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Scrittura creativa

IL BESTIARIO
INTRODUZIONE
Un bestiario, o bestiarium, è un testo che descrive animali o bestie.
Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi
descrizioni di animali (reali e immaginarî), accompagnate da spiegazioni moralizzanti e
riferimenti tratti dalla Bibbia.
LA STORIA
L'origine remota di questi testi è da ricercarsi, per il mondo occidentale, in antichi testi che
offrivano l'interpretazione degli animali e delle loro caratteristiche in chiave simbolica e
religiosa. I testi poi furono arricchiti di dettagli e immagini sviluppandosi nei bestiari veri e
propri.
I bestiari si diffusero soprattutto tra Francia e Inghilterra nel XIII-XIV secolo anche se non
mancano testimonianze posteriori tuttavia molto inferiori dal punto di vista della
realizzazione artistica.
Un aspetto molto importante per la miniatura medievale è la presenza di ricchi cicli di
illustrazioni, sia per quanto riguarda gli animali sia per quanto riguarda temi più
direttamente attinenti alla religione.
Un tipo particolare di bestiario di origine alto-medievale ,VIII secolo, contenente animali
esclusivamente fantastici o creature mostruose è il Liber monstrorum de diversis
generibus (libro dei diversi generi di mostri).
CAP. 1: LICANTROPI (LUPI MANNARI)
Il licantropo, detto anche lupo mannaro o uomo lupo, è una creatura leggendaria della
mitologia e del folklore.
Secondo la leggenda sarebbe un essere umano condannato da una maledizione,o già dalla
nascita, a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio, sebbene ci siano casi in cui la
trasformazione è volontaria.
Il licantropo ha la capacità di guarire in poco tempo, l’aconito e lo strozzalupo possono
avvelenarlo e ferirlo, ma lo si può uccidere solo con un'arma d'argento
Il licantropo può trasmettere la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo
morso,diventando così parte del branco.
Le notti di luna piena condiziona la natura di questi esseri amplificando le loro emozioni,
esistono diversi metodi per riprendere il controllo di sé durante queste notti adottati da
diversi branchi. Il branco buddista recita:
“tre cose non si possono nascondere:il sole,la luna e la verità”
CAP. 2:B BANSHEE
Nel folklore irlandese la Banshee è una fata, alla lettera il nome significa "donna delle fate".
È famosa per il suo urlo è anche chiamato caoine, lamento funebre: è un avvertimento che
ci sarà una morte imminente in famiglia,o non famiglia.
La leggenda dice che le Banshee non causano la morte; servono solo come avvertimento.
Gli storici hanno fatto risalire le prime storie sulle Banshee all'VIII secolo, partendo da una
tradizione in cui le donne cantavano una canzone dolorosa per lamentare la morte di
qualcuno.
I loro urli sono noti sotto il termine di “keening”,dal gelico Caoineadh che significava
lamento;la Banshee è così affezionata alla propria famiglia che la notte prima della morte
di uno dei suoi componenti ne percepisce il triste destino ed incomincia a piangere
emettendo un lamento lugubre, capace in alcuni casi di fare rizzare i capelli agli umani e di
portarli alla disperazione, che si ripete tre volte o può durare tutta la notte.
CAP. :LA CACCIA SELVAGGIA
La caccia selvaggia o schiera furiosa è un tema mitologico e folcloristico originario dell'Europa settentrionale,
centrale e occidentale. Il mito si fonda su questa premessa: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il
cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli, segugi e battitori al seguito.
Fra i protagonisti della battuta di caccia nelle varie culture si possono citare Odino, re Artù (Britannia), Carlo Magno
(Francia), e Wotan con il suo wilde jagd ("caccia selvaggia") in Germania.
Si possono raggruppare le varianti secondo quattro classi, a seconda che il corteo soprannaturale sia composto da:
soli animali; anime dannate; esseri mostruosi o dalle origini comunque ultraterrene.
Essere testimoni della caccia selvaggia viene considerato presagio di catastrofi e sciagure; i mortali che si trovano
sul cammino del corteo sono in genere destinati a essere “uccisi” cioè rapiti e portati nel regno dei morti.
Nelle varie tradizioni popolari,questo mito viene inserito in diversi racconti e leggende, ma la radice originaria della
credenza della caccia selvaggia affonda nella mitologia nordica: il dio Wotan (cioè Odino), psicopompo, nelle notti
del Sacro Periodo,cioè quello che comprende i dodici giorni successivi al solstizio d'inverno, a cavallo di Sleipnir,
mostruoso cavallo grigio, guida il corteo delle anime dei soldati morti in battaglia, in una vorticosa ridda (assalto)
attorno alla Terra.
Le tradizioni sull'esercito furioso sono state interpretate come una configurazione mitica e rituale in cui si
esprimerebbe, attraverso il riferimento a Wotan, una remota e persistente vocazione guerriera dei maschi
germanici.

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