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RICORDANDO E ANNOTANDO
© 2007 per l’edizione digitale: CSI Biblioteca di Filosofia. Università di Roma “La Sapienza” –
Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce” – Tutti i diritti riservati
«La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce», 32, 1934.
holzernes Eisen p], un ferro ligneo n . Farebbe onore alla Chiesa cat-
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© 2007 per l’edizione digitale: CSI Biblioteca di Filosofia. Università di Roma “La Sapienza” –
Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce” – Tutti i diritti riservati
«La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce», 32, 1934.
RICORDANDO E ANNOTANDO 23
simile alla statale, la Chiesa papale, la cui protesta contro lo Stato sta
sempre sotto il sospetto della concorrenza e della rivalità. I1 secondo do-
vere del cristiano è di negare la pretesa di sssolutezza dello Stato: al-
d'opposto di ciò che fa l'idealismo di scuola hegeliana che n e divinizza
,questa perversione diabolica. Lo Stato non può pretendere all'assoluta
obbedienza che si deve solo a Dio (neppure alla Cl-iiesa i n quanto istì-
.~uzioneumana, nè alla Bibbia in quanto documento umano). Lo Stato,
non è neppure l'unica autorità nella sfera della vita mondana, perchè
deve rispettare la vita della famiglia, e l'autonomia della cultura, del-
l'arte, della scienza, e anche quella dell'econornia: il suo campo è sol-
tanto l'ordinamento giuridico, ma c o n può decidere sul vero e sul falso,
sul bello e sul brutto, e via. L o Stato non dà esso il senso alla vita e
perciò n o n può risolvere in sè l'individuo, del quale deve tutelare e non
.già succhiare la vita. Gli individui si uniscono tutti non nello Stato, ma
in Dio. Certo, lo Stato è d'istituzione divina, ma non perci6 è divino:
esso è la possibilità data da Dio ai peccatori, che sono gli uomini, di
-una vita pacifica e ordinata; e perciò qualsiasi Stato, anche il più tiran-
nico, va1 meglio Jell'anarchia. E può adempiere al suo fine solo mercè
d u e necessarii presupposti: che abbia la superiore forza fisica, e che a5-
bia autorità negli animi: forza e autorità che si condizionano l'una con
l'altra, giacchè la forza fisica cade senza quel consenso e il consenso non
si sostiene senza la forza. Se, dunque, negare l'assolutezza dello Stato è
dovere del cristiano, è suo dovere altresì riconoscere lo Stato come con-
dizione necessaria di ogni critica fruttuosa che si eserciti sopra uno Stato
storicamente dato. I1 male del presente è appunto la mancanza di ri-
spetto allo Stato, che mena per diritta via al suo opposto, all'assolutjz-
zamento dello Stato, la qual cosa non è un rimedio, ma una conseguenza
di quel male. Ora, da che cosa viene la decadenza dell'autorità dello
Stato? Dall'individualismo razionalistico, che non congiunge tra loro gli
uomini; ossia cialla mancanza di religio. Non che la religione possa mai
dare C( la buona forma dello Stato D , cosa impossit)ile, perchè non solo
esso esiste a cagion del male, ma il male appartiene alla sua stessa es-
senza. L,a questione si riduce nei semplici termini di vedere, nelle con-
dizioni date, quale forma statale meglio adeinpia il fine dello Stato, che
,è il diritto; e i n quale si abbia l'equilibrio tra la partecipazione del po-
polo al governo e la possibilità del governare. I,a democrazia non deve
soltanto far delle dittature il segno delle sue proteste, ma anche il mezzo
.del suo esame di coscienza e del suo ravvedimento. E se la Chiesa non
(può propugnare od oppugnare determinati programmi politici, il suo ob-
bligo politico nel presente è di mostrare il senso religioso della crisi po-
litica che oggi si vive. Non è il caso di cercare capri espiatorii nel giu-
~daismoe nel marxismo: il materialismo e l'ateismo non sono, in verità,
invenzione degli ebrei e dei marxisti, ma uno stato d'animo che da più
decennii gode una crescente predilezione, diffuso tra i nostri borghesi
.e tra i nostri contadini. La più profonda questione politica, quella che
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«La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce», 32, 1934.
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