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Le informazioni sullo stato dei sensori che giungono dal campo operativo vengo-
no allocate nella zona di memoria dati in ingresso e costituiscono l'immagine di
processo degli ingressi. La scheda di ingresso digitale è il dispositivo che con-
sente di trasferire la condizione di un sensore in uno stato I o 0 di una locazione
di memoria (che lo rappresenta). Le schede d'ingresso permettono di adattare ti-
pologie diverse di sensori, sia per principio di funzionamento, che per tensioni di
alimentazione e riconducono sempre e comunque la loro condizione a uno stato
logico vero o falso.
Il segnale vero corisponde allo stato logico 1 e si manifesta con la presenp di
tensione al morsetto d'ingresso della scheda. Si dice anche che l'ingresso è ener-
Sizzato.
ll segnalefalso corrisponde allo stato logico 0 e si manifesta con l'assenza di ten-
sione all'ingresso della scheda.
Lo stato, energizzato o no, viene trasmesso, attraverso un bus e con un secondo se-
gnale (avente tensione adatta) alla zona delle memorie. Qui f informazione verrà
prelevata per essere elaborata dalla CPU durante 1o svolgimento del programma.
Un altro compito della scheda è quello di isolare i segnali degli ingressi, dalla
CPU, per impedire che una sovratensione accidentale danneggi la CPU stessa.
AREA DI MEIVIORIA
DEGLI INGRESSI
E - (r.P.r.)
Finecorsa
// r---------_-
i srrucor-o INGRESSo i
.7.6 . .4.3.2.1 .O
Reed ----_----l
I
a due fili
K»
L_ \,/
CIRCUITO DI
DECODIFICA
W
i rruonrssr
I oisitati
I
Figura 2.6 I
Un discorso aprte meritano tutte le schede di yO digitali remoti che sono colle-
gati alla CPU attraverso un bus di campo (fieldbus). E come se fossero a tutti gli
effetti delle normali schede di input/output montate a fianco della CPU, solo che
possono essere installate anche a qualche kilometro di distanza (vedi altre perife-
riche) e il bus di campo si può pensile come un prolungamento del bus interno
del PLC.
Solenoide 24Ycc
alimentato da
AREA DI MEMORIA scheda uscita
DELLE USCITE (non attivato)
A - ( r.P.u.)
".'
I
I
10
Figura 2.7
Nel campo dei sistemi e dei processi industriali si devono spesso controllare gran-
dezze fisiche che variano con continuità (di tipo analogico). I segnali analogici
sono generati da trasduttori che forniscono in uscita una grandezza elettrica; essa
varia <<in analogia» con la grandezza fisica che misurano (tale uscita assume tutti
gli infiniti valori compresi nel campo dello strumento misuratore).
Esempi di questo tipo sono: misure di temperatura, pressione, velocità, portata e
peso, che vengono trasformate in grandezze elettriche per mezzo di termoresisten-
ze, termocoppie, trasmettitori di pressione, dinamo tachimetriche, misuratori di
flusso e celle di carico a strain gauge.
Visto che la CPU opera esclusivamente con grandezze di tipo digitale, occorre tra-
sformare questi segnali analogici. A questo è preposto il convertitore analogico-
digitale (A/D converter), che ha in ingresso il segnale continuo (su due fili) e in
1. Si veda in proposito uscita il valore codificato in codice binario (o comunque altro codice digitalel).
il capitolo introduttivo I valori delle uscite sono generalmente uniformati e i campi che si incontrano più
(Cap. 1).
di frequente sono: in tensione (0 + 10)v o (-10 + +10) Y ed in corrente (4 + 20)
mA. Quando tali grandezze sono convertite in valore digitale, la precisione otte- Figura
nuta dipende dal numero di bit di cui si dispone per immigazzinare il valore ana-
logico discretizzato (o drgitalizzato).
Ad esempio, se un trasduttore di temperatura fornisce un segnale in tensione
(0 + 10) Y che deve essere convertito in digitale e immagazzinato in un byte, si
avranno a disposizione da 0 a 28-1 valori binari per rappresentarlo e quindi il gra-
dino minimo disponibile sarà 101255 = 0,0392 v. se il campo di misura del tra-
sduttore è (0 + 200) "c, la più piccola variazione apprezzablle dalla CpU sarà
2001255 = 0,784'C. Seguendo il ragionamento, per ogni bit che si aggiunge al
<<convertitore>>, si dimezza il gradino minimo.
vediamo un esempio in proposito: il grafico di una grandezza continua (tempera-
tura), digitalizzata usando quattro bit. Il valore massimo è 60 gradi, che si asGgna
al massimo binario 1111 ( = 15 decimale), così la curva digitalizzata avrà un sàlto
minimo (step) di 4'C.
In figura 2.8 è rappresentata la variazione contemporanea della grandezza analo-
gica e di quella digitale nel tempo; la prima segue una curva priva di discontinuità
la seconda ha un andamento a gradini. Appare evidente che mentre la grandezza
analogica può essere letta o portata all'utilizzatore in tempo reale, quella digitale
deve essere aggromata a intervalli di tempo regolari. Pensiamo solo alla poÀsibi-,
lità di lettura su un display o al suo invio a un qualunque ttllizzatore digiiale che
lavori con scansioni temporali definite. Il tempo che intercorre tra il rilevamento
min 0o
(-0v)
Valore digitalizzato t
Campo strumento I Uscita in tensione
0o+60' I O+10V Usando 4 bit e assegnati 4 "C allo step minimo,
segue che il MAX = 15 binario = 60o reali
Fig u ra 2.8
di un valore e quello successivo è costante e viene indicato con <<intervallo di
campionamento>>. Per questo motivo nella figura 2.8 i gradini hanno tutti la mede-
sima lunghezza defrnita da questo intervallo.
Solitamente si usa un solo convertitore A/D per diversi ingressi analogici. Questi
vengono letti in successione, grazie a un dispositivo chiamato multiplexer. Un
clock scandisce i tempi di lettura in sequenza degli ingressi e ogni valore, letto e
digitalizzato, viene assegnato alla propria locazione di memoria. Si ricordi, a pro-
posito dei tempi di ritardo di questo dispositivo, che la durata di una scansione
può essere dell'ordine di 5 ms per una scheda a quattro ingressi.
MULTIPLEXER
Analog ln. 1
Convertitore
Analog ln. 4
01 01 01
Figu ra 2.9
Per quanto riguarda le uscite. sovente si presenta il caso di dover comandare una val-
vola proporzionale di pressione o di portata, o un segnale di riferimento per la posi-
zione di un attuatore. Ecco il problema invertito: il PLC deve generare un segnale di
tipo analogico e che sia compreso nel range richiesto dall'elemento pilotato.
Uelemento necessario a convertire il segnale digitale della CPU in una grandezza
di tipo analogico è il convertitore digitale-analogico (D/A converter) e il dispo-
sitivo per comandare più uscite analogiche con un solo D/A è il demultiplexer (lo
schema è inverso a quello difrg:ura2.9).
Nel caso delle uscite si è precisato che il valore generato è di tipo analogico; in-
fatti un segnale che nasce digitale, e quindi discreto (cioè a gradini), non diventa
puramente analogico, anche se svolge la stessa funzione all'atto pratico essendo
un valore elettrico su una coppia di cavi.
Un'altra osservazione: usare molti bit per rappresentare un valore analogico im-
plica che la riproduzione sia più fedele, ma per ogni valore immagazzinato e trat-
tato per operazioni si occupa molto spazio in memoria; occorre quindi sempre
ponderare questa scelta.
;.; §"i1,È fj* F flF La grandezza di temperatura con max 200' immagazzinata in un byte, aveva sca-
lino minimo di 0,784 oC. La stessa, immagazzinata in una word (16 bit), ha uno
scalino minimo dr200l(2t6-l), cioè di 0,003052 "C.
NOTA: anche nel caso di UO analogici la trasmissione dalla CPU alle schede può
awenire attraverso optoisolatore; in più gli ingressi vanno protetti con fusibile.
Spesso le schede dedicate ai trasduttori forniscono il valore come numero intero
ingegnerizzato. Per esempio le schede per termoresistenze: interrogando l'ingres-
so analogico cui è associato il trasduttore, il valore restituito è la temperatura in
centesimi di grado; se T = 134,52345... oC, il valore dell'ingresso è il numero in-
tero 13452.