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I.S.P.E.S.L.
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

RAC C 0LTA S
REVISIONE 1995

1E
<

SPECIFICAZIONI TECNICHE APPLICATIVE


DEL DECRETO MINISTERIALE 21 NOVEMBRE 1972
PER L’IMPIEGO DELLA SALDATURA >
NELLA COSTRUZIONE E RIPARAZIONE
DEGLI APPARECCHI E SISTEMI ‘IN PRESSIONE

EDIZIONE 1999

DIPARTIMENTO DOCUMENTAZIONE, INFORMAZIONE E FORMAZIONE


J

/\
INDICE

PREFAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. V

PARTE I
Leggi e documenti di riferimento

D.M. 15 gennaio 1998, n. 190: <<Reg0lament0 recante norme sulle speczfiche tecniche applicative
del decreto ministeriale 21 novembre I972 per la costruzione e la riparazione degli appa-
recchi a pressione» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. IX
Legge 23 dicembre 1978, n. 833: <<Istituzi0ne del Servizio Sanitario Nazionale» (artt. 6, 7, 14,
20, 23, 24 e 72) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> XI
D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619: <<Istituzi0ne dell’Istitut0 Superiore per la Prevenzione e la Sicu- ,
rezza del Lavoro» (art. 23 della legge n. 833 del 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » XVI
D.L. 30 giugno 1982, n. 390, convertito con modificazioni in Legge 12 agosto 1982, n. 597:
<<Disciplina delle funzioni previdenziali ed omologative delle Unitd Sanitarie Locali e del-
l’Istitut0 Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro>> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »- XXI
D.M. 23 dicembre 1982: <<Identzficazi0ne delle attivitd omologative gid svolte nei soppressi Ente
Nazionale Prevenzione Infortuni ed Associazione Nazionale Controllo Combustione, di
competenza dell’Istitut0 Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro» . . . . . . . » XXIII
D.M. 23' dicembre 1982: <<Istituzione dei Dzpartimenti periferici per l’attivitd omologativa del-
l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » XXIV
D.M'. 21 novembre 1972: <<N0rme per la costruzione degli apparecchi a pressione» . . . . . . . . . >> XXV

PARTE II:
Regole tecniche

S.0.1. — Scopi e limiti della normativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ~. . Pag.


S.O.2. —— Obblighi del costruttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
S.0.3. — Accertamenti da parte de11’ISPESL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
S.1.A. — Suddivisione dei materiali in gruppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ‘. » \IU1L»~)>—¢

S.1.B. —— Impiego dei materiali a bassa temperature. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11


S.2. — Modulo di efficienza dei giunti saldati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 21
S.3. — Particolari costruttivi ed ubicazione dei giunti saldati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27
S.4. — Procedimenti di saldatura e materiali d’app0rto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
S.5. — Qualificazione e certificazione delle specifiche di procedura di saldatura (WPS) . . . . . >> 57
S.6. — Qualificazione e certificazione dei saldatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 61
S.7. — Prescrizioni di fabbricazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 63
S.8. — Trattamenti termici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 65
S.9. ~ Controlli delle saldature - Esami non distruttivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 69
S.10. — Talloni di verifica . . . . . . . . . . . . ._ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 81

—III—
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fi1‘t1iv7“I"1“;i‘\:|I1li“_K‘_v‘1“\ [!Pi‘
PREFAZIONE

ll D.M. 2] novembre 1972, che riguarda la costruzione e la riparazione degli appa-


recchi a pressione, assegnava allANCC il compito di preparare le <<Specifiche Tecniche
Applicative» del decreto medesimo.
L’Ente ha emanato la prima edizione della Raccolta S nel 1973 e da allorafino al
1982 l’ha assoggetta ad un continuo aggiornamento.
In seguito al decreto istitutivo dell’ISPESL ed in considerazione del D. L. 30 gia-
gno 1982, n. 390, che gli assegnava i compiti diproposta di normativa, l’ISPESL ha rite-
nuto necessario, vista levoluzione tecnologica avvenuta dal I982 ad oggi, afiidare al
proprio Comitato Tecnico per la predisposizione di specifiche tecniche per l’omologa-
zione relativa a Materiali e Collegamenti, il compito di predisporre la revisione della
(<Raccolta S».
Usufruendo anche della collaborazione di esperti esterni all’Istituto, il suddetto Co-
mitato Tecnico ha approvato la <<nuova Raccolta S» nella seduta del 13 dicembre 1994.
L’attuale revisione I995 della Raccolta S é cornpletamente allineata agli indirizzi
della normativa europea. -
La nuovafilosofia prevede che il costruttore possa scegliere autonomamente il pro-
cedimento di saldatura, che dovra, pero, essere predisposto e garantito da personale
esperto ed adeguatamente qualzficato, mentre le prove di qualzfica ne attesteranno l’ade-
guatezza.
La presente Raecolta S, revisione 1995, emanata con D.M. I5 gennaio 1998, n. I90,
sostituisce a tutti gli efletti la precedente Raccolta S - edizione I994 dell’ISPESL la quale
é soltanto una riedizione della Raccolta S - edizione 1978 dell’ex ANCC comprensiva
anche degli Aggiornamenti al 31 gennaio I982. A
La presente edizione della Raccolta S e stata curata dal Dzpartimento Documen-
tazione, Informazione e Formazione dell’ISPESL con la fattiva collaborazione del
dott. Aldo Migliorini del Dipartimento Tecnologie di Sicurezza, che ha permesso dipoter
includere nella pubblicazione tutte le errata-corrige sopravvenutefino a dicembre I998.

Roma, 28 febbraio 1995

_V_
Le presenti Specifiche Tecniche <<Racc0lta S - revisione 1995>> sono state approvate dal Comitato
Tecnico ISPESL per Pomologazione e la certificazione di materiali e collegamenti su proposte elabo-
rate da:

— Comitato Tecnico ISPESL per l’0m0l0gazi0ne e la certificazione di materiali e collegamenti.


Presidente delegato: ing. Vittorio VACCARI, ISPESL - DTS

- Gruppo di lavoro ISPESL <<Raccolta S» del Comitato Tecnico ISPESL per l’0m0l0gazi0ne e la
certificazione di materiali e collegamenti.
Relatorez ing. Mauro SCASSO, IIS. Y

— Redazione tecnica curata dal Segretario del Comitato Tecnico ISPESL dott. Aldo MIGLIORINI,
ISPESL - DTS. 7

—VII~—
E
/
1

Decreto ministeriale 15 gennaio 1998, n. 190 (1)

Regolamento recante norme sulle specifiche tecniche applicative


del decreto ministeriale 21 novembre 1972
per la costruzione e la riparazione degli apparecchi a pressione

IL MINISTRO DELL’INDUSTRIA sto 1927, n. 824, e sue successive modifiche ed inte-


DEL COMMERCIO E DELL’ARTIGIANATO grazioni, le specificazioni tecniche applicative del de-
DI CONCERTO CON
creto ministeriale 21 novembre 1972 denominate
<<Raccolta VSR, Raccolta VSG, Raccolta M, Rac-
IL MINISTRO DELLA SANITA colta S» vengono sostituite dalle allegate specifica-
E zioni tecniche:
IL MINISTRO DEL LAVORO a) <<Raccolta VSR-revisione 1995>> per la verifica
E DELLA PREVIDENZA SOCIALE della stabilita dei recipienti a pressione; I
b) <<Raccolta VSG-revisione 1995>> per la verifica
della stabilita dei generatori di vapor d’acqua;
Visto il decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, con-
vertito nella legge 12 agosto 1982, n. 597 e, in partic0- c) <<Racco1ta M-revisione 1995>> per l’impiego
lare, l’artico1o 2, comma 4, i1 quale prevede che le dei materiali nella costruzione e riparazione degli ap-
procedure e le modalita amministrative e tecniche, 1e parecchi a pressione e sistemi in pressione;
forme di attestazione e le tariffe de11’omo1ogazione c) Raccolta M-revisione 1995>> per l’impiego
sono determinate con decreti interministeriali dei della saldatura nella costruzione e riparazione degli
Ministri de1l’industria, del commercio e dell’artigia- apparecchi a pressione e sistemi in pressione;
nato, della sanita, del lavoro e della previdenza so-
ciale, previo parere dell’Istituto superiore per la 2. Le suddette specificazioni tecniche sono pubbli-
prevenzione e la sicurezza del lavoro; cate a cura dell’Istituto superiore per la prevenzione e
Visto l’artico1o 17, commi 3 e 4, della legge 23 la sicurezza del lavoro (IS_PESL).
agosto 1988, n. 400; ' 3. Le schede riportanti 1e caratteristiche tecniche
Visto il decreto ministeriale 21 novembre 1972, re- dei materiali impiegati per la costruzione degli appa-
cante norme per la costruzione degli apparecchi a recchi a pressione, ed i relativi procedimenti di sa1da-
pressione e, in particolare, le specificazioni tecniche tura, sono pubblicate a cura de11’ISPESL, previo
applicative emanate da11’Associazione nazionale per parere favorevole del1’ispettorato tecnico del Mini-
il controllo della combustione ai sensi de1l’articolo 20 stero dell’industria, del commercio e del1’artigianato.
dello stesso decreto;
Visto il parere favorevole dei comitati tecnici del
1’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza Art. 2.
del lavoro (ISPESL) denominati <<Specifiche tecniche 1. Le specificazioni tecniche del decreto ministe-
per Pomologazione degli apparecchi a pressione>> e riale 21 novembre 1972 di cui a11’a1jticolo 1 non si ap-
<<Materiali e collegamenti>>, i quali hanno ravvisato plicano a recipienti. semplici a pressione di cui alla
la necessita di aggiornare 1e citate specificazioni tec- direttiva 87/404/CEE recepita con decreto legislativo
niche applicative emanate dall’Ass0ciazione nazio- 27 settembre 1991, n. 311.
nale per il controllo della combustione;
Udito i1 parere del Consiglio di Stato, espresso nel-
l’adunanza generale del 17 aprile 1997; Art. 3
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio 1. I prodotti disciplinati dalle specificazioni tec-
dei Ministri, a norma dell’articolo 17, comma 3, della niche indicate all’artico1o 1, fabbricati in uno Stato
citata legge n. 400 del 1988, effettuata con nota membro della Unione europea, possono essere im-
n. 18070-R30/4 del 4 novembre 1997; messi sul mercato italiano a condizione che la regola-
mentazione del paese di origine garantisca al
ADOTTANO prodotto stesso un livello di sicurezza equivalente a
quello stabilito dalla regolamentazione italiana.
~il seguente regolamento:
Art. 4.
Art. 1.
1. Per la costruzione degli apparecchi a pressione 1. Agli apparecchi a pressione, gia verificati sulla
assoggettati alla disciplina in materia di prevenzione base delle specificazioni tecniche vigenti prima del-
contro gli infortuni ai sensi del regio decreto 12 ago- l’entrata in vigore del presente decreto, possono ap-
plicarsi le medesime specificazioni, in caso di
modifiche e riparazioni denunciate successivamente
(1) Supplemento ordinario alla G. ll. n. 141 del 19 giugno 1998. alla data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 5. <<le procedure e le modalita amministrative e tecniche, 1e speci-
fiche tecniche, le forme di attestazione e le tariffe dellbmologazione
1. I1 presente decreto entra in vigore il centottante- sono determinate con decreti interministeriali dei Ministeri de11’in-
dustria, del commercio e de1l’artigianato, della sanita e del lavoro e
simo giorno successivo alla sua pubblicazione nella della previdenza sociale, previo parere de11’ISPESL».
Gazzetta Ufiiciale.
La legge 23 agosto 1988, n. 400, recante: <<Disciplina de11’atti-
2. Entro tale periodo le allegate specificazioni tec- vita di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri», é pubblicata nel supplemento ordinario 12 settembre
niche — revisione 95 — possono comunque essere 1988, n. 214. I1 testo del1’art. 17, commi 3 e 4, é il seguente:
utilizzate in sostituzione delle specificazioni tecniche
<<3. Con decreto ministeriale possono essere adottati regolamenti
in vigore, purche il costruttore degli apparecchi a nelle materie di competenza del Ministro 0 di autorita sottordinate
pressione e/o il progettista ne faccia esplicita ri- a1 Ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere.
chiesta al1’atto della denuncia di costruzione a norma Tali regolamenti, per materie di competenza di piu Ministri, pos-
de11’articol0 45 del regio decreto 12 maggio 1927, sono essere adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita di apposita autorizzazione da parte della legge. I regola-
n. 824. menti ministeriali ed interministeriali non possono dettare norme
I1 presente decreto, munito del sigillo dello Stato, contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal Governo. Essi deb-
sara inserito nella Raccolta ufficia1e degli atti norma- bono essere comunicati al Presidente del Consiglio dei Ministri
tivi_ della Repubblica italiana. E fatto obbligo a prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui a1 comma 1 ed i regolamenti ministeriali ed
chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. interministeriali che devono recare la denominazione di <<rego1a-
mento», sono adottati previo parere del Consiglio di Stato, sotto-
Roma, 15 gennaio 1998 posti a1 visto ed a1la registrazione della Corte dei conti e pubblicati
nella Gazzetta Ufliciale».
Il Ministro dell’industria — I1 decreto ministeriale 21 novembre 1972, recante: <<Norme per
del commercio e dell’artigianato la costruzione degli apparecchi a pressione», é pubblicato nella Gaz-
BBRSANI zetta Ufliciale del 2 gennaio 1973, n. 1. I1 testo de11’art. 20 é il se-
guente:
<<Art. 20. — L’Associazione nazionale per i1 controllo della com-
Il Ministro della sanita bustione, su conforme parere del consiglio tecnico, emana le spe-
BINDI fiche tecniche applicative del presente decreto».

Il Ministro del lavoro Nota all‘art. I:


e della previdenza sociale — I1 regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, recante: <<Approva-
TREU zione del regolamento per Fesecuzione del regio decreto-legge 9 lu-
glio 1926, n. 1331, che costituisce 1’Associazione nazionale per il
Visto, i1 Guardasigilli: Flick controllo della combustione», é pubblicato nella Gazzetta Uflifciale
Registrato alla Corte dei conti il 9 giugno 1998 4 luglio 1927, n. 152. .I
Registro n. 1 Industria, foglio I68
Nate all‘art. 2: _ _
— Ladirettiva 87/404/CEE del Consiglio del 25 giugno 1987 rela-
tiva a1 ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in ma-
teria di recipienti -semplici a pressione, é pubblicata nella Gazzetta
NOTE Ufliciale della Comunita europea 8 agosto 1987, n. L 220.

AVVERTENZA2 - I1 decreto legislativo 27 settembre 1991,‘ n 311, recante: <<Attua-


zione delle direttive 87/404/CEE e 90/488/CEE in materia di reci-
I1 testo delle note qui pubblicato é stato redatto ai sensi de11’art. pienti a pressione, a norma del1’art. 56 della legge 29 dicembre
10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione 1990, n. 428», é pubblicato nella Gazzetta Ufiiciale 4 ottobre 1991,
delle leggi, su1l’emanazione dei decreti del Presidente della Repub- n. 233.
blica e sulle pubblicazioni ulficiali della Repubblica italiana, appro-
vato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, a1 solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge alle quali é operato il rinvio. Re- Nora all ‘art. 5:
stano invariati i1 valore e 1’e1f1cacia degli atti legislativi qui trascritti.
— I1 testo de11’art. 45 del regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, é i1
seguente:
Note alle premesse:
<<Art. 45. -— Entro dieci giorni della data in cui viene iniziata la
— I1 decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, convertito, con modifi- costruzione o la riparazione di un apparecchio a pressione, i1 co-
cazioni, dalla legge 12 agosto 1982, n. 597, recante: <<Discip1ina delle struttore o il riparatore ne deve dare denuncia a11’Associazione na-
funzioni prevenzionali e omologative delle unita sanitarie locali e zionale per i1 control1o sulla combustione. '
del1’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro», Colui che abbia introdotto nello Stato un apparecchio a pressione
é pubblicato nella Gazzetta Ufliciale del 25 agosto 1982, n. 233. I1 deve dame denuncia al1’Associazione entro dieci giorni dal1’avve-
testo del1’art. 2, comma 4, é i1 seguente: nuta introduzione».

_X_
Legge 23 dicembre 1978, n. 833 (1)

lstituzione del Servizio Sanitario Nazionale


(artt. 6, 7, 14, 20, 23, 24 e 72)

Art. 6 l) il prelievo di parti di cadavere, la loro utiliz-


Competenze dello Stato zazione e il trapianto di organi limitatamente alle
funzioni di cui alla legge 2 dicembre 1975, n. 644;
Sono di competenza dello Stato 1e funzioni ammi-
nistrative concernenti: m) la disciplina generale del lavoro e della pro-
a) i rapporti internazionali e la profilassi inter- duzione ai fini della prevenzione degli infortuni sul
nazionale, marittima, aerea e di frontiera, anche in lavoro e delle malattie professionali;
materia veterinaria; l’assistenza sanitaria ai cittadini n) Fomologazione di macchine, di impianti e di
italiani all’estero e l’assistenza in Italia agli stranieri mezzi personali di protezione;
ed agli apolidi, nei limiti ed alle condizioni previste
da impegni internazionali, avvalendosi dei presidi sa- o) l’Istituto superiore di sanita, secondo le
nitari esistenti; norme di cui alla legge 7 agosto 1973, n. 519, ed alla
presente legge;
b) la profilassi delle malattie infettive e diffusive,
per 1e quali siano imposte la vaccinazione 0bbliga- p) l’Istituto superiore per la prevenzione e la si-
toria 0 misure quarantenarie, nonché gli interventi curezza del lavoro secondo le norme previste dalla
contro 1e epidemie e le epizoozie; presente legge;
c) la produzione, la registrazione, la ricerca, la q) la fissazione dei requisiti per 1a determina-
sperimentazione, il commercio e l’informazione con- zione dei profili professionali degli operatori sanitari;
cernenti i prodotti chimici usati in medicina, i prepa- 1e disposizioni generali per la durata e la conclusione
rati farmaceutici, i preparati galenici, 1e specialita dei corsi; la determinazione dei requisiti necessari
medicinali, ivaccini, gli immunornodulatori cellulari per l’ammissione alle scuole, nonché dei requisiti per
e virali, i sieri, 1e anatossine e i prodotti assimilati, gli 1’esercizio delle professioni mediche e sanitarie ausi-
emoderivati, i presidi sanitari e medico-chirurgici ed liarie;
i prodotti assimilati anche per uso veterinario;
r) i1 riconoscimento e la equiparazione dei ser-
d) la coltivazione, la produzione, la fabbrica-
vizi sanitari prestati in Italia e a1l’estero dagli opera-
zione, l’impiego, i1 commercio a11’ingrosso, l’esporta-
zione, 1’importazione, il transito, l’acquisto, la tori sanitari ai fini dell’ammissione ai concorsi e
vendita e la detenzione di sostanze stupefacenti o psi- come titolo nei concorsi stessi;
cotrope, salvo che per 1e attribuzioni gia conferite s) gli ordini e i collegi professionali;
alle regioni dalla legge 22 dicembre 1975, n. 685;
t) il riconoscimento delle proprieta terapeutiche
e) la produzione, la registrazione e i1 com- delle acque minerali e termali e la pubblicita relativa
mercio dei prodotti dietetici, degli alimenti per la alla loro utilizzazione a scopo sanitario;
prima infanzia e la cosmesi;
f) l’e1encazione e la determinazione delle moda- u) la individuazione delle malattie infettive e
lita di impiego degli additivi e dei coloranti permessi difiusive del bestiame per 1e quali, in tutto i1 territorio
nella lavorazione degli alimenti e delle bevande e nazionale, sono disposti 1’0bb1igo di abbattimento e,
nella produzione degli oggetti d’uso personale e do- se del caso, la distruzione degli animali infetti o so-
mestico; la determinazione delle caratteristiche igie- spetti di infezione 0 di contaminazione; la determina-
nico-sanitarie dei materiali e dei recipienti destinati zione degli interventi obbligatori in materia di
a contenere e conservare sostanze alimentari e be- zooprofilassi; 1e prescrizioni inerenti all’impiego dei
vande, nonché degli oggetti destinati comunque a ve- principi attivi, degli additivi e delle sostanze minerali
nire a contatto con sostanze alimentari; e chimico-industriali nei prodotti destinati al1’alimen-
tazione zootecnica, nonché quelle relative alla produ-
g) gli standards dei prodotti industriali;
zione e la commercializzazione di questi ultimi
h) la determinazione di indici di qualita e di sa- prodotti;
lubrita degli alimenti e delle bevande alimentari;
i) la produzione, la registrazione, il commercio v) l’organizzazione sanitaria militare;
e l’impiego delle sostanze chimiche e delle forme di z) i servizi sanitari istituiti per le Forze armate
energia capaci di alterare l’equi1ibrio biologico ed ed i Corpi di polizia, per i1 Corpo degli agenti di cu-
ecologico; stodia e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
k) i controlli sanitari sulla produzione del1’e- nonché i servizi del1’Azienda autonoma delle ferrovie
nergia termoelettrica e nucleare e sulla produzione, dello Stato relativi all’accertamento tecnico-sanitario
il commercio e l’impiego delle sostanze radioattive; delle condizioni del personale dipendente.

(1) Supplemento ordinario alla G. U n. 360 del 23 dicembre 1978. *** '

_X1_
Art. 7 Nel caso di aree a popolazione pa.rticolarmente
Funzioni delegate alle regioni concentrata o sparsa e anche al fine di consentire la
coincidenza con un territorio comunale adeguato,
E delegate alle regioni l’esercizio delle funzioni sono consentiti limiti piu elevati 0, in casi particolari,
amministrative concernenti: piu ristretti.
a) la profilassi delle malattie infettive e diffusive, Nel1’ambito delle proprie competenze, l’unita sani-
di cui al precedente articolo 6 lettera b); taria locale provvede i-n particolarez
b) l’attuazione degli adempimenti disposti dal- a) a11’educazione sanitaria;
l’autorita sanitaria statale ai sensi della lettera u) del b) all’igiene de1l’ambiente;
precedente articolo 6;
c) alla prevenzione individuale e collettiva delle
c) i controlli della produzione, detenzione, com- malattie fisiche e psichiche;
mercio e impiego dei gas tossici e delle altre sostanze
d) alla protezione sanitaria materno-infantile,
pericolose; p
all’assistenza pediatrica e alla tutela del diritto alla
d) i1 controllo de1l’idoneita dei locali ed attrez- procreazione cosciente e responsabile;
zature per il commercio e il deposito delle sostanze
e) all’igiene e medicina scolastica negli istituti
radioattive naturali ed artificiali e di apparecchi gene-
ratori di radiazioni ionizzanti; il controllo sulla ra- di istruzione pubblica e privata di ogni ordine e
grado;
dioattivita ambientale;
e) i controlli sulla produzione e sul commercio f) a1l’igiene e medicina del lavoro, nonché alla
dei prodotti dietetici, degli alimenti per la prima in- prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie
fanzia e la cosmesi. professionali;
Le regioni provvedono a11’approvvigionamento di g) alla medicina dello sport e alla tutela sani-
sieri e vaccini necessari per 1e vaccinazioni 0bbliga- taria delle attivita sportive;
torie in base ad un programma concordato con i1Mi- h) a1l’assistenza medico-generica e infermieri-
nistero della Sanita. " stica, domiciliare e ambulatoriale;
I1 Ministero della Sanita provvede, se necessario, i) all’assistenza medico-specialistica e infermie-
alla costituzione ed alla conservazione di scorte di ristica, ambulatoriale e domiciliare, per le malattie fi-
sieri, di vaccini, di presidi profilattici e di medicinali siche e psichiche;
di uso non ricorrente, da destinare alle regioni per l) al1’assistenza ospedaliera per le malattie fi-
esigenze particolari di profilassi e cura delle malattie siche e psichiche;
infettive, diffusive e parassitarie. m) alla riabilitazione;
Le regioni esercitano 1e funzioni delegate di cui a1 n) a11’assistenza farmaceutica e alla vigilanza
presente articolo mediante sub-delega ai comuni. sulle farmacie;
In relazione alle funzioni esercitate dagli ufici .di 0) 'a1l’igiene della produzione,) lavorazione, di-
sanita marittima, aerea e di frontiera e dagli uffici ve- stribuzione e commercio degli alimenti e delle be-
terinari di confine, di porto e di aeroporto, i1 Go- vande;
verno é delegato ad _em_anare, entro un anno p) alla profilassi e alla polizia veterinaria; alla
dall’entrata in vigore della presente legge, uno 0 piu ispezione e alla vigilanza veterinaria sugli anima1ide-
decreti per ristrutturare e potenziare i relativi uffici stinati ad alimentazione umana, sugli impianti di ma-
nel rispetto dei seguenti criteri: cellazione e di’ trasformazione, sugli alimenti di
a) si procedera ad una nuova distribuzione origine animale, sull’alimentazione zootecnica e sulle
degli uffici nel territorio, anche attraverso la costitu- malattie trasmissibili dagli animali a11’uomo, sulla ri-
zione di nuovi uffici, in modo da attuare il piu effi- produzione, allevamento e sanita animale, sui far-
ciente ed ampio decentramento delle funzioni; maci di uso veterinario;
b) in conseguenza, sarannorideterminate le do- q) agli accertamenti, alle certificazioni ed a
tazioni organiche dei posti previsti dalla Tabella ogni altra prestazione medico-legale spettanti al ser-
XIX, quadri B, C e D, allegata al D.P.R. 30 giugno vizio sanitario nazionale, con esclusione di quelle re-
1972, n. 748, nonché 1e dotazioni organiche dei ruoli lative ai servizi di cui alla lettera z) del1’artico1o 6.
delle carriere direttive, di concetto, esecutive, ausi-
liarie e degli operatori, prevedendo, per la copertura
>1=**
dei\posti vacanti, concorsi a base regionale.
L’esercizio della delega alle regioni, per 1e funzioni
indicate nel quarto comma, in deroga al1’articolo 34 Art. 20 .
del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, si attua a partire Attivita di prevenzione
dal 1° gennaio 1981.
Le attivita di prevenzione comprendono:
**>l= a) la individuazione, 1’accertamento ed i1 con-
trollo dei fattori di nocivita, di pericolosita e di dete-
Art. 14 rioramento negli ambienti di vita e di lavoro, in
Unita sanitarie locali applicazione delle norme di legge vigenti in materia
e a1 fine di garantire i1 rispetto dei limiti massimi in-
L’ambito territoriale di attivita di ciascuna unita derogabili di cui al1’u1timo comma de11’articolo 4,
sanitaria locale é delimitato in base a gruppi di popo- nonché al fine della tenuta dei registri di cui al penul-
lazione di regola compresi tra 50.000 e 200.000 abi- timo comma del1’artico1o 27; i predetti compiti sono
tanti, tenuto conto delle caratteristiche geomorfo- realizzati anche mediante collaudi e verifiche di mac-
logiche e socioeconomiche della zona. chine, impianti e mezzi diprotezione prodotti, instal-

»-XII—
lati 0 utilizzati nel territorio de1l’unita sanitaria lo- lavoro, da porre alle dipendenze del Ministro della
cale in attuazione delle funzioni definite dall’arti- sanita. Nel suo organo di amministrazione, sono rap-
colo 14; presentati i Ministeri del lavoro e della previdenza
b) la comunicazione dei dati accertati e la diffu- sociale, de11’industria, commercio e artigianato e del-
sione della loro conoscenza, anche a livello di luogo l’agricoltura e foreste ed i suoi programmi di attivita
di lavoro e di ambiente di residenza, sia direttamente sono approvati dal CIPE, su proposta del Ministro
che tramite gli organi del decentramento comunale, della sanita, sentito i1 Consiglio Sanitario Nazionale.
ai fini anche di una corretta gestione degli strumenti L’esercizio della delega deve uniformarsi ai se-
informativi di cui al successivo articolo 27, e 1e rap- guenti principi‘e criteri direttivi:
presentanze sindacali; a) assicurare la collocazione dell’Istituto nel
c) ' Pindicazione delle misure idonee all’elimina- servizio sanitario nazionale per tutte le attivita tec-
zione dei fattori di rischio ed al risanamento di am- nico-scientifiche e tutte le funzioni consultive che ri-
bienti di vita e di lavoro, in applicazione delle norme guardano la prevenzione delle malattie professionali
di legge vigenti in materia, e l’esercizio delle attivita e degli infortuni sul lavoro;
delegate ai sensi del primo comma, lettere a), b), c), b) prevedere le attivita di consulenza tecnico-
d) ed e) dell’artico1o 7; scientifica che competono a1l’Istituto nei confronti
d) la formulazione di mappe di rischio con l’ob- degli organi centrali dello Stato preposti ai settori
bligo per le aziende di comunicare 1e sostanze pre- del lavoro e della produzione.
senti nel ciclo produttivo e le loro caratteristiche Al1’istituto sono affidati compiti di ricerca, di
tossicologiche ed i possibili effetti sull’u0mo e sul- studio, di sperimentazione e di elaborazione delle
1’ambiente; tecniche per la prevenzione e la sicurezza del lavoro
e) la profilassi degli eventi morbosi, attraverso in stretta connessione con l’evoluzione tecnologica
l’adozione delle misure idonee a prevenirne l’insor- degli impianti, dei materiali, delle attrezzature e dei
genza; processi produttivi, nonché di determinazione dei
f) la verifica, secondo 1e modalita previste dalle criteri di_ sicurezza e dei relativi metodi di rilevazione
leggi e dai regolamenti, della compatibilita dei piani ai fini della omologazione di macchine, di impianti,
urbanistici e dei progetti di insediamenti industriali di apparecchi, di strumenti e di mezzi personali di
e di attivita produttive in genere con le esigenze di tu- protezione e dei prototipi.
tela de1l’ambiente sotto il profilo igienico-sanitario e L’Istituto svolge, ne11’ambito delle proprie attribu-
di difesa della salute della popolazione e dei lavora- zioni istituzionali, attivita di consulenza nelle materie
tori interessati. 1 dipcompetenza dello Stato di cui all’art. 6, lettere g),
Nell’esercizio delle funzioni ad esse attribuite per i), k), in), n), del1a_presente legge, e in tutte le materie
1’attivita di prevenzione le unita sanitarie locali, ga- di competenza de1_10 Stato e collabora con le unita sa-
rantendo per quanto alla lettera d) del precedente nitarie locali tramite le regioni e con le regioni stesse,
comma la tutela del segreto industriale, si avvalgono su richieste di queste ultime, _fornendo le informa-
degli operatori sia dei propri servizi _di igiene sia dei zioni e 1e consulenze necessarie per Pattivita dei ser-
presidi specialistici multizonali di cui al successivo vizi di cui agli articoli 21 e 22.
articolo 22, sia degli operatori che, nell’ambito delle Le modalita della collaborazione delle regioni con
loro competenze tecniche e funzionali, erogano le 1’Istituto sono disciplinate nell’ambito dell’attivita go-
prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione. vernativa di indirizzo e di coordinamento di cui al-
Gli interventi di prevenzione al1’interno degli am- l’articolo 5.
bienti di lavoro, concernenti la ricerca, 1’e1aborazione L’Istituto ha facolta di accedere nei luoghi di la-
e l’attuazione di misure necessarie ed idonee a tute- voro per compiervi rilevamenti e sperimentazioni
lare la salute e Pintegrita fisica dei lavoratori, con- per l’assolvimento dei propri compiti istituzionali.
nesse alla particolarita del lavoro e non previste da L’accesso nei luoghi di lavoro, é inoltre consentito,
specifiche norme di legge, sono effettuati sulla base su richiesta delle regioni, per l’espletamento dei com-
di esigenze verificate congiuntamente con le rappre- piti previsti dal precedente comma.
sentanze sindacali ed il datore di lavoro, secondo le L’Istituto organizza la propria attivita secondo cri-
modalita previste dai contratti o accordi collettivi ap- teri di programmazione. I programmi di ricerca del-
plicati nel1’unita produttiva. l’Istituto relativi alla prevenzione delle malattie e
degli infortuni sul lavoro sono predisposti tenendo
conto degli obiettivi della programmazione sanitaria
*** nazionale e delle proposte delle regioni.
L’Istituto, anche ai fini dei programmi di ricerca e
Art. 23 di sperimentazione,5opera in stretto collegamento
Delega per la istituzione dell’Istitut0 Superiore con1’Istituto Superiore di Sanita e coordina le sue at-
per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro tivita con il Consiglio nazionale delle ricerche e con i1
Comitato nazionale per 1’energia nucleare. Esso si av-
I1 Governo e delegato ad emanare, entro il 31 di- vale inoltre della collaborazione degli istituti di ri-
cembre 1979, su proposta del Ministero della sanita, cerca delle universita e di altre istituzioni pubbliche.
di concerto con i Ministri del lavoro e della previ- Possono essere chiamati a collaborare al1’attuazione
denza sociale, dell’industria, commercio e artigia- dei suddetti programmi istituti privati di riconosciuto
nato e dell’agricoltura e foreste, un decreto avente valore scientifico. L’Istituto cura altresi i col1ega-
valore di legge ordinaria per la istituzione de1l’Isti- menti con istituzioni estere che operano nel mede-
tuto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del simo settore.

— XIII —
Le qualifiche professionali del corpo dei tecnici e di sicurezza, mezzi personali di protezione, apparec-
ricercatori de11’Istituto e la sua organizzazione in- chiature, prodotti e mezzi protettivi per uso lavora-
terna, devono mirare a realizzare1’obiettivo della uni- tivo ed extra lavorativo, anche domestico;
tarieta della azione di prevenzione nei suoi aspetti b) i criteri e le modalita per i collaudi e per le
interdisciplinari. L’Istituto collabora alla formazione verifiche periodiche dei prodotti di cui alla prece-
ed all’aggiornament0 degli operatori dei servizi di dente lettera a);
prevenzione delle unita sanitarie locali. ~ 7) stabilire i requisiti ai quali devono corr-ispon-
L’Istituto provvede altresi ad elaborare i criteri per dere gli ambienti di lavoro a1 fine di consentirne1’agi-
1e norme di prevenzione degli incendi interessanti 1e bilita, nonché l’obb1igo di notifica a1l’autorita
macchine, gli impianti e 1e attrezzature soggette ad competente dei progetti di costruzione, di amplia-
omologazione, di concerto con i servizi di protezione mento, di trasformazione e di modifica di destina-
civile del Ministero de1l’interno. zione di impianti e di edifici destinati ad attivita
Nulla e innovato per quanto concerne le disposi- lavorative, per controllarne la rispondenza alle con-
zioni riguardanti le attivita connesse con l’impiego dizioni di sicurezza;
pacifico de1l’energia nucleare.
8) prevedere1’obbligo del datore di lavoro di pro-
grammare il processo produttivo in modo che esso ri-
*** sulti rispondente alle esigenze della sicurezza del
lavoro, in particolare per quanto riguarda la disloca-
Art. 24 1 zione degli impianti e la determinazione dei rischi e
dei mezzi per diminuirli;
Norme in materia di igiene e sicurezza negli ambienti
di lavoro e di vita e di omologazioni 9) stabilire le procedure di vigilanza allo scopo
di garantire la osservanza delle disposizioni in ma-
Il Governo e delegato ad emanare, entro i1 31 di- teria di sicurezza del lavoro;
cembre 1979, su proposta del Ministro della sanita 10) stabilire 1e precauzioni e le cautele da adot-
con il concerto dei Ministri competenti, un testo tare per evitare l’inquinamento, sia interno che
unico in materia di sicurezza del lavoro, che riordini esterno, derivante da fattori di nocivita chimici, fisici
la disciplina generale del lavoro e della produzione al e biologici;
fine della prevenzione degli infortuni sul lavoro e
delle malattie professionali, nonché in materia di 11) indicare i criteri e le modalita per procedere,
omologazioni, unificando e innovando la legislazione in presenza di rischio grave ed imminente, alla so-
vigente tenendo conto delle caratteristiche della pro- spensione dell’attivita in stabilimenti, cantieri o re-
duzione al fine di garantire la salute e 1’integrita fisica parti o a1 divieto d’uso di impianti, .macchine,
dei lavoratori, secondo i principi generali indicati utensili, apparecchiature varie, attrezzature e pro-
nella presente legge. I dotti, sino alla eliminazione delle condizioni di no_ci-
. L’esercizio della delega deve uniformarsi ai se- vita o di rischio accertate; '
guenti criteri direttivi: ' 12)" determinare 1e modalita per la produzione,
1) assicurare Funitarieta degli obiettivi della si- Pimmissione sul mercato e l’impiego di sostanze e di
curezza negli ambienti di lavoro e di vita, tenendo prodotti pericolosi;
conto anche delle indicazioni della CEE e degli altri 13) prevedere disposizioni particolari per settori
organismi internazionali riconosciuti; lavorativi o per singole lavorazioni che comportino
2) prevedere 1’emanazione di norme per assicu- rischi specifici;
rare i1 tempestivo e costante aggiornamento della 14) stabilire le modalita per la determinazione e
normativa ai progressi tecnologici e alle conoscenze per Paggiornamento dei valori-limite dei fattori di
derivanti dalla esperienza diretta dei lavoratori; nocivita di origine chimica, fisica e biologica di cui
3) prevedere l’istituzione di specifici corsi, anche a11’u1timo comma de11’ar.t. 4, anche in relazione alla
obbligatori, di formazione antinfortunistica e preven- localizzazione degli impianti;
zionale;
15) prevedere le norme transitorie per conse-
4) prevedere la determinazione dei requisiti fisici
guire condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro
e di eta per attivita e lavorazioni che presentino par-
esistenti e le provvidenze da adottare nei confronti
ticolare rischio, nonché 1e cautele alle quali occorre
delle piccole e medie aziende per facilitare 1’adegua-
attenersi e le relative misure di controllo;
mento degli impianti ai requisiti di sicurezza e di
5) definire 1e procedure per il controllo delle con-
igiene previsti dal testo unico;
dizioni ambientali, per gli accertamenti preventivi e
periodici sullo stato di sicurezza nonché di salute dei 16) prevedere i1 riordinamento degli uffici e ser-
lavoratori esposti a rischio e per 1’acquisizione delle vizi della pubblica amministrazione preposti a11’eser-
informazioni epidemiologiche al fine di seguire siste- cizio delle funzioni riservate allo Stato in materia di
maticamente l’evoluzione del rapporto salute-am- sicurezza del lavoro;
biente di 1avoro; 17) garantire il necessario coordinamento fra le
6) stabilire: funzioni esercitate dallo Stato e quelle esercitate nella
-a) gli obblighi e le responsabilita per la pro- materia dalle regioni e dai comuni al fine di assicu-
gettazione, la realizzazione, la vendita, il noleggio, la rare unita di indirizzi ed omogeneita di comporta-
concessione in uso e l’impiego di macchine, compo- menti in tutto il territorio nazionale nel1’applica-
nenti e parti di macchine utensili, apparecchiature zione delle disposizioni in materia di sicurezza del
varie, attrezzature di lavoro e di sicurezza, dispositivi lavoro;

~—XIV—
18) definire per quanto concerne le omologa- ciale, della sanita, de11’industria, il commercio e
zioni: Fartigianato e del tesoro, da emanarsi entro sessanta
a) i criteri direttivi, le modalita e 1e forme per giorni da1l’entrata in vigore della presente legge, e di-
l’omologazione dei prototipi di serie e degli esemplari chiarata 1’estinzione dell’Ente Nazionale per la pre-
unici non di serie dei prodotti di cui al precedente nu- venzione degli infortuni (ENPI) e de1l’AssociaZione
mero 6), lettera a), sulla base di specifiche tecniche Nazionale per il Controllo della Combustione
predeterminate, al fine di garantire le necessarie ca- (ANCC) e ne sono nominati i commissari liquidatori.
ratteristiche di sicurezza;
b) i requisiti costruttivi dei prodotti da omo- Ai predetti commissari liquidatori sono attribuiti,
logare; sino al 31 dicembre 1979, i compiti e le funzioni che
c) le procedure e le metodologie per i con- la legge 29 giugno 1977, n. 349, attribuisce ai com-
trolli di conformita dei prodotti al tipo omologato. missari liquidatori degli enti mutualistici. La liquida-
Le norme delegate determinano le sanzioni per i zione de1l’ENPI e dell’ANCC é disciplinata ai sensi
casi di inosservanza delle disposizioni contenute nel dell’artico1o 77.
testo unico, da graduare in relazione alla gravita delle
violazioni e comportanti comunque, nei casi piu A decorrere dal 1° gennaio 1980 i compiti e le fun-
gravi, l’arresto fino a sei mesi e 1’ammenda fino a lire zioni svolti da11’ENPI e dalla ANCC sono attribuiti
10 milioni. rispettivamente ai comuni, alle regioni e agli organi
Sono escluse dalla delega le norme in materia di centrali dello Stato, con riferimento all’attribuzione
prevenzione contro gli infortuni relative: all’esercizio di funzioni che nella stessa materia é disposta dal
di servizi ed impianti gestiti dalle ferrovie dello Stato, D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, e dalla presente legge.
all’esercizio di servizi ed impianti gestiti dal Mini- Nella legge istitutiva dell’Istituto Superiore per la
stero delle Poste e delle Telecomunicazioni, all’eser- Prevenzione e per la Sicurezza del lavoro sono indivi-
cizio dei trasporti terrestri pubblici e all’esercizio duate le attivita e 1e funzioni gia esercitate dall’ENPI
della navigazione marittima, aerea ed interna; e dal1’ANCC attribuite al nuovo Istituto e al CNEN.
nonché le norme in materia di igiene del lavoro rela-
tive al lavoro a bordo delle navi mercantili e degli ae- A decorrere dalla data di cui al precedente comma,
romobili al personale, centrale e periferico, de1l’ENPI e del-
l’ANCC si applicano le procedure de11’articolo 67 al
**>1< fine di individuare il personale da trasferire all’Isti-
tuto Superiore per la Sicurezza e la Prevenzione del
Art. 72 Lavoro e da iscrivere nei_ruoli regionali per essere de-
Soppressione dell’Ente Nazionale stinato ai servizi delle unita sanitarie locali e in parti-
per la Prevenzione degli Infortuni - ENPI - colare ai servizi di cui a1l’artico1o 22. I
e dellAssociazione Nazionale .
per il Controllo della Combustione - ANCC - Si applicano per il trasferimento dei beni del-
l’ENPI e dell’ANCC le norme di cui al1’artico1o 65
A Con decreto del Presidente della Repubblica, ad eccezione delle strutture scientifiche e dei labora-
previa delibera del Consiglio dei ministri, su pro- tori centrali da destinare all’Istituto Superiore per la
posta dei Ministri del lavoro e della previdenza so- Sicurezza e la Prevenzione del Lavoro (45).
D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619 (1)
lstituzione de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro
(art. 23 della legge n. 833 del 1978) _

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Art. 3


Compiti e modalita di svolgimento
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Spettano all’Istituto:
Visto l’art. 23 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, a) la ricerca, lo studio, la sperimentazione e l’e-
concernente delega per la istituzione de1l’Istituto Su- laborazione dei criteri e delle metodologie per la pre-
periore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, venzione degli infortuni e delle malattie professionali
rinnovata con l’art. 2 della legge 29 febbraio 1980, con particolare riguardo a1l’evoluzione tecnologica
n. 33; - degli impianti, dei materiali, delle attrezzature e dei
Viste le osservazioni delle regioni; processi produttivi;
Udito il parere della commissione parlamentare di b) la individuazione, in via esclusiva, dei criteri
cui a1l’art. 79 della citata legge 23 dicembre 1978, di sicurezza e dei relativi metodi di rilevazione ai fini
n. 833; ' I della omologazione di macchine, di componenti di
Sentito, in via preliminare, il Consiglio dei Mini- impianti, di apparecchi, di strumenti e di mezzi per-
stri; sonali di protezione, nonché ai fini delle specifiche
Visto il parere emesso in via definitiva dalla sud- tecniche applicative, agli effetti di quanto disposto
detta commissione parlamentare; dal testo unico previsto dall’art. 24 della legge 23 di-
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri cembre 1978, n. 833 (3).
del 31 luglio 19,80; A tal fine l’Istituto:
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Mi- 1) effettua le conseguenti attivita di ricerca,
nistri e del Ministro della sanita, di concerto con i anche promuovendo o collaborando agli interventi
Ministri del lavoro e della previdenza sociale, del1’in- effettuati, nelle materie di propria competenza, da or-
terno, del bilancio e della programmazione econo- ganismi pubblici- e privati;
mica, del tesoro, dell’industria, del commercio e ' 2) partecipa alla definizione, in campo comuni-
dell’artigianato e dell’agricoltura e delle foreste; tario ed internazionale, delle materieconcernenti gli
ambiti di cui alle lettere a) eb) del presente articolo;
3) formula, con l’apporto degli organismi e delle
. " EMANA
strutture previste all’ottavo comma dell’art. 23 della
il seguente decreto: legge 23 dicembre 1978, n. 833 con particolare riferi-
mento agli istituti universitari di medicina del lavoro,
pareri e proposte concernenti le norme relative alla
Tittolo I prevenzione negli ambienti di lavoro ed a macchine,
apparecchi, impianti ed attrezzature;
Art. 1 4) elabora e propone al Ministro anche in colla-
Costituzione borazione con l’Istituto Superiore di Sanita:
~ le metodiche standardizzate per ilprelievo,
E istituito, con sede in Roma, l’Istituto superiore la rilevazione e l’analisi dei fattori chimici,
per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, che si col- fisici e biologici di nocivita negli ambienti
loca nel Servizio Sanitario Nazionale quale organo di lavoro e definisce i limiti di esposizione;
tecnico-scientifico alle dipendenze del Ministro della — le metodiche cliniche e di laboratorio nor-
sanita. malizzate per l’accerta1nento dello stato di
L’Istituto é dotato di strutture e di ordinamenti salute dei lavoratori in relazione a speci-
particolari e di autonomia amministrativa, funzio- fiche condizioni di rischio (indicatori di
nale e tecnico-scientifica. dose e di effetto);
— le determinazioni di cui al precedente
Art. 2 punto b);
Attribuzioni del Ministro della sanita 5) provvede alla raccolta, classificazione, elabo-
razione e divulgazione delle informazioni e dei risul-
Salvo quant’altro previsto dagli articoli seguenti, il tati acquisiti;
Ministro della sanita puo sollecitare la formulazione 6) svolge funzioni di consulenza nei confronti
di pareri e proposte ed emanare direttive concernenti dello Stato, delle regioni e delle unita sanitarie locali,
i compiti affidati all’Istituto. ivi compresa l’assistenza per la formulazione dei pa-
reri tecnici nei casi di insediamenti produttivi per la
(1) Supplemento ordiuario alla G. U. n. 275 del 7 ottobre 1980. valutazione degli aspetti di impatto ambientale.

—XVI—-
Nulla é innovato per quanto concerne le attribu- Art. 7
zioni del Ministero dell’interno in materia di sicu- Funzioni del comitato amministrativo
rezza antincendi e di servizi tecnici per la tutela e
l’incolumita ai sensi delle leggi di pubblica sicurezza. I1 comitato amministrativo esercita le seguenti fun-
zioni:
a) predispone il piano di attivita da approvarsi
Art. 4
secondo le modalita di cui all’art. 23, primo comma,
Cooperazione con studiosi ed enti di ricerca
della legge 23 dicembre 1978, n. 833, ed il relativo bi-
Nello svolgimento della sua attivita, l’Istit_uto puo lancio preventivo da sottoporre all’approvazi0ne del
cooperare con organizzazioni estere ed internazio- Ministro;
nali ed enti pubblici italiani aventi analoghi fini. b) disciplina, su proposta del direttore de1l’Isti-
tuto, Forganizzazione ed il funzionamento de1l’Isti-
tuto e, per quanto non disposto dal presente decreto,
Titolo II dei suoi organi; _
c) delibera, su proposta del direttore de1l’Isti-
Ordinamento tuto, la ripartizione fra i dipartimenti dei fondi asse-
gnati all’Istituto;
Art 5 d) approva il conto consuntivo e delle attivita
Organi dell ’Istituto svolte; .
Sono organi de1l’Istituto: e) adotta i provvedimenti in materia di perso-
- il comitato amministrativo; nale e formula proposte per ilrelativo regolamento
- il comitato esecutivo; organico;
- il comitato tecnico-scientifico; f) delibera l’attribuzione di incarichi di ricerca
— il direttore de1l’Istituto. ad istituti di riconosciuto valore scientifico per 1’at-
tuazione dei programmi di ricerca previsti dai piani
sanitari nazionali;
Art. 6
g) conferisce, su proposta del direttore de1l’Isti-
Composizione efunzionamento tuto, gli incarichi di direttore di dipartimento;
del comitato amministrativo
h) esprime pareri e formula) proposte sulle altre
I1 comitato amministrativo é nominato dal Mini- materie stabilite dalle leggi e dai regolamenti e in
stro della sanita che lo presiede ed é costituito: tutti i casi in cui il Ministro della sanita o il direttore
a) da un membro designato dal Ministro della de1l’Istituto lo richiedano.
sanita, con funzione di vicepresidente; . - Le deliberazioni di cui alle lettere a), b), c), f), g) e
b) da un membro designato da ciascuno dei se- h) sono adottate sentito il parere del comitato tec-
guenti Ministri: A, _ 1 nico-scientifico.
— lavoro e previdenza sociale; -
—' agricoltura e foreste; Art. 8
— industria, commercio e artigianato; Composizione efunzionamento _
— sanita; i del comitato esecutivo
— ricerca scientifica e tecnologia;
— interno; I1 comitato esecutivo é composto:
c)_ da dodici componenti dal Consiglio Sanitario a) dal Ministro della sanita che lo presiede;
Nazionale di cui: b) dal vicepresidente;
— tre in rappresentanza delle regioni, scelti tra c) dai seguenti membri del comitato ammini-
i propri membri; strativo dallo stesso designati:
— sei in rappresentanza delle organizzazioni - un rappresentante del Ministero del Lavoro
sindacali dei lavoratori dipendenti presenti e della Previdenza Sociale;
nel CNEL; - un rappresentante del Ministero dell’Indu-
— tre in rappresentanza delle associazioni im- stria, del Commercio e dell’Artigianato;
prenditoriali e dei lavoratori autonomi pre- — tre rappresentanti delle regioni;
senti nel CNEL; — tre rappresentanti delle organizzazioni sin-
d) da tre componenti designati dall’Associa- dacali dei lavoratori dipendenti;
zione Nazionale dei Comuni Italiani; ~ un rappresentante delle associazioni im-
e) dal direttore de1l’Istituto. prenditoriali e dei lavoratori autonomi; ’
I1 Ministro procede alle nomine quando siano stati d) dal direttore de1l’Istituto.
designati i due terzi dei componenti e sia trascorso il In caso di impedimento o di assenza del presidente,
termine di trenta giorni dalla data di scadenza del co- la presidenza del comitato esecutivo é assunta dal vi-
mitato. cepresidente.
I1 comitato amministrativo dura in carica tre anni I1 comitato esecutivo si riunisce in via ordinaria
e si riunisceogni tre mesi in sessione ordinaria o, in ogni mese e in via straordinaria su convocazionedel
via straordinaria, su convocazione del presidente o presidente 0 su richiesta di almeno un terzo dei suoi
su richiesta di almeno un terzo dei componenti del componenti.
comitato stesso. < - Il comitato esecutivo:
Le deliberazioni del comitato amministrativo sono — delibera sulle materie che gli sono delegate dal
assunte a maggioranza e sono pubbliche. i comitato amministrativo;

-— XVII —
— esercita, in caso di urgenza, tutti i poteri del co- — presenta al Ministro della sanita, entro il primo
mitato amministrativo, salvo ratifica di quest’ultimo semestre di ogni anno, una relazione scritta sull’atti-
alla prima successiva riunione; vita svolta dall’Istituto nell’anno precedente e pro-
- sovraintende alla gestione e decide sulle istanze e pone lo schema di relazione sui programmi
sui ricorsi del personale; de1l’Istituto;
— adempie a tutte le attribuzioni previste da leggi o -- esercita tutte le altre funzioni attribuitegli dalle
regolamenti. ' leggi e dal regolamento adottato dal comitato ammi-
nistrativo.
Art. 9 1
Comitato tecnico-scientifico Art. 12
Il comitato tecnico-scientifico e nominato con de- Commissione permanente del comitato amministrativo
creto del Ministro della sanita ed e costituito:
a) dal direttore de1l’Istituto, che lo presiede; Ferme restando le modalita di collaborazione con
b) da dodici esperti designati dal Consiglio Sa- le regioni, previste dal quinto comma dell’art. 23
nitario Nazionale, di cui: della legge 23 dicembre 1978, n. 833, ogni determina-
— sei tra quelli operanti nel settore della medi- zione concernente l’access0 del personale de1l’Istituto
cina e igiene del lavoro e della prevenzione nei luoghi di lavoro e assunta dall’Istituto secondo le
degli infortuni e delle malattie professio- indicazioni di una commissione permanente del co-
nali, scelti nell’ambito delle universita 0 di mitato amministrativo composta:
istituti pubblici di ricerca; — dal presidente del comitato amministrativo o, in
— sei scelti tra il personale operante nei ser- caso di assenza, dal vicepresidente;
vizi e presidi multizonali di prevenzione - da cinque rappresentanti delle organizzazioni dei
delle unita sanitarie locali, appartenenti ai lavoratori;
ruoli sanitario 0 professionale;
c) dal direttore de1l’Istituto Superiore di Sanita; — da tre rappresentanti delle associazioni impren-
d) da un esperto nominato dal Ministro dell’a- ditoriali;
gricoltura e delle foreste e da un esperto nominato — da tre rappresentanti delle regioni.
dal Ministro dell’industria, del commercio e dell’arti-
gianato; ' Art. 13
e) da due esperti nominati dal Ministro del la- Nomina del direttore dell’Istituto
voro e della previdenza sociale rispettivamente per i
campi dell’organizzazione del lavoro e della tutela L’ufficio del direttore de1l’Istituto é conferito con
del lavoro delle donne e minorile; - decreto del Presidente della Repubblica, su delibera-
f) da due esperti designati uno dal CNR e uno zione del Consiglio dei Ministri previa proposta del
dal CNEN; Ministro della sanita, ad una personalita scientifica
g) da un esperto designato dal Ministro per la anche estranea all’Istituto.
ricerca scientifica e tecnologica;
L’Uflicio ha la durata di cinque anni e puo essere
h) da un esperto designato dall’INAIL;
confermato con la stessa procedura prevista per i1
i) dai direttori dei dipartimenti de1l’Istituto;
conferimento. -
l) da un esperto designato dal Ministro dell’in-
terno in materia di prevenzione incendi (4/a). L’incarico di direttore de1l’Istituto non é compati-
I1 comitato tecnico-scientifico dura in carica tre bile con il mantenimento di responsabilita di dire-
anni, si riunisce due volte l’anno e puo lavorare per zione di dipartimento o di unita funzionale.
commissioni. V A Al conferimento deve essere provveduto entro sei
I pareri vengono assunti a maggioranza. mesi dalla vacanza.

Art. 10
Compiti del comitato tecnico-scientifico Titolo III
I1 comitato tecnico-scientifico esercita la consu- Organizzazione interna de1l’Istituto
lenza scientifica in ordine alla individuazione dei pro-
grammi di attivita e formula i pareri previsti
Art. 14
dal1’ultimo comma dell’art. 7.
Organizzazione dipartimentale
Art. 11 L’Istituto é organizzato in dipartimenti operativi,
Attribuzioni del direttore dell’Istituto tra loro coordinati, che devono svolgere le attivita in-
I1 direttore de1l’Istituto e responsabile dell’attua- tegrate di:
zione dei piani di attivita e delle deliberazioni assunte — ricerca;
dal comitato amministrativo. »- proposta normativa;
In particolare, il direttore de1l’Istituto:
— sovraintende al funzionamento ed alle attivita - documentazione;
de1l’Istituto; — consulenza per gli impianti a rischio di incidente
— emette e firma i mandati; rilevante.

— XVIII —
Titolo IV tingenti di personale della ANCC e de1l’ENPI da
Gestione finanziaria comandare presso l’Istituto Superiore per la Preven-
zione e la Sicurezza del Lavoro o da iscrivere nei ruoli
regionali per essere assegnati ai servizi delle unita sa-
Art. 15 nitarie locali ed in particolare ai servizi di cui all’art.
Gestionefinanziaria
22 della legge 23 dicembre 1978, n. 833.
Per la gestione finanziaria de1l’Istituto si applicano Entro novanta giorni dalla entrata in vigore del
le norme vigenti sulla contabilita di Stato, salvo presente decreto il personale degli enti di cui al primo
quanto in deroga previsto dalla legge 7 agosto 1973, comma del presente articolo ed il personale tecnico e
n. 519. I1 finanziamento é assicurato mediante dota- sanitario centrale e periferico degli ispettorati del la-
zione di capitoli iscritti in apposita rubrica dello stato voro puo presentare domanda di comando all’Isti-
di previsione della spesa del Ministero della sanita. tuto o di iscrizione nei ruoli regionali.
L’ufficio centrale di ragioneria presso 1’Istituto Su-
periore di Sanita svolge anche il controllo ammini- I commissari liquidatori degli enti di cui al primo
strativo-contabile sui provvedimenti di impegno e gli comma del presente articolo, seguendo criteri obiet-
ordinativi di pagamento emessi dal1’Istitut0 supe- tivi concordati con le organizzazioni sindacali mag-
riore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. giormente rappresentative in campo nazionale,
provvedono entro centoventi giorni dalla entrata in
vigore del presente decreto al comando del personale
Titolo V in relazione ai contingenti di cui al primo comma.
Trattamento del personale Entro lo stesso periodo il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale provvede al comando del perso-
nale di cui al secondo comma del presente articolo ri-
_ Art. 16 ~ spettivamente all’Istituto o alle unita sanitarie locali.
Trattamento delpersonale dellIstituto
Entro lo stesso termine di cui al comma prece-
I1 trattamento del personale de1l’Istituto e regolato dente all’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Si-
in conformita della disciplina concernente il perso- curezza del Lavoro sono trasferite, con decreto del
nale de1l’Istituto Superiore di Sanita con le seguenti Ministro della sanita, le unita funzionali de1l’Istituto
integrazioni e modifiche: superiore di sanita che operano nei campi di attivita
a) viene assicurata l’autonomia funzionale ed di cui all’art. 3 del presente decreto, fatti salvi i diritti
amministrativa dei dipartimenti e delle unita funzio- di opzione del personale comandato, conservando lo
nali, nell’ambito dei programmi di attivita de1l’Isti- stato giuridico ed economico fino alla definizione del-
tuto; l’inquadramento del personale de1l’Istituto superiore
b) viene consentita, nell’ambito delle vacanze di per la prevenzione e la sicurezza del lavoro.
organico, la mobilita del _personale da e verso l’Isti-
tuto Superiore di Sanita e le strutture prevenzionali
delle unita locali; Art. 18
c) viene consentita, nell’ambito delle vacanze di Conferimento degli incarichi
organico, la possibilita di assunzione di personale per ilprimo triennio
scientifico che abbia svolto attivita prevenzionale
presso Istituti di istruzione universitaria o di ricerca Il primo conferimento degli incarichi di direzione
italiani 0 stranieri. I1 servizio prestato presso univer- dei dipartimenti e di coordinamento delle unita fun-
sita o istituzioni scientifiche straniere deve essere ri- zionali ha la durata di un triennio e viene effettuato
conosciuto con decreto del Ministro della sanita di dal comitato amministrativo sulla base di apposite
concerto con il Ministro della pubblica istruzione; graduatorie compilate secondo criteri definiti, che
d) viene stabilito il divieto di esercizio delle atti- tengano conto dei requisiti di qualificazione profes-
vita di libera professione. sionale connessi con l’espletamento di tali incarichi e
Con decreto del Ministro della sanita, da emanarsi delle anzianita elfettive di servizio nelle amministra-
entro novanta giorni dall’entrata in vigore del pre- zioni e negli enti di provenienza.
sente decreto, di concerto con il Ministro del tesoro,
vengono definite le tabelle di equiparazione per l’in-
quadramento del personale assegnato all’Istituto a Art. 19
norma del successivo art. 17. Fino al definitivo inqua- Assegnazione di beni dei disciolti ENPI ed ANCC
dramento nel ruolo organico de1l’Istituto, tale perso- Con decreto del Ministro del tesoro, di concerto
nale conserva lo stato giuridico e il trattamento
con i Ministri del lavoro e della previdenza sociale e
economico dell’ente di provenienza.
delle finanze, sono assegnati all’Istituto Superiore per
la Prevenzione e per la Sicurezza del Lavoro, strut-
Titolo VI ture scientifiche e i laboratori centrali de1l’ENPI e
dell’ANCC.
Norme transitorie
Con lo stesso decreto sono attribuite alla gestione
di liquidazione di cui all’art. 77 della legge 23 di-
Art. 17 cembre 1978, n. 833, le somme corrispondenti ai va-
Assegnazione delpersonale alle attivita dellIstituto lori inventariali dei beni stessi, da stanziare negli
Con decreto del Ministro della sanita, di concerto stati di previsione della spesa del Ministero del bi-
con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, lancio e della. programmazione economica con
da emanarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vi- espresso riferimento alla gestione dell’anno 1980 del
gore del presente decreto, sono definiti, sulla base Fondo sanitario nazionale di cui all’art. 51 della legge
dei compiti previsti dal precedente articolo -3, i con- stessa.

—XIX—~
Art. 20 Art. 22
Ordinamento dei servizi Coordinamento delle attivita degli istituti

Con decreto de1Ministro.~del1a sanita, di concerto Il coordinamento delle attivita de1l’Istituto Supe-
con il Ministro del tesoro, da emanarsi entro sei mesi riore della Prevenzione e della Sicurezza del Lavoro
dalla data di entrata in vigore del presente decreto, su e de1l’Istituto Superiore di Sanita viene realizzato
proposta del comitato amministrativo, sentito il co- mediante l’istituzione di una giunta di coordina-
mitato tecnico-scientifico, viene definito l’ordina- mento presieduta dal Ministro della sanita e com-
mento dei servizi che deve prevedere: posta dai direttori dei due Istituti e da sei
componenti, di cui tre direttori di laboratorio de1l’I-
- numero, denominazione e organizzazione in-
stituto Superiore di Sanita, designati dal consiglio
terna dei dipartimenti; dei direttori de1l’Istituto Superiore di Sanita, e da tre
- organici di ciascun dipartimento; direttori di dipartimento de1l’Istituto Superiore per la
— unita funzionali nelle quali e articolato ogni di- Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, designati dal
partimento; consiglio interdipartimentale de1l’Istituto Superiore
— modi e forme per realizzare: della Prevenzione e Sicurezza del Lavoro.
a) il coordinamento tra i dipartimenti (comitato
interdipartimentale); Art. 23
Regolamento organico delpersonale
b) la interdisciplinarieta delle attivita dell’isti-
tuto; Con decreto del Ministro della sanita da emanarsi
c) la partecipazione degli operatori alla pro- entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del pre-
grammazione dell’attivita del dipartimento sente decreto viene definito, sentite le organizzazioni
(assemblee di dipartimento) e dalla gestione sindacali maggiormente rappresentative in campo
funzionale del dipartimento (consiglio di di- nazionale, il regolamento organico, nel rispetto delle
partimento); norme contenute nel presente decreto.
d) la partecipazione delle parti sociali e degli
operatori del Servizio Sanitario Nazionale e Titolo VII
degli organismi pubblici di carattere scienti-
fico alla predisposizione ed al periodico ag- Norme finali
giornamento delle proposte di normativa ed
alla determinazione delle specifiche tecniche; Art. 24
e) la temporaneitadegli incarichi di direzione di Attribuzioni delle attivita efunzioni
dipartimento e di unita funzionale. - in campo-nucleare. -
La dotazione complessiva dei ruoli organici de1l’I-
stituto non potra comunque superare_que1la dei ruoli All’Istituto sono attribuite le funzionidi consu-
de1l’Istituto Superiore di Sanita quale prevista alla lenza nelle materie di competenza dello Stato di cui
data di entrata in vigore del presente decreto. a1l’artico1o 6, lettere i) e k), della legge 23 dicembre
1978, n. 833:
— la produzione, la registrazione, il commercio e
Art. 21 l’impiego delle sostanze chimiche e delle forme di
Coordinamento degli interventi energia capaci di alterare l’equilibrio biologico ed
per laradioprotezione dei lavoratori ecologico;
e delle popolazioni ~ i controlli sanitari sulla produzione dell’energia
In relazione a quanto disposto dall’art. 23, ottavo termoelettrica e nucleare e sulla produzione, il com-
comma, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e isti- mercio e l’impiego delle sostanze radioattive.
tuito un comitato di coordinamento tra l’Istituto Su- Nulla e innovato per quanto concerne le disposi-
periore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, zioni riguardanti le attivita connesse con l’impiego
l’Istituto Superiore di Sanita, i1 Consiglio-Nazionale pacifico dell’energia nucleare.
delle Ricerche e la Direzione di sicurezza nucleare e All’Istituto sono attribuite le funzioni gia svolte
protezione sanitaria del CNEN. dall’A.N.C.C. ai sensi dell’art.-34 della legge 31 di-
cembre 1962, n. 1860.
I1 comitato e costituito da dodici membri, tre per I1 presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
ciascuno dei predetti organismi, designati dai diret- sara inserto nella Raccolta ufliciale delle leggi della
tori di istituto e dai rappresentanti dei suddetti enti Repubblica italiana. E fatto obbligo a chiunque spetti
ed e presieduto dal Ministro della sanita.
di osservarlo e di farlo osservare.
Sono compiti del comitato: Dato a Selva di Val Gardena, addi 31 luglio 1980.
1) assicurare l’omogeneita di approccio e l’uni-
formita di interpretazione dei criteri di sicurezza per PERTINI
i lavoratori e per le popolazioni esposte ai rischi di COSSIGA - ANIASI
radiazioni ionizzanti; Foscnl - ROGNONI
2) coordinare le attivita di consulenza in materia LA MALFA - PANDOLFI
di radioprotezione nei confronti degli enti, territoriali BISAGLIA - MARCORA
e locali;
Visto, il Guarda sigilli: MORLINO
3) coordinare le azioni di cui al punto 4) dell’art. Registrato alla Corte dei conti, addi 4 ottobre 1980
3 per quanto attiene alla radioprotezione. Atti di Governo, Registro n. 30, foglio n. 6

_XX_
D.L. 30 giugno 1982, n. 390 (1)
convertito con modificazioni in Legge 12 agosto 1982, n. 597 (2)
Disciplina delle funzioni previdenziali ed omologative delle Unita Sanitarie Locali
e de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione e |a‘Sicurezza del Lavoro

MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA disposizioni di cui all’art. 2 del decreto-legge 1° luglio


1980, n. 285, convertito, con modificazioni, nella
L’ufi‘icio legislativo del Ministero di grazia e giu- legge 8 agosto 1980, n. 441.
stizia ha redatto il testo del decreto-legge 30 giugno
1982, n. 390 (pubblicato nella’ Gazzetta Ufliciale Art. 2
n. 179 del 1° luglio 1982) inserendo in esso le modi-
fiche apportatevi dalla legge di conversione 12 agosto 1. Ferme le competenze attribuite o trasferite alle
1982, n. 597 (pubblicata nella Gazzetta Ufiiciale unita sanitarie locali dagli articoli 19, 20 e 21, della
n. 233 del 25 agosto 1982). legge 23 dicembre 1978, n. 833, e attribuita, a decor-
rere dal 1° luglio 1982, a1l’ISPESL, la funzione statale
Le modifiche sono stampate con caratteri corsivi. di omologazione dei prodotti industriali ai sensi del-
Per comodita del lettore, al1’inizio di ogni l’art. 6, lettera n), n. I8, e dell’art. 24, della legge 23 di-
comma e indicato, tra parentesi, il numero che lo cembre 1978, n. 833, nonché i1 controllo di conformita
stesso occupa nell’ambito dell’articolo del testo coor- dei prodotti industriali di serie al tipo omologato.
dinato.
Restano invariati il valore e l’efficacia degli atti le- ' 2. Per omologazione di un prodotto industriale si
gislativi qui coordinati, in quanto il testo che si pub- intende la procedura tecnico-amministrativa con la
blica é stato redatto al solo fine di facilitare la lettura quale viene provata e certificata la rispondenza del
delle nuove disposizioni di legge. tipo o del prototipo di prodotto prima della riprodu-
zione e immissione sul mercato, ovvero del primo o
nuovo impianto, a specifici requisiti tecnici prefissati
Art. 1 ai sensi e per i fini prevenzionali della legge 23 di-
cembre 1978, n. 833, nonché anche ai fini della qua-
1. Nelle province in ~cui, alla data del I " luglio 1982, le lita dei prodotti. -
unita sanitarie locali non abbiano iniziato l'esercizio ef-
fettivo delle funzioni dellQ4NCC, dell’ENP-I e degli or- 3. Con decreto interministeriale dei Ministri del-
gani del Ministero del lavoro e della previdenza l’industria, del commercio e dell’artigianato, della sa-
sociale, loro trasferite dalla legge 23 dicembre I978, nita e del lavoro e della previdenza sociale possono
n. 833, ilprefetto, con proprio decreto, nomina un com- essere autorizzati all’esercizio delle funzioni di cui al
missario, il quale esercita, nel territorio della provincia, precedente primo comma anche laboratori pubblici
i compiti gia svolti daipredetti enti ed organi. o privati riconosciuti idonei, nonché l’autocertifica-
zione da parte delle aziende produttrici limitata-
2. I1 commissario di cui al precedente comma - mente alla conformita dei prodotti di serie. I
cessa, con decreto del prefetto, dalle sue funzioni al requisiti delle imprese ammesse allautocertzficazione
momento in cui le unita sanitarie locali inizieranno sono determinati con un regolamento, approvato dagli
l’effettivo esercizio delle funzioni loro trasferite e co- stessi Ministri con decreto interministeriale
munque entro il 31 dicembre 1982. .
4. Le procedure e le modalita amministrative e tec-
3. Fino alla data del 31 dicembre 1982 le regioni niche, le specifiche tecniche, le forme di attestazione e
possono chiedere ai commissari liquidatori del- le tarifle del1’omologazione sono determinate con de-
l’ENPI e dell’ANCC l’effettuazione di attivita con- creti interministeriali dei Ministri dell’industria, del
nesse all’esercizio, da parte delle unita sanitarie commercio e dell’artigianato, della sanita e del lavoro
locali, delle funzioni di cui ai precedenti comma, as- e della previdenza sociale, previo parere dellISPESL.
sumendone gli oneri a carico delle quote delfondo sa-
nitario nazionale assegnate alle singole regioni. 5. Sino a1l’emanazione dei decreti di cui al com-
ma precedente, 1’ISPESL opera alla stregua delle
4. Fermo il disposto di cui al primo comma del- procedure e tariffe vigenti presso le amministrazioni
l’art. 19 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, fino all’ema- attualmente competenti.
nazione dei decreti di cui all’art. 65 della legge
23 dicembre 1978, n. 833, e, comunque, non oltre il Art. 3
31 dicembre -1982, riguardo ai beni mobili ed immo-
bili ed alle attrezzature de1l’ENPI e dell’ANCC, salvo 1. I provvedimenti di cui agli articoli 17 e 19 del
quelli necessari per l’esercizio delle funzioni di cui al D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, riguardo al personale
primo comma del successivo art. 2, si applicano le ed ai beni dell’ANCC e de1l’ENPI sono adottati di
concerto con il Ministro dell’industria, del com-
mercio e dell’artigianato, tenendo conto anche delle
(1) G. U. n. 179 del 1° luglio 1982. competenze attribuite a1l’ISPESL ai sensi del prece-
(2) G. II. n. 233 del 25 agosto 1982. dente articolo 2.

-~XXI—
2. In attesa che l’ISPESL inizi ad esercitare le com- zionale e contabile per l’esercizio delle attivita di omo-
petenze attribuite dal precedente articolo 2, i com- logazione di cui al precedente articolo 2, primo
missari liquidatori dell’ANCC e de1l’ENPI possono comma.
essere autorizzati, con decreto interministeriale dei 3. Il comitato amministrativo del1’ISPESL di cui
Ministri della industria, del commercio e dell’artigia- all’articolo 6 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, é inte-
nato, della sanita e del lavoro e della previdenza so- grato dai seguenti componenti: "
ciale, previo parere dellISPESL, ad esercitare sino al — un rappresentante del Ministero del Tesoro, un
31 dicembre 1982 le funzioni omologative gia loro rappresentante del Ministero dell’Industria, del
spettanti ai sensi delle rispettive competenze istitu- Commercio e dell’Artigianato e un rappresentante
zionali, nonché adempimenti di gestione di compe- del Ministero delle Partecipazioni Statali, designati
tenza dell’ISPESL, a1l’uopo avvalendosi di personale dai rispettivi Ministri;
compreso nel contingente da assegnare a1l’ISPESL ai
- tre rappresentanti delle associazioni imprendito-
sensi del precedente comma, ovvero, in via provvi-
riali, tra cui quelle delle aziende a partecipazione sta-
soria, di personale compreso nel contingente da asse-
tale e dei lavoratori autonomi, nonché un
gnare alle unita sanitarie locali, e ponendo altresi gli
rappresentante delle associazioni sindacali dei quadri e
oneri finanziari, a carico delle rispettive gestioni, cui
dirigenti di azienda, designati dal Consiglio Sanitario
oontinueranno ad afl1uire, per l’anno 1982, i proventi
Nazionale, ai sensi dell’articolo 6, lettera c), del pre-
delle attivita svolte. L’ISPESL provvedera a rimbor-
detto D.P.R. 31 luglio I980, n. 619.
sare gli oneri stessi sullo stanziamento di cui al cap.
6000 dello stato di previsione della spesa del Mini- 4. Il comitato esecutivo dell’ISPESL di cui all’arti-
stero della sanita. colo 8 de1D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, e integrato dai
membri del comitato amministrativo rappresentanti,
3. Il contributo di cui all’articolo 3, secondo comma, rispettivamente, il Ministero della Sanita, il Mini-
della legge I9 dicembre 1952, n. 2390, viene assegnato stero del Tesoro e il Ministero delle Partecipazioni
alfondo sanitario nazionale di cui all’artic0lo 51 della Statali, nonché da due dei rappresentanti delle asso-
legge 23 dicembre 1978, n. 833, per essere destinato ad ciazioni imprenditoriali e dei lavoratori autonomi,
attivita di ricerca nel campo della prevenzione degli in- nonché da un rappresentante dell’ANCI.
fortuni e delle malattie professionali, a partire dalla
cessazione dell’attivitd commissariale dell’ENPI. 5. I1 comitato tecnico-scientifico dell’ISPESL, di
cui all’articolo 9 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, e in-
tegrato dai seguenti componenti:
' Art. 4 — un rappresentante del Ministero dell’Industria,
1. L’ISPESL, limitatamente all’esercizio delle fun- del Commercio e dell’Artigianato;
zioni di cui al precedente articolo 2, primo comma, — un esperto designato da1l’ENEL;
é sottoposto alla vigilanza dei Ministeri dell’Indu- — un esperto designato dall’ENI;
stria, del Commercio e dell’Artigianato, della Sanita — un esperto designato dall’IRI.
e del Lavoro e della Previdenza Sociale.
' Art. 4-bis
2. I Ministri dell’industria, del commercio e del-
l’artigianato, della sanita e del lavoro e della previ- I decretiprevisti dalpresente decreto-legge sono pub-
denza sociale possono, su conforme parere del blicati nella Gazzetta Ufliciale della Repubblica ita-
comitato amministrativo dell’ISPESL, istituire, con liana.
decreto interministeriale, di concerto con i1 Ministro
del tesoro, dipartimenti periferici dell’Istituto‘in ra- Art. 5
gione della dislocazione territoriale, della densita e
del rilievo economico e produttivo delle imprese in- I1 presente decreto entra in vigore i1 giorno stesso
dustriali utenti dell’attivita omologativa. Ad integra- della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufliciale della
zione dell’articolo 14 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, Repubblica italiana e sara presentato alle Camere
e istituito un dipartimento dotato di autonomia fun- per la conversione in legge.

— XXII -—
D.M. 23 dicembre 1982

Identificazione delle attivita omologative gia svolte nei soppressi Ente Nazionale ,
Prevenzione lnfortuni ed Associazione Nazionale Controllo Combustione,
di competenza de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione e Ia Sicurezza del Lavoro

IL MINISTRO DELL’INDUSTRIA, I1 presente decreto sara pubblicato nella Gazzetta


DEL COMMERCIO ' Ufliciale della Repubblica italiana.
E DELL’ARTIGIANATO
Roma, addi 23 dicembre 1982
e
Il Ministro dellindustria, del commercio
e dell’artigianato
IL MINISTRO DELLA SANITA
PANDOLF1

6 Il Ministro della sanita -


ALTISSIMO
IL MINISTRO DEL LAVORO
. Il Ministro
E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
del lavoro e della previdenza sociale
SCOTTI
Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833, concer-
nente la istituzione del Servizio sanitario nazionale
ed, in particolare, il terzo comma dell’art. 72;
TABELLA
Visto il D.P.R.31 luglio 1980, n. 619, concernente
l’istituzione de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione Attivita omologative riguardanti;
e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL); " — apparecchi ed impianti di sollevamento per persone
(ascensori, scale aeree ad inclinazione variabile, ponti" svi-
luppabili su carro, ponti sospesi, argani per ponti sospesi,
Visto il decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, con- ecc.); .
vertito, con modificazioni, nella legge 12 agosto 1982,
— apparecchi ed impianti di sollevamento per materiali
n. 597, concernente la.disciplina delle funzioni pre- (gru a torre, a portale, a cavalletto, a bandiera, a bicicletta,
venzionali ed omologative delle unita sanitarie locali su autocarro, autogru, argani, paranchi e relativi carrelli,
e de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicu- derrick, montacarichi, ecc.); ~ .
rezza del Lavoro; — idroestrattori a forza centrifuga;
— installazioni e dispositivi di protezione contro le sca-
Ritenuto indispensabile che siano identificate le at- riche atmosferiche; impianti di messa a terra;
tivita omologative gia svolte dai soppressi ENPI e — apparecchi ed impianti a pressione di vapore;
ANCC ed attribuite a1l’ISPESL ai sensi del primo e — apparecchi ed impianti a pressione di gas; recipienti per
del secondo comma dell’art. 2 del citato decreto- il trasporto di gas compressi, liquefatti, disciolti;
legge n. 390 del 1982; ~ apparecchiature di sicurezza e controllo per gli appa-
recchi a pressione di vapore o gas;
» apparecchi od impianti a pressione inseriti in impianti
Decretano: nucleari;
- apparecchi ed impianti contenenti liquidi caldi sotto
pressione;
Articolo unico
— vetri di sicurezza per ascensori e montacarichi — art. 14
del D.P.R. 29 maggio 1963, n. 1497;
Ai sensi ed agli effetti del primo e secondo com» - giunti ortogonali, piastre metalliche di base e tubi sal-
ma dell’art. 2 del decreto-legge 30 giugno 1982, dati per ponteggi metallici ~ decreto ministeriale 29 set-
tembre 1968 (Gazzetta Ufliciale n. 242 del 23 settembre
n. 390, convertito, con modificazioni, nella legge 12 1968);
agosto 1982, n. 597, le attivita di cui al1’allegata ta-
— dispositivi a frizione per l’arresto di fine corsa per pa-
bella, gia svolte in via istituzionale dai soppressi ranchi elettrici - decreto ministeriale 5 marzo 1973 (Gazzetta
ENPI ed ANCC 0 agli stessi comunque attribuite da Ufiiciale n. 94 de1l’11 aprile 1973);
provvedimenti del1’Autorita centrale amministrativa, — funivie bifuni destinate al servizio delle aziende agricole
sono riconosciute attivita omologative di compe- montane per il trasporto proiniscuo - decreto ministeriale 6
tenza dell’ISPESL maggio 1972 (Gazzetta Ufliciale n. 198 del 31 luglio 1972).

— XXIII —
D.lVl. 23' dicembre 1982

Istituzione dei Dipartimenti periferici per l’attivita omologativa


de1l’Istituto Superiore per Ia Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro

IL MINISTRO DELL’INDUSTRIA, Decretano:


DEL COMMERCIO Art. 1
E DELL’ARTIGIANATO -
6 Con decorrenza dal 1° gennaio 1983, sono istituiti
IL MINISTRO DELLA
e , SANITA - dipartimenti periferici dell’ISPESL presso le seguenti
sedi periferiche dei soppressi ANCC ed ENPI:
IL MINISTRO DEL LAVORO - sezioni dell’ANCC di Torino, Biella, Alessan-
E DELLA PREVIDENZA SOCIALE dria, Genova, Como, Venezia, Verona, Bolzano,
Udine, Forli, Livorno, Lucca, Terni, Ancona, Pe-
DI CONCERTO CON scara, Catanzaro, Sassari;
IL MINISTRO DEL TESORO — sedi de1l’ENPI di Milano, Brescia, Bergamo, Pia-
cenza, Padova, Firenze, Bologna, Roma, Cagliari,
Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833, concer- Napoli, Bari, Taranto, Campobasso, Potenza, Pa-
nente l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale; lermo, Catania.
Visto il D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619, concernente
l’istituzione de1l’Istituto Superiore per la Prevenzione Art. 2
e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL);
Visto il decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, con- La competenza territoriale di ciascun dipartimento
vertito, con modificazioni, nella legge 12 agosto 1982, periferico verra definita dal comitato amministrativo
n. 597, concernente la disciplina delle funzioni pre- dell’ISPESL secondo l’art. 7, punto b), del decreto del
venzionali ed omologative delle unita sanitarie locali D.P.R. 31 luglio 1980, n. 619.
e dell’ISPESL; _ I1 presente decreto sara pubblicato nella Gazzetta
Visto l’art. 4, secondo comma, del- richiamato de- Ufiiciale della Repubblica italiana. .
creto-legge n. 390 del 1982 che prevede la possibilita
di istituire, su conforme parere del comitato ammini- Roma, addi 23 dicembre 1982
strativo del1’ISPESL, dipartimenti periferici de1l’Isti-
tuto in ragione della dislocazione territoriale, della Il Ministro dell’industria, del commercio
densita e del rilievo economico e produttivo de1leim- e dell’artigianato
prese industriali utenti delle attivita omologative; PANDOLFI
Considerata l’attivita omologativa gia svolta dalle
strutture periferiche de1l’ENPI e dell’ANCC; . Il Ministro della sanita
Ritenuto, pertanto, di istituire trentatre diparti- ALTISSIMO
menti periferici del1’ISPESL, con decorrenza dalla Il Ministro
data di effettivo esercizio, da parte dell’ISPESL delle del lavoro e della previdenza sociale
funzioni stesse; I SCOTTI
Acquisito, nelle sedute dei giorni 14 dicembre 1982
e 22 dicembre 1982, il conforme parere del comitato Il Ministro del Tesoro
amministrativo de1l’ISPESL; GoRIA

— XXIV -
D.M. 21 novembre 1972 (1)

Norme per la costruzione degli apparecchi a pressione

ILMINISTRO PER IL LAVORO decreto 12 maggio 1927, n. 824, si deve tener conto,
E LA PREVIDENZA SOCIALE qualora si verifichino, delle seguenti principali condi-
D1 CONCERTO CON zioni:
IL MINISTRO PER L’INDUSTRIA, a) pressione interna;
IL COMMERCIO E L’ARTIGIANATO b) pressione esterna;
c) temperature;
Visto il regio decreto-legge 9 luglio 1926, n. 1331, d) carico idrostatico massimo del fiuido conte-
che costituisce l’Associazione Nazionale per il con- nuto in condizioni di esercizio;
trollo della combustione, convertito nella legge 16
e) peso dell’apparecchio e del suo contenuto;
giugno 1927, n. 1132;
Visto il regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, con- f) carichi massimi previsti per le condizioni di
cernente l’approvazione del regolamento di esecu- prova;
zione del precitato regio decreto-legge numero 1331; g) carichi dovuti al vento;
Visti i decreti ministeriali 1° dicembre 1927, 27 h) eventuali sovraccarichi dovuti alle sollecita-
agosto 1931, 20 agosto 1933 e 22 ottobre 1935, concer- zioni sismiche secondo le modalita previste dagli ap-
nenti, rispettivamente: l’impiego della ghisa nei reci- positi regolamenti; '
pienti a vapore ed i1 calcolo delle parti di apparecchi i) sollecitazioni localizzate dovute ai supporti,
a pressione; l’impiego della saldatura autogena nella irrigidimenti, strutture interne e tubazioni di collega-
costruzione e riparazione di apparecchi a pressione; mento;
norme integrative per l’applicazione degli articoli 43
e 44 del precitato regio decreto n. 824; nonché la co- l) carichi dinamici;
struzione e l’esercizio degli apparecchi destinati a ge- m) momenti flettenti dovuti all’eccentricita del-
nerare ed a contenere gas acetilene sotto pressione; l’asse neutro dell’apparecchio rispetto al centro di
Sentito il consiglio tecnico dell’Associazione nazio- azione della pressione;
nale per il controllo della combustione e la Confede- n) difi"erenza di temperatura le dilferenza dei
razione generale dell’industria italiana; coefficienti di dilatazione termica dei materiali adot-
Ravvisata la necessita di aggiornare la normativa tati;
vigente in armonia alle esigenze postulate dal pro- 0) fluttuazione di pressione e temperatura;
gresso tecnico; "
p) possibilita di corrosioni 0 erosioni durante
l’esercizio.
Decreta:
Artt. Art. 2. — In attuazione degli obblighi di denuncia e
di verifiche di costruzione e riparazione, il costrut-
Capol — Disposizioni per il calcolo tore o i1 riparatore degli apparecchi considerati nel
delle varie parti degli appa- ' h presente decreto deve sottoporre il progetto al1’esame
recchi a pressione . . . . . . . . 1 -7 dell’Associazione nazionale per il controllo della
Capo II — Disposizioni per l’impiego dei » combustione ai fini dell’accertamento della rispon-
materiali nella costruzione e denza del progetto alle disposizioni di cui al succes-
riparazione degli apparecchi a sivo articolo 3.
pressione . . . . . . . . . . . . . . . 8 - 15 Dell’esito dell’esame viene data comunicazione agli
Capo III — Disposizioni per l’impiego interessati. -
della saldatura nella costru-'
zione e riparazione degli ap- , I1 progetto del1’apparecchio da costruire o da ripa-
parecchi a pressione . . . . . . . 16 - 18 rare deve essere firmato dal progettista abilitato se-
Capo IV — Disposizioni comuni ai capi I condo le disposizioni in vigore e deve soddisfare le
precedenti . . . . . . . . . . . . . . 19 - 23 norme di cui al presente decreto.

Art. 3. - L’Associazione nazionale peril controllo


Capo I — Disposizioni per il calcolo delle varie parti della combustione procede alla:
degli apparecchi a pressione - a) verifica di stabilita nelle condizioni di mas-
sima pressione e temperatura previste in esercizio,
Art. 1. — Nella progettazione di generatori di va- adottando i criteri per la determinazione della solle-
pore, di recipienti di vapore o gas e di apparecchi a citazione massima ammissibile di cui ai successivi ar-
pressione in genere soggetti alle norme di cui al regio ticoli 4, 5 e 6 nonché i moduli di efficienza delle
giunzioni saldate che sono specificati in base alle pre-
(1) Pubblicato nella Gazzetta Ufliciale 2 gennaio 1973, n. 1. scrizioni di cui al capo III del presente decreto.

—XXV—
Gli spessori previsti nel disegno di progetto, al b) Reczpienti di vapore o gas:
netto dei sovraspessori imposti da esigenze di im- 2,0 - sul carico di rottura alla temperatura am-
piego e di lavorazione, non devono essere inferiori a biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
quelli derivanti dalla verifica di cui al primo com- esercizio;
ma del presente punto a). 1,5 — sul carico di scorrimento viscoso o sul ca-
Per gli apparecchi costruiti secondo le presenti rico di snervamento alla temperatura di esercizio per
norme e per i quali debbono essere effettuate modi- la verifica di stabilita nelle condizioni di esercizio;
fiche 0 riparazioni, gli spessori esistenti, al netto dei 1,1 — sul carico di snervamento alla temperatura
sovraspessori imposti da esigenze di impiego, non de- ambiente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
vono essere inferiori a quelli risultanti dalla verifica prova di pressione.
di cui al primo comma del presente punto a); c) Apparecchi costruiti in ghisa grigia:
b) verifica di stabilita nelle condizioni che si 8 — sul carico di rottura alla temperatura am-
producono durante le prove di pressione regolamen- biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
tari, adottando i criteri per la determinazione della esercizio. Tale valore puo essere ridotto a 6,5 qualora
sollecitazione massima ammissibile di cui ai succes- venga efiettuata una ricottura di distensione;
sivi articoli 4, 5 e 6 nonché i moduli di efficienza delle 3,5 — sul carico di rottura alla temperatura am-
giunzioni saldate che sono specificati in base alle pre- biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
scrizioni di cui al capo III del presente decreto. prova di pressione.
Gli spessori previsti nel disegno di progetto, al d) Apparecchi costruiti in ghisa speciale (sferoidale 0
netto dei sovraspessori imposti da esigenze di lavora- simili):
zione, non devono essere inferiori a quelli risultanti 5,5 — sul carico di snervamento alla temperatura
dalla verifica di cui al primo comma del presente ambiente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
punto b). Per gli apparecchi costruiti secondo le esercizio, riducibile fino a 4 in funzione del valore
norme del presente decreto e per i quali debbono es- dell’allungamento percentuale della ghisa nella prova
sere effettuate modifiche o riparazioni, gli spessori di trazione. Tali valori possono essere ridotti, rispetti-
non devono essere inferiori a quelli risultanti dalla vamente, a 4,5 e 3 qualora venga effettuata una ricot-
verifica di cui al primo comma del presente punto b). tura di distensione;
2,5 — sul carico di snervamento a temperatura
Art. 4. - La sollecitazione massima ammissibile ambiente per la verifica di stabilita nelle condizioni
per ciascun tipo di materiale é determinata in rela- di prova di pressione. Tale valore e riducibile a 1,5 in
zione ai valori minimi delle caratteristiche mecca- funzione del valore dell’allungamento percentuale
niche dei materiali ammessi per la costruzione degli della ghisa nella prova di trazione.
apparecchi a pressione in base alle prescrizioni indi-
e) Apparecchi costruiti in rame e sue leghe ed in allu-
cate nel Capo II del presente decreto, tenuto conto minio e sue leghe:
della variazione delle caratteristichestesse, anche a
4 — sul carico di rottura a temperatura ambiente
lungo termine, in dipendenza della temperatura.
per la verifica di stabilita nelle condizioni di eser-
cizio;
Art. 5. - Le determinazioni delle sollecitazioni
2,5 — sul carico di rottura a temperatura am-
massime ammissibili considerate al precedente arti-
biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di
colo 4 devono essere elfettuate applicando adeguati
prova di pressione.
coefiicienti di sicurezza; tali coeflicienti non debbono,
Per membrature ed apparecchi ottenuti per fu-
comunque, essere inferiori ai seguenti, salvo quanto
sione, esclusa la ghisa, i coefiicienti di sicurezza pre-
disposto all’art. 6: -
visti nel presente articolo devono essere maggiorati
a) Generatori di vapore: del 20%.
2,7 — sul carico di rottura alla temperatura am- Art. 6. - L’associazione nazionale per il controllo
biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di della combustione, su conforme parere del consiglio
esercizio; tecnico, puo ammettere la riduzione, sino ad un mas-
2,1 — sul carico di rottura alla temperatura am- simo del 10% dei coefficienti di sicurezza di cui a1pre-
biente per la verifica di stabilita nelle condizioni di cedente art. 5 previsti per la verifica di stabilita nelle
prova di pressione; condizioni di esercizio, quando si tratti di adottare,
1,6 — sul carico di scorrimento viscoso o sul ca- innovando, materiali speciali ovvero piu aifinati me-
rico di snervamento alla temperatura di esercizio per todi di calcolo o particolari controlli. '
la verifica di stabilita nelle condizioni di esercizio;
Art. 7. — Gli apparecchi, di cui al presente decreto
' 1,25 — sul carico di snervamento alla tempera- per i quali, in relazione a particolari forme costrut-
tura ambiente per la verifica di stabilita nelle condi- tive o materiali adottati, non esista, a giudizio del-
zioni di prova di pressione. 1’Associazione nazionale per il controllo della
La temperatura di progetto dei generatori di va- combustione, la possibilita di ottenere una adeguata
pore sara assunta non inferiore a 250 °C. valutazione delle condizioni di stabilita mediante il

— XXVI —-
calcolo, devono essere sottoposti a prove sperimen- Art. 13. - I materiali sottoposti a prove alla pre-
tali intese a verificarne il coefficiente di sicurezza glo- senza di un tecnico dell’Associazione nazionale per
bale mediante prove di pressione su campione spinte il controllo della combustione sono contraddistinti
fino a rottura, oppure a determinare l’effettivo stato con il marchio ufliciale dell’associazione stessa.
tensionale mediante verifiche estensimetriche 0 La punzonatura del marchio, nel caso di suddivi-
simili. » sione di un semilavorato, deve essere riportata su
ogni singola parte. p

Capo II — Disposizioni per l’impiego dei materiali Art. 14. - Per i materiali non soggetti alle prove
nella costruzione e riparazione degli appa- alla presenza di un tecnico dell’Associazione nazio-
recchi a pressione 9 nale per il controllo della combustione, il riporto del
numero di identificazionedeve essere eseguito a cura
Art. 8. — Nella progettazione di generatori di va- del costruttore dello apparecchio, il quale imprime
pore, di recipienti di vapore o gas e di apparecchi a un marchio preventivamente notificato all’Associa-
pressione in genere soggetti alle norme di cui al regio zione nazionale per il controllo della combustione.
decreto 12 maggio 1927, n. 824, si deve prevedere
Art. 15. — Qualora nella costruzione dell’apparec-
l’impiego di materiali aventi caratteristiche chimiche
chio siano previsti procedimenti di lavorazione o
o tecnologiche idonee alle condizioni di esercizio
trattamenti termici che alterino le caratteristiche ori-
degli apparecchi medesimi, tenendo conto delle esi- ginarie dei materiali in modo tale che possa esserne
genze della sicurezza per l’incolumita delle persone.
pregiudicato l’impiego, devono essere effettuate prove
Sono considerati rispondenti a quanto previsto nel aggiuntive atte a verificare che le caratteristiche mec-
presente articolo gli acciai al carbonio 0 legati in caniche e tecnologiche degli stessi non siano state
getti, laminati, fucinati, trafilati 0 simili, le ghise, il compromesse.
rame e sue leghe, l’alluminio e sue leghe, il nichel e
sue leghe, il titanio ed altri materiali, purché impie-
gati secondo le indicazioni fornite dall’Associazione Capo III — Disposizioni per l’impiego della saldatura
nazionale per il controllo della combustione, su con- nella costruzione e riparazione degli appa-
forme parere del consiglio tecnico, con la specifica- recchi a pressione
zione della denominazione corrente, dei valori delle
caratteristiche chimiche e meccaniche, nonché dei li- Art. 16. — Il costruttore 0 il riparatore dei genera-
miti inferiori e superiori delle temperature di im- tori, dei recipienti di vapore o di gas e di apparecchi
piego. V a pressione in genere soggetti alle norme di cui al
regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, deve attenersi
alle regole di buona pratica costruttiva impiegando
Art. 9. — Nella costruzione di apparecchi a pres- saldatori, procedimenti, attrezzature e materiali
sione devono essere impiegati i materia1i previsti nel idonei in relazione ai progressi tecnologici _della spe-
progetto e devono essere adottati procedimenti dila- cifica materia. A tale scopo devono essere impiegati
vorazione e trattamenti termici tali da non compro- elettrodi 0 procedimenti di saldatura riconosciuti
mettere l’idoneita dei materiali stessi allo specifico idonei dall’Associazione nazionale per il controllo
uso. della combustione e saldatori qualificati.

Art. 10. ~ I materiali da impiegare debbono essere Art. 17. —- Nella progettazione degli apparecchi di
di nota provenienza. A tal fine ciascun semilavorato cui al precedente articolo, si deve tener conto della
deve essere idoneamente identificato a cura del fab- presenza di giunzioni saldate introducendo nelle cal-
bricante il quale, per ciascuno dei predetti semilavo- colazioni moduli di efficienza i cui valori sono speci-
rati, deve rilasciare apposita certificazione. ficati dall’Associazione nazionale per il controllo
del1a_combustione, su conforme parere del consiglio
Art. 11. - Per l’osservanza di quanto previsto al tecnico, in relazione ai tipi di giunto, ai controlli ed
precedente articolo, per fabbricante del materiale de- ai trattamenti termici previsti. -
vesi intendere, nel caso di lamiere, chi ha provveduto
alla elaborazione del semilavorato eseguendo il ciclo Art. 18. — L’Associazione nazionale peril controllo
di produzione, e, nel caso di altri semilavorati, chi ha della combustione in sede di esame del progetto, pre-
provveduto alla fabbricazione degli stessi. In tale ul- scrive, dandone comunicazione agli interessati ai
timo caso, le certificazioni rilasciate dal fabbricante sensi del secondo comma dell’art. 2 del presente de-
devono riportare altresi il nominativo di chi ha prov- creto, quali controlli sulle giunzioni saldate debbono
veduto alla produzione del materiale. essere eseguiti direttamente alla presenza dei propri
agenti tecnici e quali debbono essere documentati a
cura e sotto. la responsabilita del costruttore o del ri-
Art. 12. — Le prove sui materiali da eseguire ai paratore.
sensi dell’art. 11 del regio decreto 12 maggio 1927,
n. 824, devono essere effettuate presso i laboratori
dell’Associazione nazionale per il controllo della Capo IV — Disposizioni comuni ai capi precedenti
combustione o presso altri laboratori riconosciuti,
alla presenza di un tecnico de1l’associazione mede- Art. 19. - Quando le presenti norme non siano in
sima, salvo quanto disposto in materia di esoneri in tutto o in parte tecnicamente applicabili agli appa-
esecuzione dell’art. 5 dello stesso regio decreto recchi a pressione in quanto costruiti con materiali
n. 824. speciali od aventi caratteristiche particolari costrut-

- XXVII ~
tive o funzionali, devono essere .adottate idonee mi- trollo della combustione alle prove e verifiche stabi-
sure sostitutive di sicurezza approvate, a seguito di lite dalle disposizioni a tale data in vigore, possono
istanza documentata, dalla Associazione nazionale continuare ad applicarsi le disposizioni medesime.
per il controllo della combustione, su conforme pa-
rere del consiglio tecnico. Art. 22. — I1 presente decreto entrera in vigore cen-
tottanta giorni dopo la sua pubblicazione.
Art. 20. —L’Associazione nazionale per il con-
trollo della combustione, su conforme parere del con-
siglio tecnico, emana le specificazioni tecniche Art. 23. — A partire dalla data di entrata in vigore
applicative del presente decreto. del presente decreto sono abrogate le disposizioni
contenute nei decreti ministeriali 1° dicembre 1927;
Art. 21. — Agli apparecchi a pressione che prima 27 agosto 1931; 20 agosto 1933, limitatamente agli ar-
della pubblicazione del presente decreto siano stati ticoli 2, lettera c) e punti da 1) a 8) inclusi, e 5; 22 ot-
gia sottoposti dall’Associazione nazionale per il con- tobre 1935, limitatamente agli articoli 5 e 6.

— XXVIII —
REGOLE TECNICHE
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
. 5.0 .1.
Fascicolo S.0.
Scopi e limiti della normativa
Edizione
‘ 1999

1. In relazione al D.M. 23 dicembre 1982 <<Identifi- quelle previste nelle Raccolte VSG eVSR qualora l’os-
cazione delle attivita omologative, gia svolte dai sop- servanza delle disposizioni sia connessa alle regole
pressi Ente Nazionale Prevenzione Infortuni ed per la verifica della stabilita.
Associazione Nazionale Controllo Combustione, di
competenza de1l’Istituto Superiore per la Preven- 2. L’impiego di materiali non previsti nei gruppi
zione e la Sicurezza del Lavoro», le disposizioni con- dalla presente Raccolta S é soggetto a preventiva
tenute nella Raccolta S costituiscono le specificazioni autorizzazione da parte dell’ISPESL. In tal caso l’I-
tecniche applicative del D.M. 21 novembre 1972 SPESL stabilira le procedure e le disposizioni da
<<Norme per la costruzione degli apparecchi a pres- adottare, caso per caso, sulla base delle proposte pre-
sione>>. sentate dal Costruttore.
3. Ai sensi del D.M. 21 novembre 1972, art. 16,
1.1 Le disposizioni riguardano l’impiego della sal- nella costruzione, modifica e riparazione degli appa-
datura nella costruzione, modifica e riparazione degli recchi a pressione devono essere impiegati processi
apparecchi a pressione realizzati con i materiali, am- di saldatura e/o brasatura riconosciuti idonei dal-
messi dalla Raccolta M, rientranti nelle classifica- 1’ISPESL.
zioni previste nella presente Raccolta.
4. I componenti saldati dovranno essere proget-
1.2 Per la scelta ed il dimensionamento dei giunti tati, realizzati e controllati da personale con ade-
saldati le presenti disposizioni vanno integrate con guata preparazione, esperienza e qualificazione.

3.0.1. El 1I2
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S ’ Capitolo
. _ »S. .2.
FHSCICOIO 8.0. 0
Obblighi del costruttore
' Edizione
1999

1. I1 Costruttore che realizza costruzioni saldate b) specifiche di saldature relative ai I singoli


dovra essere adeguatamente qualificato dall’ISPESL, giunti previsti in progetto, preparate secondo le indi-
anche sulla base dei requisiti previsti dalla Norma cazioni di cui al fascicolo S.4. e firmate da personale
UNI EN 729 parti 1 e 2, per membrature apparte- adeguatamente esperto e qualificato, secondo quanto
nenti alla Categoria 1, e parti 1 e 3 negli altri casi. indicato al punto a) precedente;
2. Ai sensi dell’art. 2 del D.M. 21 novembre 1972, c) elenco dei processi di saldatura qualificati se-
in sede di presentazione a1l’ISPESL del progetto di condo le prescrizioni di cui al Fascicolo S.5., indi-
costruzione, modifica o riparazione, il Costruttore cando gli estremi del certificato di qualifica;
deve dichiarare che il progetto, nel suo insieme e nei d) elenco dei saldatori e degli operatori di sal-
suoi particolari, e conforme alle prescrizioni conte- datura adeguatamente esperti e qualificati secondo
nute nella presente Raccolta. _ le prescrizioni di cui al fascicolo S.6.;
2.1 Qualora il progetto presenti diflormita nei con- e) piano dei controlli non distruttivi con le rela-
fronti delle vigenti disposizioni, esse devono essere tive specifiche di metodo, preparate e firmate da per-
esplicitamente dichiarate e tecnicamente giustificate. sonale adeguatamente esperto e qualificato secondo
' 2.2 Su tali difformita 1’ISPESL comunichera le le prescrizioni di cui al fascicolo S.9.;
proprie determinazioni con la procedura di cui al
2° comma dell’art. 2 del D.M. 21/ 11/72. f) tipo e numero dei talloni di verifica, in
accordo con 1e prescrizioni di cui al fascicolo S.10.
3. Ai fini delle determinazioni di cui all’art. 18 del
D.M. 21 novembre 1972 il Costruttore dovra presen- 4._ Per eventuali materiali, procedimenti e/o
tare, prima dell’inizio della costruzione, completa prescrizioni non ancora regolati dalla normativa
documentazione relativa a: europea, il costruttore dovra fare riferimento ad altre
a) la disponibilita di personale tecnico con ade- norme nazionali, europee ed internazionali, sen-
guata preparazione, esperienza e qualificazione nel tito preventivamente il parere dell’ISPESL e tenen-
campo delle costruzioni saldate, in accordo alla do conto delle integrazioni previste dalla presente
norma UNI EN 719; Raccolta.

S.O.2. U 1/2
)
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo 5.0. s'o'3'
Accertamenti da parte de||'ISPESL
Edizione
1999

1. Ai sensi del D.M. 21 novembre 1972 art. 18, 1) esamina la validita del piano di controllo e
1’ISPESL eifettua i seguenti accertamenti: delle specifiche di metodo;
_ a) per la qualifica del personale tecnico di cui al 2) esegue l’esame finale dei giunti saldati;
punto 3a) del capitolo S.O.2, esamina l’idoneita della 3) accetta le posizioni da radiografare, nel
preparazione, dell’esperienza e della qualificazione; caso di controllo radiografico parziale;
b) per le specifiche di saldatura, ne esamina l’a- 4) esamina le pellicole radiografiche dei
deguatezza; giunti saldati;
c) per la qualifica del processo di saldatura:
1) presenzia alla saldatura del‘ saggio ed f) presenzia al distacco dei talloni di verifica
esegue i controlli previsti, provvede alla punzonatura delle saldature 0 (quando ammesso) alla saldatura
del saggio ai fini del prelievo delle provette, presenzia dei talloni separati, esamina le relative pellicole ra-
diografiche, provvede alla punzonatura dei talloni ai
alla esecuzione delle prove previste;
d) per la qualifica dei saldatori: fini del prelievo delle provette, presenzia al1’esecu-
zione delle prove previste.
1) presenzia alla saldatura dei saggi, esegue
l’esame visivo dei giunti saldati, esamina le pellicole 2. In caso di costruzione, modifica o riparazione
radiografiche dei giunti saldati, provvede alla punzo- 1’ISPESL potra efiettuare ulteriori controlli per la ve-
natura dei saggi ai fini del prelievo delle provette, pre- rifica della corretta applicazione delle disposizioni
senzia al1’esecuzione delle prove previste; contenute nella presente Raccolta.
_ 2) nel caso di qualifiche di saldatori eseguite
da Organismi Specializzati in conformita al Fasci- 3. In caso di materiali, procedimento e/o prescri-
colo S.6., verifica la completezza e la conformita della zioni non ancora regolati dalla normativa europea
documentazione; (EN), 1’ISPESL valutera la proposta presentata dal
e) per i controlli non distruttivi: costruttore.

3.0.3. Cl 1/2
1.S.P.E.S.L.- RACCOLTAS Capitolo
8.1.11.
Fascicolo 8.1.
Suddivisione dei materiali in gruppi
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.1.A.

S.l.A.l. - Gruppi di materiali

S.l.A.l. - Gruppi di materiali loro analisi chimica, le loro proprieta in relazione a1


- processo di fabbricazione ed ai trattamenti termici
I materiali di base, utilizzati nella costruzione, mo- dopo saldatura.
difica e riparazione degli apparecchi a pressione, Questi gruppi sono applicabili indipendentemente
sono suddivisi nei gruppi riportati nelle Tabelle S1.1, dal tipo di prodotto (ad esempio lamiere, forgiati,
S1.2, S1.3, S1.4, S1.5a ed S1.5b con riferimento alla tubi, ecc).
Tabella SI.1 - Acciai

SNE§¥§g£)NTO ANALISI CHIMICA


GRUPPI . TIPO DI ACCIA1 TABELLARE TABELLARE
) N/mmz (2) (%) (2)

C = 0,25 Cu = 0,35
Si =-0,60 Ni = 0,5
Acciai con carico unitariozdi snervamento minimo pre- Mn = 1,70 Cr = 0,3 (0,4 per getti)
SAC 1 scritto Rs 3 360 N/mm ed aventi una composizione Rs = 360 Mo = 0,70 Nb = 0,05 '
chimica non maggiore di quella indicata S = 0,045 V = 0,12
P = 0,045 Ti = 0,05 .
Nessun altro elemento é specificato
Acciai con Rs 3 275 N/mmz, composizione chimica Rs = 275 Mo_= 0,08 V = 0,03 (altri elementi
SAC 1.1
come SAC 1 con le limitazioni indicate come SAC 1)
Acciai con 275 < Rs 3 360 N/mmz, composizione Mo = 0,08 V = 0,03 (altri elementi
SAC 1.2
chimica come SAC 1 con le limitazioni indicate 275 < Rs 3 360 come SAC -1)
possono eccedere i limiti per i singoli
SAC 1.3 resistenti alla corrosione atmosferica (1) Rs = 360
elem. V = 0,03
Acciai
. con. compos.
. chimica come SAC 1, con le li- Rs _-
- 360
SAC 1.4 0,08 < Mo 3 0,70 V = 0,03 C = 0,18
mitaz. Indicate (1)
Acciai con compos. chimica come SAC 1, con le limi-
SAC 1.5 Mo = 0,08 0,03 < V 3 0,12
taz. indicate (1) RS : 360
a grano fine normalizzati 0 con trattamento termomec-
SAC 2
canico e getti 360 < Rs S 460
SAC 2.1 a grano fine normalizzati e getti 360 < Rs 3 460
SAC 2.2 a grano fine con trattamento termomeccanico 360 < Rs 3 460
con trattamento termomeccanico, bonificati e induriti
SAC 3
per precipitazione (esclusi inossidabili) RS > 460
SAC 3.1 con trattamento termomeccanico e bonificati Rs 3 550
SAC 3.2 con trattamento termomeccanico e bonificati 550 { Rs 3 690
SAC 3.3 con trattamento termomeccanico e bonificati Rs > 690
SAC 3.4 induriti per precipitazione (esclusi inossidabili) (1) RS>460
SAC 4 legati al Cr Mo (Ni) - basso Vanadio (1) Cr = 0,7 Mo = 0,7 V = 0,1
SAC 4.1 legati al Cr Mo (Ni) — basso Vanadio (1) Cr=0,7 Mo=0,7 Ni=0,7 v=0,1
SAC 4.2 legati al Cr Mo (Ni) — basso Vanadio (1) Cr=0,3 Mo=0,7 Ni=l,5 V=0,1

(1) Materiali di scarso impiego nel campo della costruzione delle membrature a pressione, vedere Raccolta M per i mate-
riali effettivamente previsti.
(2) I1 segno = indica la percentuale massima.

7 $.1.A. El 1/4
Tabella SI.I - Acciai
SNERVAMENTO ANALISI CHIMICA
GRUPPI - TIPO DI ACCIAI
MINIMO TABELLARE
TABELLARE
N/mmz (2) (%) (2)

C = 0,35 Cr = 10
SAC 5 legati al CrMo(Ni) - assenza di Vanadio Mo = 1,2 (assenza di V)

C = 0,35 0.75 3 Cr 31,5


SAC 5.1 legati al CrMo(Ni) - assenza di Vanadio Mo = 0,7

C = 0,35 1,5 < Cr 3 3,5


SAC 5.2 legati al CrMo(Ni) - assenza di Vanadio 0,7 < Mo 3 1,2

C = 0,35 3,5 < Cr 3 7,0


SAC 5.3 legati al CrMo(Ni) - assenza di Vanadio 0,4 < Mo 3 0,7

C = 0,35 7,0 < Cr 3 10,0


SAC 5.4 legati al CrMo(Ni) - assenza di Vanadio 0,7 < Mo 3 1,2

SAC 6 legati al CrMo(Ni) - alto Vanadio (1) C=12,5 Mo=1,2 V=055

0,3 3 Cr 3 0,75 Mo = 0,7


SAC 6.1 legati al CrMo(Ni) - alto Vanadio (1) V = 0,35

0,75 3 Cr 3 3,5
SAC 6.2 legati al CrMo(Ni) - alto Vanadio (1) 0,7 <,Mo 3 1,2 V = 0,35

3,5 < Cr 3 7,0 Mo = 0,7


SAC 6.3 legati al CrMo(Ni) - alto Vanadio (1) 0,45 3 V 3 0,55

7,0 < Cr 3 12,5


SAC 6.4 legati al CrMo(Ni) - alto Vanadio (1) 0,7 < Mo 31,2 V = 0,35

inossidabili ferritici, martensitici 0 induriti per preci- C = 0,35 10,5 < Cr < 30,0
SAC 7
pitaz. (1)

SAC 7.1 inossidabili ferritici (1) C = 0,35 10,5 3 Cr 3 30,0

SAC 7.2 inossidabili martensitici (1) C = 0,35 10,5 3 Cr 3 30,0

SAC 7.3 inossidabili induriti per precipitazione (1) C = 0,35 10,5 3 Cr 3 30,0

SAC 8 austenitici

SAC 8.1 inossidabili austenitici Cr= 19

SAC 8.2 inossidabili austenitici Cr>19

SAC 8.3 inossidabili austenitici al Manganese 2<Mn39

SAC 9 Legati al Ni Ni=10

SAC 9.1 Legati al Ni Ni=3

SAC 9.2 Legati al Ni 3,0 < Ni 3 8,0

SAC 9.3 Legati a1Ni m<mgw


SAC 10 inossidabile austeno-ferritico (duplex)

SAC 10.1 inossidabile austeno-ferritico (duplex) Cr=24-I

SAC 10.2 inossidabile austeno-ferritico (duplex) Cr>24

i (1) Materiali di scarso impiego nel campo della costruzione delle membrature a pressione, vedere Raccolta M per 1 mate-
riali effettivamente previsti.
(2) I1 segno = indica la percentuale massima.

S.1.A. CI 2/4
Tabella SI.2 - Alluminio e sue leghe

GRUPPI TIPO
ANALISI CHIMICA TABELLARE
(%) (1)
SAl21 Alluminio Alluminio puro
Impurezze o elementi di lega: =1. .
S Al 22 Leghe non trattabili termicamente Mg = 5,6
S Al 22.1 Leghe non trattabili termicamente Mg = 3,0
S Al 22.2 Leghe non trattabili termicamente 3,0 3 Mg 3 5,6
S A123 Leghe trattabili termicamente
S Al 23.1 Leghe Al-Mg-Si trattabili termicamente
S Al 23.2 Leghe Al-Zn-Mg trattabili termicamente
S A124 Getti di lega di Alluminio - Silicio Cu=1
S Al 24.1 Getti di lega di Alluminio - Silicio Cu=1 5,0<Si315,0
S Al 24.2 Getti di lega di Alluminio - Silicio - Magnesio Cu =1 5,0 < Si 3 15,0 0,1 <Mg 30,8
SAl 25 Getti di ‘lega di Alluminio - Silicio - Rame 5<Si3l4 l<Cu35 Mg=0,8
SA] 26 Getti di lega di Alluminio - Magnesio 2,0 < Mg 5 12,0
SA] 27 Getti di lega di Alluminio - Rame 2,0 < Cu 3 6,0

Tabella S1.3 - Rame e sue leghe _

GRUPPI TIPO
ANALISI CHIMICA TABELLARE
' (%) (1)
SCu 31 Rame puro
S Cu 32 Leghe rame-stagno
S Cu 32.1 Leghe rame-zinco binarie
S Cu 32.2 Leghe rame-zinco complesse
SCu 33 Leghe rame-stagno
SCu 34 Leghe rame-niche] '
SCu 35 Leghe rame-alluminio
SCu 36 Leghe rame-nichel-Zinco
SCu 37 Leghe di rame bassolegate altri elementi < 5
(non incluse nei gruppi Ila 31 a 36) (oltre i1 rame)
SCu 38 Leghe di rame altri elementi Z 5
(non incluse nei gruppi da 31 a 36) ' (oltre i1 rame)

Tabella SI.4 - Nichel e sue leghe

GRUPPI TIPO
ANALIS1 CHIMICA TABELLARE
(%) (1)
SNi 41 Nichel puro
SNi42. Leghe _nichel-rame (Ni/Cu) NiZ45 CuZl0
SNi 43 Leghe nichel-cromo (Ni/Cr/Fe/Mo) Ni240 A
SNi 44 Leghe niche]-molibdeno (Ni/Mo) NiZ45 Mo=30
SNi 45 Leghe nichel-ferro-cromo (Ni/Fe/Cr) . NiZ30
SNi 46 Leghe nickel-cromo-cobalto (Ni/Cr/C0) NiZ45 C0210
SNi 47 Leghe nickel-ferro-cromo (Ni/Fe/Cr/Cu) ' NiZ45
SNi 48 Leghe nickel-ferro-cobalto (Ni/Fe/Co/Cr/Mo/Cu) 253Ni345 FeZ20

(1) I1 segno = indica la percentuale massima.

9 S.1.A. U 3/4
Tabella SI.5a - Titanio e sue leghe

GRUPPI TIPO
ANALISI CHIMICA TABELLARE
(%) (1)
STi51 Titanio Titanio puro
STi 51.1 02 = 0,20
STi 51.2 0,20 < 02 3 0,25
STi 51.3 0,25 < 02 3 0,35
STi 51.4 0,30 < 02 3 0,40
STi 52 Leghe Alpha Ti-0,2 Pd
Ti-2,5 Cu
Ti-5A1-2,5Sn
Ti-8A1-1M0-1V
Ti-6A1-2Sn-4Zr-2M0
Ti-6A1-2 Nb-1 Ta-0,8 Mo

STi 53 Leghe alpha-beta Ti-3A1-2,5 V


Ti-6A1-4 V
Ti-6A1-6V-2 Sn
Ti-7A1-4 Mo
STi 54 Leghe Beta Ti-10 V-2 Fe-3 A1
Ti-13 V-l1Cr-3 Al
Ti-11,5Mo-6Zr-4,5 Sn
Ti-3 Al-8V-6Cr-4Zr-4 Mo

Tabella S1.5b - Zirconio e sue leghe

GRUPPI TIPO
ANALISI CHIMICA TABELLARE
1
(%) (1)
1
S Zr 61 Zirconio
SZr 62 Leghe di Zirconio 2,5 Nb
1

(1) I1 segno = indica la percentuale massima.

6
1
I
1

S.1.A. U 4/4
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo S.1.B. . . . . S.1.B.
lmpiego (.161 matenah a bassa temperatura
Edizione
1999-

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.1.B.

S.1.B.l. - Generalita
S.1.B.2. - Definizioni '
S.1.B.3. - Metodo I." Regola pratica “(applicabile a tutti gli acciai di cui alla Tabella S1.1 con le limita-
zioni di cui alla Tabella S1.6).
S.1.B.4. - Metodo 2." Regola pratica sviluppata sui principi della meccanica della frattura e sulla base
di esperienze operative (applicabile solo agli acciai al C, al C-Mn, a grano fine e legati al
Ni (1,5-:—5%) con snervamento 3 460 N/mm2 appartenenti ai gruppi SAC 1, SAC 2,
SAC 9.1, SAC 9.2).
S.l.B.5. - Metodo 3 : Analisi con la meccanica dellafrattura (applicabile nei casi non coperti dai metodi
I e 2). _
S.l.B.6. - Metalli e leghe non ferrose
S.l.B.7. - Prove di resilienza

S.1.B.1. - Generalita S.1.B.2. - Definizioni


1. Minima temperatura del metallo (TM)
1. Nel capitolo vengono descritti i requisiti richiesti
ai materiali di base ed alle relative giunzioni saldate La minima temperatura del metallo TM é la tem-
quando vengono utilizzati per la costruzione, la mo- peratura piu bassa prevista per ognuna delle seguenti
difica e la riparazione degli apparecchi a pressione condizioni di esercizio del componente:
impiegati a bassa temperatura. — temperatura durante le normali condizioni di
esercizio; . '
In generale i criteri si riferiscono ai requisiti della — temperatura durante1’avviamento e -la fermata;
resilienza alle temperature specificate per i materiali —' temperatura che puo intervenire durante possi-
base. Le stesse proprieta, garantite dalle norme dei bili emergenze di processo;
materiali base stessi, dovranno essere verificate anche — temperatura durante la prova idraulica o pneu-
in corrispondenza delle giunzioni saldate. matica del componente.
I1 Capitolo prevede tre metodi alternativi per de- 2. Temperatura diprogetto (TR)
terminare le caratteristiche di tenacita al fine di evi- La temperatura di progetto (TR) e la temperatura
tare la rottura fragile dei materiali impiegati a bassa usata per determinare le prescrizioni dell’energia as-
temperatura; rispettivamente: - sorbita. TR é ricavata aggiungendo la temperatura
Metodo I — Regola pratica sviluppata sulla base di TS a quella minima del metallo TM.
esperienze operative, applicabile a tutti i materiali,
ma limitata agli spessori per i quali l’esperienza esiste
TR=TM+TS
(vedere Tabella S1.6);
Metodo 2 — Regola pratica sviluppata sui prin-
cipi della meccanica della frattura e sulla base di Tutte le applicabili combinazioni delle temperature
esperienze operative applicabile solo agli acciai TM e TS dovranno essere considerate ed il piu basso
al C, al C-Mn e debolmente legati aventi snerva- valore della temperatura TR dovra essere usato per la
mento 3 460 N/mmz. La regola, rispetto al Metodo determinazione della temperatura di esecuzione della
1, é applicabile ad un campo piu ampio di spessori e prova di resilienza Tkv.
risulta essere meno restrittiva per gli spessori sottili
3. Temperatura di correzione (TS)
(vedere Tabella S1.9);
TS e la temperatura di correzione da utilizzare per
Metodo 3 - Applicazione dell’ana1isi con la mecca- la determinazione della Temperatura di progetto
nica della frattura. Questa regola generale é applica- (TR).
bili nei casi non coperti dai Metodi 1 e 2. La regola, TS dipende dal livello di sollecitazione della mem-
inoltre, puo essere utilizzata per giustificare eventuali bratura, alla temperatura minima del metallo TM,
deviazioni rispetto alle prescrizioni specificate. I1 Ca- espressa come percentuale della sollecitazione mas-
pitolo contiene solo una guida generale sull’uso del sima ammissibile.
metodo che potra essere impiegato solo dopo parere I valori di TS per le varie condizioni dei materiali
favorevole da parte dell’ISPESL. sono indicati nella Tabella S1.7.

S.1.B. El 1/10
4. Temperatura della prova di resilienza (Tkv)
Tkv é la temperatura di esecuzione della prova di
1
I materiali base, i giunti saldati e le zone termica-
mente alterate di questi ultimi, per una data tempera-
resilienza. tura di progetto TR ed uno spessore SB devono
rispettare i valori di resilienza KV alla temperatura
5. Energia assorbita (KV) di esecuzione Tkv specificati dalla Figura applicabile
L’energia assorbita KV e quella riscontrata con la ricavata dalla Tabella S1.9. I valori di TR saranno
prova Charpy V eseguita secondo le prescrizioni della calcolati da TM usando i valori di TS ricavabili dalla
norma EN 10045-1. Tabella S1.7.
Per i valori di resilienza richiesti si deve fare riferi-
6. Spessore di riferimento SB A mento ai valori di snervamento tabellari del mate-
SB e lo spessore di riferimento per le Tabella S1.6, riale base.
Sl.9 e per le Figure S1.1 -2- S1.5, in relazione alla tem-
peratura di progetto TR del componente, ai fini della 2. Procedura per spessori inferiori a 10 mm
determinazione della temperatura Tkv, di esecuzione Per spessori di saldatura inferiori a 10 mm e tem-
della prova di resilienza. perature di progetto TR non inferiori a quelli indicati
SB e basato sullo spessore nominale dei compo- nella Tabella S1.10, la temperatura di esecuzione della
nenti, incluso il sovraspessore di corrosione. Per le prova di resilienza Tkv e 20°C. I valori di resilienza
giunzioni saldate SB e lo spessore di saldatura defi- ottenuti devono soddisfare quelli prescritti nella
nito nel Fascicolo S2.2. norma del materiale di base.
Per temperature di progetto TR inferiori ai valori
S.l.B.3. - Metodo I: Regola pratica (applicabile a indicati nella Tabella S1.l0, la prova sara eseguita in
tutti gli acciai di cui alla Tabella S1.I con le limita- accordo alla curva relativa a 10 mm della Figura ap-
zioni di cui alla Tabella S1.6) plicabile (Sl.1 - Sl.4). I valori dell’energia assorbita
1. Generalita _ (KV) per le provette a spessore ridotto sono indicati
nella Tabella S1.1l
I valori dell’energia assorbita (KV), per i materiali
di cui alla Tabella S1.1, sono indicati nella Tabella
Sl.6. Tali valori, riferiti alla temperatura Tkv, do- S.1.B.5. - Metodo 3: Analisi con la meccanica della
vranno essere garantiti nel materiale base (MB), nella frattura
zona termicamente alterata (ZTA) e nella zona fusa 1. Generalita
(ZF) delle saldature. I1 metodo puo essere utilizzato nei seguenti casi:
Una procedura alternativa alla Tabella S1.6 per gli - per giustificare l’impiego di materiali, e delle re-
acciai al C, al C-Mn, a grano fine e legati al Ni lative giunzioni saldate a temperature inferiori ai li-
(1,5+5%) con snervamento 3 460 N/mm é quella miti prescritti dalla racc0.l_ta M; - , -
prevista dal Metodo 2 nella Tabella Sl.9. 11 Metodo — in presenza di difetti oltre i limiti ammessi dalla
2 puo essere usato con una Temperatura di Progetto presente Raccolta;
(TR) piu bassa rispetto al corrispondente valore rica-
— nel caso di impiego di materiali aventi lo spes-
vato dalla Tabella Sl.6.
sore superiore al massimo previsto.
2. Temperatura di correzione (TS) Tale metodo potra essere impiegato solo previo be-
I valori della temperatura di correzione TS sono nestare da parte dell’ISPESL ed a fronte di una pro-
definiti nella Tabella S1.7 cedura di valutazione elaborata dal Costruttore ed
approvata da11’ISPESL. .
3. Prescrizioni addizionali per gli acciai legati al Ni
(gruppi SAC 9) quando lo spessore non é superiore a 5 S.l.B.6. - Metalli e leghe nonferrose '
mm.
Per i materiali appartenenti ai gruppi SAC 9, nella Per i giunti di materiali quali nichel, rame, allu-
condizione AW (non trattato) o PWHT (con tratta- minio titanio e relative leghe le prove di resilienza
mento termico dopo saldatura) la prova di resilienza sono richieste quando previsto dalla raccolta M.
non e richiesta quando la minima temperatura del I valori richiesti e le temperature di prova sono
metallo (TM) non e inferiore ai valori indicati nella quelli previsti dalla Raccolta M.
Tabella Sl.8.
S.l.B.7. - Prove di resilienza.
S.1.B.4. - Metodo 2: Regola pratica sviluppata sui Quando richieste, le prove di resilienza devono es-
principi della meccanica dellafrattura e sulla base a'i sere eseguite sui saggi di qualifica dei procedimenti di
esperienze operative (applicabile solo agli acciai al saldatura e sui talloni di verifica se previsti nel fasci-
C, al C-Mn a granofine e lejgati al Ni (I,5+5%) con colo S.10.
snervamento 3 460 N/mm appartenenti ai gruppi Le prove di resilienza devono essere di tipo Charpy
SAC I, SAC 2, SAC 9.1, SAC 9.2)
V, in accordo alla norma EN 10045.
1. Generalita Le posizioni di prelievo delle provette devono es-
I1 metodo, basato sulla meccanica della frattura, sere in accordo alle prescrizioni della norma EN 288
puo essere usato per determinare i requisiti per evi- par.7.4.4.
tare la rottura fragile degli acciai al C, al C-Mn, a Sono richieste tre provette per ogni zona del
grano fine e lezgati al Ni (1,5+5%) aventi snervamento giunto: materiale base, zona fusa e zona termica-
3 460 N/mm . ~ mente alterata.‘
Con questa procedura la temperatura di esecu- La media dei valori della resilienza corrispondenti
zione della prova di resilienza (Tkv) non e uguale alla alle tre provette non deve essere inferiore al valore ri-
temperatura di progetto (TR). chiesto.

S.1.B. Cl 2/10
Solo il valore corrispondente ad una provetta pub Alternativamente, puo essere scelta la riduzione
essere inferiore al valore minimo richiesto, ma non proporzionale dei valori dell’energia assorbita pre-
inferiore al 70% dello stesso. scritti, secondo quanto indicato nella tabella S1.l2.
I valori‘ specificati per i materiali base sono riferiti
alla direzione trasversale.
Se tali valori non sono tabellati, i valori minimi 2. - Provette ridotte per componenti per i quali non é
dell’energia assorbita specificati per le provette rica- possibile ricavare provette di dimensione uguale allo
vate nella direzione longitudinale dovranno essere spessore di riferimento
moltiplicati per i1 fattore 1,5 per gli acciai al C, al
C-Mn, a grano fine e bassolegati con snervamento In questi casi (p.e forme particolari dei compo-
3 460 N/mmz; per gli altrimateriali si dovra far rife- nenti e/o procedure di saldatura e talloni di pro-
rimento alla norma di prodotto. duzione) la prova deve essere eseguita ad una tempe-
ratura inferiore a quella prescritta per 1e provette a
1. - Provette ridotte ricavate da sezioni con spessore pieno spessore (l0x10 mm); l’abbassamento della
inferiore a I0 mm temperatura richiesto e indicato nella Tabella S1.l2.
Per spessori inferiori a 10mm, i valori-equivalenti Le prove devono essere eseguite sullo spessore
dell’energia assorbita per provette con spessore ri- massimo ottenibile dalle dimensioni del pezzo in
dotto sono indicati nella Tabella S1.ll. esame.

Tabella Sl.6 - Prescrizioni generali per prevenire la rotturafragile a bassa temperatura

Valori T°‘:E;“"
GRUPPI DI MATERIALI
di resilienza di esecw Limitazione spessore NOTE
richiesti . riferimento (SB)
Kw» Tara.
Acciai ferritici ed acciai legati al Ni 27 (5) TR non trattato (AW) RSS3“) N/1111112
(1,5 — 5% Ni) 3 30mm
(SAC 1, SAC 2, SAC 4, SAC 5 trattato (PWHT) 7
SAC 7, SAC 9.1, SAC 9.2) 27(5) TR (1) . 360mm 3l0<Rs3460N/mm2

Acciai legati al 9% Ni, (SAC 9.3) 40 -196

Materiali d’apporto (4) e materiali 40 (3) -196 (4)


base da getto di acciaio inossidabile
austenitico (2)
(SAC 8)

‘ 40 TM ' 5 30 Limitato a TM 3 -30°C


Acciai inossidabili austenoferritici
(SAC 10) <5 Solo per la condizione ~
— non saldato e TM Z —50°C

(1) La prova di resilienza sara eseguita anche sul tallone di produzione in corrispondenza della ZF, ZTA e MB
aTkv = TR; sono richiesti 27 J.
(2) Vedere Raccolta M per la minima temperatura di progetto TM per gli acciai austenitici solubilizzati.
(3) Quando la norma del materiale base prescrive valori piu elevati della resilienza, detti valori devono essere
garantiti anche in saldatura a Tkv —196°C se TR 3 — 196°C.
(4) Per TR 3 —196°C, la prova sara eseguita a Tkv = —l96°C. Per i requisiti del materiale base, vedere la norma
del materiale e le prescrizioni contenute nella Raccolta M.
(5) Per TR 3 20°C.

Tabella S1.7 - Temperatura di correzione (TS)


Percentuale della sollecitazione
masslma ammlsslblle Sollecitazione massima
CONDIZIONE
> 75%;
3 100%
< 75%
_
< 50%

S 5° N/mm’

Saldature sottoposte al trattamento termico 0 °C +10 °C +25 °C +50 °C

Saldature non sottoposte


al trattamento termico 0 °C 0 °C 0 °C +40 °C
spessore di riferimento (SB) < 30mm

S.1.B. El 3/10
Tabella SL8 - Minima temperatura del metallo (TM)

Acciai legati al Ni: Gruppo SAC 9.1. Ni < 3,5% - 60 °c


Acciai legati al Ni: Gruppo SAC 9.2. Ni = 3,5% - 100 "c
Acciai legati al Ni: Gruppo SAC 9.2 . Ni35% - 120 °c
Acciai legati a1Ni: Gruppo SAC 9.3. Ni 3 9% - 200 "c

TabellaS1.9 - Prescrizionidi resilienza

Figura applicabile per la definizione di Tkv (1)


Snervamento min. Valori di resilienza KV richiesti
del materiale base utilizzando la provetta 10><10mm
[N/mmz] [J] non saldato e saldature saldature non trattate
' trattate termicamente (PWHT) termicamente (AW)

3 310 27 Sl.l S1.2

40 Sl.1 S1.2
> 310 3 360
27 S1.3 S1.4a

40 S1.l S1.2
> 360
27 S1.3 S1.4b

(1): Per i materiali aventi lo snervamento minimo specificato > 310 N/mm’, i1 valore dell’Energia assorbita (KV) alla temperatura TKv
prescritto dalle Figure S1.1 ed Sl.2 é 40 J.
Quando la norma di prodotto (e/o la scheda relativa inserita nella Raccolta M) specifica 27 J per il materiale base, si applies. la Figura
S1.3. per le saldature trattate termicamente (PWHT); per le saldature non trattate termicamente (AW) si applicano le Figzure Sl.4a ed
S1.4b rispettivamente per i materiali aventi lo snervamento minimo specificato > 310, 3 360 N/mmz oppure > 360 N/mm .

Tabella SI.I0 - Temperature minime di progetto (TR)


per spessori < I0 mm e Tkv = 20 "C
AW PWHT
Spessore Non trattate termicamente Trattate termicamente
[mm] 1°C] 1°C]
8 -20 -35

6 -25 -40

4 -40 -55

2 -55 -70

Tabella SI.11 - Valori equivalenti dell’energia assorbita per provette


a spessore ridotto ricavate da sezione con spessore inferiore a I0 mm
10mm >< 10mm 10mm >< 7,5mm i 10mm >< 5mm 10mm >< 2,5mm

27] 22.1 19] 10J

40J 32] 28] 15]

S.1.B. El 4/10 14
Tabella S1.]2 - Valori equivalenti dell’energia assorbita per provette
a spessore ridotto ricavate da sezioni con spessore maggiore di 10 mm

Prescrizioni per provette a spessore ridotto


Valori richiesti - Dimensioni
di resilienza KV provetta (mm >< mm) KV Dimension; Abbassamemo
provetta (mm >< mm) della Tkv

20] 7,5 >< 10 Tkv -5 °C


27.1 10>< 14] 5,0 >< 10 Tkv -20 °C
7J 2,5 >< 10 Tkv -40 °C
30J 7,5 >< 10 Tkv -5 “C
40] l0><l0 20] 5,0 >< 10 Tkv -20 °C
10J 2,5 >< 10 Tkv -40 °C
l4".l 5,0 >< 10 Tkv - 15 °C
20J 7,5 >< 10
7J 2,5 >< 10 Tkv -35 °C
20.1 5,0 >< 10 Tkv - 15 “C
30J 7,5 >< 10
10] 2,5 >< 10 Tkv -35 °C

14] 5,0 >< 10 7J 2,5 ><' 10 Tkv -20 °C

20.1 5,0 >< 10 10] 2,5 >< 10 Tkv -20 °C

S.1.B. El 5/10
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I.S.P.E.S.L. I RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo 8.2. S.2.
Modulo di efficienza dei giunti saldati
Edizione
1999 '

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.2.

S.2.l. I Categorie e moduli di efiicienza


S.2.2. I Spessore di saldatura _\
S.2.3. I Scella della categoria

S.2.l. I Categorie e moduli di efiicienza 1.1 Con riferimento anche agli artt. 4,5 ed al Titolo
II (Esoneri) del D.M. 21/5/74, i giunti saldati appar-
1. Le Tabelle S2.lA, S2.1B, S2.1C, S2.1D, S2.lE in- tenenti alla categoria III della Tabella S2.lA, sono
dicano le categorie in cui sono suddivisi i giunti sal- ammessi soltanto nei seguenti apparecchi:
dati, agli effetti del loro modulo di eflicienza, e ne
evidenziano i relativi controlli di produzione pre- — generatori di vapore d’acqua per i quali il pro-
scritti. Le Tabelle precisano inoltre i limiti degli spes- dotto della pressione di progetto in bar per la capa-
sori di saldatura per ciascuna categoria. cita totale in litri non superi 300 e la pressione di
progetto non superi 10 bar;
S.2.2. I Spessore dz‘ saldatura — generatori di vapore d’acqua ad attraversamento
1. Si intende convenzionalmente come spessore di meccanico per i quali il prodotto della pressione di
saldatura: A progetto in bar per la capacita totale in litri non su-
peri 3000 e la pressione di progetto non superi 12
1.1 Nel caso di giunti testa a testa: il minore tra
bar e nei quali la separazione del vapore dal livello
quelli degli elementi collegati misurati in corrispon-
del liquido non é netta;
denza dei lembi da saldare.
1.2 Nel caso di giunti non testa a- testa: — generatori di vapore d’acqua con pressione di
— per i giunti d’ango1o che collegano fondi curvi progetto non superiore a 1 bag superficie di risca1daI
intermedi al mantelloz il maggiore dei due spessori mento non superiore a 100 m e producibilita di va-
del mantello 0 del fondo; . _ pore al carico massimo continuo non superiore a 2
4 per i giunti che collegano il mantello a piastre tu- t/h;
biere, fondi piani, coperchi 0 parti similari: i1 minore — recipienti di vapore d’acqua autoproduttori per i
tra gli spessore collegati; quali il prodotto della pressione di progetto in bar,
— per i giunti che collegano boechelli al mantello 0 per la capacita in litri non superi 300 e la pressione
fondoz lo spessore del mantello 0 fondo 0 quello del- di progetto non superi 10 bar;
l’eventuale piastra di rinforzo se di spessore mag-
giore; — recipienti di vapore d’acqua non autoproduttori
— per i giunti che collegano il bocchello alla per i quali il prodotto della pressione di progetto in
flangia: lo spessore del bocchello; bar per la capacita in litri non superi 400 e la pres-
— per le giunti che collegano parti a pressione a sione di progetto non superi 10 bar;
parti non a pressione: lo spessore della parte a pres-
— recipienti di vapore d’acqua di capacita non su-
sione nella zona di collegamento;
periore a 2000 litri e con pressione di progetto non
— per i giunti tubo-tronchetto, con tronchetto ap-
superiore a 1 bar;
poggiato: 10 spessore del tronchetto;
— per i giunti tuboItr0nchett0, con tronchetto pas- — recipienti di gas 0 di vapori diversi dal vapore
sante: lo spessore del tubo principale. d’acqua di qualsiasi tipo aventi prodotto della pres-
1.3 Nel caso di materiali placcati: 10 spessore del sione di progetto in bar per la capacita in litri non su-
materiale base, escluso lo spessore di placcatura. periore a 8000 e pressione di progetto non superiore
a 12 bar, purché contengano fluidi non corrosivi in re-
2. Nelle Tabelle sono anche indicate, per ciascuna lazione al tipo di materiale con i1 quale sono co-
categoria, 1e limitazioni relative agli spessori di sal- struiti;
datura massimi ammessi per i giunti testa a testa.
I recipienti di capacita non superiore a 1000 litri e
S.2.3. I Scelta della categoria con pressione di progetto non superiore a 25 bar fa-
centi parte di impianti frigoriferi; la pressione di pro-
1. I1 Costruttore sceglie la categoria dei giunti fra getto non deve essere inferiore a 1,2 volte la pressione
quelle consentite in relazione al materiale, agli spes- relativa del vapore saturo del fluido frigorifero alla
sori ed alle caratteristiche costruttive e funzionali temperatura di 35°C; per gli apparecchi costituiti da
degli apparecchi, con le condizioni e limitazioni di camere separate devono essere considerate la pres-
seguito indicate. ‘ sione massima e la capacita totale.

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I.S.P.E.S.L.-RACCOLTA.S . Capitolo
8.3.
Particolari costruttivi ed ubicazione dei giunti saldati
Fascicolo 8.3. Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.3.

S.3.l. - Indicazioni obbligatorie


S.3.2. - Particolari costruttivi
S.3.3. - Tavole efigure
S.3.4. — Ubicazione dei giunti saldati

S.3.1. - Indicazioni obbligatorie sui disegni e/o sulla 3. Condizioni geometriche


documentazione allegata
Le limitazioni, indicate nelle forme dei giunti sono
1. Sui disegni costruttivi da presentare a1l’ISPESL basate sulla pratica comunemente accettata; esse
e/o sulla documentazione allegata ad essi, il Costrut- possono essere modificate 'se richiesto dall’impiego
tore deve indicare gli elementi per correlare ad ogni di speciali tecniche di saldatura 0 da particolari con-
giunto saldato la relativa specifica di saldatura dizioni di progetto.
(WPS) e deve precisarne la categoria.
Per giunti testa a testa fra spessori diflerenti piii di
2. Nel caso di costruzioni complesse che presen- 3 mm, l’elemento di maggiore spessore deve essere
tino giunti diflicilmente accessibili, deve essere preci- raccordato con una inclinazione compresa tra l:1 ed
sata anche la sequenza di esecuzione dei giunti 1:5. -
interessati e dei relativi controlli.
3. Nel caso di parti formate deve essere precisato Valori pin bassi possono essere richiesti in caso di
se la formatura é eseguita a caldo 0 a freddo nonché severe condizioni di esercizio. -
i trattamenti termici previsti (vedere Fascicoli S.7 I profili interni dei bordi dei tronchetti devono es-
ed S.8). sere di regola arrotondati in quanto essi sono sede di
Nel caso di parti formate contenenti saldature deve concentrazioni di sollecitazioni.
essere precisato se queste vengono eseguite prima
della formatura 0 dopo. Questa precauzione é particolarmente necessaria
quando il tronchetto é soggetto a severe condizioni
di servizio come fatica, scorrimento viscoso e tenso-
S.3.2. - Particolari costruttivi
corrosione. i
1. I particolari di saldatura costruttivi raccoman-
dati sono riportati in S.3.3.; essi rappresentano le so- 4. Preparazione del foro su pareti curve per tron-
luzioni costruttive comunemente applicate nella chettipassanti
pratica.
In caso di tronchetti passanti, la preparazione del
Tali soluzioni non sono da considerarsi obbliga- foro nella parete puo essere realizzata in uno dei
torie 0 in qualche modo limitative dello sviluppo di modi seguenti:
ulteriori soluzioni, che dovranno comunque essere
approvate dall’ISPESL. Quando se ne presenti la ne- - la profondita delle scanalature hl ed h2 é co-
cessita occorre tener conto di soluzioni imposte dal- stante lungo il bordo del foro come mostrato
l’analisi delle sollecitazioni locali. I particolari in nella Figura 1;
oggetto contengono esempi relativi a saldature ad — l’assett0 della preparazione e in piano, in questo
arco con elettrodi rivestiti, TIG, MIG/MAG e salda-
caso la profondita delle scanalature varia lungo il
ture ad arco sommerso. L’idoneita di tali particolari bordo come mostrato in Figura 2.
per speciali condizioni di servizio come corrosione,
creep, bassa temperatura e fatica pub non essere
sempre garantita se le citate condizioni di servizio
sono preponderanti rispetto alle condizioni normali.
2. Scelta dei particolari costruttivi
_fl.
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I particolari costruttivi non devono essere conside-
rati ugualniente idonei per ogni condizione di ser-
vizio, né l’ordine con cui sono presentati é indicativo
delle loro relative caratteristiche. Nello scegliere il
dettaglio appropriato, fra diverse alternative mo- -.._. -C
strate, devono essere opportunamente considerati i 'f' ‘F
metodi di costruzione e le condizioni di servizio rela-
tive al dettaglio stesso. Figura I.

8.3. El 1/28
preparazione é simile a quella riporatta nelle Figu-
‘F? re B e C per i tronchetti radiali; solo alcuni casi signi-
ficativi vengono esplicitati (riferimento Figure B 2 8 e
B29

S 3 3 Tavole e Fzgure
' )' I
' A — Giunti testa a testa fra lamiere di spessore
# -1': diverso
— Tronchetti senza piastra di rinforzo
Figura 2. ~ Tronchetti con piastra di rinforzo
— Tronchetti a tasca e manicotti
5. Saldature di raccordo
~ Flange
In alcuni casi é conveniente prevedere una salda-
tura di raccordo per ottenere una variazione graduale — Saldatura delle camicie
fra due superfici, ad esempio fra tronchetto e fa- — Saldatura tra tubo e piastra tubiera
sciame. EQ"1 Fl'U(‘)l75 — Saldatura fra fasciame e parete piana 0 piastra
Lo scopo di questa saldatura é solo quello di ri- tubiera
durre 1’effetto d’intag1i0. — Diaframmi interni e separatori
6. Tronchetti obliqui e tangenziali. — Supporti e parti non in pressione
I particolari costruttivi riguardanti i tronchetti — Saldatura anulare di tenuta
obliqui e tangenziali non sono indicati, poiché la loro ave“ — Dettagli di saldatura dei tubi

TAVOLA A: Giunti testa a testa fra lamiere di diverso spessore _

A.1.1 Saldatura longitudinale:


e2 3 0,3 t1,ma.x 6mm
I2 — I1 f 0,3t1,ma.x 6mm
e3 3 0,1 t1, max 2 mm (per giunti saldati da un

-=
solo lato)
Saldatura circonferenzialez .
e2§0,4t1,max10mm .
lg — t1 § (),4t1,rnaX 10mm
e3 5 0,1 11, max 2 mm (per giunti saldati da un
solo lato)

Nota: Se una delle precedenti condizioni non é soddi-


sfatta oppure in caso di severe condizioni d’esercizio
é opportuno utilizzare i profili indicati nelle Figure
A.l.2 e A.1.3.

A.l.2 ‘B00

A.l.3
=1 4mg /’LZ2l1

P1
Nota: Utilizzabile, in particolare, quando sono previsti
esarni radiografici e/o con ultrasuoni.

5.3. El 2/2a 28
)1

J
2/
Segue TAVOLA A Giunti testa a testa fra lamiere di diverso spessore

A14 Saldatura longitudinale:


e1§ 0,15t1,rnax 3mm
: Saldatura circonferenziale:

A
7% \ 51 €1§0,2t1,Ina.X5rnm
~ V/i
Notaz Per le condizioni di applicazione vedere la Figura
A.1.1 e la nota relativa.

_A‘6 <50‘ '12“

///\ \ \
& Notaz Utilizzabile, in particolare, quando sono previsti
esami radiografici e/o con ultrasuoni.

TAVOLA B Tronchetti senza piastre di rinforzo Queste giunzioni prevedono la compensazione della foratura
mediante sovraspessore del tronchetto e/o della parete.

B 1 Tronchetti appoggiati

l2§3l1

-H_._. -H- i-__.. ._.

0ta'. Questa preparazione é consigliata soltanto se


l’intern0 del tronchetto é sufiicientemente accessibile
per la saldatura. I1 giunto deve essere molato a rove-
scio dal lato pifi accessibile (generalmente il lato
esterno).

S.3. Cl 3/28
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre di rinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/0 della parete.

B.1: Tronchetti appoggiati

B.1.3 O41 = 30°


052 = 45°

-'1- 1+I.+1;

I
/
¥=|= a2 Nota: Vedere la nota relativa alla Fig. B.1.2 precedente.

B.l.4 In a) nessun “gap”


4 d I c Z 1,5 mm

+=1.= r Z 5 mm
a = 30°

d~ r~ _

Nota: 1) Preparazione generalmente usata per piccoli


rapporti fra i diametri tronchetto/fasciame.
2) I1 diametro d deve essere ottenuto mediante
;l= a.) lavorazione meccanica dopo saldatura, per
assicurare la piena penetrazione. ‘

B.1.5 dd 1 = 10 + 15mm

Frfl
In a) nessun “gap”

$13 I

‘ A

Nota: 1) Preparazione generalmente usata per piccoli


rapporti fra i diametri tronchetto/fasciame.
2) I1 diametro d deve essere ottenuto mediante
+
-H...
- 2" lavorazione meccanica dopo saldatura, per
assicurare la piena penetrazione.

B.1.6 1=10+15mm
1’ T
I 1

u-- -_ - _-

_||.-__. .".,-__ Nota: Preparazione generalmente usata per piccoli


rapporti fra i diametri tronchetto/fasciame.

$.3. El 4/28
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre di rinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/o della parete.

B.1: Tronchetti appoggiati

B.1.7 Per aperture con foro fino a 100 mm:


b=1+3mrn; c=lmrn; a1:4O°
3; h§5mrn; r=7mm; a2=45°

Nota: Preparazione generalinente usata per l’attacco di


tronchetti a pareti di forte spessore.

B.1.8 Massello flangiato: in nessun caso il massello e/o


3
kl
"W'1‘ la parete deve superare 3 mm.

' I

-.-J %
'I4v»1‘
Nota: Le dimensioni della saldatura d’angol0 devono
essere idonee a trasmettere i carichi, tenendo pre-
_|i_-_._ _H._-_..... sente anche altre eventuali necessita di fabbricazione
e di impiego. ‘

B.2: Tronchetti passanti-. Tutti i tronchetti passanti devono. essere saldati da11’interno del fasciame (come
ad esempio in Figura B.2.1 e B.2.2) se essi sono accessibili, altrimenti devono essere preferiti tronchetti
appoggiati (come ad esempio in Figura B.l.1.).

B.2.1_ ta + + tZ=0,5l1
/’l=Z1
4-1- r Z 8mm
~~.%' b § lmm

1| l()°§ oz § 20°

\
In
| I
..
4-I
Nota: Preparazione per giunti a parziale penetrazione
generalmente usata quando t1 é minore di t2 /2. Per
d-ll":L=L= _‘u_j: piccoli diametri del tronchetto é necessario fare
attenzione ai dettagli mostrati sulla Tavola C che
puo suggerire una soluzione piu idonea.

B.2.2
++ a=(),5t1 ma 23mm
6Z1§0,7l1
b§ lmm

74.111::
“m\'§\\‘ gm}\\\l
T“ /Q
iii
Nota: Preparazione per giunti a parziale penetrazione
da adottarsip con i seguenti limiti di applicabilita:
— diametro interno del cilindro 5 200 mm;
— spessore del tronchetto 5 5 Inm.

5.3. El 5/28
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre di rinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/0 della parete.

B.2: Tronchetti passanti. Tutti i tronchetti passanti devono essere saldati da1l’intern0 del fasciame (come
ad esempio in Figura B.2.1 e B.2.2) se essi sono accessibili, altrimenti devono essere preferiti tronchettl
appoggiati (come ad esempio in Figura B.1.1).

B.2.3 a Z 5mm
611$ 0,7l1
b § lmm
10° § oz § 20°
P-
r Z 8mm

\\\.if:
‘imozaga
+|-+——-—°+++—
1 v,
L2

Nota: Preparazione per giunti a parziale penetrazione

B.2.4 *3; % :!: a=0,5t1,min3mm


611$ 0,7l‘1
b § lmm

.1
I N
-I-3

b *0 4*"? -9»
Nata: Preparazione per giunti a piena penetrazione.

B.2.5 /l1=0,6l1
h2=l‘|

b S lmm
r 2 8mm
h1
.
I
I

;';Z%{,IAh1ha‘
-rs
Notaz Preparazione per giunti a parziale penetrazione

B.2.6 I1/I221/3

*1‘ —--if -—- u-

S.3. El 6/28
Q '=1=+ Notaz Preparazione per giunti a piena penetrazione.
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre di rinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/o della parete.

B.2: Tronchetti passanti. Tutti i tronchetti passanti devono essere saldati da11’intern0 del fasciame (come
ad esempio in Figura B.2.1 e B.2.2) se essi sono accessibili, altrimenti devono essere preferiti tronchetti
appoggiati (come ad esempio in Figura B.1.1).

13.2.7 1.1
r 1 /12 3 1/3
~:—i-1,’ 1‘

\'§(/As ‘V/Ia’

it Nota: Preparazione per giunti a piena penetrazione

B.2.8 d oz = 45° + 50°


1 b = 2 Z 3mm

I-\.\§.//rim
.;_ /17:1’
B _iTg,g%},)/ /1
‘rs’ ‘
B.2.9 oz = 45° + 50°

\ /

1.>__ i
5
5'
'|._>
_ 5L‘
\

9-
‘'
"" \ "‘§\' ‘1\ ‘,\“ ‘

33 s.3. El 7/2a
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre dirinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/o della parete. '

B.2: Tronchetti passanti. Tutti i tronchetti passanti devono essere saldati dall’interno del fasciame (come
ad esempio in Figura B.2.l e B.2.2) se essi sono accessibili, altrimenti devono essere preferiti tronchetti
appoggi ati (come ad esempio in Figura B.1.1).
B.2.1O Cl I 0 5 l1
=1? 1: U b § 17mm
I |$

8 Notaz Preparazione utilizzata generalmente quando


t1 § Z2/2. Per piccoli diametri del tronchetto é ne-
cessario fare attenzione ai dettagli mostrati nella
Tavola C, che puo offrire una soluzione piu idonea.

B.2.1l h = 0,6
"l—l‘-
t'1 l’I’l Z I1 tl

"\
§
mg“M1!‘
4+._.-_ 4* Notaz. Preparazione per giunti a parziale penetrazione.

13.2.12 i VI’! Z11

i
! 0

+4. Nota: Preparazione per giunti a piena penetrazione.

B2B mzh
|Lfl
T’?
v

=l==l= Notaz Preparazione per giunti a piena penetrazione.

S.3. El 8/28
Segue: TAVOLA B: Tronchetti senza piastre di rinforzo. Queste giunzioni prevedono la compensazione della
foratura mediante sovraspessore del tronchetto e/o della parete. I '

B.3: Connessioni estruse per tronchetti

B.3.1 ++ m deve essere il piu grande possibile.

I |

|| ,/ 2
.!
++
B.4: Tronchetti - masselli con saldatura testa a testa

B.4.1
-1+ "H-

=l==i=
TAVOLA C: Tronchetti con piastre di rinforzo. Le piastre di rinforzo devono essere ben aderenti al mantello
e in esse devono essere realizzati i fori di sfiato. Lo spessore della piastra di rinforzo non deve
superare preferibilmente lo spessore del fasciame. _

. " C.1: Tronchetti appoggiati

C11 A a=0§u,mm5mm 4 .
bZ7mm
Q
@219
ii 17‘.
V
5 1:;:1 $11“ Notaz Per 1e preparazioni fasciame-tronchetto vedere
Tavola B. ~

C.2: Tronchetti passanti. Fl opportuno che la distanza fra tronchetto e fasciame non superi i 3 mm. Distanze
maggiori aumentano la tendenza alla formazione di cricche durantela saldatura; tale tendenza cresce
col crescere dello spessore delle parti saldate. I tronchetti con piastre di rinforzo sono stati illustrati
con la piastra posizionata a11’esterno, comunque le soluzioni proposte sono valide anche per piastre
posizionate al1’interno delle membrature. I ' ‘

C.2.l U =F=|= B a=0,5t3,rnin5mm


~ I " ' bZ7mm
I ¢ 1 I 1 Oz Z 15° '

I2 5 40 mm- per tutte le saldature a piena


i A penetrazione

\--|- - . J -.' 11?.


‘L5
®
_|_ +-_- _|_ }.__-
Nota: Per i giunti tronchetto-fasciame vedere Tavola B.

35 s.3. El 9/2s
TAVOLA D: Giunti a tasca. Soluzioni consigliate per attacchi quali indicatori di pressione e di temperatura

D.l.l I m=l,5mrn

L
Ag
1."mi-z. . 1%
Q‘
if‘;

|:,g.'- :
D.l.2 m: l,5mm
I

/I.‘.'E{:.
L17)“t
W/IA

TAVOLA E: Flange. In caso di distorsione indotta dalla saldatura, pub essere necessario lavorare successiva-
mente a macchina la superficie piana della flangia.
La distanza fra il bordo interno dellajflangia e la superficie esterna del tubo collegato non deve
superare 2mm. ' ' ' - A
In caso di flange di grosso spessore saldate su tubi passanti é coi1sigliabi1e1’esecuzione di un foro
radiale attraverso la flangia. _ _

E.1.1 h1 Z 0,7t h; Z 0,7! Valori Ida rispettare dopo


‘ la lavorazione meccanica
delle superfici.
12 .
E _-_-g_.
jiaiias i Nota: Flangia saldata, a penetrazione parziale, da am-
bedue i lati.

E.l.2
it

+ Nota: Flangia “welding neck”; fare riferimento alla


Tavola A.

5.3. El 10/28 36
Segue.‘ TAVOLA E: Flange. In caso di distorsione indotta dalla saldatura, puo essere‘ necessario lavorare
successivamente a macchina la superficie piana della flangia.
La distanza frail bordo interno della flangia e la superficie esterna del tubo collegato non
deve superare 2 mm.
In caso di flange di grosso spessore saldate su tubi passanti é consigliabile l’esecuzione di
un foro radiale attraverso la flangia.

E.1.3
T
i
=i= Notaz Flangia “lapped”; fare riferimento alla Tavola E.

E.1.4 a1- = 0,71; V £12 = 0,7 l;

4|-- b§2rn1_n; t=4+l0m

wsyléa1
".4-
-fl-
.i- _.
Nota-: F1angia_‘-‘fillet weld”.
. :1‘
E.l.5 /11 Z '0,’/ll I.
r /Z2 Z 0,71

Oz1 = 45° + 60°

ii.2.\47/Ammu1'.E.‘
0/2 = 30°

‘Fer
E.1.6 r=7mm
5.4 1'.
/112 O,7l

/'12 2 0,;/I

1- 45° § 0z1 § 60?


-C
10° g Oz; g 20°
3
-C

A 42

5.3. ' El 11/28


Segue: TAVOLA E: Flange. In caso di distorsione indotta dalla saldatura, puo essere necessario lavorare
successivamente a macchina la superficie piana della flangia.
' La distanza fra il bordo interno della flangia e la superficie esterna del tubo collegato non
deve superare 2mm. .
In caso di flange di grosso spessore saldate su tubi passanti é consigliabile l’esecuzione di
un foro radiale attraverso la flangia.

E.1.7 d r=7mm
-3‘ 1" 10°§a§20°
aZ0,7t
. h20,7t

mF !
,4/A !I
I5
—>l-—l- -mis :
E.1.8 £12 0,711
E

w $5?‘
6‘ m =0,5 t1 min 5mm
I bZ5mm
w ~
I .Q ¢ nZ5mm
oz=15°
A
1
v J
ELVZKQ
-

TAVOLA F: Recipienti con camicia. E preferibile che la distanza fra fasciame e camicia 0 anello di bloccaggio
non superi 3 mm. L’anello di bloccaggio deve essere lavorato a macchina lungo la circonferenza
interna in niodo che il suo diametro interno non superi di oltre 5mm il diametro esterno del
fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla formazione di cricche durante la
saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli spessori saldati.

F.1: Attacco delle camicie

F.1.1 a) camicia oz; = 45° + 60°


.8 ‘\ ,3) b) fasciame oz; = 35° + 60°
dd Q. - 2 § b § 4mm
>
. 0‘
:2?‘ X B3
I
YIIIIIIII

F.1.2 aZ0,7t1,; b§2mm

II
__4=
2/lllhflll
2'1_'m
4’ tb Y)
' 3” Nota: Se le condizioni di servizio sono severe, é preferi-
, bile effettuare la saldaturaa piena penetrazione.

5.3. El 12/28 38

I
Segue: TAVOLA F: Recipienti con camicia. E preferibile che la distanza fra fasciame e camicia 0 anello di
bloccaggio non superi 3 mm. L’anello di bloccaggio deve essere lavorato a macchina lungo
la circonferenza interna in modo che il- suo diametrointerno non superi di oltre 5mm
i1 diametro esterno del fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla
_ formazione di cricche durante la saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli
spessori saldati. .

F.1: Attacco delle camicie

F.1.3 ti 2 3 b § 4mm; a = 60°

,\ <11

~41

-e If-2

7, 4'5?-1
F.1.4 :5 a Z 0,7 I2, rnin 3mm

4/ in a = 45°
2

.\ \BY/'
Ys
A
ii:
Q‘?

F.1.5 d‘ Oz = 45°

F.2: Anelli di bloccaggio

F.2.l a=0,5t
b § 2mm

\ -1
.0

Q e

39 s.3. El 13/28
Segue: TAVOLA F: Recipienti con camicia. F. preferibile che la distanza fra fasciame e carnicia o anello di
bloccaggio non superi 3 mm. L’anel1o di bloccaggio deve essere lavorato a macchina lungo
la circonferenza interna in modo che i1 suo diametro interno non superi di oltre 5mm
il diametro esterno del fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla
formazione di cricche durante -la saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli
spessori saldati.

F.2: Anelli di bloccaggio

“Z mm lam
—-"-
V 5%‘-
/; ‘ ‘
.1- ‘\i\ ~.
Notaz Fare riferimento alla Tavola E.

F.3: Connessioni intermedie tra camicia e fasciame

F.3.l d>2

‘U
\

‘ Nota: 1) Sono ammesse saldature d’ang0l0 tra pezzo di


. tubo e fasciame.
‘ 2) Le condizioni di applicazione dipendono dalle
diflerenze di dilatazione.

F.3.2 a Z 0,7t, rnin 3mm


0z=45°+60°
b=2mm »

15atlg
F.3.3 _ ‘ . a = anello circolare con fori di comunicazione

/IIIIII4
5.3. Cl 14/28 40
Segue: TAv_0LA F: Recipienti con camicia. E preferibile che la distanza fra fasciame e_ camicia 0 anello di
bloccaggio non superi 3 rnrn. L’ane1lo di bloccaggio deve essere lavorato a macchina lungo
la circonferenza interna in modo che il suo diametro interno non superi di oltre 5 mm
il diametro esterno del fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla
formazione di cricche durante la saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli
spessori saldati. _.

F.4: Giunzioni di tronchetti

F.4.1 @=45°
d.
III .
7131 :-DKVIA 1%
VIIIIIIIA
V
‘ §
Notaz L’interno del fasciame deve essere accessibile per
la saldatura.

F.4.2 Giunti accessibili solo dal lato esterno:


1
“I/I1
é p
IIIIIIJ
0/1: 60°, Oz; = 45°

F.4.3 5 a=m
' ' ' ' '1' oz=45°

»~ rug = 9-
III

Lil
F.4.4 ..=45~

v;4::::::."'==
‘I. l=l H E Nota: Se il tronchetto del fasciame deve essere saldato
9- 11:14 VIII g da ambedue i lati, il tronchetto della camicia deve
essere fatto da due semitronchetti.
La sequenza di saldatura raccomandata é la seguente:
I- II - III - IV.

F.4.5 fZ20mm
-n—- -—--- -+
‘H

41 s.3. El 15128
Segue: TAVOLA F: Recipienti con camicia. E preferibile che la distanza fra fasciame e camicia 0 anello di
bloccaggio non superi 3 mm. L’anello di bloccaggio deve essere lavorato a macchina lungo
la circonferenza interna in modo che il suo diametro interno non superi di oltre 5mm
vil diametro esterno del fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla
formazione di cricche durante la saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli
spessori saldati.

V F.4: Giunzioni di tronchetti

F.4.6 __“ _ _ _ R,_ fZr

U-0 T‘

F.4.7
H — - 4-

Nota: Questa soluzione é normalmente usata sui fondi


incamiciati dei recipienti.

E48 A r- - dye .3 - A oz=10°—:-20°


b=5mm
- J n=2mm

.1 4i§.\\\‘
b ll ..

F.4.9
=|= 1
| A

>7‘
2 ‘I
J;
Nota: Questa soluzione é utilizzata quando esiste il ri-
schio di corrosione.

5.3. El 16/28 42
Segue: TAVOLA F: Recipienti con camicia. E preferibile. che la distanza fra fasciame e camicia oianello di
» I ' bloccaggio non superi 3 mm. L’anello di bloccaggio deve esserelavorato a macchina lungo
la circonferenza interna in modo che il suo diametro interno non superi di oltre 5mm
il diametro esterno del fasciame. Distanze piu grandi incrementano la tendenza alla
formazione di cricche durante la saldatura; tale tendenza aumenta col crescere degli
spessori saldati.

F.5: Soluzioni alternative alle camicie complete. Elementi preformati saldati al fasciame

F.5.1 i I oz = 45°

i\\@__¥§
F.5.2 ' 011 = 45°
I 0@2§.
_ ‘
0 6A K" ‘*2 = 6°” + 7°”
b=3+4mrn
-Al * 5’

F.5.3' a Z t, min3mm

3,
z= a=45° ‘-
cglmm
d, _ tZ2,6mm

w“ ii . ‘ ——l-0-+
I I ' b

-_."__

F.5.4 z 3 2,6 mm“


TT b=2mm v~
oz=45°
' K.»

8 I I

\ bi

TAVOLA G: Giunzioni saldatefra tubi e piastra tubiera. I tubi devono essere aderenti alla parete interna dei
fori della piastra. Eventuali rugosita della parete interna dei fori devono essere eliminate.

G.1.l t§ 2,6inm ,
X T I x=0+2mm

1!
ll
LU-ll
43 s.3. El 11/28
Segue: TAVOLA G: Giunzioni saldate fra tubi e piastra tubiera. I tubi devono essere aderenti alla parete
interna dei fori della piastra. Eventuali rugosita della parete interna dei fori devono
essere eliminate.

G.l.2 t2 2,6mm

X x Z l,5t, minfimm

aw
G.1.3 t§2,6mrn
h=r+l,5z
R rfx
1 r =z
% x=0+lmm

9-11-
G.1.4 5. Q, 5 _ t 3 2,6mm

_; 1 I ' CY = 45°

x=0—2-ilmrni

E-1-1-'1' .
T1’

G.1.5 d_ 6 m=1,5mm+2t
tZ5mm
=
W=l

1__ ' h=t


2 oz=30°
‘Z

t m

5.3. Cl 18/28 44
Segue: TAVOLA G: Giunzioni saldate fratubi e piastra tubiera. I tubi devono essere aderenti alla parete
. interna dei fori della piastra. Eventuali rugosita della parete interna dei fori devono
' essere eliminate.

G.1.6 t V per t 5 5_mm


W I I

' m = 1,5 mm + 2t pre arazione del iunto


. p1‘l1I1?13. della saldatlglra

17 .
=2

6.1.7 . W w=t
x=0,5w
X . m=l,5+t
h=0,5z

..= '

’(_ .
Nota: Saldatura dall’interno del foro.

G1 8 = 0,5 w

A €E(i1’,55t+ ' .

‘ H

B Nota: Saldatura dall’interno del foro.

TAVOLA H: Giunzioni tra fasciame e fondo piano o piastra tubiera. L’impiego di alcuni dettagli prevede che
la lamiera sollecitata al traverso corto sia esente da difetti di laminazione.

11.1.1 \‘s a Z 0,71 _

1:
45 s.3. El 19/28
Segue: TAVOLA H: Giunzioni tra fasciame e fondo piano o piastra tubiera. L’impiego di alcuni dettagli
prevede che la lamiera sollecitata al traverso corto sia esente da difetti di laminazione.

H.l.2
A Zifim

-11 11-

H.1.3 aZ5mm
d‘ oz=45°

\
- -
\\a"- 11-
H.l.4 tz t2515mm
1:11

oz = 45° +60°

‘ 5 4-) .

°“- 11 Nota: Soluzione da utilizzarsi nel caso di piastre tubiere


sottili e flange di forte spessore.

H.1.5 a Z 0,7 ts; se a Z15 mm occorre far riferimento


6 V a dettagli alternativi.

+1---11-
H.l.6 a Z 0,7t
8

- - 1.1- Nota: La parte sporgente pub essere eliminata prima


della saldatura.

5.3. El 20/28 46
Segue: TAVOLA H: Giunzioni tra fasciame e fondo piano 0 piastra tubiera. L’impiego di alcuni dettagli
~ prevede che la lamiera sollecitata al traverso corto sia esente da difetti di laminazione.

H.1.7 QL nZ2mm
Grandi valori. di _oz devono essere correlati con
13 bassi valori d1 be viceversa (ad esempio:
a=10-° e b=15mm, oppure 0z=40 e
b=5mm) 1

1'1

Nota: Da usare solo per bassi carichi statici ed in


1 assenza di rischi di corrosione.

H.1.8 (1 ‘ aZ0,7t
'0 ~ oz e b devono essere_ correlati come in Fi-
13 gura H.1.7 (ad esempio: a = 10° e b = 15mm;
‘oppure a = 40° e b = 5 mm)
,1.

.11_J__-___.__

H19
1
-H ‘- - \ - 11-

TAVOLA J: Diaframmi interni e separatori. Dettagli consigliati per recipienti fissi ed idonei per pressioni
- differenziali.

.J.1.1

J.1.2 d\ a £120,713

-
" I /'
m.\\';\?LQZQ‘\YI
+1
/C1 f 211
t1530mm
,1 >— 2 ,3; min 25 mm
V 711
b 5 0,5 t1, min 10 mm
I ‘J m Z t3 + 5mm;
I _, __ a = 30°
mbn 7

1.1.3
0'IAX\\\\\\‘YIII1
I!
K11‘ IV ‘III
47 5.3. E] 21/28
TAVOLA K: , Supporti e parti non in pressione. I materiali d’apporto, il materiale base e il progetto delle parti
non 1'n pressione devono essere tali da non compromettere la qualita e la funzionalita delle parti
sotto pressione. Le piastre di ripartizione devono essere usate quando l’attacco dei supporti
direttamente al fasciame, puo causare concentrazione di sollecitazioni inaccettabili.

e K.1: Supporti per recipienti verticali

K-1-1
1

K.1.2

K.1.3 (Z1 = 0,512


0
612 = 0,513

.,pn per t1- 5-15 mm, t2 = :1


~.1~
O

-.__‘ Q I" per t1 Z 15 mm, 1; 5 t1


v -- 1
/*\ I
f 2 10mm: 1 oz. =.1'26‘;' 642 = 6°
_ 1I. 1"“
5'~___._~
.2". ‘*

, 4.
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3

fix
‘\

-1
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_
1-1 4

K.l.4 a 24mm
1215a oppure15‘100a
Q . .
- a-a

A / -,~, 0
\.___ _
5

Z“ _ Nota: Impiegabile per piccoli apparecchi verticali

5.3.“ El 22/28 48
Segue: TAVOLA K: Supporti e parti non in pressione. I materiali d’apporto, il materiale base e il progetto
delle parti non in pressione devono essere tali da non compromettere la qualita e la
funzionalita delle parti sotto pressione. Le piastre di ripartizione devono essere usate
quando l’attacco dei supporti, direttamente al fasciame, pub causare concentrazione di
sollecitazioni inaccettabili. "

K.1: Supporti per recipienti verticali

K.l.5

\\\s
Q‘

5 Nota: Consig-liata per componenti altamente sollecitati.

K.2: Supporti per recipienti verticali con camicia

K.2.1 Q‘ gm t1 = t2; r Z 10mm; m = 20mm

, .

8‘

s
K.3: Parti non in pressione

K.3.1 as (11 Z 0,7 11 12 Z 11

112 Z 0,713 I2 $1,511


Saldature d‘angolo a3 Z 0,7 t3

' Jan; rm "\


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11¢
s
\

I
\_ i'vIl g_rlMzIlz Iu7vz8
\ \ \ \ \‘1OZ\£ "a5.‘~
Nota: Tipo di aggancio per carichi pesanti.

49 5.3. El 23/2a
Segue: TAVOLA K: Supporti e parti non in pressione. I materiali d’apporto, il materiale base e il progetto
delle parti non in pressione devono essere tali da non compromettere la qualita e la
funzionalita delle parti sotto pressione. Le piastre di ripartizione devono essere usate
quando l’attacco dei supporti, direttamente al fasciame, puo causare concentrazione di
sollecitazioni inaccettabili. -

K.3: Parti non in pressione

K.3.2 ' a150,7t3

,1, $_ r_210mm
111

N I I a2sO,7t2

--=::=
- -1
foro di sfiato (Z15

K.3.3 3, V 1 611 = 0,711

£12 = 0,713
v ll =3
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s 3 1 412 S0:7t1
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3 min. 5 '

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S’ fori <11 sfiato <21 s

TAVOLA L: Saldatura d’angolo ad anello

L.1.1 =1 =1 oz:120°
m= 5mm
n: 6,5mm
m n q=15mm
l . t=3,5mm

1|;
§%§
1- .
5.3. U 24/28 50
Segue: TAVOLA L: Saldatura d’ang0lo ad anello

L.1.2 L’; a = 120°

' b fi=20°
ex t=4mm

//I

T Y3

L.1.3

->\ ‘#'¢e.-7/,f'I'‘§>\\ \ S d

TAVOLA M: Particolari di saldatura per tubi

M.1: Giunti a tasca. I giunti a tasca sono consigliati:


- per parti esposte a fumi 0 fiamme
— nei casi in cui le condizioni di esercizio, con riferimento a corrosione e fatica, possono compromettere
la sicurezza del giunto.

M.l.l b; de 3 80mm “i
Q: a2 1,25t
.k! 12 1,5t
1 / /' 1 I In
210mm
b, m 2 1, .0 bl
Z l,5mm
bzzlmm
kzt
fie.
€____,-

M.2: Giunzioni speciali di tronchetti. In presenza di corrosione, fatica e vibrazioni l’us0 del piatto di
sostegno non é consigliato.

M.2.1 c=3mm
X a
m*°°"
._____{___,
B

B-B

~12

£-
Nota: I1 tronchetto ha ‘spessore uguale a quello della
al p arete .

S.3. El 25/28
Segue: TAVOLA M: Particolari di saldatura per tubi

M.2: Giunzioni speciali di tronchetti. In presenza di corrosione, fatica e vibrazioni l’uso del piatto di
sostegno non é consigliato.

M.2.2
;~& I.
c=3mm
a=45°
,8=30°
X
~12. * vnll

ii-4%
é A
_.
A-A
9
~o

8 ‘ I

Nota: I1 tronchetto appoggiato ha spessore diverso da


quello della parete.

M M.2.3 a) 3 mm; per taglio a gas vedere Figura M.2.1


./5 a-e b = 2,5 + 0,8 mm
X —i’- Y c = 1,5 + 0,8 mm
/' _, b) profilo alternative; il tub_0 principale é lavo-
J__.=-L
I B
__. C rato localmente per un mlghore accesso
0l1'=45° . ' ‘ ‘
‘Q
x s=_1 Y s=1 012 Z 35°
7%. fl 3 30°
"Q
.__ \_§.
\. _.'
~Q , -Q
\
Nota: Il tronchetto appoggiato ha spessore uguale a
quello della parete.

M.2.4 i B
CY] Z 60°

. -,_-§A"'- 012 Z 45°

. 2.. b = 2,5 + 0,8 mm


-11 c = 1,5 + 0,8 mm

A-A
p a-s
51.
d§‘/,\ I

-- w Notaz Il tronchetto passante ha spessore uguale a quello


della parete.

M.2.5 /5 A-A aZ45°


,8§30°
A if
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\€\',I"\\\\\\ .

§, Nota: I1 tronchetto passante ha spessore diverso da


quello della parete. _

S.3. Cl 26/28
Segue: TAVOLA M: Particolari di saldatura per tubi

M.2: Giunzioni speciali di tronchetti. In presenza ~di corrosione, fatica e vibrazioni 1’us0 del piatto di
sostegno non é consigliato.

fikN/ B_B b=2,5+0,8mm


' cl; c=1,5+0,8mm
X <
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B
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X 5*‘ Y 511
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011 M

:1 Nota: I1 tronchetto passante ha spessore uguale a quello


della parete. _

S.3.4. - Ubicazione dei giunti saldati 2. Giunti sufondi curvi.


1. Giuntiparalleli suifasciami . 1 2.1 Un giunto in un fondo curvo realizzato in due O
1.1 Due giunti paralleli ed =afiiancati appartenenti piu pezzi saldati deve intersecare un cerchio avente
a1 fasciame di un apparecchio devono avere una di- diametro pari a 0,8 volte il diametro esterno del
stanza fra i loro assi, misurata sul1’estradosso del fa- fondo stesso oppure completamente contenuto nel
sciame, non inferiore a: 1 cerchio stesso. .
2.2 Due giunti paralleli in un fondo curvd, devond
1.1.1 Giunti longitudinaliz I essere posti ad una distanza, misurata fra i loro assi
a) 10 volte 10 spessore di saldatura con un minimo lungo 1’arco piu breve, non inferiore ai limiti indicati
di 300 mm, qualora non sia previsto il trattamento al precedente punto 1.1. 7
termico; ( 3. Incroci di saldature.
I b) 5 volte 10 spessore di éaldatura con un minimo 3.1 In nessun punto di membrature soggette a pres-
di 150 mm, qualora sia previsto il trattamento ter- sione devono incontrarsi piu di due giunti testa a
mico per entrambi i giunti; testa; di norma é ammesso che detti giunti formino
c) 2,5 volte 10 spessore di saldatura con un minimo tra di loro una T ma non una croce.
di 150 mm, purché entrambi i giunti vengano sotto-
Due incroci a T sullo stesso giunto circonferenziale
posti a trattamento termico ed entrambi i giunti, per
del fasciame 0 del fondo devono essere posti ad una
tutte le categorie, dopo l’esecuzione del trattamento
distanza, misurata fra i loro assi lungo l’arco piu
termico vengano radiografati al 100 %.
breve, non inferiore a 10 volte 10 spessore di saldatura
1.1.2 Giunti circonferenziali (quando non é inter- del giunto circonferrenziale od a 300 mm, scegliendo
posto un elemento di di1atazi0ne): i1 maggiore dei due valori.
a) 2,5 volte 10 spessore di saldatura con un minimo 3.2 In nessun punto di fasciami 0 fondi, l’incrocio
di 100 mm, riducibile a 50 mm purché entrambi i di due giunti testa a testa deve formare un angolo
giunti vengano sottoposti a trattamento termico ed di 45°.
entrambi i giunti, per tutte le categorie, dopo l’esecu- 4. Bocchelli ed aperture in corrispondenza dei
zione del trattamento termico vengano radiog‘rafati giunti 0 in prossimité degli stessi.
al 100%. 4.1 Bocchelli, tronchetti, passi d’u0m0 ed aperture
1.2 Due giunti paralleli ed affiancati, di cui almeno in genere non devono essere posti di norma, in corri-
uno non testa a testa, possono essere posti ad una di- spondenza di un giunto testa a testa 0 in prossimitéi
stanza inferiore a 5 volte lo spessore di saldatura con dello stesso quando la distanza tra 1’asse del giunto
un minimo di 100 mm, purché: ed il bordo del1’apertura é inferiore al minore dei
a) il giunto testa a testa venga radiografato al due valori seguenti: ‘ _
100%; a) triplo dello spessore della parete interessata
b) il giunto non testa a testa venga sottoposto da11’a-pertura; ‘
con esito positivo ad esame magnetoscopico 0 eon li- b) diametro de11’apertura con un minimo di 40
quidi penetranti. ’ ( _ mm.

I 5.3. El 27/28
5. Incroci di saldature per l’attacco di ‘elementi delle saldature principali, considerando i1 maggiore
ausiliari. dei due valori. L’altezza del vano h deve essere pari a.
5.1 Bisogna evitare, di norma, 1’attacco di elementi 2 L oppure a 2 s (spessore de11’e1emento ausiliare),
ausiliari mediante saldature che incroeino giunzioni considerando i1 maggiore dei due valori.
del fasciame 0 dei fondi 0 che passino nelle imme-
diate vicinanze de11e stesse. Qualora cié, per esigenze 6. Piastre rettangolari di sostegno di elementi
di progettazione, sia inevitabile, occorre che 1e salda- ausiliari.
ture degli elementi ausiliari incrocino completamente
1e saldature principali piuttosto che esse si arrestino 6.1 Qualora siano previste piastre rettangolari per
nelle immediate vicinanze delle stesse,‘a1 fine di evi- l’applicazione di elementi ausiliari, quali attacchi per
tare concentrazioni di sollecitazioni in tali zone. scale 0 selle di appoggio, sulla superficie esterna od
Qualora sia prevista Peffettuazione di vani (slots) interna dell’apparecchio, gli angolidi dette piastre
negli elementi ausiliari, detti vani devono avere lar- devono essere arrotondati conraggio minimo pari a
ghezza tale che il loro lembo termini a piu di 25 mm 4 volte lo spessore delle piastre stesse oppure a
o 4 L (lato del cordone di saldatura) dal margine 50 mm, considerando il minore dei due valori.

S.3. El 28/28
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicoio 8.4. 8.4.
Procedimenti di saldatura e materiali d’apporto I ' l
Edizione
V 1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.4.

S.4.1. - Proceclimenti di saldatura


S.4.2. - Materiali d’app0rt0

S.4.l. - Procedimenti di saldatura In caso contrario iiprogettista dovra considerare 1e


caratteristiche effettive del materiale nei calcoli di
1. I procedimenti di saldatura sono scelti ed appli- stabilita.
cati dal Costruttore sotto la sua responsabilita.
3. I1 condizionamento, la conservazione e la movi-
2. Le specifiche di procedura di saldatura (WPS) mentazione dei materiali d’apporto devono essere re-
preparate dal Costruttore in accordo alle Norme EN golati da una procedura scritta, preparata dal
288 - EN ISO 15000 (0 altra normativa applicabile) ed Costruttore e richiamata sulla specifica di procedura
approvate dall’ISPESL, devono essere qualificate in di saldatura (WPS).
conformita con quanto prescritto al Fascicolo S.5. 4. Dovranno essere usati, preferibilmente, mate-
riali d’apporto classificati secondo la corrispondente
S.4.2. - Materiali d’app0rt0 normativa Europea (EN).
Per eventuali materiali d’apporto non classificati
1. I1 Fabbricante dei materiali d’apporto dovra es- e/o non ancora regolati dalla normativa EN, i1
sere adeguatamente qualificato e/o riconosciute dal- Costruttore dovra far riferimento ad altre norme
1’ISPESL. nazionali, europee 0 internazionali tenendo conto
delle integrazioni previste dalla presente Raccolta
2. I mater-iali d’apporto, indicati sulla specifica di (vedasi in particolare quanto prescritto nel Fasci-
procedura di saldatura (WPS), sono scelti dal Co- colo S.5.). I .
struttore in modo da soddisfare, da ogni punto di 5. I1 Costruttore dovra mantenere la registrazione
vista, le condizioni di esercizio dell’apparecchi0. dei lotti dei materiali d’apporto (e dei dati identifica-
2.1. I1 materiale depositato deve mostrare caratteri- tivi nel caso dei flussi) utilizzati nella costruzione
stiche tensili non inferiori a quelle del materiale base. delle membrature a pressione.

$.4. El 1/2
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S » Capitolo
- . . . . . . . . 5.5.
FHSClG0|0 $-5- Qual|f|caz|one e cert|flcaz|one delle speclfiche
di procedura di saldatura (WPS) Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.5.

S.5.1. - Qualzficazione e certzficazione delle specifiche di procedura dz’ saldatura (WPS)


S.5.2. - Qualificazione e certificazione delle S]7€ClfiC/’l€ di procedura di saldatura non ancora regolate
dalla normativa Europea

S.5.1. - Qualzficazione e certzficazione delle specifiche Le prove e/o i requisiti integrativi, in sede di quali-
diprocedura di saldatura ficazione delle procedure di saldatura, sono riportati
nella Tabella S5.01. '
1. Generalitd Nel caso di impiego di materiali d’apporto non
Tutte le specifiche di procedura di sa1datura(WPS) classificati secondo le normative Europee (EN), la
utilizzate nella costruzione degli apparecchi a pres- qualificazione ottenuta e applicabile solo alla marca
sione devono essere preventivamente qualificate e (denominazione commerciale) usata nella prova di
certificate in conformita con le prescrizioni delle procedura di saldatura. Inoltre, quando e richiesta la
parti applicabili della norma Europea (attuale EN prova di resilienza, questa limitazione é applicabile
288), con le integrazioni previste dalla presente Rac- anche nel caso di impiego di materiale d’apporto
colta. classificato; vedasi in merito quanto prescritto dal
par. 8.4.5 della norma EN 288-3.
2. Integrazioni Il saggio e 1e prove sui talloni per la qualificazione
dei processi di saldatura devono essere eseguiti alla
Le normative Europee ammesse dalla presente rac- presenza dell’ISPESL.
colta (in relazione al processo, al materiale, a1latipo-
logia di saldatura ecc.) sono solo quelle riportate S.5.2. - Qualzficazione e certzficazione delle specifiche
nel1’allegato Annesso A. In particolare le attuali parti di procedura di saldatura non ancora reg0_late dalla
5, 6 e 7 della norma EN 288 (riguardanti rispettiva- normativa Europea
mente: materiali d’apporto omologati, precedenti
esperienze e procedure standard)'non sono ammesse ' Per eventuali materiali e/o procedimenti non an-
per la qualifica delle procedure relative alle giunzioni cora regolati dalla normativa Europea (EN), il Co-
delle membrature costituenti il contenimento della struttore dovra far riferimento ad altre norme
pressione e per quelle relative alle saldature tra gli ac- nazionali, europee o internazionali sentito preventi-
cessori (quali piastre di rinforzo, supporti, selle ecc) e vamente il parere dell’ISPESL e tenendo conto delle
le parti in pressione stesse. ' integrazioni previste dalla presente Raccolta.

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I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
S.6.
Fascicolo S.6.
Qualificazione e certificazione dei saldatori
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.6.

S.6.l. - Categorie dei procedimenti di saldatura considerando la parte svolta dall’0perat0reA


S.6.2. - Saldatori ed operatori con procedimenti manuali/semiautomatici
S.6.3. - Operatori con procedimenti automatici/completamente meccanizzati
S.6.4. - Responsabilitd del Costruttore

S.6.l. - Categorie dei procedimenti di saldatura consi- Non sono infatti possibili aggiustamenti di para-
derando la parte svolta dallbperatore metri fuori programma in corso di saldatura; fre-
quentemente anche Falimentazione e lo scarico dei
Ai fini della presente raccolta, i procedimenti di
pezzi da saldare é completamente automatizzato.
saldatura, considerando la parte svolta dall’0peratore
durante l’esecuzione del giunto, sono suddivisi nelle
categorie seguenti: S.6.2 - Saldatori ed operatori con procedimenti ma-
nuali/semiautomatici
1. Procedimenti manuali
La sorgente termica ed il materiale d’apporto ven- I saldatori e gli operatori addetti all’esecuzione
gono manovrati manualmente dal1’operatore, che li delle saldature manuali o serniautomatiche devono
sposta progressivamente lungo il giunto. essere preventivamente qualificati e certificati in con-
In questa categoria rientrano il procedimento os- formita con le prescrizioni delle parti applicabili delle
siacetilenico, quello ad arco con elettrodi rivestiti ed norme Europee (attuali EN 287) riportate nell’al1e-
il procedimento TIG (in versione manuale). gato Annesso B.
2. Procedimenti semiautomatici Il certificato di qualificazione deve essere rilasciato
dell’ISPESL 0 da altro Organismo Specializzato
Il metallo d’apporto, costituito da un filo continuo,
autorizzatoda11’ISPESL. .
esce automaticamente "a velocita costante dall’estre-
mita di una <<t0rcia>> impugnata dal saldatore che la
sposta lungo il giunto da eseguire. S.6.3 - Operatori con procedimenti aut0maticz'/c0m-
In questa categorina rientrano i procedimenti a filo pletamente meccanizzati
continuo con protezione di gas (MIG e MAG in ver-
sione semiautomatica). Gli operatori addetti all’esecuzione delle saldature
con procedimenti automatici devono essere adde-
3. Procedimenti automatici strati, sotto responsabilitil-del Costruttore, all’uso
Anche questi procedimenti, come i precedenti, uti- dell’impianto di saldatura e certificati secondo
lizzano un metallo d’apporto costituito da un filo la norma Europea (attuale EN 1418) dall’ISPESL
continuo, che fuoriesce automaticamente da una 0 da alt_ro Organismo Specializzato autorizzato
<<testa» fissata ad un carrello che si sposta automati- da1l’ISPESL. ’
camente lungo il giunto; 1’operatore ha solo il com-
pito di eseguire il corretto posizionamento della S.6.4 - Responsabilitd del Costruttore
testa saldante, controllare il regolare svolgimento
della saldatura ed effettuare, quando occorre, piccoli 1. L’addestrarnento, la supervisione ed il controllo
aggiustamenti. dei saldatori e degli operatori di saldatura sono eifet-
In questa categoria rientrano il procedimento ad tuati sotto la responsabilita del Costruttore.
arco sommerso e quelli ad elettroscoria ed elettrogas.
2. I1 Costruttore deve inoltre elaborate e mante-
Anche i procedimenti con protezione di gas (MIG,
nere aggiornato un elenco dei saldatori e degli opera-
MAG e TIG con filo d’apporto continuo) possono es-
tori certificati e deve conservare e registrare i risultati
sere usati in versione automatica. »
di tutte le prove di qualifica eseguite.
4. Procedimenti completamente automatizzali 3. Per eventuali materiali e/o procedimenti non an-
Si tfatta di procedimenti automatici completa- cora regolati dalla normativa EN, il Costruttore
mente programmati nei quali l’0peratore ha solo cla dovra far riferimento ad altre norme nazionali,
eseguire, se necessario, il posizionamento della europee 0 internazionali sentito preventivamente il
torcia, avviare la saldatura ed interromperla. parere dell’ISPESL.

S.6. El 1/2
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I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo 8.1. 8.1.
' Prescrizioni di fabbricazione
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.7.

S.7.l. - Particolari di saldatura


S.7.2. - Apparecchi a pressione costruiti con pi11 virole
S.7.3. - Giunti asovrapposizione
S.7.4. - Saldatura a sovrapposizione con risbordatura per l’attacco difondi afasciami cilindrici
S.7.5. - Fondiformati afreddo
S.7.6. - Preparazione dei lembi
S.7.7. - Esecuzione delle saldature
S.7.8. - Dispositivi difissaggio, supporti e irrigiditori
S.7.9. - Preriscaldo
S.7.l0. - Riparazioni

S.7.1. - Particolari di saldatura S.7.4. - Saldatura a sovrapposizione con risbordatura


per l’attacco difondi afasciami cilindrici
1. I particolari di saldatura raccomandati sono
quelli riportati nel fascicolo S.3. Nella scelta dell’op- 1. La saldatura a sovrapposizione con risbordatura
portuna soluzione costruttiva il Costruttore deve per l’attacco di fondi a fasciami cilindridi é ammessa
considerare: _ nelle seguenti condizioni:
— 1e modalita di fabbricazione; - i materiali devono appartenere Iai gruppi SAC 1.1
e SAC 1.2 (entrambi con Rm 5 490 MP) e SAC 8.1;
— le condizioni di servizio; ' _ '
— le temperature di esercizio devono essere com-
— la fattibilita dei CnD necessari richiesti nel fasci- prese fra -10°C e + 120°C per materiali del gruppo
colo S.9. SAC 1.1 e SAC 1.2; fra - 196°C e + 120°C per quelli
appartenenti al gruppo SAC 8.1;
2. Ulteriori soluzioni costruttive possono essere
— i giunti devono essere circonferenziali con spes-
applicate, purché la loro validita sia confermata da
sore di parete 5 12 mm;
precedenti esperienze applicative e/0 prove effettuate
e devono comunque essere approvate dall’ISPESL. — deve esservi assenza di azioni corrosive;
— i1 diametro massimo non deve superare 1600
S.7.2. -Apparecchi a pressione costruiti con piil mm;
virole — nel caso di incroci fra giunti longitudinali e cir-
conferenziali; essi devono essere radiografati;
1. Quando una parte di una membratura a pres-
sione é costituita da due o pifi virole, occorre fare ri- — la lamiera da risbordare deve essere sagomata,
ferimento al punto S.3. 4.1. evitando raggi troppo stretti, in modo da consentire
la realizzazione di un cordone di saldatura la cui lar-
ghezza a), misurata sul lato esterno, sia compresa tra
S.7.3. - Giunti a sovrapposizione . 2 e 3 volte lo spessore. '

1. I giunti a sovrapposizione realizzati con cordoni


d’angolo sono ammessi per le giunzioni di elementi A i , 4.12-1-35 _
accessori (flange, irrigidimenti, ecc) con le seguenti li-
mitazioni: .
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—i materiali devono appartenere ai gruppi SAC 1.1
e SAC 1.2; . // L6.=L
— la temperatura di progetto dei recipienti deve es-
sere compresa fra -10°C e + 120°C." U’W 4nU0 U
S.7.5. - Fondiformati afreddo modo che la rimozione del dispositivo non dia luogo a
strappi od a cricche superficiali. Eventuali riparazioni
1. Sulle Zone di curvatura dei fondi formati a devono essere eseguite in accordo a quanto indicato al
freddo in acciaio ferritico senza trattamento termico, punto S.7.l0. '
non devono essere eseguite saldature né riscalda-
menti locali.
S.7.9. - Preriscaldo

S.7.6. - Preparazione dei lembi 1. Qualora il Costruttore preveda di adottare un


preriscaldo, deve indicarne la temperatura nella
1. I lembi da saldare devono essere preparati me- WPS. La temperatura di preriscaldo deve essere
diante lavorazione meccanica 0 con taglio termico o scelta in funzione della composizione chimica e dello
loro combinazioni; tale operazione puo essere effet- spessore del materiale da saldare, del procedimento
tuata prima 0 dopo una eventuale formatura. di saldatura e dell’apport0 termico impiegato.
Quando si utilizza il taglio termico occorre evitare
di provocare un aumento della durezza in corrispon-
2. Nessuna saldatura deve essere eseguita quando
denza delle zone di taglio, per alcuni materiali si deve
la temperatura del materiale base in prossimita del
ricorrere ad un preriscaldo prima dell’operazione di
giunto é inferiore a:
taglio.
a) + 5°C per acciai ferritici
2. Le parti dasaldare devono essere assemblate
con dispositivi meccanici 0 con puntatura o loro b) - 5°C per acciai austenitici;
combinazioni. I punti di saldatura devono essere ri- c) 0°C per acciai austeno-ferritici.
mossi o rifusi. In entrambi i casi il costruttore deve
evitare che la puntatura dia luogo a difetti metallur-
gici 0 disomogeneita del materiale. S.7.l0. - Riparazioni

3. Nel caso di giunti non ripresi al rovescio, il Co- 1. Riparazioni di difetti superficiali nel materiale di
struttore deve scegliere opportunamente la distanza base.
tra i lembi e l’allineamento per assicurare la corretta
penetrazione. Quando sono presenti difetti superficiali poco pro-
fondi, quali ad esempio colpi d’arco o colpi di mola,
4. Le superfici interessate dalla saldatura devono essi devono essere rimossi mediante molatura, in
risultare pulite ed esenti da ossidi, grassi, scaglie e/o modo che l’area molata risulti ben raccordata con le
da altre sostanze inquinanti che possono compromet- superfici adiacenti. Dopo la molatura si deve control-
tere la qualita delle saldature. lare la superficie mediante esame visivo od esame con
liquidi penetranti.
S.7.7. - Esecuzione delle saldature Si deve verificare inoltre che lo spessore sottostante
la zona molata rispettile tolleranze dimensionali ri-
1. Dopo ogni passata la scoria deve essere rimossa chieste per il componente.
e si devono eliminare gli eventuali difetti superficiali
individuati da1l’esame visivo. In presenza di difetti che richiedono una ripara-
zione mediante saldatura, il Costruttore deve ese-
2. Quando possibile le saldature longitudinali de- guire tale riparazione in accordo ad una procedura
vono essere riprese al rovescio. In questo caso si deve certificata e con l’impiego di personale certificato.
provvedere alla solcatura al rovescio del giunto me-
diante procedimenti di tipo meccanico 0 termico. 2. Riparazioni di difetti di saldatura.
Tutti i difetti che non soddisfano i criteri di accet-
3. Si deve evitare 1’accensione de1l’arco elettrico
fuori dalla superficie dei lembi. tabilita devono essere rimossi con procedimenti mec-
canici o termici o loro combinazione. .

S.7.8. - Dispositivi difissaggio, supporti e irrigiditori Quando viene impiegata la solcatura termica,
1’<<arc air» 0 elettrodi di carbone, particolare cura
1. I dispositivi di fissaggio, compresi quelli tempo- deve essere adottata nel rimuovere mediante mola-
ranei, i supporti e gli irrigiditori qualora siano ap1i- tura le zone alterate dall’operazione di solcatura.
cati su parti direttamente soggette a pressione, Quando si esegue una molatura od altra lavora-
devono essere saldati da saldatori certificati e con zione meccanica senza successivo ripristino mediante
l’impiego di procedure certificate. saldatura, si deve verificare che lo spessore residuo
soddisfi le tolleranze dimensionali. A
2. Dispositivi di giunzione temporanei devono es-
sere rimossi in modo da non alterare le proprieta del Ogni riparazione mediante saldatura deve essere
materiale nella zona di saldatura. Si deve fare in eseguita sulla base di una WPS certificata; quando

8.7. U 2/4
per la riparazione, si utilizza la stessaWPS gia adottata Quando una riparazione mediante saldatura viene
per l’esecuzione del giunto, non e richiesta una nuova eseguita dopo il trattamento termico 0 dopo la prova
qualifica. idraulica, queste operazioni devono essere ripetute.
La riparazione deve essere eseguita da saldatori od L’u1teriore trattamento termico deve essere ese-
operatori certificati e le aree riparate devono essere guito secondo le prescrizioni del fascicolo S.8, te-
controllate mediante esami non distruttivi adottando nendo in particolare considerazione gli effetti dello
le stesse modalita del precedente controllo sulla sal- stesso sul materiale e sulle caratteristiche del giunto
datura originaria. saldato.

5.7. El 3/4
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo 8.8.
Trattamenti termici
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.8.

S.8.1. Limiti dz‘ obbligatorietd del trattamento termico dopo saldatura


S.8.2. Modalitd del trattamento termico dopo saldatura
S.8.3 Procedure del trattamento termico dopo saldatura
S.8.4. - Proprietd meccaniche dopo trattamento termico
S.8.5. - Esecuzione di saldature dopo trattamento termicofinale
S.8.6. - Trattamento termico dei talloni di verifica delle saldature

S.8.1. - Limiti di obbligatorietd del trattamento ter- tura ai limiti della fascia trattata non deve essere
mico dopo saldatura * inferiore alla meta della temperatura di trattamento.
1. Gli apparecchi a pressione e le loro membra- La parte del1’apparecchio esterna alla zona trattata
ture, realizzati mediante saldatura, devono essere sot- deve essere opportunamente coibentata, al fine di
toposti a trattamento termico in accordo alla tabella non essere sottoposta ad un gradiente di temperatura
S.8., in relazione al gruppo di acciai cui appartiene il pericoloso.
materiale impiegato ed allo spessore di saldatura. 4. Trattamento termico locale di saldature di boo-
2. I1 trattamento termico dopo saldatura deve es- chelli 0 di elementi non a pressione purché sia trat-
sere eseguito dopo che sono state completate tutte le tata termicamente una fascia, su tutta la
saldature. circonferenza dell’apparecchio talc da coprire una
distanza minima pari a 2,5 ( / (R- S), in ciascuna dire-
3. Qualora l’apparecchio contenga giunti saldati zione, dal bordo della saldatura che connette il boo-
che uniscono parti di spessore diiferente, lospessore chello o l’elemento.
da utilizzare per la determinazione del trattamento
termico deve essere quello indicato in S.2.2 S.8.3. - Procedure del trattamento termico dopo sal-
datura
S.8.2. - Modalitrl del trattamento termico dopo sal- 1. Durante i periodi di riscaldamento e di mante-
datura
nimento l’atmosfera del forno deve essere controllata
1. I1 trattamento termico deve essere eseguito in in modo da evitare una eccessiva ossidazione della
linea di principio sul1’intero apparecchio, in forno superficie dell’apparecchio. Non deve esserci contatto
chiuso. Quando cio non é possibile si possono adot- diretto tra le fiamme e Papparecchio.
tare i metodi di seguito descritti.
2. La temperatura ed i tempi del trattamento ter-
2. Introduzione di zone parziali dell’apparecchio mico sono indicati nella Tabella S.8.
nel forno, a condizione che la sovra osizione delle Qualora il materiale non sia incluso in Tabella, le
parti trattate sia superiore a 5 (/(R- S), dove R é il modalita di esecuzione de1l’eventuale trattamento
raggio interno ed S lo spessore di saldatura, con un termico devono essere proposte dal Costruttore ed
minimo di 1500 mm. accettate dall’ISPESL.
La parte dell’apparecchio che rimane fuori dal
forno deve essere opportunamente coibentata in 3. Il trattamento termico deve essere controllato
modo che il gradiente longitudinale di temperatura con un adeguato numero di termocoppie, in effettivo
sia tale che la distanza fra la zona cui corrisponde la contatto con Papparecchio. I valori di temperatura
temperatura di trattamento e la zona a cui corri- devono essere registrati in modo continuo ed auto-
sponde una temperatura pari alla meta di uella di matico.
trattamento, non risulti inferiore a 2,5 ./ (R- S). Di ogni trattamento termico deve essere fornito il
diagramma registrato.
3. Trattamento locale della saldatura circonferen- La temperatura del trattamento termico é data
ziale completa, purché venga trattata una fascia a ca- dalla media delle temperature indicate dalle termo-
vallo della saldatura stessa di larghezza non inferiore coppie; tali temperature devono restare all’interno
a 5 \/(R- S). Qualora la saldatura circonferenziale de1l’intervall0 previsto per i vari tipi di acciai.
sottoposta a trattamento termico sia quella di giun- La differenza fra l’indicazione massima e quella
zione tra corpo cilindrico e fondo, l’inter0 fondo deve minima delle termocoppie, in ogni istante, non deve
essere sottoposto a trattamento, mentre la lunghezza superare:
della fascia trattata dalla parte del corpo cilindrico
deve superare 2,5 \/ (R- S). — 80 °C durante il riscaldamento,
La coibentazione deve garantire la temperatura ~ 40 °C durante il periodo a regime,
richiesta per il trattamento termico; la tempera- — 100 °C durante il raffreddamento.

3.8. El 1/4
4. In caso di trattamento termico eseguito in temperatura di rinvenimento indicata dal produttore
forno, la temperatura del forno, ne11’istante in cui dell’acciaio (nel caso di acciai forniti allo stato rinve-
Papparecchio é introdotto 0 estratto dal forno, non nuto) ed il tempo di permanenza alla temperatura
deve eccedere i 300 °C. specificata non deve eccedere 1e 3 ore.
Sotto 300 °C la parte trattata puo essere lasciata Casi eccezionali devono essere sottoposti al-
raffreddare in aria calma. 1’ISPESL per approvazione.
5. Le velocita di raffreddamento fino a 300 °C,
e di riscaldamento a partire da 300 "C non devono S.8.5. - Esecuzione di saldature dopo trattamento
superare i seguenti valori: termico
— per spessori inferiori 0 uguali a 25 mm: 220 °C/h,
— per spessori compresi tra 26 mm (incluso) e 100 1. Nel caso siano state eseguite saldature addizio-
mm (incluso): (5500/s) °C/h dove s é lo spessore nali 0 riparazioni mediante saldatura dopo tratta-
nominale. mento termico, Papparecchio deve essere sottoposto
- per spessori superiori a 100 mm: 55 °C/h ad un .u1teriore trattamento termico salvo casi parti-
colari che devono essere valutati dell’ISPESL, in ac-
cordo alle procedure di cui al fascicolo S.O.2. punto
S.8.4. - Proprietd meccaniche dopo trattamento ter- 4. ed S.0.3. punto 3.
mico
1. Devono essere tenuti in conto gli effetti del trat- S.8.6. - Trattamento termico dei talloni di verifica delle
tamento termico sulle proprieta meccaniche dei saldature
materiali.
1. Di regola i talloni di verifica delle saldature,
2. Per i materiali appartenenti ai gruppi SAC 1.1 durante il trattamento termico in forno, devono
e SAC 1.2 (eccetto il tipo 16Mo3), non si ritiene che essere posti all’interno dell’apparecchio.
il trattamento termico produca effetti significativi
se il tempo di permanenza non e superiore a 3 ore; Se cio non é possibile essi possono essere posti a
in caso contrario occorre dimostrare che il ma- fianco dell’apparecchio, in modo pero da subire lo
teriale soddisfa ancora i requisiti della specifica. stesso trattamento termico.
Cio puo essere realizzato mediante l’esecuzione di
2. Un trattamento termico del tallone separato dal
prove effettuate su un campione trattato insieme al-
quello dell’apparecchio puo essere effettuato, se viene
1’apparecchio.
garantita l’eguag1ianza dei gradienti di temperatura
3. Per tutti gli altri materiali (eccetto quelli di cui durante 1e fasi di riscaldamento e di rafireddamento
al precedente punto 2), la temperatura di trattamento e Peguaglianza della temperatura di permanenza a
termico deve essere inferiore di almeno 30 °C alla regime.

5.8. El 2/4
Tabella S.8 - Trattamento termico dopo saldatura

Trattamento termico dopo saldatura

Gruppo Acciai _ In accordo Condizioni


di materiali gruppo o tipo con EN
di trattamento Spessore Permanenza
termico (1) nominale (2)
tn
mm tempo temperatura
minuti °C

10028-2

SAC 1.1 Acciai


10216-1 a -5 = 35 (3) 30
SAC 1.2 non legati
10217-1 a -5
N
10222-3 0 35390 tn—5 550 - 600
NeT
10028-3
Acciai 10216-1 a -5
SAC 2.1 normalizzati 10217-1 a -5
a grano fine >90 40 + 0,5 tn
10222-5

10028-2
/“M 10216-2
N
= 35 (3) 30
16Mo3
0 550 - 620
10217-2 e -4 NeT >35§90 tn—5
5/ac /4-4 10222-3 >90 40 + 0,5 tn

10222-3 QeT > 100 40 + 0,5 tn 550 - 620

10028-2 $13 30

10216-2 NeT >13g15 30


13CrMo4-5 (4) 0 630 ~- 680
10217-2 e -4 QeT >15§60 2tn

10222-3 >60 60+tn


10028-2
10CrMo9-10 (4) 10216-2 NeT
o
Come specificato per 1’acciaio
670 - 720 ~
13CrMo4-5
11CrMo9-10 (4) 10217-2 e -4 QeT
10222-3
SAC 5
10216-2 NeT
10222-3 o 700 - 750
QeT
16CrMo20-5
10216-2
10222-3 A 700 - 750
10216-2 NeT $12 30

X1lCrMo9—1 >12§60 2,5 tn 740 - 780


10216-2 A >60 90+Tn
10216-2 Come specific ato per l’acciaio
SAC 6 X20CrMoNiV1-l-1 10222-3 NeT X1 1C rMo9-1 730 - 770
10028-5
10216-3
SAC 9.1 Acciai al Mn Ni 10217-3 e -5 N $35 30
SAC 9.2 ed al Ni 10222-4
eccetto X8Ni9 530 - 580
10028-4 > 35 $90 tn+5
10216-3 NeT
10217-3 e -5 0 >90 40 + 0,5 tn
10222-4 QeT
10028-4 Normalmente saldati con materiale di apporto austeni-
10216-3 vedi standard tico. I1 trattamento termico dopo saldatura dovrebbe
SAC 9.3 X8Ni9 10217-5 materiali essere evitato a causa della possibile migrazione di car-
10222-4 bonio

(1) A ricotto
N normalizzato o temprato in aria
Q temprato
T rinvenuto
(2) Lo spessore nominale é quello richiesto da S.2.0.2.
(3) Per spessori < 35 mm i1 trattamento termico dopo saldatura é necessario solo in casi speciali (p.e. per ridurrei1peri-
colo di criccabilita da tensocorrosione o cricche da idrogeno (gas acido).
(4) Tubi con diametro < 102 mm e spessore < 13 mm e componenti con tale spessore destinati a temperature superiori
a 490 °C non necessitano di trattamento termico dopo saldatura.

69 S.8. El 3/4
M
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
Fascicolo 8.9. 8.9.
Controlli delle saldature - Esami non distruttivi
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.9.

S.9.1. - Esecuzione degli esami non distruttivi


S.9.2. - Responsabilitd del Costruttore e documentazione
S.9.3. - Qualzficazione e certrficazione delpersonale incaricato

S.9.1. - Esecuzione degli esami non distruttivi 4. Estensione degli esami non distruttivi.
1. Tecniche esecutive, metodi, caratterizzazione e L’estensione e la tipologia degli esami non distrut-
criteri di accettabilitd dei difetti. tivi richiesti sono indicati per i vari materiali ne11eTa-
belle del Fascicolo S.2. Limitatamente ai materiali di
Le tecniche di esame non distruttivo previste dalla
cui alla Tabella S2.lA, nella Tabella S9.1 sono indicati
presente Raccolta sono le seguenti:
per ogni tipologia di giunto,gli esami non distruttivi
a) esame visivo richiesti e le relative estensioni.
b) esame radiografico L’esame visivo deve essere eseguito su tutte 1e sal-
c) esame ultrasonoro dature; esso deve inoltre essere associato con gli altri
d) esame con liquidi penetranti esami non distruttivi previsti. '
e) esame con particelle magnetiche L’esame visivo deve riguardare anche la fase di fab-
Per le varie tecniche, le correlazioni con i relativi bricazione, compreso l’assiemaggio iniziale e la pre-
metodi esecutivi, le caratterizzazioni ed i criteri di parazione della ripresa al rovescio (quando prevista).
accettabilita dei difetti sono riportate ne1l’allegato Nel caso di esame superficiale (MT o PT) non to-
Annesso C. tale, la zona da esaminare sara individuata dal Co-
struttore ed approvata da11’ISPESL in relazione alla
p 2. Fase diesecuzione.
criticita della costruzione. .
Gli esami non distruttivi finali devono essere ese- L’estensione degli esami non distruttivi é indicata
guiti dopo l’eiTettuazione del trattamento termico in percentuale. Questa percentuale é riferita al1a1un-
delle saldature (quando previsto) ma prima. della ghezza totale delle saldature.
prova idraulica. _ In caso di esami con percentuale inferiore al 100%,
Qualora i materiali esaminati non siano suscettibili l’estensione e la scelta delle zone da esaminare deve
a1 rischio di <<cricche da trattamento termico», previo essere determinata con i1 seguente criterio:
parere favorevole da parte dell’ISPESL, gli esami non
distruttivi possono essere eseguiti prima del tratta- a) Per il mantello, ifondi, le camere di comunicazione
mento termico. e le camicie.
Gli esami non distruttivi devono essere eseguiti su
3. Scelta del metodo.
tutti gli incroci tra le saldature longitudinali e quelle
La tabella S9.1 prescrive tecniche alternative in re- circonferenziali testa a testa. I1 controllo di tutte le
lazione a1 metodo di indagine: per la ricerca dei di- intersezioni deve essere eseguito anche se e superata
fetti interni (esame volumetrico) sono previsti gli la percentuale minima richiesta dalle Tabelle (la lun-
esami radiografico (RT) ed ultrasonoro (UT), mentre ghezza del tratto utile delle pellicole radiografiche
per la ricerca dei difetti superficiali sono previsti gli non deve essere inferiore a 200 mm).
esami con particelle magnetiche (MT) e con liquidi In aggiunta, se necessario per rispettare 1e percen-
penetranti (PT). tuali richieste, devono essere sottoposti agli esami
L’esame ultrasonoro, in alternativa all’esame non distruttivi anche tratti delle giunzioni testa a
radiografico, puo essere impiegato, previo parere testa. '
favorevole da parte dell’ISPESL, nei casi previsti Giunzioni in prossimita delle aperture e/o fino ad
da11’a1legato Annesso C. una distanza di 12 mm, devono essere esaminate per
Per quanto riguarda i difetti superficiali, l’csame una lunghezza non inferiore al diametro del1’aper-
magnetoscopico é da preferirsi nel caso di controllo tura, da entrambi i lati de11’apertura stessa. Questi
su acciai ferritici; sugli acciai austenitici dovra essere esami sono da considerarsi addizionali rispetto a
eseguito 1’esame con liquidi penetranti. quanto richiesto dalle Tabelle.

S.9. El 1/12
b) Bocchelli e derivazioni sugli apparecchi (saldati di Se queste due ulteriori porzioni sono accettabili si
testa). procede alla riparazione dei difetti individuati sul
Per determinare l’estensione degli esami non di- campione originale e quindi al nuovo controllo dello
struttivi, il numero totale dei bocchelli e delle deriva- stesso, impiegando la tecnica prevista in origine.
zioni saldate di testa a piena penetrazione deve essere
raggruppato come segue: 6. Esame delle saldature riparate.
per esami non distruttivi al 100%: gruppo dimen-
sione 1 (esempio: ogni bocchello e/o derivazione); Tutte le saldature riparate devono essere sotto-
per esami non distruttivi al 25%: gruppo dimen- poste allo stesso esame non distruttivo previsto in
sione 4 (esempio: un bocchello e/o derivazione per origine, inclusi i criteri di accettabilita.
ogni gruppo di 4);
per esami non distruttivi al 10%: gruppo dimen-
S.9.2. - Responsabilitd del Costruttore e documen-
sione 10 (esempio: un bocchello e/o derivazione per
tazione
ogni gruppo di 10).
Devono essere esaminate almeno una saldatura
circonferenziale ed una longitudinale (quando pre- 1. Il Costruttore é responsabile:
vista) complete per ogni gruppo (0 frazione di esso)
di bocchelli e/o derivazioni. — della pianificazione degli esami non distruttivi
Gli esami di cui sopra devono essere eseguiti anche per ogni singola apparecchiatura;
se é superata la percentuale minima richiesta dalle
— dell’individuazione della fase di produzione in
Tabelle.
cui gli esami devono essere eseguiti;
5. Integrazione degli esami non distruttivi nel caso
di imperfezioni rilevate. — della scelta del metodo e della procedura da
usare nell’ambito delle specifiche prescrizioni di
Le posizioni sottoposte agli esami ed individuate cui alla presente Raccolta;
secondo i criteri indicati in 4 a) e 4 b) sono rappre-
sentative delle saldature esaminate. — dell’accettazione e della registrazione dei risul-
In particolare: tati degli esami effettuati.
— un difetto rilevato su una saldatura longitudi-
nale sara considerato rappresentativo della con- 2. Documentazione: v
dizione de11’intera saldatura longitudinale;
v — un difetto rilevato su una saldatura circonferen- Prima della costruzione, il Costruttore dovra pre-
ziale sara considerato rappresentativo della con- sentare a1l’ISPESL per approvazione la seguente
dizione dell’intera saldatura circonferenziale; documentazione:
— un difetto riscontrato su una saldatura di un — piano dei controlli non distruttivi, conforme alle
bocchello e/o di una derivazione sara conside- prescrizioni della presente Raccolta, per ogni
rato rappresentativo della condizione delle sal- singola apparecchiatura;
I dature dell’intero gruppo di bocchelli e/o di
derivazioni. — procedure operative, relative agli esami previsti
In relazione al tipo di imperfezione individuata gli dal piano di controllo, preparate e firmate da
esami integrativi saranno i seguenti: personale adeguatamente esperto e certificato
in conformita con le prescrizioni del Fascicolo
Difetti planari (cricche, incollature, mancate fusio- S.9.3.;
ni, ecc.): se uno o piu difctti planari sono presenti
nel campione esaminato, l’intera lunghezza della sal- — elenco del personale qualificato e certificato in
datura rappresentata dal campione deve essere esa- accordo con le prescrizioni del Fascicolo S.9.3.
minata con lo stesso metodo previsto in origine e
valutata in accordo ai criteri di accettabilita applica-
bili, tenendo in considerazione che scopo del1’ulte- S.9.3. - Qualzficazione e ceflificazione del personale
riore indagine é solo quello di individuare i difetti incaricato
planari (e non quelli non planari).
Difetti non planari (inclusioni di gas, scorie, ecc.): Il personale responsabile della preparazione delle
se non sono presenti difetti planari ma il campione procedure operative di metodo, nonché preposto al-
contiene altri tipi di difetti che eccedono il limite di l’esecuzione ed alla valutazione degli esami non di-
accettabilita, due ulteriori porzioni della saldatura struttivi deve essere qualificato e certificato in
rappresentata, ciascuna di lunghezza non inferiore a accordo alle prescrizioni della norma UNI EN 473
quella del campione originale, devono essere esami- (il personale incaricato del1’esecuzione dell’esame vi-
nate e valutate secondo i criteri di accettabilita pre- sivo deve dimostrare esperienza e conoscenze speci-
visti in origine. fiche in questa tecnica).

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Annesso C: Tabella C.1 - Esaminon distruttivi: tecniche esecutive, metodi, caratterizzazione I
e criteri di accettabilitd dei difetti

Criteri
Esame non fhstrumvo Metodo Caratterizzazione di accettabilité
(tecmca)

Esame visivo (VT) EN 970 Tabella S9.1 Tabella S9.1

Esame radiografico (RT) EN 1435 Classe B Tabella S9.2 Tabella S9.2

EN 1712
Esame ultrasonoro (UT) (3) EN 1714 pr EN 1713 (1) (2) Accettabilité: livello B

pr EN 1289 (1)
Esame con liquidi penetranti (PT) pr EN 571-1 (1) pr EN 1289 (1) Accettabilitzi: livello 1

pr EN 1291 (1)
Esame con particelle magnetiche (MT) pr EN 1290 (1) pr EN 1291 (1) Accettabilité: livello 1

NOTE:
(1) In attesa de1l’emissione della corrispondente norma EN, dovranno essere impiegate altre specifiche tecniche di
controllo autorizzate dall’ISPESL(qua1ip.e. la Raccolta CND).
(2_) Trattasi solo d_i uha <<Raccomandazioi1e». .
(3) L’esame ultrasbnoro, in alternativa al1’esame radiografico, pub essere impiegato solo quando previsto <<senza limi-
tazioni» dalla Tabella 3‘de11a norma EN 12062 previo parere favorevole da parte dell’ISPESL. _

S.9. El 12/12 82
I.S.P.E.S.L. - RACCOLTA S Capitolo
$.10.
Fascicolo $.10.
Talloni di verifica
Edizione
1999

ELENCO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CAPITOLO S.10.

S.10.1. - Generalitiz
S.10.2. - Numero di talloniprescritto
S.10.3. — Prescrizioni per l’esecuzione del tallone
S.10.4. - Prove da eseguire sui talloni
S.10.5. - Riprove

S.l0.1. - Generalitd S.l0.4. - Prove da eseguire sui talloni


Al fine di assicurare una costante qualité del ma- Le prove da eseguirsi sui talloni di verifica sono
nufatto e la. rispondenza delle proprietai meccaniche quelle richieste dalla normativa applicata in sede di
dei giunti saldati ai requisiti della specifica, devono certificazione delle procedure di saldatura (vedere
essere eseguiti talloni di verifica in accordo alle pre- Fascicolo S.5., comprese le prove integrative di cui
scrizioni di seguito riportate. I talloni di verifica sono alla Tabella S5.01 escludendo l’analisi chimica del me-
richiesti per 1e so1e giunzioni longitudinali e circonfe- tallo depositato).
renziali testa a testa del fasciame. E suificiente Peifettuazione di una sola prova per
tipo e per posizione (una terna nel caso di prove di
S.10.2. - Numero di talloniprescritto resilienza, una serie nel caso di misure di durezza).
I risultati da ottenere sono quelli richiesti in sede di
I1 numero dei talloni di verifica e le prove da eiTet—
certificazione delle procedure di saldatura facendo ri-
tuare dipendono dai materiali usati, dalla lunghezza,
ferimento ai materiali effettivamente impiegati nella
dallo spessore e da1l’efiicienza del giunto e dalla pro-
costruzione.
cedura di saldatura impiegata. p
Prima di ricavate le provette dal tallone di verifica,
Per i vari materiali, i1 numero di talloni richiesto é devono essere eseguiti esami non distruttivi per assi-
indicato ne11’A1legato Annesso D. Nessun tallone di curare che le provette stesse vengano prelevate da
verifica é richiesto nel caso di saldature longitudinali aree prive di difetti.
e circonferenziali di apparecchi di III categoria.
La lunghezza del tallone deve essere tale da per-
mettere il prelievo di tutte le provette prescritte, in-
S.10.3. - Prescrizioni per l’esecuzione del tallone cluse quelle relative ad eventuali riprove. La
larghezza dei pezzi costituenti i talloni non deve es-
Quando in un apparecchio sono presenti una 0 piii
sere comunque inferiore a 125 mm, per spessori fino
saldature Iongitudinali, i talloni di verifica, devono
a 20 mm, ed a 150 mm, per spessori maggiori di 20
essere attaccati al mantello in corrispondenza di una
mm.
estremitét del giunto, in modo che le estremitét saldate
sul tallone siano la continuazione dei giunti longitu-
dinali. S.10.5. - Riprove
Il metallo d’apporto deve essere depositato, sui tal- Se una qualunque delle prove previste non fornisce
loni di verifica, senza interruzione della saldatura del risultati conformi ai requisiti richiesti, é ammessa1’e-
corrispondente giunto longitudinale, in modo che le secuzione delle riprove sottoindicate, da eifettuarsi su
condizioni di saldatura siano 1e stesse. provette prelevate dallo stesso saggio.
Quando risulta necessario eseguire separatamente a) prova di trazione: due riprove;
Ia saldatura dei talloni, la procedura usata deve es-
b) prova di piegamento: due riprove;
sere autorizzata dal1’ISPESL e deve riprodurre quella
utilizzata per la realizzazione del giunto su1l’apparec- c) prova di resilienza: tre prove addizionali;
chio. d) esame rnacrografico: due riprove (con eventuale
Quando sono richiesti i talloni di verifica per sal- misura della durezza);
dature circonferenziali, questi sono sa1dati separata- e) esame micrografico: due riprove.
mente da1l’apparecchio, facendo in modo che la Nel caso in cui una delle riprove non soddisfi i re-
tecnica di saldatura adottata per la loro realizzazione quisiti prescritti, la saldatura e Papparecchio rappre-
sia in accordo alla procedura utilizzata nella salda- sentato dal tallone di verifica sono considerati non
tura dei corrispondenti giunti su11’apparecchio stesso. conformi.

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