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JEAN BAPTISTE RACINE, il più giovane contemporaneo di Corneille e suo rivale per la
supremazia nella tragedia classica francese, nacque a Ferté-Milon il 21 dicembre 1639. Fu educato
al collegio di Beauvais, nella grande scuola giansenista di Port Royal, e al College
d'Harcourt. Attirò l'attenzione con un'ode scritta per il matrimonio di Luigi XIV nel 1660 e ottenne
il suo primo vero grande successo drammatico con il suo "Andromaque". I suoi capolavori tragici
includono "Britannicus", "Berenice", "Bajazet", "Mithridate", "Iphigenie" e "Phaedre", tutti scritti
tra il 1669 e il 1677. Poi per alcuni anni abbandonò la composizione drammatica, disgustato dagli
intrighi di nemici che cercavano di ferire la sua carriera esaltando sopra di lui un indegno rivale. Nel
1689 riprese il suo lavoro sotto la persuasione di Mme. de Maintenon, e produsse "Esther" e
"Athalie", quest'ultima classificata tra le sue migliori produzioni, sebbene non ricevette il
riconoscimento pubblico fino a qualche tempo dopo la sua morte nel 1699. Oltre alle sue tragedie,
Racine scrisse una commedia, "Les Plaideurs, "quattro inni di grande bellezza e una storia di Port
Royal.
Racine non tentò di modificare le convenzioni esterne della tragedia classica stabilite da
Corneille. Lo studio dei tragici greci e il suo gusto lo portarono a sottomettersi volentieri al rigore e
alla semplicità della forma che erano i segni fondamentali dell'ideale classico. Era nel modo in cui
trattava il carattere che differiva maggiormente dal suo predecessore; infatti, mentre, come abbiamo
visto, Corneille rappresentava i suoi personaggi principali come coloro che domavano eroicamente
la passione con la forza della volontà, Racine rappresenta i suoi personaggi guidati da una passione
quasi incontrollabile. Pertanto le sue creazioni si rivolgono al lettore moderno in quanto più
calorosamente umane; il loro discorso, se meno esaltato, è più semplice e naturale; e gli riesce più
brillantemente nei ritratti di donne che in quelli di uomini.
Tutte queste caratteristiche sono esemplificate nella Fedra, la tragedia di Racine che ha affascinato
il più vasto pubblico. Alla leggenda trattata da Euripide, Racine aggiunse l'amore di Ippolito per
Aricia, fornendo così un motivo alla gelosia di Fedra, e allo stesso tempo fece della nutrice invece
di Fedra la calunniatrice di suo figlio presso Teseo.
FEDRA
PERSONAGGI
GUARDIE ✔.
ATTO I
SCENA I
IPPOLITO, TERAMENI
IPPOLITO:
lo nasconda.
TERAMENE
IPPOLITO.
TERAMENI
IPPOLITO
Quel tempo felice
TERAMENE
Capisco la causa
D'altronde, quale pericolo può portare sul tuo capo una donna che muore,
IPPOLITO
TERAMENI
TERAMENE
IPPOLITO
TERAMENE
IPPOLITO
TERAMENE
mio principe?
IPPOLITO
SCENA II
ENONE
Lei viene.
IPPOLITO
SCENA III
FEDRA, ENONE
FEDRA
il sostegno. Ah io!
ENONE
portassero sollievo!
FEDRA
la mia angoscia!
ENONE
Ciò che un momento si desidera,
FEDRA
o Sole!
ENONE
FEDRA
un carro
... ENONE
Signora?
FEDRA
Ho perso i sensi?
ENONE
Se devi arrossire,
Ippolito
... FEDRA
O dei!
ENONE
ti commuove!
FEDRA
ENONE
una tale rabbia. Allora vivi. Lasciamo che l'amore e il dovere sollecitino
ENONE
FEDRA
ENONE
FEDRA
ENONE
FEDRA
Che aspetti
ENONE
FEDRA
Quando conoscerai
ENONE
Cara Signora,
FEDRA
Ti ascolto. Parlare.
FEDRA
ENONE
FEDRA
Mia madre!
ENONE
FEDRA
Abbandonata!
ENONE
ENONE
Ami?
FEDRA
Sento
ENONE
FEDRA
Ascolta ora
ENONE
Chi?
FEDRA
Lo conosci,
così a lungo?
ENONE
FEDRA
: Sei tu
a dargli un nome.
ENONE
FEDRA
SCENA IV
PANOPE
ENONE
PANOPE
La regina, ingannata
in porto.
FEDRA
Oh dei!
PANOPE
la sua guida.
ENONE
SCENA V
FEDRA, ENONE
ENONE
ad Aricia.
FEDRA
ATTO II
SCENA I
ARICIA, ISMENE
ARICIA
ISMENE
ARICIA
Non ho nemici?
ISMENE
Gli dei
ARICIA
ISMENE
Si sparsero
ARICIA
i suoi terrori?
ISMENE
È morto, e tu sola
ARICIA Credi
che Ippolito
Sì,
ARICIA
Dove ricorriamo?
ISMENE
dell'orgoglioso Ippolito, ma
ARICIA
ISMENE
Verrà
tu stesso a sentirlo.
SCENA II
IPPOLITO
ponendo fine alle sue fatiche, potrebbe tenerlo lontano dal mondo
ARICIA
IPPOLITO
ARCIA
Di me, mio signore?
IPPOLITO
tra noi.
ARICIA:
l'inimicizia...
IPPOLITO
ARICIA
IPPOLITO
Ho detto troppo
SCENA III
TERAMENE
IPPOLITO
Io?
TERAMENE
IPPOLITO
ARICIA
IPPOLITO
Vogliamo separarci così? e mi lascerai andare,
ARICIA
il mio scettro.
SCENA IV
IPPOLITO, TERAMENI
IPPOLITO
Ma la Regina si avvicina.
SCENA V
FEDRA (a ENONE)
Eccolo lo vedo!
ENONE
Pensa a tuo figlio,
FEDRA
Ho sentito
IPPOLITO
signora.
FEDRA
se mi odiassi. Ti ho ferito:
IPPOLITO
FEDRA
IPPOLITO
non ritorna di là. Poiché Teseo se n'è andato per quelle tetre rive
Il mio cuore...
IPPOLITO
Sì, vedo
FEDRA
IPPOLITO
FEDRA:
FEDRA
ENONE
SCENA VI
IPPOLITO, TERAMENI
TERAMENE
IPPOLITO
TERAMENI
IPPOLITO
Fedra?
TERAMENE
IPPOLITO
la sua virtù?
TERAMENE
IPPOLITO
ATTO III
Scena I
FEDRA ED ENONE
FEDRA
Quante volte il suo rossore ha reso ancora più profonda la mia vergogna!
ENONE
non fai altro che alimentare un fuoco che deve essere soffocato.
FEDRA
ENONE
Vola.
FEDRA
Non posso lasciarlo.
ENONE
FEDRA
mi hai prestato nuova vita, e mi hai detto che avrei potuto amarlo?
ENONE
vidi io?
FEDRA
si aggrappa ancora a lui; amore è una parola che non aveva mai
ENONE
era barbara.
FEDRA
imparò ad amare.
ENONE
un odio intenso.
FEDRA
Le prue delle sue navi erano già rivolte verso quella parte,
tutte le vele erano disposte a correre al vento.
Scena II
FEDRA (sola)
costringilo ad amare...
Ma che cos'è questo? Enone
e non ti ascolterà.
SCENA III
FEDRA, ENONE
ENONE
l'aria si squarciò...
FEDRA
ENONE
Cosa?
FEDRA
L'avevo predetto,
ENONE
Morire?
FEDRA
Solo il cielo!
ENONE
La paura non è mai stata più giusta della tua. Perché, allora,
ENONE
FEDRA
ENONE
FEDRA
E vedo
SCENA IV
TESEO
FEDRA
Resta, Teseo!
d'ora in poi.
Scena V
IPPOLITO
Solo Fedra
TESEO
IPPOLITO
anche rispetto alle orme di mia madre. Lascia che il mio coraggio
TESEO:
Scena VI
IPPOLITO, TERAMENI
IPPOLITO
ATTO IV
Scena I
TESEO ENONE
TESEO
ENONE
le sue lacrime.
TESEO
da Atene?
ENONE
TESEO
E poi questo incendio è scoppiato di nuovo a Troezen?
ENONE
Scena II
TESEO E IPPOLITO
TESEO
IPPOLITO
TESEO
TESEO
IPPOLITO
può alla fine violare tutto ciò che gli uomini ritengono
TESEO
IPPOLITO
TESEO
La ami? Cielo!
IPPOLITO
TESEO
IPPOLITO
TESEO
TESEO
IPPOLITO:
TESEO
IPPOLITO
TESEO
TESEO (solo)
SCENA IV
FEDRA, TESEO
FEDRA
La tua voce alta, alta con rabbia, è giunta alle mie orecchie,
TESEO
FEDRA
Un debito
TESEO
FEDRA
Aricia?
TESEO
Sì,
SCENA V
FEDRA (sola)
SCENA VI
FEDRA, ENONE
FEDRA
ENONE
No; ma in verità vengo con le membra tremanti.
FEDRA
ENONE
Un rivale?
FEDRA
stancato dai sospiri degli amanti, questa tigre, che temevo di risvegliare,
ENONE
Aricia?
FEDRA
ENONE
FEDRA
Quell'amore
ENONE
del veleno nelle mie orecchie fino alla fine? Mi hai distrutto.
ENONE (solo)
SCENA I
IPPOLITO, ARICIA
ARICIA
IPPOLITO
L'odioso mistero
né permettiamo che Fedra, che si unisce a noi entrambi nella comune rovina
un uomo esiliato?
ARICIA
di liberarmi
IPPOLITO
il volto d'Imene.
tra le antiche tombe dove giacciono sepolti i principi della mia razza
del Cielo, sì, tutti gli dei che conoscono il mio cuore
ARCIA
SCENA II
TESEO:
SCENA III
TESEO, ARICIA
TESEO
ARICIA
Sire, mi diceva addio per sempre.
TESEO
ARICIA
TESEO
ARICIA
Eh, Sire?
TESEO
ARICIA
TESEO
ARICIA
SCENA IV
TESEO (solo)
SCENA V
TESEO, PANOPE
PANOPE
TESEO
Che dici?
PANOPE
TESEO
SCENA VI
TESEO, TERAMENI
TESEO
TERAMENI
Dei!
TERAMENE
lo meritava di meno.
TESEO
TERAMENE
La paura dà loro le ali; sordi alla sua voce per una volta,
TESEO
sono riservato!
TERAMENE
Aricia in quell'istante,
SCENA VII
TESEO
FEDRA
TESEO
Padre infelice!
FEDRA
PANOPE
TESEO