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Tentativo confutazione Cartesio

Che l’uomo sia diverso da ogni altro animale è un fatto certo, come lo è tuttavia la differenza
tra ogni specie animale. Figurare l’uomo come l’unico essere pensante è tuttavia
un’esagerazione o meglio, un grave errore commesso da Cartesio. E’ inutile negare che
l’uomo possegga delle qualità superiori rispetto agli altri animali (la ragione) ma ciò non deve
portare a un’estremizzazione della figura animale, ridotta da René Descartes a un oggetto.
Sta all’uomo il compito di prendere atto delle sue qualità e farne tesoro, tuttavia deve pure
prendere atto che saper fare un buon uso della ragione non lo distacca completamente dagli
altri animali. La ragione è una caratteristica fenomenale dell’uomo, ma necessita
naturalmente di una guida e di un esercizio. L’uomo infatti da migliaia di secoli porta avanti
un esercizio della ragione che con il passare dei secoli si è evoluta, ciò ha permesso
all’uomo di differenziarsi nettamente da ogni altro animale, infatti gli animali non hanno
potuto portare avanti delle significative evoluzioni per le loro specie, mentre l’uomo diverse
volte ha potuto evolversi. Tuttavia l’essere umano alla nascita non è differente dagli altri
animali, anch’esso agisce in risposta agli istinti, i cosiddetti riflessi ne sono un esempio.
Naturalmente la conoscenza degli adulti permette di formare i bambini e di trasmettere tutte
le nozioni apprese nei secoli in modo tale da poter aiutare lo sviluppo della ragione di ogni
bimbo. Se un uomo non ricevesse un'educazione dalla nascita non potrebbe crescere come
gli altri e presenterebbe tutte le caratteristiche di ogni altro animale, ovvero agirebbe per
soddisfare i propri bisogni e in preda all’istinto e la ragione non potrebbe essere utilizzata
poiché senza un insegnamento trasmesso da chi sa già utilizzarla (gli uomini civilizzati)
questa sarebbe nascosta nell’uomo che dovrebbe riscoprirla in autonomia. La storia tuttavia
insegna che l’uomo ha esercitato la ragione per migliaia di anni per arrivare al livello
dell’uomo moderno, perciò se un individuo dovesse essere abbandonato alla larga dalla
società moderna risulterebbe essere uguale a ogni altro animale. Stesso ragionamento avrà
una valenza per gli altri animali i quali sono esseri pensanti, non dotati di ragione, ma
pensanti. Una prova è l’educazione dei cani i quali vengono educati per svolgere diverse
attività o azioni, che sono frutto sia di un istinto che di un pensiero, il cane infatti quando
impara a dare la zampa la fa inizialmente perchè sa che verrà ricompensato con una
crocchetta (risposta a un istinto) in seguito svolgerà al richiamo quella azione poiché ha
appreso che in determinate circostanze deve dare la zampa (attività svolta con il pensiero).
Se il cane non pensasse non darebbe la zampa senza una ricompensa perché questa
azione non potrebbe soddisfare nessun bisogno, tuttavia nella fase iniziale dell’educazione
viene la ricompensa è prevista, ma una volta appresa la circostanza l’animale inizierà a
compiere l’azione anche senza il premio. Il pensiero perciò appartiene all’animale, come un
segno “+” posto tra due numeri “2” porta a un numero “4” il pensiero posto tra un istinto e
un'azione svolta istintivamente (dare la zampa per mangiare una crocchetta), permette di
compiere un’azione pensata (dare la zampa anche senza la presenza della crocchetta)
Quanto afferma Cartesio sugli animali e sull’uomo non è perciò verosimile perché gli animali
pensano e l’uomo conserva tante caratteristiche in comune questi ultimi.

Corona Enrico Giovanni 4D LSU anno scolastico 2022/2023

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