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Metodo di Studio

Tecniche e consigli per studiare meglio


e in minor tempo

Marco Torresi
SOMMARIO

Introduzione
Come funziona il cervello: Memoria, sinapsi, neuroni, memoria a breve e lungo temine e i vari tipi di
soggetti
Come rimanere concentrati per ore: come eliminare le distrazioni
Il metodo Pomodoro, un metodo efficace per fare tutto
Speed reading: Posso davvero leggere 1000 parole al minuto?
Memorizzare le informazioni: Salvare i dati nell’hard disk del cervello
Prendere appunti in modo efficace: il metodo Cornell
Studiare 2.0: App e siti web per studiare in maniera tecnologica
Un esame in sette giorni? Utopia o realtà

Gli errori più comuni nello studio e come fare per evitarli
Professione studente
Conclusione
Introduzione
Se ci si pensa bene, l’essere umano non sembrava affatto destinato a diventare la
specie dominante del pianeta. L’uomo non è grosso come un orso o un gorilla,
non ha artigli affilati per difendersi come le tigri, non è veloce come un
ghepardo, non sa volare o è dotato della vista dell’aquila. Gli manca il pelo per
proteggersi dal freddo l’inverno e non può andare sott’acqua come i pesci, senza
contare che ha un sistema immunitario abbastanza debole.
Non è forte, non è resistente, basta poco per ucciderlo o per farlo ammalare.
Eppure questo essere vivente se ne è fregato altamente di tutto quello che hai
letto nelle righe precedenti ed è diventato il padrone del mondo. Ha conquistato
ogni angolo di terra conosciuto, ha ridimensionato notevolmente la minaccia
rappresentata dagli animali feroci, ha sviluppato una scienza in grado di
sconfiggere malattie e che è in continua evoluzione, sta iniziando a colonizzare
anche lo spazio e molto probabilmente lo farà davvero nei prossimi secoli.
Ma come è stato possibile tutto questo?
L’uomo ha barato? Ha approfittato di qualche situazione favorevole? Si è trovato
semplicemente al posto giusto al momento giusto?
No, l’essere umano ha sfruttato al meglio la sua arma migliore: il cervello.
L’essere umano è l’unico essere vivente che può intrecciare delle fitte
collaborazioni con degli sconosciuti che non appartengono al proprio branco, è
in grado di creare delle tecnologie sempre migliori e ha un talento speciale per
imparare delle cose utili e trasmetterle ad altre persone.
In sintesi: l’uomo ha saputo usare il suo cervello nel modo migliore e questo lo
ha reso l’essere più dominante sulla faccia della Terra. Il cervello dell’uomo si è
sempre evoluto per permettere alle persone di assorbire informazioni,
comunicarle ad altre persone e poi mettere in atto quello che si era imparato,
pensare nuove cose e anche per migliorare quelle che erano già esistenti.
I nostri antenati erano dei cacciatori e raccoglitori nomadi e avevano il massimo
interesse nel raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sul
territorio in cui si trovavano. Dovevano sapere che frutta e verdura cresceva, che
animali si potevano cacciare, dove e quando, i pericoli da cui stare all’erta e
anche che altre tribù vivevano nei paraggi e se c’era un modo per avviare una
pacifica convivenza piuttosto che una lunga guerra che avrebbe soltanto
danneggiato tutti.
Questa ricerca di informazioni è stata uno dei primi studi della storia e questa
necessità di imparare cose nuove è entrata del nostro DNA e non è
assolutamente diversa dalla sete di sapere che spinge tantissime persone a
leggere libri, guardare programmi Tv di divulgazione scientifica o ascoltare dei
podcast dedicati.
Insomma, l’arma segreta dell’uomo è sempre stata il suo cervello e la sete di
conoscenza che lo anima. Ancora oggi il cervello è l’arma migliore delle persone
per ogni cosa: per pianificare le giornate, per evitare di venire ingannati dalle
persone, per distinguere quello che è vero da quello che è falso, per raggiungere
ottimi risultati nella vita, nel lavoro e per essere creativi. E, ovviamente, per lo
studio.
Lo studio ha svolto da sempre un ruolo fondamentale nella vita delle persone a
partire dalla prima elementare per poi arrivare alle lauree e ai dottorati.
Ma perché si studia?
Si studia perché gli esseri umani hanno questa grande capacità di imparare cose
nuove e di trasmetterle ad altre persone e lo studio è il modo migliore per farlo.
Quando devi imparare qualcosa di nuovo cosa fai? Studi chi lo sa già fare e
cerchi di impararlo a tua volta.
E quando devi spiegare qualcosa a qualcuno? Ne parli in modo che l’altra
persona possa capirlo, facendo vedere come si fa e chiarendo i suoi dubbi.
Tutto questo è studio, indipendentemente che questa attività si svolga sui libri, in
un video o in una lezione dal vivo. Il cervello degli esseri umani è una macchina
sempre in grado di ricevere ed elaborare delle informazioni diverse in ogni
momento (chiaramente prima si impara una cosa e meglio è, per questo motivo
si studia molto quando si è bambini) e può trasmettere facilmente queste
informazioni ad altre persone.
Senza lo studio e senza questa capacità non saremmo mai arrivati a questo punto
della nostra evoluzione e probabilmente saremmo ancora nelle caverne a
cacciare con dei coltellini grezzi o a cibarci dei resti degli animali uccisi dai
carnivori.
Nella società moderna lo studio è indirizzato verso uno specifico argomento per
persona (a meno di non approfondire qualche altro argomento per interesse
personale) e si tende quindi a diventare esperti di una sola cosa (in teoria il
proprio mestiere, ma non sempre le cose vanno secondo i piani, quante persone
ci sono che hanno studiato una cosa e poi sono finiti a fare tutt’altro?). Il dentista
è esperto nel suo lavoro e non ha problemi a fare estrazioni, pulizie e curare delle
carie ma non è in grado di cambiare un rubinetto o di aggiustare il motore della
sua auto. In antichità era invece necessario essere in grado di fare diverse cose in
quanto non era assolutamente scontato che in ogni comunità ci fossero medici,
guerrieri o altre figure professionali. Lo sviluppo della società ha permesso di
poter concentrare il proprio percorso di studi su un solo argomento e io consiglio
sempre di diffidare moltissimo dai vari “tuttologi” che spuntano come funghi
specialmente sul web o dei finti esperti che usano un linguaggio volutamente
incomprensibile con chi non è abituato a parlare di certi argomenti.
Anche lo studio è cambiato nel corso del tempo. Adesso si ha accesso a
informazioni di ogni tipo in ogni momento (contenuti audio, video, dati sempre
aggiornati, corsi, webinar, podcast, video divulgativi, guide) rispetto al passato.
Ricordo ancora che quando ero ragazzino e dovevo fare delle ricerche per la
scuola dovevo perdere tutto il pomeriggio in biblioteca cercando l’enciclopedia
più recente (qualcuno si ricorda le enciclopedie su CD che giravano nei primi
anni 2000?) e dei libri aggiornati. Adesso basta un click su Wikipedia per avere
fonti e dati aggiornati.
Quello che non è cambiato è il metodo dietro allo studio e gli errori che non si
devono compiere. Lo studio non è solo aprire un libro, leggere diverse volte
quello che c’è scritto dentro e poi passare oltre e non è nemmeno lo studio matto
e disperatissimo di Giacomo Leopardi. Si può studiare bene in poco tempo se si
sa come fare. Il segreto è quello di ottimizzare questo tempo e di scegliere i
metodi di studio migliori, capire come funziona la mente umana e evitare gli
errori più comuni.
In questo libro ho raccolto i migliori metodi di studio adatti a tutti, dagli studenti
delle scuole medie fino ai dottoranti e sono metodi che ho testato personalmente
nel corso del tempo e sui quali sono disposto a mettere la faccia da tanto che
sono sicuro della loro efficacia. Sono metodi che dovrai applicare costantemente
nel corso del tempo, in ogni tua sessione di studio e che ti daranno i migliori
risultati in breve tempo.
Lo studio è costanza e passione, impegno e sacrificio di tempo, ma è l’unico
modo per costruire la tua cultura, diventare una persona sempre migliore e
riuscire a realizzare tutti i tuoi sogni. Non posso dirti che sarà un percorso breve
(le persone sagge studiano sempre e sanno che non si finisce mai di imparare),
ma sarà senz’altro un percorso ricco di soddisfazioni e di crescita personale che
ti renderà una persona molto migliore e consapevole del mondo che ti circonda,
senza contare che sarà molto più difficile fregarti con delle bufale e fake news.
Studiare è facile, se sai come farlo, e in queste pagine scoprirai metodi, trucchi e
errori da evitare.
Non mi resta altro da fare se non ringraziarti per l’acquisto di questo libro e
spero di riuscire a ripagare la fiducia che mi hai dato arricchendoti con tecniche
e segreti che non conoscevi. La mia migliore ricompensa sarà quella di averti
aiutato a studiare meglio in meno tempo e a ottenere dei voti migliori.
Siamo pronti, possiamo iniziare.
Come funziona il cervello: Memoria, sinapsi, neuroni, memoria a
breve e lungo temine e i vari tipi di soggetti
Il cervello degli esseri umani è l’organo che ha permesso alla nostra specie di
diventare quello che siamo adesso e senza di lui non saremmo mai riusciti a
dominare il pianeta e a iniziare la nostra espansione in tutto il mondo.
Ricerche scientifiche e ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che il
cervello degli esseri umani ha subito una costante evoluzione nel corso dei vari
millenni, aumentando in volume e sviluppando capacità sempre diverse per
adattarsi alle varie sfide che lo attendevano, come comunicare in modo efficace
con diverse persone, pensare e realizzare degli strumenti in grado di poter
risolvere velocemente dei problemi e costruire ripari sempre più complessi fino
ad arrivare alle moderne case.
Non si può nemmeno evitare di citare la capacità degli esseri umani di creare dei
mondi di finzione e di lavorare con la fantasia. I miti greci ed egizi, per esempio,
oppure la mitologia norrena o quella giapponese sono tutti esempi di opere di
fantasia entrare nell’immaginario collettivo e che sono sopravvissute fino ad
oggi. Anche le opere letterarie, musicali e artistiche sono la prova dell’ingegno
dell’uomo e del suo incredibile talento artistico e per la creazione di mondi
immaginari che sono entrati ormai nell’immaginario collettivo. Pensa anche
all’Universo Marvel creato nel corso del tempo da Stan Lee, Steve Ditko, Jack
Kirby, John Romita Sr. e tanti altri autori, in grado di creare un microcosmo di
esseri immaginari in costante contatto tra di loro e in grado di generare introiti
per miliardi di dollari nel corso del tempo.
Tutte opere di fantasia partorite dal cervello di scrittori e disegnatori, che hanno
dato qualcosa di unico ai lettori e che sono entrate nell’immaginario collettivo.
Tutto questo è stato possibile solo dalle capacità del cervello umano. Una
macchina incredibilmente complessa e che regola ogni aspetto della tua vita. Il
cervello permette di provare emozioni, di innamorarsi, di infuriarsi, di pensare e
di creare cose. La maggior parte dei criminali e serial killer spietati che hanno
sconvolto il mondo con i loro crimini erano affetti da qualche problema al
cervello che li rendeva incapaci di provare delle emozioni o nel corso della loro
vita degli eventi traumatici ne avevano condizionato lo sviluppo, come il serial
killer Ted Bundy che era totalmente incapace di provare empatia per le altre
persone e non era in grado di riconoscere cosa era giusto e cosa era sbagliato.
Il cervello è una macchina complessa, in grado di sconfiggere facilmente
qualsiasi supercomputer attualmente esistente e la cosa incredibile è che questa
meraviglia pesa solo pochi chilogrammi, circa il 2% del peso totale del corpo. Il
cervello consuma al massimo il 20% del fabbisogno giornaliero di una persona
(solitamente per un maschio adulto attivo si calcola che si aggiri sempre attorno
alle 2000 calorie al giorno), una quantità di energia molto modesta in
proporzione a quello che è chiamato a fare ogni singolo momento della nostra
vita.
Il grande punto di forza del nostro cervello è quello di possedere una
caratteristica chiamata neuroplasticità, ovvero il talento unico degli esseri umani
di imparare sempre cose nuove (e anche dai propri errori, non
dimentichiamocelo mai) e di riuscire ad adattarsi con successo alle varie
situazioni e alle varie sfide. Questa è la differenza fondamentale tra l’essere
umano e la macchina artificiale: la macchina è programmata per fare solo una
cosa in un determinato modo (un computer va in crash se un programma non
funziona come dovrebbe), mentre le persone possono adattarsi alle situazioni e
improvvisare o fare dei cambiamenti in corsa per portare a termine un compito e
risolvere un problema. Fino a quando qualcuno non inventerà delle macchine in
grado di svolgere questo tipo di attività direi proprio che l’umanità può dormire
sonni tranquilli, nessuno la spodesterà dal trono di padroni del mondo.
Ma come è fatto il cervello?
È composto dai due emisferi, destro e sinistro, e dalle varie zone, ognuna
dedicata a dei processi ben precisi e che si sviluppano nel corso del tempo e con
le varie esperienze di ogni persona. La memoria del cervello è costituita dai
neuroni, che sono 100 miliardi in ogni cervello, tutti interconnessi tra di loro
attraverso le sinapsi. Puoi pensare al cervello come a una gigantesca ragnatela
tutta collegata dalle sinapsi (una sorta di autostrade dove viaggiano gli impulsi
del cervello). Il cervello può essere sintetizzato come un grande hard disk con
una capacità di memoria virtualmente infinita (anche se non è così) dove è
possibile recuperare in pochissimo tempo una serie di ricordi e di informazioni
utili per portare a termine un compito.
Quando si parla di memoria è importante distinguere tra la memoria a breve
termine, ovvero quella che dura pochissimi secondi e quella a lungo termine, che
è quella che è necessaria per lo studio. La memoria a lungo termine è quella che
può essere identificata con l’hard disk di cui sopra ed è dove sono conservati
tutti i ricordi e le capacità acquisite.
Dicevo che la memoria è virtualmente infinta ma non è così. Cosa intendo?
Intendo dire che non è possibile per un cervello umano conservare tutte le
informazioni relative a ogni giorno della vita di una persona e quindi il cervello
opera una sorta di “selezione” conservando i ricordi che vengono ritenuti più
importanti o quelli legati alle attività che si svolgono quotidianamente. Questo
non significa che i ricordi spariscano per sempre, possono essere recuperati in
diversi casi grazie a dei metodi specifici o parlando con delle persone che hanno
vissuto le stesse esperienze e che possono aiutarti a recuperare.
Ecco perché si può ricordare con facilità degli episodi vissuti dieci o venti anni
fa e delle cose che si sono imparate alla scuola elementare o media e non si
ricorda quello che si è fatto ieri in alcune situazioni. Il cervello non reputa quelle
informazioni necessarie e le “nasconde” virtualmente.
Ci sono persone che riescono a ricordare molte cose (anche perché il cervello
può essere allenato a conservare più informazioni) e altre meno. Si può dire che
è una questione di allenamento del cervello e della predisposizione a ricevere le
informazioni nel modo corretto.
Infatti ci sono tre tipi di soggetti che si distinguono tra di loro per il modo
migliore con cui riescono a recepire e a immagazzinare le informazioni: soggetti
visivi, auditivi e cinestetici.
Il soggetto visivo
Il soggetto visivo è una persona che basa la maggior parte della propria
memorizzazione su quello che vede. È il tipo di persona che vede una cosa e la
riesce a ricordare esattamente anche dopo del tempo (un perfetto testimone
oculare, per quanto non siano mai attendibili al 100%) e alla quale basta leggere
una pagina per riuscire a ricordarla immediatamente.
Generalmente queste persone sono molto dinamiche e piene di energia e che
molto spesso hanno una mente “troppo veloce” e fanno fatica a descrivere bene i
vari concetti che vogliono esprimere, costringendosi a ripeterli anche un paio di
volte per farli capire ai loro interlocutori.
Ricordo che nella mia classe c’era una persona di questo tipo. Gli bastava
leggere una cosa una sola volta per memorizzarla e io lo invidiavo molto per
questo. Però tieni a mente che memorizzare una cosa e capirla sono due concetti
molto diversi tra di loro e che spesso memorizzare le cose è il metodi peggiore
che puoi usare per studiare (ma ci arriveremo dopo). Tuttavia è chiaro che questo
tipo di soggetti sono molto avvantaggiati quando lo studio si basa su qualcosa
che si può vedere chiaramente o leggere tra le pagine di un libro. Per riuscire a
sfruttare al massimo questa dote naturale è necessario aiutare queste persone a
creare delle immagini nella loro mente che contengono le cose che hanno letto.
Devono vedere nella loro mete quello che hanno letto e capire come funziona e
in questo modo passeranno dalla mera memorizzazione al capire il concetto che
è scritto o che è alla base della dimostrazione che hanno appena visto.
È stimato che il 40% della popolazione mondiale sia composta da soggetti visivi.
Il soggetto auditivo
Quando si parla di soggetto auditivo si parla di una persona che è in grado di
memorizzare frasi, eventi e concetti dopo averli ascoltati. Il cervello di queste
persone è simile a un registratore sempre acceso e riesce a registrare tutto quello
che sente e a ricordarlo con estrema facilità.
Ogni rumore, ogni suono, ogni parola, viene associata automaticamente dal
cervello a delle situazioni o a delle informazioni e in base a queste è possibile
studiare lezioni e corsi. Il soggetto auditivo può ascoltare una lezione registrata e
imparare tutto come se l’avesse vista dal vivo senza nessun problema grazie
anche al lavoro di associazione che crea il suo cervello tra i suoni e le immagini
che evoca.
Personalmente ti consiglio di stare molto attento a quello che dici quando sei con
questo tipo di persona perché è il classico tipo che si ricorda tutto e che ti
rinfaccerà tranquillamente di avere detto una cosa nel 2017 e di non averla
mantenuta nel 2020 quando tu ormai non te la ricordavi nemmeno più.
Quando parlano sembrano possedere un certo ritmo musicale e quindi è un
piacere ascoltarle ma solitamente sono anche molto calmi e riflessivi dato che
conoscono bene il potere delle parole e il fatto che ogni parola ha un peso
specifico molto importante. Se parlano lo fanno perché sono sicuri di quello che
stanno dicendo e non sono le persone migliori quando c’è da studiare qualcosa
alla svelta o nelle situazioni in cui è necessario agire in fretta.
Queste persone sono molto brave quando lo studio si svolge in una lezione o un
una conferenza o anche in un video, insomma, in situazioni dove possono
ascoltare con estrema facilità le parole dell’insegnante e memorizzarle
all’interno della loro mente mentre fanno più fatica quando devono banalmente
leggere delle pagine a casa. In questo caso per loro è fondamentale leggere a
voce alta in modo da memorizzare la loro stessa voce. Si può dire che questo
soggetto è molto avvantaggiato nelle lezioni dal vivo ma quando è privo del
contatto umano il suo metodo di studio necessita di tempo e quindi non è adatto
per chi è un procrastinatore e si ritrova a studiare l’argomento dell’esame la sera
prima o direttamente la mattina stessa.
I soggetti auditivi sono circa il 40% della popolazione e se appartieni a questo
genere di persona è sempre meglio studiare in anticipo.
Il soggetto cinestetico
Il soggetto cinestetico è il soggetto che usa principalmente gli altri sensi per
memorizzare i concetti e si fa guidare molto dalle emozioni. È perfettamente in
grado di ricordarsi le sensazioni che prova quando tocca un determinato tessuto,
i sapori della pizza cucinata della pizzeria sotto casa e di quella che invece è
cucinata dal pizzaiolo dall’altra parte della città e anche gli odori dei cibi o dei
vini, per esempio.
Si tratta di soggetti che sono molto guidati dalle loro emozioni, gesticolano
molto e sono molto orientati al “tutto e subito”. Con loro è difficile aspettare del
tempo per avere delle cose e anche solo metterli seduti a prendere appunti o ad
ascoltare delle lezioni non è poi così semplice.
Il segreto per far memorizzare dei concetti a questi soggetti (che esattamente
come i visivi e gli auditivi possono studiare in tutti i modi, si parla solo della
maniera in cui sono più portati a imparare velocemente) è quello di rendere
interessante quello che devono fare.
Rendere interessante una lezione stimolerà il soggetto cinestetico a impegnarsi
per imparare (è sempre consigliabile rendere interessante qualsiasi lezione). Dato
che sono persone molto emotive basta poco per coinvolgerli ma allo stesso modo
basta pochissimo per farli distrarre e fargli perdere interesse in quello che fanno.
Quando una persona cinestetica inizia ad annoiarsi è finita, perderà
completamente interesse per quella cosa e passerà ad altro. L’unico modo per
mantenere alta la sua attenzione è quello di andare sempre dritti al punto e creare
contenuti interessanti.
Si tratta di persone che hanno il vantaggio di essere guidate dalle emozioni e che
si basano molto sulle sensazioni. Se adeguatamente stimolate non hanno
problemi a studiare tantissimo e i risultati possono essere eccellenti, ma il loro
pregio è anche il loro più grande difetto: si stufano facilmente e possono buttare
all’aria tutto il lavoro fatto in precedenza quando sono in preda allo sconforto.
Queste persone devono assolutamente imparare a controllare in maniera efficace
le loro emozioni per essere in grado di sfruttarle al massimo.
Attualmente circa il 20% della popolazione è un soggetto prevalentemente
cinestetico.
Come mantenere il cervello sempre attivo?
Tutto quello che facciamo nella nostra vita passa attraverso il cervello. Lo
studio, la memoria, la capacità di fare cose e di vivere una vita normale sono
possibili solo grazie all’attività del cervello e quindi è fondamentale avere
sempre una mente attiva e in forma in modo che il cervello possa sempre
funzionare al massimo delle sue possibilità.
Non commettere mai l’errore di pensare che i problemi cognitivi e il
malfunzionamento del cervello siano un problema dei soli anziani. Quando una
persona arriva alla demenza senile e diventa incapace di provvedere a sé stessa è
la conseguenza finale di una serie di problematiche alle quali è molto difficile
(se non impossibile) porre rimedio almeno con gli strumenti a disposizione della
medicina oggi.
L’unica cosa che si può fare sin da subito è quella di allenare il cervello per
mantenerlo sempre attivo. La mente umana è un muscolo e una mente attiva è in
grado di lavorare più velocemente, studiare meglio, essere più creativa e fare
ragionamenti migliori.
Questi sono dei piccoli consigli per mantenere il cervello sempre attivo che devi
mettere in atto ancora prima di usare i metodi che leggerai in seguito. Non puoi
pensare di correre una maratona se non sei allenato, stramazzeresti al suolo dopo
pochi metri e non combineresti nulla.
Ecco quello che ti consiglio di fare per mantenere il tuo cervello sempre allenato.
Mangia sano
Si dice che noi siamo quello che mangiamo ed è innegabile che la buona salute
passi principalmente attraverso quello che si mette sulla tavola. Mangiare bene è
fondamentale per tantissime cose, dal perdere peso fino ad avere una salute di
ferro.
Ci sono tanti alimenti che è meglio ridurre per riuscire a proteggere la salute del
cervello ed evitare l’insorgere di patologie che possono danneggiarlo sia nel
breve che nel lungo periodo come il diabete o l’ipertensione o l’obesità.
Questi sono gli alimenti che dovresti eliminare del tutto o almeno mangiare il
meno possibile:
1. Cibi troppo ricchi di zuccheri, come i dolci industriali, le caramelle e
tutte le bevande zuccherate come la Coca-Cola, l’aranciata o la gassosa.
Personalmente evito anche di consumare alcool come birre, vino o
superalcolici sia prima di studiare che in generale. Sono tutte sostanze
molto ricche di zuccheri, appositamente studiate dalle industrie
alimentari per dare dipendenza e non devono diventare mai la base della
tua dieta. Un merendino è ideale per avere subito dell’energia e non
voglio consigliarti di eliminarli totalmente (in commercio si possono
trovare merendini senza zuccheri e senza glutine) ma di limitare
notevolmente di mangiare questi cibi. Prima di acquistarli prendi
l’abitudine di leggere le informazioni nutrizionali stampate sulla
confezione e poi decidi se comprarle o no. Un’altra buona alternativa
sono le merendine integrali.
2. Riduci il consumo di carne rossa. Non solo aiuterai il pianeta in una
situazione decisamente complicata (per usare un eufemismo) ma
proteggerai la tua salute. È meglio mangiare carne bianca o pesce ricco
di fosforo e di Omega 3 scelto da aziende che praticano la pesca
sostenibile. Limita anche il pane bianco e i salumi.
3. Mangia frutta e verdura molto più spesso, se possibile della frutta e
verdura di stagione. Non fare l’errore di tagliare immediatamente tutti i
cibi e di mangiare molta più frutta o verdura rispetto a quella a cui sei
normalmente abituato perché ti causerà gonfiore addominale e
spossatezza (e non studierai affatto bene). Mangia molti legumi e i
prodotti integrali.
4. Bevi molta acqua. Il cervello, esattamente come tutto il corpo, deve
essere costantemente idratato per lavorare bene. Cerca di bere almeno
un paio di litri di acqua al giorno e non limitarti a bere durante i pasti. È
fondamentale anche non bere solo quando si avverte la sensazione di
sete perché è la prova che si è già disidratati. Quando studi tieni sempre
vicino a te una borraccia di acqua.
5. Come snack mangia frutta, verdura o della frutta a guscio. Le noci sono
ottime per le loro proprietà nutrizionali ma non esagerare perché sono
un alimento anche molto ricco di calorie. Anche un quadratino di
cioccolata fondente va bene, ma senza esagerare.
Esercizio fisico
I latini dicevano “mens sana in corpore sano” che significa che una mente sana si
trova in un corpo sano. Allenare la mente è fondamentale ma è altrettanto
importante avere cura del proprio corpo ed evitare di avere uno stile di vita
troppo sedentario.
Cerca di fare sempre almeno 30 minuti di attività fisica al giorno per almeno 5/6
giorni. Non è necessario svolgere degli esercizi massacranti in palestra, correre
per 30 minuti all’aria aperta o sul tapis roulant è l’ideale, oppure pedalare in
bicicletta o fare delle sessioni di yoga e stretching. Anche il nuoto è l’ideale.
Cerca di organizzare la tua giornata in modo da poter sempre allenarti e se
proprio non puoi un giorno cerca di recuperare l’allenamento il prima possibile
per non accumulare ritardi. L’attività fisica favorisce il rilascio di sostanze
benefiche nel corpo, brucia calorie e ti renderà meno stressato.
Personalmente ho notato che studiare dopo aver fatto attività fisica mi
permetteva di studiare meglio e di velocizzare il mio studio ma potrebbe essere
soltanto una mia impressione. Io ti consiglio in ogni caso di allenarti tutti i giorni
per almeno mezz’ora anche con dei video che puoi trovare su YouTube, avrai
notevoli benefici dato che è dimostrato che uno stile di vita troppo sedentario è
molto dannoso per la salute.
Tieni la mente sempre allenata
La tua mente è potenzialmente capace di fare qualsiasi tipo di cosa ma per essere
davvero in grado di fare tutto deve essere allenata. È molto importante tenere
sempre la mente allentata e in forma e per farlo non è sufficiente solo lo studio
ma mostrare interesse in tantissimi settori e non limitarsi mai.
Puoi allenare la mente in modo molto efficace con dei giochi logici come i
cruciverba e gli altri enigmi che puoi trovare nella “Settimana Enigmistica” e in
altre pubblicazioni simili o con delle App dedicate e in questo modo il tuo
cervello ne trarrà notevoli benefici. Anche giocare a dei giochi che richiedono
una pianificazione attenta da parte tua di tutte le tue mosse aiuterà la mente a
imparare a improvvisare e a migliorare la sua neuroplasticità. Il gioco degli
scacchi è molto utile da questo punto di vista ma anche diversi giochi di strategia
che puoi anche giocare online e diversi giochi con le carte.
Ci sono tantissimi argomenti che puoi approfondire per imparare nuove cose e
mantenere sempre allenata la tua mente. Il web offre dozzine di possibilità per
imparare qualsiasi cosa, partendo dai video gratis di YouTube per poi passare ai
contenuti di piattaforme a pagamento come Udemy, Skillshare o Masterclass,
dove insegnanti qualificati metteranno a tua disposizione le loro competenze in
qualunque settore (molto interessante anche Google Digital Training,
completamente free). È senz’altro un modo produttivo di impiegare il proprio
tempo.
Se hai un talento particolare per qualcosa, come la scrittura, oppure la musica o
il disegno allora non lasciarlo inutilizzato ma sfruttalo (anche indirizzando i tuoi
studi verso quel talento) anche nel tempo libero. Se ti piace scrivere allora crea
un blog, vendi i tuoi articoli oppure scrivi dei libri. Se sai disegnare metti in
vendita il tuo talento disegnando oppure dando vita a un progetto personale. Se
canti diffondi la tua musica online, se ami girare i video e hai una personalità
estroversa allora crea un canale YouTube e inizia a creare contenuti di diverso
tipo.
Ma soprattutto non smettere mai di studiare nel corso della tua vita. È verissimo
quando si dice che non si smette mai di imparare e che non è mai troppo tardi
per imparare nuove cose. Chi smette di studiare e di imparare inizia a morire e il
suo cervello si deteriorerà lentamente. Più sei attivo e più avrai una mente
sveglia e in forma.
Dormire
Non dare retta alle persone che dicono che è necessario lavorare e studiare fino a
tardi per avere successo e poter realizzare grandissimi risultati. Studiare è
esattamente come ogni altra attività del corpo: qualcosa che necessita di energia
per essere portata a termine e che stanca il corpo e la mente. Il nostro cervello
infatti, per quanto sia una macchina meravigliosa, ha i suoi limiti e non è
sicuramente una macchina a energia atomica o infinita.
Il riposo è importantissimo tanto o anche di più dell’attività fisica per avere un
corpo in forma dato che è attraverso il riposo che la mente e il corpo si
rigenerano e si può recuperare le energie spese durante il giorno. Dormire poco è
molto dannoso per la salute, specialmente nel lungo periodo (hai presente
quando ti svegli con la testa pesante e non riesci a fare nulla nemmeno volendo?
Significa che hai dormito troppo poco e il tuo corpo non è riuscito a rigenerare
completamente la sua energia.
Devi cercare di dormire per il solito numero di ore ogni sera, facendo minimi
strappi alla regola. Di solito è consigliabile dormire almeno otto ore per notte ma
non è un consiglio inciso nella pietra dato che ogni corpo funziona in maniera
diversa. Per capire il tuo orario ideale di sonno è necessario andare a dormire
sempre al solito orario e poi osservare il momento in cui ti svegli in maniera
naturale. È quello in cui il tuo corpo ti comunica di aver ricaricato le energie.
Puoi anche incentivare il tuo sonno evitando di restare troppo davanti al
computer prima di addormentarti (la luce dello schermo può compromettere la
qualità del sonno), puoi allenarti con dello stretching rilassante prima di dormire
o fare cose rilassanti come bere una tisana (o anche una camomilla), fare un
bagno caldo o ascoltare della musica ambientale rilassante.
Cerca sempre di dormire per il solito numero di ore e se noti di non avere
abbastanza tempo per portare a termine quello che vuoi fare allora la soluzione
al problema non è ridurre le ore di sonno ma organizzare meglio il tuo tempo per
riuscire a fare tutte le cose che devi portare a termine durante la giornata. Mai
fare delle mega maratone di studio, specialmente a ridosso degli esami.
Stile di vita attivo
Avere uno stile di vita attivo è assolutamente fondamentale per avere una mente
sempre in forma. Restare sempre a casa, magari perdendo tempo sui social
considerando rilevante l’opinione di alcuni sconosciuti è solo una colossale
perdita di tempo che comprometterà la qualità della tua vita facendoti
sprofondare un una spirale di noia e depressione che ti causerà solo un sacco di
problemi.
Avere uno stile di vita attivo dove esci di casa, fai cose, vedi persone, è un
toccasana per l’umore e per la mente. Lo scambio di parole, idee e opinioni con
le altre persone è fondamentale per crescere come persona e per stimolare
l’attività del cervello, che deve elaborare molte più informazioni e uscire da una
routine che rischia di comprometterlo.
Se non conosci nessuno prova a entrare in qualche associazione di volontariato,
un canile, un gattile oppure a iscriverti in una palestra o a qualche corso di ballo.
Sono tutte attività che ti aiuteranno moltissimo a rendere più attiva la tua vita.
Stress e abitudini negative
Lo stress e la negatività hanno un grande effetto negativo sulla tua mente. È
molto facile essere stressati nel mondo moderno dato che ci sono tantissime cose
da fare e mille problemi tutti i giorni e il tempo sembra non bastare mai ma lo
stress non deve mai essere in grado di prendere il controllo della tua mente.
Se inizi a notare di essere stressato allora è necessario correre subito ai ripari
interrompendo quello che stai facendo e rilassandoti. Studiare sotto stress è la
peggior cosa che puoi fare perché studierai male e non ricorderai nulla di quello
che hai imparato. Lo stress rende irritabili e porta a commettere dei grossolani
errori che possono compromettere delle relazioni e degli esami e quindi se sei
stressato mentre studi o in generale nella tua vita fermati subito e dedica del
tempo a rilassarti. Meglio studiare un giorno di più che farlo in condizioni di
stress e rovinare tutto il lavoro.
Per rilassarti puoi fare attività fisica, oppure dedicarti al tuo hobby, trascorrere
del tempo con il partner, la famiglia o i tuoi amici o meditare, ascoltare della
musica, pregare, leggere o giocare con il tuo animale domestico, fare
passeggiare, guardare un film, nuotare e molto altro ancora. È fondamentale
stare il più lontano possibile dalla fonte di stress e concentrare tutte le energie
solo sul tuo benessere mentale e fisico. Soltanto quando sarai meno stressato
dovrai rimetterti a studiare. La mente deve essere rilassata e pronta a elaborare i
vari concetti che devi studiare e può farlo solo se non è stressata.
Ci sono anche delle pessime abitudini che devi eliminare nella tua vita per
mantenere la mente più in forma, come la dipendenza dai social media (che sarà
affrontata meglio nel prossimo capitolo, quello dedicato alle distrazioni dallo
studio), oppure il vizio del fumo (che a lungo andare può generare danni al
cervello), oppure essere troppo negativi sulle cose che accadono (o cadere in
preda alla depressione più nera) o semplicemente essere rosi dall’invidia e
cercare delle maniere per sfogare la propria rabbia, alimentando il cervello e
tutto il corpo con delle energie molto negative e dannose sia nel breve che nel
lungo periodo.
Sostanze dannose
Prima o poi tutti noi siamo entrati in contatto in qualche modo con il mondo
delle sostanze stupefacenti e dannose per il corpo. C’è chi ne fa uso, chi ha
provato almeno una volta nella vita e chi invece non le ha mai toccate (e non ha
la minima intenzione di farlo) ma conosce delle persone che non ragionano in
questo modo e usano delle sostanze stupefacenti.
A rischio di sembrarti un bacchettone voglio dirti che tutte queste droghe, ma
anche l’alcool, sono un grandissimo veleno per il tuo corpo e soprattutto per il
tuo cervello. Ricordati che i neuroni non possono essere rigenerati in alcun modo
e quando sono danneggiati e muoiono non esiste cosa in cielo o in terra in grado
di rimpiazzarli (in futuro chissà, ma per adesso la situazione è questa). Le droghe
possono essere divertenti, le prendono tante persone, magari provarle non costa
nulla e non ti uccide (a meno che tu non sia davvero, davvero, davvero,
sfortunato) ma nel lungo periodo possono solo fare dei danni al tuo corpo e al
tuo cervello.
Prendiamo per esempio la marijuana. Una canna non fa male, è terapeutica,
magari hai anche l’illusione di studiare meglio.
E invece no.
Diversi studi hanno provato che l’uso abituale di hashish e marijuana produce
una rapidissima perdita di neuroni nell’ippocampo, che è la parte del cervello
dove ha sede la memoria a breve termine. Nel corso della nostra vita questa
memoria è destinata a indebolirsi sempre più (il classico caso della persona
anziana che si ricorda alla perfezione quando era giovane e cosa indossava un
preciso giorno e non riesce a dire cosa ha mangiato il giorno prima) e
esperimenti su cavie da laboratorio hanno provato che l’uso costante di cannabis
velocizza molto questo processo, senza contare i danni che provoca al corpo.
Vale la pena danneggiare la propria memoria a breve termine per fumare uno
spinello?
Oppure la cocaina. Ho visto tantissime persone sniffare e i film non esitano a far
vedere un personaggio che usa questa droga e anzi, sembra quasi cool. Del resto,
anche uno studioso come Sigmund Freud era un famoso cocainomane e non
mancava mai di consigliare qualche sniffata di coca ogni tanto a diversi pazienti,
descrivendo questa sostanza come una manna dal cielo, qualcosa che è in grado
di far stare bene le persone.
Freud però non era a conoscenza degli effetti devastanti della coca sul corpo
umano e sul cervello, che lui era abituato a studiare bene.
La coca rende forti, fa lavorare meglio, più velocemente (come già detto,
Stephen King sniffava peggio dell’aspirapolvere per delle maratone notturne di
scrittura), ti fa sentire invincibile e ti fa sentire bene. Ci credo che Freud ne
andava matto.
Ma è tutto così bello?
No.
La coca fa aumentare il battito cardiaco e la pressione, portando con il tempo
alla probabile comparsa di cose come infarti o ictus. Provoca vertigine,
allucinazioni e gravissimi danni al naso e nelle situazioni più disperate alla
perdita totale dell’olfatto.
Il cervello viene sottoposto a un grande stress sotto cocaina, generando
allucinazioni e un grande stato di paranoia e aggressività e difficoltà nel
ricordare le cose. Si dorme poco e il cervello è quindi sottoposto a un ulteriore
stress aggiuntivo. A lungo andare può anche cambiare la personalità di una
persona. Se vuoi proteggere il tuo cervello non devi mai e poi mai avvicinarti
alla cocaina in nessun caso.
Anche l’alcool è dannoso per il cervello. Non sto parlando di una birretta con gli
amici a cena o di un bicchierino dopo cena, ma dell’abuso della sostanza.
Purtroppo tante persone non riescono a controllare la loro dipendenza dall’alcool
e bevono molto spesso. Il problema dell’alcool è che viene assorbito quasi
immediatamente dal corpo e gli effetti sono evidenti sin da subito, specialmente
se sei a stomaco vuoto. L’alcool annebbia la mente, rendendo una persona molto
meno reattiva agli stimoli esterni e non in grado di controllare il proprio corpo,
togliendo anche tutti i freni inibitori.
Ho visto con i miei occhi delle persone che hanno letteralmente cambiato
personalità dopo essersi ubriacate. Da sobrie erano le persone più miti e gentili
del mondo, da sbronze erano intrattabili, colleriche, pronte a scattare nervose per
un nonnulla. Erano gli effetti dell’alcool e il giorno dopo non ricordavano nulla
di quello che era successo (e avevano un mal di testa leggendario) e chiedevano
scusa pieni di vergogna dopo essere venuti a conoscenza dello spettacolo che
avevano messo in scena da ubriachi davanti a tante persone.
L’abuso di alcool porta infine alla demenza da alcool. Ci si scorda le cose più
semplici, si è annebbiati (come nella demenza senile che colpisce gli anziani) e
si perdono le normali capacità cognitive. È un processo che arriverà nel lungo
periodo, non certo dopo la prima sbronza o se si beve una birretta con gli amici
ma è giusto che tu conosca gli effetti che l’abuso di alcool può dare alla mente e
scegliere come agire.
C’è anche l’ecstasy. Quando andavo in discoteca girava tantissimo tra i ragazzi
perché dava energia, faceva sballare e si poteva ballare fino a tardi senza mai
essere stanchi. Il problema è che questa sostanza altera pesantemente il tuo
umore e rende irritabili anche per parecchio tempo. Si è indifferenti per tante
cose, si hanno attacchi di ansia e di vertigine.
Non è una sostanza che brucia i neuroni o che arriva a danneggiare il tessuto
celebrale ma gli studi hanno dimostrato che esiste un collegamento tra l’abuso di
ecstasy e il danneggiamento di diverse aree del cervello, in particolare quelle
legate al movimento e alla conoscenza. Chi ha abusato per lungo tempo di queste
sostanza avrà notevole difficoltà a parlare e a muoversi. Vale la pena rischiare
queste conseguenze per sentirsi falsamente invincibili per un certo periodo di
tempo?
Secondo me no.
Insomma, la mente umana è un bellissimo mistero affascinante che sarà
sicuramente studiato ancora a lungo. Studiare con successo non dipende solo dal
metodo di studio scelto ma soprattutto dal cervello e dal suo stato di salute. Tutti
possono imparare a studiare bene, indipendentemente dalla loro intelligenza e
dalla naturale attitudine allo studio, ma si può fare solo se il cervello è in forma e
ben allenato.
Prendersi cura della propria mente è fondamentale per tutti gli aspetti della vita.
Il mondo è difficile, dannatamente difficile e per riuscire ad avere successo sono
necessarie tutte le piccole cellule grigie che abbiamo nella nostra testa. Prenderci
cura di loro ogni giorno non è solo un investimento per la propria carriera ma è
soprattutto un investimento a lunghissimo termine sulla propria salute mentale.
Una mente aperta può fare cose meravigliose ogni singolo giorno.
È fondamentale imparare a conoscere il cervello e i trucchi per mantenerlo
sempre in forma, non si può imparare un metodo di studio senza sapere come
funziona il cuore dell’apprendimento.
.
Come rimanere concentrati per ore: come eliminare le distrazioni
Le distrazioni sono uno dei nemici principali dello studio e possono annullare gli
effetti positivi di qualsiasi metodo di studio. È molto facile distrarsi in
quest’epoca e per sviluppare un corretto metodo di studio è fondamentale creare
per prima cosa il miglior ambiente possibile, totalmente privo di distrazioni e
dove puoi rifugiarti per studiare per tutto il tempo necessario.
La prima cosa da sapere è che non è possibile rimanere davvero concentrati per
ore ininterrottamente. Il cervello ha bisogno periodicamente di rifiatare e anche
le pause possono essere usate in diversi metodi di studio, come per esempio
quello del Pomodoro che vedremo in seguito. Ma bisogna fare attenzione a non
trasformare delle necessarie pause in occasioni di distrazione.
Diversi studi dicono che un uomo adulto può concentrarsi al massimo per 45
minuti consecutivi prima di iniziare naturalmente a perdere la concentrazione.
Credo che sia capitato anche a te di iniziare a “perdere la bussola” dopo diversi
minuti di studio intenso, dico bene? Significa che il tuo cervello è arrivato al suo
massimo periodo consecutivo di concentrazione e che è necessaria una pausa.
Le lunghe maratone di studio sono solo controproducenti, è necessario far
ricaricare correttamente il cervello in queste pause e poi riprendere a studiare. Il
problema non sono queste doverose pause, ma il tempo che si perde durante lo
studio a causa delle varie distrazioni che si hanno.
Se pensi che una semplice distrazione, un “guardo due minuti le notifiche sul
cellulare, che vuoi che succeda” non possa compromettere lo studio allora ti
sbagli di grosso. Quando sei concentrato nello studio, nella scrittura o in altre
attività e ti distrai per qualche motivo perdi la concentrazione e per tornare allo
stesso livello di prima a volte è necessario aspettare quasi mezz’ora. Vale la pena
dover aspettare 30 minuti per tornare a studiare a causa di due minuti persi per
controllare le notifiche dello smartphone?
Non credo proprio.
Ad ogni modo, ci sono tantissime distrazioni che devi eliminare mentre studi per
non correre il rischio di perdere tempo e poi devi conoscere anche il nemico
pubblico numero uno dello studio, la procrastinazione. Solo conoscendo i tuoi
nemici e capendo come limitari potrai veramente dedicarti con tutte le tue forze a
sviluppare un metodo di studio efficace.
Lo smartphone
Noto con immenso dispiacere che ormai siamo tutti diventati dipendenti dagli
smartphone e questa cosa mi preoccupa. Come diceva Tyler Durden, il
personaggio interpretato da Brad Pitt nel film “Fight Club”, “le cose che possiedi
alla fine ti possiedono”.
Abbiamo creato lo smartphone per poter fare più attività con un solo device,
dando a tutti la possibilità di collegarsi al web in qualsiasi momento della
giornata ma l’uso dello smartphone è andato rapidamente fuori controllo, con
conseguenze gravissime in tantissimi settori.
Pensa, per esempio, a tutte le persone che ormai non parlano più con gli altri a
tavola e dedicano tutta la loro attenzione allo schermo degli smartphone come se
su quegli schermi fosse presente qualche informazione fondamentale per la loro
sopravvivenza.
O anche persone che camminano per strada osservando lo smartphone e non
fanno più nemmeno attenzione a dove mettono i piedi o che addirittura lo
osservano senza problemi mentre stanno guidando con il rischio di causare un
sacco di incidenti mortali e di mettere in pericolo tantissime persone.
Lo smartphone è il nemico numero uno del tuo studio perché è una distrazione
continua con tutte le sue notifiche e con le varie App sempre pronte per essere
usate in ogni momento. Il mio consiglio è quello di spegnere il cellulare fino a
quando non avrai terminato di studiare in modo da eliminare il problema alla
radice.
Questo sistema può sembrarti drastico, lo capisco, e magari potresti aspettare
qualche telefonata importante e in ogni caso è sempre meglio essere reperibili,
vero? In questo caso è meglio silenziare tutte le notifiche dello smartphone e
controllarlo solo durante le varie pause dello studio (una cosa che riuscirai a fare
senza problemi con il metodo del Pomodoro che vedrai in seguito) e solo per
pochissimo tempo.
L’ideale sarebbe anche non rispondere al telefono mentre si studia, specialmente
se la chiamata proviene da un numero che non si conosce e non si aspetta di
ricevere pacchi o telefonate di qualche tipo. Se proprio è indispensabile rispondi,
ma cerca di essere il più breve possibile per non rischiare di perdere la
concentrazione e resisti alla tentazione di controllare le notifiche. Se una
questione è importante puoi star certo che ti avrebbero chiamato e non inviato un
messaggino su WhatsApp (puoi anche scrivere nello stato che stai studiando e
che non vuoi essere disturbato).
Non voglio che passi il messaggio che io sono contro l’uso degli smartphone.
Non è vero, si tratta di device incredibili e con cui si possono fare veramente
tantissime cose ma che non devono controllare le nostre vite. Siamo noi ad averli
creati e ad avere potere su di loro, non loro su di noi, e questo dobbiamo
ricordarcelo sempre molto bene. Questa è la primissima distrazione che devi
eliminare e da adesso in avanti io darò per scontato che tu l’abbia fatto.
Silenziare il cellulare è molto più facile di quello che pensi e non ti perderai
nulla perché potrai comunque controllare le tue notifiche nei momenti di pausa
dallo studio.
Internet e i social media
Il web è una miniera sconfinata di informazioni che puoi usare a tuo vantaggio
durante i tuoi studi. Ormai anche solo pensare di studiare o di fare delle ricerche
senza usare il web è pura fantascienza, ma il web rappresenta anche una
grandissima fonte di distrazione mentre si studia.
Basta poco per distrarsi sul web mentre si sta studiando. Basta solo aprire una
nuova finestra del browser per navigare sulle pagine di qualche quotidiano o
giornale sportivo, per esempio, mentre si fanno delle ricerche, oppure andare su
YouTube per cercare qualche video. Ho provato personalmente questa grande
distrazione durante i miei studi più recenti: andavo su YouTube per cercare una
canzone rilassante da usare come sottofondo nella sessione di studio e iniziavo a
spulciare i video della home page per poi andare a cliccare altri video. Non erano
cose che volevo vedere, semplicemente cliccavo per abitudine e perché non ero
abbastanza concentrato.
Il prezzo da pagare era elevatissimo: si perdeva la concentrazione e alla fine
dovevo perdere mezz’ora solo per capire a che punto ero rimasto nello studio.
Impiegavo almeno un’ora per studiare delle cose che normalmente mi avrebbero
richiesto solo mezz’ora al massimo. Tutto tempo perso a causa di un video su
YouTube.
Discorso simile per i social network. Ormai è quasi impossibile stare senza i
social anche solo per restare aggiornati su quello che fanno i tuoi amici o per
avere informazioni sulle pagine che si seguono o anche solo per i meme che si
pubblicano quotidianamente. Facebook, Instagram, Twitter, sono delle vere
distrazioni di massa dove ormai è molto difficile distinguere la realtà dalla
menzogna, dove si può solo trovare delle conferme alle cose di cui si è già
convinti e dove troppe persone hanno confuso la libertà di opinione con la libertà
di offendere le persone.
È un vero peccato perché i social possono aiutare le persone che vogliono
studiare in tanti modi, per esempio creando dei gruppi studio per sostenersi a
vicenda, per scambiare o vendere dei libri di testo o per ottenere delle
informazioni su alcuni argomenti. Anche in questo caso, come con lo
smartphone, il problema non è il mezzo, ma l’uso che se ne fa.
I social e il web in generale sono dei veri gorghi di distrazione, specialmente se
sei già abbastanza stanco e quindi più incline a perdere tempo e a lasciarti
andare. Non puoi permetterti di navigare senza meta e di scorrere all’infinito la
home di Facebook perdendo solo tempo e quindi devi correre ai ripari.
Puoi mettere in atto due strategie: la prima è quella di lavorare sulla tua
determinazione, imponendoti di non perdere tempo sui social media mentre stai
studiando, mettendo bene in chiaro con te stesso che esiste un momento per il
dovere e uno per il piacere e che non devono mai essere mescolati per nessun
motivo. È la soluzione più difficile, ma che ti permetterà di sviluppare una
determinazione fortissima e incrollabile.
Dovrai pensare a quello che guadagnerai in questo modo (studiare di più in
meno tempo, quindi la possibilità di dedicare più tempo alle distrazioni) e quello
che perderai distraendoti e perdendo tempo mentre non dovresti farlo (dovrai
fare le cose in fretta, perderai tempo e ne impiegherai molto di più per portare a
termine delle attività che ne richiederebbero pochissimo.
Il problema è che questa strategia non è molto efficace nel breve periodo (e non
è assolutamente garantito che funzionerà anche nel lungo periodo). Devi
assolutamente mettere in atto delle soluzioni drastiche al problema e quella più
efficace è usare delle App o dei programmi che possono impedirti l’accesso a dei
siti web che deciderai in un determinato periodo di tempo.
Basterà installare le App, mettere i siti che possono distrarti e poi gli orari in cui
questi siti web non devono essere accessibili. Le App funzionano molto bene e ti
aiuteranno a perdere l’abitudine di scorrere la home di Facebook mentre giri le
pagine del libro o attendi che qualche PDF sia scaricato.
Ci sono diverse App e software che puoi usare, come AnyWebLock (disponibile
su Windows), Filtro Famiglia (già presente in Windows 10), Tempo di utilizzo
(preinstallata su Mac) oppure HostGo su Android. Non devi interpretare l’uso di
queste App come una limitazione ma piuttosto come un aiuto che puoi avere da
parte della tecnologia per poter studiare meglio. Con il passare del tempo
riuscirai a perdere l’abitudine di perdere tempo con questi siti quando dovresti
anzi studiare, porterai a termine in anticipo tutti i tuoi compiti e avrai anche più
tempo per visitare questi siti a fine sessione di studio. In generale dovresti avere
meno opzioni possibili per distrarti mentre studi e pensare che prima finisci
prima potrai svagarti.
Persone – La bolla
Se studi in casa allora le persone che vivono con te possono essere una fonte di
distrazione sia in maniera volontaria che involontaria. Quante volte ti è successo
di studiare e di venire continuamente interrotto dal partner, oppure dai tuoi
genitori o da fratelli e sorelle? Non lo fanno con malizia, ci mancherebbe, ma
queste distrazioni ti fanno solo perdere tempo e concentrazione, ti irritano
moltissimo (almeno a me facevano questo effetto) e di conseguenza studierai
molto male.
In questo caso è difficile trovare una soluzione valida per tutti. C’è chi può
andare a studiare da amici o in biblioteca (e quindi risolve il problema) e chi non
può farlo. A questo proposito mi viene in mente una storiella raccontata dallo
scrittore americano Stephen King. King era solito sottoporsi a estenuanti
maratone di scrittura giorno e notte alimentate a alcool e cocaina per sfornare
libri in serie. Il suo fisico ha ceduto e la famiglia gli ha imposto di rallentare e di
farsi curare. King è riuscito a sconfiggere i suoi demoni e ha stabilito con la sua
famiglia un semplice patto: quando lavora non deve essere disturbato per nessun
motivo al mondo e per il resto della giornata sarà completamente a loro
disposizione. Il lavoro per King era scrivere 2000 parole (non una di più, non
una di meno) ogni singolo giorno. Quando chiudeva la porta della sua stanza
significava che stava lavorando e quindi era vietato disturbarlo per qualsiasi
motivo.
Lo scrittore mirava a portare a termine la sessione al più presto in modo da avere
libero tutto il resto della giornata (a volte non ci riusciva ma generalmente si) e
la famiglia collaborava.
Dovresti cercare di fare altrettanto, anzitutto creando una “bolla” dove poter
studiare in pace. La bolla è una stanza dove hai accesso solo tu o comunque dove
puoi stare in pace senza parlare con le persone o essere disturbato da litigi,
aspirapolvere e chi più ne ha più ne metta. Nella stanza metti solo quello che è
assolutamente indispensabile per studiare minimizzando le distrazioni che puoi
avere (quindi non portare lo smartphone o il tablet, per esempio) e metti in
chiaro con tutti che stai studiando (sottolinea i benefici che ne trarrai e che ne
trarranno anche loro), non divertendoti e che quando avrai finito sarai a loro
disposizione.
Personalmente ho creato una piccola bolla in una stanza con una scrivania, il mio
portatile, carta e penna per prendere appunti, i libri che devo studiare e basta.
Non porto lo smartphone, non porto nessun tablet. Se devo mettere della musica
posso andare su YouTube o Spotify per ascoltare quello che può rendere più
piacevole la mia sessione di studio e tutti sanno che non mi devono disturbare
per nessun motivo (a meno ovviamente di problemi di salute gravissimi). Ho
anche pensato di rendere insonorizzata la stanza ma ho cambiato idea. Mi basta
solo chiudere la finestra per non sentire i rumori esterni. Per le sessioni di studio
estive ho un piccolo ventilatore. Non è un bunker antiatomico isolato da tutto e
da tutti, ma mi permette comunque di isolarmi bene da eventuali seccature per
tutto il tempo della mia sessione di studio.
Questa tattica solitamente funziona ma se hai la sfortuna di vivere con persone
per nulla collaborative allora affitta una stanza da qualche parte, vai da qualche
amico o in biblioteca. Non puoi permettere a queste persone di distrarti più del
dovuto.
I pensieri e il linguaggio del corpo
Studiare è un’attività che sforza principalmente la mente ma lo sforzo che farai si
ripercuoterà su tutto il tuo corpo e questo può dare vita a tante distrazioni.
La mente umana è una macchina bellissima e meravigliosa ma non è perfetta e
spesso la mente ha il grande problema di rendere difficili delle cose che
dovrebbero essere molto semplici facendo vagare dei pensieri quando non è il
momento e producendo quindi una grossa distrazione.
Ti sarà capitato sicuramente di avere dei momenti di stanchezza o dove non hai
assolutamente voglia di studiare perché hai la testa da un’altra parte, vero?
Oppure dei momenti dove a causa di brutte notizie o di preoccupazioni (vere o
presunte che siano) non riesci a concentrarti nemmeno per sbaglio su quello che
dovresti fare.
È normale, siamo esseri umani e non macchine, ma non puoi permettere alla tua
mente di rallentare in questo modo il tuo metodo di studio. Potresti forzarti a
studiare pensando all’esame che ti aspetta tra poco ma non è il modo migliore di
agire e anzi, ricordati sempre che forzarsi a studiare o a seguire un metodo
quando è evidente che non vuoi farlo per mille motivi è il peggior errore
possibile. Studierai male, controvoglia e non imparerai nulla, al massimo
ripeterai la lezione a pappagallo senza avere nemmeno ben chiaro quello che hai
detto.
Quando ti trovi in queste situazioni devi ascoltare il messaggio del tuo cervello e
cercare di rilassare la tua mente il più possibile prima di metterti a studiare.
Elimina i brutti pensieri e le paure che hai trasformando lo studio in una valvola
di sfogo, un momento dove puoi rilassarti e lasciare perdere quello che hai nella
mente. Puoi anche rafforzare la mente con la meditazione (sul web trovi un
sacco di tutorial a riguardo e meditare prima di studiare è molto utile perché
svuota la mente e ti rende più predisposto a imparare) e periodicamente
effettuare un brain dump.
Il brain dump è una sorta di “inventario” di quello che hai nella testa e per farlo
basta solo prendere qualche foglio di carta e una penna. Prendi tre fogli e scrivici
sopra in uno le cose che DEVI fare, nel secondo quelle che VORRESTI fare e
nel terzo quelle che NON VUOI fare e tutte le cose che ti infastidiscono.
Una volta scritte tutte queste cose e inizia esaminando quelle che devi fare e
cerca il modo migliore per portarle a termine nel più breve tempo possibile.
Quelle cose devono essere la tua priorità e il tuo obiettivo è quello di portarle a
termine velocemente e bene.
Passa poi alle cose che vorresti fare ma che al momento non puoi portare a
termine per una serie di ragioni (mancanza di tempo, priorità ad altre cose, soldi,
eccetera). Sono cose che non sono prioritarie, quindi al momento non dedicargli
attenzione e fai in modo di non pensarci mentre sei impegnato con le cose che
devi assolutamente fare.
Passa infine alle cose che non vuoi fare e che ti infastidiscono. Sono le
distrazioni che devi eliminare nella tua vita e quelle che non puoi cambiare e
quindi accettare. Anche in questo caso dovrai esaminarle e capire che tante di
queste cose sono solo nella tua testa o sono ingigantite rispetto a quello che sono
veramente.
Grazie all’ordine che farai nella tua testa grazie al mind dump potrai dedicare
tutta la tua attenzione allo studio e alle cose che devi fare assolutamente.
E cosa devi fare se invece ti senti stanco, così stanco da non poter studiare o non
riesci nemmeno a stare seduto a causa di tanti dolori?
In questo caso non devi assolutamente fare finta di nulla e imparare a
riconoscere i segnali che ti invia il tuo corpo. È importante prendersi cura di lui e
se sei davvero stanco o pieno di dolori significa che hai raggiunto il limite e che
proseguire in queste condizioni non porterà nulla di buono.
Impara ad ascoltare il tuo corpo e se ti dice che non ne può più allora fermati.
Non è una distrazione ma è uno step necessario per ricaricare le pile e poter
studiare meglio. Questo significa che, se non te la senti di studiare un giorno
perché sei troppo stanco allora riposati. Un giorno di pausa è sempre necessario
per rigenerarsi e per scaricare lo stress. L’unica cosa che devi evitare è che il
legittimo giorno di pausa si trasformi nel nemico numero uno dello studio: la
procrastinazione.

La procrastinazione: il tuo peggior nemico


Se sei appassionato di crescita personale allora saprai già cosa è la
procrastinazione e tutti i problemi che può darti, mentre se non la conosci allora
è necessario capire con chi hai a che fare prima di parlare dei vari metodi di
studio (mi sto dilungando su questi argomenti perché è indispensabile per prima
cosa capire come funziona la mente umana e come creare un ambiente di studio
senza distrazioni, altrimenti le tecniche saranno tutte inutili).
Hai presente quando ti senti carico a mille, pieno di energia, pronto a spaccare il
mondo e studiare non qualche pagina, ma tutto il libro? Oppure quando hai un
progetto in mente, una tesi da scrivere, mille appunti da riordinare?
Sei motivato a farlo, non vedi l’ora di metterti all’opera, hai tutto quello che ti
serve.
E poi non fai nulla.
Non sai nemmeno tu bene il motivo. Improvvisamente hai avuto altre cose da
fare, hai ritenuto più importante dedicare ore del tuo tempo alla visione di
qualche video di gattini sul web piuttosto che portare avanti i tuoi lavori, hai
preferito giocare ai videogiochi o semplicemente eri stanco e hai pensato che
iniziare domani sarebbe stata la cosa migliore.
Però poi domani è diventato dopodomani, poi la prossima settimana, poi “ormai
finiamo il mese e poi iniziamo” e così via. È molto simile a quando tutti iniziano
ad andare in palestra il 2 gennaio e a metà febbraio la sala pesi è quasi deserta.
Alla fine arrivi al giorno dell’esame senza aver studiato o dopo aver studiato
poco e male e di conseguenza devi assolutamente correre per recuperare il tempo
perso facendo estenuanti sessioni e magari rimediando un pessimo voto. Di chi è
la colpa? Guardati nello specchio e troverai subito chi è il colpevole: tu!
Il tuo crimine è stato quello di essere un procrastinatore e prima affronterai
questo problema e meglio sarà per te.
La procrastinazione è l’atteggiamento mentale di chi rimanda sempre qualsiasi
attività. È una cosa irrazionale, chi procrastina spesso non se ne rende nemmeno
conto oppure pensa che alla fine non è una cosa poi così importante. Chi
procrastina rimanda sempre tutto fino a quando non ne può più fare a meno
perché preferisce fare altro e quindi è poi costretto a fare tantissime cose in poco
tempo. È diverso da chi è pigro: una persona pigra è perfettamente in grado di
mettersi alla scrivania e studiare l’ultima versione di latino e non vuole farlo
perché la ritiene una cosa che gli costa una grandissima fatica. Nella sua scala di
valori risparmiare la fatica di studiare è più importante dello studio e
dell’ottenere un bel voto.
La persona pigra è semplicemente una persona che arriva alla conclusione che
sbattersi per una cosa non ne vale la pena e quindi preferisce semplicemente
risparmiare le energie per fare altro. Il procrastinatore rinvia semplicemente le
cose perché ritiene più importanti altre attività magari anche più faticose ma che
svolge con più piacere rispetto a quella che andrebbe davvero fatta. Chi
procrastina ritiene più importante platinare un videogioco della PS4 piuttosto che
prepararsi per l’esame e decide di rimandare a domani lo studio.
È chiaro che la procrastinazione è un grandissimo nemico di chi studia e che
porta a perdere un sacco di tempo e di occasioni (e anche di denaro in tantissimi
casi, pensa per esempio alle attrezzature per la palestra comprate e mai utilizzate
o al classico abbonamento annuale che poi non viene mai sfruttato).
Come è possibile sconfiggere la procrastinazione? La bella notizia è che si può
fare ma è necessario un grande sforzo da parte tua per cambiare il tuo modo di
pensare e di interpretare non solo lo studio ma un sacco di altre cose (in sintesi:
rivedere le tue priorità). È un lavoro lungo e delicato e, anche se questo libro non
è dedicato solo a questo problema posso comunque darti alcune dritte per
risolvere una volta per tutte questo fastidio che ti impedisce di applicare con
successo dei metodi di studio efficaci.
Ecco qualche consiglio:
Inizia.
Sembra banale ma la procrastinazione sparisce istantaneamente quando inizi a
fare qualcosa. Fai uno sforzo, siediti alla scrivania e inizia a leggere qualche
pagina. Inizierai a carburare come un motore diesel, lentamente e poi sempre più
forte fino a quando andrai a pieno regime. Ogni volta che senti avvicinarsi la
procrastinazione e il desiderio di fare altro cerca di iniziare quello che dovresti
fare. sarà un modo infallibile per abbattere il suo effetto su di te.
Perché lo fai?
Trovare una valida motivazione per le tue azioni è una pratica molto motivante e
che può sconfiggere la procrastinazione. Chiediti “perché studio?” e datti una
risposta sincera e positiva. Dire “lo faccio perché devo” o “studio perché voglio
prendere un buon voto” non sono risposte positive, tutti studiano perché devono
e tutti cercano di ottenere un buon voto. Devi indagare meglio dentro di te le
vere motivazioni. Studi perché ti piace quell’argomento? Ottimo. Studi per poter
realizzare i tuoi sogni? Eccellente motivazione, combatti sempre per i tuoi sogni
e i tuoi sogni combatteranno per te. Studi perché sei stufo del lavoro che hai e
vuoi cambiare vita? Ogni pagina che studierai con successo ti avvicinerà sempre
più a quest’obiettivo. Insomma, trova una motivazione forte che ti faccia dire
“No, oggi studio, alla PS5 giocherò domani!” e non viceversa.
Il tipo di procrastinatore che sei
La psicologia ha analizzato molto la procrastinazione ed è riuscita a definire una
serie di procrastinatori in base alla loro tendenza a preferire delle attività invece
di altre. Capire che tipo di procrastinatore sei può essere molto d’aiuto per capire
cosa fare per impedire alla tua voglia di fare altro di danneggiare i tuoi studi.
Inevitabili: Si tratta di persone che hanno la tendenza a procrastinare perché non
riescono mai a dire di no a nulla e accumulano sempre nuove cose da fare. È un
problema per esempio dei freelancers o degli studenti lavoratori che hanno affitti
e tasse universitarie da pagare (oltre che dover mangiare e pagare i libri di testo).
Queste persone hanno paura di perdere soldi e opportunità e quindi accettano
tutto con la convinzione (sbagliata) di avere tempo per fare tutto. È vero che
gestire bene il tempo porta a fare più cose ma c’è un limite a tutto, la giornata è
fatta di 24 ore e si deve mangiare, dormire e avere un minimo di rapporti umani.
Se sei una persona di questo tipo inizia a concentrarti più sulla qualità del lavoro
che sulla qualità. Meglio poche cose ma buone che tante cose fatte di fretta o non
portate a termine. Se perdi soldi pazienza, risparmia e organizzati con quello che
hai. Devi dare la priorità allo studio, non al resto e non puoi farlo se fai seicento
cose ogni ora.
Procrastinatore volontario o “under pressure”: In questo caso il procrastinatore
è perfettamente conscio di quello che sta facendo e che l’esame è dietro l’angolo.
Un procrastinatore di questo tipo è convinto (a torto o a ragione non è dato
saperlo) che possa studiare meglio sotto pressione e quindi aspetta
coscientemente fino all’ultimo prima di studiare qualcosa. Si dice che dare una
scadenza stretta a una persona la faccia lavorare molto di più e meglio, ma basta
un minimo imprevisto per far saltare tutto il piano. Il pericolo è, oltre
all’imprevisto sempre in agguato (dall’impegno improvviso alla rottura del PC),
quello di sopravvalutare le proprie capacità e studiare male. È la versione
evoluta del ragazzo che faceva i compiti la mattina stessa al banco cinque minuti
prima dell’arrivo del professore. Se sei un procrastinatore di questo tipo chiediti
se vale la pena rischiare di non studiare quando avresti avuto tutto il tempo per
farlo meglio e senza alcun tipo di pressione.
Prima il piacere: Mi azzardo a dire che questo tipo di procrastinatore è quello
più comune. Parliamo della persona che preferisce fare le cose che gli piacciono
e poi quelle che deve (l’esatto contrario di quello che si dovrebbe fare). Prima
guardare video su YouTube di cadute e gattini e poi fare la ricerca. Chi si
comporta in questo modo è uguale a chi si strafoga di cibo quando è triste o
depresso. Si cerca una soddisfazione momentanea invece di quella nel lungo
periodo, l’uovo oggi contro la gallina domani. Devi cercare di cambiare la tua
mentalità mettendo prima il dovere e poi il piacere, focalizzandoti sul fatto che
questo dovere può darti anche del piacere in futuro.
La mente non funziona: Si tratta di una condizione molto simile a quella che ho
descritto nel passaggio in cui si parla dei pensieri che impediscono di studiare. In
questo caso la procrastinazione è causata da qualche evento o situazione che
impedisce alla mente di concentrarsi sull’azione che si deve fare e si preferisce
piuttosto continuare a rimuginare su quello che ha scatenato questa situazione.
Situazioni che causano questo tipo di procrastinazione sono dei lutti, problemi in
famiglia, situazioni sentimentali complicate, litigi con amici, problemi sul lavoro
e patologie come l’ansia, gli attacchi di panico e anche la depressione. Ho già
scritto come svuotare la mente da questi pensieri mentre se soffri di ansia,
attacchi di panico o di depressione chiedi immediatamente l’aiuto di un
professionista senza vergognarti. Non sottovalutare queste cose perché possono
avere un grande impatto sulla tua vita. Chiedi aiuto prima che sia troppo tardi.
Guadagnare tempo: All’origine di questa forma di procrastinazione c’è la paura
di sbagliare e quindi si guadagna tempo in attesa di trovare una soluzione al
problema o nella speranza che succeda qualcosa che renda inutile fare
quell’attività. Nel caso di uno studente la paura è quella di non riuscire a capire
quello che si deve studiare e di conseguenza di non riuscire a studiare nel modo
migliore. È una paura comprensibile ma non può bloccare la tua vita e il tuo
percorso di studi. Capita a tutti di sbagliare e di prendere un voto negativo, io
stesso ne ho presi parecchi. Sono seccature, abbassano le medie, sei arrabbiato
con il mondo ma sono cose che succedono. Il problema non è sbagliare e
prendere un brutto voto ma non imparare nulla da quello sbaglio. Si dice che
sbagliando si impara ed è verissimo. Impara dai tuoi errori e smetti di
guadagnare tempo perché hai paura di non capire qualcosa o di sbagliare. Ci
sono persone che sono pronte ad aiutarti, risorse online per approfondire quello
che non ti è chiaro, compagni a cui chiedere consiglio. Non c’è assolutamente
ragione per essere spaventati e iniziare a guadagnare tempo. Impara dai tuoi
errori, anche questo è un efficace metodo di studio.
Scendi a patti con la procrastinazione
Allontanare la procrastinazione dalla tua mente non è una cosa che puoi fare
nell’immediato. Si tratta di un percorso che richiede tempo e pazienza e per
diverso tempo dovrai imparare a convivere con questa brutta abitudine cercando
di lasciargli sempre il minor spazio di manovra possibile.
Dovrai scendere a patti con la procrastinazione, facendola lentamente scomparire
dalla tua vita. Il modo migliore per farlo è quello di cercare di essere sempre
attivi, facendo anche piccole attività. Tutto va bene, a condizione di non lasciare
spazio di manovra alla procrastinazione. Se noti il desiderio di non fare qualcosa
che dovresti fare (studiare) in favore di altro puoi provare la strategia di non
sforzarti necessariamente a fare quella determinata cosa ma di fare delle altre
attività che sono comunque utili anche se non davvero indispensabili per lo
studio.
Potresti metterti a riordinare il caos che hai sulla scrivania, oppure i tuoi appunti
o fare un check dei libri che ti servono e andare in biblioteca a prenderli o
provare a pianificare un piano di studi per la settimana successiva e così via.
Queste attività non sono studio ma sono comunque delle cose che devi fare e che
possono tornarti utili senz’altro e soprattutto non ti sei fermato. È un modo di
dire “ok procrastinazione, mi hai impedito di studiare ma non di fare cose, hai
vinto la battaglia, io ho vinto la guerra”.
Continuando a fare cose e non fermandoti lascerai alla brutta abitudine di
procrastinare pochissimo spazio di manovra e piano piano scomparirà.
Resistere al contrattempo
Indipendentemente da quanto pianificherai la tua giornata con la massima
attenzione, ci sarà sempre qualche imprevisto che potrà metterti i bastoni tra le
ruote e rallentare tutto. In questo caso è fondamentale praticare l’autodisciplina e
non cedere alla tentazione di rimandare tutto a domani. Devi visualizzare nella
tua mente lo studio che devi fare e poi non dire “Devo studiare” ma dare alla
mente una ragione valida per studiare.
Puoi dire “Se studio adesso allora stasera potrò guardare la mia serie preferita”
oppure “Se non studio ora allora lo dovrà fare stasera e addio serie” o anche “Se
non studio e mi guardo il mio episodio allora domani dovrò studiare il doppio”.
Metti la tua mente di fronte a una scelta: riuscire a fare lo stesso quello che ti eri
ripromesso di fare (e che deve essere fatto, è fondamentale che lo sia) e quello
che vorresti fare. Devi fare in modo che ti convenga proseguire con il piano
senza procrastinare anche in caso di imprevisto.
Ovviamente però se l’imprevisto è davvero grosso (devi tornare a casa e il treno
ha due ore di ritardo, per esempio) allora questo consiglio non si applica perché
è oggettivamente un contrattempo in grado di scombinarti tutta la giornata (e di
stressarti notevolmente). Se il contrattempo è gestibile allora invece cerca di
mettere in atto questo consiglio. Ricordati che non puoi fare l’impossibile.
Non colpevolizzarti per gli errori
Nonostante tutti questi consigli ci saranno dei giorni in cui procrastinerai e
cadrai in tentazione. Devi metterli in conto perché siamo tutti esseri umani e non
è possibile essere al 100% produttivi ogni giorno (senza contare che staccare
ogni tanto è anche utile) ma non colpevolizzarti perché sei caduto in tentazione.
Devi comunque darti da fare per fare in modo che non accada più ma non è la
fine del mondo se succede una volta.
Il problema è quando ricominci con le vecchie abitudini, significa che non hai
abbastanza forza per combattere la procrastinazione e in questo caso puoi
chiedere l’aiuto professionale di un esperto senza sentirti in colpa per essere
stato incapace di sconfiggere questa cattiva abitudine da solo. Non sempre
riusciamo a sconfiggere le nostre dipendenze con la forza di volontà e con dei
semplici consigli e quando noti che sei in questa situazione allora non sentirti un
fallito a chiedere aiuto a un professionista.
È molto importante capire che uno sbaglio può sempre capitare. Tutti abbiamo a
che fare con dei momenti di debolezza. Quello che devi fare è soltanto imparare
ad accettarli e a tenere di conto la possibilità che possano accadere. Non è la fine
del mondo, si può sempre ritornare in carreggiata facilmente e nessuno è mai
morto per aver procrastinato un giorno.
Non studiare da solo
Personalmente ho sempre preferito studiare da solo evitando distrazioni e
gestendo i tempi a modo mio a anche studiare con altre persone ha i suoi
vantaggi, su tutti quello di non procrastinare. Quando si è con altre persone a
fare un lavoro di qualsiasi tipo si ha la tendenza a superare i propri limiti sia per
non rallentare il gruppo sia per orgoglio personale (non si vuole mai apparire
deboli e i primi a mollare) e questo porta a concentrarsi maggiormente e a non
procrastinare nulla.
Se ti sei mai allenato con qualcuno in palestra o facendo jogging allora capirai
esattamente a cosa mi riferisco. Stai pur certo che anche le altre persone che
studieranno con te ragioneranno in questo modo e nessuno vorrà mai essere il
primo a smettere o a distrarsi.
Naturalmente devi scegliere delle persone che vogliono studiare e che sono
motivate nel supportarsi a vicenda. Se studi con gente presa a caso o con i
peggiori della classe/corso allora è perfettamente inutile riunirsi e alla fine la
sessione di studio si trasformerà solamente in una procrastinazione di gruppo.
Dopotutto, se il proverbio dice “Meglio soli che male accompagnati” ci sarà
qualcosa di vero, no? Scegliere i compagni giusti ti darà la spinta necessaria per
studiare meglio e lo studio di gruppo, se fatto bene, è uno dei metodi di studio
più efficaci.
Direi che abbiamo approfondito a sufficienza tutti i modi per sconfiggere la
procrastinazione. Riassumendo devi creare una bolla dove poter studiare in
maniera efficace senza distrazioni e gestendo bene il tuo tempo. Sai come
sconfiggere la procrastinazione o almeno limitarne i danni e adesso è arrivato il
momento di parlare dei metodi di studio più efficaci e il primo che esamineremo
è perfetto anche come metodo per la gestione del tempo. Ha un nome che può
sembrare assurdo ma è davvero molto efficace. Si tratta del Metodo Pomodoro
Il metodo Pomodoro, un metodo efficace per fare tutto
La tecnica del Pomodoro è una tecnica nata inizialmente come sistema di
gestione del tempo ma che si può applicare facilmente a tantissime attività, tra
cui lo studio.
Si chiama “Pomodoro” perché l’ideatore della tecnica, Francesco Cirillo, ha
usato un banalissimo cronometro da cucina per tenere il tempo durante la
creazione di questo metodo. Il cronometro era a forma di pomodoro e credo
proprio che tu lo possa trovare in qualsiasi negozio di articoli per la casa o nei
grandi magazzini cinesi (senza contare su Amazon) anche se non è
assolutamente fondamentale per l’efficacia della tecnica e anzi, un qualsiasi
cronometro o delle App dedicate sono più che valide per questo metodo.
Il metodo è molto semplice e non richiede nessuna particolare abilità per essere
messo in atto se non quella di avere una stanza dedicata allo studio (la bolla di
cui ti ho già parlato) e la capacità di resistere alle tentazioni che ti ho elencato in
precedenza, in particolare allo smartphone e ai siti web.
Dovrai aiutare la tua determinazione silenziando il cellulare e bloccando i siti
web indesiderati almeno all’inizio della tecnica del Pomodoro e poi sono sicuro
che non avrai più bisogno di aiuto per gestire le distrazioni.
Il Pomodoro è un sistema di gestione del tempo e ha come obiettivo quello di
metterti nelle migliori condizioni per poter sfruttare ogni secondo del tuo tempo
in maniera efficace. Non è un metodo di studio e di riordino di appunti o anche
di lettura veloce ma posso dirti che se riuscirai a gestire bene il tuo tempo
renderai ogni singolo metodo di studio efficace almeno il doppio.
Il Pomodoro è semplicissimo, lo porterai a termine con successo sin dal primo
tentativo perché alla fine devi solo mettere in atto questi semplicissimi cinque
passaggi. Si, hai letto bene, sono solo cinque passaggi e quello che ti servirà
davvero è solo il cronometro.
I passaggi sono questi:
1. Scegli l’attività che vuoi portare a termine. Dato l’oggetto di questa
guida sarà lo studio.
2. Imposta il cronometro a 25 minuti (dopo aver eliminato le distrazioni) e
poi avvialo.
3. Dedicati anima e corpo allo studio senza nessuna distrazione.
L’obiettivo è quello di ottenere il massimo dai 25 minuti che hai a
disposizione.
4. Allo scoccare dei 25 minuti fai una pausa di cinque minuti.
5. Carica di nuovo il cronometro per una seconda sessione di 25 minuti
(che nel gergo del metodo si chiamano Pomodori). Dopo aver portato a
termine quattro pomodori puoi concederti una pausa di 15-30 minuti.
Questa è la tecnica del Pomodoro in tutta la sua semplicità. Devo ammettere che
ero molto perplesso riguardo alla sua efficacia quando l’ho provata per la prima
volta in quanto la ritenevo troppo semplice per dare davvero dei risultati ma mi
sono dovuto ricredere immediatamente. Il Pomodoro sfrutta il fatto che le
persone tendono a essere più concentrate e a lavorare meglio quando sono sotto
pressione (non tutte chiaramente. Se ricordi è anche uno dei motivi che porta le
persone a procrastinare in maniera volontaria) e saranno portare a dare il
massimo in quei 25 minuti anche per la prospettiva di fare quella breve pausa.
La sua semplicità è la chiave del suo successo e io la consiglio sempre come la
migliore tecnica di gestione del tempo per degli studenti anche perché riesce a
dare il tempo materiale di rifiatare e di riposare il cervello ma non così a lungo
da far perdere la concentrazione.
Tuttavia ci sono delle cose che devi tenere a mente per non commettere degli
errori durante il Pomodoro. Si tratta di errori che tutti possono fare e che non
compromettono l’efficacia del metodo ma semmai ne riducono i risultati e dato
che hai bisogno di qualcosa che possa dare il massimo risultato nel minimo
tempo non devi mai commetterli.
Ecco quali sono questi errori.
Quantità > Qualità
Questo è l’errore più comune non solo in questo metodo di studio ma in
tantissime aree della vita. Troppe persone si concentrano ancora sulla quantità
delle cose rispetto alla qualità delle stesse e per questo motivo si commettono
una serie di grossolani errori che si potrebbero evitare con un minimo di
accortezza.
Non è importante il numero di pomodori che riesci a portare a termine in una
sessione di studio (non stai facendo una gara con nessuno) ma come sfrutti
questi pomodori. È inutile studiare come un matto per sfruttare tanti pomodori
quando poi non hai capito quello che hai letto o fare dei paragoni tra le tue
sessioni di studio. Devi solo sfruttare il pomodoro nel modo migliore. Uno
studio efficace si può fare anche con un solo pomodoro, non è necessario
impiegarne per forza 5 o 10.
Cercare di accumulare solo dei pomodori è un’azione motivata dal tuo ego e dal
desiderio di costruire delle scuse per qualche insuccesso. “Ho studiato per dieci
pomodori di fila, se non ho capito non è colpa mia” oppure “Hey, ieri ho fatto 9
Pomodori, non mi batte nessuno!” sono frasi fighe ma inutili e che servono solo
a farsi belli o a giustificare qualcosa. Non he hai bisogno, sai già che basta
studiare in maniera efficace e non accumulare ore di studio.
Non cadere in questo errore, la qualità nella vita batterà sempre la qualità anche
se tante persone pensano il contrario. Non conta quante cose fai ma come le fai.
Può anche essere utile fare una stima dei Pomodori che puoi usare per ogni
attività (ma ti consiglio di farlo quando avrai preso confidenza con il metodo e
quindi potrai ipotizzare in modo abbastanza preciso la durata di ogni studio) in
modo da poter farti un’idea di quanto tempo ti impiegherà quell’attività. Non è
un problema se ti dovesse richiedere più pomodori per essere fatta bene o se
riesci a farla in meno tempo (sempre bene, ovviamente), la cosa importante è
proprio la qualità del lavoro. Puoi sempre rivedere le stime dei pomodori che
dovresti usare alzandole e abbassandole in ogni momento ma dai sempre la
precedenza alla qualità del lavoro.
Gestione delle pause
All’inizio potrà essere frustrante per te combattere con le distrazioni e con la
limitazione del metodo pomodoro. Tante persone mi hanno detto che sono
riuscite a resistere al massimo solo per 15 minuti prima di afferrare lo
smartphone che non la smetteva mai di vibrare, mandando all’aria il metodo.
Devi imparare a resistere alle tentazioni prima ancora di mettere in atto il metodo
e poi sfruttare bene quei cinque minuti di pausa tra un pomodoro e l’altro. In
quei cinque minuti puoi dedicarti tranquillamente alle tue distrazioni preferite
senza che nessuno possa dirti nulla ma ricordati che hai solo cinque minuti a tua
disposizione.
Che significa?
Significa che dovrai imparare a gestire bene anche quelli e cinque minuti sono
davvero pochi per tutte le tue distrazioni, vero? Dovrai imparare a dare una
priorità alle cose che potrai fare in quei cinque minuti (e di conseguenza
ridimensionerai diverse distrazioni). È meglio bere e mangiare in quei cinque
minuti oppure vuoi assolutamente controllare le mail o vedere le notifiche
Facebook? Oppure leggere le news calcistiche o se qualcuno ha risposto al tuo
ultimo post su Reddit? O magari alzarsi dalla sedia, camminare o stiracchiarsi
leggermente?
Ricordati che in pausa puoi fare quello che ti pare, scegli la tua priorità dato che
in cinque minuti è meglio fare bene una cosa piuttosto che provare a fare tante
cose male in multitasking (attività che andrebbe sempre evitata a prescindere) e
di interromperla non appena passano cinque minuti (usa un secondo cronometro
per questo, ti aiuterà moltissimo).
Gestire bene la pausa ti permetterà di fare anche delle attività non essenziali
senza compromettere in alcun modo la tua concentrazione. Per fare diverse cose
dovrai aspettare il quarto pomodoro e potrebbe essere una motivazione efficace
per arrivarci.
Quando suona il cronometro mani in alto
La regola del pomodoro è chiarissima: dura venticinque minuti, non uno di più,
non uno di meno. Questo significa che allo scoccare del venticinquesimo minuto
dovrai interrompere quello che stai facendo per fare la pausa. Anche se stai
scrivendo degli appunti fai cadere la penna contravvenendo alla regola di Neil
Gaiman (“Si deve sempre portare a termine quello che si scrive, arriva sempre al
punto”) perché è facile pensare di andare avanti ancora qualche minuto e poi
recuperare con una pausa più lunga. È come quando suona la sveglia a letto e la
si spegne riaddormentandosi “ancora per cinque minuti” e poi ci si sveglia
mezz’ora dopo e si arriva in classe in pauroso ritardo.
Quando il cronometro suona interrompiti se vuoi preservare l’efficacia del
metodo. Se non sei arrivata in fondo a quello che stavi facendo esaminane i
motivi, probabilmente hai gestito male il tempo o hai avuto a che fare con una
mole di lavoro troppo grossa per 25 minuti. In ogni caso è tutta esperienza che ti
permetterà di migliorare gli altri pomodori, cosa che non riusciresti a imparare
prolungando il pomodoro di qualche minuto ogni singola volta.
Inoltre interrompere le cose a metà ti permette di rileggerle e coglierai tantissimi
errori che non avresti mai notato in altro modo. Insomma, la cosa fondamentale
è quella di interrompere quello che stai facendo allo scoccare del pomodoro. 25
minuti, non uno di più, non uno di meno.
Nel caso tu abbia finito di studiare prima dello scoccare del pomodoro anche in
questo caso aspetta comunque lo scoccare del venticinquesimo minuto per
cantare vittoria. Usa il tempo che ti rimane per controllare di nuovo gli appunti e
quello che hai studiato e fai attenzione, potresti trovare qualche errore e la
situazione potrebbe ribaltarsi completamente, costringendoti a correggere il tutto
prima dello scoccare del venticinquesimo minuto.
Questa è la tecnica del pomodoro, la mia tecnica di gestione del tempo preferita.
Usala per definire la durata delle tue sessioni di studio e noterai che la tua
produttività personale e il tuo rendimento nello studio aumenteranno
notevolmente.
Sono sicuro che hai una domanda e posso provare ad anticiparla: Hai
sicuramente tantissimi libri e pagine da leggere nel corso del tuo studio e questa
attività assorbirà molto tempo durante ogni pomodoro. Esiste per caso un
qualche metodo di lettura veloce per risparmiare tempo senza correre il rischio di
saltare dei passaggi importanti del testo? E se esiste, è davvero efficace?
Speed reading: Posso davvero leggere 1000 parole al minuto?
Si dice che il famoso drammaturgo e scrittore inglese Oscar Wilde fosse in grado
di leggere dei libri a una velocità incredibile, divorando dei veri mattoni in
pochissimi minuti. Se ci riusciva Wilde (che però poteva tranquillamente fingere
di leggere per prendere in giro le persone) perché non potresti riuscirci anche tu?
Pensa a come sarebbe comodo per il tuo studio riuscire a leggere pagine intere di
un volume in pochissime ore invece che in una settimana di studio! Senz’altro il
tuo studio ne trarrebbe beneficio, vero?
E magari facendo delle ricerche sul web hai scoperto che ci sono dei tizi che
hanno creato dei corsi per arrivare a leggere 1000, 2000 parole in un minuto,
oppure metodi infallibili per leggere mattoni di 1000 pagine in poche ore. È
proprio quello che stai cercando ma vorrei che tu leggessi quello che sto per dire
prima di procedere con il tuo acquisto.
Di solito una persona riesce a leggere al massimo 200 parole in un minuto e non
conta quante parole riesci a leggere in quei sessanta secondi ma semmai la
qualità della tua lettura.
Si, ancora una volta è meglio privilegiare la qualità rispetto alla quantità. È un
concetto che hai già incontrato nella lettura, sbaglio?
Quando si legge non è importante il numero di parole ma semmai capire quello
che c’è scritto nelle pagine o nell’articolo di giornale (e purtroppo il nostro paese
sta registrando un pauroso aumento di persone chiamate “Analfabeti Funzionali”
ovvero delle persone che sanno leggere correttamente ma che non riescono a
comprendere quello che hanno letto e questo fenomeno è particolarmente
presente sui social media) e poi di saperlo ricordare quando è il momento
(interrogazione o esame). Questo è quello che conta, non quante parole riesci a
vedere.
Ci sono delle tecniche che possono permetterti di leggere velocemente, mettendo
in atto una pratica chiamata Skimming ma si possono applicare solo per una
panoramica generale del testo che poi si deve studiare e non a una lettura
completa di quel testo. Sono una sorta di evoluzione dello sfogliare un libro in
biblioteca per capire di che parla e se può essere utile.
Si possono usare questi accorgimenti:
● Cercare di allungare il campo visivo dell’occhio cercando di inquadrare
le parole intere e non le sole lettere, andando a pescare delle parole nei
vari paragrafi per provare a capire il senso di quello che si ha davanti. È
una delle tecniche principali dello Skimming e spesso è proposta anche
nei corsi di lettura veloce ma in realtà è al massimo utile per avere una
panoramica generale di quello che si deve leggere. Inoltre fissarsi solo
su alcune parole per capire quello che è scritto è molto limitante e
spesso basta solo omettere una parola per cambiare completamente il
senso di una frase. Leggere “Il Commissario ha detto che lui è
colpevole” invece di “Il Commissario ha detto che lui potrebbe essere
colpevole” è molto diverso, cambia tutta la frase e leggendo
velocemente si potrebbe facilmente fraintendere quello che l’autore
voleva comunicare. Ho usato per diverso tempo questa tecnica fino a
quando non ho commesso proprio questo errore, interpretando male una
frase e sbagliando totalmente la mia relazione.
● Non è necessario leggere ogni singola parola, si possono leggere solo le
prime parole delle frasi e quando si cambia argomento. Non ho mai
usato questo sistema e personalmente non mi sento nemmeno di
consigliartelo.
● Bisogna tenere l’occhio centrato sul centro della pagina e poi leggere
riga per riga velocemente. Immagina di vedere un testo scorrere davanti
ai tuoi occhi velocemente come se lo stessi scorrendo con la rotellina
del mouse. Il concetto è quello, e l’occhio fermo serve (almeno in
teoria) per ampliare il campo visivo e allenarlo a leggere velocemente le
righe che gli passano davanti.
● Si può invece allenare l’occhio a muoversi alla velocità della luce sul
testo, posandosi a malapena sulle parole per farle riconoscere al
cervello. Un sistema per allenare l’occhio a fare questo è quello di
prendere una pagina di testo e coprirne metà con un pezzo di carta.
Dovrai allenarti a riconoscere le parole che sono interrotte e poi
continuare ad allenarti con altre pagine. Secondo i sostenitori di questo
sistema in breve tempo il cervello imparerà ad associare quel troncone
di parole alla parola completa e in breve tempo la lettura sarà più
veloce. Assomiglia al sistema che ha qualche programma di
videoscrittura che interpreta le parole che stai scrivendo in base a un
algoritmo (seleziona le parole che scrivi più spesso e le ricorda)
proponendotele per risparmiare tempo o come fa lo smartphone quando
stai scrivendo un messaggio. Dato che però non sei un computer o uno
smartphone è un metodo che non sempre funziona e che non mi sento di
consigliarti dato che non è sempre facile individuare le parole mancanti.
● Un consiglio molto semplice che è più orientato alla gestione del tempo
rispetto che alla lettura veloce: non tornare indietro nel testo per
controllare quello che hai letto. Si, mentre studi è un consiglio assurdo,
tutti ripassano e spesso è utilissimo per cementare dei passaggi nella
memoria o per ricontrollare delle date o dei numeri prima di fare
verifiche o interrogazioni ma secondo i sostenitori di questo metodo è
una colossale perdita di tempo perché costringe a interrompere la
lettura, tornare indietro per verificare proprio quel dato e poi tornare al
punto di partenza. Chi sostiene che non controllare due volte le cose che
si sono lette è una perdita di tempo commette un grandissimo errore. Ci
sono state infinite volte in cui ho evitato di fare dei colossali errori nei
test e nella stesura di relazioni proprio grazie al mio scrupolo di
controllare due volte tutto. Si tratta di voglia di fare bene e di non
consegnare un lavoro pessimo, non di una perdita di tempo e mi
dispiace che il desiderio di fare le cose per bene sia considerato
secondario rispetto al farle velocemente. Se ti dicono che controllare
due volte è inutile smetti di ascoltare chi lo sta dicendo perché è chiaro
che non sa di cosa sta parlando.
● Questo è il metodo più veloce e infallibile per trovare immediatamente
quello che stai cercando in un testo e non ha nulla a che fare con la
lettura veloce: guarda l’indice del libro e vai alla pagina dove si parla
dell’argomento che ti interessa. Si, è così semplice eppure certi guru ti
spiegheranno questo sistema facendolo passare come una cosa
fantascientifica e facendosi pure pagare a peso d’oro. Quando voglio
capire se un libro contiene le informazioni che mi interessano guardo
l’indice e posso già farmi un’idea chiara e precisa del suo contenuto,
almeno per sommi capi. È molto più efficace di far viaggiare l’occhio
alla velocità della luce o di leggere metà delle parole o anche di saltare
di palo in frasca tra i vari paragrafi.
Mi dispiace molto dover ridimensionare le tue aspettative per questa tecnica, è
una cosa che non mi piace fare ma è anche giunto il momento di porre un freno a
chi promette cose fantascientifiche e si fa pagare tanto per vendere il nulla.
Quelle che hai letto sono tutte tecniche che al massimo possono funzionare per
una prima lettura e per farsi una prima impressione del testo che si deve leggere
ma non certo per studiare e per leggere un intero libro.
Alla fine c’è solo un modo per leggere in maniera efficace e in maniera più
veloce: leggere bene senza nessuna distrazione, 100% dedicati solo alla lettura
dato che per studiare è necessario leggere per capire quello che c’è scritto nelle
pagine e riuscire a ricordare quello che c’è scritto. In questo modo si può leggere
bene e senza nessuna distrazione si riuscirà a leggere più pagine nello stesso
tempo o anche in meno.
Una volta lette le varie pagine del testo che si deve studiare e comprese le
informazioni che l’autore vuole passare arriva il momento di memorizzare quello
che si è studiato per poterlo usare nell’esame, nell’interrogazione o nel test.
Il prossimo capitolo è infatti dedicato alle tecniche di memoria!
Memorizzare le informazioni: Salvare i dati nell’hard disk del
cervello
La memoria è tutto l’insieme di informazioni che sono conservate nel cervello di
una persona e che possono essere recuperate in qualsiasi momento. Abbiamo già
visto come funziona il cervello e per semplificare pensa alla memoria come a un
gigantesco archivio dove in pochi secondi si possono recuperare dati e
informazioni sotto forma di sensazioni, immagini, suoni e anche video. È
esattamente come un hard disk del computer e ci sono anche delle tecniche per
far tornare alla mente dei ricordi che si erano dimenticati (esattamente come per
recuperare dati dagli hard disk, tecnica che tra l’altro portò all’arresto di uno
spietato serial killer soprannominato BTK trenta anni dopo i suoi primi omicidi)
come l’ipnosi e dei percorsi di analisi psicologica.
Avere una buona memoria è molto utile nello studio e in tutti i settori della vita.
Nella mia classe c’era un ragazzo che aveva una memoria prodigiosa e riusciva a
ricordarsi tutto quello che veniva detto in classe senza problemi. Gli bastava
scriverlo per imprimerlo a fuoco nella sua mente ma nonostante questo non
riusciva a sfruttare al massimo questo suo dono e sai perché?
Perché studiare basandosi solo sulla memoria è un grandissimo errore. Credi di
sapere le cose ma in realtà non sai nulla e basta pochissimo per rovinare l’esito
del tuo test. Approfondiremo più avanti questo problema quando parleremo degli
errori da evitare nello studio.
Non devi basare tutto sul ricordarti delle date, per esempio, ma devi capire
quello che ha portato a quella data o a quel numero e spiegarlo con parole tue.
Tuttavia memorizzare i concetti è fondamentale per poterli capire e per poterli
usare di nuovo in seguito e quindi è necessario allenare la memoria.
Ci sono tante tecniche per avere una memoria da elefante più o meno efficaci e
queste sono quelle che ho applicato nel mio percorso di studi.
PAV
La parola PAV è un acronimo e significa Paradosso, Azione, Vivido. Si tratta di
una tecnica di memorizzazione molto efficace che porta la mente a lavorare a più
livelli con lo scopo di memorizzare die concetti o delle situazioni.
È un sistema per memorizzare che si può applicare non solo nello studio ma
anche nella vita di tutti i giorni e in ogni situazione e si basa sul creare delle
immagini fuori contesto per memorizzare le cose.
Si è infatti notato che la mente umana tende a ricordare molto di più quello che è
fuori dall’ordinario e che esula dalla routine di una persona (il classico “casa –
lavoro, lavoro – casa, supermarket – casa, aperitivo nel weekend”). Si tratta di
cose che non accadono spesso, a volta anche inaspettate (nel bene o nel male) e
che quindi restano impresse più facilmente nella mente.
Probabilmente non ti ricordi per nulla la tua giornata tipo in ufficio dato che alla
fine ogni giornata è solo una copia di mille riassunti mentre scommetto che ti
ricordi bene il litigio a cui hai assistito al bar, la festa di compleanno a sorpresa o
quando quel tizio ti ha tagliato la strada non rispettando lo Stop e hai rischiato
grosso.
Le ricordi perché sono cose che non capitano tutti i giorni, stai pur certo che se ti
capitasse ogni giorno di rischiare la vita ci faresti l’abitudine e non ti
sembrerebbe così speciale e la mente ricorderebbe meno quelle situazioni.
La tecnica PAV si basa su questa capacità della mente di ricordare qualcosa
fuori dall’ordinario, un paradosso (“Per lavorare devi fare esperienza, ma per
fare esperienza devi lavorare”). Dovrai spiazzare la mente creando un paradosso
basandoti su qualcosa di perfettamente normale e lavorare di fantasia.
Per la PAV è necessario mettere in atto questi tre passaggi:
1. PARADOSSO: Il paradosso è qualcosa di assurdo, in contraddizione
con la realtà o una situazione che non ha senso (l’esempio del lavoro
che ho fatto prima è un grande esempio di paradosso, o anche una
persona di colore apertamente sostenitrice del Ku Klux Klan). Per
ricordare quello che ha detto la professoressa puoi immaginartela
vestita da pirata con un pappagallo sulla spalla mentre spiega il secondo
principio della termodinamica. Credo che poche immagini siano
paradossali come questa. È una cosa che la mente non dimenticherà
facilmente.
2. AZIONE: A questo punto l’immagine paradossale che hai creato nella
tua mente deve fare qualcosa in modo da essere memorizzata più
facilmente. Memorizzare cose in movimento è più efficace rispetto a
memorizzare immagini statiche. Fai fare qualcosa di assurdo alla
professoressa, falle dirigere l’assalto a una nave nemica o falla lanciare
tra le funi della nave pirata come se fosse l’Uomo Ragno oppure anche
solo immaginarla mentre passa in rassegna le truppe con lo sguardo
severo che solo lei sa fare. Non è importante l’azione che fa ma è
importante immaginarla mentre fa qualcosa.
3. VIVIDA: Per potersi imprimere davvero nella memoria è necessario
che l’immagine che hai creato sia vivida e che coinvolga tutti i tuoi
sensi. Se ti ricordi ancora come era buono il cibo che hai mangiato a un
ristorante stellato è perché quel cibo ha stimolato tutti i tuoi sensi
partendo dal profumo di ogni piatto, dall’impiattamento di primo
livello, dal rumore della cucina e dal sapore che non ha uguali. Allo
stesso modo l’immagine che hai in mente deve essere ricca di dettagli e
di sensazioni. Immagina il rumore delle onde del mare, il calore del
sole sulla pelle, l’odore del salmastro, i versi del pappagallo sulla spalla
della professoressa pirata, la ciurma che parla, lo sciabordio della nave
e così via. Più ricca di dettagli sarà la scena e più facile sarà ricordare la
professoressa mentre spiega quello che vuoi ricordare.
La PAV è ideale per memorizzare una pagina di testo (o un concetto base) o una
lista di cose da fare durante il giorno. Non è troppo indicata per memorizzare
troppe cose assieme dato che dovresti creare una serie di immagini ma non è
nemmeno impossibile farlo. Per esempio potresti creare una vera storia per
immagini con tutti i concetti che vuoi studiare ma è una cosa che richiede tempo
ma che non è poi così impossibile.
Personalmente ti consiglio di iniziare a padroneggiare questa tecnica con delle
memorizzazioni semplici e poi proseguire con qualcosa di più complesso. Non è
difficile una volta che hai capito come generare l’immagine più paradossale (e ti
accorgerai anche di quale tipo di immagini riesci a memorizzare meglio,
costruendone altre di quel tipo ma sempre variando qualcosa).
La PAV è una base per molte altre tecniche di memorizzazione. Mi sono
avvicinato a questo sistema abbastanza perplesso e insicuro sulla sua efficacia e
invece mi ha sorpreso, è molto valida e tra l’altro immaginare delle situazioni
paradossali con professori e assistenti mi ha anche strappato qualche risata che
sicuramente non fa mai male.

Mappa concettuale
Quando ero alle superiori la mia insegnante di scienze era davvero fissata con le
mappe concettuali. Alla fine di ogni lezione lei ci chiedeva di preparare come
compito per casa una mappa concettuale di quello che era stato spiegato in
quella lezione. Ho letteralmente passato anni a creare delle mappe al punto che
ero schifato al solo sentirle nominare ma devo ammettere che la professoressa
non aveva assolutamente tutti i torti a spingerci a usare questo metodo.
La mappa concettuale è una vera mappa dove si possono mettere nero su bianco
tutti i concetti che si sono imparati nella lezione. Non è necessario creare
qualcosa di ordinato (anche se sarebbe meglio) o avere qualche particolare skill
artistica. Basta solo essere in grado di fare dei collegamenti logici e di creare
qualcosa che sia abbastanza facile da consultare e quindi dotata di un certo
ordine.
Ricordati che l’ordine permette di fare le cose meglio e più velocemente e quindi
prima ancora di prendere in mano un foglio e la penna metti in ordine la
scrivania anche solo per non perdere tempo a cercare una singola penna.
La mappa concettuale (che molti chiamano anche mappa mentale, alla fine sono
solo sinonimi) parte mettendo al centro del foglio il concetto base, quello su cui
ruota tutta la lezione.
A partire da questo concetto centrare puoi far partire una serie di collegamenti
(in teoria infiniti, in pratica cerca di essere ordinato e di non far partire mille
collegamenti diversi) ad alti concetti, che poi si possono anche espandere a loro
volta creando una vera ragnatela.
Ti faccio un esempio:
Concetto centrale: Scoperta dell’America.
Primo collegamento: Chi l’ha scoperta? Cristoforo Colombo => Chi era
Cristoforo Colombo? Secondo collegamento con brevi cenni alla sua vita.
Secondo collegamento: In che contesto storico operava Cristoforo Colombo? =>
Situazione geopolitica in cui ha vissuto Colombo.
Terzo collegamento: Folklore che era alla base delle credenze che impedivano a
Cristoforo Colombo di portare a termine il suo progetto => Teoria della terra
piatta => collegamento alle moderne teorie del terrapiattismo.
Quarto collegamento: I mecenati di Colombo => Chi ha finanziato la spedizione
di Colombo? => Analisi sui sovrani di Spagna e sulle loro mire espansionistiche.
Quinto collegamento: Storia delle esplorazioni fino a quel punto della storia =>
Leggenda dei Vichinghi che sono arrivati in America prima di Colombo e
esplorazioni nel 1492 = > Marco Polo e il Milione => Sviluppo del commercio
grazie alla navigazione.
Sesto collegamento: Impatto dell’arrivo di Colombo sulle popolazioni locali =>
Conquistadores spagnoli => Genocidi => Epidemie alle quali gli indios non
erano preparati.
Settimo collegamento: Quello che successe dopo => Corsa al nuovo mondo =>
Tratta degli schiavi => Indiani d’America => Colonie Inglesi => Dichiarazione
di indipendenza => Altri esploratori famosi => Ferdinando Magellano e
Amerigo Vespucci => Prova definitiva che la Terra è sferica.
Come vedi, partendo dalla sola scoperta dell’America è possibile sviluppare un
gran numero di collegamenti che possono essere studiati e dare vita ad altri
collegamenti successivi. Scrivere tutte queste cose, elaborarle mentalmente e
metterle poi nero su bianco ti permetterà di memorizzarle meglio ma soprattutto
di elaborarle capendo cosa ha dato origine a quell’evento, il contesto e tutti i dati
che ti servirà sapere, tutte cose più efficaci del mero memorizzare che Cristoforo
Colombo è partito da Palos con tre caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria
convinto di andare in Oriente.
Personalmente ho sempre usato carta e penna per creare le mie mappe mentali
perché ho notato che scrivere a mano le cose mi aiuta davvero molto a ricordarle
meglio ma se non sei un dinosauro old school come me puoi trovare sul web sia
dei template vuoti che puoi riempire con dei programmi di grafica come
Photoshop o Medibang Paint, oppure dei veri e propri software dedicati alle
mappe mentali.
Mi permetto di consigliartene qualcuno:
1. iMindMap: Si tratta del software migliore sul commercio a detta di
molti ed è disponibile sia per Windows che per Mac. L’unico neo è che
è un programma a pagamento e il costo, pur non essendo esorbitante,
non è troppo economico. Si parla di 80€ per acquistare la licenza anche
se è possibile avere sette giorni di prova gratuita per prendere la mano
con il programma e fare delle prove. Se vuoi risparmiare ma hai bisogno
della mappa mentale puoi scaricare il programma e avviare la demo
poco prima di un esame e usare i sette giorni di prova per creare tutte le
mappe mentali che ti servono. Se ti trovi bene con il programma ti
consiglio comunque di acquistarlo dato che le mappe mentali sono
ottime per la memoria.
2. MindMeister: Altra App a pagamento ma con il pregio di lavorare in
cloud. Significa che le tue mappe mentali non saranno conservate sul
tuo device (dove potresti perderle per sempre in caso di guasto del
dispositivo) ma nel cloud ufficiale dell’App e quindi potrai accedervi
facilmente da ogni dispositivo inserendo nome utente e password.
Permette di fare brainstorming, di prendere appunti e di creare delle
mappe mentali personalizzate. Ha un piano basic gratuito fino a tre
mappe mentali, un piano abbastanza interessante con abbonamento a
4.99€ al mese e il piano Pro a 8.25€ al mese. Se hai in mente di lavorare
in giro con diversi device allora questa App può essere una buona
scelta.
3. Mindomo: App a pagamento più orientata verso la scuola e il lavoro di
gruppo dato che permette di lavorare in team online e di condividere le
varie mappe. C’è una versione Free che ti permette di creare tre mappe
concettuali e una serie di abbonamenti al mese tra cui anche uno che
puoi comprare in gruppo e che è perfetto se hai deciso di studiare con
delle altre persone, a partire da tre utenti assieme.
4. Coggle: App sia free che a pagamento semplice da utilizzare. Forse non
ha le caratteristiche dei top di gamma ma il pacchetto gratuito è molto
interessante e può già essere più che sufficiente per creare delle mappe
mentali molto valide.
Come già detto, io preferisco usare la carta ma questi quattro programmi sono
tutti molto validi e professionali. Se devi creare tantissime mappe mentali nel tuo
percorso di studi e non vuoi essere davvero seppellito dalla carta allora puoi
prendere in considerazione l’idea di acquistare uno di questi programmi o di fare
degli abbonamenti di gruppo ammortizzando il costo.
La tecnica di Cicerone
Le cronache del tempo raccontano che Cicerone fosse dotato di una memoria
prodigiosa, in grado di ricordare qualsiasi cosa senza problemi e i romani
pensavano che quell’uomo fosse dotato di qualche potere soprannaturale data la
sua memoria prodigiosa. In realtà Cicerone non era un supereroe ma era solo una
persona molto intelligente che aveva capito bene come sfruttare la sua memoria
e aveva ideato una tecnica di memorizzazione ancora efficace.
Ti sei mai chiesto come mai quando le persone parlano hanno la tendenza a dire
“in primo luogo”, “in secondo luogo” e così via? Sono frasi che ormai sono
entrare nel gergo comune ma che risalgono ai tempi di Cicerone e anzi, è stato
lui a inventarle!
Che significa?
Lo vedremo adesso.
Cicerone usava una variante della PAV immaginando un percorso a tappe in un
luogo che conosceva, magari quello che percorreva ogni giorno per andare al
Senato romano a fare una delle sue leggendarie arringhe, magari contro Catilina.
Cicerone notava degli elementi caratteristici del percorso o qualche oggetto (un
pozzo, una casa particolare, qualche bottega, eccetera). Erano elementi che
risaltavano alla sua attenzione e il celebre oratore associava a tutti quei luoghi
delle immagini paradossali legate a uno degli argomenti che avrebbe dibattuto
quel giorno contro i suoi avversari.
Il fatto di percorrere sempre quella strada gli permetteva di vedere sempre quei
luoghi e quindi di rinfrescare la memoria ogni giorno e di cambiare le immagini
da memorizzare quando non era più necessario trattare quegli argomenti.
Come con la PAV è fondamentale che le immagini siano paradossali ma che
abbiano in qualche modo un senso logico e possano farti venire immediatamente
alla mente il concetto che vuoi esprimere. Non buttare delle immagini a caso
perché non otterresti l’effetto desiderato.
Ricordati anche che questa tecnica funziona solo se effettui un percorso che
conosci bene e che fai spesso in modo da associare a ogni luogo un significato
particolare. Se cambi percorso sempre non riuscirai mai a fissare nella tua mente
tutti questi significati.
Questo è uno di quei casi in cui essere metodici e fare sempre il solito percorso è
un bene.
Ma cosa fare se devi studiare tantissime cose? Non puoi certo associare un
concetto a qualsiasi cosa, rischi di impazzire e di fare solo una grandissima
confusione senza mai ricordarti nulla! Cicerone e chi ha sviluppato la sua tecnica
dopo di lui hanno trovato la soluzione anche a questo problema con il palazzo
della memoria.
Cosa è il palazzo della memoria?
In estrema sintesi, si tratta di una tecnica di memorizzazione molto valida se devi
memorizzare tanti concetti relativi a un solo argomento (l’esempio della scoperta
dell’America che ti avevo fatto prima). In questo caso non è possibile associare a
un elemento del tuo percorso un significato specifico perché gli elementi
iniziano ad essere troppi e allora è meglio improvvisarsi costruttori edili e dare
vita a un palazzo della memoria.
Parti da un concetto base, magari quello associato al primo luogo e poi fai il
primo collegamento associandolo a un oggetto che può stare bene assieme al
primo (un tavolino e poi un vaso, per esempio, oppure letto e cuscino) e poi
continua ad associare dei concetti a quello base sotto forma di altri oggetti fino a
completare la prima stanza del palazzo della memoria.
Passa poi al secondo concetto e ripeti la costruzione della stanza e così via. Una
stanza per ogni concetto fino a quando non l’avrai costruita completamente. Il
palazzo della memoria non ha limiti di stanze, ne puoi mettere quanti ne vuoi,
l’importante è non dare vita a un “ecomostro” di stanze che non puoi controllare.
Il palazzo della memoria deve essere gestito come una vera casa e quindi ogni
tanto ha bisogno di manutenzione e di pulizia. Elimina i concetti che non ti
servono più e non esitare a eliminare tutta la stanza se quelle informazioni non ti
servono più. Riponile nella “soffitta” del palazzo della memoria perché
potrebbero tornarti di nuovo utili in futuro.
Il palazzo richiede del tempo per essere costruito a dovere e quindi non è un
metodo di studio adatto per chi è a ridosso dell’esame. In quel caso è meglio
affidarsi alla mappa concettuale oppure ridurre all’osso gli elementi da ricordare
e usare il metodo di Cicerone. Se invece hai del tempo prima dell’esame allora
puoi provare a costruire il palazzo della memoria nella tua mente con tutte le
informazioni che desideri. Mai costruire il palazzo in fretta perché, esattamente
come nelle case, basta poco per fare un errore che può compromettere la stabilità
di tutta la struttura.
I ripassi periodici
Il ripasso è la mia tecnica di memorizzazione preferita in quando la ritengo la più
efficace per allenare la memoria. È diversa dalle tecniche che hai appena letto
perché si tratta semplicemente di ripassare cose che già sai e non di studiarle da
zero (anche se il metodo di Cicerone è molto utile anche per ricordare le cose). Il
ripasso serve infatti a ricontrollare quello che si è studiato, a rinfrescarlo e non
mi vergogno nel dire che io ripassavo sempre poco prima di qualsiasi esame,
interrogazione o compito in classe e quando dico “poco prima” intendo
letteralmente qualche minuto prima che l’insegnante entrasse in classe.
La nostra mente è sempre predisposta a imparare e il primo ripasso dovrebbe
avvenire poco dopo aver studiato la lezione (se sei a casa) oppure non appena la
lezione è finita (Se sei in classe). Il proverbio dice di “battere il ferro finché è
caldo” e applicato alla mente significa che appena finito di imparare qualcosa la
mente è ancora super concentrata e predisposta per imparare nuove cose e quindi
un ripasso generale è molto benefico e permette di imprimere nella testa tutto
quello che si è letto e ascoltato in precedenza. Cerca di mettere sempre in atto
questo consiglio anche perché delle ricerche scientifiche, come quelle condotte
da Hermann Ebbingaus, hanno dimostrato che il cervello assorbe un sacco di
informazioni ogni singolo giorno e la nostra mente non è in grado di conservarle
tutte.
La conseguenza di questa situazione è che la mente cancella quasi tutte le
informazioni ricevute nelle precedenti 24 ore e l’unico modo davvero efficace di
salvarle è quello di consolidarle (ecco perché si ricordano facilmente le cose che
si fanno più spesso) ripetendole e il ripasso serve proprio a questo.
Idealmente dovresti ripassare le cose che hai appena imparato dopo un’ora al
massimo ma se non puoi allora va bene anche farlo dopo qualche ora o al
massimo in serata (anche se non ci sono evidenze scientifiche che dicono che
studiare prima di andare a dormire possa dare maggiori benefici). La cosa
importante è riuscire a farlo entro un giorno, ma prima è e meglio sarà per la tua
memoria.
Il secondo ripasso deve avvenire il giorno dopo.
Si, credi che sia completamente inutile, vero? Del resto, hai studiato già il giorno
prima e hai pure ripassato, che senso ha ripassare ancora?
E invece il senso c’è, eccome se c’è. Ti ho detto che la mente tende a ricordare
quello che si fa più spesso, giusto? Bene, allora ripassando ancora una volta (e a
questo punto siamo a lezione/studio + primo ripasso + secondi ripasso) quegli
stessi concetti invierai un chiaro messaggio al tuo cervello: “queste informazioni
sono importanti, conservale” e puoi stare certo che le ricorderai molto più
facilmente.
Ma non è finita qui, indipendentemente dal fatto che tu abbia già sostenuto
l’esame o no, ripassa tutto quello che hai studiato dell’argomento dopo una
settimana. Non è necessario un ripasso approfondito se hai già fatto i due ripassi
in precedenza ma comunque cerca di ripassare almeno i concetti chiave di
quell’argomento. In questo modo ti rinfrescherai la memoria e avrai la
sensazione di aver imparato quelle cose solo il giorno prima.
Fai un ulteriore ripasso dopo un mese, questa volta più approfondito perché per
forza di cose avrai imparato altri concetti e quindi potresti aver dimenticato
qualcosa (non necessariamente, ma è sempre meglio prevenire prima che
curare). Dedica del tempo a questo ripasso e terminalo solo quando sei sicuro di
aver ripassato bene ogni aspetto di quell’argomento.
Dopo questo ripasso dovresti aver memorizzato molto bene tutti i concetti ma
periodicamente fai un piccolo ripasso dei punti chiave. Può essere utile in questo
senso creare una mappa concettuale piuttosto che tirare fuori tutti gli appunti che
hai preso durante studio e lezioni. Studierai meglio e più velocemente. Se poi
quelle informazioni dovessero essere necessarie per un esame imminente allora
inizia a ripassare più spesso, prima un mese prima, poi la settimana prima, poi il
giorno prima e per finire poche ore prima del test (si, l’esatto contrario del
ripasso standard). L’obiettivo è quello di rinfrescarti la memoria il più possibile.
Il riassuntone
La mia professoressa di italiano mi faceva sempre fare il riassunto di ogni
capitolo dei “Promessi Sposi” sostenendo che sarebbe stato più facile imparare
piuttosto che leggere il riassunto già scritto in calce a ogni capitolo.
Odio ammetterlo, ma aveva ragione, ancora adesso ricordo quasi perfettamente
ogni capitolo del libro. Il riassunto fa lavorare il cervello facendogli prima
leggere delle informazioni e poi facendole elaborare per capire quali sono quelle
più importanti e che meritano di essere ricordate. Se ne hai la possibilità prova a
fare un riassunto per ogni argomento che studierai e noterai che ti darà tantissimi
benefici.
Quando deve essere lungo un riassunto?
Non esiste una risposta fissa, l’unica risposta neutra è “dipende”.
Dipende dalla lunghezza del testo principalmente ma anche da quante
informazioni ritieni importanti. Chiaro che se il testo è lungo una pagina scarsa
allora il riassunto deve per forza essere breve ma se il testo è molto lungo allora
il riassunto deve necessariamente essere più lungo a meno che non ripeta diverse
volte gli stessi concetti e quindi si possa tranquillamente sintetizzare in meno
pagine. Se ritieni che il testo abbia poche informazioni degne di nota allora fai
un riassunto breve. Come detto, non c’è una regola fissa e banalmente basta solo
che il riassunto sia più breve del testo di partenza.
Puoi anche fare un normalissimo elenco puntato con i concetti salienti del testo
che hai studiato per memorizzarli. Non è un riassunto tradizionale ma è
ugualmente molto efficace fino a quando non trascurerai dei concetti chiave.
Ripetere a voce alta
Personalmente detesto con tutte le mie forze questo metodo perché ha il dono di
farmi perdere immediatamente la concentrazione e mi irrita parecchio. Inoltre mi
sento un perfetto idiota nel ripetere a voce le cose che ho appena letto ma non
tutti la pensano come me.
Diverse persone infatti trovano molto utile il ripetere a voce alta quello che
hanno letto nella sessione di studio in modo da memorizzarlo meglio. È un
metodo che è molto efficace specialmente nei soggetti auditivi che abbiamo
incontrato all’inizio del libro ma che può essere adatto a tutti.
Non posso garantire per l’efficacia del metodo in quanto non l’ho mai usato ma
chi lo ha usato mi ha detto che è molto efficace. Potrei vincere il mio bias e
provarlo un giorno.
Alla base di tutte queste tecniche di memorizzazione ci sono gli appunti che
prenderai durante le lezioni e le letture dei testi (o anche durante l’ascolto di
podcast e audio lezioni). Prendere gli appunti nel modo migliore ti permetterà di
partire già avvantaggiato nel tuo metodo di studio, studierai in maniera più
semplice, veloce e memorizzerai meglio. Se invece prederai appunti male allora
dovrai fare il doppio del lavoro (nello stesso tempo, chiaramente), studierai
peggio e le probabilità di prendere un brutto voto o di fare un esame al di sotto
delle tue possibilità saranno molto concrete.
C’è un modo per prendere appunti sempre in modo efficace? Eccome se c’è, è il
metodo Cornell e lo vedremo nel prossimo capitolo!
Prendere appunti in modo efficace: il metodo Cornell
Il Metodo Cornell è uno dei migliori metodi per prendere appunti che io abbia
mai provato e te lo suggerisco senza ombra di dubbio. È stato sviluppato dal
professor Walter Pauk della Cornell University (da qui il nome metodo Cornell)
e permette di prendere appunti velocemente e in maniera efficace.
Per mettere in atto questo metodo non ti serviranno equipaggiamenti tecnologici
o applicazioni (anche se ne puoi trovare diverse che ti permetteranno di prendere
appunti con un tablet e una penna digitale) ma semplicemente di carta e penna.
Per prima cosa devi trasformare ogni foglio di carta in un foglio adatto al metodo
Cornell. Puoi scaricare dal web dei template già fatti oppure farlo da solo, non è
un lavoro difficile. Prendi il foglio di carta e in alto scrivi la data e l’argomento
della lezione che devi affrontare e poi fai una riga orizzontale 5-6 cm dal fondo
del foglio. Poi fai una riga verticale 6-7 cm a partire dal margine sinistro del
foglio e fermati quando hai raggiunto la riga orizzontale.
Ecco fatto, hai trasformato il tuo foglio nel template del metodo Cornell. Le
misure che ti ho dato sono solo indicative, non è tassativo rispettarle e quindi
puoi spostare i margini delle due righe come meglio credi ma fai sempre in
modo di avere tutto lo spazio necessario per prendere appunti. Ho fatto diverse
prove e queste misure sono quelle che mi permettono di avere tutto lo spazio che
mi serve e anche di più.
Insomma, adesso il foglio è diviso in tre aree che chiameremo A, B e C.
A è l’area a sinistra, B è l’area più grossa del foglio e C è l’area sotto la riga
orizzontale. Tieni a mente questo ordine e non fare confusione.
A |B
--
C
Adesso andiamo a vedere a cosa servono queste tre aree.
AREA A
L’area A è l’area che devi compilare per ultima ed è quella dedicata alle
keywords (o parole chiave). Sono le parole che riassumono tutti gli appunti che
hai preso e che devi usare per far portare alla mente quegli appunti, esattamente
come puoi fare con il metodo di Cicerone. Alla fine della lezione, quando avrai
terminato di prendere tutti i vari appunti del caso rileggili con attenzione e
nell’area A metti tutte le parole chiave che sintetizzano quegli appunti e che puoi
usare per ricordarteli facilmente (quindi parole chiave facili da ricordare). Fai
delle prove coprendo l’area B con un foglio e controlla se esaminando le
keywords riesci a risalire agli appunti collegati. Se ci riesci allora hai preso
appunti in maniera corretta e puoi sfruttare queste keywords non solo per
riportare subito alla mente quei concetti ma anche per studiare nelle mappe
mentali e nei vari ripassi periodici.
Anche delle frasi brevi possono essere efficaci ma io preferisco scrivere delle
parole chiave o un piccolissimo concetto piuttosto che fare un riassunto (che
posso fare in seguito).
AREA B
L’area B è il cuore del metodo Cornell ed è l’area che devi usare per prendere gli
appunti durante la lezione. Posso consigliarti di prendere appunti in modo
classico, scrivendo le cose che attirano la tua attenzione e i concetti base
dell’argomento, possibilmente in una calligrafia leggibile e con un certo ordine
che ti sarà molto d’aiuto durante la fase di rilettura degli appunti e dove metterai
anche le parole chiave nell’Area A.
Non è necessario appuntare ogni singola parola detta dall’insegnante anche
perché lo spazio a disposizione non è poi così tanto e quindi è meglio essere
schematici e se lo desideri puoi anche usare delle abbreviazioni per risparmiare
tempo. La cosa fondamentale è quella di segnare le cose più importanti.
Si consiglia inoltre di strutturare gli appunti mettendo a sinistra dell’area le
informazioni più generiche mentre a destra vanno messe le informazioni più
dettagliate sull’argomento.
Ricordati che non è necessario riempire tutto lo spazio dell’area B con le tue
annotazioni e anzi, riempiendo tutta l’area farai solo una grande confusione e
consultare gli appunti sarà una faticaccia. Scrivi solo le informazioni che reputi
più importanti, sei sempre in tempo per aggiungerne altre recuperandole online,
dai libri di testo o dagli appunti degli altri studenti.
AREA C
L’Area C è l’area dove dovrai fare un mini riassunto della lezione (davvero mini,
dato che lo spazio è poco) e dove potrai anche scrivere le cose che non ti sono
chiare per chiedere poi dei chiarimenti all’insegnante nella successiva lezione.
Prendere appunti con il metodo Cornell è davvero molto facile e intuitivo,
basterà farlo pochissime volte per prenderci immediatamente la mano e farlo con
successo. Ogni persona può anche personalizzare il metodo facendo qualche
piccolo cambiamento ma lo scheletro del metodo è quello che hai letto sopra
(alcuni preferiscono mettere degli elenchi puntati nell’area B per esempio,
mentre altri non scrivono il riassunto nell’area C ma solo delle domande e così
via). Con la pratica riuscirai a trovare la variante del metodo Cornell che ti può
aiutare maggiormente.
Tuttavia, indipendentemente dalla variante del Metodo Cornell che sceglierai di
usare, ci sono sei punti che devi sempre rispettare e che si chiamano 6R (dalle
parole in inglese che definiscono questi sei punti) e che sono:
1. Registra (Record): Segna tutte le informazioni che ritieni necessarie per
il tuo studio e in breve tempo riuscirai a prendere appunti molto
velocemente e a migliorare la tua velocità. Potresti scrivere in corsivo e
non in stampatello per risparmiare tempo e scrivere in modo più veloce.
2. Riduci (Reduce): Nell’Area A dovrai fare una sintesi di quello che hai
scritto nell’area B e hai ascoltato durante la lezione. Nell’Area A la
sintesi è d’obbligo e il tuo mantra deve essere “breve, più breve, ancora
più breve”. Le parole chiave sono per definizione brevissime e servono
solo per farti associare un concetto più ampio con una parola breve. Del
resto lo spazio nell’Area A è quello che è e quindi ridurre al minimo le
parole che ci sono scritte è fondamentale.
3. Esponi (Recite): Nel compilare l’Area A dovrai trovare le parole chiave
da solo dato che sarai tu a memorizzarle e non è detto che le parole
scelte da un’altra persona siano adatte anche a te. Trova delle parole
chiave che possano esporre il concetto che vuoi esprimere con parole
che tu puoi ricordare.
4. Rifletti (Reflect): Quando scriverai il riassunto degli appunti nell’Area
C e successivamente nello studio ricordati di riflettere su quello che hai
letto e di interpretarlo per formare la tua opinione. Non limitarti a
ripetere in maniera automatica quello che hai detto ma fornisci anche
delle spiegazioni per quello che sostieni e del perché sei arrivato a certe
conclusioni nella tua tesi.
5. Ripassa (Review): Ancora una volta: il ripasso è assolutamente
fondamentale per memorizzare con successo tutto quello che hai scritto
nelle pagine degli appunti presi con il Metodo Cornell.
6. Riassumi (Recapitulate): Alla fine di ogni pagina di appunti fai sempre
un riassunto di quello che hai scritto.
Queste sono le 6R per poter sfruttare al massimo le possibilità che ti darà il
Metodo Cornell per prendere appunti con successo. Se riuscirai a padroneggiare
efficacemente questo sistema (e lo farai, è davvero semplice) allora non avrai
bisogno di altri metodi per prendere appunti perché questo è quello più efficace
del mondo.
Ogni volta che vai a una lezione o devi studiare qualcosa fai in modo di avere
con te una decina di fogli già preparati con il metodo Cornell (oppure puoi
stampare un template già pronto, ne trovi a decine sul web), la tua penna e poi
inizia a prendere appunti. Questo metodo di lavoro è perfetto per essere
accoppiato con la tecnica del pomodoro in modo da prendere appunti
velocemente all’interno di un solo pomodoro.
Si, lo so, sono una persona arretrata che parla ancora di carta e penna ma che ci
vuoi fare, io sono vecchia scuola. Questo però non significa che non mi piaccia
la tecnologia, anzi, la adoro e so bene che ci sono tante App utilissime per poter
studiare, evitare di procrastinare e perdere tempo con delle distrazioni, senza
contare strumenti gratuiti preziosissimi come YouTube, Wikipedia e simili.
Nel prossimo capitolo vedremo una serie di App e siti utilissimi per poter
studiare e ottenere informazioni, perché la tecnologia dovrebbe essere usata per
semplificare la vita delle persone e non per renderla complicata.
Studiare 2.0: App e siti web per studiare in maniera tecnologica
La tecnologia e il web sono le tue armi segrete per poter studiare in maniera
efficace e in modo migliore. Internet è una grandissima risorsa per poter studiare
in modo efficace e per trovare ogni tipo di informazione, da quelle gratuite fino a
dei corsi più professionali. Se sai che programmi usare e che siti visitare non
avrai problemi a far fare al tuo metodo di studio un salto di qualità anche solo
per gli strumenti che riuscirai a utilizzare.
Queste sono le App e i siti web che ti consiglio di usare per rendere più
tecnologica la tua esperienza di studio.
● Forest: Si tratta di una App per combattere la distrazione e la fastidiosa
tendenza che hai nel tenere sempre in mano il tuo smartphone. Il
funzionamento di questa App è identico a quello della tecnica del
Pomodoro e ti permetterà di abbandonare facilmente la dipendenza
dallo smartphone. Quando avvii l’App partirà il cronometro,
esattamente come nella tecnica del Pomodoro e allo stesso tempo sullo
schermo apparirà una pianta che sta germogliando piano piano. Quando
il cronometro arriverà a zero la pianta sarà nata e cresciuta ma se invece
prenderai in mano lo smartphone per fare qualsiasi altra cosa,
interrompendo così l’App, allora la piantina morirà. Ovviamente la
morte è solo virtuale ma l’idea è davvero molto originale e ti permetterà
di resistere alla tentazione di prendere in mano costantemente il tuo
smartphone mentre dovresti studiare. App gratuita con espansione a
pagamento.
● Tide: Quando avvii l’app partirà un conto alla rovescia che deve
arrivare alla fine in maniera naturale, senza farti controllare nessuna
App fino a quando il conto alla rovescia non è arrivato alla fine. Sono
presenti delle statistiche per tenere traccia dei tuoi progressi e una serie
di musiche ambientali perfette per rilassarti. App gratuita con
espansioni a pagamento.
● Squid: App molto utile per prendere appunti studiata per Android.
Permette di prendere appunti in tanti modi come se avessi tra le mani un
vero blocco per gli appunti di carta e può anche tradurre in digitale tutti
gli appunti cartacei che hai preso. Ci sono vari template disponibili,
penne da provare e la possibilità di importare immagini e fotografie nei
vari appunti. App di base free ma con espansioni a pagamento.
● Camscanner: Una App molto utile che trasforma una foto in una
scansione. In questo modo potrai creare facilmente dei PDF dai tuoi
appunti o da quello che è scritto alla lavagna. È molto facile editare i
PDF e condividerli con altre persone. Si tratta di una App presente sia
su Android che iOS.
● Google Drive: L’esperienza insegna che è sempre meglio fare delle
copie dei propri appunti e di tutto quello che si è scritto in digitale. La
legge di Murphy dice che “se qualcosa può andare storto lo farà” e
queste parole sono pura e semplice verità. Cosa faresti se il tuo PC
decidesse improvvisamente di non funzionare più o se la tua memoria
USB improvvisamente fosse corrotta e l’unico modo per salvarla fosse
cancellare tutti i dati che contiene? Non puoi assolutamente correre il
rischio di perdere tutti i dati che hai nel computer come appunti, PDF e
relazioni. Per risolvere questo problema si può usare Google Drive, il
servizio di archiviazione cloud di Google. Si tratta di un servizio
gratuito nella versione base (più di 15 GB di spazio dove archiviare e
condividere tutto quello che vuoi) e che puoi usare all’interno del tuo
account Google. Carica i file nel tuo account e puoi accederci da ogni
dispositivo effettuando il login e scaricandoli.
● Dropbox: Altro servizio in cloud. Il funzionamento è uguale a quello di
Google Drive. Ti consiglio di mettere i tuoi file in diversi cloud perché
non puoi rischiare nulla, basterebbe un malfunzionamento del server
proprio quando ne hai più bisogno per compromettere tutto il tuo
lavoro.
● OneNote: L’app di Microsoft per prendere appunti. Semplice e molto
intuitiva e permette di sincronizzare tutte le note che prenderai con altri
dispositivi. È gratuita e può già andare bene come App per prendere
appunti.
E poi non si può non menzionare il classico pacchetto Microsoft Office.
Programmi come Word, Excel e PowerPoint sono fondamentali per chi vuole
studiare a anche lavorare con il computer. Ti consiglio di comprarlo (o di usare
delle alternative gratuite ma meno performanti come il pacchetto Open Office) o
di usare la versione online.
Ci sono poi diversi siti in cui è possibile trovare tutte le informazioni per poter
studiare bene e tra questi ci sono:
● Wikipedia: Quando si parla di studio Wikipedia è il sito più famoso del
mondo. Sempre aggiornata, libera e con la possibilità per tutti di
aggiornare ogni singola pagina o di crearne una nuova da zero. Quando
devi studiare qualcosa Wikipedia deve essere la tua prima destinazione.
Forse il suo difetto è che certi argomenti potrebbero essere trattati
meglio ma per quello ci sono dei siti specifici. Essendo gratuita (ma con
la possibilità di fare delle donazioni volontarie) la puoi consultare
quando vuoi senza nessun problema.
● YouTube: YouTube non è solo un sito per la condivisione di video ma
può essere anche una piattaforma dove imparare diverse cose e studiare
meglio. Ci sono tanti canali dove si può studiare l’argomento che ti
interessa oppure approfondire le proprie passioni e con una semplice
ricerca si può trovare veramente di tutto. Bisogna però fare attenzione al
divulgatore che si sceglie, verificando attentamente la sua credibilità. Ci
sono pseudo esperti che si danno tantissime arie ma che poi alla fine
non hanno la minima idea di quello di cui stanno parlando nei loro
canali. Prima di fidarti totalmente delle parole di uno YouTuber cerca
sul web la sua reputazione e poi controlla tutte le fonti che dovrebbe
mettere a disposizione se parla di qualche argomento specifico. Se non
ci sono fonti e se la reputazione è dubbia allora è meglio cercare di
studiare con altri divulgatori.
● Coursera: Una piattaforma di divulgazione web che collabora con
università ed enti di tutto il mondo. Su questa piattaforma è possibile
frequentare tantissimi corsi su diversi argomenti molto validi e
dettagliati ma soprattutto ci si iscrive gratis! A seconda del corso che si
sceglie si può pagare per frequentarlo oppure pagare per avere un
certificato di fine corso (che però non ha valore legale ma può fare
curriculum). Il sito però è in Inglese ma se padroneggi la lingua non
dovresti avere troppi problemi nell’usarlo.
● Progetto Gutemberg: Forse la biblioteca online più grande del mondo e
che raccoglie libri che possono essere distribuiti gratuitamente senza
problemi. Chiaramente non troverai libri recenti ma è una grande risorsa
se devi cercare dei libri antichi o qualcosa di particolare. Il sito è in
italiano e puoi scaricare i libri in tanti formati, come il PDF o l’EPUB.
● Udemy: Una piattaforma di divulgazione e di e-learning che ti permette
di partecipare a una serie di corsi molto interessanti sia gratuitamente
che a pagamento dove poter studiare e approfondire le tue conoscenze.
Puoi imparare tantissime cose e i corsi hanno dei prezzi abbastanza
economici anche se la qualità di essi è altalenante.
● TED: Hai mai sentito parlare dei TedTalk? TED è una piattaforma che
organizza periodicamente delle conferenze invitando diverse personalità
internazionali famose in diversi settori, dal business alla tecnologia,
dalla comunicazione alla politica per parlare a una platea di persone e a
chi sta guardando il tutto via web. Personaggi come Bill Gates, Piero
Angela, Simon Sinek e molti altri ancora hanno parlato su questa
piattaforma e da queste persone c’è sempre da imparare qualcosa, non
credi? Non è il sito su cui basare tutto il tuo studio ma per imparare
delle cose extra e per ascoltare dei discorsi motivazionali è il migliore.
Trovi tantissimi di questi discorsi sul canale YouTube di Ted.
● Weschool: Piattaforma di corsi online completamente in italiano. Molto
valida per approfondire degli argomenti anche se forse non
completissima e non troppo specifica. Ad ogni modo merita senz’altro
di essere tenuta d’occhio.
● Google Digital Training: Il corso digitale di Google che comprende un
sacco di corsi utili in diversi settori. È gratuito e si può seguire
tranquillamente senza impegno. Forse non è dettagliato come altri corsi
a pagamento ma dato che è gratuito e sostenuto da un gigante come
Google è senz’altro una realtà da considerare e da sfruttare se vuoi
intanto iniziare a informarti su degli argomenti. Potrai sempre
approfondirli successivamente con dei testi e dei corsi specifici in altre
piattaforme.
● Studenti.it: La più grande comunità italiana di studenti. Ha una sezione
di appunti molto ricca di argomenti dalla quale puoi scaricare senza
problemi ogni tipo di informazione. Ci sono appunti per le scuole
medie, per le superiori e per l’università e per sapere in anticipo se
quegli appunti sono validi ti basterà dare un’occhiata alle recensioni di
chi li ha già scaricati. Ci sono anche tante videolezioni molto
interessanti e dei podcast che puoi ascoltare dove gli appunti vengono
letti. È senz’altro una community da tenere in grande considerazione
per trovare informazioni sugli argomenti che vengono studiati spesso.
L’ho usata anche io e mi sono sempre trovato molto bene. Si può dire
che alcuni appunti dovranno poi essere approfonditi ma del resto sono
appunti e per fornire una prima base di conoscenza sono abbastanza.
Queste piattaforme, specialmente quelle di e-learning, possono anche diventare
una grande fonte di guadagno per te dato che tutti possono iscriversi e provare a
vendere le loro competenze. Hai particolare esperienza in un settore? Hai già
completato degli esami con il massimo dei voti e ti ritieni in grado di divulgare
quello che conosci? Allora puoi creare un corso e metterlo online su una di
queste piattaforme e vendere queste competenze alle persone. Dovrai
pubblicizzarti sui social (e magari all’inizio non ti aspettare dei guadagni
stratosferici) ma se riuscirai a raggiungere un buon numero di utenti (magari
creando dei profili social e un personaggio da interpretare) riuscirai a
monetizzare facilmente le tue competenze anche mentre stai ancora studiando e
di questi tempi un guadagno extra è tutt’altro che da buttare.
A questo punto dovresti avere tutto quello che ti serve per riuscire a organizzare
in maniera efficace il tuo percorso di studi. Saresti in grado di prepararti anche in
maniera efficace per un esame in sette giorni? Io dico di si, dovrai mettere in atto
qualche trucchetto che hai già letto in queste pagine e alcuni di nuovi e ce la
farai. Basta studiare in modo smart
Un esame in sette giorni? Utopia o realtà
Gli studenti si preparano per tantissimo tempo per ogni esame che devono
sostenere. È la vita dello studente e spesso si studia anche troppo per degli esami
semplicissimi che potrebbero essere gestiti in maniera molto più semplice.
Ma è davvero possibile preparare un esame in soli sette giorni come dice
qualcuno sul web?
Beh, direi di no ma allo stesso modo è vero che ci sono degli accorgimenti che
puoi mettere in atto per riuscire a studiare meglio in meno tempo e ottimizzare
questi sette giorni per aumentare le tue possibilità di superare l’esame, al netto
del fatto che si dovrebbe studiare sempre in maniera regolare e con metodo e non
arrivare agli ultimi sette giorni prima dell’esame ancora in alto mare.
Prendi quindi questi consigli (alcuni li hai già visti ma ripassarli non fa mai
male) solo come delle indicazioni su come ottimizzare il tuo tempo e indirizzare
meglio lo studio ma non trascurarlo mai in modo da non rischiare di arrivare a
ridosso dell’esame con ancora tantissimo lavoro da fare.
Ecco quindi questi consigli.
Stai preparando l’esame, non serve sapere tutto
Una verità forse scomoda, ma un ragionamento furbo da parte dello studente. Se
ci pensi ha senso, non devi sapere tutto di quella materia, solo riuscire a portare a
casa l’esame. Non la condivido ma nell’ottica di agire alla svelta quando sei con
le spalle al muro è un consiglio sensato.
Questo consiglio si riferisce in particolare agli esami universitari ma è utile
anche per chi è ancora alle superiori. Dato che si conosce il professore che farà
l’esame si può facilmente capire quali sono le domande che pone più spesso e i
temi che gli sono più cari. Prova a osservare qualche esame e a prendere appunti
oppure chiedi a qualche amico o compagno di studi che ha già superato l’esame
e fatti raccontare la sua esperienza. In questo modo saprai quali sono le domande
che salteranno fuori più probabilmente e le potrai studiare. Fai però attenzione,
non hai la certezza che ti chiederanno proprio quelle domande, quindi è sempre
meglio fare un ripasso generale di tutta la materia e cercare di non farsi mai
beccare impreparati da qualche imprevisto.
È una strategia che capisco ma che non condivido. Per me lo studio deve
avvenire sempre e non ridursi all’ultimo o studiare solo quello che il professore
potrebbe chiedere. Ad ogni modo, se sei con l’acqua alla gola è la strategia
migliore che puoi mettere in atto, ma tenendo sempre a mente che l’imprevisto
sotto forma di domanda inaspettata è sempre in agguato e che quindi è meglio
studiare anche altri argomenti oltre a quelli preferiti del professore (guarda la
scena finale di “Notte prima degli esami” per capire a cosa mi riferisco).
Pianifica in anticipo
Il tempo è pochissimo e le cose da fare sono tante ma niente panico, puoi ancora
portare a casa il risultato se riuscirai a gestire correttamente il tuo tempo. Puoi
farlo grazie a una pianificazione attenta di quello che dovrai fare ogni singolo
giorno stabilendo in anticipo un piano di studio molto dettagliato.
Dovrai sapere ogni singolo giorno cosa dovrai studiare, cosa devi ripassare,
preparare le mappe concettuali e organizzare bene i tuoi appunti presi con il
metodo Cornell. Dovrai sapere quando studiare, quando ripassare e calcolare
bene i tempi per riuscire a fare il massimo ogni singolo giorno riuscendo anche a
staccare la spina di tanto in tanto e senza mai pensare all’esame che ti attende.
Pensa a portare a casa ogni singolo giorno di studio nel modo migliore e non a
quello che ti attende e la tua mente riuscirà a concentrarsi meglio su quella
specifica attività.
La tecnica del Pomodoro in questo caso è fondamentale per farti gestire bene il
tempo, evita le distrazioni e cerca di studiare principalmente le risposte alle
domande più gettonate ma non limitarti solo a quelle, ricordati sempre che
l’imprevisto è dietro l’angolo.
Mappe, mappe e ancora mappe
In questa fase di studio intenso le mappe concettuali diventeranno le tue migliori
amiche. Si tratta del sistema per memorizzare migliore che puoi usare per avere
risultati rapidi e immediati (e puoi usare come base gli appunti del metodo
Cornell per la stesura di questi appunti) in breve tempo.
Ti consiglio di realizzare una mappa mentale come ripasso generale alla fine
della sessione di studio e di ripassarla dopo un’ora e poi il giorno dopo per poter
fare il ripasso di cui ti avevo già parlato in precedenza. Per questa attività io
prenderei in seria considerazione l’acquisto di uno dei software professionali per
creare mappe che ti ho illustrato in precedenza o, in alternativa, sfrutterei al
massimo il breve periodo di demo gratuita che alcuni ci loro offrono.
Un premio
Dopo una giornata dedicata tutta allo studio è arrivato il momento di essere
premiati, vero? Un premio a fine giornata è un buon incentivo per essere
motivati e portare fino in fondo la propria attività di studio e rilassarsi la sera
dopo aver studiato per il tempo che si è deciso non ha mai ammazzato nessuno e
anzi, è ottimo per rilassare una persona scaricando lo stress.
Quindi quando hai finito il dovere arriva sempre il momento del piacere.
Concediti qualcosa che ti piace e che tu puoi percepire come un premio come
una fetta di torta extra, una maratona serale con la PlayStation oppure una serata
con il partner o con gli amici in giro. Tutto quello che ti passa per la testa e che
puoi percepire senza problemi come premio dopo una lunga giornata di studio.
Non commettere però l’errore di premiarti se non sei stato in grado di
raggiungere i tuoi risultati. Hai deciso di raggiungere un determinato obiettivo
ogni giorno e devi essere in grado di farlo. Se non ci riesci, indipendentemente
dalle motivazioni che ti hanno portato a fallire il tuo obiettivo, non devi
premiarti in nessun modo.
Il “premio di consolazione” è un grosso errore educativo visto che significa dire
a qualcuno “non sei riuscito a fare quello che avevi stabilito di fare, ma va bene
così, non ci sono problemi” e questo è molto sbagliato dal punto di vista
educativo visto che se ricevi un premio per aver fallito il tuo obiettivo allora chi
te lo fa fare di darti da fare per raggiungerlo se vieni premiato uguale? Non ha il
minimo senso se ci pensi bene e secondo me questo premio di consolazione
riesce solo a peggiorare le cose, rendendo le persone tanto, troppo indulgenti
verso quello che alla fine è un fallimento vero e proprio.
Quindi nessuna indulgenza, hai fallito, indipendentemente da quello che è
successo. Accetta il fallimento, le conseguenze del tuo gesto e lavora sodo per
impedire che quelle circostanze si verifichino di nuovo vanificando ancora una
volta il tuo lavoro. Premiati solo se hai raggiunto tutti gli obiettivi della giornata
altrimenti questo consiglio sarà del tutto inutile.
Forse ho usato una parola forte definendo il mancato raggiungimento di un
obiettivo “fallimento”, ma è una parola che definisce molto bene il fatto che non
sei riuscito a raggiungere l’obiettivo che ti eri preposto. Se la parola “fallimento”
non ti piace allora sostituiscila con “insuccesso” o con quella che preferisci, la
sostanza non cambia.
Studia con un compagno
In due si può studiare meglio e se trovi il compagno giusto puoi davvero
superare i tuoi limiti e studiare di più in meno tempo. Cerca un compagno di
corso con cui poter studiare (o anche una persona che non è della tua facoltà e
che magari conosci in biblioteca) per poter studiare assieme. Anche se studierete
cose diverse il solo fatto di studiare in compagnia ti permetterà di fare progressi
e di studiare meglio. Questo consiglio si basa sul fatto che tu abbia come
compagno una persona che ha davvero voglia di studiare e che ti può essere di
aiuto.
Se scegli un procrastinatore o una persona che è un peso per te allora perderai
solo tempo. Cerca di trovare una persona di cui ti puoi fidare per le sessioni di
studio in compagnia altrimenti studia da solo.
Io resto personalmente convinto del fatto che sia meglio non ridursi all’ultimo
minuto per preparare un esame e che i metodi che ho descritto funzionano
meglio se hai il tempo di metterli in atto senza forzature ma i sistemi che ho
descritto sono in grado di risolvere il tuo problema in pochissimo tempo o
almeno di metterti nella condizione di poter effettuare l’esame con la
consapevolezza di aver fatto il massimo per prepararti nel migliore dei modi con
così poco preavviso.
A questo punto è giusto iniziare a parlare degli errori più comuni che puoi fare
nella tua sessione di studio. Errare è umano e nello studio ci sono così tante
possibilità di fare errori che meriterebbero un libro a parte. Ad ogni modo questi
sono i più comuni e sono certo che li avrai commessi (non tutti, almeno
qualcuno sicuramente) almeno una volta nella tua carriera scolastica.
Eccoli e come fare per contrastarli.
Gli errori più comuni nello studio e come fare per evitarli
Quante volte ti è capitato di fare degli errori nella vita?
Tanti, tantissimi. Siamo nati per commettere errori oserei dire. Ma non disperare,
l’importante è imparare dai tuo sbagli per non rifarli la volta successiva, del resto
è con gli sbagli che è possibile crescere come persone e anche la scienza è basata
su una serie di tentativi più o meno di successo, quindi è normalissimo fare degli
errori nello studio.
Ecco quelli più comuni, fai sempre attenzione a non commetterli per non
danneggiare tutto il tuo lavoro. A volte basta un semplice errore per danneggiare
tutto quello che hai fatto di buono nel tuo studio. Spero che non sia il tuo caso e
dato che prevenire è sempre la soluzione migliore leggi attentamente questa
sezione per poter evitare di fare tutti questi errori.
Studiare subito
Sembra un controsenso, vero? Eppure è così. Iniziare a studiare immediatamente
un testo senza averlo prima letto tutto dall’inizio alla fine non è un modo per
guadagnare tempo ma semmai il modo migliore per perderlo.
Iniziare a studiare senza leggere prima il testo è come andare in una città che non
si conosce senza una mappa. Ti puoi basare sul tuo innato senso
dell’orientamento ma al 99% finirai per perderti e sarai costretto a chiedere aiuto
per tornare a casa. Questo succede perché hai sopravvalutato la tua capacità di
orientarti e non hai preso le dovute precauzioni.
Un testo va letto con la massima cura prima di essere studiato perché si tratta di
un testo che ha un principio, lo sviluppo delle varie tesi e poi la conclusione.
Non puoi studiare l’inizio se non hai presente la conclusione che l’autore ha
raggiunto e magari nella pagina successiva troverai delle informazioni in
contrasto con quelle che stavi studiando e questo ti causerà una confusione
mentale che avresti potuto evitare facilmente senza partire in quarta con lo
studio.
In generale la fretta è sempre una cattiva consigliera e lo studio è una pratica che
richiede pazienza per essere fatta bene. Partire in quarta a macinare pagine è
totalmente inutile senza avere ben chiaro un quadro d’insieme delle cose che
devi studiare. Non stai leggendo un romanzo, in quel caso non ha il minimo
senso andare direttamente al finale, mentre in questo caso devi anche sapere
come va a finire il capitolo prima di tornare indietro e studiarlo bene.
Solo studio o solo esercizi
Ci sono delle materie che sono molto più orientate verso lo studio vero e proprio,
come la storia per esempio, mentre altre che hanno anche una fortissima parte
pratica (elettronica, per esempio). Non devi mai commettere l’errore di fare delle
sessioni di studio solo della parte teorica e delle sessioni di studio solo per la
parte pratica perché queste due cose non sono dei compartimenti stagni che
saranno per sempre separati ma due aspetti interconnessi della stessa materia.
Se non studi la teoria non avrai la base con cui potrai risolvere tutti gli esercizi.
Non saprai che formule matematiche mettere in atto, che ragionamenti fare per
arrivare alla soluzione del problema e le cause che lo hanno scatenato.
Se studi solo la pratica non saprai perché è successa quella situazione e come
fare per evitare che si ripeta e prima o poi ti ritroverai di nuovo in quella
situazione. Non avrai la più pallida idea di come hai fatto a risolvere quel
problema e quindi la prossima volta sarai di nuovo in difficoltà nel risolverlo.
In ogni attività, ma in particolare in quelle che hanno sia una parte teorica e una
pratica devi studiare entrambe le cose per avere una preparazione completa.
L’esame può essere di natura pratica o teorica, o anche di natura mista, ma non
devi mai perdere di vista il fatto che devi studiare sempre entrambe. L’ideale è
un 50% a testa ma dipende anche da cosa hai studiato in quel giorno. Ad ogni
modo cerca sempre di bilanciare entrambe le cose e quando impari qualcosa
mettilo subito in pratica e quando risolvi un problema analizzalo alla radice
cercando di capire cosa lo ha scatenato.
Saltare dei passaggi
Questo è un altro errore che si può attribuire principalmente alla fretta o alla
sopravvalutazione delle proprie capacità. Quando si studia si ha tante volte
l’abitudine di andare sempre avanti, leggendo costantemente cose nuove fino a
quando non si arriva in fondo al capitolo. Si fa così per risparmiare tempo o
perché ci si reputa in grado di capire il quadro d’insieme, sacrificando a volte dei
passaggi che poi si possono rivelare fondamentali.
Tutti non riescono a capire dei passaggi quando studiano, è normale, non devi
sentirti incapace quando questo ti succede. Può capitare che quel passaggio sia
particolarmente ingarbugliato, che il professore si sia spiegato male o che in quel
momento tu non riesca proprio a capire quello che c’è scritto per tanti motivi
diversi. Non c’è nulla di male in questo, basta solo ammettere di non avere
capito e chiedere delle spiegazioni, non fare spallucce e andare avanti nello
studio.
Non capire qualcosa lascerà un buco nella tua preparazione perché prima o poi
tornerà per metterti in difficoltà, magari quando meno te lo aspetti. Non farti
problemi a chiedere chiarimenti al professore o a qualche compagno o a
rileggere i passaggi che non ti sono chiari. Stai studiando per imparare, è
perfettamente normale chiedere spiegazioni extra, c’è gente che è stipendiata
apposta dallo Stato per questo scopo. Quando hai capito di non aver capito non
fare finta di nulla, chiedi dei chiarimenti e imparerai quello che è necessario per
non avere dei buchi di preparazione, specialmente quando si avvicina un esame.
Imparare a memoria
Ti ho già detto che nella mia classe c’era un ragazzo che era un fenomeno nel
memorizzare, vero? Bene, ti stupirà scoprire che però non era affatto lo studente
migliore della classe (non lo ero nemmeno io, se devo dirla tutta) perché
commetteva un grandissimo errore: basava tutto il suo studio sull’imparare a
memoria le cose.
Lui prendeva il libro, lo apriva e poi iniziava a memorizzare nomi, dati, formule
matematiche. Nei test scritti era molto bravo quando si doveva rispondere a delle
domande che chiedevano dei dati ben precisi e lo stesso valeva nelle
interrogazioni di questo tipo ma andava immediatamente in crisi quando la
domanda cambiava e chiedeva delle informazioni aggiuntive.
Tornando all’esempio che ho usato per le mappe concettuali, quello di Cristoforo
Colombo, lui sapeva alla perfezione che era partito da Palos, il giorno, forse
anche il nome di battesimo di tutti i marinai presenti, ma bastava solo
domandargli per quale motivo Colombo era partito di lì e non da Genova per
mandarlo in tilt. Questo perché nei dati non c’era scritta questa informazione e
lui, avendo imparato tutto a memoria come un pappagallo, non aveva capito il
contesto in cui si erano svolti i fatti.
La professoressa lo sapeva e ogni volta lo metteva in difficoltà con domande di
questo tipo. Non erano domande fatte con l’intento di umiliarlo ma con
l’intenzione di fargli capire che studiare a pappagallo era perfettamente inutile e
anzi, era controproducente. Bastava ascoltarlo per qualche secondo per capire
che aveva imparato la lezione a memoria e non ci metteva mai nulla del suo.
Questo suo limite gli è costato molti bei voti ed è un peccato, perché quel
ragazzo era in gamba e con un bel cervello, ma per lui era più che sufficiente
studiare in questo modo e accontentarsi dei voti che riusciva a prendere. Era un
perfetto esempio di “non si impegna ma potrebbe” e purtroppo la sua carriera
scolastica ne ha risentito molto.
Imparare a memoria delle cose è utile, specie quando di parla di formule
matematiche, verbi o cose di questo tipo ma è il peggior errore che si possa fare
quando si cerca di capire davvero qualcosa. Imparando tutto in maniera robotica
si perde di vista il contesto in cui sono avvenuti i fatti o i motivi per cui
accadono certe cose e questo è un vero peccato. Non basta leggere solo quello
che è scritto, lo si deve elaborare nella testa e capire bene e questo non funziona
se si memorizza.
Quindi fai affidamento sulla memoria, ci mancherebbe altro, ma non trasformare
il tuo studio in una mera memorizzazione, perché tutti se ne accorgeranno e
commetterai un grandissimo sbaglio.
Copiare
Nel corso della mia carriera scolastica ho visto tantissimi ragazzi che copiavano.
Nella mia classe si copiavano un sacco i compiti a casa e si provava a farlo (con
risultati alternanti) anche durante i compiti in classe. A me non piaceva copiare e
non l’ho fatto mai e passavo controvoglia i miei compiti ai miei amici quando
me li chiedevano, cedendo solo dopo molte insistenze.
Non lo facevo perché non mi andava di condividere con loro quello che avevo
fatto (o meglio, mi dava fastidio il fatto che io avevo studiato a casa e loro
invece no perché tanto avrebbero copiato il giorno dopo), ma per il fatto che ero
stato io a fare quel testo (o quell’esercizio), con il mio metodo e con la mia
interpretazione delle cose, non loro. Io ero il solo che poteva spiegare
chiaramente perché avevo deciso di calcolare quel valore con quella formula o
che aveva interpretato il verso di Leopardi con una determinata chiave di lettura,
non loro. Probabilmente non avevano nemmeno la più pallida idea di quello che
stavano copiando, si limitavano a farlo senza capire nulla.
Ed è questo il grosso problema di copiare qualcosa e non parlo solo dei compiti
ma anche del metodo di studio. Ogni persona è molto diversa dalle altre e non è
detto che il metodo di studio che usa un tuo compagno sia adatto anche a te o
viceversa. Il suo cervello può lavorare in modo diverso dal tuo, lui può essere un
soggetto visivo e tu auditivo, lui può schifare gli appunti Cornell e tu basarci
tutta la tua strategia di studio e viceversa. Insomma, lui ha un suo sistema, tu il
tuo, siete due persone molto diverse tra di voi ed è giusto non copiare quello che
fa.
Inoltre copiare è anche ammettere implicitamente la superiorità dell’altra
persona su di te e questo non è bene dal punto di vista del tuo orgoglio.
Mi ricordo che un giorno un amico aveva letteralmente implorato un suo
compagno di classe per fargli copiare il testo di inglese che non aveva fatto il
giorno prima. Insistette così tanto che quel compagno di classe cedette e gli fece
copiare il testo.
Quel testo era semplice (è un ricordo delle mie scuole medie dopotutto), era
“Descrivi la tua famiglia” e quel ragazzo parlava del suo fratello maggiore di
nome Stefano e del rapporto che avevano. Il mio amico aveva commesso il
peggior errore possibile per quanto riguarda il copiare qualcosa: aveva fatto un
vero e proprio “copia/incolla” di quello che era scritto, senza nemmeno
preoccuparsi di cambiare qualche parola. Era una vera fotocopia, incluso il
parlare del fratello maggiore di nome Stefano e del rapporto bellissimo che li
legava.
C’era solo un problema, il mio amico era figlio unico e non aveva fratelli
maggiori (a meno di clamorose rivelazioni sul passato dei suoi genitori) e il
professore lo sapeva. Immagina la tua faccia quando ha letto prima il tema
originale del compagno di classe e poi quello copiato dal mio amico che era
figlio unico ma che parlava di quanto era bello avere un fratellone più grande
con cui giocare e da usare per proteggersi dai bulli che lo volevano picchiare.
Il professore era indeciso se scoppiare a ridere davanti a quello che era il peggior
tentativo di copiare un compito visto in anni di carriera o se arrabbiarsi con il
mio amico non solo per aver copiato ma per non essersi nemmeno sforzato di
cambiare qualcosa e per il fatto che non aveva nemmeno letto il testo
(considerando quindi il professore come un vero imbecille che non si sarebbe
mai e poi mai accorto della scopiazzatura). Alla fine prevalse la linea dura e il
prof chiamò i genitori del mio amico e, dopo aver ricevuto assicurazione che non
esisteva nessun fratello maggiore di nome Stefano, gli disse quello che era
successo.
Risultato? Un mese a casa in punizione, un brutto voto e una figuraccia che ci fa
ridere ancora ora ogni volta che ne riparliamo.
Questo è chiaramente un caso limite, generato da un ragazzino che ha fatto una
cosa stupida, ma resta comunque un bell’esempio di quello che può succedere
quando si copia. Non copiare mai nessuno, sforzati di capire le cose e crea il tuo
stile personale per studiare. Sarà più lungo ma capirai meglio le cose e avrai
l’occasione di sviluppare qualcosa che sarà soltanto tua, unica e insostituibile.
Concepire lo studio come una competizione
Tutti noi vogliamo primeggiare in qualcosa e diventare i numeri uno e lo studio
non fa eccezione. A chi non piace essere il migliore della classe e ricevere i
migliori voti? È un bell’incentivo a studiare ma non deve diventare mai una
competizione con gli altri studenti. Non sei a un quiz televisivo o a un concorso,
stai studiando per diventare quello che vuoi e per avere i mezzi per sviluppare un
pensiero critico e la tua cultura personale, non per farti bello con gli altri e
considerarli dei nemici, quello succede in Giappone, non qui.
Come mai ho detto Giappone?
Perché il Giappone è un paese dove la competitività a scuola è ai massimi livelli
(ma in generale in tutti i paesi del sud-est asiatico, compresa la Corea Del Sud).
Gli studenti sono addestrati sin da subito a ottenere il massimo dei voti e a
considerare gli altri come degli avversari da battere. La pressione delle famiglie
sugli studenti, che sentono la pressione di dover necessariamente ottenere dei
grandissimi risultati scolastici per “ripagare” i genitori per aver fatto enormi
sacrifici per farli studiare è fortissima, spesso insostenibile e non è un caso che
in Giappone i suicidi degli studenti siano una triste realtà. I ragazzi si uccidono
quando prendono dei brutti voti e ritengono di non aver rispettato le aspettative
che le famiglie avevano per loro. Questo fatto di interpretare gli altri come dei
nemici è anche alla base di un bellissimo romanzo poi divenuto anche manga e
film (con un grandissimo Takeshi Kitano), chiamato “Battle Royale” di Koushun
Takami. Nel libro si parla di uno spietato gioco imposto da un governo
dittatoriale chiamato “Programma” dove una classe di studenti è costretta a
combattere tra di loro per uccidersi a vicenda fino a quando non ne sopravviverà
soltanto uno.
Il libro era una critica nemmeno troppo velata al sistema scolastico Giapponese e
al suo spingere i ragazzi a considerare gli altri solo come dei nemici da
sconfiggere a tutti i costi e in patria questo romanzo ha scosso le coscienze.
Chiaramente l’esempio del Giappone è solo per farti capire che non devi
interpretare lo studio come una guerra personale contro gli altri compagni. Non
state facendo a gara a chi è più bravo, è un atteggiamento degno di un gruppo di
bambini non di studenti maturi. Tu stai solo studiando e sei solo in competizione
con te stesso e con nessun altro. Devi solo fare il meglio possibile per te, per il
tuo futuro e per il tuo rendimento scolastico. Se un altro ragazzo ha fatto meglio
di te fregatene, buon per lui. L’unico tipo di competizione accettabile con
un’altra persona è quella amichevole. Puoi confrontare i tuoi voti con quelli di
qualche amico per spingervi a vicenda a fare meglio ma solo per questo, senza
animosità di sorta.
Il burnout
Se frequenti i social, in particolare YouTube, allora ti sarai imbattuto senz’altro
in qualche creator che dice di essere entrato in un momento di burnout e che ha
bisogno di una pausa. Questo creator sparisce dalle scene per un po' di tempo
(oppure ridimensiona notevolmente la sua presenza sul web) e poi torna di
nuovo carico di energia e pronto per riprendere la sua attività. Dati i ritmi dei
social, che costringono le persone a correre sempre al massimo e a inventarsi
ogni volta qualcosa di nuovo, si sono sempre più creativi che attraversano questa
fase di burnout.
Cosa significa burnout?
Il burnout è una condizione dove una persona è stanca, esausta, non riesce a
creare nulla e tutto quello che prova a fare viene uno schifo o è percepito come
tale. Ultimamente è un problema che ha colpito molti creatori di contenuti ma è
molto presente anche negli studenti. Se sei sotto pressione da tempo, prepari
esami con tempi ridottissimi e magari hai anche un metodo di lavoro sbagliato
allora è molto probabile che su sia vicinissimo a un burnout e credimi, è la
peggior cosa possibile per uno studente.
Quando sei in burnout sei vicinissimo a un esaurimento nervoso, sei stanco,
irritabile e non riesci a combinare nulla. Non è procrastinazione, è peggio,
perché in questo caso ammetti che c’è qualcosa che non va e in generale chi è in
burnout non esita mai a chiedere aiuto. Non è nemmeno pigrizia, perché non hai
proprio le energie per fare nulla, la tua attività principale (lo studio in questo
caso) ti ha davvero prosciugato tutte le energie e non potresti fare qualsiasi altra
cosa nemmeno volendo.
Se ti trovi in questa situazione non devi assolutamente sottovalutarla perché una
persona che si sforza lo stesso di fare qualcosa anche se è in chiaro burnout è una
persona che sta trascurando la sua salute con tutte le conseguenze del caso. Deve
arrivare un momento in cui si deve dire basta e mettere da parte lo studio perché
la salute è più importante.
Prenditi un bel periodo di pausa lontano dai libri, dedicati al tuo hobby, fai dello
sport, frequenta gli amici, guardati tutte le stagioni di una serie Tv, fai qualcosa
che possa distrarre la tua mente e farti ricaricare le batterie e solo dopo rimettiti a
studiare, ma partendo piano, senza strafare. La fase di burnout è più mentale che
fisica e significa che non riesci a sopportare più la pressione o il ritmo che hai
scelto. Chiediti se ne vale la pena, puoi sempre recuperare quell’esame nella
sessione successiva, non è un grosso problema. Gli esami si possono sempre
recuperare, la salute no.
Sopravvalutare le tue capacità
Un errore molto comune, che prima o poi tutti fanno. Gli esseri umani sono
portati a sopravvalutare spesso quello che riescono a fare e il risultato è quello di
combinare una serie di pasticci e di mettersi in situazioni che si potevano
tranquillamente evitare con un minimo di accortezza.
E lo studio è un settore dove la sopravvalutazione è di casa. Molto spesso si
commette l’errore di sopravvalutare la propria intelligenza e le proprie abilità
(non c’è niente di male ad essere sicuri dei propri mezzi ma questo è ben diverso
dal ritenersi infallibili e in grado di fare tutto), o anche solo di credere di poter
fare delle cose in meno tempo del necessario. Si tratta di un errore comunissimo
e anche l’idea di affrontare un esame con sette giorni di preparazione è figlia di
questo modo di pensare e che alla fine ti costringerà solamente a fare delle
lunghissime maratone di studio e ad andare “all in” sperando di avere fortuna e
che il professore faccia proprio quella specifica domanda.
Ripeto, è giustissimo essere sicuri delle proprie capacità. Nel mondo bisogna
sapersi vedere e dimostrarti sicuro di te è ottimo. Ma questa sicurezza non ti
deve mai portare a fare il passo più lungo della gamba e a metterti in una
situazione scomoda come quella che ti ho appena descritto.
Dovrai quindi avere l’umiltà (e anche il realismo) di ammettere che non puoi
studiare quelle cose in poco tempo o che l’argomento è troppo difficile e quindi
prenderti più tempo per poterlo elaborare nel modo migliore. Non devi mai
prendere questa considerazione come una sconfitta ma semmai come una prova
della tua maturità e del fatto che riconosci i tuoi limiti.
Prova a vederla in questo modo: da una parte sopravvaluti le tue capacità di
preparare un esame e alla fine ti ritrovi a dover fare tutto di fretta, studiando
intere paginate di roba in pochissimi giorni con la concreta possibilità di non
capire tantissime cose, stressarti e rischiare di fare una figuraccia. Dall’altra
parte ammetti che l’esame è tosto e che ti serve del tempo per prepararti. Inizi a
studiare con un discreto preavviso in modo da studiare meglio meno pagine al
giorno, poter approfondire tutti i passaggi che non hai chiari e riuscire in questo
modo a capirli tutti.
Non c’è partita, la seconda situazione è molto migliore della prima e ti potrà
aiutare notevolmente a studiare meglio e questo è possibile perché non hai
sopravvalutato le tue possibilità.
Allo stesso modo non devi nemmeno sottovalutare le tue possibilità e pensare
che non riuscirai mai e poi mai a superare quell’esame perché questo è il mindset
ideale per il fallimento. In questo modo non studierai bene, sarai confuso,
nervoso e non riuscirai a passare l’esame nel modo che vorresti.
La mente umana ha questa caratteristica: se pensi di non essere in grado di fare
una cosa allora non la farai mai, o se la farai il risultato sarà ben al di sotto delle
tue possibilità. Questo accade perché il tuo inconscio penserà di non saper fare
una cosa e ti saboterà dall’interno. Questa è la conseguenza principale della
sottovalutazione delle proprie capacità non solo nello studio ma anche in tutti i
settori della tua vita. Comunicherai alle persone una sensazione di inadeguatezza
incredibile che tutti percepiranno e inizieranno a trattarti di conseguenza. Dovrai
essere tu a interrompere questo atteggiamento molto negativo iniziando a
considerare maggiormente le tue capacità.
Non voglio dirti di sopravvalutarti perché sarebbe estremamente
controproducente, ma di essere realistico su quello che puoi e che non puoi fare.
Riconosci i tuoi limiti e con l’esperienza nello studio sarai perfettamente in
grado di dire “lo posso fare in poco tempo” o “no, mi serve più tempo per
prepararmi”.
Essere consapevole dei propri mezzi è sempre la cosa migliore da fare, senza
sopravvalutarsi e sottovalutarsi. È la situazione in cui potrai lavorare meglio e
più velocemente e dove otterrai solo i migliori risultati.
Non verificare le fonti
Il vantaggio enorme di studiare sul web è che quello di trovare tantissime
informazioni di ogni tipo su qualsiasi argomento e il grande svantaggio del web
è proprio quello di trovare ogni tipo di informazione su qualsiasi argomento.
È facile trovare delle informazioni sbagliate su alcuni argomenti e studiare su dei
dati errati e questo è un enorme errore che non devi mai compiere.
Devi sempre verificare le fonti alla base delle informazioni che stai studiando e
per questo devi privilegiare i siti che mettono queste fonti in calce ai vari
articoli. La fonte è riconosciuta generalmente come affidabile? Si tratta di un
articolo che è stato revisionato? È una conclusione personale dell’autore oppure
è il risultato di esperimenti e di analisi? Ci sono altre fonti che portano allo
stesso risultato?
Se le risposte a queste domande sono tutte “Si” allora è possibile considerare
come affidabile una fonte, altrimenti ti consiglio di studiare anzi con siti che
mettono delle fonti chiare e verificabili.
Fai anche attenzione a distinguere tra opinione e fatto. Il fatto è un qualcosa che
è verificato, ci sono prove che sia così e devi studiare quelli. Dire “Il cielo è
azzurro” è un fatto perché ci sono mille prove diverse che certificano senza
ombra di dubbio che il cielo sia azzurro.
Invece dire “Il cielo è verde” è solo una tua opinione. Opinione che hai
legittimamente il diritto di dire, ci mancherebbe altro, ma sbagliata perché è in
contrasto con tutte le mille prove del fatto che il cielo non è verde ma è azzurro.
Quando studi è giusto che tu ti faccia la tua opinione su quello che leggi,
specialmente nelle materie umanistiche (ogni persona ha una propria sensibilità e
quindi ogni opera letteraria può arrivare in un modo rispetto a un altro), ma devi
basarti solo sui fatti e sui dati. Se reputi quei dati sbagliati dovrai produrre altri
dati che li confutino altrimenti quello che dirai non potrà mai essere preso sul
serio da nessuno.
Basarsi solo sulle proprie opinioni mentre si studia è sbagliato, basati solo sui
fatti anche se non ti piacciono. È il modo migliore per studiare e per
comprendere quello che succede.
Studiare è una faticaccia, vero? Beh, non posso proprio negarlo, ma del resto
studiare deve essere trattato come un vero lavoro e quello che farai influenzerà
notevolmente tutta la tua carriera. Dici che sono troppo esagerato? Ti sembra il
discorso che farebbe tuo padre?
Leggi il prossimo capitolo e capirai cosa voglio dire.
Professione studente
Di solito lo studente è una persona che si forma per fare un determinato lavoro.
Si studia per diventare medici, avvocati, infermieri, cuochi, elettricisti, registi e
chi più ne ha più ne metta. Con un certo rammarico però noto che tante persone
(compresi molti studenti) prendono sottogamba lo studio senza tenere di conto
delle conseguenze di questo gesto.
Studiare è un lavoro.
Non pagato, ma è pur sempre un lavoro.
Se la parola “lavoro” non ti piace allora sostituiscila con “investimento”.
È un investimento che fai in termini di tempo, risorse e impegno personale per
riuscire a realizzare tutti i tuoi sogni e per aumentare il tuo bagaglio di
conoscenze personali. Non è un impegno da prendere sottogamba, anzi.
Ricordo che quando ero all’ultimo anno delle superiori ero in fase di burnout. Il
mio interesse verso lo studio stava calando drasticamente e odiavo davvero
andare a scuola tutti i giorni. Ero semplicemente stanco di quello che stavo
facendo e non vedevo l’ora che tutto finisse. L’esame si avvicinava e tutta la
classe era divisa tra una legittima preoccupazione per la prova che ci aspettava e
una sorta di “menefreghismo”, come se l’esame fosse una mera formalità.
Avevamo un professore di matematica estremamente severo, uno di quelli che si
faceva rispettare e quando era in classe non volava nemmeno una mosca. Non
era il professore che faceva l’amicone con la classe, dava poca confidenza,
faceva (bene) il suo mestiere e poi andava via. Credo che nei tre anni in cui l’ho
avuto come insegnante non abbia mai parlato una sola volta della sua vita privata
o di qualcosa di diverso da logaritmi, teoremi e equazioni di secondo grado.
Però, un giorno, disse una cosa che mi fece capire che stavo sbagliando tutto.
Parlò del fatto che mancavano 100 giorni all’esame e stavamo pianificando il
rituale di andare in città e toccare una statua che si dicesse portasse fortuna a
tutti i maturandi. Il professore sorrise e disse di farlo ma che in fondo era una
stupidaggine e che il successo dell’esame sarebbe stato deciso solo dal nostro
impegno e dalla nostra competenza.
Disse che l’esame era una cosa seria, molto seria, una cosa su cui era meglio non
scherzare e che dovevamo affrontarlo nel modo migliore perché “il voto che
prenderete vi accompagnerà per tutta la vita”.
Quella frase mi entrò nella testa.
Aveva ragione, diamine se aveva ragione.
Quelle parole mi scossero dal mio burnout e mi rimisi a studiare con grande
impegno, recuperando velocemente il tempo perso e il mio esame fu un grande
successo e presi il voto migliore della classe e forse anche della scuola (non mi
ricordo sinceramente, ma potrebbe essere).
Non sapevo dire esattamente il motivo per cui quelle parole mi colpirono così
tanto, ma sentivo dentro di me che il professore aveva ragione da vendere.
Quando ho iniziato a cercare lavoro ho capito bene quello che intendeva. Le
aziende mi chiedevano il voto della maturità e quando lo vedevano facevano le
loro valutazioni se investire su di me oppure no.
Quel numero faceva la differenza tra essere assunto o restare ancora disoccupato.
Un numero.
Li posso capire, sicuramente ogni azienda riceve decine di curriculum ogni volta
che cerca una persona e non si può esaminare attentamente ogni singolo
candidato. Il voto della maturità (così come le valutazioni dell’università) sono
utili per fare una prima selezione. Colpisce di più chi ha un punteggio di 100/100
rispetto a uno che ha 60/100, no?
Ecco cosa intendeva il professore con le sue parole. Da quel momento in avanti
quel voto mi avrebbe accompagnato per sempre. Avrebbe deciso se sarei stato
disoccupato oppure no, avrebbe determinato il mio piazzamento nelle
graduatorie pubbliche e molti altri aspetti della mia vita.
Per fortuna che l’ho capito (anche se ai tempi non sapevo dire esattamente per
quale motivo), ma tanti non lo hanno fatto, hanno riso delle parole del prof e
adesso sono in situazioni complicate.
Studiare è prima di tutto un lavoro e poi un investimento sul tuo futuro e come
tale dovrai trattarlo.
Da chi lavora ci si aspetta professionalità, impegno, zero errori e la certezza che
possa fare un buon lavoro. Lo studente quindi deve studiare con il massimo
impegno e fare il possibile per ottenere il voto migliore in base alla sua
preparazione e alle sue doti individuali. E per fare questo è necessario impegno,
sacrificio e passione. Tutti vorrebbero divertirsi e rilassarsi, non passare
pomeriggi e serate chini sui libri e lo capisco, anche io detestavo fare queste cose
quando studiavo ma ho capito che quelle ore di studio non erano un sacrificio ma
il mio investimento per il futuro e prima o poi quell’impegno sarebbe stato
ripagato.
Per questo ti voglio dire di non prendere mai sottogamba il tuo lavoro di studente
e di trattarlo con il massimo rispetto. Quello che studi definirà chi sei e ti renderà
una persona migliore, più consapevole del suo ruolo nella società e più difficile
da imbrogliare. Imparerai a sviluppare meglio il pensiero critico e a verificare le
fonti migliori da cui verificare quello che leggi e molto altro ancora.
È un lavoro, trattalo con il massimo impegno e con grande rispetto perché lo
studio è tutto.
Spero che il messaggio che voglio comunicare sia passato. È necessario il
massimo impegno quando si studia ogni cosa. Se non sei disposto a farlo allora
la cosa migliore che puoi fare è prenderti una pausa di riflessione o interrompere
immediatamente il tuo percorso di studi facendo risparmiare a te e alla tua
famiglia soldi e impegno. Trovati un lavoro o qualcosa da fare sfruttando le
competenze e le skills che hai già ma evita di perdere tempo studiando
controvoglia e mancando di rispetto non solo a chi ti sta sostenendo
economicamente ma anche a chi invece si impegna al massimo per studiare e
anche a te stesso. Sei meglio di così e non devi abbassarti a questo livello.
Ci possono essere (e ci saranno, fidati) dei momenti in cui perderai la
motivazione per andare avanti, sarai stanco e scoraggiato. Non ci sono problemi,
ci siamo passati davvero tutti almeno una volta nella vita. Prenditi una pausa, tira
il fiato e poi decidi se vale la pena continuare.
Ma soprattutto, decidi se vale la pena continuare per TE.
Ho detto che studiare controvoglia è una mancanza di rispetto nei confronti di
chi ti sostiene ed è vero, ma è soprattutto un atto di sabotaggio nei tuoi stessi
confronti perché ti starai solo illudendo di fare qualcosa quando in realtà stai
solo guadagnando tempo. Sei tu che devi studiare, tu che otterrai il massimo
beneficio da questa attività, tu che dovrai convivere con i risultati del tuo studio
e quindi tu che dovrai decidere se vale la pena faticare tanto per raggiungere i
tuoi obiettivi.
Se credi che non ne valga la pena allora semplicemente interrompi (anche
momentaneamente) i tuoi studi e guardati attorno. Sarai sempre in tempo per
riprenderli una volta che avrai chiarito bene con te stesso cosa intendi fare.
Vorrei che capissi che lo studio deve essere passione e impegno costante e che i
benefici dello studio si vedono principalmente a lungo termine, non a breve
termine. Servirà tempo per raggiungere i tuoi obiettivi ma lo potrai fare
senz’altro se resisterai alla tentazione di mollare, al burnout e a tutte le
distrazioni.
C’è solo un modo per raggiungere i tuoi sogni: prenderli con tutte le migliori
competenze possibili e lo puoi fare con lo studio. Affrontalo come un lavoro,
con il massimo impegno e passione, non accontentarti di fare il minimo
indispensabile e non sbaglierai mai.
Conclusione
Siamo giunti alla fine di questo viaggio nello studio, nei metodi migliori per
organizzarlo, prendere appunti e ricordarsi quello che si è imparato. Spero con
tutto il cuore che quello che hai letto sia stato utile e che ti possa aiutare a
migliorare il tuo rendimento e a farti piacere questa cosa meravigliosa che è
studiare cose nuove.
Voglio solo ringraziarti dal profondo del mio cuore per avermi dato fiducia e
letto tutto questo libro. Non esitare a contattarmi per chiarimenti o per propormi
altri metodi di studio che hai perfezionato nel corso del tempo e fammi anche
sapere se quello che hai letto ti ha permesso di migliorare i tuoi voti. Non nego
che sarebbe per me la ricompensa migliore per il mio lavoro.
Grazie ancora e buono studio!

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