No, non mi sento molto a mio agio. Forse migliorato (spero). Claudia: spero di s. Dallinizio molto pi a mio agio. Migliorato indubbiamente. Sara (EPG): s, per unesperienza nuova in cui mi sono messa alla prova. Pamela: s, sicuramente. Con P. allinizio risolvevo i problemi con la cattiveria, mentre adesso ci chiariamo. S, perch a volte sono un po aggressiva e adesso ho imparato a controllarmi, quando ci sono problemi cerco di comunicare. Marica: subito ero un po impacciata, avevo paura che ci rimanessero male se li sgridavo, ma poi ho capito che dovevo dire loro qualcosa per correggere quello che facevano. 6. <<Pensi di tornare il prossimo anno?>> e <<Come valuti la tua esperienza ora che sei alla fine?>> e <<Vuoi proporre unattivit che vorresti fare con i ragazzini il prossimo anno, se tornerai?>> Rosa: s. Sicuramente stata positiva. Di solito erano gli altri a controllarmi mentre qui devo essere io a controllare gli altri. Giorgia (EPG): mi piacerebbe tornare se ne avessi la possibilit. Positivamente. Diventa difficile trovare qualcosa che coinvolga tutti, magari vedere un film poi discuterne insieme (ma non facile!).

Claudia: credo di s. Sicuramente in modo positivo, sono felice di aver fatto volontariato. Musica. Sara (EPG): mi piacerebbe ancora fare volontariato ma con bimbi pi piccoli. Abbastanza positiva anche se a volte avrei voluto fare qualcosa in pi. Pamela: certo voglio tornare. Molto positiva, credo di aver imparato e insegnato molto. Il gioco della ruota (con delle attivit per ogni spicchio), il gioco della sedia. Marica: certo s s. stata unesperienza bella perch mi son divertita tanto, una cosa nuova per con le sue difficolt. 7. <<Cosa diresti ad una persona esterna se volessi convincerla a venire al Gancio?>> Rosa: che stata unesperienza positiva, un modo per mettersi alle prova, scoprire cosa sappiamo e cosa non sappiamo. Vero: impariamo molto da questesperienza. Giorgia (EPG): ci si diverte ma allo stesso tempo si riesce a migliorare se lo si fa seriamente. Claudia: unesperienza che serve sia per aiutare delle persone e che allo stesso tempo aiuta anche te. Conosci anche altre persone della tua et. Sara (EPG): che una buona esperienza per mettersi in gioco. Pamela: che c molto da imparare. Hai modo di conoscere le persone, i bambini e il loro modo di pensare. E poi unesperienza di volontariato. Marica: perch impari, perch alla fine impari, perch ti metti a confronto, per valutare te stesso oltre che insegnare agli altri, e ti metti dalla parte del professore, cambi mondo. Grazie mille!! E..

Siccome avevo a che fare sia con adolescenti che con studentesse universitarie, ho lasciato loro lo spazio per fornire risposte pi elaborate e personali. Le risposte di tutte le intervistate (uomini: fatevi pi avanti!) sono state ricche, talvolta, di spunti per la discussione, talaltra di idee per il prossimo anno. Vedo lintervista come un modo per motivare i ragazzi per il prossimo anno, per dar spazio alle loro idee, al senso di crescita personale che tutti certamente hanno provato durante questo anno scolastico. Volevo comunicare loro un senso di gratitudine per laiuto che mi hanno dato, anche con consigli basati sulla maggior conoscenza e consuetudine che avevano con i ragazzini. Lesperienza con loro stata gratificante, e utile a imparare ancora meglio come

Quella con Gancio stata la mia prima esperienza di partecipazione a progetti di questo tipo. Al principio non stato per nulla semplice, mi sentivo spaesata, forse anche perch il gruppo di lavoro in cui sono stata inserita si era formato gi da tempo. Con il passare dei giorni pian piano le cose sono migliorate, ho cominciato a conoscere i ragazzi e loro a conoscere me. Tutto d un tratto le due ore del Luned non mi sembravano pi interminabili. Con larrivo della primavera lora di attivit dopo quella dei compiti diventata molto pi divertente, ma anche pi faticosa, infatti veniva spesa allaperto facendo gioghi di squadra organizzati dalle coordinatrici del gruppo. I ragazzi venivano divisi in due squadre di cui facevano parte anche i volontari e si sfidavano in un torneo, Il torneo di Gancio. Questa esperienza mi stata molto utile, mi ha permesso di conoscere meglio me stessa, i miei limiti e i miei difetti, di conoscere gente nuova e divertente, di passare due ore in modo diverso dal solito.

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LA MIA ESPERIENZA IN GANCIO di Giorgia Sandolini

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA S. Pertini


OGNI ANNO UNA SORPRESA di Alessia Sforacchi Questo per me il quarto anno di workshop alla scuola media Pertini e posso dire di sentirmi ormai, un po come a casa mia. Ogni anno comunque diverso dagli altri, speciale e straordinario per differenti motivi. Ritrovare i ragazzini e a volte i volontari dellanno precedente stupendo, magari cambiati, cresciuti, maturati, con tante qualit ancora da farti scoprire. Poi ci sono i nuovi, ragazzini e volontari, che si devono ambientare, trovare il loro spazio, il proprio ruolo allinterno del gruppo e per fare questo, cosa c di meglio se non un gioco che ci aiuti a conoscerci, che ci faccia lavorare insieme. Il workshop sempre diverso, anche perch ogni anno si possono fare attivit nuove; ad esempio questanno la scuola ci ha permesso di utilizzare la cucina interna e cos, tutti insieme ci siamo dilettati, con discreto successo (a detta dei nostri assaggiatori, i bidelli), nellarte culinaria (torta di riso soffiato, crepes dolci farcite con nutella e marmellata e palline di cocco). Abbiamo lavorato e creato tante cose con le nostre mani, eccone alcune: anti-stress con palloncini e farina, albero

di Natale di cartone, biglietti natalizi, uova sode pasquali, maschere di Carnevale, gioco del memory, animaletto-portamatite e vari cartelloni (I nostri codici e Il pirata e la principessa, realizzati a conclusione di due giochi). Non finita qui; un pomeriggio ci siamo trasformati in grandi atleti e abbiamo occupato la palestra della scuola per giocare a pallavolo, a calcetto, a pallacanestro, abbiamo saltato la corda, fatto capriole, fatto ginnastica alle spalliere ecc. ecc. Non possiamo dimenticare il tempo passato a prepararci per la festa di tutti i workshop; il balletto stato un successo, ma che fatica e che risate per crearlo, inoltre il nostro mitico gioco (Becca i buchi), ha sempre avuto fino alla fine della festa una fila interminabile. Questo un po il resoconto di quello che abbiamo fatto questanno al workshop, logicamente dopo aver fatto i compiti insieme, studiato, fatto schemi, ripetuto la lezione, risolto problemi ed espressioni, scritto testi, riassunti, poesie e tante altre cose. Ci sarebbe molto altro da dire, ma questo forse fa capire che al workshop ogni anno diverso, entusiasmante, curioso, sorprendente e quindi ci si sta bene e si torna a casa soddisfatti della giornata e di noi stessi (questo vale per tutti, ragazzini, volontari e coordinatrice).

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SECONDO ANNO CON GANCIO di Elena, volontaria (Scaruffi) Questo per me il secondo anno di volontariato con i ragazzini della scuola media; come lanno scorso andavo un giorno alla settimana per due ore. Il gruppo era composto da circa 9 bambini di prima, seconda e terza media e da un equivalente numero di volontari provenienti da scuole superiori differenti. La prima ora era dedicata allo svolgimento dei compiti e delle attivit scolastiche, mentre la seconda ora era dedicata ad attivit ricreative di gruppo; anche se ogni tanto capitava che i compiti erano particolarmente lunghi che impiegavano entrambi le ore. Le difficolt sono state minime grazie al fatto di avere gi unesperienza alle spalle e perch alcuni ragazzi li conoscevo gi dallanno scorso. Prima dellinizio del work shop avevamo fatto un incontro con tutti i volontari e la coordinatrice in cui essa ci aveva presentato un po i problemi principali dei ragazzi. Per la maggior parte dei ragazzini noi volontari siamo diventati un po come un loro punto di riferimento, si basavano molto su di noi, spesso chiedevano consigli e

si confidavano. Non ci vedevano come un insegnante o comunque una persona distaccata da loro, che serviva solo per aiutarli a fare i compiti, ma come un amico su cui contavano veramente. Questo mi ha dato molte soddisfazioni e la voglia di continuare questa esperienza.

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UNESPERIENZA POSITIVA di Anna Siggillino Ciao! mi chiamo Anna e ho quasi 18 anni..faccio volontariato con l'associazione GAncio Originale da 2 anni e devo dire che stata davvero un'esperienza positiva...ti fa conoscere nuove persone, nuove amicizie, nuove realt e in pi ti da la possibilit di aiutare persone in difficolta!ti da la possibilit di crescere con ragazzi pi piccoli..tra noi volontari e i ragazzini si crea un vero e proprio rapporto d'amicizia, diventiamo un loro punto di riferimento!! quindi devo ringraziarvi per averci dato dei coordinatori bravissimi e simpaticissimi e per averci dato la possibilit di crescere insieme a voi!! di Laura Ferretti La mia esperienza di coordinatrice del workshop arrivata alla seconda edizione anche presso la scuola elementare don Milani. Questanno il gruppo del gioved pomeriggio ha subito alcuni cambiamenti. Sono arrivati cinque ragazzini nuovi e sono cambiati quasi tutti i volontari. I primi tempi sono serviti a tutti per fare conoscenza!! Da subito si fatta sentire la vivacit del gruppo, poich in maggioranza era composto da ragazzi di otto, nove anni (tre sole le bambine). Nel corso dellanno si continuata la proposta del laboratorio di serra iniziato lo scorso anno, grazie allaiuto paziente di Isa che ha messo a disposizione dei frequentatori del Gancio la sua passione per le piante e il suo pollice verde! Non stato facile proporre unattivit di questo tipo, poich la staticit dellattivit contrastava un po con la voglia di movimento e lirrequietezza che caratterizzava il gruppo. Nonostante questo, durante lanno siamo riuscite a catturare lattenzione e linteresse dei ragazzi proponendo loro attivit semplici ma cu-

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE DON MILANI

riose. La raccolta dei pinoli direttamente dalla pigna, lassaggio di questi semi e successivamente il piantarli in due modi diversi (con buccia e senza buccia) in alcuni vasi ha avuto successo. Il trapianto di alcune piante grasse la cui cura durante la settimana stata affidata ai ragazzini unaltra attivit che abbiamo promosso, ma non stata di immediata attuazione. Difficile per i bambini impegnarsi nella cura settimanale di queste piante, fortunatamente ci ha aiutato il fatto che erano grasse!!! La difficolt della gestione del tutto stata quotidiana. Sono venuti in mio aiuto gli splendidi volontari, che hanno messo a disposizione del Gancio la loro pazienza ed energia, e con loro gli amici animali. Questanno ho dedicato il mese di aprile ad una serie di attivit assistite con gli animali, in cui protagonisti insieme ai frequentatori del Gancio erano un cane (molto paziente!!) e due gatti (molto coraggiosi!!). Grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Laboratorio Lesignola, i giovani frequentatori del Gancio si sono avvicinati ed hanno interagito attivamente (talvolta fin troppo!) con i nuovi ospiti. Diversa la letteratura in cui si parla di attivit con animali nell ambito del disagio e della disabilit. Questa idea mi ha molto interessata e incuriosita. Lutilizzo degli animali, facilita il passaggio da un atteggiamento di chiusura a unaccettazione incondizionata da parte dei propri simili ed finalizzata ad un miglioramento delle funzioni sociali ed emotive delle persone. Ho proposto nel gruppo del gioved una serie di iniziative i cui obiettivi si possono cos riassumere: 1. forte coinvolgimento nellattivit assistita con gli animali, in seguito allinstaurarsi di una relazione priva di giudizio; 2. abbassamento dellaggressivit stimolato dalla relazione con lanimale;

3. riconoscere ed accettare in modo rispettoso le situazioni di diversit a partire da quelle che si presentano nel rapporto con gli animali; 4. aumento della capacit di ascolto degli stati danimo propri ed altrui; 5. acquisizione di modalit relazionali adeguate ai bisogni dellAltro; 6. aumento della capacit di riconoscere i propri stati danimo attraverso la lettura dei sentimenti che lanimale esprime utilizzando il proprio corpo; 7. acquisizione di modalit relazionali improntate sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione. A conclusione di questa proposta, non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, ma i risultati ottenuti si possono definire davvero sorprendenti!!! Il coinvolgimento stato totale, soprattutto per i soggetti che a fatica si facevano coinvolgere nelle attivit proposte durante il secondo momento del Gancio. I bambini si sono sforzati (anche i pi energetici!!) di adeguarsi alle caratteristiche degli animali per poter interagire con loro. Un esempio: lattivit con il gatto si dimostrata la pi stupefacente. Questo animale a differenza del cane, ha bisogno di un ambiente tranquillo, non troppo rumoroso e soprattutto chi vuole interagire con lui deve controllare la propria energia. Se queste condizioni non sono presenti il gatto scappa. E costato molta fatica ai pi agitati soddisfare le caratteristiche richieste, ma non sono mancati gli sforzi in questa direzione e i risultati non si sono fatti attendere!!!

Con il cane, le attivit proposte sono state di tipo pi dinamico come ad esempio le partite a calcio nel cortile della scuola. I bambini hanno avuto modo di conoscere gli animali anche attraverso attivit manuali come lesplorazione bendata di Corinto (il cane) e la sua riproduzione (con gli occhi sempre bendati) utilizzando la creta e le sensazioni tattili riportate dal toccare il cane senza per vederlo. Abbiamo osservato gli animali mentre loro osservavano noi. Abbiamo cercato di capire i loro stati danimo leggendo i loro comportamenti. Ci siamo presi cura di loro offrendo cibo, acqua e coccole a volont!! I bambini si sono rivelati attenti osservatori! E stata unesperienza davvero interessante che ha colpito molto i bambini. Chiss che lanno prossimo non si riesca a ripete?!! Intanto andiamo tutti a riposarci in vacanza!

chiama Corinto. Quando lo chiamavo e gli dicevo di mettersi seduto lui mi ubbidiva. Lo accarezzavo e gli davo da mangiare i suoi biscotti. Abbiamo organizzato una partita a calcio con lui ed era davvero molto veloce. Ha anche bucato la palla con i denti quando andata nellerba. Corinto ha dei denti molto lunghi, Carminio ce li ha fatti vedere e anche toccare!! Mi piacerebbe poter giocare tutti i giorni con lui. Ciao Corinto!! Alessio: Carminio un nuovo amico che ho conosciuto al Gancio. Assomiglia un po a Diego Armando Maratona. E bravissimo, simpatico, intelligente e molto gentile. Ci ha fatto giocare molto con un cane che si chiama Corinto. Abbiamo giocato tutti con il pongo a fare la faccia di Corinto. Ci siamo bendati e lo abbiamo toccato, poi abbiamo provato, restando bendati, a modellare la sua faccia. Francesco lo ha fatto con una mezza bocca (mancava il labbro superiore), Rosario lo ha fatto uguale a lui ma con la bocca intera. Io lho fatto con un orecchio a sventola e con la cresta. Quando Carminio ci ha salutato, eravamo tutti dispiaciuti perch ci siamo divertiti molto con lui. Soukayna: Il cane Corinto un bel cane, mi ha fatto molto divertire. E proprio simpatico. Io avevo un popaura perch grosso e da lontano mi veniva paura. Io con la Valentina non volevo andare ad accarezzarlo, poi ci siamo andate insieme. Da vicino non avevo pi paura. Carminio e la Valentina mi hanno aiutata e io ho sentito il suo pelo morbido. Che morbido! Corinto stato fermo e io non avevo pi paura anche se era grosso. Alla fine mi sono divertita. Daniele: Mi piaciuto il cane perch era simpatico. Era anche morbido, molto grosso e aveva un bel colore. Mi piace Corinto perch un giocherellone. Non sta mai

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE DON MILANI


ALLA DON MILANI UNA NUOVA ESPERIENZA CON GLI AMICI ANIMALI Una novit ha caratterizzato questanno il workshop della scuola elementare don Milani. Nellora successiva i compiti, oltre a continuare lattivit di giardinaggio con il supporto di Isa, nel mese di aprile sono venuti a movimentare un po (o meglio a tranquillizzare), i nostri pomeriggi amici molto graditi. Corinto, il cane; Orecchia e Ciccio i gatti. Ecco cosa dicono i bambini di questa esperienza. A loro la parola!! Sergio: Lincontro che mi piaciuto di pi stato quello con il cane, ha un nome un po strano ma mi piace. Si

fermo e non si stanca mai. E molto veloce e gli piace giocare a palla. E proprio come me. Karim e Rosario: E stato molto bello anche quando venuto Carminio e ha portato un bel blocco di creta. Ci siamo bendati e abbiamo accarezzato Corinto. Lo abbiamo accarezzato poi abbiamo fatto la sua faccia. Quante facce diverse ha Corinto. Il cane di creta di Rosario e di Karim erano molto belli. Ci piaciuto accarezzare il cane e, usando la nostra fantasia, riprodurlo con la creta: stato fantastico!!

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LE NOSTRE FOTO

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE SAN GIOVANNI BOSCO


LA MIA E.P.G. CON IL GANCIO di Marilena Rabitti. Sto frequentando il mio ultimo anno di psicologia a Parma e mi hanno proposto di svolgere la mia e.p.g di 30 ore con il gruppo del Gancio originale in particolare con l' attivit dei workshop. Ho iniziato a marzo, ogni mercoled pomeriggio per due ore, son stata subito contenta di questa esperienza perch un p diverse dalle solite e.p.g. basate pi sull' osservazione che non sulla pratica come questa. Allo stesso tempo per ero un p preoccupata del fatto che il gruppo era insieme gi da un p di tempo e poi non sapevo se sarei stata in grado di aiutare i bimbi, in realt tutto andato bene i bimbi son stati sempre molto carini con me e io ho cercato di essergli di aiuto. Il mercoled diventata per me la giornata per poter stare con loro e aiutarli, giocarci insieme, era bello vedere un semplice sorriso sui loro volti per qualcosa fatto insieme. E' stata una bella esperienza partecipare al Gancio originale.

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RIFLESSIONI SU GANCIO ORIGINALE di Mariuccia Reggiani Pi volte mi stato chiesto se ritengo valido il progetto "Gancio originale"; ho sempre risposto di s e confermo anche ora il mio giudizio positivo, dopo tre anni di esperienza. La formula di Gancio, che ha come punto di forza il coinvolgimento di volontari non molto distanti per et dai ragazzi destinatari del progetto, favorisce dinamiche affettive e relazionali che hanno ripercussioni positive sul rapporto dei preadolescenti con la scuola e sullo sviluppo della socializzazione. I ragazzi accettano dai volontari suggerimenti, sollecitazioni, consigli e si affidano a loro con maggiore disponibilit e fiducia di quanto non facciano con l'adulto, nel quale vedono soprattutto il rappresentante dell'istituzione. Generalmente il preadolescente ricerca una continuit di rapporto col volontario che ha scelto o dal quale stato scelto, col quale istaura una sorta di complicit affettiva fondamentale, a mio parere, per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. Di qui l'importanza della partecipazione continuativa dei volontari alle attivit di recupero didattico e di work-

shop. La mancanza di questa continuit non favorisce lo sviluppo di un solido rapporto interpersonale che, per i pi giovani ( 1 e 2 media ), molto importante. Pi volte mi sono sentita chiedere con delusione: -Perch non venuto/a.....? od ho sentito chiedere al volontario: -Perch l'altra volta sei stato a assente? La domanda non era frutto di semplice curiosit, ma era una indiretta richiesta di attenzione e di conferma di un rapporto di fiducia che si era istaurato.

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QUESTANNO AL GANCIO di Isabella Boiardi Questanno gancio Originale mi ha dato molte emozioni nuove rispetto allanno scorso. Questa esperienza mi ha cresciuto e soprattutto i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto sono stati molto carini e pieni di voglia di imparare.

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LA MIA PRIMA ESPERIENZA A GANCIO di Federica Canepari Non avevo mai partecipato a nessun progetto di volontariato e penso che la mia prime esperienza a Gancio Originale sia stata davvero positiva. E un confronto diretto con una realt diversa, che ci aiuta a riflettere molto e soprattutto a metterci in gioco. Lunica nota un po meno positiva stata la scarsa partecipazione dei ragazzi ad alcuni tipi di attivit manuali che credo dovrebbero essere sostituite con attivit ricreative in modo da permettere loro di sfogarsi.

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PER ME GANCIO di Iannantuono Carolina E stata la mia seconda esperienza questanno con Gancio Originale. Pur sapendo gi il suo funzionamento e conoscendo in parte i bambini, sono arrivata alla conclusione che ogni anno unesperienza nuova che ci serve per imparare, per aiutare chi ha difficolt nellapprendimento, per sentire di poter essere daiuto ed essere felici.

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE DI QUATTRO CASTELLA


TRE ANNI CON GANCIO ORIGINALE di Silvia Arlini Lautunno 2001 vede lattivazione di una nuova occasione per ampliare i tempi di accoglienza a bambini stranieri, che frequentano le elementari di Quattro Castella, negli spazi stessi della scuola. Due pomeriggi alla settimana listituto si apre al progetto di volontariato dellAusl di Reggio Emilia Gancio Originale. La collaborazione si rapidamente allargata alla scuola media A. Balletti, liniziativa qui, non rivolta soltanto a ragazzi stranieri. I work-shop vedono alternarsi momenti di sostegno nei compiti, laboratori manuali, giochi, proposti da una psicologa che coordina il gruppo; attivit riempite di significato dai volontari, nellottica della coeducazione verticale. Il progetto ha permesso, nel corso dei tre anni, a pi di quaranta bambini e ragazzi di godere di questo momento pomeridiano dedicato loro: un contenitore importante sia per i destinatari, sia per i volontari che hanno aderito al progetto. Sono, ancora una volta, pi di quaranta i ragazzi delle scuole superiori ed universitari che hanno

creduto in questa iniziativa, la quasi totalit di costoro sono residenti a Quattro Castella o nei comuni limitrofi: una realt territoriale in cui ampio spazio ha avuto il senso di appartenenza. Anno dopo anno stiamo crescendo, abbiamo lobiettivo di rendere il work-shop sempre pi integrato nella regolare vita scolastica: ecco perch la presenza della psicologa al mattino, a disposizione per lavorare con insegnanti e ragazzi, progettare interventi, offrire spazi di ascolto con lo sportello psicologico aperto alle scuole medie; ecco perch gli insegnanti alle elementari hanno incominciato a partecipare al work-shop. Il tutto in corso dopera, lavorando nella salvaguardia delle conquiste ormai radicate.

WORKSHOP ALLA SCUOLA ELEMENTARE DI QUATTRO CASTELLA:


IMPARARE DAI BAMBINI Davide Vezzani Iniziando questa mia avventura come studente universitario, per svolgere unesperienza pratica guidata, le mie aspettative non erano certo allaltezza di quanto, poi, questa breve esperienza effettivamente riuscita a darmi. Infatti lo scopo dellesperienza guidata era quello di poter osservare ed apprendere gli aspetti organizzativi del servizio, ma anche gli aspetti relazionali tra il/i volontari/o e i bambini, il come si costruivano e divenivano le

relazioni tra loro, linteragire tra il servizio in s (gancio originale) il volontario e il bambino, ma ancor di pi la funzione di supporto del servizio, e soprattutto, del volontario al bambino, nonch la conseguente formazione di questa figura da parte dellente con continue supervisioni di gruppo. Ma tutto questo, alla fine, quando ho potuto fermarmi a riflettere stato solo una piccola parte di ci che ho potuto osservare ed imparare. La mia sorpresa stata grande quando ho finalmente delineato ci che mi stato insegnato veramente, anzi mi correggo non mi stato insegnato perch per insegnare ci deve essere qualcuno che insegna e nessuno dei bambini mi ha voluto insegnare, ma ci che loro mi hanno trasmesso con la loro spontaneit, spensieratezza e gioia nel vivere e forse anche attraverso la loro innocenza e inconsapevolezza che li caratterizza come fanciulli. Arrivato alle scuole di Quattro Castella il mio primo giorno ho conosciuto tutti i bambini in un modo simpaticissimo: hanno messo in scena un piccolo sketch preso dalla tv mettendo i loro nomi al posto di quello dei protagonisti, non per me questo sicuro, ma solo esclusivamente per giocare, comunque stato un modo molto simpatico per conoscerli. Da qui nata lidea di poterli coinvolgere nella creazione di una piccola rappresentazione teatrale finalizzata al gioco ma con scopi anche pi educativi: imparare a rispettare le opinioni altrui e lavorare assieme per creare qualcosa. Infatti il gioco era cos strutturato: i bambini si dovevano dividere in gruppi e ogni gruppo doveva inventare una storia da rappresentare, poi nei successivi incontri i vari gruppi raccontavano o rappresentavano le loro storie esponendole quindi al giudizio di tutti. La tappa successiva stata quella di integrare le tre storie uscite dalla fantasia dei tre gruppi, questa tappa stata affrontata

da me per mancanza di tempo ma anche perch le tre storie erano molto eterogenee. Quindi io mi sono assunto il compito di INTEGRARE queste tre storie tra loro ricavandone una solamente, che sarebbe poi stata quella da rappresentare alla festa finale di Gancio. Tutto era partito come gioco ma i bambini sempre giocando lo rendevano volta dopo volta sempre pi serio, io per continuavo a considerarlo ancora come un semplice gioco da concludere alla festa di Gancio. Finalmente arrivato il giorno della festa ci siamo trovati allIstituto A. Moro con una grossa sorpresa: Il PALCO!!!!!!!!!!!!!!!!!! Bella sorpresa ma noi non ne avevamo mai parlato di recitare su un palco davanti a tutte quelle persone!!!!!!!!!!! Avevamo paura della reazione dei bambini, ma loro proprio di paura non ne avevano anzi erano stimolati ancora di pi!!!!!!!!!!La paura era solo mia!!!!!!!!!!!! E in effetti stato un GRAN SUCCESSO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!! Dove tutti si sono divertiti ma soprattutto i bambini i veri artefici di tutto questo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E questa la loro storia:

LA PECORA MAGICA

Cera una volta in un piccolo villaggio un giovane pastore di nome Pierino che viveva in una piccola e povera baracca assieme alle sue due uniche pecore alle quali era particolarmente affezionato anche perch gli permettevano di bere latte e mangiare formaggio visto che lui non possedeva niente altro ed era poverissimo.

Queste pecore erano una di colore marrone chiamata Alessandra e una di colore nero chiamata Alessandro,e un bel giorno la pecora femmina diede alla luce un piccolo agnellino chiamato Fumaiolo. La pecora maschio allora visto che amava molto il suo pastore e sapendo che il latte che Alessandra faceva era destinato al suo piccolino decise di andare a cercare fortuna coi suoi poteri magici ancora sconosciuti al suo pastore. Si perch la pecora maschio era una pecora magica con un potere molto potente,poteva senza che gli uomini se ne accorgessero invertire i loro destini. Il pastore quella mattina quando al suo risveglio non trov pi la pecora maschio si disper e cominci a cercarla attorno alla sua povera baracca ma non la trov. Passarono le stagioni. Arriva il vento Arriva il sole Arriva la pioggia Torna il sole Arriva il buio e i due fiori ,spaventati,si abbracciano

quando il pastore stava per andarsene senti un belato che riconobbe immediatamente, era quello della sua pecora scappata. Chiamo subito una guardia che accorse ma quando ascolt la sua storia non fu creduto perch vestiva di stracci e chiedeva lelemosina,allora il pastore chiese di controllare il marchio che ogni sua pecora aveva sullorecchio. La pecora del mercante ne aveva uno uguale, era proprio lei Alessandro. Ma ancora pi eccezionale era che il ricchissimo mercante era ricercato dalle guardie e su di lui cera una grossa taglia in monete doro cosi che il pastore divenne ricchissimo e fu corteggiato da tutte le pi belle donne del villaggio finch non si innamoro e sposo una bellissima ragazza ricchissima chiamata Dominika diventando ancora pi ricco. La sua pecora aveva usato il suo potere ed era riuscita a invertire il destino del suo pastore.

Passarono le stagioni quasi un anno un anno, quando, un bel giorno il pastore si rec al mercato per chiedere lelemosina visto che senza la sua pecora era diventato ancora pi povero. Al mercato fu maltrattato preso in giro e scacciato, proprio perch chiedeva l elemosina, da un prepotente ma ricchissimo mercante di nome Giuseppino,ma proprio

ADRIAN MERCHANTE (VESTITO BIANCO) DOMINIKA PRINCIPESSA (VESTITO VERDE) EGZONA VIOLA EKRAM NARRATORE PRIMA PARTE EKRAM GUARDIA ASMA NARRATORE SECONDA PARTE CHICCO AGNELLINO DONJETA PASTORE AMINN REGISTA SCENEGGIATORE BATTUTE DEI FIORI: o CIAO IO SONO UN FIORE DEL PRATO, SONO DI COLORE VIOLA, IL

MIO PROFUMO E DOLCE E DELICATO

o CIAO SONO UN FIORE DEL PRATO, NASCO IN PRIMAVERA, SONO DI COLORE GIALLO CHIARO, TUTTE LE PERSONE CHE MI VOGLIONO BENE MI RACCOLGONO

Per concludere vorrei solo raccontare quello che da tutto questa esperienza ho potuto imparare a livello umano: ho fatto un po di fatica per riuscire ad INTEGRARE le tre storie in una sola, e dire che era uno compito da poco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Loro, cio i bambini, con la loro semplicit e spontaneit non hanno mai fatto nessuno sforzo per doversi INTEGRARE tra loro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!E dire che vi erano bambini provenienti dallAlgeria dal Marocco e Tunisia quindi da culture islamiche, bambini provenienti dal Senegal quindi da culture africane e bambini provenienti da Polonia e altri paesi dellest come Kossovo.!!!!! Quindi le mie riflessioni finali non posso far altro che soffermarsi su questo punto: mi sono chiesto come possiamo noi adulti crearci cos tanti problemi sotto laspetto dellintegrazione tra culture diverse e poi usare belle parole per dipingere lINTEGRAZIONE come fatto positivo, quando siamo noi stessi, che saturi dalle influenze culturali ma soprattutto SOCIALI e ancor pi trascinati dalla NOSTRA societ moderna senza rendercene conto mettiamo barriere quasi insormontabili allintegrazione!!!!!!!!!!!!!Non siamo ancora in grado di renderci conto che la societ in cui viviamo ci sta portando

dalla parte opposta dellintegrazione e non accorgendocene ci lasciamo trasportare inconsapevoli di dove andremo a finire!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Beh i bambini di Quattro Castella , che ringrazio per questo, mi hanno fatto toccare con mano ci che speravo esistesse veramente, cio lINTEGRAZIONE reale dove non esiste lo sforzo del cercare di integrare ma basta vivere spontaneamente e semplicemente ci che si e ci che laltro, sono convinto che anche noi se riuscissimo ad imparare dai nostri bambini questi modi di vivere riusciremmo a vivere il diverso come il normale senza alcuna distinzione e lintegrazione non sarebbe pi uno SFORZO ma una cosa che avviene normalmente nel divenire quotidiano. GRAZIE BAMBINI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DON PASQUINO BORGHI DI RIVALTA


Anno scolastico 2003-2004 QUANDO I RAGAZZI ARRIVANO DRITTI DRITTI AL CUORE di Anna Chiara Montanari

Molto spesso non ci rendiamo conto di quanto un sorriso possa arrivare lontano Non ci aspettiamo che lincontro con un'altra persona ci possa in qualche modo cambiare Non crediamo che quello che stiamo facendo per divertirci possa anche divertire Non vediamo dove arriva tutto limpegno che ci mettiamo nel fare una cosa Molto spesso appuntoma non sempre Tante volte facciamo delle cose senza sapere come gli altri leggeranno quello che abbiamo fatto, se saranno contenti, soddisfatti, felici tante volte appunto, ma non questa volta Perch noi lo sappiamo e come dove sono arrivati i nostri sorrisi, le nostre risate, gli scherzi, le battute, il fare insieme, creare, pennellare, mangiare, sporcare, pulire, cantare, tagliare, incollare, scrivere, contare, fotografare, giocare, stampare, modellare Sono arrivati davvero lontano, perch hanno toccato un tasto che non suona, ma risuona dentro e fuorie quando sono tanti tasti a risuonare e tutti assieme, allora ragazzi che musica! Se mi chiedessero come si fa ad arrivare direttamente al cuore di una persona non saprei risponderese poi la

domanda fosse come si fa a raggiungerne tanti, direi che non ne ho la pi pallida idea, perch la verit che non lo sappiamo nemmeno noi cosa sia successo e quando vi possiamo solo dire che stato un trionfo di emozioniche hanno viaggiato in tante direzioni e che hanno colpito tutti qualcuno ha messo in campo qualcosa e credo che questo qualcosa sia stato il suo cuore, che ha rimbalzato come un pallone in una grande partita, che ha toccato tutti e che ogni volta che ti arrivava vicino ti toccava sempre in modo diverso, cos da far risuonare in noi un milione di emozioni che ci hanno fatto sentire che quello che stavamo facendo era arrivato pi lontano di quanto potessimo immaginare. I RIVALTATI o I RIBALTATI Come sempre, a voi la scelta APPUNTAMENTI: Tutti i Marted dalle 14.30 alle 16.30, intensamente da Novembre 2003 a Maggio 2004 Come nostra abitudine si avvisano gli interessati che lorario pu subire improvvisi cambiamenti causa merende, nutella party, feste a sorpresa e naturalmente le stravaganze dei partecipanti I PROTAGONISTI: I ragazzi che frequentano la scuola media Don Pasquino Borghi tra cui: A., F., M., G., C., P.,C., F., C., P., S., ecc Tra i Volontari come nuove conquiste abbiamo: Engy, Eve, Simone, Filippo, Deborah e Samuele; il gruppo degli affezionati: Filippo, Francesco, Alessia, Monica e Antonio; sono stati con noi: Benedetta, Stefania, Andrea, Francesca, Simona, Stefania e Marika, Ilaria & Linda (tiroci-

nanti) e ancora una volta io, la coordinatrice Anna Chiara Montanari COSA FACCIAMO? Facciamolo dire a loro

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DI RIVALTA


IL GANCIO A RIVALTA VISTO DAI VOLONTARI Engy Abdellatif - Volontaria Rivalta (1 anno di volontariato) Un'assemblea assistita per sbaglio, tanta gente, un sorriso.. e da quel sorriso un amore, un vero e proprio colpo di fulmine. Mi sono innamorata di quella stanza di lavoro, della coordinatrice, dei volontari, dei ragazzi, tanto che mi sento in colpa se per motivi di studio o per salute

non posso andarci. Il Gancio?? la mia storia d'amore pi importante! e se vero ci che si dice, che l'amore vero c' una sola volta nella vita, il mio l'ho gi trovato e ora sono la ragazza pi felice del mondo. Sono ricca di sorrisi, di coccole da parte dei ragazzi, di un amore fraterno con i volontari e la coordinatrice, tante amicizie che vanno al di l dell'uscire insieme il sabato sera, tanti punti di chiarezza e di sicurezza che prima non avevo. Sono gelosa della mia ricchezza che per fortuna non nulla di materiale. Se cos fosse dovrei avere paura che qualcuno me la rubasse, e invece ora sono sicura che sia tutta per me e che me la porter dietro tutta la vita. l'amore vero eterno, e cos sar per me il Gancio perch ha lasciato in me un segno indelebile.

Samuele Tirocinante Rivalta Il Gancio mi ha fatto riflettere molto perch mi sono reso conto che studiare psicologia non significa solo ascoltare delle lezioni universitarie e leggere decine di libri. La psicologia linsieme della storia di ogni ragazzo e di ogni educatore,ogni cosa che si pu vedere e toccare,qualsiasi comportamento,pensiero,emozione,parola... Tutte cose che fanno riflettere se vengono vissute in prima persona e nessun libro pu spiegare.

Volontario Gancio Rivalta 3 anno Secondo me lemozione pi grande che si pu provare a Gancio originale il modo immediato con cui vengono appagati i tuoi sforzi. Ogni capacit che tu possiedi,consapevolmente o no,la puoi sfruttare per dare aiuto a un ragazzino che ha bisogno di fare i compiti o per partecipare alle attivit di atelier. E tutto ci viene compensato di gratitudine,manifestata tramite il sentimento pi ricco che esiste:lamicizia.

The Gancio Simone Tognetti volontario Rivalta Alieni,con fari al posto degli occhi,che ti guardano come se fossi un morto vivente,un mutante o un prossimo loro nemico che cercher di fargli fare meno casino possibile. Questa la mia impressione del gancio, al primo giorno, appena entrato in quellaula rumorosa. Ero in ritardo di 5 minuti per aspettare Filippo che aveva pi paura di me.

Sembrava di essere al primo giorno di scuola dove non conosci nessuno e hai paura di fare brutte figure per farti realmente conoscere. Ma prima o poi mi sarei dovuto scoprire ma ero troppo timoroso. Con il passare delle settimane la situazione cambiata, ci siamo conosciuti sia con i ragazzi e sia con i volontari e gli alieni sono diventati come me amici e compagni di studio. Allinizio erano in pochi e molte volte facevamo poco. Da un po' di tempo sono aumentati ed diventato un vero casino;forse era meglio prima? No perch pi sono e pi mi impegno e do tutto,almeno spero! Adesso fare i compiti diventato piacevole (farli fare) perch li vedi senza voglia che cercano di finire il prima possibile. Mi sono divertito e ho raccolto molto da questa esperienza e spero di avere trasmesso qualcosa.

E accrescere noi stessi, diventare pi grandi, cercare di affrontare nuove esperienze che possono accrescerti come persona. La soddisfazione pi grande, sentirti dire che sei stato utile per qualcuno, anche per una piccola cosa. Nel mio caso allinizio, non mi attirava tanto lidea di fare volontariato al Gancio, soprattutto perch pensavo che sarei rimasto immerso nella confusione dei ragazzi per tutto il tempo. Poi mi sono dovuto ricredere. Dopo aver superato insieme a Simone lemozione dei primi tre incontri, ha cominciato a piacermi e tutto ad un tratto, mi sono ritrovato integrato tra i ragazzi e i volontari. Questa esperienza mi servita molto e mi ha dato tanto,anche perch sono riuscito a stabilire un buon rapporto con le persone pi piccole di me, cosa che non credevo tanto facile, oltre ad aver provato unesperienza per me del tutto nuova.

Eve Costruttivit perch questanno per me stato davvero pieno di emozioni. Quando ho cominciato Gancio non avrei mai immaginato che sarebbe diventata una delle cose a cui avrei dedicato la maggior parte del mio tempo. stata una esperienza costruttiva, perch aiutandoci tra volontari e ragazzi abbiamo lavorato sodo ma anche creato buone amicizie. Allo stesso modo si costruisce, ad esempio, un muro: ognuno ci mette del suo fino ad ottenere qualcosa di solido e duraturo.

di Filippo Ferrarini volontario Rivalta Volontariato: una parola che gi in s, dice tutto. Per me volontariato vuol dire aiutare gli altri senza aspettarsi niente in cambio, cercare di comprendere le loro esigenze,aiutarli a superare le loro difficolt. E dedicare il tuo tempo a chi ti sta intorno,anche a persone meno fortunate di te (es.: invalidi).

Per me questo stato il primo anno di Gancio...momenti indimenticabili trascorsi con ragazzi e volontari rimarranno impressi nella mia mente come la pi bella esperienza, non solo in questi cinque anni di superiori, ma anche nel corso dellintera adolescenza. Nei volontari ho trovato compagni di vita comprensibili, affettuosi e veri amici. Allo stesso modo si sono instaurati splendidi rapporti anche con alcune ragazze. Venire al Gancio non mi ha comportato sacrifici, tuttaltro.. Aspetto sempre con ansia che arrivi lora di poter ritrovare questo gruppo di amici, per potermi confidare con loro. anche un modo per potermi staccare un attimo dalla realt, per quattro ore la settimana, e pensare a qualcosa di diverso dallo stress quotidiano. Penso che una delle cose che mi sono piaciute di pi stato organizzare il compleanno a sorpresa per la nostra fantastica cordinatrice, Anna Chiara. La cosa pi piacevole stato vedere la sua faccia stupita e le sue lacrimucce di commozione tra il sorriso a trentasei denti che le illuminava il viso. Non dimenticher mai la volta in cui Una ragazza era triste ed venuta da me per chiedermi consiglio: mi sono sentita gratificata in qualche modo.. era bellissimo vedere che qualcuno contava su di me e mi considerava una persona sulla quale fare affidamento: mi sono sentita importante!!! stato bellissimo non mi era mai capitato prima dora.

Volontaria al terzo anno della scuola di Rivalta Marted pomeriggio. Sono appena rincasata. Stanca, ma contenta.

Oggi ho passato uno dei pomeriggi che potrei definire pieni. Pieni positivamente. Un pomeriggio colmo di idee, sorrisi, sguardi, intese.. strano.. E una sensazione che non riesco a provare, molte volte Tra laltro, io vengo pi che altro al venerd, ma non mi parsa nemmeno per la testa lidea che magari mi sarei potuta trovare non cos bene come al solito.. come potrei?! . Gli altri volontari sono fantastici... dopo tre anni non c solo feeling, ma anche amicizia. Anche i ragazzi sono unici nel loro genere! Tutti apparentemente cos uguali perch alla moda.. ma in realt ognuno di loro , anche se vorrebbero dimostrarsi pi grandi di quello che sono, hanno ancora dolcezza e innocenza che io rimpiango tanto. Per questo adoro stare con loro! E bello ascoltarsi, dare consigli, aiutarli nei loro infiniti compiti.. bello vederli spensierati e coinvolti quando parli di qualcosa che ti appartiene. Quando ti guardano e sembrano quasi ammirarti.Loro forse il mio sguardo nopn lo colgono, ma anchio ammiro loro. Vogliamo parlare della favolosa coordinatrice? LAnnachiara in due anni ha sconvolto le nostre fantasie !I giochi manuali sono quelli che preferisco.. colorati e creativi. Laspetto pi bello nella persona. Sempre sorridente, arrabbiata quando ci vuole e soprattutto sempre attenta a quello che succede intorno. Soiamo a maggio. Cosa far lanno prossimo? Ho un po di tristezza nel cuore perch forse non potr rivivere ci.

Alessia, una volontaria VISTO E CONSIDERATO CHE NEGLI ANNI PASSATI HO DEDICATO INTERE PAGINE ALLANNUARIO...QUESTANNO VEDR DI ESPRIMERMI BREVEMENTE!! A differenza dellanno scorso, il rapporto con i ragazzi stato pi difficile, anche se ottenendo ottimi risultati!! Questo dovuto dal fatto che i ragazzi non erano pi gli stessi perch allinizio dellanno ne sono subentrati dei nuovi . Con i volontari e la cordinatrice invece si subito instaurato una sorte di amicizia e di complicit che hanno migliorato di gran lunga quella che stata lesperienza di questanno. Nellarco dellanno siamo riusciti a fare molte attivit... assai interessanti!! Gli eventi che pi ricorder con piacere saranno le feste tra volontari e ragazzi dove sono usciti i veri caratteri di ognuno di noi ed stato proprio quello a farmi innamorare di loro. Sicuramente sar una esperienza che riprover lanno prossimo perch il volontariato riuscito a trasmettermi forti emozioni, amicizie nuove e tanta tanta voglia di divertirmi. Un ringraziamento speciale va alla super cordinatrice che deve essere lodata per tutta la pazienza che riuscita a tirare fuori nellarco di questanno.. una grande!!!

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DI RIVALTA


IL GANCIO A RIVALTA VISTO DAI RAGAZZI Il mio 1 anno di gancio Compiti laboratorio, nuovi amici, cibo e giochi P. V. - ragazza gancio a Rivalta Nel mio primo anno di gancio ho fatto tante cose e la prima stata la conoscenza di nuovi amici. Per me la prima volta stata un po' imbarazzante e andando avanti stata una scelta presa bene. Nel secondo momento abbiamo iniziato a fare i compiti, a dire la verit sono una cosa noiosissima. La materia che avevo spesso era inglese, tra laltro la materia che odio di pi! Ma mi vedete a studiare inglese? B rispondo io al posto vostro, direi proprio di nooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!! Nellarco del pomeriggio oltre a fare i compiti facevamo laboratorio, giocavamo e alcune volte mangiavamo; anche voi direte che siamo proprio fortunati e sapete cosa vi rispondo: proprio vero!!!!! Al laboratorio facevamo sculture e disegni, nei giochi, invece quando non pioveva andavamo fuori e facevamo i giochi che inventava la Linda, e vi assicuro che erano eccezionali!!!!!!!!! Poi cera la cosa pi bella:il MANGIARE???!!!! Voi direte che a scuola non si mangia a parte quel quarto dora dintervallo e invece vi sbagliate al doposcuola cambia (un po')! Sapete cosa mangiavamo la.......nutella! E per la fortuna dellAnnachiara mangiavamo,o meglio lei si mangiava i ciccioli! Ritornando allarte facevamo sculture,posacenere con la creta vasi con corde marroni e tante altre cose.

I ragazzi del gancio per me sono tutti simpatici per le ragazze con cui mi sono trovata meglio sono: Eve, Monica, Engi e i ragazzi con cui mi sono trovata meglio sono:Francesco e Filippo. Questanno per me il gancio diverso perch ci sono volontari molto pi simpatici e ragazzini pi pestiferi. Per la scuola ti aiutano molto e soprattutto perch non tutti sono bravi! Io mi trovo bene e a scuola sono migliorata (abbastanza!). Le cose che colpiscono me e soprattutto gli altri ragazzi sono le attivit svolte dopo i compiti:come fare la pasta al sale, i cartelloni e i giochi quando ci portano fuori. Il gancio secondo me dove ci sono i ragazzi delle superiori e uno pi grande che il capo. I ragazzi delle superiori aiutano i bambini. A me piace andare al gancio, per ci sono alcune volte che non mi piace venire perch facciamo cose che mi annoiano e non le vorrei fare. Altre volte se devo dire la verit preferisco venire invece di stare a casa; un posto bellissimo in confronto allanno scorso. Qui ci si diverte, si balla, si gioca e poi facciamo laboratorio. Per me il doposcuola come la mia casa, c gente fantastica e poi ci sfoghiamo parlando delle nostre cose.Questo tutto, grazie. Il gancio per me un posto dove si fanno i compiti con dei ragazzi che ti aiutano se hai problemi e sono anche molto simpatici...poi si gioca, si fanno attivit ad es.con la pasta sale, provoloni di natale, cornici ecc...giochi di conoscenza per conoscerci meglio e mi sono piaciuti, si

ascolta la musica, si canta, balla, si parla della propria vita con delle ragazze del gancio che sono pi grandi. A me piace molto stare qua, mi diverto e sto bene con la gente. Da quando vengo al gancio ho conosciuto nuove persone, faccio nuove attivit e specialmente ho conosciuto Annachiara. Il 16/01/04 abbiamo fatto una festa favolosa di natale dove abbiamo mangiato: ciccioli, salame, pane con nutella, pizza, gnocco, tortellini e abbiamo ballato.

Io al Gancio ho imparato molte cose, per mi ha fatto anche divertire tipo quando cera la festa di Natale che giocavamo a calcio con le palline di Natale, il compleanno dellAnna e tante altre cose come: fare la pasta al sale, i barattoli di spago, la girandola di cartone, oppure anche oggi che abbiamo pasticciato un po con i colori sul significato del gancio. By A. detto Rambo

Io al Gancio mi diverto tantissimo perch mi ritrovo a giocare con i miei amici di 1, 2 e 3 media. Io al gancio imparo molte cose belle che poi mi serviranno a scuola per fare bella figura davanti alle prof. e ai miei compagni. Il giorno che qui mi sono pi divertita stato quando siamo andati fuori a giocare al tiro alla fune e alle dieci sfide. A me piace andare al Gancio perch mi aiutano a fare i compiti e soprattutto voglio bene a tutti By C.

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DI RIVALTA


LE NOSTRE FOTO

WORKSHOP ALLA SCUOLA MEDIA DI POVIGLIO


PRONTI VIA! di Annalisa Melloni ( funzione strumentale AREA 3 ) LE PRIME FASI DELLA PROGETTAZIONE Per il primo anno a Poviglio si dato vita ad un workshop pomeridiano che ha visto vari Enti coinvolti : Comune, Oratorio , Scuola. La prima fase stata quella di mettere attorno ad un tavolo i vari referenti per unanalisi dei bisogni e una prima progettazione : Don Giancarlo, la Preside , lAssessore alla scuola , la psicologa referente dello sportello di ascolto presso la scuola media , la funzione strumentale di prevenzione del disagio, due professoresse referenti per il plesso. Gli incontri si sono verificati a dicembre 2003. Una volta concordata la necessit dellintervento a favore di ragazzini non seguiti a casa e portatori di un disagio socio-relazionale, la psicologa e la Preside hanno proceduto alla selezione dei ragazzini per la formazione del gruppo , quindi sono state contattate le famiglie a cui stato richiesto di garantire la presenza e la frequenza regolare dei figli iscritti. Si scelto di creare un gruppo poco numeroso , ma visto il grande numero di richieste, si creata una lista dattesa: nel caso un membro non garantisse una frequenza regolare e responsabile , sarebbe subentrato un altro aspirante. In contemporanea si proceduto al reperimento di volontari, giovani delle Superiori , ma che avevano fre-

quentato qui la Scuola Media e sono residenti a Poviglio . Si sono effettuati due incontri con loro pi un incontro di formazione con la psicologa Francesca Tirelli allinizio ed un altro in aprile. Il Parroco si fatto carico di scegliere lEducatore che avrebbe avuto il compito di coordinare i lavori e contenere le dinamiche di gruppo, mantenere i contatti con i professori della scuola media, con la psicologa della scuola Francesca Fontanesi , con la Preside e con me. Durante i primi incontri si sono formati due gruppi di volontari che si sarebbero alternati nei due incontri settimanali e inoltre stato abbozzato il programma delle attivit da svolgere. Il gruppo dei volontari era formato da circa una decina di giovani ; il gruppo dei frequentanti il workshop da 11 ragazzini, di cui 7 femmine e 4 maschi prevalentemente di prima e seconda media. La scuola media, inoltre, si mossa per valorizzare la frequenza al work-shop dei ragazzi, garantendo ricadute positive sulla valutazione del loro rendimento scolastico. Il workshop partito a gennaio 2004 presso i locali messi a disposizione dallOratorio, cio in una stanza dell ex canonica. Il gruppo si trovava qui tutti i luned e venerd dalle 14,30 alle 16,30, poi per esigenze dei volontari il luned e il gioved sempre dalle 14,30 alle 16,30. Lobiettivo principale di questo workshop era quello di fornire ai ragazzini uno spazio-tempo alternativo alla strada o al far nulla e quindi fare i compiti e studiare con laiuto dei volontari. Questo avrebbe consentito loro di essere soddisfatti di se stessi e di sentirsi apprezzati dagli altri, oltre al lusso di arrivare a scuola con i compiti eseguiti al pari degli altri compagni.

All inizio e anche durante lesperienza, non stato facile fare gruppo, forse lobiettivo verr raggiunto nei prossimi anni il progetto, come mi auguro, proseguir. La progettazione potrebbe, a mio parere, prevedere negli anni futuri una certa attenzione allo star bene insieme, spendendo tempo per creare un gruppo dove ci sia pi ascolto e collaborazione . Oltre ai compiti , il workshop prevedeva unoretta di giochi a squadre gi nellattiguo campetto da calcio/pallavolo dellOratorio. Penso che lesperienza sia stata utile per i ragazzini che lhanno vissuta, difficile ma comunque di crescita personale per i volontari, a cui peraltro stato garantito un credito formativo presso i loro Istituti e spero proseguir lanno prossimo. Un ringraziamento particolare alla dott.ssa Cantini di Gancio Originale che stata molto disponibile, fornendo materiali e indicazioni pratiche utili per la progettazione e la realizzazione del workshop.

ALTRE ESPERIENZE DI VOLONTARIATO

LA NOSTRA ESPERIENZA COME VOLONTARIE CIVILI IN GANCIO IL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO


UNA NUOVA OPPORTUNITA Lapprovazione della legge 64 del 6 marzo 2001 ha disposto listituzione del Servizio Civile Nazionale. Quindi, alla fine della leva obbligatoria, presumibilmente dal 1 gennaio 2005, sia il servizio militare sia quello civile saranno articolati su base volontaria. Il servizio civile volontario dura 12 mesi, rivolto alle ragazze italiane di et compresa tra i 18 e i 26 anni e i ragazzi militi-esenti che non abbiano superato i 26 anni. Si tratta di una qualificante opportunit di crescita personale e culturale, che si presenta anche per i giovani della provincia di Reggio Emilia. Scegliere il Servizio Civile Volontario significa partecipare a progetti altamente qualificanti, approfondire la formazione, fare unesperienza che ti servir nel mondo del lavoro. Scegliere il Servizio Civile Volontario una nuova opportunit per la tua crescita personale, sociale e culturale. Il prossimo bando per partecipare al servizio civile volontario uscir a settembre. Per ulteriori informazioni cercare sul sito internet: www.unaprovinciasolidale.re.it . Dal gennaio del 2004 Gancio Originale ha iniziato un nuovo progetto: il Servizio Civile Volontario. Sono arrivate a collaborare con noi quattro ragazze che hanno iniziato la loro attivit il 1maggio e rimarranno con noi un anno. Le loro relazioni, riportate di seguito, illustreranno il lavoro che stanno svolgendo. Marika Bonacini

Dal 1maggio, sotto il progetto Gancio Originale, iniziata lattivit di volontariato del servizio civile. Questa esperienza ci permette di entrare in contatto con lambito sociale ed educativo a cui siamo interessate anche per le facolt universitarie che frequentiamo. Siamo in quattro ragazze a collaborare con gancio: Agnese Marika, Stefania e Laura. Di noi quattro solo io (Marika) non conoscevo inizialmente il progetto di gancio,le altre infatti gi collaboravano come tirocinanti o volontarie. Il mese trascorso mi ha fatto conoscere lattivit dei workshop e quella della stanza di Dante che seguir, nelle scuole prescelte, come coordinatrice dal prossimo anno scolastico. In questo periodo ho affiancato altre ragazze,gi coordinatrici, nei loro workshop:Annachiara per quello tenuto al liceo A.Moro e Valeria per quello tenuto alla scuola media A.Fontanesi. Sola mente lattivit di Stanza di Dante stata da me condotta autonomamente in questultimo mese,sostituendo la coordinatrice che era,ancora una volta,lAnnachiara. In questultimo progetto ho riscontrato le maggiori difficolt dovute proprio alla mia inesperienza nel gestire un gruppo e nel cercare di trarre tutti i vantaggi dallintervento delle volontarie,senza contare le problematiche legate allimprovviso cambio di coordinamento. E stata per anche lesperienza pi interessante proprio per lincontro-scontro fra culture diverse e quindi modi

di vita e di pensiero difficilmente conciliabili ,di cui si ha una visione pi diretta. In realt durante la festa finale, tenuta il 27 maggio, mi sono resa conto di quanto fosse unito questo gruppo,nonostante le difficolt, e di quanto mi avessero accettato come nuova coordinatrice, il che stato altamente gratificante. Altre esperienze che ho iniziato sono state quella di atelier di bricolage, che mi servita soprattutto per imparare come si lavora la creta, da poter eventualmente utilizzare il prossimo anno allinterno dei workshop,e quella di assistenza ai pazienti del centro Busetti, dove ogni sorriso, gesto parola ricevuti hanno un valore e un effetto molto pi forte rispetto a qualsiasi altro ambiente. In conclusione credo che questesperienza di volontariato civile oltre ad essermi utile sul piano formativo, lo sar soprattutto su quello umano.

Io ad esempio sono stata molto felice di partecipare a questo progetto: ho la possibilit di fare un lavoro che mi aiuta a livello economico per continuare gli studi, mi lascia la possibilit e il tempo per studiare e mi inserisce in un campo in cui posso fare esperienza e imparare molte delle cose che spero un giorno caratterizzino il mio lavoro di educatore professionale.

Laura Ianetti Il mio cammino verso il servizio civile e stato diverso rispetto alle altre ragazze. Sono una volontaria di Gancio da 5 anni e ormai il volontariato fa parte della mia vita, come fare sport o uscire con gli amici. Quando ho saputo del bando di concorso per il servizio civile allinterno di Gancio Originale, non ho esitato a cogliere lopportunit di lavorare in un progetto in cui credo molto e di collaborare con persone che stimo da tempo. Nei primi mesi di questo anno da volontaria civile ho lavorato in diversi progetti : ho coordinato insieme a Patrizia il workshop nella scuola media A.Aosta e ho affiancato Alessia nel suo workshop nella scuola media Pertini. Inoltre ho partecipato alle attivit dellatelier di bricolage del Padiglione Bertolani; era tanto tempo che volevo misurarmi in questo tipo di esperienza, per imparare nuove forme di comunicazione e di riabilitazione. Nel gruppo in cui ero inserita, ho trovato casualmente 2 dei tanti ragazzi che vedo ogni martedi nella mia attivit di volontaria nella squadra di basket in carrozina, i Draghetti. Mi ha fatto molto piacere conoscere questi ragazzi in un ambiente diverso da quello sportivo e scoprire in loro

Agnese Ferrari Sono ormai due anni che lavoro con Gancio Originale, prima come volontaria poi come tirocinante di scienze delleducazione e oggi partecipando al progetto del volontariato civile. Il mio lavoro rimasto pi o meno lo stesso, lavoro nei workshop e in una stanza di Dante. Credo che quella del volontariato civile sia una buonissima possibilit per noi giovani. Per chi come me sta ancora studiando e pu sperimentarsi in un lavoro che spera di poter fare nel futuro, e per quelle persone che magari appena uscite dalla scuola vogliono avere un lavoro retribuito che non occupa tutta la giornata ( cinque ore al giorno ) e che possa essere un banco di prova per un impiego futuro.

fantasia, creativit e una grande voglia di comunicare che riescono ad emergere durante le attivit dellatelier. Infine, ho partecipato agli ultimi incontri del laboratorio musicale per malati psichiatrici che si teneva ogni lunedi, presso la scuola media Dalla Chiesa. Questo laboratorio si concluso con alcuni concerti, al Campo di Marte, nella stessa scuola e presso Villa Valentini, a Scandiano. Questultima esperienza coincideva con mio primo incontro con malati psichiatrici e le loro problematiche. Limpatto iniziale non stato facile ma il contesto di un laboratorio dove si faceva musica insieme mi ha aiutato a creare un ponte tra me e loro. E stato molto emozionante condividere con loro la preparazione del concerto, la tensione prima di esibirsi e la grande soddisfazione agli applausi alla termine delle canzoni scritte da loro. Sono sicura che questo anno di servizio civile sar intenso e arricchir la mia esperienza professionale e umana.

di Stefania Morini Mi chiamo Morini Stefania, ho 21 anni e sono iscritta al secondo anno in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, sotto la facolt di Medicina e Chirurgia di Modena. Ho iniziato a svolgere lattivit di tirocinio per Gancio Originale a novembre e Mariella mi aveva gi parlato della possibilit di fare volontariato civile, sempre per Gancio. Aspettavamo tutte con ansia luscita del bando di concorso per il volontariato civile; tale attivit dura un anno

e prevede un impegno settimanale di 25 ore, da distribuire sui 5 giorni lavorativi, con una retribuzione mensile di 433 euro. A gennaio finalmente uscito il bando e tramite Internet ho compilato la documentazione necessaria per sostenere il colloquio con una commissione di addetti ai lavori, che si sarebbe svolto di l a poco e avrebbe permesso la formulazione di una graduatoria. La documentazione, oltre ai dati anagrafici, certificazioni, competenzechiedeva le motivazioni che mi avevano spinto a fare domanda. Per me tali motivazioni erano: la possibilit di sperimentare le mie potenzialit umane e professionali nei diversi ambiti di cui si occupa Gancio Originale, di conoscere gi lambiente e le persone con cui avrei lavorato, persone disponibili al dialogo e alla comprensione, inoltre la possibilit di farmi riconoscere le ore svolte come volontariato in ore di tirocinio per luniversit, indispensabili per laurearsi ed infine, ma non per questo trascurabile, le retribuzione mensile, che mi permette in parte una maggiore indipendenza economica. La graduatoria uscita verso i primi di marzo e io mi ero classificata al terzo posto, prendevano i primi quattro classificati. Cos dal 1 maggio sono a tutti gli effetti una volontaria civile, figura professionale riconosciuta allinterno dellazienda. Secondo me, il volontariato civile offre una grande possibilit, sia agli studenti che ai giovani di quella che io definirei una palestra al lavoro, permettendo di conciliare attivit e studio allesperienza lavorativa.

vano di andare oltre laspetto fisico e allo stesso tempo oltre la categoria di malato mentale. Riuscivo a vedere non il paziente, ma la persona, con problemi e paure simili alle mie e con tante cose da raccontare e da dire, a volte bizzarre , ma ci che importava non era quello che veniva detto, ma essere ascoltati: ascolto e comprensione al di l dei pregiudizi. Pi di un paziente aspettava larrivo del gioved per poter stare tutti insieme giocando, creando e a volte parlando soltanto! Credo che lattivit delle Scuolette mi abbia permesso di vedere da un punto di vista diverso la realt, arricchendomi sia dal lato professionale sia dal lato personale ed umano.

LE SCUOLETTE
LA MIA ESPERIENZA ALLE SCUOLETTE di Stefania Morini Mariella questanno mi ha proposto di andare il gioved mattina, per circa due ore alle Scuolette, struttura residenziale e semiresidenziale del dipartimento di Salute Mentale, consapevole che tale attivit mi avrebbe permesso di entrare nellambito degli studi che sto facendo: Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica. Tale attivit aveva carattere ricreativo e animatoriale per i pazienti della struttura. Nello svolgimento ero affiancata da una volontaria, Adriana, che gi conosceva i pazienti , era da un anno che lei svolgeva lattivit allinterno della struttura. La prima volta che sono andata alle Scuolette non posso negare di avere avuto un duro impatto con la realt, molto diversa da quella presentata sui libri, ma nel tempo sono riuscita a cogliere particolari che mi permette-

ESPERIENZA ALLE SCUOLETTE COME VOLONTARIA di Adriana La mia esperienza alle Scuolette procedeLa struttura sta assumendo la funzione di un centro capace di provvedere ad unaccoglienza primaria e continuativa. Parlare dei pazienti riduttivo, bisogna stargli accanto. Necessitano soprattutto di essere ascoltati ed amati. Per loro occorrono coccole, gesti, parole gentili e un sorriso. Durante la mia permanenza allinterno della struttura si creano momenti relazionali, in cui i pazienti si aprono e raccontano le loro storie, piene di sofferenza, in alcuni casi molto drammatiche. Io li ascolto con interesse, in quanto anche il mio cuore con loro. Alla fine mi dicono. Grazie di avermi ascoltato!. Nel rientro a casa porto dentro di me delle frasi, delle situazioni su cui riflettere. La vita anche questo!

Ospiti e operatori ringraziano Gli ospiti e gli operatori di Scuolette ringraziano Adriana e Stefania per la discreta e delicata collaborazione che hanno portato all'interno della struttura durante tutto quest'anno. Ci hanno aiutato ed ascoltato, in momenti di festa e in momenti difficili, abbiamo riso, cantato, chiacchierato, lavorato, pianto e tanto altro... Il volontariato in psichiatria non facile perch occorre superare pregiudizi e paure che da sempre condizionano la vita dei nostri ospiti, ma avvicinandosi piano piano si scopre che queste persone proprio come noi hanno desideri ed opinioni, a volte dicono cose strane che per contengono saggezza e verit di chi nella vita ha sofferto tanto. Vi aspettiamo il prossimo autunno! E.P.Elena Incerti con ospiti ed operatori di Scuolette

stiche dei ragazzi presenti in entrambi i centri, sono le medesime, cos come le figure professionali che vi operano quotidianamente. Tuttavia ,grazie alle diverse individualit e specifiche caratteristiche personali sia dei ragazzi ospiti che delle due equipe di lavoro,le esperienze con Gancio originale sono state particolari e differenti, ma entrambe significative.

DAMIEL di Loredana Bertolini e Maria Giovanna Ametta I ragazzi volontari presenti al Damiel sono stati sei, provenienti da diverse scuole. Noi operatori abbiamo spiegato ai volontari le caratteristiche degli utenti e gli obiettivi che insieme si potevano raggiungere: stare con i ragazzi ospiti, fare insieme, o fare qualcosa per loro. La loro disponibilit si tradotta nella presenza di tre persone per volta , per due pomeriggi alla settimana. Le proposte che abbiamo fatto ai ragazzi-ospiti, grazie alla presenza dei volontari sono state diverse: - passeggiate in paese: lobiettivo stato di aver dato la possibilit ad un ragazzo di andare al bar e ad altri di muoversi fisicamente, godendo della compagnia di ragazzi giovani; -lavoretto di Natale, preparazione cartellone per la programmazione delle attivit quotidiane, costruzione di burattini in gomma piuma :tramite la mediazione di tali proposte di atelier, volontari e ragazzi ospiti sono stati insieme, collaborando operativamente nel dipingere, incollare e attaccare. - altre volte si stati tutti in salone ad ascoltare musica o a fare quattro chiacchiere: anche senza la mediazione

CENTRI DIURNI BUSETTI E MIEL

DA-

ULTIME NOTIZIE DAL BUSETTI E DAMIEL I centri diurni per disabili gravi, Busetti e Damiel, sono parte del servizio unificato disabili adulti. Le caratteri-

del fare concreto possibile stare insieme ,instaurando relazioni significative e diverse. Grazie a tutto ci ai volontari stato possibile capire l organizzazione delle diverse attivit , a cui non hanno partecipato direttamente, perch si svolgono durante la mattinata. La loro presenza ha incuriosito ed interessato la maggior parte dei ragazzi ospiti ed stata molto preziosa perch ha portato unaria di novit consentendoci di preparare il materiale che abbiamo poi utilizzato nelle attivit della mattina. Per tutto ci, ringraziamo chi stato con noi, sperando che sia possibile, anche in futuro, continuare questa esperienza.

Centro Busetti che lavoriamo con persone disabili, pur presentandoci in modo accogliente, non siamo riusciti ad appassionare alcuni Volontari. Questo ci ha sicuramente offerto motivo di riflessione e partendo dal loro disagio ci siamo proposti in futuro di essere pi attenti nel non dare nulla di scontato, di spiegare obiettivi, strategie e di essere pi mediatori fra i Volontari, gli Operatori e gli Utenti. Il ricordo dellesperienza appena conclusa e che voleva essere il punto focale di questa riflessione un grazie a Gancio Originale e a chi fa in modo che viva. Per concludere, citerei una frase di Vinicio de Moraes per cui: << La vita larte dellincontro>>, e quindi continuiamo cos ad incontrarci e a confrontarci.

BUSETTI di Elena Iotti, Gisella Nicotra e Mara Rossi

RELAZIONE SULLESPERIENZA IN GANCIO AL BUSETTI Annalisa, una volontaria

Al Centro Diurno Busetti, questanno, sono venuti otto Volontari di diversa provenienza scolastica che si sono affiancati agli Operatori integrandosi in tre attivit quali il giardinaggio, i burattini e psicomotricit, in tre diversi giorni alla settimana. I Volontari arrivati in punta di piedi hanno via via offerto il loro contributo nel supporto della conduzione delle attivit riuscendo ad instaurare relazioni calorose ed autentiche con gli ospiti. Si sono immersi e confrontati con realt complesse dove lo sforzo relazionale alto e, insieme agli Operatori, hanno cercato di costruire, attraverso le mangiatoie per gli uccelli, la costruzione dei nuovi burattini o ballando con il corpo, qualcosa daltro come nuove relazioni, occasioni piacevoli, nuovi punti di vista. Pur tuttavia lesperienza ha dato motivi di criticit: noi del

Mi chiamo Annalisa, ho 16 anni e a Settembre inizier a frequentare il quarto anno di liceo. Da Dicembre ho intrapreso unattivit con la scuola che, probabilmente, continuer durante il prossimo anno scolastico. E unesperienza che condivido con molti ragazzi della mia et ed anche pi grandi, ma che di sicuro rivela ad ognuno la sua unicit. Il nome che le stato donato Gancio, a ricordare il ruolo di sostegno e aiuto che offre a bambini ed adulti con difficolt o handicap. In particolare lattivit che io ho svolto, ricevendo la collaborazione di numerose persone che mi hanno aiutata a superare ogni paura o imbarazzo iniziale, si dimostrata, a mio giudizio, diversa,sebbene altrettanto valida, da quelle riportate da altri ragazzi im-

pegnati nel programma di sostegno nello svolgimento dei compiti presso diverse scuole della provincia. Ogni gioved, infatti, sono stata impegnata come volontaria al centroBusetti per la psicomotricit. Gli utenti di tale spazio dedicato a giochi con la palla, balli, percorsi musicali ed anche allapprofondimento della reciproca conoscenza e fiducia, sono adulti con handicap grave. Il gruppo era di piccole dimensioni, e la presenza di numerosi volontari ha spesso facilitato lattivit. Le varie attivit svolte avevano durata complessiva di unora, anche se il programma cambiava di volta in volta in base alle presenze di volontari e di ragazzi .Al primo ingresso nel centro e allincontro con una realt diversa che non avevo mai sperimentato prima, ho provato certamente imbarazzo, impaccio e quante altre sensazioni possibile provare in un contesto nuovo sotto molti aspetti. Ho dovuto mettere alla prova me stessa, sfidare la timidezza, concentrandomi sulle emozioni, su ogni istante. Il primo ostacolo che ho visto porsi davanti a me stato la difficolt di comprendere il significato delle loro reazioni, degli sguardi, dei movimenti. Dopo un periodo piuttosto lungo, ho ,per, iniziato a capire come muovermi, come relazionarmi con loro, nonch limportanza del saper cogliere ogni gesto, ogni sorriso ed ogni attenzione ricevuta dai ragazzi .L dove non cerano parole era il contatto il mezzo fondamentale di comunicazione. Solo alcuni di loro, infatti, parlavano, anche se talora in maniera non coerente. I disabili, o meglio le persone, che ho incontrato, via via hanno perso ai miei occhi quellaccento di diversit e stranezza con i quali li distinguevo allinizio, grazie ad una conoscenza sempre pi profonda, anche se non globale. Cos come io ho imparato il loro nome, molti di loro hanno dimostrato di ricordarsi di me e di desiderare la mia presenza. Questo , forse, il ricordo pi bello che conserver del Gancio, al quale indispensabile aggiunge-

re lincontro con gli altri ragazzi volontari, con il personale del centro, che mi ha offerto comprensione, gentilezza e mi ha messo a mio agio. Ci che non stato facile stato trascorrere pomeriggi molto intensi, al termine dei quali mi trovavo molto stanca, mettere da parte i miei pensieri per dare il meglio e, i primi giorni, durante i quali ero lunica volontaria nel gruppo, affrontare lesperienza da sola, senza il confronto con altri ragazzi che conoscessero il significato e la difficolt di ci che stavo facendo. Adesso so che si tratta di unesperienza in primo luogo importante, positiva e formativa, ma desidero abolire il pregiudizio che sia necessario avere coraggio per compiere questo passo: il sorriso di uno solo di queste persone restituisce una forza incredibile.

Al venerd mattina dalle 10.30 alle12.30 andavo al Simonini , istituto professionale, dove per due ore insieme ad una volontaria, stavamo con due ragazzine con problemi di handicap nellorario scolastico. Con loro abbiamo pianificato attivit creative in base a quello che piaceva di pi a loro. Siamo riuscite a realizzare delle bellissime borsette, scatole, fiori e.. molte altre cose ..con quel poco materiale che avevamo a disposizione. Questa attivit mi ha permesso di mettere alla prova la nostra creativit e manualit, sperimentandoci insieme alle ragazzine.

I RAGAZZI DISABILI Daniela Castellotti La mia prima esperienza al Simonini, con i ragazzi disabili, stata a dir poco sorprendente. Allinizio ho accettato tra non pochi timori, dubbi e incertezze, ma anche attratta dalla novit di affrontare un nuovo tipo di volontariato. Come improvvisarsi educatrice ed atelierista di ragazzi portatori di handicaps, senza nessun bagaglio di conoscenza al riguardo? Come comportarsi, rapportarsi con loro, occupare lo spazio di due ore comunicando insieme,tenendo conto dei loro limiti? Come coinvolgerli in attivit educative e nel contempo divertenti? Le indicazioni ed i suggerimenti, da noi ricevute dagli altri operatori sono state poche a causa della scarsa disponibilit di tempo. Il primo impatto stato un po' di reciproca diffidenza,ma la serenit e la semplicit, insite in loro, mi hanno colpito cos profondamente e a tal punto da trasmettermi una sensazione di benessere quasi immediata. La loro capacit di comunicare era diversa: occor-

ISTITUTO PROFESSIONALE MONINI


LA MIA ESPERIENZA AL SIMONINI di Stefania Morini

SI-

reva dunque tempo per osservarli, conoscerli e farsi accettare in un ruolo ben specifico. Uno dei problemi iniziali, stato di tipo organizzativo. Lambiente infatti, era quasi spoglio e io e la mia collega abbiamo cos provveduto a procurare materiali di cancelleria da utilizzare come strumenti per la realizzazione di piccoli oggetti che potessero stimolare la fantasia e la creativit dei ragazzi, traendo anche spunto da riviste specializzate. Lavorando piacevolmente assieme,abbiamo imparato a conoscerli, ad entrare in contatto con loro e a capire maggiormente il loro carattere, le loro capacit intellettive, manuali e comunicative. Ciascuno aveva un proprio modo di esprimersi: utilizzando la parola,emettendo suoni strani indefiniti o gutturali, con le espressioni del volto e con i gesti. Qualcuno, a volte, si comportava un po' scorrettamente, allo scopo di attirare lattenzione, anche se in modo negativo, per esternare un senso di disagio o disolamento o soltanto per il voler affermare la propria esistenza ed essere coccolato. Tra loro esistevano, alla base, amicizia e solidariet, per,ogni tanto, salternavano anche momenti di sfogo, discussioni, dispetti, piccoli screzi e rivalit. E stato bello sentire la forte partecipazione di questi ragazzi al nostro programma di lavoro. Lentusiasmo poi da loro manifestato nel condividere la scelta dei piccoli obiettivi da raggiungere e di vederli finalmente realizzati era talmente grande da coinvolgere letteralmente anche noi. Inoltre la loro trasparenza emotiva mi ha suscitato uninfinita tenerezza, contribuendo a creare tra noi un rapporto,anche dal punto di vista affettivo.

di Stefania Morini Lattivit di atelier di cucina si svolge presso il padiglione Bertolani, settore di NeuroPsichiatria Infantile, in diversi pomeriggi della settimana: dove gruppetti di 3-4 ragazzini si riuniscono per 2 ore; il compito del gruppo svolgere una ricetta con tutto ci che implica lo svolgimento di questa ricetta. Avevo gi avuto la possibilit negli anni precedenti di svolgere lattivit di atelier come volontaria per Gancio e mi era sempre rimasta nel cuore. Prestavo il mio impegno come volontaria solo per il piacere di andare l e di stare con i ragazzi , anche se a volte tale attivit mi costava qualche rinuncia. Questanno ho iniziato ad andare il luned pomeriggio come tirocinante, stata una gioia immensa poter ritornare a lavorare insieme alle educatrici che conoscevo gi; ma il fatto di trovarmi l come tirocinante implicava un approccio differente allesperienza, valutata sotto un percorso professionale e formativo. Osservavo il comportamento delle educatrici nei confronti dei ragazzi traendone degli insegnamenti utili e nello stesso tempo studiavo le reazioni e i comportamenti dei ragazzi. Da maggio, avendo iniziato il volontariato civile, continuando ad andare allatelier; la mia figura di volontaria civile rispetto a quella di tirocinante implicava un ulteriore assunzione di responsabilt, prestare attenzione alle timbrature, allorario, alla scrittura sul registro del posto in cui mi recavo, consapevole di un riscontro economico a fine mese che mi faceva andare allatelier ancora pi volentieri.

ATELIER di CUCINA al BERTOLANI

LA MIA ESPERIENZA ALLATELIER DI CUCINA COME VOLONTARIA di Sara Bonacini (classe V Motti) Lesperienza del volontariato al Padiglione Bertolani nell Atelier di cucina , mi e piaciuta molto, perche ho potuto aiutare dei ragazzi in difficolta,giocando con loro, preparando i cibi, dolci per la merenda e scherzando con loro. Ho imparato anche che, aiutando queste persone in difficolta, si impara a crescere ed aiutare il prossimo in caso di bisogno, insegnando loro a stare insieme agli altri ; mi sono molto affezionata a questi ragazzini e voglio loro molto bene. Questa esperienza la portero con me per tutto larco della vita.

COMITATO COMUNITA EDUCANTE RIVALTA


Centro pomeridiano Scuola elementare di Rivalta Il Presidente Saccheggiani Romana RIGRAZIAMENTI Anche questanno non ho parole per esprimere la nostra gratitudine per lattenzione posta nei confronti dei bambini del centro pomeridiano. Personalmente non smetter mai di stupirmi di fronte alla disponibilit, allimpegno ed allamore coi quali le giovani studentesse svolgono il loro compito. Tutte loro si sono meritate laffetto non solo dei bambini, che le adorano, ma anche il nostro che le abbiamo seguite con molta tenerezza. Un ringraziamento sincero a nome del Comitato e laugurio di trascorrere...fresche e riposanti vacanze.

COMUNE DI REGGIO EMILIA LA CITT EDUCATIVA Centro Pomeridiano Rivalta

dott. Alfonso Corradini e dott.ssa Chiara Bertozzi PER IL GRUPPO DI LAVORO Rilevato che i processi di scolarizzazione e apprendimento portano alcuni bambini che vivono difficolt familiari, socio culturali e personali, e tra questi in modo particolare i bambini sinti, allaccumulazione di uno svantaggio progressivamente crescente nel succedersi degli anni, un intervento di sostegno e rafforzamento degli apprendimenti stessi messo in atto fin dai primi anni delle elementari pu favorire sia i processi dintegrazione sia un maggiore consolidamento degli apprendimenti e contribuire cos a ridurre lo svantaggio e favorire la regolarit della frequenza scolastica, accrescere le motivazioni , modificare limmagine di s (come io mi vedo, come gli altri mi vedono). A tal fine, per il terzo anno consecutivo stato avviato un intervento pomeridiano di attivit laboratoriali e di doposcuola presso la scuola elementare di Rivalta, rivolto ai bambini delle scuole elementari con particolare attenzione ai bambini sinti delle aree di via Strozzi. Questa proposta si integra con i progetti di laboratorio allinterno delle scuole avviati gi nel corrente anno scolastico da parte del Comune di Reggio E. in collaborazione con alcuni Istituti comprensivi della citt. Lintervento pomeridiano stato organizzato in collaborazione tra Comune di Reggio E., Istituto Comprensivo don Borghi, il Progetto Gancio Originale, il Comitato per una Comunit Educante e lassociazione Auser (per il trasporto dei bimbi sinti ) . Lintervento stato strutturato su due pomeriggi la settimana e frequentato da 18 bambini di cui 5 appartenenti alla Comunit sinta di via Strozzi.

Lintervento organizzato da un gruppo di lavoro di cui fanno parte i delegati delle istituzioni sopra citate, gestito da tre educatrici di Citt Educativa, una maestra delle scuole elementari, otto volontarie di Gancio Originale e nove volontarie del Comitato per una Comunit Educante . Questanno abbiamo integrato il lavoro scolastico sui compiti con una serie di attivit di laboratorio e di gioco mirate alla conoscenza di s e allintegrazione del gruppo, perch la presenza di bambini sinti e stranieri di recente immigrazione ha posto laccento in modo particolare sui processi dintegrazione, sulla costruzione di relazioni significative coi coetanei e con gli adulti di riferimento e sulla relazione tra il s e i contesti di vita. Accanto al lavoro in situazione con i ragazzi abbiamo dato spazio alla riflessione sul senso del lavoro educativo del volontariato e abbiamo cercato di costruire alcuni momenti di ascolto e dialogo a disposizione delle volontarie perch potessero riflettere sullesperienza che andavano facendo, sulle problematiche emerse, sul loro vissuto in relazione allesperienza, sulle loro fatiche, ma anche sulle gratificazioni che avevano potuto trarre dalla partecipazione attiva a questo percorso. La maggior parte delle volontarie ha tenuto fede agli impegni presi ad inizio anno e ha partecipato con continuit e con vero entusiasmo alle iniziative promosse dal Centro Pomeridiano. Le ragazze hanno mostrato seriet e responsabilit, ad esempio avvisando sempre nelle occasioni in cui non potevano essere presenti; mettendosi in gioco anche nelle situazioni pi complesse senza mai tirarsi indietro; prestando la loro opera fino alle 17,30 (quindi fino al termine delle attivit quotidiane del Centro Pomeridiano), cio oltre lorario concordato con loro inizialmente.

Le ragazze si sono poste in modo assolutamente adeguato ed equilibrato di fronte ai compiti loro richiesti: da un lato non hanno mai avuto timore di chiedere spiegazioni, indicazioni, consigli alle educatrici; dallaltro hanno saputo muoversi con una buona autonomia una volta compreso il senso e le modalit di un dato percorso. Ci che ci ha stupito favorevolmente e che con piacere riconosciamo alle volontarie di Gancio Originale stato il livello alto, maturo ed equilibrato della partecipazione espressa dalla assoluta maggioranza del gruppo. Reggio Emilia 24/6/2004

PROGETTO FREE STUDENT BOX (FSB)


Di Massimiliano Anzivino FSB un progetto innovativo creato dalla Ausl di Reggio Emilia in collaborazione con alcune scuole superiori della citt. Si tratta essenzialmente della creazione di uno spazio libero per gli studenti direttamente gestito dagli studenti. Tale spazio, riconducibile ad unaula scolastica dellistituto superiore nel quale stato avviato il progetto, si propone 3 scopi principali: 1- fornire informazioni utili per il tempo libero e sugli eventi in citt 2- favorire lo scambio di oggetti, di idee o di quantaltro si voglia scambiare 3- fornire un aiuto psicologico a chi ne sentisse il bisogno. Queste tre attivit vengono svolte da diverse figure, caratterizzate da diversi livelli di professionalit e partecipazione. Si parte dagli studenti stessi seguendo lottica della peer education: alcuni studenti cio sono stati formati per poter gestire lo spazio del FSB e per poter fare da filtro alle richieste di altri studenti della stessa scuola. Vi poi unaltra figura, pi specializzata: un giovane psicologo che ha il compito di coordinare le attivit dei peer, di supervisionare la gestione della stanza e di fornire un primo supporto psicologico agli studenti che manifestassero questo bisogno o che i peer stessi hanno considerato essere una problematica che va oltre le loro possibilit. Al di sopra del giovane psicologo poi vi lattivit dellAusl che fornisce un terzo eventuale filtro nel caso in cui anche per il giovane psicologo le problematiche

emerse fossero troppo pesanti e al di l delle sue competenze. LAusl fornisce inoltre unattivit di supervisione al giovane psicologo e indirettamente ai peer oltre ad occuparsi della gestione del sito web. Il progetto infatti comprende anche la realizzazione di uno spazio su Internet che rispecchia in tutto e per tutto quanto avviene nella realt come abbiamo fin qui descritto. Il progetto ha avuto un lungo periodo di elaborazione e preparazione, attraverso momenti di analisi della letteratura, incontri con esperti di varie discipline, confronti con progetti simili, continue riformulazioni di ipotesi di intervento, riunioni con i vari attori del progetto. Lattuazione ha avuto inizio in termini sperimentali nel mese di febbraio 2004 in due istituti superiori della citt (Tricolore e BUS), dopo circa un anno di progettazione. Lattivit ha avuto quindi una durata di circa 4 mesi (anche se il primo stato essenzialmente di lancio, con propaganda e creazione lenta e graduale degli spazi da parte degli studenti). I criteri per provare lefficacia sono stati raggiunti: sono stati raggiunti i 40 contatti complessivi preventivati (in tali contatti venivano compresi le richieste di colloqui ai peer, al giovane psicologo, le attivit di informazione e scambio organizzate a scuola, i contatti via Internet). Per il prossimo anno il progetto verr allargato ad altre scuole e verranno apportati dei correttivi in base allesperienza acquisita nei 4 mesi fin qui sperimentati. FSB stata unesperienza positiva che ha cominciato a proporre la figura dello psicologo allinterno della scuola in termini positivi, come un operatore che non solo si occupa di disagio ma anche di promozione del benessere. Inoltre ha dato la possibilit a gruppi cospicui di ragazzi di sperimentarsi in attivit di coordinazione ed organizzazione della stanza e degli spazi definiti dal progetto stesso.

Inoltre ha lanciato il messaggio di un tentativo da parte delle istituzioni di offrire ai ragazzi e alle ragazze adolescenti uno spazio per esprimersi in piena libert.

FREE STUDENT BOX AL BUS di Stefania Mancin Titolo quasi criptico per segnalare lavvio al Bus Pascal di un nuovo progetto finalizzato ad offrire agli studenti unopportunit per alleviare il disagio che spesso caratterizza unet cos problematica come ladolescenza, proponendo a tal fine, incontri a scuola con uno psicologo. Ci siamo interrogati a lungo (intendo psicologi, docenti, preside. ecc.) su come proporre il servizio, preoccupati del fatto che i ragazzi si sentissero imbarazzati a prendere contatto con lo psicologo o a parlarne con coetanei ed insegnanti. Per superare questa difficolt le abbiamo pensate tutte: mediazione da parte di compagni (opportunamente formati), telefonino, internet, stanza dinformazionecura mimetizzata da aula studenti. Ed ecco che ancora una volta, i ragazzi ci stupiscono perch con molta semplicit hanno dimostrato il loro apprezzamento verso la proposta, cercando apertamente gli incontri con lo specialista in questione. I colloqui sono stati circa una ventina, un numero per niente trascurabile se si tiene conto di quattro mesi di attivit! Ma ci sono, a mio avviso, anche altri risultati positivi: si creato un clima nel quale i ragazzi nei loro dialoghi sinterrogano o propongono ai coetanei la possibilit di

ricercare laiuto dello psicologo per risolvere i loro problemi, inoltre laccesso al servizio avviene per le problematiche pi svariate. Si va dal semplice conflitto tra compagni, alle difficolt scolastiche, ai consigli per lorientamento universitario. Le risposte fin qui ottenute lasciano intravedere la possibilit di fornire agli adolescenti un concreto supporto per attraversare con minor difficolt questo momento della vita, pertanto ci stimolano a proseguire nella strada intrapresa, e cinvitano allo stesso tempo, a mantenere alta lattenzione verso tutte le fasi del progetto; si osservato infatti, che basta una sbavatura, una mancanza di tempestivit nel cogliere la richiesta di aiuto, per perdere il contatto. Lesperienza conseguita in questi ultimi anni nel seguire attivit di prevenzione del disagio, mi porta ad una semplice e probabilmente scontata, considerazione che ritengo in ogni modo utile ripetere soprattutto a me stessa, vale a dire quella di non pensare mai di aver trovato finalmente la risposta ad una specifica esigenza, perch di anno in anno le cose cambiano e possono non funzionare pi; considerazione non pessimistica, n dettata da sconforto, ma stimolo per continuare a ricercare e soprattutto , ad ascoltare i ragazzi. Reggio Emilia, 20 giugno 2004

ESPERIENZA FREE STUDENT BOX PRESSO L'ITAS "CITT DEL TRICOLORE". Tiziana Zannoni, docente referente di sede

La nostra scuola, nella figura della Preside prof.ssa Dotti Renata, gi da tempo aveva espresso il desiderio di poter aiutare, all'interno dell'Istituzione Scolastica, i ragazzi con problemi legati all'et dell'adolescenza e a difficolt relazionali e le loro famiglie; l'AUSL di Reggio Emilia ha colto questo invito ed esigenza creando Free Student Box. L'iniziativa, partita nel mese di febbraio, ha coinvolto l'ITAS "Citt del Tricolore" in modo reale e fattivo sino al termine dell'a.s. realizzando un significativo numero di consulenze ad alunni,docenti e genitori. Un gruppo di studenti volontari, appositamente formato da esperti dell'AUSL e supportato da figure professionali, ha presentato il progetto nelle classi ed ha accolto le prime richieste degli alunni. Molto importante si rivelata la figura dello psicologo presente presso l'Istituto un giorno alla settimana e disponibile, su richiesta, anche in altri momenti: a lui si sono rivolti studenti,docenti e genitori per avere consigli, aiuto o semplicemente per essere ascoltati. Il dott.Angelini,responsabile dell'iniziativa, ha sempre seguito il gruppo operativo organizzando incontri di monitoraggio sul lavoro svolto. Ritengo che il bilancio di questo nuovo spazio ritagliato per i giovani all'interno della scuola sia estremamente positivo,auspico che questa esperienza venga ripetuta negli anni a venire coinvolgendo un numero maggiore di scuole e, portavoce di tutte le componenti dell'ITAS "Citt del Tricolore", ringrazio l'AUSL per l'opportunit che ci stata offerta .

RIFLESSIONI

LEGGI E DECRETI NEI WORKSHOP: PROCEDURE DEMOCRATICHE E SIGNIFICATI RIABILITATIVI


di Leonardo Angelini Il lavoro di selezione iniziale in base al quale si decide di accogliere nei workshop solo i ragazzi a rischio solitamente viene svolto in base ad una serie di presupposti che, ridotti allosso, sono riconducibili ad un duplice versante. Quello pi propriamente clinico, in base al quale i bambini ed i ragazzi candidati ad entrare nei workshop vengono osservati al fine di vedere se le loro caratteristiche corrispondano a quei profili per i quali questi luoghi di cura sono stati elettivamente pensati e programmati. Quello che potremmo definire il versante del lavoro di rete, intendendo con ci la opportunit che le candidature vengano discusse anche con gli invianti. Essenzialmente: la scuola, i colleghi dellunit di psicologia e quelli che lavorano sul disagio in et evolutiva sia dentro che fuori dellAUSL. E chiaro a tutti noi che lavoriamo orami da un pezzo al fine di affinare le possibilit di aiuto che nei workshop possibile dare a questi soggetti in et evolutiva che un approccio esclusivamente clinico al problema probabilmente non avrebbe consentito neanche la nascita dei workshop. Daltro canto abbiamo ben presto compreso che la rinuncia ad unopera di osservazione e di selezione iniziale nei confronti dei ragazzi segnalatici dagli invianti avrebbe potuto innescare processi che poi facilmente portano allinsuccesso.

In questa delicata fase iniziale del lavoro annuale dei workshop - in cui ancora non esiste quello che poi diventer il lavoro di front office allinterno dei workshop portato avanti insieme ai nostri giovani volontari lassemblaggio dei gruppi avviene attraverso una combinazione ed una giustapposizione di questi due versanti: quello clinico e quello del lavoro di rete, cui corrispondono esigenze non sempre facilmente sovrapponibili. Una volta composti i gruppi, solitamente ai primi di Novembre, si parte con il lavoro di front office. Ed allinizio di questa seconda fase che nasce lesigenza di definire il workshop come un luogo in cui insieme, volontari e ragazzi, si statuiscono leggi e decreti che poi durante lanno varranno come costituzione materiale che regola la vita e le attivit dei workshop. Leggi e decreti emendabili, secondo procedure certe e condivise, che diventano uno dei cardini dellattivit riabilitativa dei workshop. Infatti noto che, mentre lattivit riabilitativa, nel caso dei disabili, centrata sul fatto che nel disabile i deficit a livello dellIo impongono al riabilitatore di assumere una posizione che tecnicamente potremmo definire di Io ausiliario, nel caso del bambino e del ragazzo a rischio non esistono deficit a livello egoico, ma problemi a livello di autostima e di capacit di regolare la condotta in base alle esigenze sociali. Problemi cio a livello dellIdeale dellIo e del Super Io: problemi che ampiamente hanno a che fare con la definizione ed il rispetto della Legge. Ne discende che il primo messaggio, implicito (ma mica tanto) nella procedura democratica in base alla quale leggi e decreti che regolano la vita nei singoli workshop vengano discussi ed approvati ogni anno insieme ai ragazzi, proprio nella istituzione di una simile procedura che va a sanare e a compensare quellambito interno alla psiche dei singoli in cui la Legge, il Super Io o non c,

o non c stabilmente, o , se c, risulta ancorata su imago superegoiche arcaiche e tremende, spesso imprevedibili e vendicative. Il fatto poi che queste leggi siano emendabili in ogni momento e che, in ultima istanza, la loro ratifica spetti al coordinatore delle attivit, il giovane psicologo o il giovane pedagogista tirocinante, non serve solo a tutelare la legge da emendamenti in grado di per \ vertirne, cio di stravolgerne il significato riabilitativo, ma cosa ancora pi importante a riconoscere e a dire ad alta voce che, fintanto che, allinterno dei singoli e nel gruppo non si sar istituita una istanza autonoma e adulta in grado di modulare i propri comportamenti, di riconoscere le proprie colpe, di assumere un atteggiamento riparativo, listanza democratica va tutelata a partire dalla guida del gruppo da parte di un adulto, giovane, e perci non vissuto come molto lontano da s da parte dei ragazzi, ma anche autorevole, e perci in grado di garantire il fine riabilitativo del gruppo e la sua natura di crogiolo della crescita maturativa, anche in momenti di debacle o di sovversione. Un altro elemento che, infine, emerge sempre pi evidente mano a mano che si abbassa let dei nostri giovanissimi volontari, la funzionalizzazione di questo ambito di esercizio democratico alle loro specifiche esigenze di crescita. Nel loro caso, ovviamente, la presenza di una istanza interna di tipo soccorrevole e propensa alla cura acclarata dalla loro stessa disposizione al volontariato e perci non ha bisogno di ulteriori spinte. Ci di cui mostrano di avere bisogno spesso quello che potremmo definire come coscienza del limite della loro attivit. Si tratta cio di un lavoro di limatura, che poi sar portato a compimento in et adulta, mirante a porre i paletti rispetto alla natura dellimpegno. E, se dieci anni fa lo sforzo che facevamo di fronte a giovani mediamente un po pi grandi di quelli che vengono in Gancio

oggi - era quello di tenere a freno le loro spesso eccessive propensioni, di esortarli a no sentirsi eccessivamente in colpa di fronte alla limitatezza del loro operare nel campo del volontariato, oggi il nostro sforzo invece quello aiutarli a definire, spesso per la prima volta, lambito della responsabilit.

IL BILANCIO DI ATTIVIT 2003


di Deliana Bertani e Mariella Cantini Nel corso degli anni hanno continuato a modificarsi i rapporti di Gancio Originale con la scuola, in senso qualitativo e quantitativo. Si sono definite in modo strutturato le modalit di collaborazione sperimentate nel 2002, per questo lintervento, anche economico, della Provincia stato determinante. Il nuovo tipo di workshop, entrato in scena in modo silenzioso nei due anni precedenti, nel 2003 ha assunto un ruolo protagonista nel paniere delle attivit di Gancio Originale. La stanza di Dante infatti si rivelata essere un laboratorio molto interessante di incontri , contaminazioni e coniugazioni fra ragazzi provenienti da diversi paesi, diverse culture ed esperienze. La stanza di Dante uno spazio di accoglienza e avvicinamento alla lingua italiana per ragazzi di recentissima immigrazione inseriti soprattutto nelle scuole superiori. Questo progetto articolato e strutturato in vari centri di attivit , nelle scuole superiori un esempio di Peer Education. I volontari infatti che operano in queste situazioni sono a loro volta tutti ragazzi immigrati, studenti delle stesse scuole , residenti a Reggio da pi anni, coetanei dei compagni appena arrivati. Nel 2003 questo filone dei Giovani che aiutano altri giovani messo a fuoco e organizzato nelle idee e nelle esperienze in atto con Il seminario a Marola si concretizzato anche con il progetto Free student box struttura di counselling per le scuole medie superiori

volta ad adattare la catena dellaccompagnamento e della cura di Gancio, alla domanda di aiuto che proviene dagli studenti. Con i volontari di Gancio al BUS e allITAS Tricolore si costituito e formato un gruppo che deve fare front office , cio accogliere la domanda, ed eventualmente smistarla ai servizi della sanit. Eventi e attivit straordinarie 26 Febbraio presentazione del 5 quaderno di Gancio Originale Tirocinanti e tutor ovvero il tirocinio come cerimonia di aggregazione del giovane nellet adulta e del neo professionista nella professione presso lIstituo Magistrale Matilde di Canossa con la presenza di Sonia Masini ( vice presidente della Provincia ) , dott.ssa Mariella Martini ( Direttore Generale ausl) , il Presidente dellOrdine degli Psicologi dellEmilia Romagna, il dott. Seligardi responsabile della formazione dellAssociazione Industriali, il prof Luigi Grasselli e la prof. Roberta Cardarello dell Universit di Modena e Reggio. Febbraio / Maggio partecipazione per il quarto anno consecutivo alliniziativa Mondi Lontanissimi organizzata da Dar Voce 22 Maggio festa di chiusura dei workshop presso il Liceo A. Moro . Erano presenti tra volontari, ragazzini, insegnanti, i genitori di ragazzini immigrati (terzomondiali) circa 400 persone 8 maggio incontro con i presidi delle scuole medie superiori della citt ( Moro, Bus, Zanelli, Ipsia bombardini , Scaruffi, Magistrali, Ipsia Galvani, Ipsia Filippo RE) presso la Sala Giunta della Provin-

cia alla presenza di Sonia Masini per verificare landamento del rapporto fra scuole, provincia e G.O. 21 maggio conferenza stampa sul progetto la stanza di dante presso lIstituto Scaruffi Levi con la presenza della vice presidente della Provincia Sonia Masini, i dirigenti scolastici e gli insegnanti delle scuole coinvolte, ragazzi protagonisti dellattivit stessa. Ottobre incontro presso la scuola Media Lepido con i ragazzi del quartiere frequentanti la scuola stessa negli anni scol. 99/200; 2000/2001 per rilanciare liniziativa Il ragno tesse la tela : costruzione sul territorio di rapporti, amicizie e connessioni. Leperienza verr successivamente ripetuta nella zona di 4 castella e Cadelbosco e diventer una nuova modalit di reclutamento dei giovani volontari che si affiancher a quella storica.

Gancio Originale e luniversit G.O. ha potenziato laccoglienza dei tirocinanti EPG dellUniversit di Parma Ha ripreso con vigore la presenza dei tirocinanti post laurea di Psicologia e di Scienze della formazione di Bologna Formazione Febbraio 2003 Conclusione del 2 ciclo di Seminari (12 incontri) sullAdolescenza LIsola che non c Ambedue i cicli hanno visto la partecipazione di pi di 100 colleghi (psicologi, psichiatri, educatori) molti provenienti da varie parti dellItalia CentroSettentrionale. La formazione dei volontari nel 2003 stata organizzata e attuata nelle varie scuole per facilitare la partecipazione dei ragazzi: Febbraio - ripetizione del Laboratorio di lettura: Einstein e Freud sulla pace e sulla guerra presso il BUS- Pascal Febbraio laboratorio di bambole di stoffa presso la scuola media Pertini Febbraio laboratorio di macram presso la scuola media Fermi Manzoni Febbraio laboratorio di giochi di gruppo presso lITAS Tricolore

Il BUS alla fine dellanno scolastico ha premiato gli studenti che durante lanno hanno partecipato alle attivit di Gancio . Nel corso della manifestazione stata consegnata anche una borsa di studio in memoria del Prof. Bortolani ad una studentesse meritevole e volontaria di Gancio

Febbraio laboratorio dorigami presso lITAS Tricolore Febbraio laboratorio di pasta di sale presso scuola media Fermi Manzoni Marzo laboratorio di riciclaggio presso scuola media Fermi Manzoni Marzo laboratorio di danza presso Istituto Bus Pascal Marzo reiterato laboratorio di pasta di sale presso scuola media Fermi Manzoni Marzo reiterato laboratorio di riciclaggio presso scuola media Fermi Manzoni Marzo reiterato laboratorio di danza presso Istituto Bus Pascal

lattivit di Gancio. Gli incontri sono stati programmati nei mesi di gennaio, febbraio, maggio, giugno; a settembre, ottobre sono stati nuovamente effettuati incontri di sensibilizzazione al volontariato. La partecipazione massiccia e attenta, la ricchezza di questi momenti hanno confermato lutilit di questa esperienza. Gli incontri si sono confermati essere dei veri e propri momenti formativi in cui ognuno ha esposto e discusso la propria attivit con i compagni, con gli insegnanti e gli operatori di G.O. (formazione in itinere).

Pubblicazioni 6 Quaderno di Gancio Originale Tirocinanti e Tutor : il tirocinio come cerimonia di aggregazione del giovane nellet adulta e del neo professionista nella professione Settembre 6 ANNUARIO 2002/2003 di Gancio Originale Articolo Lavorare con i giovani sul mensile di Dar Voce INFORMA anno V n 5 Convegni 25 marzo relazione al convegno Progettare i futuriorganizzato dal Comune di Reggio Emilia 27 novembre relazione al convegno Una Provincia solidale organizzato dalla Provincia di Reggio Emilia

4-5 Settembre 6 Seminario al Seminario di Marola Giovani che aiutano altri giovani (la dimensione orizzontale della cura) relazione del dr. Claudio Renzetti sul tema Peer counselling, tutoring,.., e tre atelier: gioco, danza, parola scritta e parlata. Lultimo giorno in un incontro con gli insegnanti referenti di Gancio stato fatto un bilancio dellattivit ma soprattutto la programmazione del nuovo anno. Gli incontri di verifica di gruppo, iniziati negli anni precedenti, con i volontari in orario scolastico si sono estesi a tutte le scuole superiori coinvolte nel-

ATTIVIT DI GRUPPO WORKSHOP ANNO 2003 DATI AL GIUGNO 2003: NEI WORKSHOP SONO SEGUITI 232 BAMBINI 2 Workshop in scuola media superiore: Liceo Moro, BUS per gli alunni della media Fermi Manzoni 11 workshop in scuola media inferiore: Rivalta, Dalla Chiesa, Aosta, Fontanesi, Pertini Lepido 2 Istituto comprensivo di Rivalta Scuola media Cadelbosco S. Scuola media di Bagnolo Scuola media 4 Castella 4 workshop nella scuola elementare: S.G.Bosco ,Don Milani, via Premuda, 4 Castella Scuola elementare di Rivalta in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e lAssociazione LEducare 4 Workshop daccoglienza La Stanza di Dante scuola media Cadelbosco, istituto comprensivo di Bagnolo istituto Scaruffi (per ragazzi cinesi) Ipsia Lombardini 67 sono i bambini/ragazzini disabili o a rischio seguiti individualmente

o in strutture o progetti dellausl: progetti con NPI: Simonini , atelier con settore Handicap Adulto (Busetti e centro Daniel) con centri di Salute Mentale (squadra di calcio, pallavolo-Scuolette) con Associazione basket per disabili. Volontari in attivit: situazione al giugno 2003 VOLONTARI MINORENNI : 288 ( monte ore 9438) PROVENIENTI DALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA CITTA : Liceo Moro ,Bus Pascal , Scaruffi- Levi, Scaruffi ITAS , Magistrali , Zanelli, Ipsia Lombardini, Ipsia Galvani, Chierici, Secchi, Iti, Filippo Re, Liceo Spallanzani, Iodi, DArzo (Montecchio). VOLONTARI MAGGIORENNI : 61 11 Protocolli firmati con le scuole medie superiori

Dati aggiornati al nuovo anno scolastico, fine dicembre 2003: 330 volontari minorenni operano nei workshop, a novembre erano 400 (attivit riparative-riabilitative di gruppo allocati nelle scuole reggiane). Attualmente nei workshop sono seguiti 262 ragazzi di cui 65 nella la stanza di Dante workshop di accoglienza

per ragazzi di recentissima immigrazione . Sempre a proposito di volontari ci preme sottolineare che lavorano con noi 31 studenti delle scuole superiori della citt ormai da tempo residenti a Reggio provenienti da Marocco, Cina, Albania, Ghana, Serbia,Croazia, India . Questi svolgono una preziosissima funzione di mediazione sia nelle Stanze di Dante sia negli Altri Workshop. I Workshop gi funzionanti sono:

53 sono i bambini/ragazzini disabili o a rischio seguiti individualmente o in strutture o progetti dellausl progetti con NPI: Simonini, atelier, con settore Handicap Adulto ( Busetti e centro Daniel), con centri di Salute Mentale, squadra di calcio con Associazione basket per disabili.

VOLONTARI MAGGIORENNI NEL 2003 2 Workshop +3 stanze di Dante in scuola media superiore: Liceo Moro, BUS / Ipsia Lombardini , IT Scaruffi +Itas Rivalta, Liceo Moro 13 workshop in scuola media inferiore: Rivalta, Dalla Chiesa, Aosta, Fontanesi, Pertini, 3 alla Lepido ,Scuola media di Rivalta, Scuola media Cadelbosco S.+ 1 ( stanza di Dante) Scuola media di Bagnolo ( stanza di Dante),Scuola media 4 Castella. Nella scuola media di Massenzatico sono seguiti individualmente da volontari: 3 ragazzini immigrati della scuola stessa. 6 workshop nella scuola elementare: S.G.Bosco,Don Milani,via Premuda, 4 Castella, Rivalta (in collaborazione con lEducare) 1 scuola Elementare di Bagnolo (stanza di Dante) 4 Workshop daccoglienza La Stanza di Dante scuola media Cadelbosco, Istituto comprensivo di Bagnolo,istituto Scaruffi + Tricolore, Ipsia Lombardini , Liceo Moro programmazione dellapertura nel gennaio 2004 di 2 nuovi punti di attivit presso le scuole Filippo Re e Don Zeferino Iodi

53 ragazzi e ragazze che hanno lavorato con noi , monte ore 4362 Le scuole medie superiori che hanno firmato la convenzione con Gancio Originale nel 2003 sono state 15: Moro, Magistrali, Bus, Zanelli, , Itas Rivalta ,Scaruffi-Levi, Chierici, Ipsia Lombardini, Filippo Re, Don Iodi, Ipsia Galvani,, Liceo Ariosto-Spallanzani ,Grafico S.Ilario,Motti , DArzo Montecchio.

VOLONTARIATO GIOVANILE EUROPEO Nel 2003 abbiamo ospitato una ragazza tedesca fino a Maggio. Purtroppo lattivit del VGE si interrotta essendo venuta meno la disponibilit di Dar Voce a gestire il progetto Con lanno scolastico 2003-2004 Istituto comprensivo di Poviglio ha avviato un workshop con la supervisione di Gancio

Ci preme sottolineare che lattivit di Gancio sta diffondendosi oltre il Distretto di Reggio

Reggio Emilia 6 Maggio 2004

Ritardatari che .. hanno preso il treno allultimo minuto

LA STANZA DI DANTE AL DON ZEFFERINO IODI


di Chiara Latini Ho conosciuto Gancio alle superiori, come molti di coloro che ne fanno parte,e per cinque anni sono stata volontaria .In seguito ho continuato la mia attivit per un anno presso una cooperativa sociale di Bologna,la citt dove studio, che gestisce per conto del comune uno spazio pomeridiano per adolescenti in situazione di disagio. Quello che segue sar il resoconto di una esperienza davvero breve che ho avuto tornando a gancio, lo scorso maggio, dopo due anni di lontananza. Ho partecipato agli ultimi due incontri del gruppo de La stanza di dante. Le attivit del gruppo sono simili a quelle dei workshop,con la particolarit che gli adolescenti che vi partecipano sono extracomunitari, e qui apprendono o migliorano la conoscenza della lingua italiana, aiutati da ragazzi poco pi grandi, anchessi stranieri, con esperienze simili alle loro alle spalle. Le ragioni di questo ritorno sono forse quelle che motivano tanti ad essere volontari,cio la necessit della vicinanza agli altri nei modi che essi ci permettono, e nei limiti delle nostre possibilit. Si pu sperimentare che saper dare, e saper chiedere sono due forme di libert che danno significato alla nostra vita , e credo che uno dei meriti di gancio sia lasciare ai volontari lo spazio per scoprire questo e molto altro, nel rispetto della diversit di ogni relazione che si costruisce, nei diversi contesti in cui gancio opera.

Non sono certa di avere scelto le parole giuste, ma un tentativo di raccontare un esperienza che stata un occasione di vivere qualcosa invece di farla, uno spazio che ha regole diverse da quelle della quotidianit lavorativa, o, nel mio caso, universitaria, ma che mi permette di affrontarla meglio, perch mi restituisce un po di chiarezza su ci che sono, e vorrei essere.

SEMINARIO A MAROLA 4/5 SETTEMBRE 2003


Di Agnese e Giorgia

Siamo partiti gioved mattina verso le 8.30 per Marola. Una volta arrivati riuniti tutti in una sala ci sono stati i saluti della dott Bertani e della vicepresidente della provincia, la dott. Martini; e la presentazione del programma. Divisi in tre gruppi abbiamo cominciato le attivit; chi con Silvia imparava nuovi giochi, chi con Angelica danzava e infine chi con Lorenza Franzoni giocava con le parole. Intanto il gruppo formato dalla dott. Bertani dal dott. Angelini dalla dott. Cantini e dai diversi tirocinanti psicologi, si sono riuniti per accordarsi riguardo le nuove proposte di Gancio. Dopo due ore di lavoro ci ha atteso il pranzo. Tutto ripreso alle ore 14.00 con la seconda e la terza tornata del lavoro di atelier fino alle 18.30. Dopo docce, chiacchiere e riposino la cena stata servita. Il dopo cena ci ha riservato lintrattenimento dialettale della proff. De Pietri e il laboratorio di riciclaggio con Mimmo. La serata terminata con un giocoliere prestigiatore e un buffet di mezzanotte. A quel punto era ora di andare a dormire; cosi almeno sembrava.... i ragazzi che all inizio della giornata, neanche si conoscevano perch provenienti da scuole diverse( liceo MORO,BUS,ITI,IPSIA,CHIERICI),avevano

ormai formato un grande e unico gruppo. Non pensavano minimamente a dormire ma solo chiacchiere risate e scherzi vari. Il mattino sveglia alle ore otto!!! Colazione e ritrovo di nuovo tutti nel salone per la relazione del Dott. Renzetti. La gente si fatta pi numerosa; ci hanno raggiunto diversi professori, educatori e altri volontari che non avevano potuto partecipare alla prime giornata di lavoro. La relazione ha toccato diverse tematiche: PEER EDUCATION,TUTORING,SUPPORT,COUNSELLING; ricca di esempi e citazioni interessanti, lora della relazione passata velocemente. Dopo una breve pausa si tenuta una discussione riguardo ai temi trattati nella relazione. Dopo pranzo i ragazzi divisi nei precedenti gruppi, hanno discusso con noi tirocinanti e i vari responsabili degli atelier (Anna Chiara, Silvia Borghi, Agnese, Giorgia, Silvia Arlini, Angelica)vari temi tra cui il RISCHIO visto dalla parte degli adolescenti, traendo spunto dalla relazione. Alle 15.00 di nuovo tutti insieme per riportare le riflessioni raccolte e per concludere con i saluti della dott. Martini direttrice generale dellUSL. Dopo diversi saluti e ringraziamenti alle 16.30 siamo ripartiti verso casa.

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