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Giacomo Puccini

SUOR ANGELICA
Opera in un atto

Libretto di Giovacchino Forzano


PERSONAGGI

Suor Angelica soprano


La Zia Principessa contralto
La Badessa mezzo-soprano
La Suora Zelatrice mezzo-soprano
La Maestra delle Novizie mezzo-soprano
Suor Genovieffa soprano
Suor Osmina soprano
Suor Dolcina soprano
La suora infermiera mezzo-soprano
Le cercatrici soprani
Le Novizie soprani
Le Converse soprano e mezzo-soprano

L’azione si svolge in un monastero sul finire del 1600.

Prima rappresentazione
New York, Teatro Metropolitan 14 dicembre 1918

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Puccini: Suor Angelica

ATTO UNICO
L’interno di un monastero. La chiesetta e il chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra, il cimitero; oltre
gli archi di sinistra, l’orto. Nel mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e fiori. Nel fondo a sinistra,
fra piante di acòro, una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra.

LA PREGHIERA LA MAESTRA DELLE NOVIZIE


(Alle due novizie)
Si apre il velario.
Chi arriva tardi in coro,
Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al di
si prostri e baci terra.
sopra del getto della fonte. Le suore sono in chiesa e
cantano.
Due Converse, in ritardo per la preghiera, traver-
LA SORELLA ZELATRICE
sano la scena, si soffermano un istante ad ascol- (Alle converse)
tare un cinguettio che scende dai cipressi, quindi Farete venti volte
entrano in chiesa. la preghiera mentale
Suor Angelica, anch’essa in ritardo, esce da destra per gli afflitti e gli schiavi
e si avvia in chiesa, apre la porta e fa l’atto di peni- e per quelli che stanno
tenza delle ritardatarie che le due converse non in peccato mortale.
hanno fatto, ossia si inginocchia e bacia la terra;
quindi richiude la porta. La preghiera termina. Le LE CONVERSE
monache escono dalla chiesa a due per due. La
Badessa si sofferma davanti alla croce. Le mona- Con gioia e con fervore!
che, passandole innanzi, fanno atto di reverenza. La Cristo Signore,
badessa le benedice, quindi si ritira a sinistra. Sposo d’Amore,
Le suore restano unite formando, a piccoli gruppi, io voglio sol piacerti,
una specie di semicerchio. La Sorella Zelatrice viene Sposo d’amor…
nel mezzo.) ora e nell’ora
della mia morte! Amen.
LE PUNIZIONI
(Si ritirano compunte sotto gli archi di destra)
LA SORELLA ZELATRICE
LA SORELLA ZELATRICE
Sorelle in umiltà, (a Suor Lucilla)
mancaste alla quindèna
ed anche Suor Angelica, Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi.
che però fece contrizione piena. E osservate il silenzio.
Invece voi, sorelle,
peccaste in distrazione, (Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra,
e avete perso un giorno di quindèna! prende la rocca che è sopra una panca e si mette a
filare)
LE CONVERSE
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
M’accuso della colpa
(Alle novizie)
e invoco una gran pena,
e più grave sarà, Perché sta sera in coro
più grazie vi dirò, ha riso e fatto ridere.
sorella in umiltà.
LA SORELLA ZELATRICE
(Restano in attesa della penitenza mentre la zelatrice
(A Suor Osmina)
medita)
Voi, Suor Osmina, in chiesa
tenevate nascoste nelle maniche
due rose scarlattine.

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Puccini: Suor Angelica

SUOR OSMINA ALCUNE SUORE


(Indocile.) E vero, fra un istante
vedrem l’acqua dorata!
Non è vero!
E per due sere ancor!
LA SORELLA ZELATRICE È maggio! È maggio!
È il bel sorriso di Nostra Signora
(Severa, ma senza asprezza) che viene con quel raggio
Sorella, entrate in cella. Regina di Clemenza… grazie!
Grazie!
(Suor Osmina scuote le spalle)
UNA NOVIZIA
Non tardate! La Vergine vi guarda!
Maestra, vi domando
(Suor Osmina si avvia senza far parola. Le suore la licenza di parlare.
seguono con lo sguardo fino a che non è scomparsa
nella sua cella e mormorano) LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Sempre per laudare
LE SUORE le cose sante e belle.
Regina Virginum,
ora pro ea… LA NOVIZIA
Qual grazie della Vergine
LA RICREAZIONE
rallegra le sorelle?
LA SORELLA ZELATRICE
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Ed or, sorelle in gioia,
Un segno risplendente
poiché piace al Signore,
della bontà di Dio!
e per tornare
Per tre sere dell’anno solamente,
più allegramente
all’uscire dal coro,
a faticare
Dio ci concede di vedere il sole
per amor Suo,
che batte sulla fonte e la fa d’oro.
ricreatevi!

LE SUORE LA NOVIZIA.
E l’altre sere?
Amen!

(Le figure bianche delle suore si sparpagliano per il LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica zappetta la O usciamo troppo presto e il sole è alto,
terra e innaffia l’erbe e i fiori o troppo tardi e il sole è tramontato.

SUOR GENOVIEFFA ALCUNE SUORE


(gaiamente) (con un accento di grande malinconia)
O sorelle, sorelle, Un altr’anno è passato!…
io voglio rivelarvi E passato un altr’anno!…
che una spera di sole E una sorella manca!…
è entrata in clausura!
Guardate dove batte, (Le suore, assorte, sembrano rievocare l’immagine
là, là fra la verzura! della sorella che non è più)
Il sole è sull’acòro!
Comincian le tre sere
della fontana d’oro!

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Puccini: Suor Angelica

SUOR GENOVIEFFA (Volge lo sguardo in alto.)


(improvvisamente, con accento ingenuo e quasi Soave Signor Mio,
lieto) tu sai che prima d’ora
O sorelle in pio lavoro, nel mondo ero pastora…
quando il getto s’è infiorato, Da cinquant’anni non vedo un agnellino.
quando il getto s’è indorato, Signore, ti rincresco
non sarebbe ben portato se dico che desidero
un secchiello d’acqua d’oro vederne uno piccino
sulla tomba a Bianca Rosa? poterlo carezzare,
toccargli il muso fresco
LE SUORE e sentirlo belare?
Se è colpa, t’offerisco
Sì! La suora che riposa il Miserere Mei.
lo desidera di certo! Perdonami, Signore,
tu che sei l’Agnus Dei.
SUOR ANGELICA
I desideri sono i fiori dei vivi, SUOR DOLCINA
non fioriscon nel regno delle morte, (grassottella e rubiconda)
perché la Madre Vergine soccorre,
e in Sua Benignità, Ho un desiderio anch’io!
liberamente al desiar precorre:
prima che un desiderio sia fiorito, LE SUORE
la Madre delle Madri l’ha esaudito. Sorella, li sappiamo
O sorella, la morte è vita bella! i vostri desideri!
Qualche boccone buono!
LA SORELLA ZELATRICE Della frutta gustosa!
Noi non possiamo La gola è colpa grave!
nemmen da vive avere desideri.
(Alle novizie)
SUOR GENOVIEFFA E golosa! E golosa!
Se son leggeri e candidi, perché?
Voi non avete un desiderio? (Suor Dolcina resta mortificata e interdetta)

LA SORELLA ZELATRICE SUOR GENOVIEFFA


Io no! (a Suor Angelica che sta annaffiando i fiori)
Suor Angelica, e voi?
UN’ALTRA Avete desideri?
Ed io nemmeno!
SUOR ANGELICA
UN’ALTRA (Volgendosi verso le suore.)
Io no!
Io?… no, sorella mia
UNA NOVIZIA (si volge ancora ai fiori).
(timorosa)
LE SUORE
Io no!
(facendo gruppo dalla parte opposta a Suor Ange-
lica)
SUOR GENOVIEFFA
Io sì, Che Gesù la perdoni,
lo confesso. ha detto una bugia!
ha detto una bugia!

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Puccini: Suor Angelica

UNA NOVIZIA (corre cercando fra i fiori e l’erbe)


(Avvicinandosi, curiosa.) LA SORELLA INFERMIERA
Perché? Suor Angelica ha sempre una ricetta
buona, fatta coi fiori,
ALCUNE SUORE sa trovar sempre un’erba benedetta
(piano) per calmare i dolori!

Noi lo sappiamo, SUOR ANGELICA


ha un grande desiderio.
(Alla suora infermiera porgendole alcune erbe.)
Vorrebbe aver notizie
della famiglia sua!… Ecco, questa è calenzòla;
Son più di sett’anni, col latticcio che ne cola
da quando è in monasterio, le bagnate l’enfiagione.
non ha avuto più nuove! E con questa, una pozione.
E sembra rassegnata, Dite a Sorella Chiara
ma è tanto tormentata! che sarà molto amara,
Nel mondo era ricchissima, ma che le farà bene.
E le direte ancor
lo disse la Badessa.
che punture di vespe
Era nobile!
sono piccole pene,
Nobile!
e che non si lamenti,
Nobile? Principessa!
ché a lamentarsi crescono i tormenti.
La vollero far monaca,
Sembra per punizione.
LA SORELLA INFERMIERA
Perché? Perché?
Chi sa? Le saprò riferire!
Mah! Mah? Grazie, sorella, grazie.

LA SORELLA INFERMIERA SUOR ANGELICA


(Accorre affannata ) Son qui per servire.

Suor Angelica, sentite! IL RITORNO DELLA CERCA

SUOR ANGELICA (Dal fondo a sinistra entrano due suore cercatrici


conducendo un ciuchino carico di roba)
O sorella infermiera,
che cosa accadde, dite! LE CERCATRICI
Laudata Maria!
LA SORELLA INFERMIERA
Suora Chiara là nell’orto TUTTE
assettava la spalliera
E sempre sia!
delle rose; all’improvviso
tante vespe sono uscite,
l’han pinzata qui nel viso!
LE CERCATRICI
Ora è in cella e si lamenta; Buona cerca stasera,
ah! calmatele, sorella, Sorella Dispensiera!
il dolor che la tormenta!
(Le suore si fanno intorno al ciuchino; le cercatrici
LE SUORE scaricano e consegnano le limosine alla sorella
dispensiera)
Poveretta! Poveretta!
UNA CERCATRICE
SUOR ANGELICA Un otre d’olio.
Aspettate! ho un’erba e un fiore!
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Puccini: Suor Angelica

SUOR DOLCINA SUOR DOLCINA


Uh! Buono! No, no, prendete!

L’ALTRA CERCATRICE ALCUNE SUORE


Nocciole, sei collane. Grazie!

UNA CERCATRICE (Formano un gruppetto a destra e beccano il ribes,


fra risatine discrete)
Un panierin di noci.
LA CERCATRICE
SUOR DOLCINA
Chi è venuto stasera in parlatorio?
Buone con sale e pane!
ALCUNE SUORE
LA SORELLA ZELATRICE
Nessuno.
(Riprendendola.) Nessuno.
Sorella! Perché?

UNA CERCATRICE LA CERCATRICE


Qui farina! Fuor del portone c’è
E qui una caciottella fermata una ricca berlina.
che suda ancora latte,
buona come una pasta, SUOR ANGELICA
e un sacchetto di lenti, (volgendosi, come assalita da una improvvisa
dell’uova, burro e basta. inquietudine)
Come, sorella? Come avete detto?
ALCUNE SUORE
Una berlina è fuori?
Buona cerca stasera, Ricca? ricca? ricca?
Sorella Dispensiera.
LA CERCATRICE
L’ALTRA CERCATRICE
Da gran signori.
(A Suor Dolcina) Certo aspetta qualcuno
Per voi, sorella ghiotta… che è entrato nel convento,
e forse fra un momento
SUOR DOLCINA suonerà la campana a parlatorio.
(Felice.)
SUOR ANGELICA
Un tralcetto di ribes! (Con ansia crescente)

(Vedendo che le altre si scandalizzano) Ah! ditemi, sorella,


com’era la berlina?
Degnatene, sorelle! Non aveva uno stemma?
uno stemma d’avorio?…
ALCUNE SUORE e dentro tappezzata
Grazie! Grazie! d’una seta turchina
ricamata in argento?…
UNA SUORA
(scherzosamente) LA CERCATRICE
(interdetta)
Uh! Se ne prendo un chicco, la martorio!
Io non so, sorella,
ho veduto soltanto

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Puccini: Suor Angelica

una berlina bella! – In quell’attimo di silenzio tutte le suore fanno il


sacrificio del loro desiderio a pro della sorella in
LE SUORE gran pena. – Suor Angelica ha sempre gli occhi volti
al cielo, immobile come se tutta la sua vita fosse
(Osservando suor Angelica.) sospesa)
E diventata bianca…
Ora è tutta vermiglia!
LA BADESSA
Poverina! (Chiamando)
È commossa! Suor Angelica!
Spera che sian persone di famiglia!
(Fa cenno che le suore si ritirino.)
(Una campanella rintocca. Le suore accorrano da
ogni parte) LE SUORE
LE SUORE (Come respirando finalmente)
Vien gente in parlatorio! Ah!
Una visita viene!
Per chi? (Il getto della fonte si è indorato, le suore riempiono
Per chi sarà? un secchiello d’acqua, si avviano verso il cimitero e
Forse per me! scompaiono)
Per me!
SUOR ANGELICA
Fosse mia madre
che ci porta le tortorine bianche. Madre. Madre, parlate!
Fosse la mia cugina di campagna Chi è, Madre… Chi è?
che porta il seme di lavanda buono. Son sett’anni che aspetto!…
Son sett’anni che aspetto una parola…
(Suor Genovieffa si avvicina alle compagne e quasi una nuova, uno scritto…
interrompe queste esclamazioni indicando con un Tutto ho offerto alla Vergine
gesto pietoso suor Angelica.) in piena espiazione…

SUOR ANGELICA LA BADESSA


(volgendo gli occhi al cielo, mormora) Offritele anche l’ansia
O Madre eletta, leggimi nel cuore. che adesso vi scompone!
Volgi per me un sorriso al Salvatore.
(Suor Angelica, affranta, si curva lentamente in
(Il gruppo delle suore si avvicina in silenzio a Suor ginocchio e si raccoglie)
Angelica. Suor Genovieffa esce dal gruppo e con (Le voci delle suore arrivano dal cimitero)
grande dolcezza)
VOCI DELLE SUORE
SUOR GENOVIEFFA
Requiem aeternam
(a Suor Angelica) dona ei, Domine:
O sorella in amore, et lux perpetua
noi preghiam la Stella delle Stelle luceat ei. – Requiescat in pace. – Amen!
che la visita adesso sia per voi.
SUOR ANGELICA
SUOR ANGELICA (Alzando gli occhi.)
(Commossa) Madre, sono serena e sottomessa.
Buona sorella, grazie!
LA BADESSA
(Da sinistra entra la Badessa per chiamare la suora E venuta a trovarvi
che dovrà andare al parlatorio. – L’attesa è viva. vostra zia Principessa.

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Puccini: Suor Angelica

SUOR ANGELICA (Se interrompe per farsi il segno della croce)


Ah! m’affidarono i figli
e tutto il patrimonio di famiglia.
LA BADESSA Io dovevo dividerlo,
In parlatorio si dica quando ciò ritenessi conveniente
quanto vuole e con giustizia piena.
ubbidienza, È quanto ho fatto. Ecco la pergamena.
necessità. Voi potete osservarla, discuterla, firmarla.
Ogni parola è udita
dalla Vergine Pia. SUOR ANGELICA
(umile.)
SUOR ANGELICA
Dopo sett’anni… son davanti a voi…
La Vergine m’ascolti. E così sia.
Ispiratevi a questo luogo santo…
LA ZIA PRINCIPESSA È luogo di clemenza,
È luogo di pietà!
(La Badessa si avvia e scompare a sinistra. Suor
Angelica si avvia verso gli archi del parlatorio. LA ZIA PRINCIPESSA
Guarda ansiosamente verso la porticina. Si ode un (Come una condanna.)
rumore di chiavi. La porta viene aperta in dentro
dalla suora clavaria che rimarrà a fianco della Di penitenza.
porta aperta, nella penombra della stanza. Quindi si Io debbo rivelarvi la ragione
vedrà la Badessa che si sofferma davanti alla suora perché addivenni a questa divisione.
clavaria. Le due suore fanno ala e fra le due figure Vostra sorella
bianche, che si curvano lievemente in atto di osse- Anna Viola
quio, passa una figura nera, severamente composta anderà sposa…
in un naturale atteggiamento di grande dignità
aristocratica: la zia Principessa. Entra. Cammina SUOR ANGELICA
lentamente appoggiandosi ad un bastoncino di Sposa?!
ebano. Si sofferma: getta per un attimo lo sguardo Sposa la piccola
sulla nipote, freddamente e senza tradire nessuna Anna Viola,
emozione; Suor Angelica invece alla vista della zia la sorellina,
è presa da grande commozione, ma si frena perché la piccina?
le figure della clavaria e della Badessa si profilano
ancora nell’ombra. La porticina si richiude. Suor (si interrompe; pensa un attimo)
Angelica, commossa, quasi vacillante va incontro Ah!… Son sett’anni!…
alla zia, ma la vecchia protende la sinistra come per son passati sett’anni!
consentire soltanto all’atto sottomesso del bacia- O sorellina bionda che vai sposa,
mano. Suor Angelica prende la mano che le viene o sorellina mia, tu sia felice!
tesa, la porta alle labbra e, mentre la zia siede, ella E chi la ingemma?
cade in ginocchio, senza poter parlare. Un attimo
di silenzio. Suor Angelica, con gli occhi pieni di LA ZIA PRINCIPESSA
lacrime, non ha mai tolto lo sguardo dal volto della
zia, uno sguardo pietoso, implorante. La vecchia Chi per amore condonò la colpa
invece ostentamente guarda avanti a sé) di cui macchiaste il nostro bianco stemma!

LA ZIA PRINCIPESSA SUOR ANGELICA


Il Principe Gualtiero vostro padre… Sorella di mia madre,
La Principessa Clara vostra madre… voi siete inesorabile!
quando vent’anni or sono
vennero a morte, LA ZIA PRINCIPESSA
Che dite? E che pensate?

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Puccini: Suor Angelica

Implacata son io? Inesorabile? Tutto fu fatto per salvarlo…


Vostra madre invocate
quasi contro di me? SUOR ANGELICA
E morto?
Di frequente, la sera,
là nel nostro oratorio, (La zia curva il capo e tace)
io mi raccolgo.
SUOR ANGELICA
Nel silenzio di quel raccoglimenti,
Ah!
il mio spirito par che s’allontani
e s’incontri con quel di vostra madre (Suor Angelica, con un grido, cade di schianto in
in colloqui eterei, arcani! terra, in avanti, col volto sulle mani. La zia si alza
come per soccorrerla credendola svenuta; ma, al
Com’è penoso,
singhiozzare di suor Angelica, frena il suo movi-
udire i morti dolorare e piangere!
mento di pietà; in piedi si volge verso un’immagine
Quando l’estasi mistica scompare,
sacra che è al muro, alla sua destra, e con le due
per voi ho serbata una parola sola:
mani appoggiate al bastoncino di ebano, con la
Espiare! Espiare!
testa curva, in silenzio, prega. Il pianto di suor
Offritela alla Vergine
Angelica continua soffocato e straziante. Nel parla-
la mia giustizia!
torio è già la semioscurità della sera. Si ode la porta
aprirsi. Suor Angelica si solleva restando sempre in
SUOR ANGELICA ginocchio e col volto coperto. Entra la suora clava-
Tutto ho offerto alla Vergine… sì… tutto, ria con una lucernina accesa che pone sul tavolo.
ma v’è un’offerta che non posso fare: La zia Principessa parla alla suora. La suora esce
alla Madre soave delle Madri, e ritorna con la Badessa recando in mano una tavo-
non posso offrire di scordar… mio figlio! letta, un calamaio e una penna. Suor Angelica ode
Mio figlio, il figlio mio! entrare le due suore, si volge, vede, comprende; in
La creatura che mi fu strappata! silenzio si trascina verso il tavolo e con mano tre-
che ho veduto e ho baciato una sol volta! mante firma la pergamena. Quindi si allontana di
Creatura mia! Creatura mia lontana! nuovo e si ricopre il volto con le mani. Le due suore
È questa la parola escono. La zia Principessa prende la pergamena, fa
che invoco da sett’anni! per andare verso la nipote, ma al suo avvicinarsi
Parlatemi di lui! suor Angelica fa un leggero movimento con tutta
Com’è, com’è mio figlio? la persona come per ritrarsi. Allora la zia procede
Com’è dolce il suo volto? verso la porta, batte col bastoncino: la clavaria
Come sono i suoi occhi? apre, prende il lume, va avanti. La zia Principessa
Parlatemi di lui! la segue. Di sulla soglia volge uno sguardo alla
di mio figlio… mio figlio nipote. Esce. Scompare. La porta si richiude. La
sera è calata; nel cimitero le suore vanno accen-
(Un silenzio: La vecchia tace, guardando la madre dendo i lumini sulle tombe)
in angoscia)
LA GRAZIA
Perché tacete?
Perché tacete? SUOR ANGELICA
Un altro istante di questo silenzio (rimasta sola)
e vi dannate per l’eternità!
La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica! Senza mamma,
o bimbo, tu sei morto!
LA ZIA PRINCIPESSA Le tue labbra,
senza i baci miei,
Or son due anni, scoloriron
venne colpito da fredde, fredde!
fiero morbo… E chiudesti,

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Puccini: Suor Angelica

bimbo, gli occhi belli! Le suore si avviano verso l’arcata di destra e la


Non potendo teoria bianca scompare nelle celle)
carezzarmi,
le manine
VOCE DI ANGELICA
componesti in croce! La grazia è discesa dal cielo!
E tu sei morto
senza sapere (La notte avvolge il chiostro. Sulla chiesetta si va
quanto t’amava illuminando a poco a poco una scintillante cupola di
questa tua mamma! stelle. La luna dà sui cipressi.
Ora che sei un angelo del cielo, Si apre una cella: esce suor Angelica.)
ora tu puoi vederla la tua mamma,
tu puoi scendere giù pel firmamento SUOR ANGELICA
ed aleggiare in torno a me… ti sento… (Ha in mano una ciotola di terracotta che posa a
Sei qui… sei qui… mi baci… m’accarezzi. pie’ di un cipresso; raccoglie un fastelletto di sterpi
Ah! dimmi, quando anch’io potrò vederti? e rami, raduna dei sassi a mo’ d’alari e vi depone il
Quando potrò baciarti!… fastelletto; va alla fonte e riempie la ciotola d’ac-
Oh! dolce fine d’ogni mio dolore! qua: accende con l’acciarino il fuoco e vi mette su
Quando in cielo con te potrò salire? la ciotola. Quindi si avvia verso la fiorita)
Quando potrò morire?…
Quando potrò morire?… Suor Angelica ha sempre una ricetta
Dillo alla mamma, creatura bella, buona fatta coi fiori.
con un leggero scintillar di stella… Amici fiori, che nel piccol seno
Parlami, amore, amore!… racchiudete le stille del veleno.
Ah, quante cure v’ho prodigate!
(I lumi del cimitero sono tutti accesi; il chiostro è Ora mi compensate.
ormai quasi allo scuro. Le suore escono dal cimi- Per voi miei fior io morirò!
tero e si avviano verso suor Angelica che è come in
estasi. Il gruppo delle suore si avvicina in silenzio. (Fa un pugnello delle erbe e dei fiori colti e li getta
Nella semioscurità sembra che le figure bianche, nella ciotola fumante, guarda un attimo il formarsi
camminando, non tocchino terra) del veleno, prende la ciotola e la posa a pie’ della
croce; quindi si volge a destra verso le cellette)
LE SUORE
Addio buone sorelle, addio, addio!
Sorella, o buona, sorella, Io vi lascio per sempre.
la Vergine ha accolto la prece. M’ha chiamato mio figlio!
Sarete contenta, sorella, Dentro un raggio di stelle
la Vergine ha fatto grazia. m’è apparso il suo sorriso,
m’ha detto: Mamma, vieni in Paradiso!
(Suor Angelica si leva come in preda a un’esalta- Addio! Addio!
zione mistica) Addio, chiesetta! In te quanto ho pregato!
SUOR ANGELICA Buona accoglievi preghiere e pianti.
È discesa la grazia benedetta!
La grazia è discesa dal cielo, Muoio per lui e in cielo lo rivedrò!
già tutta, già tutta m’accende,
risplende! risplende! risplende! (Esaltata, abbraccia la croce, la bacia, si curva
Già vedo, sorella, la meta!… rapidamente, prende la ciotola, si volge verso la
Sorelle, son lieta, son lieta! chiesa e guardando al cielo beve il veleno. Quindi
Cantiamo! Già in cielo si canta! si appoggia ad un cipresso lascia cadere la ciotola
Lodiamo la Vergine Santa! a terra. L’atto del suicidio e comprimendosi il petto
con la sinistra e abbandonando lentamente il brac-
TUTTE cio destro lascia cadere la ciotola a terra. L’atto
Lodiamo la Vergine santa! del suicidio ormai compiuto sembra la tolga dalla
esaltazione a cui era in preda e la riconduca alla
(si ode dal fondo a destra il segnale delle tavolette. verità. Un rapido silenzio. Il suo volto prima sereno
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Puccini: Suor Angelica
e sorridente si atteggia in una espressione ango- GLI ANGELI
sciosa come se una rivelazione improvvisa le fosse O gloriosa virginum
apparsa. Le nubi coprono adesso la luna e le stelle; Sublimis inter sidera,
la scena è oscura. Si leva un grido disperato) Qui te creavit, parvulum
IL MIRACOLO Lactente nutris ubere.
Quod Heva tristis abstulit
SUOR ANGELICA Tu reddis almo germine:
Intrent ut astra flebiles
Ah! son dannata!
Cœli recludis cardines.
Mi son data la morte!
Io muoio in peccato mortale! (Suor Angelica vede il miracolo compiersi: la
chiesetta sfolgora di mistica luce, la porta si apre:
(si getta disperatamente in ginocchio)
apparisce la Regina del conforto, solenne, dol-
O Madonna, Madonna, cissima e, avanti a Lei, un bimbo biondo, tutto
Per amor di mio figlio! bianco…)
smarrita ho la ragione!
Non mi far morire in dannazione! SUOR ANGELICA
Dammi un segno di grazia! Ah!
Dammi un segno di grazia!
O Madonna, salvami! (La Vergine sospinge, con dolce gesto, il bimbo
Una madre ti prega, verso la moribonda…)
una madre t’implora…
O Madonna salvami!
SUOR ANGELICA
Ah!…
(Già le sembra di udire le voci degli angeli implo-
ranti per lei la Madre delle Madri.) (muore)

FINE DELL’OPERA

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