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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DELLINFORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA

RELAZIONE TIROCINIO
LAUREA TRIENNALE IN INGEGNERIA ELETTRONICA (DM.509/99)

Titolo della tesi:


STRUMENTAZIONE ELETTRONICA A BORDO NAVE ED ANALISI DEI DISTURBI ELETTROMAGNETICI (ELECTRONIC TOOLS ON SHIPBOARD AND ANALYSIS OF ELECTROMAGNETIC INTERFERENCE)

ANNO ACCADEMICO
2009/2010

Relatore:
TENTI PAOLO

Laureando:
GIROTTO MARCO MAT. 561254 - IL

INDICE
INTRODUZIONE pg. 1
(PARTE RELATIVA TIROCINIO)

CAP. 1 STRUMENTAZIONE ELETTRONICA DI BORDO SU FACTORY TRAWLER 115MT


1.1 STUMENTAZIONE ELETTRONICA SECONDO STANDARD DI PROGETTO 1.1.1 STANDARD DI PROGETTO.. pg. 3 1.1.2 SEA AREAS..... pg. 3 1.1.3 ULTERIORI SPECIFICHE PRESENTI NEL PIANO DI PROGETTO... pg. 4

1.2 SISTEMI RADAR 1.2.1 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL RADAR. pg. 5 1.2.2 RADAR UTILIZZATI.. pg. 6 1.3 SISTEMI DI NAVIGAZIONE 1.3.1 SISTEMA DGPS. pg. 7 1.3.2 SISTEMA DI NAVIGAZIONE AUTOMATICA pg. 8 1.3.3 SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA (AIS)... pg. 8 1.4 STRUMENTAZIONE RADIO 1.4.1 AUTOMATIC DIRECTION FINDER (VHF) ..... pg. 9 1.4.2 STAZIONE RADIO MF/HF SSB...... pg. 10 1.4.3 RADIOTELEFONI VHF........ pg. 11 1.5 DISPOSITIVI DI EMERGENZA 1.5.1 TRANSPONDER RADAR (SART)........ 1.5.2 DISPOSITIVO DI LOCALIZZAZIONE DI EMERGENZA: EPIRB.. 1.6 GIROBUSSOLA ED APPARECCHIATURE METEO 1.6.1 GIROBUSSOLA 1.6.2 APPARATI METEO 1.6.2.1 RICEVITORE FAX METEO. 1.6.2.2 NAVTEX.. 1.6.2.3 ANEMOMETRO.. 1.7 APPARATI INMARSAT 1.7.1 INMARSAT DI TIPO B CON TELEFAX pg. 15 1.7.2 INMARSAT DI TIPO C. pg. 16 pg. 13 pg. 14 pg. 14 pg. 14 pg. 15 pg. 11 pg. 12

CAP. 2 INSTALLAZIONE DELLA STRUMENTAZIONE DI BORDO


2.1 REQUISITI GENERALI ED ALLESTIMENTO DELLA PLANCIA 2.1.1 DISPOSIZIONE STRUMENTI IN PLANCIA pg. 18 2.1.2 DESIGN DELLA STAZIONE DI LAVORO... pg. 21 2.2 ALLESTIMENTO PONTE ANTENNE 2.2.1 ANTENNE RADAR E DIRECTION FINDER... pg. 22 2.2.2 ANTENNE MF/HF.. pg. 24 2.2.3 ANTENNE INMARSAT.... pg. 24 2.2.3.1 RICEVITORE INMARSAT FLEET 77.... pg. 24 2.2.3.2 RICEVITORE INMARSAT MINI-C.... pg. 26 2.2.4 RICEVITORI DGPS.. pg. 27 2.2.5 ANTENNE VHF.... pg. 28 2.2.5.1 ANTENNE PER COMUNICAZIONI RADIOTELEFONICHE. pg. 28 2.2.5.2 ANTENNA PER AUTOMATIC IDENTIFICATION SYSTEM... pg. 29 2.2.6 SENSORE ANEMOMETRO .... pg. 29 2.2.7 ALLESTIMENTO PONTE ANTENNE: FILE CAD ... pg. 30 2.3 CABLAGGI 2.3.1 CAVI PER INMARSAT MINI C.. pg. 33 2.3.1.1 CAVO DI ALIMENTAZIONE PER CENTRALINA 3616. pg. 33 2.3.2 CAVI PER RADAR... pg. 34 2.3.2.1 CAVI DI ALIMENTAZIONE pg. 34 2.3.2.2 CAVI DI CONTROLLO. pg. 34 2.3.3.3 CAVI COASSIALI DI SEGNALE. pg. 34 2.3.3 SCHERMATURA ELETTROMAGNETICA pg. 34 2.4 DISTANZE DI SICUREZZA NELLINSTALLAZIONE DELLE ANTENNE 2.4.1 INMARSAT F77 . pg. 35 2.4.2 RADAR. pg. 35 2.4.3 STAZIONE RADIO.... pg. 36

CAP. 3 STRUMENTAZIONE PER LA PESCA


3.1 LECOSCANDAGLIO 3.1.1 INTRODUZIONE pg. 37 3.1.2 FUNZIONAMENTO ECOSCANDAGLIO ED ELEMENTI FONDAMENTALI.. pg. 37 3.1.2.1 GLI ELEMENTI PRIMARI DELLECOSCANDAGLIO ED IL SUO FUNZIONAMENTO. pg. 37 3.1.2.2 PROPAGAZIONE DEL SUONO NELLACQUA E POTENZA DI UN ECOSCANDAGLIO pg. 37 II

3.1.2.3 LA FREQUENZA DI LAVORO.. pg. 38 3.1.2.4 IL POSIZIONAMENTO DEL TRASDUTTORE SULLO SCAFO. pg. 38 3.1.2.5 LETTURA DEL MONITOR. pg. 38 3.2 ECOSCANDAGLI PER FACTORY TRAWLER 3.2.1 INTRODUZIONE .... 3.2.2 ECOSCANDAGLIO FURUNO 250.. 3.2.3 INSTALLAZIONE DELLE UNIT.. 3.2.4 CABLAGGI... 3.3 TRASDUTTORE DELLUNIT DI FONDO 3.3.1 INTRODUZIONE. .. 3.3.2 FUNZIONAMENTO DEL TRASDUTTORE .. 3.3.3 FREQUENZE OPERATIVE. 3.3.4 ELEMENTO ATTIVO DEL TRASDUTTORE 3.3.5 PROBLEMA DELLA CAVITAZIONE 3.3.6 ANGOLO DI CONO. 3.3.7 SPECIFICHE FURUNO 250. (PARTE DI APPROFONDIMENTO) pg. 43 pg. 45 pg. 45 pg. 46 pg. 46 pg. 46 pg. 47 pg. 39 pg. 39 pg. 40 pg. 42

CAP.4 ANALISI DI PROBLEMI DI COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA DEI DISPOSITIVI ELETTRONICI, SOLUZIONI PER LA PREVENZIONE E CASI A BORDO NAVE
4.1 COMPATIBILITA ELETTROMAGNETICA 4.1.1 INTRODUZIONE COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA.. pg. 48 4.1.2 EMC: concetti generali e definizioni .. pg. 49 4.2 DISTURBI ELETTROMAGNETICI 4.2.1 INTRODUZIONE AI DISTURBI CONDOTTI ED IRRADIATI.. pg. 51 4.2.2 ESEMPIO GENERAZIONE DEL DISTRUBO pg. 53 4.2.3 DISTURBI IRRADIATI.. pg. 53 4.2.3.1 CORRENTI DI MODO DIFFERENZIALE E DI MODO COMUNE.. pg. 54 4.2.3.2 SUSCETTIVITA PER FILI E PISTE DI CIRCUITI STAMPATI.. pg.55 4.2.4 DISTURBI CONDOTTI... pg. 56 4.2.4.1 CORRENTI MODO COMUNE E DIFFERENZIALE. pg. 56 4.2.4.2 SUSCETTIVIT CONDOTTA.. pg. 58 4.2.5 DIAFONIA.. pg. 59 4.3 TECNICHE DI SCHERMATURA E RIDUZIONE DEI FENOMENI EMC 4.3.1 CONDUTTORI SCHERMATI CONDUTTORI INTRECCIATI.. pg. 60 4.3.2 SCHERMATURE: EFFICIENZA ED EFFETTO DELLE APERTURE... pg. 62 4.3.3 PROGETTO SISTEMI ELETTROMAGNETICAMENTE COMPATIBILI. pg. 63 III

4.4 AMBIENTI E STRUMENTI DI MISURA DEI FENOMENI ELETTROMAGNETICI 4.4.1 AMBIENTI DI MISURA. pg. 64 4.4.2 MISURE EMC. pg. 66

4.5 NORMATIVE PER EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE 4.5.1 INTRODUZIONE ALLE NORME EMC pg. 67 4.5.2 PRINCIPALI DIRETTIVE EUROPEE ED INTERNAZIONALI. pg. 67 4.5.2.1 DIRETTIVA EUROPEA EMC. pg. 67 4.5.2.2 IMMUNIT: NORMATIVA CEI EN 61000-4... pg. 68 4.5.2.3 NORMATIVA CISPR22 pg. 69 4.5.2.4 SICUREZZA FUNZIONALE IEC 61000-1-2 E IEC 61508 pg. 70

4.6 CASI DI MALFUNZIONAMENTI A BORDO NAVE DOVUTI AD INTERFERENZE ELETTROMAGNETICHE 4.6.1 INTRODUZIONE 4.6.2 CASI DI INTERFERENZE CON SISTEMI DI NAVIGAZIONE AUTOMATICA 4.6.3 CASI DI INTERFERENZE CON SISTEMI DGPS. 4.6.4 SOLUZIONI PER LA PREVENZIONE DI FENOMENI EMI pg. pg. pg. pg. 71 71 72 72

CONCLUSIONI. pg. 74 BIBLIOGRAFIA pg. 75

IV

INTRODUZIONE

FACTORY TRAWLER 115M

Spesso durante la progettazione e lallestimento di una nave si trascurano alcuni fenomeni considerati secondari ma che se non analizzati in dettaglio possono pregiudicare il corretto funzionamento dellintero sistema. Un esempio dato dalle interferenze e problemi di compatibilit elettromagnetica che interessano gli apparati elettrici - elettronici a bordo, gli apparati motori, nonch lintero sistema nave. Fino a non molti anni fa questi problemi venivano presi in considerazione in fase di collaudo della nave solamente nel caso in cui si presentassero portando ad errati funzionamenti a bordo. Le tecniche di riduzione di questi fenomeni oltre che a risultare molto costose non erano cos efficaci poich risultavano dei palliativi applicati ai sistemi presenti colpevoli di generare o essere suscettibili a questa tipologia di interferenza. Al giorno doggi per la prevenzione di problemi EMC esistono molti strumenti validi soprattutto se applicati direttamente gi dalle prime fasi di progetto. In collegamento con lattivit svolta durante il tirocinio, si sono analizzate le problematiche di compatibilit elettromagnetica della strumentazione elettronica di bordo e dei sistemi ad essa collegata in un peschereccio (nave fattoria adibita alla pesca di pesce azzurro a strascico e allo stoccaggio del pescato di 115 metri operante nelle acque artiche) in fase di progetto presso lazienda Medsea Engineering con sede a Marghera (VE). Nei primi due capitoli si espone lattivit svolta durante il tirocinio: si sono studiate le tipologie di apparecchiature che equipaggiano la nave interessata, le loro funzioni e soprattutto come devono essere installate per poter rispettare le normative vigenti, sottolineando i problemi di compatibilit elettromagnetica a cui sono soggette e a come la loro installazione vincoli queste interferenze. 1

In particolar modo si approfondita la disposizione delle antenne nel ponte della nave e allo studio dei collegamenti tra le varie unit dei diversi sistemi. Nel terzo capitolo stata presa in esame la strumentazione elettronica per la ricerca del pesce, descrivendone i principi base del funzionamento e le unit principali, tenendo sempre in considerazione uninstallazione che garantisca il corretto funzionamento della stessa. Nel capitolo 4 sono stati introdotte le principali cause che contribuiscono alla generazione dei disturbi elettromagnetici nei sistemi elettronici, analizzando le principali tecniche per la riduzione (tecniche di schermatura e di progettazione) e le normative oggi vigenti. Non scopo di questa tesi analizzare gli aspetti teorici specifici e modelli matematici che governano questi fenomeni ma si vuole dare una descrizione generale di come questi nascono ed agiscono nei vari dispositivi, fornendo possibili soluzioni per una loro riduzione mediante il rispetto di alcune precauzioni in fase di progetto.

CAP.1 STRUMENTAZIONE ELETTRONICA DI BORDO SU FACTORY TRAWLER 115MT


1.1 STRUMENTAZIONE ELETTRONICA SECONDO STANDARD DI PROGETTO

1.1.1 STANDARD DI PROGETTO


Nel progetto assegnato vengono descritte tutte le specifiche che devono essere rispettate durante la progettazione e costruzione di una nave adibita alla pesca a strascico e allo stoccaggio del pescato operante nelle acque artiche (Factory Trawler 115m). Viene presa in esame la sezione del progetto riguardante la strumentazione di navigazione, di comunicazione e di ricerca pesce. Nel piano generale di progetto sono definite, oltre alle tipologie di strumenti da utilizzare, anche le normative da rispettate: Per la parte di strumentazione (e in genere per tutta limbarcazione) viene posto come vincolo il rispetto delle normative DNV e SOLAS. DNV sta per Det Norske Veritas AS,ed la principale societ di classificazione marittima che esegue la certificazione e gestione dei rischi in tutte le fasi di vita della nave, offrendo inoltre servizi di consulenza.

SOLAS sta per International Convention for the Safety of Life at Sea (SOLAS) ed il pi importante trattato internazionale di tutela della sicurezza delle navi mercantili; la prima versione risale al 1914 scritta a seguito del naufragio del Titanic. Veniva descritto il numero di imbarcazioni di salvataggio, attrezzature di emergenza e procedure di sicurezza che dovevano essere rispettate a bordo nave. Dopo numerosi aggiornamenti nel corso degli anni, nellultimo del 1988 le modifiche vennero eseguite in riferimento ad un altro trattato: il GMDSS (Global Maritime Distress Safety System) una serie di emendamenti Internazionali sulle normative radio e apparecchiature di comunicazione e protocolli utilizzati a bordo di aerei e navi.

1.1.2 SEA AREAS


La tipologia e la quantit di strumenti dipende, oltre che dalla categoria di nave, anche dalla specifica zona marittima di navigazione. Il trattato cos suddivide in sea areas ( A1, A2, A3, A4) le zone di navigazione. A1 unarea di copertura radio fino a 20 30 miglia nautiche di distanza dalla stazione costiera, fornisce una copertura VHF con una disponibilit di ascolto continua DSC (comunicazione VHF usata che per rintracciare la nave in condizioni di emergenza o per altre comunicazioni ordinarie tra imbarcazioni e verso terra); A2 offre una copertura da 180 miglia nautiche (nelle ore diurne) per un massimo di 400 (in quelle notturne), fornisce una copertura MF-HF con disponibilit di ascolto continua ; (Esclude larea A1) 3

A3 area con raggio di copertura pari a quella dei satelliti INMARSAT (fino Lat 70N - Lat 70S) (Esclude aree A1, A2); A4 sono essenzialmente le zone polari, zone a nord e sud dei 70 gradi di latitudine (Esclude aree A1, A2, A3).

(fig. 1.1.2.1) SCHEMA DIVISIONE IN SEA AREAS Il peschereccio in carico deve essere attrezzato per la navigazione nella sea area A3. Secondo le normative SOLAS e DNV esso deve essere equipaggiato di: Impianto radar: un radar operante in banda X ed uno in banda S; Apparecchiature di direzione e navigazione: n.2 navigatori GPS, n. 2 display per la visualizzazione delle coordinate, e n. 1 pilota automatico (con relative antenne per la ricezione). Apparecchiature meteo e girobussola: n.1 girobussola con n. 3 ripetitori, anemometri (per la misurazione del vento), sistema di rilevazione fax meteo, Apparecchiature radio: n.1 strumento per la ricerca di direzione operante in VHF, solcometro (per per misurazione della velocit), stazione Inmarsat di tipo B (con telefax) per la telefonia, e 2 stazioni Inmarsat di tipo C, stazione SSB (comunicazione con modulazione single side band) con ricevitore, n. 2 radio VHF trasportabili e n. 2 radio HF per i macchinisti. Strumentazione di emergenza: n. 3 trasmettitori di direzione di emergenza in VHF, n. 2 transponder radar, trasmettitori di emergenza nelle zattere di salvataggio, n. 3 portatili VHF.

1.1.3 ULTERIORI SPECIFICHE PRESENTI NEL PIANO DI PROGETTO


Da specifica di progetto vengono inoltre richiesti degli strumenti per la ricerca del pesce: n.1 ecoscandaglio (con stampante) usato per navigazione, n.1 ecoscandaglio per la ricerca del pesce con relativo impianto di ricerca (trasduttori posti nel fondo nave). Da aggiungere display per la visualizzazione cartografica (ECDIS), strumenti per la navigazione notturna e per lordinaria navigazione, tutti i sistemi di alimentazione, di ricarica dei dispositivi portatili e tutte le antenne e ripetitori necessari per il corretto funzionamento delle apparecchiature. 4

I materiali per linstallazione e le apparecchiature scelte dovranno essere di marche ben note; questo perch i ricambi potranno essere facilmente reperibili in tutto il mondo. Nella scelta degli apparati si fatto riferimento a prodotti di aziende leader nel settore come Furuno e Sperry-Marine per dispositivi di tipo radar e di navigazione satellitare marina; Furuno e Taiyo per gli apparati radio di direzione; Sperry-Marine e Anschutz-Robertson per girobussole, pilota automatico; Furuno e JRC per apparecchi meteo di bordo; Simrad, Sperry-Marine, Furuno e JRC per ecoscandagli e strumenti di ricerca pesce; Sailor e Thrane & Thrane per apparecchi radio VHF, ricevitori radio e apparecchi per la comunicazione radio di emergenza.

1.2

SISTEMI RADAR

1.2.1 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL RADAR


Il radar un dispositivo per il rilevamento di oggetti che usa onde elettromagnetiche per determinare altezza, distanza, direzione, velocit di oggetti fissi o in movimento. Il termine deriva da: Radio Detection And Ranging. Il sistema in genere costituito da un trasmettitore di onde radio, queste colpiscono un oggetto e vengono riflesse in tutte le direzioni, in parte tornano anche verso la direzione di provenienza dove posizionato un ricevitore che le rilever ed elaborer. Tipicamente il trasmettitore posizionato nella stessa posizione del ricevitore. Il componente fondamentale di ogni radar un dispositivo che permette di misurare intervalli di tempo anche molto piccoli, cos ad intervalli regolari viene trasmesso un impulso a radiofrequenza tramite unantenna direzionale. Dopo lemissione lantenna viene collegata ad un ricevitore molto sensibile che rimane in attesa e nel caso in cui limpulso trasmesso venga riflesso il ricevitore lo elaborer. La distanza delloggetto risulta legata al tempo che intercorre tra trasmissione dellimpulso ed arrivo dellonda riflessa, vale cos la relazione (1.2.1.1):

(1.2.1.1) R= distanza del bersaglio c=velocit della luce T=tempo impiegato dallimpulso per raggiungere il bersaglio e tornare allantenna. Il tempo di commutazione dellantenna deve essere il pi piccolo possibile e la durata dellimpulso trasmesso determina la distanza minima a cui il radar pu rilevare oggetti. Il ricevitore non pu essere attivo fintanto che il trasmettitore invia segnali. Esistono in genere due categorie di radar: Monostatico con ununica antenna trasmittente/ricevente oppure Bistatico con due antenne, una dedicata alla trasmissione ed una alla ricezione. A sua volta vi una distinzione tra radar che lavorano mediane impulsi e radar che lavorano mediante unonda continua. Importante risulta lequazione (1.2.1.2) che descrive la potenza di ritorno allantenna in funzione a quella trasmessa e ad altri parametri che verranno ora descritti: 5

(1.2.1.2) Rt = distanza dal trasmettitore all'oggetto, Rr = distanza dall'oggetto al ricevitore. Pr= potenza che ritorna allantenna ricevente Pt = potenza del trasmettitore, Gt = guadagno dell'antenna del trasmettitore, Ar = superficie dell'antenna del ricevitore, = superficie equivalente dell'oggetto. un processo aleatorio, legato alla continua variazione di assetto da parte del bersaglio; si ricava che Pr varia nel tempo in modo del tutto aleatorio. In genere le antenne di trasmissione e ricezione coincidono fisicamente (caso radar monostatico) ottenendo cos delle semplificazioni nella formula (1.2.1.2): Rt = Rr =R da cui Rt Rr = R4 (distanza apparato radar da oggetto) (1.2.1.3)

La formula (1.2.1.3) dimostra che la potenza dell'onda riflessa diminuisce con la quarta potenza della distanza; l'entit della potenza del segnale ricevuto risulta veramente esigua, a fronte di una potenza trasmessa tipicamente elevata fino all'ordine dei Megawatt nel picco dell'impulso in trasmissione.

1.2.2 RADAR UTILIZZATI


Esistono diverse frequenze operative per i radar: quelle pi usate in ambito marittimo sono: S-BAND (3GHZ e lunghezza donda di circa 10cm) e X-BAND (9Ghz e lunghezza donda di circa 3cm). I radar in banda S sono usati per il controllo del traffico a medio e corto raggio e la situazione del tempo a lungo raggio (S= onde corte), mentre quello a banda X sono usati per puntamento di missili, orientamento, situazione del tempo a corto raggio. In base alle specifiche di progetto sono stati scelti i seguenti dispositivi radar da installare a bordo nave (fig.1.2.2.1): SPERRY VISIONMASTER ARPA 343 S-BAND RADAR (Potenza picco ricetrasmettitore 30KW, dimensione antenna 9 o 12 piedi; display 23) SPERRY VISIONMASTER ARPA 341 X-BAND RADAR (Potenza picco ricetrasmettitore 10KW dimensione antenna 4, 6 o 8 piedi; display 23 )

(fig. 1.2.2.1) SPERRY VISIONMASTER 6

1.3

SISTEMI DI NAVIGAZIONE

1.3.1 SISTEMA DGPS


In questo paragrafo viene brevemente illustrato il sistema DGPS essendo questo utilizzato per la navigazione a bordo nave. DGPS lacronimo di Differential Global Positioning System ed unevoluzione del GPS. Il GPS un sistema di localizzazione basato su 24 satelliti divisi in gruppi di quattro su ognuno dei sei piani orbitali; il ricevitore GPS una volta collegatosi ai satelliti ricava la posizione di un determinato punto mediante lausilio di un algoritmo e sfruttando i tempi di ricezione di 4 satelliti (tutti i satelliti sono equipaggiati di un precisissimo orologio atomico). Il calcolo pu dare un margine di errore anche molto elevato (maggiore di 30 m), dovuto ad errori introdotti dallalgoritmo e dal fatto che il segnale quando attraversa latmosfera pu diminuire di intensit. Lutilizzo della tecnologia DGPS invece riduce notevolmente questo problema poich il ricevitore DGPS riduce gli errori introdotti dallattraversamento dellatmosfera del segnale proveniente dai satelliti utilizzando un ricevitore terrestre (stazione di riferimento) che si occupa di correggere il calcolo delle coordinate e di inviarlo al ricevitore GPS ottenendo in questo caso una maggiore accuratezza. Il segnale di correzione tipicamente trasmesso su UHF ed inoltre la precisione dei DGPS diminuisce comunque con il crescere della distanza dalla stazione di riferimento. Nella scelta dei dispositivi di bordo si optato per n. 2 DGPS Sperry MX-420/2, con i relativi display lcd, console di montaggio (fig. 1.3.1.1) e ricevitori.

(fig. 1.3.1.1) Console + Display SPERRY MX-420/2

1.3.2 SISTEMA DI NAVIGAZIONE AUTOMATICA


Il sistema di navigazione automatica a bordo di una nave viene collegato alla girobussola, la quale fornisce le indicazioni della posizione, mentre il collegamento con il sistema di sterzo permette alla nave di virare in modo automatico. Alcuni piloti automatici, soprattutto quelli pi moderni, permettono il collegamento diretto ai sistemi GPS (che permette di programmare una rotta), sonar e radar che rendono possibile le previsioni di collisione. Sono inoltre dotati di unit di elaborazione per il controllo e correzione della sensibilit alterata da vento e onde. Lapparato scelto SPERRY NAVIPILOT 4000 (vedi fig. 1.3.2.1) (nei paragrafi seguenti sono indicati anche glaltri apparecchi collegati al pilota automatico vedi girobussola).

(fig. 1.3.2.1) Console + Display SPERRY NAVIPILOT 4000 e UNIT DI COTROLLO DI MANOVRA

1.3.3 SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA (AIS)


un sistema di tracciamento a corto raggio utilizzato a bordo per lidentificazione e la localizzazione di altre navi nella vicinanze (vedi fig. 1.3.3.1). Fornisce a monitor informazioni come: identificazione univoca, posizione, rotta e velocit. Ha come scopo principale aiutare le autorit marittime nel controllo del traffico navale. Questo sistema integra una ricetrasmittente VHF e un sistema di posizionamento in genere GPS. Tutto lapparato pu essere collegato anche ad altri sensori di navigazione come una girobussola come mostrato nella figura (1.3.3.2).

(fig. 1.3.3.1)

(fig. 1.3.3.2) ESEMPIO DI COLLEGAMENTO AIS Viene utilizzato principalmente per evitare collisioni, controllo del traffico, aiuto nella navigazione e in casi di salvataggio. Il dispositivo da noi usato il JRC jhs-182

1.4

STRUMENTAZIONE RADIO

La nave deve essere equipaggiata di tutta la strumentazione radio specificata nelle normative.

1.4.1 AUTOMATIC DIRECTION FINDER (VHF)


L'Automatic Direction Finder (ADF) uno strumento montato sugli aeromobili o navi ed dotato di antenna e componenti elettronici per la ricezione e demodulazione di segnali emessi da stazioni a terra. Fornisce la direzione di provenienza del segnale, nel caso specifico VHF, (e quindi indica la posizione angolare della stazione emittente) per mezzo del principio di induzione elettromagnetica. Si ricorda che il principio di induzione elettromagnetica (legge di Faraday) impone che in un circuito si generi una forza elettromotrice, quando il flusso del campo magnetico attraversa la superficie, e tale forza indotta risulter pari allopposto della variazione temporale del flusso.

(fig.1.4.1.1) DIRECTION FINDER TAIYO TDL1550A (strumento scelto) 9

1.4.2 STAZIONE RADIO MF/HF SSB (SINGLE SIDE BAND)


A bordo nave necessaria una stazione radio SSB; usata per ottenere bollettini meteo via fax, informazioni meteo vocali, per inviare e ricevere e-mail, per ascoltare notizie quando si fuori dalla normale portata radio FM e per comunicare con altre imbarcazioni anche a centinaia di miglia di distanza. Una modulazione SSB non differisce molto rispetto una modulazione AM, infatti, come si nota nella figura, con la modulazione SSB viene trasmesso solo met del segnale in banda traslata, mediante apposito filtraggio, viene tenuta o la banda laterale superiore, si parla di USB (upper sideband), o la banda laterale inferiore, in questo caso LSB (lower sideband). Con questa tecnica di modulazione siamo in grado di dimezzare la larghezza di banda del segnale modulato rispetto ad una tecnica di modulazione AM (vedi figura 1.4.2.1). Solitamente le trasmissioni marine e le trasmissioni meteo vengono trasmesse nelle bande laterali superiori (USB). Va sottolineato che per la trasmissione marina in SSB necessaria una (fig. 1.4.2.1) modulazione SSB licenza (a meno che non si tratti di trasmissioni di emergenza). In caso di emergenza esistono alcune frequenze usate appositamente per queste segnalazioni con la Guardia Costiera ( 2182, 4125, 6215, 8291, 12290, 16420kHz in USB). Lapparato radio MF/HF in SSB scelto per il progetto la stazione MF/HF SAILOR SYSTEM 5000 THRANE & THRANE. Essa viene fornita con i seguenti dispositivi (collegati poi come in figura 1.4.2.2): 1) 2) 3) 4) Trasmettitore a 250W con integrato modem e radiotelex DSC ed antenna trasmittente Apparato antenna ed antenna MF/HF (SAILOR ATU5215) Unit ricevente e di controllo (CU5100) Alimentatore dedicato

(fig. 1.4.2.2) SCHEMA DI MONTAGGIO STAZIONE MF/HF SAILOR SYSTEM 5000 THRANE & THRANE 10

1.4.3 RADIOTELEFONI VHF


Si optato per radiotelefoni portatili Sailor SP3520 Thrane & Thrane operanti in un range di frequenze da 149 a 174 MHz.

(fig. 1.4.3.1) Sailor SP3520

1.5

DISPOSITIVI DI EMERGENZA

1.5.1 TRANSPONDER RADAR (SART)


Per le situazioni di emergenza, a bordo nave vengono installati dispositivi come i SART (Search and Rescue Transponder) utilizzati per individuare una scialuppa di salvataggio o una nave in difficolt. Quando attivati, trasmettono un segnale in banda X dei radar (9 GHz e lunghezza donda di 3cm). Questi transponder possono essere intercettati in un raggio di circa 8 miglia nautiche da dove si trovano e inviano un segnale diverso man mano che ci si avvicina o ci si allontana. Le specifiche di progetto richiedono la presenza di due Radar Transponder e si optato per i SAILOR SART II della Thrane & Thrane (fig. 1.5.1.1). Una volta attivati, hanno unautonomia di 96 ore in condizioni di stand-by e se interrogati fino a 8 ore in trasmissione continua, sono inoltre impermeabili fino a 10m di profondit.

(fig. 1.5.1.1) SAILOR SART II della Thrane & Thrane


11

1.5.2 DISPOSITIVO DI LOCALIZZAZIONE DI EMERGENZA: EPIRB (Emergency Position Indicating Radio Beacons)
LE.P.I.R.B. un trasmettitore radio che indica la posizione in caso demergenza, usato in ambito marittimo. Ogni dispositivo fornito di un codice didentificazione esadecimale a 15bit ed in caso di emergenza effettua una trasmissione sulla frequenza di 406 MHz oltre che un segnale a bassa potenza a 121.5 MHz. Sono in grado di trasmettere accurate posizioni GPS allinterno del messaggio di soccorso. Il messaggio trasmesso sulla frequenza 406MHz contiene le seguenti informazioni: 1) Il paese di origine 2) Il codice a 15 bit esadecimale di identificazione 3) Lidentificazione della nave o aereo in emergenza 4) La posizione GPS 5) Se presente o meno anche la trasmissione a 121.5MHz Questo messaggio in genere codificato in 30 caratteri esadecimali. Gli EPIRB a 406 MHz sono divisi in due categorie: a) Quelli ad attivazione automatica; si attiva quando lEPIRB viene sganciato dal suo alloggio. Gli EPIRB di questa categoria sono equipaggiati di speciali imbracature con ganci a rilascio idrostatico, questo meccanismo sgancia lEPIRB in acqua ad una profondit da 1 a 4 metri e una volta in superficie comincia a trasmettere. molto importante che vengano montati allesterno della struttura dellimbarcazione dove sia possibile lo sgancio nel caso in cui limbarcazione affondi. b) EPIRB ad attivazione manuale. inoltre necessaria la registrazione del dispositivo per aiutare le forze di soccorso nella ricerca in casi demergenza. Dispositivo scelto: SAILOR SE-II epirb Thrane & Thrane (fig. 1.5.2.1) in grado di trasmettere il segnale fino a 48 ore.

(fig. 1.5.2.1) SAILOR SE-II epirb Thrane & Thrane

12

1.6

GIROBUSSOLA ED APPARECCHIATURE METEO

1.6.1 GIROBUSSOLA
La girobussola un particolare tipo di bussola (chiamata anche direzionale o bussola giroscopica), ovvero un sistema di navigazione per trovare una direzione fissata, non basato sul campo magnetico terrestre, ma sulle propriet giroscopiche. La bussola giroscopica determina la direzione del Nord sfruttando leggi fisiche: l'inerzia giroscopica, le propriet dei girostati e della sfera terrestre, la rotazione intorno all'asse e la forza di gravit. Al principio di funzionamento del giroscopio, che mantiene fisso l'orientamento rispetto ad un punto fisso nello spazio, viene aggiunta la forza di gravit applicata con un peso sui dei giunti che mantengono in sospensione il giroscopio e che in unione alle altre forze applicate creano un puntamento geografico preciso. A differenza della bussola magnetica, quella giroscopica punta verso il nord geografico, non risentendo della presenza del campo magnetico terrestre, quindi non soggetta ad errori di deviazione e a quelli dovuti alla declinazione magnetica. Questo sistema, rispetto alla bussola magnetica, ha il vantaggio di indicare il nord geografico (invece del polo nord magnetico) e di essere insensibile ai disturbi prodotti da campi magnetici perturbanti, mentre come svantaggio richiede la presenza di un motore per mettere e mantenere in rotazione un rotore. Viene usato principalmente su navi ed aerei insieme ad altri sistemi di navigazione. A differenza della bussola magnetica risente di un effetto chiamato precessione apparente, dovuto alla rotazione terrestre, quindi deve essere periodicamente riallineata utilizzando una bussola magnetica. Tutto lapparato di Girobussola viene utilizzato come parte integrante del sistema di navigazione automatico. Infatti i due sistemi verranno collegati tra loro per un corretto funzionamento. stato scelto lapparato Navitwin IV della Sperry Marine, composto da girobussola MK 1, sistema di ripetitori e bussola magnetica. Nella figura 1.6.1.1 viene illustrato lo schema di collegamento dei vari componenti.

(fig.1.6.1.1) SCHEMA DI COLLEGAMENTO APPARATI DI GIROBUSSOLA E PILOTA AUTOMATICO


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1.6.2 APPARATI METEO


Come da specifiche, a bordo viene richiesta la presenza di un ricevitore meteo fax ed alcuni strumenti come lanemometro (per la rilevazione dellintensit del vento). 1.6.2.1 RICEVITORE FAX METEO stato scelto il ricevitore meteo fax JRC JAX-9B con le seguenti caratteristiche fondamentali: Range di frequenza da 2.0000 a 24.9999 MHz, possibilit di collegamento a PC, modalit di ricezione automatica o manuale (figura 1.6.2.1).

(fig. 1.6.2.1) WEATHER FAX RECEIVER JRC JAX-9B

1.6.2.2 NAVTEX Il NAVTEX (NAVigational TEXt Messages) un servizio internazionale automatico, trasmesso sulle medie frequenze, di stampa diretta per l'invio di avvisi e bollettini di navigazione e meteorologici. Viene usato anche per trasmettere informazioni urgenti sulla sicurezza tra navi. Fu sviluppato come sistema semplice ed a basso costo per fornire informazioni a bordo delle navi in un raggio di circa 370 km (200 miglia nautiche). (fig.1.6.2.2) NAVTEX NCR-333 Non previsto nessun costo per la trasmissione e ricezione NAVTEX. Le trasmissioni avvengono sulle frequenze 518 e 490KHz, in particolar modo la frequenza 518KHz relativa alle trasmissioni internazionali, mentre in quella a 490KHz avvengono trasmissioni di carattere regionale. Questo servizio utilizza una modulazione di tipo BFSK (binary frequency-shift keying= modulazione in frequenza) con una velocit di 100bps con shift in frequenza di 170Hz. I caratteri vengono poi trasmessi in un codice di 7bit. Si scelto lapparato JRC NAVTEX NCR-333 (vedi figura 1.6.2.2). 14

1.6.2.3 ANEMOMETRO Come rilevatore di intensit e direzione del vento (anemometro) verr installato il dispositivo della DEIF con i relativi sensori, interfaccia di collegamento e display.

(fig. 1.6.2.3) SENSORE, DISPLAY ED INTERFACCIA DI COLLEGAMENTO ANEMOMETRO DEIF

1.7

APPARATI INMARSAT

1.7.1 INMARSAT DI TIPO B CON TELEFAX


Il sistema mobile digitale Inmarsat di tipo B fornisce due linee telefoniche dirette, telex, fax e comunicazioni dati, attraverso una rete satellitare, da e verso qualsiasi parte del mondo con unica eccezione le regioni polari. Il terminale Inmarsat B una piccola stazione satellitare terrestre, in ambiente marittimo, avente unantenna parabolica e tutta la relativa elettronica (sopra ponte), e di un impianto (sotto ponte) comprendente le unit elettroniche, alimentatori e interfacce utente (tra cui telex, telefono, modem, fax). I terminali a bordo nave vengono definiti Mobile Earth Stations (MESs), e allo stesso modo le stazioni in terra ferma sono definite Land Earth Stations(LESs), cos una chiamata da un MES instradata, attraverso la rete Inmarsat, a una LES; come viene mostrato nella figura 1.7.1.1.

(fig. 1.7.1.1) SCHEMA TRASMISSIONE INMARSAT

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1.7.2 INMARSAT DI TIPO C


LInmarsat-C soddisfa i requisiti per i sistemi di sicurezza e di allarme per le navi ed approvato dal GMDSS. Offre servizi di trasferimento dati, e-mail, SMS, chiamata dellequipaggio, telex, controllo a distanza, segnalazione della posizione, aggiornamenti meteo e informazioni di sicurezza marittima. richiesta la presenza di un ricetrasmettitore Inmarsat C o apparecchi ricetrasmittenti a basso consumo (mini-C).

Nella scelta dei dispositivi Inmarsat richiesti sono state apportate alcune modifiche rispetto le specifiche assegnate, infatti veniva richiesta una stazione Inmarsat di tipo B, ma essendo questa ormai obsoleta e poco usata, si optato per una stazione aggiornata Inmarsat fleet 77 Thrane & Thrane Sailor (come standard viene usato lInmarsat fleet77 un aggiornamento dellInmarsat-A o B). La comunicazione dati avviene con una velocit fino a 128kbps attraverso un servizio ISDN, velocit di trasmissione fax da 9,6kbps e 64kbps, velocit trasmissione vocale 4.8kbps,a frequenza audio di 3.1kHz. La stazione composta da diversi componenti (come da figura 1.7.1.2): 1) Telefax 2) Unit ricetrasmittente (TT-3038C) 3) Antenna ricevente (TT-3008C) 4) Distress craddle (TT-3622B) 5) Telefono portatile 6) Strumentazione ISDN portatile

(fig. 1.7.1.2) TERMINALE Thrane & Thrane SAILOR FLEET 77+

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Per le stazioni Inmarsat C si sono scelti i sistemi Thrane & Thrane TT-3000E mini C anchessi composti da alcuni apparati (vedi figura 1.7.2.1): 1) 2) 3) 4) 5) 6) Ricetrasmettitore (TT-3026C) Terminale video 10 (TT-3606E) Tastiera (TT-3601) Stampante (TT-3608) Pannello dallarme (AP4365) Centralina di collegamento (TT-3616)

Fig. 1.7.2.1 SCHEMA DI MONTAGGIO STUMENTAZIONE INMARSAT C (Thrane & Thrane SAILOR TT3000E MINI-C)

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CAP. 2 INSTALLAZIONE DELLA STRUMENTAZIONE DI BORDO


2.1 REQUISITI GENERALI ED ALLESTIMENTO DELLA PLANCIA

2.1.1 DISPOSIZIONE STRUMENTI IN PLANCIA


Le principali apparecchiature di controllo e monitoraggio verranno sistemate in tre console. stata indicata solamente la disposizione degli strumenti di comunicazione, di navigazione e di ricerca pesce. Sono state rispettate le normative DNV e SOLAS in particolare le sezioni: SECTION 6: USER INTERFACE (pt.4 ch9 Control and Monitoring System (Ships)), Pt. 7 Ch.17 Safety of Navigation for Naval Vessel per quanto riguardano le DNV, mentre Chap 04 e 05 per le Solas. Queste danno delle direttive sul corretto design della plancia e una corretta disposizione degli strumenti. a) PONTE A PRORAVIA: i seguenti strumenti vanno installati in ciascuna ala di plancia: -selettore pilota automatico -radar -apparecchiature di ricerca pesce -sincronizzazione dei dati -plotter -ricevitore radio -pilota automatico -intercomunicante -impianto radio intercomunicante -controllo pescato -ricerca direzione MF/HF -ricerca direzione VHF -navigatore satellitare PONTE DI POPPAVIA: -radar asservito CONSOLE LOCALE RADIO (INSTALLATA IN SPECIFICO LOCALE RADIO): -radio-telefono VHF -comunicazione satellitare (Inmarsat C, satcom B) -telex SSB/HT -computer/stampanti -postazione radio

b)

c)

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(fig. 2.1.1.1) PLANCIA SU FACTORY TRAWLER SECONDO FILE CAD DEL PIANO GENERALE

Le normative prese in esame forniscono dei requisiti per linterfaccia utente che garantiscono un funzionamento sicuro ed efficiente dei sistemi installati con gli obbiettivi di: a) b) c) d) carico di lavoro a controllo adattato per lutente/i in tutti i modi anche in caso di problemi del sistema; garantire decisioni rapide e corrette; garantire azioni veloci e corrette; evitare stress inutili.

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La disposizione degli strumenti viene suddivisa in:

1) A portata di mano (within reach) 2) Facilmente accessibile (easily accessible) 3) Disponibile (available)

(fig. 2.1.1.2) MODALIT DI DIPOSIZIONE (UID ARRANGEMENT)

Unaltra distinzione nella disposizione (da come si pu notare nella figura 2.1.1.3) data da: 1) Immediatamente leggibile (immediately readable) 2) Easly readable (facilmente leggibile) 3) Disponibile (available) (fig. 2.1.1.3) MODALIT DI DISPOSIZIONE VISIVA (VDU ARRANGEMENT)

STANDARD PER STRUMENTI CHE UTILIZZANO DISPLAY: Le postazioni di lavoro devono essere configurate in modo da fornire allutente laccesso simultaneo al monitoraggio e alle funzioni di controllo. Gli elementi del sistema di controllo, con le relative indicazioni per il monitoraggio delle funzioni essenziali, devono essere sempre disponibili. Un utente in nessun caso deve operare in pi di due console contemporaneamente per eseguire un insieme di funzioni tra loro correlate. Tutte le informazioni date dagli strumenti devono essere chiaramente visibili da parte degli utenti in ogni condizione di luce.

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2.1.2 DESIGN DELLA STAZIONE DI LAVORO (WORKSTATION)

DESCRIZIONE CONTROLLI (fig 2.1.2.1):

1) 2)

Timoneria e autopilota Propulsione e arresto di emergenza 3) Elica (se disponibile) 4) Sterzo: conrollo override 4A) Sterzo: contollo modalit 5) Comunicazione esterna 6) Comunicazione interna 7) Spazio disponibile

(fig. 2.1.2.1) disposizione strumenti Le workstations per la navigazione devono essere progettate per consentire ai due navigatori di svolgere i propri compiti, ognuno dalla propria postazione. Gli strumenti devono essere sufficientemente vicini per consentire ad ogni singolo navigatore di svolgere tutte le azioni in maniera efficiente. I seguenti strumenti devono essere gestiti da ciascuna persona dalla propria postazione di lavoro, ed fondamentale che siano raggiungibili anche da una postazione in piedi: a) b) c) d) e) f) g) h) i) controlli e display dei radar di navigazione display delle cartografia entrambi i ricevitori GPS unit VHF equipaggiamento di comunicazione interna pulsante per il fischio dispositivo di riconoscimento di allarmi pannello di allarme indicatore di distanza

altre apparecchiature ritenute indispensabili per le operazioni di navigazione devono essere facilmente leggibili.

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2.2

ALLESTIMENTO PONTE ANTENNE

Nella figura 2.2 vengono evidenziate alcune delle antenne che saranno presenti anche nel Factory Trawler: 1) 2) 3) 4) 5) 6) antenne MF/HF antenna per sistema Inmarsat antenna UHF e VHF per direction finder antenna per radar X-band (radar di navigazione) antenna per radar S-band (radar di ricerca) antenne per MF/HF

(fig. 2.2) Quelle mostrate in figura 2.2 rappresentano le principali antenne installate a bordo nave; nelle pagine seguenti verranno analizzate in dettaglio.

2.2.1 ANTENNE RADAR E DIRECTION FINDER


Le dimensioni delle antenne radar che andranno ad equipaggiare il Factory Trawler sono: 2550mm di lunghezza per 217mm di larghezza ed uno spessore di 102mm per lantenna del radar X-band (dimensioni della parte rotante), mentre 3700mm di lunghezza, 485mm di larghezza e 118mm di spessore per quella del radar S-band Nella figura 2.2.1.1 inoltre presente lantenna VHF per il direction finder (posizionata nel punto pi alto dellalbero) avente una frequenza operativa da 24.1MHz a 455MHz. (fig. 2.2.1.1) antenne radar e direction finder 22

Importante inoltre il posizionamento delle antenne radar: da ci dipendono le prestazioni del sistema sia a corto che a lungo raggio dazione. necessario uninstallazione in modo da non incontrare ostacoli in linea daria, per non produrre echi di disturbo. Lassenza di echi di disturbo, in particolare sul lato di tribordo, deve essere garantita poich la visione laterale estremamente importante per il monitoraggio di navi in avvicinamento e fondamentale nel caso in cui si navighi in canali stretti. Gli oggetti che in genere ostruiscono il fascio radar sono piloni, ciminiere e grosse bitte per lormeggio. Se ci sono molti ostacoli potrebbe essere necessario posizionare lo scanner a lato di tribordo della nave cio nel lato destro partendo dalla prua della nave (vedi figura 2.2.1.2). Il seguente caso (posizione B in figura 2.2.1.2) d allantenna una zona libera per la direzione del lato di tribordo della nave. Infatti, in direzione della prua della nave, un albero o una gru potrebbero spesso riflettere o sopprimere i segnali trasmessi dallantenna (fig. 2.2.1.2) posizionamento scanner radar e se lostacolo forma unostruzione significativa possibile modificare langolo di depressione dello scanner rispettando un minimo di 5 (vedi fig. 2.2.1.3a). Si deve ricordare che quando laltezza dello scanner minimizzata le prestazioni a corto raggio sono massimizzate, ma comunque necessario mantenere una posizione sufficientemente elevata (angolo >5) in modo da non avere malfunzionamenti. Le due figure sottostanti danno unillustrazione di ci (immagini prese da datasheet radar sperry visionmaster).

(fig 2.2.1.3a) angolo depressione radar

(fig. 2.2.1.3b) massimo angolo tra le due antenne

Per evitare interferenze tra le due antenne radar installate necessario che la distanza verticale tra le due sia massima, ma il massimo angolo di riverbero tra le due antenne, come si nota nella seconda figura 2.2.1.3b, deve essere al massimo 45. Lantenna VHF del direction finder deve essere installata nella posizione pi alta della nave, e verticalmente ad almeno 1m di altezza dal piano metallico e ad almeno 2m pi in alto di uneventuale altra antenna VHF. La figura 2.2.1.4 chiarisce queste specifiche.

(fig. 2.2.1.4) DISPOSIZIONE ANTENNA DIRECTION FINDER (DA DATASHEET TAIYO L1550A) 23

2.2.2 ANTENNE MF/HF


Queste antenne vengono utilizzate per la comunicazione radio; ne verr installata una con una lunghezza di 8,2m per le comunicazioni HF/MF operante in un range di frequenze da 1.6 a 30MHz (usata per comunicazioni radio SSB), con una potenza di trasmissione dimpulso fino 1.5kW (aerial coupler AT82) e montata ad una altezza di almeno 2 metri al di sopra del tetto. Per la stazione Sailor 5000 da noi utilizzata viene richiesta linstallazione di unaltra antenna, di dimensioni 5,5m e un range di frequenza da 0.15 a 30 MHz (receiver AR55T) Per il Weather Fax viene utilizzata unantenna analoga ma di dimensioni inferiore: 4,2m e sempre operante tra i 0.15 e 30 MHz (AR42MT). Nelle documentazioni vengono specificate anche resistenza massima al vento, momento di flessione, temperatura operativa. (fig. 2.2.2.1) antenna MF

2.2.3 ANTENNE INMARSAT


2.2.3.1 RICEVITORE INMARSAT FLEET 77 Lantenna per INMARSAT FLEET77 o ADU (fig. 2.2.3.1) che utilizzeremo avr un diametro esterno di 845mm. La collocazione di questo ricevitore deve essere in una posizione abbastanza elevata tale da non presentare ostacoli in tutti i sensi per -5 di livello (figura 2.2.3.2) Ci significa che non dovrebbero esserci ostacoli sul fascio principale dellantenna (figura 2.2.3.2) con un angolo di 12 rispetto il piano orizzontale elevato. Nella collocazione va tenuto conto dei livelli di vibrazione che potrebbero essere introdotti con luso di un albero alto utile per per ridurre al minimo i settori dombra. (fig. 2.2.3.1) antenna INMARSAT F77 Gli oggetti ad una distanza inferiore di 10 metri che creano una zona dombra superiore a 6 rischiano di degradare le prestazione delle apparecchiature, perci preferibile avere un raggio libero da oggetti di almeno 3m dallantenna. Poich lADU Fleet un trasmettitore piuttosto potente, pu provocare disturbi agli altri sistemi radio. In particolare altri sistemi Inmarsat a ricevitori GPS con una bassa capacit di discriminazione delle frequenze sono vulnerabili alle radiazioni generate dallADU Fleet . (fig. 2.2.3.2) disposizione ADU Fleet 77 24

difficile dare delle direttive esatte per le distanze minime tra un antenna radar ed un ADU, poich la potenza del radar, il percorso e la forma degli impulsi e la frequenza operativa varia da dispositivo a dispositivo. LADU verr tipicamente posizionato nel campo vicino allantenna del radar e le riflessioni dovute ad alberi, ponti ed altri oggetti presenti nelle vicinanze saranno differenti da nave a nave. Nonostante i problemi sopraindicati vengono comunque date delle direttive guida: Dal momento che un radar irradia un fascio a ventaglio con una larghezza orizzontale di pochi gradi e verticale fino a +- 15, linterferenze con lADU possono essere evitare con un il montaggio di questultimo ad un piano al di sopra o al di sotto di 15 (vedi figura 2.2.3.3). Adottando questa separazione verticale, le distanze con le antenne radar possono essere ridotte notevolmente (inferiori ai 10m). Pertanto sempre consigliata la massima separazione verticale quando lADU deve necessariamente essere posizionato nelle vicinanze di antenne radar. (fig. 2.2.3.3) La minima separazione accettabile (d min= minima distanza dalla superficie dellADU) tra radar e ADU determinata dalla lunghezza donda e potenza emessa dal radar. Le tabelle 2.2.3.1 e 2.2.3.2 danno alcune distanze di separazione minime in funzione della potenza nelle due diverse bande (X e S), che se rispettate in genere garantiscono il corretto funzionamento dei dispositivi.

(tab 2.2.3.1 e 2.2.3.2) DISTANZE MINIME DA ANTENNE RADAR DA DATA-SHEET INMARSAT F77

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2.2.3.2 RICEVITORE INMARSAT MINI-C Il ricevitore INMASAT-C da come si vede nella figura 2.2.3.5, deve essere situato in una posizione in cui nessun ostacolo possa degradare in modo significativo le prestazioni del dispositivo. Unindicazione di massima nellinstallazione di un angolo di luce di -5 verso lo specchio di prova e poppa e di -15 in direzione laterale; le antenne vicine, soprattutto quelle a qualche metro, non devono provocare zone dombre superiori a 2. (fig. 2.2.3.4 ricevitore INMARSAT MINI-C Durante l installazione deve essere trovata una posizione che sia esente da ostacoli e tale da mantenere unopportuna distanza dalle altre antenne in particolare dagli impianti radar. Normalmente il posto migliore sar sopra gli scanner radar. Le seguenti distante devono essere comunque mantenute: a) almeno 5 metri di distanza da antenne HF, b) almeno 4 metri di distanza da antenne VHF, c) almeno 0,5 metri da altre antenne Inmarsat C, d) almeno 0,3 metri da compassi magnetici.

(fig 2.2.3.5) INSTALLAZIONE ANTENNA INMARSAT MINI-C

Si fa tuttavia riferimento alla formula 2.2.3.1 (data dal costruttore) per calcolare la minima distanza dellantenna da un ostacolo: Distanza sicurezza = 29* Diametro oggetto ostruzione (formula 2.2.3.1) Per esempio un oggetto con un diametro di ostruzione di 4 (0,1m) la distanza di sicurezza risulta pari a 2,9m.

(fig 2.2.3.6) DISTANZA DA OSTRUZIONI (DA DATASHEET INMARSAT MINI-C) 26

2.2.4 RICEVITORI DGPS

Per il corretto rilevamento della posizione necessario che vengano rispettate alcune distanze da altre antenne, rappresentate in figura 2.2.4.2, specialmente con quelle ad alta potenza. 1) 2) 3) (fig. 2.2.4.1) Ricevitore DGPS Leica mx421b Va inoltre evidenziato che lantenna deve essere collocata in basso per evitare un eccessivo errore di velocit e posizione durante la navigazione e in un luogo in cui abbia la possibilit di ricezione del segnale cio dove non sia oscurata ma abbia la piena visione del cielo. Deve essere inoltre facilmente accessibile per eventuali manutenzioni. almeno 10 metri da trasmettitori radar, Inmarsat ed altri trasmettitori ad alta potenza, almeno 3 metri da antenne VHF o HF, almeno 1 metro da altre antenne GPS

(fig. 2.2.4.2) DISTANZE DA RISPETTARE PER ANTENNE DGPS (DA DATASHEET LEICA MX421B-10)

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2.2.5 ANTENNE VHF


2.2.5.1 ANTENNE PER COMUNICAZIONI RADIOTELEFONICHE Per le comunicazioni radiotelefoniche vengono montate due antenne VHF di lunghezza di 1,2m, banda di frequenza di funzionamento da 156 a 163MHz (BANTEN DC/TU ne saranno montate 2 una per TX/RX ed una per DSC). Negli impianti costituiti da due o pi antenne radio VHF importante garantire che queste forniscono le migliori prestazioni scegliendo attentamente la loro collocazione. Il parametro pi importante nel raggiungimento delle massime prestazioni quello di garantire che nessuna delle antenne di trasmissione/ricezione dellimpianto siano posizionate allo stesso livello orizzontale, cio antenne riceventi o trasmettitrici devono essere installate ad altezze diverse. (fig. 2.2.5.1) antenne VHF radiotelefono In situazioni in cui difficile ottenere una sufficiente distanza verticale, la distanza orizzontale tra esse avr sempre una ruolo fondamentale nelle prestazioni delle apparecchiature; con una minima separazione verticale deve essere garantita una distanza orizzontale sempre superiore a 5m. Inoltre necessaria uninstallazione di queste antenne ad una distanza minima di 2 metri da qualsiasi albero presente o da altre antenne radio, e devono essere tenute il pi distante possibile dai fasci di trasmissione dei radar e Inmarsat.

(fig. 2.2.5.2) ESEMPIO DISPOSIZIONE ANTENNE 28

2.2.5.2 ANTENNA PER AUTOMATIC IDENTIFICATION SYSTEM Questo ricevitore composto da due parti fondamentali: ANTENNA GPS ANTENNA VHF Bisogna porre attenzione a non posizionarlo vicino ad antenne ad alta potenza come radar e Inmarsat ma mantenere almeno 10 m di distanza da queste; deve distare almeno 3m da antenne radio HF/MF, e non allo stesso livello orizzontale di altre antenne VHF ma con un dislivello di almeno 2m; tutto ci viene riassunto nella figura 2.2.5.4. Avendo incorporata unantenna GPS necessario garantire anche unampia veduta alla superficie della calotta per non intercorrere ad un errato rilevamento della posizione, necessario quindi che il ricevitore sia distante da zone dombra causate da grossi oggetti. (fig. 2.2.5.3) antenna AIS

(fig. 2.2.5.4) ESEMPIO DISPOSIZIONE ANTENNA AIS

2.2.6 SENSORE ANEMOMETRO


Sensore vento DEIF WSS, questo sensore deve essere posizionato lontano da oggetti di grandi dimensioni che posti vicino potrebbero influenzare i risultati della misurazione, anche se ci normalmente a bordo nave una condizione pressoch impossibile. Il miglior risultato nella rilevazione si ottiene posizionando il sensore nella parte superiore di un albero nel lato opposto alla struttura sopraelevata della nave. Risulta invece svantaggioso il posizionamento appena sopra della struttura sopraelevata poich essa costituita da facce laterali larghe che alterano il rilievo dellintensit e direzione del vento. (fig. 2.2.6.1 sensore DEIF) 29

2.2.7 ALLESTIMENTO PONTE ANTENNE: FILE CAD


Viene ora riportata la disposizione delle principali antenne sul ponte fatta su file cad, rispettando le distanze fondamentali sopra riportate. Questo file rappresenta una disposizione di massima, e i vari ricevitori potrebbero subire degli spostamenti in fase di progetto. Si nota come con questa disposizione siamo in grado di rispettare i vincoli imposti per garantire il coretto funzionamento degli apparati senza che interferiscano tra loro.

(fig. 2.2.7.1) FILE CAD DISPOSIZIONE PRINCIPALI ANTENNE SU PONTE

(fig. 2.2.7.2) DISTANZE PER ANTENNA DIRECTION FINDER DA FILE CAD 30

(fig. 2.2.7.3) DISTANZE RADAR E INMARSAT FLEET 77 DA FILE CAD

31

(fig. 2.2.7.4) FILE CAD DISTANZE TRA LE PRINCIPALI ANTENNE 32

2.3

CABLAGGI:

Tutti gli apparati montati a bordo nave sono collegati alle rispettive centraline e antenne mediante cavi schermati che non dovrebbero essere interessati da campi magnetici esterni; tuttavia consigliabile non far passare vicini cavi di segnale e cavi di alimentazione AC poich vi la possibilit di una generazione disturbi che potrebbero portare a mal funzionamenti del sistema. Alcuni dispositivi, come lAIS, richiedono che i cavi di collegamento siano passati in canale dedicate e soprattutto non vicini ad altri cavi di dispositivi diversi, per esempio di radio HF/MF, per non introdurre possibili interferenze. Per alcune apparecchiature viene stabilita la lunghezza massima del cavo e della sezione.

2.3.1 CAVI PER INMARSAT MINI C


2.3.1.1 CAVO DI ALIMENTAZIONE PER CENTRALINA 3616 Il connettore di alimentazione progettato per accettare un cavo con una sezione trasversale fino a 2.5mm2. La scelta della sezione del cavo dipende dalla tensione di alimentazione, dalla lunghezza del cavo di alimentazione e dalla lunghezza del cavo del transceiver. La resistenza tipica del cavo data dalla tabella 2.3.1.1

(tab. 2.3.1.1)

Per calcolare la lunghezza massima (in metri) per un determinato tipo di cavo di alimentazione data la lunghezza del cavo transceiver, vengono date dal costruttore le formule 2.3.1.1 e 2.3.1.2:

(formula 2.3.1.1)

(formula 2.3.1.2)

VMIN la minima tensione di alimentazione da garantire e RCABLE la resistenza del cavo in /km. Nota che LMAX, 20M significa lunghezza massima del cavo di alimentazione dato un cavo transceiver di lunghezza 20m Per esempio: Usando unalimentazione a 24V e supponendo che la VMIN possa essere assunta di valore 22V, usando un cavo per il transreceiver di lunghezza 50m e con una sezione di 1mm2 (resistenza 16.1 /km), la massima lunghezza del cavo di alimentazione risulta essere LMAX,50M = 58 m Usando invece unalimentazione a 12V e assumendo VMIN= 11V con un cavo per il transreceiver di 20m e sezione 2.5mm2 (resistenza 6,76 /km), la massima lunghezza del cavo di alimentazione risulta essere: LMAX, 20M=11 m.

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2.3.2 CAVI PER RADAR


2.3.2.1 CAVI DI ALIMENTAZIONE
La scelta dei cavi di alimentazione deve essere fatta adeguatamente per garantire un corretto funzionamento. Devono essere ordinati cavi specifici e di lunghezza opportuna. Nella scelta dei cavi per la strumentazione radar devono essere rispettati i seguenti punti: a) la tensione di alimentazione per lapparato radar non deve superare il 2% della tensione nominale del cavo. b) La corrente richiesta dallapparato non deve assolutamente superare la corrente nominale supportata dal cavo. c) Se il sistema radar alimentato da una rete trifase, esso deve essere connesso attraverso due delle tre linee di fase e se unalimentazione ad alta tensione 220/240V) necessario un trasformatore di isolamento per ridurla.

2.3.2.2 CAVI DI CONTROLLO


I cavi di controllo possono avere una lunghezza massima di 180m, nel caso in cui non siano sufficientemente lunghi esistono dei speciali kit che portano ad una lunghezza massima di 300m. I cavi sono multicore flessibili e a fascio, con un filamento in rame stagnato. Ogni conduttore isolato con una guaina in PVC. I nuclei sono inoltre schermati con un intreccio di filamenti in rame stagnato e tutto in un altro rivestimenti in PVC. Il range di temperatura operativa va da -25C a +70C.

2.3.2.3 CAVI COASSIALI DI SEGNALE


I cavi coassiali di segnale per le interunit possono avere una lunghezza massima di 300m a seconda del tipo di cavo scelto. Questi sono a doppia schermatura ed hanno unimpedenza nominale di 75ohm. Lintrecciatura viene fatta con filo di rame stagnato per ridurre I problemi di corrosione.

2.3.3 SCHEMATURA ELETTROMAGNETICA


Lo scopo di una schermatura per EMC : limitare lemissione di energia elettromagnetica dalle apparecchiature; ridurre linfluenza elettro-magnetica esterna. Tutte le singole attrezzature hanno una schermatura EMC sfruttando il loro telai di protezione. Tuttavia la schermatura deve essere estesa al sistema completo comprendente cavi ed unit esterne e solo cos si riuscir a mantenere unalta efficienza contro i disturbi elettromagnetici. In genere tutti i cavi dei dispositivi vengono ordinati con specifiche lunghezze (in base alle collocazioni progettuali degli apparati). Nella fase di montaggio non devono essere ne tagliati ne allungati se non attraverso opportuni kit e devono essere rispettate tutte le regole che garantiscono la prevenzione della generazione di disturbi elettromagnetici.

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2.4

DISTANZE DI SICUREZZA NELLINSTALLAZIONE DELLE ANTENNE :

2.4.1

INMARSAT F77

La distanza di sicurezza da rispettare per non intercorrere a livelli di emissione di microonde dannosi durante la trasmissione deve essere di almeno 4m (figura 2.4.1.1). Per Inmarsat MINI-C necessaria una distanza minima di 0,3m poich questantenna trasmette con una potenza molto inferiore rispetto a F77. (fig. 2.4.1.1) RAGGIO DISTANZA SICUREZZA DA ANTENNE INMARSAT F77

2.4.2

RADAR

Nella tabella 2.4.2.1 sono elencate le distanze di sicurezza (nessun operatore deve trovarsi a distanze inferiori da quelle indicate quando le antenne sono attive) che devono essere rispettate nellinstallazione delle antenne radar; evidenziamo quelle di nostro interesse: distanza da unit X-band a 10kw = 1.4m distanza da unit S-band a 30kw = 4.1 m

(tab. 2.4.2.1) DISTANZE DI SICUREZZA DA RISPETTATE PER ANTENNE RADAR 35

2.4.3 STAZIONE RADIO


Lapparecchiatura radio di bordo non destinata allutilizzo in un ambiente non controllato. Nonostante tutti gli apparati siano stati testati e risultino conformi ai limiti di esposizione RF per uso professionale, devono essere rispettati dei limiti per lesposizione umana. Al fine di assicurare che gli utenti non siano esposti a quantit eccessive di energia elettromagnetica (al di l dei limiti FCC RC consentiti per uso professionale) e quindi di evitare rischi per la salute, viene fissato un massimo valore ammissibile di esposizione fissato da FCC RC. Tutte le persone devono essere ad una distanza di almeno 1,8 m dall'antenna quando la radio trasmissione. Nellinstallazione delle antenne cos necessario il montaggio a 3.9 metri al di sopra del ponte pi alto dove vi la presenza di persone; la misura viene fatta verticalmente dal punto pi basso dellantenna. Questo permette di mantenete la distanza minima di 1.8 metri se si considera una altezza dellindividuo di 2m. Se l'antenna deve essere ubicata in aree pubbliche o in vicinanza di persone, essa deve comunque essere collocata ad una distanza non inferiore a 3.6m dal possibile l'accesso umano. Il non rispetto di una qualsiasi di queste avvertenze pu causare il supermento dei limiti di esposizione posti da FCC RF e creare cos situazioni di pericolo.

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CAP. 3 STRUMENTAZIONE PER LA PESCA


3.1 LECOSCANDAGLIO
3.1.1 INTRODUZIONE
Fino agli anni cinquanta e per buona parte degli anni sessanta i pescatori riuscivano a conoscere bene i fondali marini, grazie alla loro notevole esperienza, maturata in anni ed anni; oggi, vedere il fondo marino non pi cos impegnativo. In questi ultimi anni con l'avvento e con l'evoluzione della tecnologia elettronica navale applicata nel campo della navigazione e della pesca, sono stati fatti veramente dei passi da gigante grazie all'introduzione e all'utilizzo dell'ecosonda elettronica ad ultrasuoni, meglio conosciuta come ecoscandaglio marino. Originariamente impiegato nelle ricerche idrografiche per scopi scientifici, geografici e militari, oggi l'ecoscandaglio si rivela uno straordinario strumento per la sua grande utilit nel rilevare e analizzare la batimetria dei fondali marini: dalle aree portuali a quelle costiere. in sostanza un comune apparato elettronico, dotato di tasti e di un monitor, attraverso il quale si riesce a leggere il fondo marino, e se vi sono ostacoli o bersagli che si interpongono tra la sonda ed il fondo stesso.

3.1.2 FUNZIONAMENTO ECOSCANDAGLIO ED ELEMENTI FONDAMENTALI


3.1.2.1 GLI ELEMENTI PRIMARI DELL'ECOSCANDAGLIO ED IL SUO FUNZIONAMENTO Dunque l'ecoscandaglio, come qualsiasi apparato elettronico che deve mostrare un'immagine a prescindere dal sistema impiegato, si compone di tre elementi fondamentali: il trasmettitore, il ricevitore/amplificatore e il trasduttore. I primi due sono all'interno di un box che viene posizionato in genere nella plancia di guida dell'imbarcazione, mentre il trasduttore viene fissato sullo scafo e collegato al box tramite un cavo apposito. Nel momento in cui si attiva elettricamente lo strumento, il trasmettitore invia una piccola quantit di energia elettrica verso il trasduttore che la commuta in impulso sonoro lanciandolo verso il fondo marino. Appena l'impulso raggiunge il fondo si produce un effetto eco ed il segnale viene rimbalzato verso l'alto ritornando al trasduttore. A questo punto avviene il processo inverso: leco si riconverte in energia elettrica. Nella fase di ritorno, il segnale risulter notevolmente indebolito, ma il ricevitore dello strumento si far carico per amplificarlo ed inviarlo al sistema di visualizzazione a schermo. Ed proprio su questo che avviene la lettura, che tanto pi fedele, nel senso che appare pi nitida, pi precisa, con un maggior potere risolutivo espresso su ogni punto tracciato, tanto pi qualitativamente valido e di conseguenza sofisticato l'apparecchio. In sintesi, il principio resta fondamentalmente quello di ottenere graficamente quello che succede sotto lo scafo della nostra imbarcazione: cosa compare sul fondo e nello strato intermedio d'acqua. 3.1.2.2 PROPAGAZIONE DEL SUONO NELL'ACQUA E POTENZA DI UN ECOSCANDAGLIO Il suono si propaga ottimamente nei fluidi, come nel caso dell'acqua, sotto forma di onda sonora. Questa la si ottiene attraverso il nostro strumento che, tramite il trasduttore, produce l'onda sonora, generata da un impulso con un processo di oscillazione, del quale un aspetto rilevante la frequenza. Gli ecoscandagli a bassa frequenza lavorano mediamente sui 50kHz, mentre quelli ad alta frequenza sui 200kHZ. L'intensit del suono strettamente dipendente dalla potenza dello strumento emittente. Questa viene misurata in watt e pu essere dichiarata come potenza di picco oppure come potenza al trasduttore. 37

3.1.2.3 LA FREQUENZA DI LAVORO La scelta della frequenza di funzionamento dipende dalluso dello strumento, nel senso che in funzione di una determinata pratica di pesca, necessaria una certa lettura pi o meno delimitata della porzione del fondo interessato. Dunque, se nella pesca vogliamo ricercare uno scoglio piccolo, una fossata stretta, opteremo per una sonda o trasduttore ad alta frequenza da 200 kHz con un angolo di ricerca da 8 a 20. Se invece la porzione di fondo da leggere, per le nostre esigenze di traina, deve essere estesa, opteremo per un trasduttore a bassa frequenza da 50 kHz con un cono ad angolazione di 45. Il suono si propaga nell'acqua sotto forma di onda sonora alla velocit di circa 1.500 metri al secondo (molto maggiore rispetto a nellaria poich la velocit aumenta con la densit del materiale), la sua frequenza e la velocit di propagazione ne determinano la lunghezza d'onda. Un ultrasuono che ha una frequenza di 50 kHz ha in acqua, ha una lunghezza maggiore rispetto ad uno con frequenza di 200kHz. Questi valori sensibilizzano la risoluzione, che in sostanza l'elemento primario con capacit di separare i bersagli l'uno vicino all'altro. Per ottenere una migliore risoluzione dei bersagli converrebbe optare per un'alta frequenza di lavoro, ossia per 200 kHz. Tuttavia, anche per l'alta frequenza esiste un rovescio della medaglia: un minore potere penetrativo del fascio di ultrasuoni, tempi di emissione decisamente pi lunghi rispetto alle basse frequenze e di conseguenza, in certi casi, una discreta perdita del potere risolutivo.

3.1.2.4 IL POSIZIONAMENTO DEL TRASDUTTORE SULLO SCAFO Al momento di montare il trasduttore sul fondo, per ottenere un miglior passaggio degli ultrasuoni, sarebbe opportuno forare lo scafo nella zona centro-poppa e sistemare il trasduttore all'esterno, a diretto contatto con l'acqua.

3.1.2.5 LETTURA DEL MONITOR Una volta attivato lecoscandaglio e via via che si prende il largo, sul monitor apparir una linea che naturalmente scender per evidenziarci la cosiddetta chigliata che sta digradando verso il fondale; ad ogni punto registrato che comparir dalla parte destra dello schermo corrisponder un valore numerico espresso in piedi o in metri, attraverso il quale verificheremo costantemente le varie profondit. Se ad un certo punto si ha impennata grafica l'ultrasuono rimbalzer su una secca, su una scogliera rocciosa, su un relitto, ecc. Il tracciato sar tanto pi marcato tanto pi l'eco riveler la solidit del bersaglio; e addirittura, sotto il grafico che visualizza il fondo, verr riprodotta una doppia o una tripla eco; questo effetto lo otteniamo agendo sull'incremento di potenza che regola l'emissione del suono. Passando sopra un banco di pesci, i segnali sullo schermo ci evidenzieranno alcune aggregazioni, come delle macchie puntiformi, che saranno tanto pi dense e scure tanto pi grosso il banco di pesci rilevato. Se la natura del fondale su cui noi stiamo scandagliando di tipo fangoso, noteremo che l'eco sullo schermo apparir pi debole. Il segnale sar maggiormente assorbito dal fondo e di conseguenza meno riflesso. A questo punto occorrer incrementare ancora il guadagno per ottenere, se ce ne sono, i dettagli desiderati.

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3.2 ECOSCANDAGLI PER FACTORY TRAWLER


3.2.1 INTRODUZIONE
Nella scelta dellapparecchiatura da montare a bordo nave si sono presi in considerazione in particolar modo due strumenti: -Simrad (SX80 o SX90) -Furuno (250 o 270) La scelta di quale montare a bordo verr fatta in seguito, ma essendo comunque simili sia in dimensioni che funzionamento, questo non sar un aspetto cos determinante. Nelle prossime pagine stato descritto in dettaglio il Furuno 250 essendo in possesso di una maggiore documentazione di tale apparato.

3.2.2 ECOSCANDAGLIO FURUNO 250


Questo sonar per la rilevazione di banchi di pesce pu funzionare ad una frequenza selezionabile tra 60, 88 o 150 kHz. Attraverso i trasduttori collegati sul fondo nave vengono trasmessi impulsi ed elaborati in segnali che saranno poi mandati a dei display a colori evidenziando la presenza di banchi di pesce. Questo dispositivo dotato di diverse modalit di scansione: Full Circle o half circle (consente lidentificazione di banchi di pesci attorno la nave), zoom , scansione verticale (attraverso delle specifiche fornite dallutente viene fornito il profilo del fondo in un piano verticale), combinazione Full Circle e verticale (usata per facilitare lidentificazione di banchi di pesci in piani orizzontali e verticali). Lo strumento fornisce inoltre una modalit di aggancio allobbiettivo, questa pu essere perfezionata collegando, attraverso lingresso predisposto, lo strumento al DGPS.

(fig. 3.2.2.1) ESEMPIO DI SCANSIONE DEL FONDALE

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3.2.3 INSTALLAZIONE DELLE UNIT


I componenti fondamentali (vedi figura 3.2.3.1) sono: 1) 2) 3) 4) Monitor con unit di controllo Interfaccia monitor con unit ricetrasmittente Unit ricetrasmittente Unit di fondo (con trasduttori)

(fig. 3.2.3.1) CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA 40

Come si nota dallo schema di collegamento (fig. 3.2.3.1), lunit di controllo pu essere installata assieme allunit monitor oppure in modo indipendente (solitamente in plancia). Il monitor viene collocato distante dalla luce diretta mentre lunit di controllo va montata in un luogo dove comunque possano essere visibili i display. Importante notare che nel caso in cui nelle vicinanze di tale unit vi sia la presenza di una bussola magnetica questa dovr essere almeno ad una distanza di 0,8m per non interferire nel suo corretto funzionamento. Lunit ricetrasmittente invece deve essere montata in un luogo ben ventilato ed asciutto, pu essere installata su una paratia o un ponte, rispettando comunque i vincoli delle lunghezze massime dei cavi per non intercorrere a mal funzionamenti del sistema. La lunghezza massima del cavo tra unit ricetrasmittente e il monitor di 10m mentre quella con il trasduttore collegato al fondo di 50m. Lunit di fondo (hull unit) deve essere installata in una zona dello scafo in cui siano minimi i disturbi dovuti dalle bolle daria che potrebbero influire sulle prestazioni. Il dispositivo non pu essere acceso al di fuori dellacqua per non danneggiarlo. La posizione sullo scafo in genere decisa a priori in fase di progetto, di norma per consigliata linstallazione in una zona distante dalle eliche per ridurre il fenomeno delle bolle daria, solitamente in un punto compreso tra 1/3 e 1/2 della lunghezza della nave dalla prua (fig. 3.2.3.2), preferibilmente nella chiglia o in una zona in cui sia minima la risonanza e in cui non vi siano ostacoli (zone dombra). Nel caso di pi sensori posizionati sul fondo necessario assicurarsi che siano tra loro ad una distanza minima di 2,5m. In genere per ottimizzare le prestazioni del dispositivo lunit di fondo viene installata con uninclinazione di 2 rispetto il fondo stesso della nave e viene costruita una pinna, come mostrato nelle figura sottostante, per ridurre notevolmente il fenomeno della cavitazione (fig. 3.2.3.3).

(fig. 3.2.3.2) POSIZIONAMENTO TRASDUTTORE SUL FONDO NAVE

(fig. 3.2.3.3) PINNA PER RIDURRE LE TURBOLENZE

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3.2.4 CABLAGGI
I cavi usati devono essere tutti cavi schermati (in figura 3.2.4.1 esempio cavo di alimentazione) per ridurre al minimo le interferenze che potrebbero influenzare negativamente nel funzionamento del sistema. La schermatura funge da gabbia di Faraday (sistema costituito da un contenitore in materiale conduttore in grado di isolate lambiente interno da un qualsiasi campo elettrostatico presente allesterno) riducendo cos il rumore elettrico e le radiazioni elettromagnetiche che potrebbero alterare il segnale utile. Lo scudo inoltre minimizza laccoppiamento capacitivo con

(fig. 3.2.4.1) CAVO ALMENTAZIONE FURUNO 250

rumori provenienti da fonti esterne. Questo risulta molto importate al fine del corretto funzionamento del sistema; potrebbe succedere che un apparato perfettamente progettato dal punto di vista della compatibilit elettromagnetica non superi, una volta montato, le prove di qualifica EMC perch i cavi non sono schermati e si manifestano nelle connessioni elettriche i seguenti problemi: emissioni irradiate dai cavi, che funzionano come antenne trasmittenti suscettibilit irradiata dei cavi, che funzionano come antenne riceventi accoppiamento elettrico / magnetico (E / H) tra cavi Nel controllo delle emissioni interferenti interviene il principio di reciprocit, ovvero quello che fatto ad un cavo per ridurre le emissioni irradiate valido anche per incrementare la sua protezione nei confronti della suscettibilit irradiata. Per quanto riguarda gli schermi dei cavi, deve essere ricordato che la loro qualit dipende non solo dal valore delle efficienza di schermatura della calza del cavo, ma anche dal modo con il quale gli schermi sono terminati sui contenitori degli apparati. Sotto questo punto di vista della terminazioni degli schermi, intervengono fortemente i connettori, i quali costituiscono un indispensabile mezzo di connessione tra cavi e apparati. Lo schermo di un cavo pu essere costituito da un film sottile di alluminio, un foglio o substrato di mylar, una calza di rame, un foglio di metallo attorcigliato, un tubo corrugato. Tutti questi materiali e tecnologie hanno propriet schermanti di base che dipendono da due meccanismi : di riflessione di assorbimento La riflessione un fenomeno irradiato ed il risultato di un disadattamento tra l'impedenza dell'onda esterna disturbante e l'impedenza della barriera schermante. L'assorbimento dipende dall'effetto di penetrazione (skin effect). Per frequenze sufficientemente alte, lo skin effect diventa preponderante, per cui l'assorbimento diventa significativo. Se lo schermo fosse un tubo solido, il fenomeno di assorbimento si incrementerebbe esponenzialmente. Se lo schermo una calza, tutte le minuscole aperture a forma rombica dovute alla struttura geometrica dei sottilissimi fili di rame costituenti la calza annulleranno l'effetto di assorbimento, rendendo lo schermo 42

sempre pi trasparente all'aumentare della frequenza. In funzione della tecnica adottata per la copertura ottica della calza, questo effetto dovuto alle aperture rombiche pu intervenire anche a partire gi da circa 1 - 10 MHz, deteriorando significativamente l'efficienza di schermatura (SE) della calza. I costruttori dei vari dispositivi spesso forniscono informazioni dettagliate sulla tipologie di cavi da utilizzare nonch sulla loro massima lunghezza provvedendo spesso a fornire cavi appositamente progettati. Per esempio per lecoscandaglio preso in esame vengono posti dei vincoli riguardanti le lunghezze massime e la tipologia dei cavi da utilizzare, ma in fase di ordine data la possibilit di scelta della lunghezza a noi pi opportuna mediante lausilio di specifici kit di montaggio.

(fig. 3.2.4.2) ESEMPIO LUNGHEZZE DEI COLLEGAMENTI TRA UNIT DA DATASHEET FURUNO 250

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TRASDUTTORE DELLUNIT DI FONDO:

3.3.1 INTRODUZIONE
Uno studio pi approfondito viene fatto per lunit di fondo poich presenta alcuni componenti di interesse (fig 3.3.1.2). Come si nota nella figura 3.3.1.1, la posizione delle unit di fondo saranno perpendicolari al locale sonar trunk; in questo saranno installati tutti i componenti e collegamenti tra unit fondo e interfacce utente.

(fig.3.3.1.1) PROGETTO CAD DEL PIANO GENERALE FACTORY TRAWLER: EVIDENZIATO LOCALE SONAR 43

(FIG. 3.3.1.2) COMPONENTI DELLUNIT DI FONDO (DA DATASHEET FURUNO 250)

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3.3.2 FUNZIONAMENTO DEL TRASDUTTORE


Tra i vari componenti presenti nellunit di fondo si preso in analisi il trasduttore. Il compito fondamentale di questo componente quello di convertire un impulso elettrico in un onda sonora che verr trasmessa in acqua, analogamente il trasduttore di ricezione: londa sonora di ritorno lo colpisce, ne rileva lintensit riconvertendola poi in un impulso elettrico che opportunamente elaborato verr mandato a display. Sappiamo che la velocit del suono in acqua pressoch costante e pari a circe 1500m/s perci il lasso di tempo tra il segnale trasmesso e leco ricevuto pu essere misurato e si pu determinare cos la distanza delloggetto. Questo processo si ripete per molte volte al secondo permettendo cos di tracciare a display linee continue e, grazie agli echi di ritorno, di visualizzare qualsiasi oggetto in acqua posizionato tra fondo e superficie. Le caratteristiche base del trasduttore devono essere: a) Elevata potenza del trasmettitore b) Trasduzione efficiente c) Sensibilit da parte del ricevitore Il sistema deve essere progettato per lavorare in qualsiasi condizione meteo ed a temperature estreme. Lalta potenza del trasmettitore aumenta la probabilit di ottenere un ritorno in acque profonde e consente di visualizzare in dettaglio gli oggetti, o pesci, colpiti dalle onde sonore. Il trasduttore non deve solo essere in grado di sopportare lelevata potenza in trasmissione ma la parte ricevente deve convertire lenergia elettrica in energia sonora con poca perdita di potenza del segnale e deve essere in grado di rilevare il pi piccolo degli echi di ritorno.

3.3.3 FREQUENZE OPERATIVE


Le frequenze che spesso utilizzano questi trasduttori sono 192kHz , 200kHz ed alcune volte 50kHz; da notare che lemissione di onde sonore a questi valori non sono udibili ne per glesseri umani ne per i pesci. La scelta della corretta frequenza viene fatta in base alla specifica applicazione. 192kHz o 200kHz d una maggiore definizione degli obbiettivi da visualizzare ma risulta efficiente in acque non molto profonde e con uno stretto angolo di ricerca. Una frequenza di 50kHz ha una maggiore capacit penetrativa cos risulta preferibile in acque alte, inoltre con 50kHz siamo in grado di coprire un angolo di ricerca maggiore, come contro per si ha una minore definizione degli oggetti e una maggiore quantit di rumore.

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3.3.4 ELEMENTO ATTIVO DEL TRASDUTTORE


In genere lelemento attivo del trasduttore un cristallo artificiale (LEAD ZIRCONTATE OR BARIUM TITANATE). Le sostanze chimiche che lo comporranno vengono fuse e viene dato al cristallo una forma ben determinata. Una volta raffreddato viene applicato un rivestimento conduttivo alle due facce e in seguito saldati i fili per il collegamento. La forma del cristallo importante poich essa determina la frequenza di funzionamento del dispositivo e langolo di copertura. Per cristalli circolari, usati nella maggior parte dei sonar, lo spessore determina la frequenza operativa mentre il diametro ne determina langolo di copertura: per esempio un cristallo a 192kHz di diametro di un pollice (2,5cm circa) ha un raggio di copertura di 20, mentre un diametro di circa 2 pollici ha un angolo di copertura di 8. Da ci capiamo che un maggiore diametro del cristallo determina un minor angolo di copertura . In genere il case del cristallo realizzato in plastica e solo in alcuni casi in bronzo; la sezione del case legata al diametro del cristallo.

3.3.5 PROBLEMA DELLA CAVITAZIONE


La cavitazione il fenomeno che pu determinare il malfunzionamento del trasduttore: questo problema dovuto al fatto che il flusso dacqua a ridosso del dispositivo viene interrotto dal dispositivo stesso creandosi una zona in cui vi la presenza di bolle dacqua (fenomeno pi marcato ad una velocit di navigazione maggiore); se queste bolle vanno a coprire la faccia del trasduttore, a display verr visualizzato una sorta di segnale di rumore e poich le onde sonore si riflettono sulle bolle daria, che sono molto vicine alla faccia del cristallo dando origine a segnali molto forti e rendendo cos i segnali pi deboli praticamente invisibili.

3.3.6 ANGOLO DI CONO


Il trasduttore concentra il suono in un fascio, quando un impulso viene trasmesso, questo si estende in una superficie pi ampia: esso si propaga creando un motivo di forma conica. Il suono risulta avere unintensit maggiore lungo lasse centrale del cono e diminuisce gradualmente man mano che ci si allontana dal centro (figura 3.3.6.1). Per misurare langolo del cono si misura inizialmente il potere dellonda lungo lasse e la si compara con il potere misurato man mano che ci si allontana dal centro. Lintensit si riduce man mano che ci si allontana e nel punto in cui essa si dimezza ( -3dB), si misura langolo rispetto lasse e questo corrisponde allangolo del cono (e quindi del trasduttore). possibile comunque rilevare oggetti o pesci anche al di fuori dellangolo di cono. Con un dispositivo con un angolo di 20 si riesce ad ottenere un angolo di rilevamento del pesce anche di 60. fig 3.3.6.1 ANGOLO DI CONO DI 20 ANGOLO DI CONO DI 8

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3.3.7 SPECIFICHE FURUNO 250

Nel punto 6 (fig. 3.3.7.1) viene specificata la potenza di trasmissione del nostro trasduttore che va da 800W fino ad un massimo di 1200W, corrisponde alla massima potenza che pu avere limpulso in trasmissione. Nel punto 7 (fig. 3.3.7.1) viene descritto langolo di cono alle varie frequenze: a 60kHz otteniamo un angolo di 15 (in orizzontale) e 12 (in verticale), a 88kHz un angolo di 11,5 (in orizzontale) e 9,5 (in verticale), a 150kHz un angolo di 6,5 (in orizzontale) e 6,5 (in verticale).

(fig. 3.3.7.1) dati relativi FURUNO 250 da datasheet

Nel punto 8 (fig 3.3.7.1) vengono descritte le angolazioni di rilievo nelle varie modalit si scansione.

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CAP.4 ANALISI DI PROBLEMI DI COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA DEI DISPOSITIVI ELETTRONICI E SOLUZIONI PER LA PREVENZIONE

4.1 COMPATIBILITA ELETTROMAGNETICA


4.1.1 INTRODUZIONE ALLA COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA
Luso sempre pi diffuso di componentistica e di strumentazione elettronica e limpiego di apparati di segnale affiancati a sistemi di potenza, ha fatto sorgere in questi ultimi anni diversi problemi riguardanti pi discipline nei settori dellingegneria industriale, elettrica ed elettronica considerati fin prima discipline a se stanti. Ogni apparecchiatura elettrica elettronica deve essere considerata capace di emettere (in modo pi o meno rilevante) radiazioni elettromagnetiche che possono colpire altre apparecchiature e allo stesso modo pu essere soggetta alle radiazioni presenti nell'ambiente in cui installata. Con il termine Compatibilit Elettromagnetica (EMC: Electromagnetic Compatibility) si intende l'attitudine di un apparato o di un sistema a funzionare correttamente, in un determinato ambiente, senza essere soggetto ad anomalie o guasti causati da radiazioni elettromagnetiche presenti nell'ambiente considerato e senza produrre, a sua volta, radiazioni pericolose per altri apparati o sistemi presenti nello stesso ambiente. Un problema di compatibilit elettromagnetica un problema di compatibilit ambientale di un apparato o di un sistema rispetto al livello dei disturbi o rispetto al grado di sensibilit ai disturbi di altri apparati o sistemi presenti nello stesso ambiente. La compatibilit elettromagnetica pu essere quindi vista come un particolare caso di inquinamento ambientale, ma in questo caso gli agenti inquinanti sono onde elettromagnetiche. L'evoluzione tecnica ha portato ad apparati sempre pi delicati (dispositivi di controllo, sensori, ecc.) che funzionano sempre pi vicino ad installazioni elettromeccaniche di potenza e di conseguenza alle relative emissioni. Lo sviluppo di componentistica elettronica di potenza ha visto il sistema elettromeccanico nella condizione di essere soggetto a nuovi disturbi. Fino a pochi anni fa, in mancanza di regolamentazione, l'attenzione stata riservata solamente agli aspetti di immunit, puntando allunico obiettivo di sopravvivenza del dispositivo, senza preoccuparsi delle problematiche legate all'emissione, mentre solo in tempi molto recenti l'interesse nella progettazione si concentrato anche sugli aspetti relativi allemissione, anche come conseguenza di nuovi regolamenti legislativi per la tutela degli utenti/consumatori che si trovano in ambienti sempre pi elettromagneticamente inquinati.

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4.1.2 EMC: concetti generali e definizioni


In tutti i dispositivi elettrici ed elettronici circolano correnti di intensit variabile che producono, intenzionalmente o no, onde elettromagnetiche (EM). Queste onde EM possono a loro volta essere ricevute, intenzionalmente o no, da altri apparati elettrici/elettronici causandone un malfunzionamento. La EMC si occupa problemi di natura elettromagnetica che inevitabilmente esistono tra gli apparati elettrici/elettronici e lambiente in cui si trovano; in particolare studia il livello dei disturbi emessi da un apparato che possono degradare le prestazioni di altri sistemi operanti nello stesso ambiente (EMISSIONE) e nel caso di disturbi EM esterni, la capacit di conservare le prestazioni operative previste (IMMUNITA o SUSCETTIBILITA). Un sistema si dice elettromagneticamente compatibile con lambiente in cui opera se in grado di funzionare correttamente e compatibilmente con la presenza di altri sistemi e allo stesso tempo non deve n produrre n essere suscettibile a fenomeni di interferenza. Deve perci soddisfare i seguenti requisiti: non causare interferenze con altri sistemi; non essere suscettibile alle emissioni elettromagnetiche degli altri sistemi; non causare interferenza verso se stesso. I principali soggetti nello studio EMC sono tre: sorgente, vittima e percorso di accoppiamento. La sorgente lapparato che genera il disturbo EM, mentre la vittima lapparato che subisce il disturbo EM (vedi figura 4.1.2.1).

(fig. 4.1.2.1) SOGGETTI NELLO STUDIO DELLA COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA Le sorgenti possono essere classificate in naturali (fulmini, scariche elettrostatiche e sorgenti cosmiche) ed artificiali; a sua volta quelle artificiali possono essere suddivise in intenzionali e non intenzionali. Si parla di emettitore intenzionale se specificatamente progettato per emettere radiazioni allo scopo di svolgere una determinata funzione (ad esempio un telefono cellulare, unantenna o un trasmettitore radio o televisivo) mentre si parla di radiatore non intenzionale se le emissioni non sono legate alle funzioni che il dispositivo deve svolgere, ma sono una conseguenza, indesiderata, del funzionamento stesso (ad esempio le radiazioni emesse da un computer o da un monitor, da una scheda elettronica o da un qualsiasi circuito elettrico percorso da correnti variabili). Riguardo al ricevitore possiamo fare delle distinzioni a seconda degli effetti che la radiazione elettromagnetica provoca su di esso: se la radiazione ricevuta genera un comportamento desiderato si parla di segnale utile (ricevitore intenzionale); se la radiazione ricevuta genera invece un malfunzionamento, siamo in presenza di un segnale di disturbo (ricevitore non intenzionale) e siamo cos nel caso di Interferenza Elettromagnetica (EMI: Electromagnetic Interference). Da notare che i radiatori (emettitori) e i ricevitori intenzionali possono emettere o ricevere radiazioni elettromagnetiche in bande di frequenza diverse da quelle tipiche del loro normale funzionamento; anche per essi quindi deve essere verificata la compatibilit elettromagnetica. 49

Vengono riportare alcune terminologie ricorrenti nello studio di problemi EMI/EMC come: Ambiente elettromagnetico: linsieme dei fenomeni elettromagnetici che esercitano uninfluenza sullambiente fisico in considerazione; Apparato sorgente: lapparato che genera il disturbo; Apparato vittima: lapparato che subisce il disturbo; Compatibilit Elettromagnetica: la capacit di unapparecchiatura di funzionare in modo soddisfacente nel suo tipico ambiente elettromagnetico senza, in ogni caso, introdurre disturbi intollerabili; E.U.T.(Equipment Under Test): lapparecchiatura in test; Interferenza elettromagnetica: si indica anche con il termine EMI (ElectroMagnetic Interference) e costituisce la degradazione delle prestazioni di unapparecchiatura o di un canale di trasmissione causata da un disturbo di tipo elettromagnetico; Suscettibilit: tale termine indica il livello di sensibilit di un dispositivo a radiazioni elettromagnetiche esterne; una prova di suscettibilit tesa allindividuazione del livello di disturbo che riesce a far entrare in crisi lapparato. Modello a due raggi: si considera una superficie abbastanza piana di materiale conduttore (riflettente) nelle quale entra in gioco il fenomeno di propagazione dellonda elettromagnetica da (fig. 4.1.2.2.) MODELLO una sorgente allantenna ricevente. A DUE RAGGI Attraverso questo modello possibile calcolare il campo ricevuto dallantenna ricevente in base alla somma dei contributi del raggio diretto e del raggio riflesso = d + r (r= riflesso, i= incidente, d=diretto). Nel caso in cui il piano riflettente sia un conduttore ideale, tutta lenergia incidente sar riflessa; si potrebbe scrivere Er = Ei in cui rappresenta il coefficiente di riflessione ed esprime il rapporto fra il campo riflesso ed il campo incidente la superficie: dovremo considerare lattenuazione introdotta dalla non perfetta conducibilit del piano riflettente (figura 4.1.2.2). Il modello a due raggi viene utilizzato anche nelle misure di EMC, in cui vi lesigenza di una perfetta riproducibilit delle misure effettuate in qualsiasi laboratorio. Campo vicino e campo lontano (caso dipolo Hertziano): i campi possono essere considerati delle funzioni della distanza elettrica dellantenna. Linteresse principale rivolto ai campi lontani, associati a punti di osservazione sufficientemente distanti dallantenna, poich le relazioni che descrivono i fenomeni elettromagnetici si semplificano notevolmente. Le componenti del vettore di campo magnetico ed elettrico sono funzioni di 1/r, 1/r2 e 1/r3 (con r = distanza dallorigine del campo). Se siamo in piccole distanze i termini 1/r2 e 1/r3 prevalgono mentre man mano che ci si allontana comincia ad essere sempre pi significativo il termine 1/r potendo cos trascurare 1/r2 e 1/r3. Ci si chiede ora quale sia il confine tra campo vicino e lontano. Nel caso di dipolo Hertziano ci avviene quando r= In generale invece si considera il limite tra distante e vicino come il massimo tra 3 e 2D2/ con D = dimensione massima dellantenna; ma questa distanza non rappresenta una precisa linea di demarcazione. Si ricorda che un dipolo Hertziano un punto di dipolo di lunghezza infinitesima e con una distribuzione di corrente uniforme in tutti i punti dellelemento stesso ed in questo caso le componenti del vettore di campo magnetico diventano :

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H^r = 0 H^ = 0 H^ = Mentre quelle di campo elettrico: E^r = E^ = E^ = 0 Con = impedenza intrinseca della spazio libero

4.2 DISTURBI ELETTROMAGNETICI:


4.2.1 INTRODUZIONE DISTURBI CONDOTTI ED IRRADIATI
Le modalit di propagazione dei disturbi EM si distinguono in disturbi condotti e disturbi irradiati, a seconda che il percorso di accoppiamento del disturbo sia costituito da un conduttore o dallo spazio libero. Con disturbi condotti si intendono tutti i segnali indesiderati presenti sotto forma di tensioni e correnti sui conduttori che entrano ed escono dallapparato (cavi di alimentazione, cavi di segnale e di comunicazione). Come disturbi irradiati invece si considerano i segnali indesiderati presenti sotto forma di campo elettromagnetico nello spazio circostante. In realt, qualunque corrente variabile che circola in un conduttore genera la presenza di un campo EM nello spazio circostante e allo stesso tempo un campo EM induce un segnale elettrico su un conduttore (che funziona da antenna ricevente). Alle basse frequenze il campo EM risulta confinato attorno alla struttura che lo genera e risulta pi facile misurare i disturbi sottoforma di tensioni e correnti (disturbi condotti); ma ad alte frequenze tensioni e correnti perdono di significato ed pi agevole misurare i campi EM. Fenomeni condotti ed irradiati sono quindi molto legati tra loro.

Interferenze elettromagnetiche:
EMI per Onde irradiate: in questo caso i problemi di interferenza sono legati alla presenza di una sorgente di interferenza, ossia di un dispositivo in grado di emettere, intenzionalmente o meno, unonda elettromagnetica che pu essere ricevuta da sistemi elettronici che non sono configurati in maniera tale da essere insensibili a tale radiazione. EMI per Conduzione: in questo caso esiste una connessione fisica, di tipo parassita, tra dispositivi che invece dovrebbero essere elettricamente disgiunti (ossia si crea un percorso di tipo conduttivo parassita tra due dispositivi). EMI per Induzione (diafonia): in questo caso i problemi di EMI sono legati ad accoppiamento induttivo o capacitivo tra due conduttori, in assenza dunque di una connessione fisica diretta.

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Lo schema rappresentato in fig. 4.2.1.1 riassume i problemi di compatibilit elettromagnetica:

(fig. 4.2.1.1)PROBLEMI DI COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA La prima distinzione viene fatta tra fenomeni di emissione (che riguardano la sorgente EM) e fenomeni di suscettibilit (che interessano la vittima EM) che a sua volta pu essere poi suddivisa in base al percorso di accoppiamento (disturbo condotto o irradiato). Le cause che producono interferenza elettromagnetica possono trovarsi allinterno del sistema (problema interno, intrasystem problem), oppure intersystem dove linterferenza pu essere prodotta da cause esterne (problema esterno,intersystem problem). Il sistema, dal punto di vista dellanalisi EMC, in genere definito come il complesso di dispositivi su cui viene esercitato un controllo in fase di progetto o di gestione. Una causa molto comune di interferenza interna o esterna al sistema dovuta ad un segnale che, pur generato appositamente per un determinato circuito, raggiunge anche uno o pi circuiti a cui il segnale stesso non era dedicato.

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4.2.2 ESEMPIO GENERAZIONE DEL DISTURBO


Un tipico sistema elettronico generalmente costituito da uno o pi sottosistemi intercomunicanti per mezzo di cavi (fasci di conduttori). Per fornire potenza a questi sottosistemi solitamente si utilizza corrente alternata fornita dalla rete commerciale di distribuzione dell'energia. L'alimentatore di ogni sistema elettronico converte questa tensione sinusoidale di 120V e 60 Hz (240 V e 50 Hz in Europa) nei diversi livelli di tensione continua necessari per I'alimentazione dei componenti interni del sistema elettronico. Per esempio, i circuiti di logica digitale richiedono una tensione di alimentazione di 5 V cc mentre quelli analogici richiedono tensioni di +12 V e -12 V cc. L'alimentazione di altri dispositivi, quali per esempio i motori, impone I'utilizzo di livelli di tensione continua ancora diversi dai precedenti. La tensione alternata di 120 V e 60 Hz della rete commerciale viene fornita al sistema per mezzo di un cavo di alimentazione. Altri cavi sono poi necessari per interconnettere i diversi sottosistemi in modo da permettere il reciproco scambio dei segnali funzionali. Tutti questi cavi sono potenzialmente in grado di emettere e/o captare energia elettromagnetica. In generale l'efficienza del fenomeno di emissione oppure di ricezione dell'energia elettromagnetica aumenta con la lunghezza dei cavi. I segnali di interferenza possono anche diffondersi tra i sottosistemi per propagazione diretta lungo i cavi. Se i sottosistemi sono racchiusi da schermi metallici, si generano su di essi correnti indotte dovute sia a segnali interni sia a segnali esterni. Tali correnti possono poi irradiarsi nell'ambiente esterno oppure in quello interno al contenitore metallico. Ultimamente sta diventando pi comune, soprattutto nei sistemi a basso costo, l'utilizzo di contenitori non metallici, in tal caso i dispositivi sono direttamente esposti alle radiazioni elettromagnetiche provenienti dallambiente circostante, in cui anchessi irradiano.

4.2.3 DISTURBI IRRADIATI


Qualsiasi circuito elettrico (o in generale un qualsiasi conduttore) percorso da una corrente variabile nel tempo irradia onde elettromagnetiche nello spazio circostante. Un generico filo conduttore di lunghezza L percorso da una corrente I variabile nel tempo produce un campo EM proporzionale alla lunghezza L, alla corrente I ed alla frequenza caratteristica f ed inversamente proporzionale alla distanza d del punto di osservazione. Se invece si considera una spira di superficie S percorsa da una corrente I variabile nel tempo produce un campo EM proporzionale alla superficie S, alla corrente I e al quadrato della frequenza f ed inversamente proporzionale alla distanza d del punto di osservazione. Lefficienza di radiazione e di ricezione di campi EM legato al rapporto tra la grandezza caratteristica del circuito (lunghezza L per i fili, superficie S per le spire) e la lunghezza donda ; questo parametro viene definito dimensione elettrica. Per avere una prima stima della capacit di un circuito di irradiare e captare onde EM si determina la sua dimensione elettrica e se questa risulta < 1/10 rispetto a quella fisica del circuito allora il circuito si dice elettricamente corto, intendendo con ci che poco soggetto ad irradiare e captare onde EM. Unonda EM che incide su un circuito elettrico (o su un generico conduttore) genera in esso una corrente variabile nel tempo. Per i fenomeni EMC vale il principio di reciprocit: se un oggetto capace di irradiare con efficienza campi EM, allora anche capace di captare campi EM esterni e viceversa. Ne consegue che tutte le azioni volte a ridurre lefficienza della produzione di disturbi EM (problema di emissione) servono anche a ridurre la capacit di ricevere campi EM (problema di immunit/suscettibilit). I disturbi irradiati che vengono studiati sono in un range di frequenza tra i 30MHz e 1GHz a cui corrisponde rispettivamente una lunghezza donda di 10m e 30cm. Lapparecchiatura risulta nel campo vicino per le frequenza inferiori e nel campo lontano per quelle superiori. 53

In determinate condizioni, alcune parti o componenti di un sistema si comportano come antenne irradianti, anche se non questa la loro funzione. Questo fenomeno interessa principalmente i fili, le piste dei circuiti stampati e altre strutture metalliche come gli armadi in cui sono racchiuse le apparecchiature elettroniche. I modelli che si utilizzano per lo studio permettono di comprendere le condizioni in cui il campo irradiato dalle correnti che percorrono i fili e le piste, supera i limiti imposti dalle norme. Per semplificare le relazioni matematiche questi modelli fanno rifermento a condizioni ideali in cui per esempio i cavi sono tra loro isolati, posti nel vuoto e lontani da altri ostacoli.

4.2.3.1 CORRENTI DI MODO DIFFERENZIALE E DI MODO COMUNE (EMISSIONE DISTRUBI) Rappresenta questo uno dei concetti pi importanti nello studio delle emissioni radiate dai dispositivi. Consideriamo due sistemi collegati assieme, ciascuno con un contenitore metallico collegato a terra, come in figura 4.2.3.1a ,vale .

(fig. 4.2.3.1a) CORRENTI IDEALI

(fig. 4.2.3.1b) CORRENTI REALI

Per effetto delle capacit parassite tra ciascun circuito e il contenitore metallico si subiscono delle perdite che provocano una differenza tra le due correnti: . (nota: le capacit sono considerati idealmente come parametri concentrati) come si vede in figura 4.2.3.1b. Si considera ora una coppia di conduttori paralleli percorsi rispettivamente dalle correnti e . Ogni corrente pu essere scomposta in due componenti I^C e I^D : corrente di modo comune e corrente di modo differenziale (vedi relazione 4.2.3.2): I^1= I^C + I^D I^2= I^C - I^D I^D= (I^1 - I^2)/2 e I^C= (I^1 + I^2)/2

(relazione 4.2.3.2)

Le correnti di modo differenziale sono uguali in valore assoluto ma hanno verso opposto lungo i due fili. Queste rappresentano le correnti che idealmente dovrebbero essere presenti nella struttura (fig. 4.2.3.2).

(fig. 4.2.3.2) CORRENTI DI MODO DIFFERENZIALE E COMUNE Le correnti di modo comune invece sono uguali in valore assoluto ed hanno stesso verso lungo i due conduttori, idealmente non dovrebbero esistere e nei circuiti a parametri concentrati non vengono considerate. Studiando il significato che ciascuna di esse assume nei confronti delle emissioni radiate in una coppia di fili o da una coppia di piste di un circuito stampato, si ottiene che il campo elettrico totale radiato dalla 54

struttura dato dalla sovrapposizione dei campi elettrici radiati E^ da ciascuna corrente di modo differenziale. Si detto che le correnti differenziali hanno verso opposto lungo i due conduttori e di conseguenza anche i campi elettrici da esse generate. Tuttavia essi non si annullano a vicenda poich i conduttori non sono sovrapposti, ma si sottraggono; si ottiene un campo elettrico radiato complessivo, dovuto alle correnti differenziali, di bassa intensit. Al contrario le correnti di modo comune hanno stesso verso e i campi da essi radiati si sommano, ottenendo un contributo di campo totale ben maggiore di quello fornito dalle correnti di modo differenziale.

(fig. 4.2.3.3) ILLUSTRAZIONE DELLA POTENZIALIT DI IRRADIAZIONE DELLE CORRENTI DI MODO COMUNE (a) e DI MODO DIFFERENZIALE (b) Una piccola corrente di modo comune pu generare lo stesso livello di campo elettrico radiato da una corrente di modo differenziale di valore molto maggiore; allora correnti di modo comune generano emissioni radiate molto pi intense di quelle generate dalle correnti di modo differenziale (vedi fig. 4.2.3.3). Esistono diversi fattori che possono dare origine a correnti indesiderate di modo comune, come la vicinanza a piani di massa (superficie conduttiva che rappresenta il riferimento) o altre asimmetrie strutturali. Riassumendo, le emissioni Irradiate (RE) hanno luogo a causa del flusso di corrente nei cavi di collegamento tra i vari sistemi e alle correnti parassite sui contenitori degli apparati stessi.

Per quanto riguarda il problema delle onde irradiate/ricevute, estremamente importanti sono quindi: le dimensioni elettriche (relative alla lunghezza donda della radiazione emessa) dellapparato sorgente e di quello vittima, La distanza tra apparato sorgente-vittima, Ed ovviamente la potenza irradiata. 4.2.3.2 SUSCETTIVITA PER FILI E PISTE DI CIRCUITI STAMPATI Il rispetto dei limiti imposti dalle norme sulle emissioni irradiate una necessit assoluta per poter commercializzare unapparecchiatura elettronica, ma ci dal punto di vista della compatibilit elettromagnetica non sufficiente; infatti se un prodotto presenta una suscettivit ai disturbi esterni, per esempio campi irradiati da trasmettitori radar, o scariche elettrostatiche, allora le prestazioni di esso risulteranno inaffidabili. 55

4.2.4 DISTURBI CONDOTTI


Quando si considerano questi fenomeni si fa riferimento ad emissioni condotte, al di fuori di unapparecchiatura elettronica, attraverso il cavo di alimentazione. Il sistema di distribuzione dellenergia elettrica di un impianto una vasta rete di fili che collegano le diverse prese di corrente da cui i sistemi elettronici ricevono lalimentazione elettrica in corrente alternata. Tutto ci rappresenta un grande sistema di antenne attraverso il quale le emissioni condotte sono in grado di irradiate e quindi causare interferenze. Da notare che se unapparecchiatura non rispetta i limiti normativi sulle emissioni condotte, il soddisfacimento delle norme sulle emissioni radiate uninutile precauzione e addirittura a volte il rispetto delle norme su emissioni radiate e condotte non sufficiente dal punto di vista della compatibilit elettromagnetica. I limiti imposti dalle norme sulle emissioni condotte sono rivolti a ridurre le interferenze delle emissioni radiate che si generano sulla rete di alimentazione a causa della loro fuoriuscita attraverso i cavi.

(fig. 4.2.4.1) DISTURBI CONDOTTI

4.2.4.1 CORRENTI MODO COMUNE E DIFFERENZIALI

Le norme FCC (normative statunitensi) impongono limiti sulle emissioni condotte nellintervallo di frequenze tra 450kHz e 30MHz, mentre le norme CISPR (normative europee) tra 150kHz e 30MHz. Anche in questo caso correnti che generano i disturbi condotti possono essere decomposte in una corrente di modo differenziale (uscente dal filo di fase dellalimentazione e rientrante dal conduttore neutro) e in una componente di modo comune (uscente su entrambi i fili di fase e neutro e rientrante attraverso il filo di terra) illustrato nella relazione 4.2.4.1. Le misure di questi disturbi, come si nota nella figura 4.2.4.2, vengono eseguite inserendo tra dispositivo ed alimentazione una rete di stabilizzazione dellimpedenza di linea (LISN) per impedire che lapparato di misura interferisca con quello in esame ed ottenere cos risultati falsati. I^P = I^C + I^D I^N = I^C - I^D I^D = (I^P - I^N) I^C = (I^P + I^N) (relazione 4.2.4.1)

Nel caso di emissioni condotte le correnti di modo comune possono essere uguali o pi grandi rispetto a quelle di modo differenziale, non si pu fare lipotesi che le correnti di modo comune siano trascurabili agli effetti delle emissioni condotte. Da notare che la corrente di modo differenziale che presa in esame nello studio delle emissioni condotte non la corrente di alimentazione a 50Hz (60Hz U.S.A.) che fluisce sul cordone di alimentazione. 56

(fig. 4.2.4.2) CIRCUITO DI MISURA DEI DISTURBI CONDOTTI

I disturbi di modo comune possono essere causati dalla differenza di potenziale esistente tra due distinti punti di terra. Se vi una tensione non nulla tra due punti del sistema di riferimento (vedi figura 4.2.4.3) e vi unimpedenza tra questi due punti, allora scorrer una corrente (indesiderata) nel conduttore di terra.

(fig. 4.2.4.3) DISTURBO DI MODO COMUNE DOVUTO AL SISTEMA DI RIFERIMENTO

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Le emissioni condotte di modo comune viaggiano attraverso le due linee di alimentazione e si richiudono attraverso la terra, lampiezza del disturbo sulle due linee di alimentazione la stessa mentre il segnale che si richiude attraverso la terra ha ampiezza doppia. Per via delle frequenze elevate, le emissioni di modo comune possono propagarsi anche attraverso le capacit parassite presenti tra i componenti del sistema in esame e la terra. La corrente di disturbo di modo comune percorre quindi i due conduttori che costituiscono il circuito di interesse (ad esempio le linee di alimentazione) nello stesso verso mentre il percorso di ritorno avviene attraverso le capacit parassite che si vengono a creare tra il sistema e la massa di riferimento. Per evitare ci tutte le apparecchiature prodotte contengono un filtro di alimentazione, posto in uscita, cos le correnti di disturbo devono attraversarlo prima di percorrere il cavo di alimentazione. Questo filtro ha il compito di ridurre le correnti di modo comune indipendentemente da quelle di modo differenziale (per esempio un trasformatore opportunamente progettato pu fungere da filtro). Come gi sottolineato la principale sorgente di emissioni condotte rappresentata dallalimentatore dellapparecchiatura. Qualsiasi filtro di alimentazione non in grado di ridurre le emissioni condotte oltre un certo livello e il metodo pi efficace quello di eliminarle direttamente alla fonte ogni volta che possibile. Per esempio gli alimentatori a commutazione basano il loro funzionamento su impulsi con fronti di salita e discesa rapidi cos da contenere le perdite di potenza dellalimentatore, ma proprio questi fronti generano molti disturbi condotti e la soluzione alla riduzione di queste interferenze quella di aumentare i tempi di salita e discesa degli impulsi, di conseguenza aumentano le perdite di potenza e diminuisce il rendimento dellalimentatore. necessario trovare un compromesso tra prestazioni (in termini di rendimento) e il limitare le sorgenti di disturbo.

4.2.4.2 SUSCETTIVIT CONDOTTA Questi disturbi sono in genere dovuti a transitori di corrente di elevata intensit generati per esempio da scariche elettriche (per esempio un fulmine) che creano una conduzione diretta attraverso il cordone di alimentazione. Le aziende sottopongono i loro prodotti a prove di suscettibilit condotta iniettando nei cavi di alimentazione segnali simili a tali disturbi. Il solo filtro di alimentazione potrebbe non essere efficace contro questi fenomeni ed a volte necessaria unulteriore protezione.

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4.2.5 DIAFONIA
Con diafonia si intende il passaggio di energia da una linea ad un'altra (pi precisamente da un circuito ad un altro). Il fenomeno legato ad un accoppiamento magnetico di natura capacitiva/induttiva tra due fili o due piste dei circuiti stampati vicini tra loro, ma in assenza di un collegamento conduttivo fisico. Esso rappresenta uninterferenza interna di un sistema: la sorgente dellemissione elettromagnetica e il ricevitore della stessa appartengono allo stesso sistema; ci porta alla progettazione di un prodotto che non interferisca elettromagneticamente con se stesso. Tale fenomeno pu influenzare negativamente le emissioni irradiate e/o condotte di unapparecchiatura. Se per esempio si considera un cavo interno allapparecchiatura molto vicino ad altri cavi esterni, pu generarsi diafonia e i segnali sul cavo della periferica possono irradiarsi verso lesterno provocando un superamento di emissioni irradiate. Analogamente se avviene laccoppiamento con lalimentazione possono non essere rispettati le normative sulle emissioni condotte. Perch si verifichi diafonia necessaria la presenza di almeno tre conduttori.

(fig. 4.2.5.1) MODELLO A 3 LINEE DI TRASMISSIONE UTILIZZATO PER LO STUDIO DELLA DIAFONIA

Sotto alcune condizioni: linea elettricamente corta (dimensioni fisiche << dimensioni elettriche) e circuito generatore e ricevitore debolmente accoppiati, possiamo esprimere la diafonia come una combinazione lineare di contributi dovuti alla mutua induttanza e mutua capacit fra i due circuiti. Secondo ben precise relazioni si ottiene che laccoppiamento induttivo predominante per carichi a bassa impedenza (correnti alte e basse tensioni) e si verifica quando una corrente I, che circola in un conduttore elettrico, crea un campo magnetico che si irradia attorno al conduttore stesso. Allora qualsiasi spira formata da un conduttore elettrico di superficie S e attraversata da un campo magnetico variabile vede apparire una tensione U alternata alle sue estremit. Tali disturbi sono associati ad elevate correnti quindi, molto spesso, i responsabili sono i conduttori di potenza o di alimentazione delle varie apparecchiature. Laccoppiamento capacitivo, che in genere presente per carichi ad alta impedenza (correnti basse ed alte tensioni), tra circuito elettrico (cavo, componente, ecc.) ed un altro circuito vicino (conduttore, massa, ecc.) molto semplice da ottenere, e difficile da evitare, poich esiste sempre una capacit non nulla tra le varie parti di un sistema o di un impianto. 59

La differenza di potenziale, variabile tra due zone di un unico sistema, o di sistemi diversi, provoca la circolazione di una corrente elettrica parassita che passa da uno allaltro attraverso lisolante. Il valore della corrente parassita I tanto maggiore quanto pi la frequenza della tensione ai morsetti della capacit parassita elevata, in base alla relazione: I = U/Z = U C 2f dove limpedenza ai capi della capacit parassita Z = 1/C, C la capacit parassita, f la frequenza della corrente parassita e U la tensione ai capi della capacit parassita. Il valore della capacit parassita risulta proporzionale alle superfici delle due parti del circuito interessate e inversamente proporzionale alla distanza tra i due circuiti. Va in ogni modo considerato che, se queste capacit tra i circuiti sono praticamente irrilevanti a 50 Hz, hanno tuttavia unimportanza considerevole ad alta frequenza e sono spesso allorigine di funzionamenti anomali dellimpianto.

4.3 TECNICHE DI SCHERMATURA E RIDUZIONE DEI FENOMENI EMC


4.3.1 CONDUTTORI SCHERMATI CONDUTTORI INTRECCIATI
Esistono due metodi comuni per la riduzione dei disturbi appena illustrati tra linee conduttrici: sostituzione dei cavi interessati a tali fenomeni con cavi schermati oppure con cavi intrecciati. Quando si inserisce un cavo schermato in genere si collega lo schermo stesso al conduttore di riferimento(piano di massa) su entrambe le estremit. La tensione lungo lo schermo si riduce idealmente a zero annullando cos il contributo capacitivo. Il campo elettrico viene a sua volta eliminato poich le linee di campo del circuito generatore terminano sullo schermo e non pi sul filo del circuito rivelatore. (fig. 4.3.1.1) AGGIUNTA DELLO SCHERMO ATTORNO IL FILO DEL CIRCUITO RICEVITORE Da ci si deduce che il vero problema assicurare che le estremit dello schermo siano entrambe alla tensione di riferimento e per una linea elettricamente corta questo non difficile da ottenere ma allaumentare della lunghezza della linea elettrica tale condizione risulta difficile da garantire e risulta necessario collegare lo schermo a massa in pi punti distanti tra loro circa 1/10 della lunghezza donda per potere assicurare sia collegato a un potenziale nullo in tutta la sua lunghezza. Un cavo schermato in grado di eliminare anche laccoppiamento induttivo (se lo schermo collegato a massa in entrambe le estremit): la corrente che passa su filo generatore produce un flusso magnetico attraverso il circuito costituito da schermo e piano di massa, che induce una forza elettromotrice nello schermo provocando un flusso di corrente, lungo lo schermo, di verso opposto rispetto quella del generatore. Questa corrente a sua volta crea un flusso magnetico che tende ad annullare quello generato dal filo.

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Questi risultati sono validi sia per schermatura del filo del circuito generatore che per quello del circuito rivelatore. Esistono per alcuni problemi nellutilizzo dei cavi schermati, infatti il collegamento dello schermo a massa avviene attraverso un ponticello flessibile chiamato Pigtail. Il filo interno allo schermo lasciato scoperto per un tratto pari al ponticello e aumentando cos la possibilit di un accoppiamento indesiderato. I pigtail riducono la capacit di schermatura rispetto al caso in cui il conduttore interno completamente protetto (fig. 4.3.1.2).

(fig. 4.3.1.2) ILLUSTRAZIONE PONTIDELLE PIGTAIL USATO PER COLLEGARE UNO SCHERMO A UN CONNETTORE La seconda soluzione per ridurre la diafonia data dallutilizzo di cavi intrecciati: Una coppia di fili intrecciati pu essere considerata come il duale di un filo schermato; infatti sostituendo il filo del circuito ricevitore con una coppia di fili intrecciati, e utilizzando uno di essi come conduttore di ritorno del circuito ricevitore, si riduce laccoppiamento induttivo grazie allintreccio, mentre per la riduzione dellaccoppiamento capacitivo necessario che i carichi terminali in entrambe le estremit siano bilanciati rispetto il conduttore di riferimento. Una coppia intrecciata unelica bifilare approssimabile ad una serie di spire alternativamente invertite. Preso in esame il flusso magnetico prodotto dalla corrente che scorre sul filo generatore, esso attraversa le spire generando in ciascuna una f.e.m., ma avendo queste una polarit tra loro alternata, le f.e.m. indotte sulle spire adiacenti tendono a cancellarsi (fig. 4.3.1.3). Il risultato che la f.e.m. netta indotta nel circuito ricevitore produrr un accoppiamento uguale a quella di un paio di fili di lunghezza di una sola spira. (fig. 4.3.1.3) EFFETTO SULLACCOPPIAMENTO INDUTTIVO CON COPPIA DI FILI INTRECCIATI NEL CIRCUITO RICEVITORE

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4.3.2 SCHERMATURE: EFFICIENZA ED EFFETTO DELLE APERTURE


Quando si parla di schermo si fa riferimento a contenitori metallici che racchiudono completamente una apparecchiatura elettronica o una sua parte.

(fig. 4.3.2.1) a) IMPEDIRE USCITA EMISSIONI IRRADIATE, b) IMPEDIRE INGRESSO EMISSIONI IRRADIATE

I compiti fondamentali dello schermo sono (fig. 4.3.2.1): - Impedire alle emissioni dei dispositivi elettronici dellapparecchiatura o di una sua parte di irradiarsi allesterno del contenitore dellapparecchiatura e cos far in modo che queste emissioni possano compromettere il rispetto delle norme sulle emissioni irradiate o causare interferenze con altri dispositivi. - Impedire alle emissioni irradiate esterne allapparecchiatura di accoppiarsi con i dispositivi elettronici interni. Per ottenere elevati valori di schermatura necessario che lo schermo racchiuda completamente i dispositivi elettronici e non presenti vie di accesso dallesterno come aperture, fessure o cavi poich qualsiasi apertura dello schermo pu ridurre drasticamente lefficacia. Per esempio (figura 4.3.2.2) consideriamo una scatola metallica chiusa (il nostro schermo) in cui entra un filo, e una sorgente vicina (es. antenna) che irradia un campo elettromagnetico. Questultimo accoppiandosi con il filo, genera in esso una corrente indotta che fluisce liberamente attraverso lo schermo e provocando a sua volta un accoppiamento con i dispositivi racchiusi dallo schermo (fig. 4.3.2.2) annullandone cos lefficienza. Analogamente pu avvenire che un disturbo interno alla struttura schermata si accoppi con il cavo e fluisca verso lesterno dove si irradia. Le soluzioni a questi problemi potrebbero essere: posizionamento di filtri sul cavo in corrispondenza del punto di attraversamento con lo schermo oppure usare cavi schermati con la cui calza collegata per lintero perimetro a quello dellapparecchiatura.

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Tuttavia anche con queste precauzioni possibile che le correnti presenti sullo schermo del cavo siano condotte sulla superficie interna dellapparecchiatura cos da irradiarsi nuovamente. Pu addirittura succedere che rimuovendo lo schermo di un cavo di collegamento si riducano le emissioni irradiate da parte del cavo stesso. Perci va posta attenzione sul fatto che uno schermo collocato attorno ai fili non riduce necessariamente le emissioni irradiate del cavo. Per ottenere una schermatura efficiente e ridurre le emissioni irradiate necessario che lo schermo del cavo sia collegato a potenziale zero poich se la tensione del punto di collegamento del ponticello flessibile dello schermo variabile viene realizzata involontariamente unantenna. Se la lunghezza dello schermo del cavo dellordine di un quarto della lunghezza donda esso diventa un elemento radiante. Per esempio considerando un cavo di lunghezza di 1,5m si ottiene una frequenza di 50MHz per ottenere un quarto della lunghezza donda. Questo cavo cos pu presentare picchi di risonanza delle emissioni irradiate nellintervallo da 50MHz a 100MHz. bene che il progettista affronti i problemi di compatibilit elettromagnetica in modo indipendente dal fatto che lapparecchiatura venga schermata o meno poich non sempre questa risulta efficiente.

4.3.3 PROGETTO SISTEMI ELETTROMAGNETICAMENTE COMPATIBILI


Nella progettazione di un sistema elettronico necessario minimizzare, poich impossibile leliminazione completa, la capacit di interferire con altri sistemi, la suscettivit alle interferenze provenienti da altri sistemi e la sua potenziale capacit di interferire con se stesso. Esiste, come gi detto, la valenza del principio di reciprocit tra emissioni e suscettivit; infatti se si progetta un apparato elettronico in modo da rendere minima linterferenza con altri sistemi a sua volta la suscettivit tende a ridursi e viceversa. Sono da tenere presenti alcune tecniche di progetto che se rispettate riducono notevolmente i problemi di compatibilit del dispositivo. Come esempio si consideri un collegamento di massa tra due punti collegandoli con un cavo molto lungo; i due punti risultano circa allo stesso potenziale per basse frequenze e per correnti limitate. Ma come si aumenta la frequenza, il cavo comincia a presentare una impedenza sempre pi elevata dovuta principalmente alla componente parassita induttiva arrivando ad una situazione in cui i due punti non risultano pi collegati. Questo problema dovuto dalla non idealit dei componenti elettronici e ad un diverso comportamento allaumentare della frequenza. fondamentale che limpedenza tra i vari punti di connessione di un collegamento di massa sia il pi piccola possibile soprattutto nella banda di frequenza operativa dinteresse. Un altro esempio dato dalla disposizione dei cavi allinterno di unapparecchiatura Se un cavo passa sopra la superficie del circuito stampato e vicino alloscillatore del circuito (spesso presente con frequenze maggiori di 10MHz), con molta probabilit il segnale delloscillatore si accoppier con il filo e verr propagato in modo non desiderato verso altre parti del sistema (vedi figura 4.3.3.1). (fig. 4.3.3.1) 63

Una soluzione potrebbe essere collocare il connettore del cavo non nella posizione pi comoda a livello di layout, ma in una in cui non ci siano interazioni con la superficie della scheda. importante quindi unanalisi dei potenziali problemi EMC gi dalle prime fasi di progetto e non fare affidamento a metodi di schermatura alla fine della realizzazione del sistema poich potrebbero non essere efficienti e indurre a costi molto maggiori rispetto ad una corretta progettazione in termini EMC. Il progettare nel rispetto di EMC pu seguire perci, come appena detto, due approcci: il primo il cosiddetto Crisis Approach ossia approccio in fase di collaudo mentre il secondo il System Approach cio approccio a livello sistematico al momento della definizione del progetto. Nel primo caso il progettista procede nel suo lavoro nel totale disinteresse delle problematiche di EMC sino al termine del progetto. Durante la fase di collaudo in laboratorio, o addirittura direttamente nel campo si verifica se il problema esiste o no. Nel caso in cui vi sia un problema le soluzioni affrontate in questa fase sono quasi sempre estremamente costose e sono dei ripieghi. Inoltre man mano che il progetto evolve dalla fase di concezione a quella di collaudo, verso la sua produzione le soluzioni tecniche a disposizione del progettista per ridurre lincidenza del rumore si riducono. Al contrario i costi degli interventi aumentano in modo esponenziale. Il fattore determinante per migliorare le prestazioni di una scheda a circuito stampato in termini di funzionalit, integrit di segnale ed EMC quindi il suo layout, ovvero il progetto della realizzazione fisica di un circuito elettrico/elettronico prestando attenzione ad uninterconnessione ottimizzata tra gli elementi del circuito, alta realizzabilit, affidabilit e bassi costi. Le fasi principali del layout di un PCB sono: la scelta del numero di layer, di piani e la loro configurazione interna, il posizionamento dei componenti, il disaccoppiamento dellalimentazione, come vengono disegnate le connessioni elettriche ed infine lo studio dei piani di riferimento (masse). Avere un sistema di massa e di alimentazione stabile e compatto infatti, uno degli aspetti fondamentali nel progetto di un sistema elettronico e da questo dipendono molti fattori che potrebbero causare dei malfunzionamenti dellintero sistema.

4.4 AMBIENTI E STRUMENTI DI MISURA DEI FENOMENI ELETTROMAGNETICI


4.4.1 AMBIENTI DI MISURA
Sito allaperto: possibile effettuare misure EMC allaperto (Open Area Test Site), a patto che non vi siano ostacoli allinterno dellellisse CISPR, ovvero allinterno di unarea ellittica di opportuno diametro, secondo le normative FCC (o CISPR ) le emissioni radiare devono essere misurare a distanza di 10m per dispositivi di classe A e 3m per quelli di classe B. Vantaggi: economicit e precisione nelle misure. Svantaggi: dipendenza della propagazione da fenomeni atmosferici, e rumorosit elettromagnetica dellambiente. Inoltre non ammessa la misura di immunit irradiata in un sito allaperto poich introdurrebbe disturbi elettromagnetici nellambiente. Camera schermata: permette di ridurre i disturbi esterni, i quali rendono difficoltose le misure in campo aperto. Si tratta di una stanza rivestita da pareti metalliche unite insieme attraverso dei finger (contatti metallici che stabiliscono un collegamento elettrico fra le pareti e le porte), introducendo unattenuazione dei disturbi esterni di 50 110 dB. Non utilizzabile per misure EMC 64

di immunit ed emissione irradiata in quanto la presenza di pi facciate conduttrici pregiudica la possibilit di utilizzare il modello a due raggi. La camera schermata pu comunque essere utilizzata per individuare i valori di frequenza dei disturbi irradiati da un apparato; per poi effettuare una misura attendibile del disturbo in un sito allaperto. Vantaggi: economicit, protezione da fenomeni meteorologici ed isolamento dal rumore elettromagnetico ambientale. Svantaggi: impossibilit di effettuare misure di ampiezza di campi elettromagnetici a causa delle riflessioni sulle pareti. Camera semianecoica: Si tratta di una camera schermata le cui pareti e soffitto sono rivestiti di materiale assorbente per le onde elettromagnetiche (fig. 4.4.1.1). Il pavimento risulta invece conduttore, cosicch lo studio della propagazione allinterno della camera semianecoica risulta semplificata dal modello a due raggi (la riflessione avviene solamente nel piano di massa ossia il pavimento della camera). Per rientrare con buona approssimazione nellipotesi di campo lontano, necessaria una distanza antenna - E.U.T. di almeno 3 metri, da aumentare nel caso si utilizzino antenne molto direttive; per tale ragione le camere semianecoiche hanno dimensioni tipiche dellordine di 10x6x6 metri. Vantaggi: protezione dai fenomeni meteorologici e dai disturbi esterni. Importante inoltre la riproducibilit delle condizioni tipiche di misura (assenza di riflessioni sulle pareti e soffitto, come nel sito allaperto). Svantaggi: costo tipicamente maggiore di 300.000 euro, ed impossibilit di effettuare misure di immunit irradiata in quanto, a causa del pavimento riflettente, non si pu raggiungere lipotesi di uniformit di campo.

(fig. 4.4.1.1) UTILIZZO CAMERA SEMIANECOICA PER EMISSIONI RADIATE

TIPICA CAMESEMIANECOICA PER LA MISURA DELLE EMISSIONI RADIATE

Camera anecoica: formata da una camera schermata con tutte le sei pareti interne rivestite di materiale assorbente; si pu ottenere da una camera semianecoica rivestendo di materiale assorbente il pavimento. Vantaggi: gli stessi della camera semianecoica, ed inoltre la possibilit di ottenere la condizione di uniformit di campo (indispensabile per le prove di immunit irradiata). Svantaggi: il costo elevato, per cui nei grossi laboratori di misura vengono costruite camere anecoiche solo per le misure di immunit irradiata, con dimensioni dellordine di 3x2x2 metri. 65

4.4.2 MISURE EMC


PRE-COMPLIANCE Non servono per la marcatura CE, forniscono indicazioni molto importanti al fine di: Individuare lorigine di problematiche di EMC, consentendo di apporre correzioni di progetto prima dei test presso laboratori accreditati. Per ridurre il numero di tentativi presso un laboratorio accreditato si effettuano dapprima delle misure pre-compliance: si effettuano in proprio, con strumenti e strutture simili a quelle full compl. ma di prestazioni e costi inferiori.

FULL- COMPLIANCE: Immunit irradiata (per emissioni irradiate) Misura delle emissioni irradiate tipicamente in camera anecoica o semianecoica con riferimento alle norme da rispettare (EN550XX, norme FCC, CISPR22.). Vengono svolte le prove verificando che: la procedura tecnica sia completa rispetto ai requisiti della norma e/o completandola ove necessario con la stesura di unadeguata documentazione di una sessione di prova eseguita in stretto accordo alla procedura tecnica sviluppata.

ESEMPIO PROCEDURA DI MISURAZIONE a) Predisposizione del luogo di misura; b) Scansione con analizzatore di spettro e rivelatore di picco per individuare le frequenze ove si riscontrano disturbi superiori al limite imposto; c) Scansione lenta con rivelatore di quasi picco in prossimit delle righe di ampiezza rilevante; d) Per ogni riga si effettua la ricerca del massimo valore variando laltezza dellantenna dal suolo fra 1 e 4 metri e ruotando lapparecchiatura in test; si registra il valore massimo; e) Si ripete la misura di cui al punto precedente, cambiando la polarizzazione dellantenna; f) Si stampa il risultato della misura sullintera banda, indicando i valori massimi con i segni x e + per indicare i valori massimi misurati in polarizzazione verticale ed orizzontale.

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4.5

NORMATIVE PER EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE

4.5.1 INTRODUZIONE ALLE NORME EMC


Considerando che il degrado delle prestazioni di un apparato pu comportare un inaccettabile danno a persone e cose, dalla fine degli anni 80 sono nate delle norme con lobbiettivo di favorire il libero scambio di dispositivi elettrici ed elettronici che garantiscano i requisiti indispensabili al corretto funzionamento. Le normative EMC sono state studiate al fine di definire dei vincoli sui livelli di emissione e di immunit dei disturbi degli apparati, in modo da ottenere una standardizzazione sulle misure di EMC. Gli Enti che hanno provveduto alla stesura delle norme EMC sono diversi e sono sia a livello nazionale che europeo o internazionale. Tra i pi importanti vanno sicuramente nominati i seguenti: CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), CENELEC (European Committee for Eletrotecnical Standardization), IEC (International Electrotecnical Committee), CISPR (Comit International Special des Perturbations Radioelectriques) ed ETSI (European Telecommunication Standards Institute). Per gli stati uniti invece lente che si occupa della regolamentazione delle comunicazioni radio e su cavo FCC (commissione federale comunicazioni). In relazione alle direttive comunitarie si possono distinguere quattro tipi di norme: - Norme generiche: fissano i requisiti che gli apparati devono avere a seconda dellambiente a cui sono destinati, senza tener conto del particolare tipo di prodotto. - Norme di prodotto: fissano dei limiti a specifiche categorie di prodotti. - Norme Armonizzate: possono essere sia generiche sia di prodotto, ovvero fissano dei determinati limiti, possiamo dire che una norma armonizzate una specifica tecnica; vengono emanate dalla Comunit Europea per essere poi armonizzate dagli stati membri (incluse nella legislazione vigente). - Norme di base: contengono la descrizione delle configurazioni di prova, le caratteristiche della strumentazione e le prescrizioni sui metodi di misura. Poich non fissano dei limiti, non possono essere armonizzate.

4.5.2 PRINCIPALI DIRETTIVE EUROPEE ED INTERNAZIONALI


4.5.2.1 DIRETTIVA EUROPEA EMC La direttiva EMC (89/336/CE e successive modifiche 92/31/CE, 93/68/CE fino alla pi recente 2004/108/CE), entrata in vigore dal 1 gennaio 1996 stata emanata dalla commissione europea di Bruxelles ed legge nazionale in tutti i paesi membri dell'UE. Questa direttiva ha lo scopo di dare indicazione ai costruttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche al fine di poter garantire la compatibilit elettromagnetica (EMC) dei loro prodotti, ovvero che non interferiscano con altri dispositivi e che funzionino anche in presenza di un determinato livello_di_disturbi_generato_da_altre_apparecchiature. In definitiva, tale direttiva impone che tutti i prodotti elettrici ed elettronici (destinati al mercato comune europeo) debbano soddisfare i requisiti di_EMC. La direttiva EMC limita il massimo livello interferenze a RF che un dispositivo pu irradiare nello spazio circostante ed il massimo livello accettabile di interferenze irradiate presenti nello spazio nel quale il dispositivo opera. Lapplicazione della Direttiva Europea sulla compatibilit Elettromagnetica impone che ogni prodotto elettrico e/o elettronico debba essere realizzato in modo da limitare notevolmente i livelli di emissione dei disturbi elettromagnetici (EMI) ed aumentare l'immunit degli stessi. 67

La direttiva ha lo scopo di regolamentare le caratteristiche tecniche di prodotti elettrici o elettronici. Vengono elencati i prodotti interessati (suddivisi in apparecchi ed impianti fissi) che costituiscono lambito di applicazione ed i prodotti a cui non si applica la suddetta direttiva (ambito di esclusione). Sono poi definiti tutti gli organismi coinvolti nella Direttiva EMC, ognuno con specifiche funzioni: - le Autorit Competenti hanno il compito di controllare gli apparecchi messi in commercio per verificarne la rispondenza ai requisiti di protezione richiesti dalla Direttiva; - gli Organismi Competenti possono rilasciare relazioni tecniche per gli apparati definiti dalla Direttiva; - gli Organismi Notificati sono abilitati dalle Autorit Competenti a rilasciare attestati di esame CE di tipo. La conformit ai requisiti essenziali obbligatoria, ma la scelta del metodo per la relativa valutazione lasciata al fabbricante. Si pu ottenere la presunzione di conformit ricorrendo (volontariamente) alle norme tecniche armonizzate oppure si pu fornire la dimostrazione della conformit senza ricorso alle suddette norme. Vengono poi analizzate le condizioni dei test, le attrezzature da utilizzare e le procedure di prova; infine sono descritti i metodi per la redazione della documentazione tecnica, della dichiarazione di conformit CE e della relativa marcatura CE. 4.5.2.2 IMMUNIT: NORMATIVA CEI EN 61000-4 La presente Sezione della Pubblicazione IEC 61000-4 (Compatibilit elettromagnetica Tecniche di prova e di misura) una Pubblicazione EMC (compatibilit elettromagnetica) di base. Essa prende in considerazione le prove di immunit per apparecchiature (apparati e sistemi) elettriche e/o elettroniche nel loro ambiente elettromagnetico. Vengono considerati i disturbi sia condotti che irradiati, incluse le prove di immunit per apparecchiature collegate a reti di alimentazione, di controllo e di comunicazione. Disturbi in bassa frequenza; prove di immunit che riguardano i disturbi condotti in bassa frequenza nelle reti di alimentazione in bassa tensione: 1. Armoniche; 2. Interarmoniche; 3. Trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione (da 100 Hz a 150 [450] kHz) ; 4. Fluttuazioni di tensione; 5. Abbassamenti di tensione e brevi interruzioni; 6. Sbilanciamento di tensioni trifase; 7. Variazioni della frequenza di rete; 8. Componenti in c.c. in reti a.c. Transitori e disturbi in alta frequenza condotti; prove di immunit che riguardano i transitori ed i disturbi in HF condotti: 1. Impulsi di tensione 100/1300 s (fusibile che salta); 2. Impulso (di tensione) 1,5/50 s - (di corrente) 8/20 s; 3. Scariche di transitori veloci di tensione (n x 5/50 ns); 4. Onda oscillatoria (0,5 s/100 kHz); 5. Onde oscillatorie smorzate (0,1 MHz ed 1 MHz); 6. Tensioni ridotte ad alta frequenza (da 0,01 MHz a 1 MHz); 7. Disturbi condotti a radiofrequenza; 8. Impulso di tensione 10/700 s. 68

Scariche elettrostatiche; prove di immunit riguardanti le scariche elettrostatiche: 1. Scariche elettrostatiche (ESD). Disturbi magnetici; prove di immunit riguardanti i disturbi magnetici: 1. Campo magnetico a frequenza di rete; 2. Campo magnetico impulsivo; 3. Campo magnetico oscillatorio smorzato. Disturbi elettromagnetici; prove di immunit riguardanti i disturbi elettromagnetici: 1. Campo elettromagnetico irradiato. La scelta delle prove e dei livelli di prova per un particolare prodotto dipende generalmente dalle condizioni ambientali che includono lambiente elettromagnetico e le condizioni di installazione. A causa della diversit di queste influenze, vengono definite le specifiche condizioni ambientali per ciascun gruppo di disturbi. La scelta della prova di immunit da applicare ad una particolare apparecchiatura dipende da numerosi fattori, principalmente da: tipo di disturbi che influenzano lapparecchiatura; condizioni ambientali; affidabilit e comportamento richiesti; vincoli economici. A causa della grande variet di apparecchiature, i diversi requisiti per queste varie apparecchiature e la diversit delle condizioni ambientali, impossibile stabilire criteri precisi per la scelta del livello di prova in ciascun caso particolare.

4.5.2.3 NORMATIVA CISPR 22 Adottate da molti stati europei e molte nazioni del mondo, danno riferimenti sui valori limite per le emissioni irradiate e condotte. Per esempio le emissioni irradiare dei dispositivi di classe B (classe A= dispositivi utilizzati in ambiente commerciale, industriale; classe B= dispositivi destinati ad uso privato, non compresi nella classe A, limiti pi restrittivi per classe B) devono essere misurati alla distanza di 10m, e devono rispettate i limiti prefissati (vedi tabelle 4.5.2.3a, b, c, d) . Una significativa differenza tra norme CISPR22 e FCC (normative vigenti per Stati Uniti) sta nellintervallo di frequenza delle emissioni condotte: da 150KHz a 30MHz per CISPR22 e da 450KHz a 30MHz per FCC.

(tab. 4.5.2.3a) LIMITI FISSATI DA CISPR22 PER LE EMISSIONI RADIATE DEGLI APPARECCHI DIGITALI DI CLASSE B (A 10m) (stessi valori nel casi di classe A ma a distanza di 30m)

(tab. 4.5.2.3b) LIMITI FISSATI DA CISPR22 PER LE EMISSIONI RADIATE DEGLI APPARECCHI DIGITALI DI CLASSE A (A 10m) 69

(tab. 4.5.2.3c) LIMITI FISSATI DA CISPR22 PER LE EMISSIONI CONDOTTE DEGLI APPARECCHI DIGITALI DI CLASSE B

(tab. 4.5.2.3d) LIMITI FISSATI DA CISPR22 PER LE EMISSIONI CONDOTTE DEGLI APPARECCHI DIGITALI DI CLASSE

4.5.2.4 SICUREZZA FUNZIONALE: NORMATIVE IEC 61000-1-2 e IEC 61508 La norma IEC 61000-1-2 Compatibilit elettromagnetica Metodologia per il conseguimento della sicurezza funzionale di apparati elettrici ed elettronici rispetto ai fenomeni elettromagnetici specifica le procedure per determinare i requisiti EMC specifici, gli aspetti di progettazione ed installazione degli apparati, i metodi per la valutazione analitica. Lobbiettivo quindi di indirizzare i possibili effetti di disturbi EM sul tema della sicurezza in modo da specificare i requisiti per il progetto, la realizzazione e linstallazione di apparati e sistemi in modo da ottenere la sicurezza funzionale richiesta. Altro aspetto da considerare nellambito degli azionamenti elettrici e della EMC la sicurezza funzionale. Per sicurezza si intende in generale lassenza di inaccettabili rischi di danni fisici o lesioni alla salute di persone, sia direttamente che indirettamente causate da guasti o malfunzionamenti di apparati o ambienti. La sicurezza funzionale, in particolare, si occupa di sistemi o apparati che rispondono in modo corretto agli input forniti loro. La norma IEC 61508 si occupa di sicurezza funzionale e definisce i criteri di progettazione e gestione dei sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili nei diversi settori industriali in cui possono presentarsi rischi per le persone, lambiente e di perdita economica. Lo standard IEC 61508 costituisce una norma di tipo generico utilizzabile direttamente nei diversi settori industriali nei quali sono utilizzati sistemi elettrici, elettronici e elettronici programmabili per applicazioni di sicurezza, ma anche per la definizione di norme pi specializzate per quei settori industriali ove si ritenga necessaria ed opportuna una maggiore specificit delle prescrizioni di affidabilit.

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4.6 CASI DI MALFUNZIONAMENTI A BORDO NAVE DOVUTI AD INTERFERENZE ELETTROMAGNETICHE


4.6.1 INTRODUZIONE
Al giorno doggi vengono aggiunti sempre pi sistemi elettronici a bordo delle navi. Molti di questi irradiano o ricevono campi elettromagnetici. Spesso questi strumenti rappresentano parti vitali per la navigazione ed importante garantire il loro corretto funzionamento con una installazione che non comporti una generazione di interferenze elettromagnetiche tra i vari dispositivi. Si conclude che necessario un approfondito studio sui problemi EMC in fase di progetto per minimizzare poi in fase di realizzazione i problemi che questi possono generare.

4.6.2 CASI DI INTERFERENZE CON SISTEMI DI NAVIGAZIONE AUTOMATICA


Nel 1999 ci fu una collisione tra una nave semi-sommergibile e un impianto di gas. La nave ha subito un improvviso aumento di potenza a causa di uninterazione indesiderata tra il segnale radio di un trasmettitore portatile VHF e il joystick di comando. Questa interferenza ha fatto si che il joystick non rispondesse ai comandi delloperatore portando la nave a contatto con la piattaforma di estrazione del gas. Fortunatamente il contatto port solo a lievi danni. Un altro caso avvenne nel porto di Rotterdam dove era installato un radar a banda X per il controllo del traffico marittimo il quale interfer con un trasmettitore di una nave da rimorchio portando la nave stessa a scontrarsi con la banchina. Esistono inoltre alcuni casi di problemi EMI con il sistema di pilota automatico i quali possano avere contribuito al rovesciamento di due barche rispettivamente nel 1987 e 1989. In entrambi i casi si sospetta che gli impianti VHF di bordo del radiotelefono abbiano interferito con il pilota automatico facendo ruotare bruscamente il timone. Queste interferenze tra apparati VHF e pilota automatico si sono rivelate abbastanza comuni e dopo alcuni studi si cap che erano introdotte tra linterfaccia dellautopilota e i cavi di controllo. Inizialmente molte navi erano costrette a disattivare lautopilota quando le apparecchiature radio trasmettevano. Si comprese che i componenti non opportunamente schermati potevano fungere da antenne. Infatti nei casi precedenti i cavi di segnale del pilota automatico a causa della loro non corretta schermatura si comportavano come antenne VHF.

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4.6.3 CASI DI INTERFERENZE CON SISTEMI DGPS


Nel 1997 la OSL (Offshore Systems Ltd) unazienda produttrice di apparecchiature di bordo che install impianti in molte navi in tutto il mondo, si trov a dover risolvere un caso insolito di guasto ad un ricevitore DGPS installato in una nave da trasporto canadese di 25000 tonnellate. Nel 1994 nella nave vennero installati sistemi ECDIS (sistemi di navigazione) comprendenti ricevitori DGPS, interfacciando il tutto con gli apparati radar e aglaltri disposi elettronici presenti nel ponte. Lutilizzo di questi nuovi sistemi di navigazione doveva garantire una navigazione pi sicura ed efficiente ma dopo la loro installazione a bordo cominciarono a manifestarsi problemi al ricevitore DGPS. I guasti portavano ad errate informazioni sulla navigazione come velocit di crociera impossibili o rotte sopra a distese di terra. Il sistema venne pi volte resettato e spesso addirittura disattivato. Lequipaggio not che questi problemi si manifestavano con maggior frequenza in particolari zone marine. Ci port a sospettare che in queste zone ci fossero delle interferenze radio o elettromagnetiche al di sopra della norma ma questa ipotesi venne smentita: molte altre navi che passavano in quelle coordinate dotate di apparecchiature di bordo analoghe non subivano alcuna interferenza. La OSL cominci una serie di tentativi per la risoluzione di questi problemi senza per ottenere risultati: venne spostata lantenna DGPS allontanandola maggiormente dai radar e dalle fonti di microonde, si sostitu lantenna, vennero cambiati i cavi e molti altri tentativi. Spesso sembrava che il problema fosse risolto ma dopo poco questo si ripresentava. Si cap cos che la strumentazione DGPS funzionava correttamente e che i problemi erano generati da altri componenti presenti nella nave. Dopo numerosi tentativi e studi approfonditi si not che scollegando lantenna TV i sistemi DGPS funzionavano correttamente e proprio lantenna TV era la causa delle interferenze. Questa era stata installata precedentemente ai GPS ed era stata acquistata e montata dallequipaggio stesso. Lantenna funzionava correttamente quando era lontana dai ripetitori TV senza interferire con i sistemi DGPS, mente in prossimit dei ripetitori essa subiva un sovraccarico che la portava a generare disturbi radio che interferivano con i sistemi di navigazione, ecco quindi il perch i GPS non funzionavano solo in alcune zone, ossia nelle zone in cui vi era la vicinanza dei ripetitori TV.

4.6.4 SOLUZIONI PER LA PREVENZIONE DI FENOMENI EMI


Esempi di fonti di EMI comprendono le linee elettriche, motori ed interruttori, e possono essere causate anche dall'interazione di segnali irradiati con gli elementi dello scafo. Mentre poco si pu fare per controllare le interferenze naturali, possono invece essere ridotte quelle incidentali e generate dallo scafo. necessario anzitutto verificare la natura dellinterferenza per poter scegliere una corretta progettazione, installazione e manutenzione. Nei sistemi di bordo come le comunicazioni radar ed altri sistemi di comunicazione la nascita del disturbo data dalla generazione di energia elettromagnetica indesiderata alle diverse frequenze di funzionamento. Sappiamo che le interferenze si accoppiano attraverso un percorso, la soluzione quindi quella di eliminare questo percorso con un adeguato isolamento o schermature di cavi ed opportuni filtraggi, e sempre pi per

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i collegamenti si usano le fibre ottiche che danno lenorme vantaggio di essere immuni alle interferenze elettromagnetiche poich trasmettono impulsi di luce e non segnali elettrici. Nel 2004 per sono stati studiati i problemi di interferenze dei ricevitori GPS a bordo nave e si sono studiate alcune soluzioni per la riduzione di questi fenomeni dopo che la marina e la Guardia Costiera degli Stati Uniti aprirono uninchiesta riguardante i GPS disponibili sul mercato in ambito marittimo che impiegavano antenne attive molto suscettibili alle emissioni radar. Altre ricerche condotte hanno dato la possibilit della stesura di standard riguardanti linstallazione dei componenti elettronici a bordo nave (per esempio IEC) dando precise indicazioni sui metodi, tipologia di collegamenti e distanze da rispettare. Al giorno doggi esistono inoltre specifici strumenti di simulazione che premettono la scelta dellubicazione pi adeguata per le antenne con riferimento allinfluenza di strutture metalliche e non, presenti nelle vicinanze. Questi software forniscono ambienti CAD integrati e permettono simulazioni delle emissioni elettromagnetiche con un controllo nella configurazione in ogni fase di progetto, con lanalisi di tutte le parti metalliche e non, ed una modellazione delle spettro di frequenza delle varie unit navali. Forniscono anche la possibilit di analisi di tutte la apparecchiature di navigazione installate (radar, VHF, strumenti satellitari, etc.. ), con valutazione e calcolo della distribuzione dei campi attraverso la creazione di modelli 3D per individuare le prestazioni complete. Un esempio di questa tipologia di software dato da Ship-EDF prodotto dalla IDS company.

(fig. 4.6.4.1) SOFTWARE SHIP-EDF

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CONCLUSIONI

Il tema principale durante lattivit di tirocinio stato lo studio e le tecniche di progettazione nellambito navale. In particolar modo sono stati approfonditi ed analizzati i sistemi e la strumentazione elettronica necessaria alla navigazione e alla comunicazione. Inizialmente stato effettuato una studio riguardo ai principali strumenti che devono equipaggiare la nave commissionata allazienda. In riferimento alla necessit di rispetto delle normative Solas e DNV in fase di progetto, sia nella scelta che nella disposizione di queste apparecchiature, stato notato che spesso venivano richieste particolari precauzioni su possibili problemi di compatibilit elettromagnetica tra dispositivi. Si cos deciso di prendere in esame questi fenomeni eseguendo uno studio non tanto teorico e matematico, ma pi che altro descrittivo dove stato in particolar modo evidenziato come questi interferiscano e si generino nelle apparecchiature elettroniche e nellambiente circostante. Sono state poi studiate le principali tecniche di prevenzione che se applicate permettono un controllo di questi fenomeni e le norme oggi vigenti che forniscono limiti massimi e permettono la tutela dellutente esposto in ambienti elettromagneticamente inquinati. Tutto ci stato quindi esteso alla strumentazione elettronica a bordo nave caratterizzando le tecniche usate per la prevenzione e come, con lausilio della documentazione degli strumenti scelti, con una corretta collocazione e montaggio di tutte le unit presenti possa essere possibile un corretto funzionamento dellintero sistema nave. capitato spesso che questi problemi in fase di progetto vengano tralasciati o venga dato loro poco conto se non nel caso in cui sia assolutamente necessario affinch il progetto possa essere certificato ed approvato daglenti specializzati. In genere invece si rinvia ad una fase successiva al progetto lanalisi di questi fenomeni e a volte solo nel caso in cui questi si presentino. Dagli studi eseguiti viene sottolineato come sia molto pi semplice una risoluzione dei problemi EMC durante il progetto applicando specifiche tecniche di prevenzione rispetto ad una trattazione in fase di collaudo dove il principale modo per sopprimere i disturbi basato su tecniche di schermatura che risultano molto costose e non sempre cos efficienti. stato interessante capire come nasce il progetto di una nave, soprattutto vedere come questo venga suddiviso nelle varie aree progettuali (dallo scafo allallestimento, agli impianti di bordo ..) ed assicurare a ciascuna area, una volta studiate come un unico sistema, un corretto funzionamento. In una nave devono essere presi in considerazione davvero molti fenomeni che ogni singola parte pu generare o subire e ci che risulta pi complesso garantire una coesione di tutti i sistemi e impianti che la compongono.

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