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Audio - Gaspare Mutolo.

mp3

Speaker 1 [00:00:02] Uno, due tre via! E io do il benvenuto.

Speaker 2 [00:00:06] 1 e 3.

Speaker 1 [00:00:07] Via perfetto. Signora Mutolo, io ho una grande curiosità. Nel 1943,
quando le forze armate americane inglesi sbarcano in Sicilia, secondo la storia, ci fu un
grande aiuto dai grandi boss di Cosa Nostra che vennero liberati qualche mese prima
dalle prigioni di Favignana. Lei ha vissuto in quel mondo, in quella cerchia di personaggi di
primo spessore del sistema criminale. Ma che racconto c'era di quella vicenda del 1943 e
se ne parlava del ruolo svolto dalla mafia nell'aiutare gli alleati? Oppure è soltanto una
leggenda inventata dagli storici e dai giornalisti?

Speaker 2 [00:00:52] Non è una leggenda, è una realtà. Perché io mi vede così perfetto.
Io non lo vedo più.

Speaker 1 [00:01:02] Non uomo tranquillo perché inquadrato in primo piano può
ricominciare.

Speaker 2 [00:01:05] Ma non allora. Io ero intorno al 1965 e ero con me un certo Erasmo
Valenza di di Borgetto e di progetto. C'era anche suo fratello, c'era un certo Berti e che
dopo questa in America c'erano tutti i corleonesi perché erano nel braccio dei corleonesi,
ovunque e a volte l'aut aut o questo sindaco che era in galera per associazione.
Effettivamente loro in quel periodo e si parlava contro il governo perché il governo stava
cambiando oppure aveva cambiato, diciamo quegli accordi che avevano preso le ali. Ti
chiamo 43, 44, 45, quindi, e qualcuno si lamentava. Però parlavo anche di lusso di
Calogero Vizzini, così si parlava. Però io non ero interessato, ascoltavo anche qualche
discussione che avevo con Moro. Però io dopo, con gli anni di esperienza, ho capito che
effettivamente lo sbarco americano è stato agevolato della mafia. Ma anche e
specialmente italia-cuba va bene.

Speaker 1 [00:02:43] Lei ha vissuto poi gli anni successivi, quando, dopo la prima guerra
di mafia e i corleonesi a poco a poco prendono come dire il potere in Sicilia. Ma quel
rapporto con l'America si è interrotto o in qualche modo anche per affari semplici, per i
traffici è continuato ad esistere.

Speaker 2 [00:03:04] Guardi, politicamente non lo so, però. E nella mafia quel rapporto
c'era. Anzi si era appoggiato perché diciamo a tutti i gangster americani chiamo la mafia
americana. Erano quasi tutti creati. Io mi ricordo che Belli nel 64 e c'era in galera di
principi Affleck, Coppola e con tutti quelli di Marsala, i famosi, i primi che avevano buttato
fuori dell'America e che l'avevano espulsi per bene e che perché erano imputati per
associazione a delinquere e per droga. Però allora non è che la Procura di Palermo ha
detto Lei pensa che quando hanno fatto il pacchetto hanno e hanno preso tre anni. C'era
pure un oggetto persone di Trapani, Marsala, di Castellammare, Bonventre di
Castellammare che ben bene che io ero piccoli per cinque anni, quindi, e io oggi a
raccontarlo seppi questo che per documentarsi volevano raccontare un film ogni sera.
Però io ho inventato quattro chiacchiere in Europa. Perché allora gli americani, i banditi e
lui abitava e questo era un grande personaggio che io chiamo padrino dei vivi e e quindi
va bene. Io ogni sera ci davano la villa per la proprietà. Però io ero già Venezia e la
famiglia va a papà, il più amato ed era completamente diverso. E di Papa Giovanni e mi
ricordo in effetti Coppola avevo un carattere diverso, era quello che per sempre
specificava il peso guadagnati in America. È lui che ci provò. Le microspie però erano la
mafia siciliana e la mafia americana era completamente quasi tutt'uno. Tutt'altro che poi
erano i palermitani e li chiamo più quelli. Di regola. Meglio il richiamo ad un
comportamento buono perché c'era talmente negli anni a venire non era d'accordo a
mettere soldi delle banche. Perché dite che le banche erano usurai? E quindi configura la
mafia palermitana. Non era a favore della prostituzione e nemmeno dell'usura. Quindi noi
questi beni così non li abbiamo mai messi in atto. In America c'erano articoli americani che
avevano le carte da gioco. La prostituzione è un fatto grave. Però i rapporti che erano stati
stipulati. Io mi ricordo che nell'82 passarono da un epoca all'altro e mentre ero io.
Appartiene a Mondello e è venuto a John Gambino detto Rosario mio, che per Romano
era mafioso di San Lorenzo. Però come mandamento diciamo era Riccobono. Quindi è
venuto il capomandamento. Perché? Perché erano soggetti quei due omicidi importanti,
quello di Stefano Bontade e quello di Salvatore Inzerillo. E Paolo Castellani, dicevamo, ha
mandato a queste due per dire Ma cosa sta succedendo a Palermo? E dopo si sono
accompagnati. E lì che si è riunita la commissione direttive che nel tempo ha saputo.

Speaker 1 [00:07:24] Quello che sarebbe successo. Peraltro lei ha citato lo fa Riondino,
che nel tempo, negli anni successivi, sarà uno di quelli che sosterrà nuovamente, a
distanza di 40 anni, la possibilità di rendere indipendente la Sicilia. Perché spunta di nuovo
questo progetto di rendere indipendente la Sicilia? Proprio Naso parla di questa cosa qui.

Speaker 2 [00:07:45] Guardi, io a Rossano io lo conoscevo da ragazzo e pensa in lui degli


anni 60 e della mafia. Però io non ero un mafioso. Però io guardiamo qualche foto da lui
c'è qualche magazzino E minacciato. E ai camionisti che allora dei della e che va al
pellegrinaggio ci dice di non venire qua, altrimenti ci spariamo dopo. E partito questi 65. E
diventato mai la cui prima di affari di droga con Coppola, con uno dei Coppola e ha
investito bene perché ha investito nelle casse tanto dei dati. Lui quando è venuto nell'82
mi ha detto ci conosciamo da ragazzi, mi ha detto Gaspare, ma che in America ma qui si
guadagnano i soldi di questa macchina e io oggi ho detto come faccio a venire in questo
casino che c'è la spia? E però io non sapevo il progetto completamente che avevo i
corleonesi. Vedi perché i corleonesi hanno preso possesso. E a Palermo, quando è
successo la strage di viale Lazio, quando succede la strage di viale Lazio che muore
Bagarella? Esatto. Dopo Luciano Liggio si è imposto, diciamo comunista, con la
connessione a Palermo c'è il di Leonesi e noi tutti i traffici lo vogliamo. E i fatti sono stati
prodotti da Luciano Liggio. Però, dopo Salvatore Riina, quella strategia che purtroppo gli
ha.

Speaker 1 [00:09:50] Lei. Peraltro a lei dobbiamo riconoscere il coraggio di avere svelato
per primo, addirittura superando quel muro che neanche Buscetta aveva voluto superare,
cioè raccontare le interconnessioni fra le istituzioni e la mafia. Quanto pensa sia stato
fondamentale, guardandolo ora, a distanza di tanti anni, la sua collaborazione con il
giudice Borsellino, Perché questo è un momento fondamentale della sua vita, anche.

Speaker 2 [00:10:21] Se guardi io, quando io quando parla Falcone di Falcone e


Borsellino, li conoscevo a Borsellino, dal 76 al Falcone dell'80. Quando io decido di e di
collaborare e io quando ha chiamato Falcone e le dico io voglio collaborare, ma voglio
collaborare diverso. E come Buscetta torna Mannoia e io voglio recidere proprio questo
cordone, dice. Io comincio a collaborare dal suo ufficio e vanno via da Roma. Si stupì
insieme a lui. C'era che ancora vivo questo personaggio, un certo Piernicola. Sì, e dire dal
mio figlio ha detto sì a suo figlio. E allora io non voglio partire perché effettivamente, come
dice lei, il discorso si era chiuso quando ha collaborato Buscetta nell'84 e che dopo viene
seguito da Contorno e Mannoia. Dopo, dopo la strage dei familiari di Mannoia che sono
ucciso quelle persone, non c'era più nessuno che voleva collaborare e quindi io ero io. Ho
aperto una scorta che purtroppo e Buscetta non aveva aperto. E perché? Noi parliamo di
undici anni prima del 73 del 1976. Le stesse dichiarazioni di Buscetta li fa centro, Vitale,
Lucia Vitale, Leonardo Vitale per sapere come è finito nel 73 che condanna non solo a
Vitali per Pazzo, perché la collusione che c'era tra la mafia e i poteri forti della
magistratura e i politici era forte. Tanto che dopo dieci anni collabora Buscetta con
Falcone e che poi basti, poiché io ho avuto tutti e tutti i mandati di cattura e Falcone io li ho
avuti tutti, io non avevo rapporti. C'è un rapporto di simpatia con Falcone perché Falcone
perseguitava soltanto me, della mia famiglia per bene e io non lo vidi che parlavo. Io mi
chiamo Gaspare Mutolo a Palermo sono innocente. Guardi, dopo la prima volta però è
nato. Lei pensa che un giorno, dopo un interrogatorio che c'era anche l'avvocato
Francesco Cirillo, come si chiama? E dopo che lo interroga, Alitalia accetti. Ciò detto, non
si beve lui si approda a tavolino, ha preso il bicchiere e che è contento e pieno di whisky.
Non e per dire, ma c'era una simpatia che quando io dopo io ho deciso di collaborare con
lui, sapevo che lui era completamente contro la mafia. Infatti è lui per lui. Com'era a
Roma? E non poteva non accogliere chi parla di nome e cognome. Quello che però
c'erano per impedimenti che si sono dovuti superati. Infatti si sono aperti più di sei mesi.
Va bene però che io ero Di Martino o Paolo Borsellino, oppure non parlo dopo. Vigna
escogitò un stratagemma e che mi fece fare dichiarazioni riportate oltre e dopo così hanno
superato l'ostacolo che c'era al tribunale di Palermo. E c'è da credergli. Il procuratore
Giammanco, che dice che dobbiamo scegliere, lui deve parlare con lui e io ho detto io no.
Infatti più di una volta era venuto Di Gennaro a dire no, no, se non ve ne fosse Lino è così.
Insomma, anche dopo la mia collaborazione, purtroppo, dopo quattro dichiarazioni
Borsellino e succede quello di via D'Amelio. E dopo viene Natoli che vuole collaborare
ancora di più. Io però ho collaborato. Non è che avevo paura perché vedevo che la mafia
non è più quella di una volta. Abbiamo sentito che avevano strangolato una donna incinta
e hanno sparato a quelle donne della famiglia che prima non si faceva. Io io no. Io non mi
sono sentito mai un rapitore. Io ho ripudiato, io ho rinnegato quello che era la mafia
moderna, il padre che ha consentito di uccidere. Alla figlia o fratelli che uccidono sarebbe
già un macello. Magari nipoti che sparavano agli zito quanti ne ha uno o propone. A chi
potrebbe quantificare la mafia? Beh, non è più gestita da uomini. Erano diventati pezzi di
bestie che si giocava a carte. Io, Lucarelli, Di Mariano Agate viene lucchese. Antonino, che
aveva ucciso la moglie in un bar, gli ha fatto Bosco, ha piazzato i chip e con la fotografia
della moglie ci volevano tirare la borsetta. E però noi sapevamo che non era una droga,
però un libro così ci fa acquisti drogati. Ci dovremmo uccidere tutti, è logico di Olga. Ma
prima che si dovrebbero uccidere i trafficanti di droga perché si chiedono i drogati è colpa?
E dei trafficanti? E mi guardò un pochettino. E però, siccome anche lui piccolo, mi voleva
bene per gli attori, ero già buio e la sera, il giorno stavo in un letto che c'era. C'erano ceppi
locali campano e Provenzano per Salvatore Provenzano, Insomma, tutti. Io ero l'unico
palermitano che ha totalizzato a bambina di stare sempre in mezzo ai corpi.

Speaker 1 [00:17:45] Ora però vorrei parlare un po del suo, della sua attività artistica,
perché lei ha trovato una nuova dimensione con la pittura. Come è nata questa passione
per la pittura?

Speaker 2 [00:17:56] Io io ormai vivo per la pittura, io ormai sono vecchio e ormai la mia
vita per tutti. Io a sette anni che sono vedovo e completamente in quattro anni, non
frequento Roma. Per me esiste ormai la musica e la pittura. Io che nell'armadio incomincio
a dipingere. A volte la musica mi dà la spinta di stare in piedi. E però questa mia passione
era venuta da lui dal 82, quando Falcone e. Ha preso un secco no proprio nell'83 84,
quando iniziarono i primi arresti. Che dopo si è sviluppato il processo. Siamo intorno alle
due bombe, mi portano a Firenze, a Sollicciano, con altri 18 detenuti mafiosi perché
Falcone aveva perso il bambino che arrestavano? Perché i matti, poiché erano tanti da
poco i 161, di cui primo, 80, poco dopo erano stati tutti e dopo li hanno divisi in tre tronconi
primo, secondo e terzo. Quindi Falcone sapeva che tante persone dovevano essere
arrestati. Man mano che li arrestava, a 18 li manda in quasi tutti i cantieri vitali. Io sono
andato via, diciamo per un certo numero e che di soprannomi si chiamano lui, l'aragonese,
che era un pittore di aver ucciso la moglie. E ogni mattina guardavo quei dipinti che lui
aveva pensato e cantato così Io sono stato tipi appassionati di dipinti, però li compravo io,
prima con i soldi, poi questa mia passione la li compra. Allora lui mi disse tutti che ci sono
dei trucchi, che la perizia però è bypassare come i gel con me. Allora io che ho detto ai
miei compagni domani io voglio passare. Vorrei che questi uomini uccidano le donne
almeno come mafiosi. Non li guardiamo di buon occhio, però ci obiettano terrestri qui e
voglio vedere se riesco a dipingere e quindi è vietata questa questa passione. Però siamo
soltanto alberi avvolti inizialmente tanto, tant'è che un cugino mio un giorno e un albero
casa mia, mi dice Gasparre abbattere più alberi perché per loro il palazzo è più di così.
Questa è la mia passione. E anche guardando il cavalletto è per ora da quando sono
venuto. Diciamocelo, dice che c'è una patina scura e che tutte queste cose sono al pari. E
per questi anni e per la pittura e per questo è per questo che io mi sono messo in testa di
potere. E ai giovani. State attenti e non vi buttate nella malavita perché non conviene.
Oppure i giovani con estetica per i soldi va bene. Il governo li sequestra, quindi io per me è
una missione, un sogno. E il Pd non arriva a questo punto.

Speaker 1 [00:22:28] Ho colto in pieno il suo appello, però a questo punto vorrei chiedere
un altro appello. Lei si è occupato anche di traffico di stupefacenti nella sua carriera, finché
professionalmente l'ha fatto lei, nei rapporti con il famoso raffinato thailandese. E non mi
ricordo.

Speaker 2 [00:22:48] Che.

Speaker 1 [00:22:49] Kim è ora. Lei ha parlato dei giovani stare attenti a non finire alla
criminalità, ma visto che lei sa che cos'è la droga e che danni può fare, non può lanciare
anche dal nostro canale un appello ai giovani a non finire la droga, perché a Palermo per
adesso muoiono tantissimi giovani per il crack e sembra che non ci possa essere rimedio.

Speaker 2 [00:23:08] Ma guardi io, io, io qualche cosa che tre anni fa. Dopo che ho fatto
un sogno. Mi sono sognata una scena di Battisti. Quando San Pietro stava andando via e
quello che i inizia hanno fatto. Io mi sveglio questa cosa sto qua per 2 ore seduto nel letto
e mi viene in mente e mi viene in mente di parlare con le mamme o le mogli dei mafiosi
per dire attenti a uscite, i giovani figli di piano diventano mafiosi. Mettetevi sulla retta via. E
io da quel momento cose che non avevo fatto mai, ho deciso di fare questo percorso.
Infatti, e soprattutto la maschera, infatti gli ho dato più che a Palermo. Bello guardarmi
quello che mi è successo, modello che mi ha, che mi hanno autorizzato di poterlo dire.
Questo Papa e questo bisogna dirlo. Io ho visto una una signora e dopo la figlia che
quando io ho collaborato hanno letto che io anticipato ti chiamo nell'uccisione dei padri e
io parlo di 74. Esatto. Questo omicidio viene a Partanna molto bello se come ti chiamo e
quando devono questi omicidi, cioè le persone di zona erano come copertura per i killer e
a volte a volte io ho scoperto, erano esponenti di altri borgate. In quell'omicidio partecipò
Salvatore Inzerillo, detto Michelangelo La Barbera, mentre io con altri della mia famiglia
mafiosa e con alcune anzi teppista, si è beccato uno pistone di pulizia. Però questi
avevano vissuto, diciamo così, e avrebbe potuto succedere un altro fatto. Io quando ho
raccontato che questo o omicidio anche chiamo la persona ucciso, ero certo e mi voleva
bene. Però io non ero in grado di poter determinare la posizione di un pazzo per motivi.
Atti, quelli di Mafia Up. Però queste persone hanno capito che va a mettersi nei compiti e
che avrebbe potuto succedere un omicidio. Invece io ho raccontato che quello è stato un
caso isolato. Comunque la bambina cresce perché la bambina aveva problemi e allora si
sposa. Ha una figlia che è una psicologa. Queste persone mi hanno voluto vedere, cioè mi
hanno perdonato. Ho capito che il sistema è mafioso, non c'erano possibilità per me e
quindi io quello che dico è facile odiare, come tante persone ci sono tutti dovrebbero
essere, non si dovrebbero rispettare i collaboratori. È vero che lo dico in pieno. Io credo in
un sistema. Va bene che, come ha detto il giudice, il Parlamento va bene anche quando
dovevano fare delle cose. C'erano dei sistemi. Io ero in un sistema mafioso di uccidere e
potevo evitare. Però io ero uno che mi adopererò per il bene. Infatti ci sono persone che io
ho salvato insieme a Salvatore Lo Piccolo, insieme a qualche altro mafioso con qualche
anno di vita. Io ero per il mafioso che non ne litigavano mai, perché sapevo che se
guidavo uno schiaffo quello moriva. Io, una volta valdese, vengo tamponato.

Speaker 1 [00:27:44] Contro la linea. Pronto.

Speaker 2 [00:27:55] Era un modello di quelli. Questo io ci ho dovuto fare l'assicurazione


e lui mi ha tamponato e io ci ho dovuto fare l'assicurazione perché si voleva litigare con
me. Malandrino. Io ci ho dovuto fare la colazione, però la sera verso le undici sento
bussare nel campanello e mia moglie mi che le guardie. Invece io ho guardato il capello
che si guardava. E. Il video ed era quello che io avevo fatto all'assicurazione. E poverino,
Simon che si era informato per farsi bello. E mi ha detto mi perdoni, mi scusi la bicicletta e
de ed e per dire io no, io è tipica signora muto.

Speaker 1 [00:28:52] L'ultima battuta poi la lascio alla sua pittura. Ma ora Salvatore Riina
è morto. Provenzano è morto. Messina Denaro è in carcere e sta morendo. Diciamoci la
verità, ora che cosa? Cosa farà la mafia nel futuro? Continua a esistere la mafia o è un
soggetto sociale fuori dal tempo?

Speaker 2 [00:29:13] Guardi, io ho parlato con lei e ho detto sempre e dico sempre che il
capo mafia sono stati sempre i palermitani. Questo è il cioè non c'è un momento di storia
che ci che la mafia è la mafia. Almeno io parlo di quella mafia che conosco io. Esatto, era
quella più la pena, più quelle che non ci toccano dalle donne, non ci toccano i bambini.
Comunque io però, parlando di Messina Denaro, sempre nelle mie interviste, ho detto Ma
un mafioso, il capo mafia, cioè Matteo Messina Denaro. Troppo importante e importante.
Però non lo vedo come come un capo mafia, come il capo mafia. Importante perché non
esiste un capo mafia a tutte queste donne ho una figlia che non c'è, almeno il
comportamento. Io penso che il capo mafia che ci sarà sicuramente una persona che
perché la mafia proprio io me ne sono accorto poco tempo fa, va bene che la mentalità e
sempre e quella. Bisogna fare ancora tanti sacrifici per rispettare regolare le persone che
quello per il pane va bene, non il pane. I soldi. Noi abbiamo due cose per i fatti la salute e
la libertà. Quindi non hanno pezzi che noi la pensiamo quando, quando li perdiamo o
quando negano, oppure guardiamo che c'è un attentato. Infatti non ho soldi perché ormai
è ormai chiaro che. Vivo della mia pittura, che molte persone, anche della Sicilia e di quasi
tutta Europa, perché c'è quella mentalità ancora mafiosa. In breve io ho venduto quadri a
Malta a figli di magistrati e avvocati e mi hanno detto che li vendevano nel loro ufficio per
dare l'esempio. Per dire perché mentre io tutte le imposte non ci credo, ci trovo tante
persone di Palermo e la Sicilia che a me mi scrivono persone magari umili per storie
importanti che apprezzano quello che ho fatto. Ci sono questioni legali che mi dicono
parlate palermitana queste persone, ma io io le le racconto una cosa che io avrei detto di
Palermo per tutti i natali, che sicuramente sarà un poliziotto o un poliziotto, perché è stato
uno che mi ha difeso ultimamente, che è stata una piccola baraonda in via D'Amelio, il cui
testo Di Natale ha detto ai suoi colleghi che erano tutti pazzi e che mi dovevano e si sono
inventati, che mi hanno scacciato e che ha detto parolacce perché tutti chiacchiere, tutti e
pezzo di Natale, suoi colleghi sarebbero. Poi Mutolo ha consegnato tutto si è fatto la
galera, si è comportato bene per bene, cioè loro e noi, purtroppo i collaboratori. C'è stata
una campagna bruttissima, diciamo. Ne hanno parlato sempre male tutti insieme gli Stati,
gli avvocati, i politici. No, Non parliamo dei politici perché i politici piano piano stanno
distruggendo questo sistema. Diciamo che ci sono dei collaboratori. Piano piano ormai
quindi la mafia si è fatta cupa, la mafia non fa più rumore e, come aveva detto
Provenzano, c'è un'intercettazione di Provenzano. Da lì la stessa del 95 96, in cui diceva
Dobbiamo stare sette anni senza fare l'ultimo atto di quasi vent'anni che non fanno
rumore. Quindi la mafia si è mescolato nella vita di potere. Però secondo me fa ancora più
male che quando sparava, perché quando sparava muore, ognuno si guarda. Ora, per
esempio, la mafia è entrato nell'economia dell'economia e purtroppo non si rende conto
che ci sono persone che spesa, persone che studiano devono partire. Quindi la mafia, se
veramente dovrebbe essere quella mafia e che le persone? Io ho scritto l'ultimo libro che
si chiama razza. Si sentivano cavalli di Troia e tutti i pezzi delle mafie. Ancora la mafia
dovrebbe portare. Il punto è che quando uno studia non dovrebbe partire, andare all'estero
per poter vivere, per fare in modo che in Sicilia dovrebbero essere prese delle fabbriche
per lavorare. In Sicilia invece la mafia non pensa a queste cose, pensa ad arricchirsi, ad
appendere le scarpe come quand'ero io mafioso quand'ero il mafioso, anche se un
qualcosa di buono però mi interessava soltanto il denaro. Ora invece interessano un
quarto delle persone e io quando guardo una persona quelle persone pensano che ho
fatto del bene, ma io me ne accorgo negli occhi quando si compra un quadro. A volte ci
sono persone che non hanno la possibilità di spendere quei pochi soldi del quadro e io ci
faccio un regalo. E io ormai la mia vita è quella. Ormai questo anno, questi mesi che non
mi interessa e per il.

Speaker 1 [00:35:39] Fatto fino a questo punto vorrei dire vorrei invitarla a salutarci come
lei salutava Giovanni Falcone. Perché a questo punto? Veramente lo può dire. Mi chiamo
Gaspare.

Speaker 2 [00:35:51] Museo.

Speaker 1 [00:35:52] E sono.

Speaker 2 [00:35:53] Io e Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Salvatore Borsellino e


anche Salvatore Borsellino. Abbiamo imparato a essere tempo, un anno di seguire la
carretta. Io di Falcone che lo guardavo sempre e Giorgio sono innocenti per bene, con il
sorriso e lui per rispettarlo. E che Borsellino e ci sono prove che questi proprio io sono
accattivanti. Io ho quella, anche se c'è qualcuno che però guarda, mi guardano e dicono
che comunque io ho la possibilità di parlare grazie.

Speaker 1 [00:36:40] A lei, signor Mutolo.

Speaker 2 [00:36:41] Ma mi fa pensieri, abiti e lei? Diciamo ai giornali in Sicilia e quindi? E


per me in quando ci vado? Mi ricordo quando ero bambino in quel periodo felice, anche se
anche serio, nei quali però la mia, la mia vita la ringrazio.

Speaker 1 [00:37:08] Signor Mutolo. E una prossima occasione, magari vedremo.


Cercheremo di venire a una sua mostra per vedere i suoi bellissimi quadri.

Speaker 2 [00:37:16] È importante una ora in settembre e ottobre.


Speaker 1 [00:37:22] In Italia vorremmo seguirla.

Speaker 2 [00:37:25] La ringrazio. E buona giornata.

Speaker 1 [00:37:27] I monaci. Buonasera.

Speaker 2 [00:37:31] Ma per favore. E se mi po farà bene questa amministrazione che le


ha fatto veramente male?

Speaker 1 [00:37:41] Assolutamente.

Speaker 2 [00:37:42] Ma la mia?

Speaker 1 [00:37:48] Non ho capito. Mi scusi.

Speaker 2 [00:37:50] Quando esce questa intervista che come.

Speaker 1 [00:37:53] Venerdì prossimo, non domani, venerdì prossimo, perché dobbiamo
montare? Non sarà.

Speaker 2 [00:38:00] Facile come collaboratrice, come una curatrice che non sia Maria
Santamaria.

Speaker 1 [00:38:08] Non la.

Speaker 2 [00:38:08] Conosco e ci può diventare. Allora io ci faccio delle banane da lei e
va bene.

Speaker 1 [00:38:18] Perfetto a sua disposizione.

Speaker 2 [00:38:20] Che ogni giorno mi dicono che lo ce l'ho. Lei dice che sei la mia
famiglia e che lei non ti va bene. Auguri e buonasera, la ringrazio.

Speaker 1 [00:38:33] Buona serata, signor Mutolo, alla prossima occasione.

Speaker 2 [00:38:35] Arrivederci e grazie.

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