Sei sulla pagina 1di 11

LA TECNOLOGIA G.I.S. PER LA GESTIONE DEL CANTIERE DI CONSERVAZIONE.

UNO STRUMENTO DI
DOCUMENTAZIONE ANALITICA DELL’INTERVENTO SUI DIPINTI MURALI DEL CHIOSTRO DEL
MONASTERO DI SANTA MARIA ASSUNTA A CAIRATE (VA)

THE G.I.S. TECHNOLOGY FOR THE ORGANIZATION AND CONTROL OF CONSERVATION WORKS. AN
ANALITIC DOCUMENTATION INSTRUMENT FOR THE OPERATION ON WALLPAINTINGS OF THE
CLOISTER OF SANTA MARIA ASSUNTA IN CAIRATE (VA)

*Borellini G.C., **Cavagnini G., ***Coccoli C., ****Mapelli M.


borellini@lombardia.beniculturali.it, giordanocava@tiscalinet.it, c.coccoli@archiworld.it,
M_mapelli.soprmi@libero.it

Riassunto:
La comunicazione illustra l’esperienza di documentazione di un intervento conservativo su
superfici dipinte attraverso l’utilizzo di un sistema informativo territoriale (G.I.S.). Il progetto,
finanziato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e il paesaggio di Milano, è stato realizzato
su una porzione del chiostro del monastero di Cairate (VA) come prototipo sperimentale
dell’intervento complessivo sull’intero monastero in programma nei prossimi anni.
La quantità e qualità dei dati preliminari all’intervento hanno costituito un sistema informativo
aperto, che ha orientato le scelte operative e consentito la verifica ed il controllo delle stesse e si è
arricchito nel corso delle fasi di lavoro fino a diventare la base dati per le successive operazioni
conservative.
La scelta di gestire il cantiere di conservazione utilizzando un sistema G.I.S. deriva dalle specifiche
potenzialità apportate nell’organizzazione, archiviazione e gestione dei dati relativi sia alle fasi
preliminari all’intervento che a quelle operative. Il patrimonio informativo che si viene a costruire
consiste nella acquisizione di dati qualitativi e quantitativi relativi agli elementi degradati,
nell’individuazione delle metodologie utilizzate durante l’intervento, della tempistica di cantiere e
dell’esito raggiunto. Costituisce inoltre un prezioso bagaglio informativo indispensabile nella
successiva fase di programmazione dei controlli e delle fasi manutentive.

Parole chiave: conservazione programmata, beni culturali, restauro, documentazione, Cairate


(VA).

Abstract:
The work’s aim is to describe an experience of documentation about the conservation project of
painted surfaces, through the use of a geographic information system (G.I.S.). The project, financed
by the Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio of Milan, involve a part of the
monastery cloister in Cairate (VA) as an experimental prototype for the future whole conservation
of the monastery.
The quantity and quality of preliminary knowledge and data, useful for the building and painting
conservation, constitute an “open” information system, which can turn the different operating
choices enabling to verify and control them and enriching itself through the different phases in
order to become a data base for following operations.
The choice of manage the conservation work with a G.I.S. derives from the specific potentiality
given to the organization, archives and management of data both of preliminary phases and
following conservation operations.
The information system is based on the collection of qualitative and quantitative data related to
degrade elements, methods of operating during the work, timing and results obtained. It is a
precious information luggage indispensable for future control programs and maintenance phases.

Keywords: programmed conservation, restoration, documentation, Cairate (VA).

1
Introduzione
La comunicazione illustra l’esperienza di documentazione dell’intervento conservativo sulle
superfici dipinte del chiostro del monastero di S. Maria Assunta a Cairate (VA). L’edificio risale
all’epoca longobarda (737 d.C.?), ma le prime notizie documentarie sono del secolo XVI. Il
chiostro, dove sono ubicati i dipinti in oggetto, presenta un porticato a due ordini di archi, sostenuti
da colonne in arenaria. La sua costruzione, avvenuta in più fasi, viene fatta risalire alla seconda
metà del XV secolo. Lavori di ampliamento del monastero si susseguono tra la seconda metà del
Cinquecento e il secolo XVII1.
L’intervento è stato finalizzato al recupero delle finiture storiche e delle superfici dipinte che si
intravedevano sotto la stratificazione di tinteggiature relativamente recenti (figg. 1 e 2).

Fig.1 - Particolare del chiostro prima dell’intervento Fig.2 - Particolare del chiostro dopo l’intervento
conservativo. conservativo.

Su richiesta della Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio di Milano, è stato


progettato inoltre un sistema di documentazione e gestione dell’intervento che da un lato
ottimizzasse la raccolta, la registrazione, l’archiviazione, l’elaborazione e la consultazione dei dati e
dall’altro consentisse la possibilità di riprodurre e trasmettere agevolmente le informazioni per le
future operazioni, nell’ottica della conservazione programmata.

Premessa metodologica
Sull’importanza e la necessità di un’accurata documentazione, non solo in fase progettuale ma
anche e soprattutto durante le fasi operative del restauro si è detto e scritto molto2. Nell’ambito della
disciplina del restauro questa necessità è stata evidenziata fin dalle prime occasioni di confronto

2
teorico e metodologico e codificata nei documenti e nelle circolari emanati dagli organi di tutela3.
Questo assunto, apparentemente universalmente acquisito, non sempre viene tradotto in pratica a
livello operativo o, più spesso, viene considerato un’appendice, un’operazione non realmente utile e
quindi relegata a puro esercizio formale da eseguirsi alla fine dei lavori al solo scopo promozionale.
In realtà l’insieme dei dati e delle informazioni disponibili dovrebbero essere strumenti di lavoro
che nello stesso tempo orientano le scelte operative e consentono la verifica ed il controllo delle
stesse. La quantità e qualità dei dati preliminari all’intervento dovrebbero costituire un sistema
informativo aperto, che si arricchisce nel corso delle fasi di lavoro sino a diventare la base dati per
le successive operazioni conservative (monitoraggio, verifica e controllo programmati).
Come ottimizzare la raccolta di questi dati in modo da consentirne una rapida ed efficace
integrazione con le informazioni acquisite sia nella fase di progettazione sia in quelle successive di
monitoraggio programmato?
Negli ultimi anni le potenzialità offerte dagli strumenti informatici sono state utilmente sfruttate
anche nell’ambito della conservazione dei beni culturali4.
Tuttavia sono gli strumenti noti come G.I.S. (Geographic Information System) quelli che stanno
dimostrando di offrire nuove potenzialità5.
I software G.I.S. non sono assimilabili ad altri applicativi che consentono la mera illustrazione di
elaborazioni già compiute, neppure con la narrazione ipertestuale; non vanno infine confusi con i
programmi di disegno vettoriale (CAD). La caratteristica che li differenzia dagli altri sistemi
informativi è che i dati alfanumerici e quelli geometrici sono inscindibilmente integrati fra loro. Il
dato, per essere inserito nel G.I.S., deve necessariamente essere associato ad una entità geometrica
(georeferenziazione). È questa relazione associativa che consente, una volta immessi, modificati,
implementati, aggiornati i dati all’interno del database, l’aggiornamento automatico delle relazioni
fra gli archivi stessi, l’accesso in forma selettiva all’informazione acquisita e la sua
rappresentazione automatica in forma grafica attraverso tematizzazioni.
La scelta di gestire il cantiere di conservazione utilizzando un sistema G.I.S. non deriva quindi solo
dalle evidenti possibilità di velocizzazione del lavoro, ma, soprattutto, dalle specifiche potenzialità
apportate nell’organizzazione, archiviazione e gestione dei dati relativi sia alle fasi preliminari
all’intervento che a quelle operative.
Considerato che un edificio è innanzi tutto una entità geometricamente definita e misurabile,
l’interrogazione del dato geometrico risulta fondamentale nei casi in cui anche i dati qualitativi
devono poter essere quantificati (per esempio: non è sufficiente stabilire quale patologia di degrado
si riscontra su una superficie, è necessario anche poterla localizzare e quantificare con precisione e
con procedure automatizzate). L’aspetto innovativo dell’utilizzo del G.I.S. in questo settore non è
dunque solo la possibilità di immagazzinare una quantità pressoché infinita di dati, ma di rendere

3
questi dati utilizzabili ai fini del processo decisionale e della verifica in corso d’opera delle
operazioni eseguite attraverso statistiche, ricerche, integrazioni complesse: operazioni fino a questo
momento difficilmente realizzabili con altri strumenti.
L’aspetto centrale emerso dalla sperimentazione qui proposta è che attraverso il G.I.S. si è potuto
creare e gestire un vero e proprio sistema informativo, nel quale tutte le informazioni sono sempre
rapidamente accessibili. Attraverso l’interrogazione dei database è possibile la gestione immediata
di tutti i dati archiviati, la loro implementazione, la costruzione in tempo reale dei piani di
informazione conseguenti alle interrogazioni effettuate, la formulazione di nuovi interrogativi in
base alle risposte ottenute, la costruzione di ipotesi interpretative e predittive. Infine, tutti i dati
archiviati e le ricerche impostate possono essere tradotti, con procedure automatizzate, in tavole
tematiche (fig.3).

Fig.3 - Mappatura relativa ai materiali costitutivi prima dell’intervento conservativo.

Il progetto
La fase preliminare ha riguardato la predisposizione della base grafica vettoriale, ottenuta da rilievo
diretto; essa costituisce la base per la successiva tematizzazione e fornisce dati quantitativi
(estensioni superficiali, lineari, ecc…). Le immagini raster costituiscono invece lo “sfondo” alla
rappresentazione dei dati vettoriali. Nel caso in esame gli archivi raster sono costituiti sia dagli
ortofotopiani relativi alla parete del chiostro oggetto dell’intervento, sia dalle mappature eseguite
dagli operatori su base cartacea durante la fase operativa. Questi elaborati, integrati nella
piattaforma G.I.S., consentono di implementare sia gli archivi topologici (aggiornamento delle
mappature) che il database (aggiornamento dei dati alfanumerici). Ciò ha consentito un
monitoraggio costante, anche a livello grafico, delle fasi operative (figg. 4 e 5).
L’applicativo G.I.S. utilizzato, denominato Conservazione Programmata6, progettato e testato in
via sperimentale sulla chiesa della Santissima Trinità di Esine (BS)7, è attualmente utilizzato per la
gestione del Piano di Conservazione Programmata della Parrocchiale di Vilminore di Scalve (BG)8.

4
Fig.4 - Ortofotopiano relativo alla parete del chiostro Fig.5 - Ortofotopiano relativo alla parete del chiostro dopo
prima dell’intervento conservativo. In rosso la l’intervento conservativo.
perimetrazione delle aree degradate.

La versatilità del sistema ne ha consentito l’utilizzo per la gestione del cantiere di Cairate attraverso
la progettazione di uno specifico database. L’applicativo si presta, infatti, ad essere personalizzato
in funzione delle esigenze specifiche di ciascun cantiere. Si è ritenuto tuttavia fondamentale
l’utilizzo di schemi e terminologie codificate, quindi confrontabili, con altri strumenti già in uso. Le
terminologie utilizzate per la definizione dei materiali costitutivi, la tipologia degli elementi, le
patologie di degrado, ecc… sono quelle codificate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e
correntemente utilizzate nel progetto “Carta del Rischio del Patrimonio Culturale” (fig.6).

Fig.6 - Esempio di maschera di database relativa alla sezione “intervento conservativo”.

5
Il database utilizzato nella sperimentazione è distinto in due sezioni. La prima, di carattere
anagrafico-descrittivo, raccoglie dati relativi alla tipologia degli elementi analizzati, ai materiali
costitutivi, alle tecniche esecutive ed agli ultimi interventi conservativi. Essa costituisce la base
informativa su cui sono costruiti il progetto e la gestione del cantiere di restauro. Questi ultimi sono
organizzati nella seconda sezione del database, contenente campi relativi alla tipologia dei danni
riscontrati (fig.7), alle eventuali indagini diagnostiche ed alla gestione analitica delle operazioni e
fasi di intervento (figg. 8 e 9). Gli ultimi campi registrano dati relativi allo stato di fatto delle
superfici dopo il restauro e consentono di rilevare la stratificazione delle diverse finiture che nel
corso del lavoro sono state messe in luce.

Fig.7 - Tipologia dei danni riscontrati sulle superfici architettoniche.

Fig.8 - Prima operazione di restauro effettuata.

6
Fig.9 - L’applicativo consente di soprapporre diverse tematizzazioni. In questo esempio al rilievo materico è
sovrammessa la porzione di superficie descialbata con spatola e fibra di vetro.

Le fasi operative sono documentate, in cantiere, sia attraverso la compilazione del “giornale dei
lavori” digitale, sia con mappature cartacee delle operazioni eseguite. Questi dati sono
successivamente trasferiti nella piattaforma G.I.S. Il patrimonio informativo che si viene in questo
modo a costituire, consiste nell’acquisizione di dati qualitativi e quantitativi relativi agli elementi
degradati (organizzabili in tavole tematiche e tabelle riassuntive); nell’individuazione delle
metodologie utilizzate durante l’intervento, della tempistica di cantiere e dell’esito raggiunto (figg.
10-13). Costituisce inoltre un prezioso bagaglio informativo indispensabile nella successiva fase di
programmazione dei controlli e delle fasi manutentive.

Fig.10 - Superficie pittorica dipinta a mezzo fresco visibile Fig.11 - Superficie pittorica dipinta a mezzo fresco messa in
prima dell’intervento di restauro. luce con l’intervento di restauro.

Fig.12 - Superficie a marmorino visibile prima Fig.13 - Superficie a marmorino messa in luce con
dell’intervento di restauro. l’intervento di restauro.

7
Conclusioni
Dall’esperienza sopra descritta appare evidente che i G.I.S. sono ottimi strumenti di supporto alla
pratica progettuale e di gestione delle attività e delle scelte di programmazione degli interventi
conservativi.
Per riassumere in una formula la loro efficacia si può dire che attraverso i G.I.S. la conoscenza
sempre provvisoria di un oggetto9, nell’ambito di sistema informativo anche complesso e di
notevoli dimensioni, può essere sempre integralmente disponibile, interrogabile, confrontabile,
reinterpretabile ed implementabile. È uno strumento che, in altri termini, contribuisce a gestire la
complessità della realtà, il processo senza fine della conoscenza, attraverso possibilità di
associazioni informative sino ad oggi inimmaginabili.

Fig.14 - L’applicativo consente la gestione di allegati di vario tipo (immagini, disegni, filmati ecc…) collegati ai record
del database.

Note
1. Andreose, Bessega 1996
2. Benso, Omet 1995; Torsello 1988; Treccani 1999.
3. Dalla circolare Fiorelli (1882) alla Carta del restauro del 1972 è evidenziata come operazione
imprescindibile quella di documentare accuratamente (con grafici, fotografie, descrizioni
dettagliate) tutte le fasi dell’intervento, al fine di poter avere un riscontro preciso delle vicende
conservative degli edifici e/o dei manufatti. Per l’approfondimento sulla legislazione ed il
dibattito sulla tutela dei beni culturali in Italia, si vedano: Parpagliolo 1932; Rossari, Togni

8
1978; Bencivenni, Dalla Negra, Grifoni 1987.
4. Brumana 1996; Calò, Cavagnini, Liva 1999; Maspoli 1999; Buzzanca, Capanna 2000; Cattaneo
2000; Marescotti, Mascione 2001.
5. Si vedano, ad esempio, le applicazioni della tecnologia GIS per la conservazione delle superfici
lapidee della torre di Pisa (Capponi, Vecchi, Lanari et alii 2001), per il Teatro Romano di Aosta
(Salonia, Negri 2002) e per la basilica di S. Maria di Collemaggio all’Aquila (Bartolomucci
2003).
6. L’applicativo è stato ideato con la collaborazione della S.I.T.A. srl, società produttrice del
software G.I.S. WGSystem2000. Per una descrizione delle caratteristiche tecniche di
WGSystem 2000 si rimanda al sito http://www.sitasistemi.it.
7. Coccoli 2002.
8. Coccoli, Treccani, Cavagnini, Catellani 2003;
http://www.scalve.it/chiesavilminore/conservazioneProgrammata.htm.
9. “Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca
critica, persistente e inquieta, della verità” (Popper 1934).

Riferimenti bibliografici
Andreose M., Bessega E., Il monastero di S. Maria Assunta, s.l.e., 1996, pp. 9-36.
Bartolomucci C., Una proposta di “cartella clinica” per la conoscenza e la conservazione
programmata del patrimonio culturale, Geoesplora Workshop, 5° conferenza di MondoGIS, Roma,
22 e 23 maggio 2003.
Bencivenni M., Dalla Negra R., Grifoni P., Monumenti e Istituzioni, , Ministero per i beni culturali
e ambientali, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Firenze, Alinea, Firenze, 1987.
voll. I-II.
Benso S., Omet C., Documentazione multimediale per la conservazione e il restauro di beni
culturali, in <<Materiali e Strutture>> 2 (1995), pp. 59-73.
Brumana R., Gestione integrata dei dati: i sistemi informativi geografici per la tutela e
manutenzione del costruito, in <<TeMa>> 3-4 (1996), pp. 86-89.
Buzzanca G., Capanna F., La documentazione grafica assistita dagli elaboratori: uno strumento
per il restauro, in <<Bollettino ICR - nuova serie>> 1 (2000), pp. 4-13.
Calò S., Cavagnini G., Liva G.L., Cartella clinica: un sistema informativo per progettare la
manutenzione del costruito, in Ripensare alla manutenzione. Ricerche, progettazione, materiali,
tecniche per la cura del costruito, Atti del Convegno di Studi, Bressanone, 1999, pp. 291-294.

9
Capponi G., Vecchi A., Lanari P. et alii, Il software Akira GIS Server, un’applicazione nella
mappatura dei materiali costitutivi e dello stato di degrado della torre di Pisa, atti del convegno
“MondoGIS”, Roma, giugno 2001.
Cattaneo A., Strumenti informatici di analisi per lo studio degli edifici pluristratificati, in Treccani
G.P., Archeologie, restauro e conservazione. Mentalità e pratiche dell’archeologia nell’intervento
sul costruito, Unicopli, Milano, 2000, pp. 311-320.
Coccoli C., L’utilizzo di una piattaforma G.I.S. per la gestione degli interventi sul patrimonio
edilizio esistente (potenzialità e limiti). I casi della Santissima Trinità di Esine (BS) e della
Parrocchiale di Vilminore di Scalve (BG), Tesi di Specializzazione in Restauro dei Monumenti,
Politecnico di Milano, A.A. 2001-2002. Relatore: Prof. Gian Paolo Treccani ; Correlatori: Prof.
Luciano Lussignoli; Dott. Giordano Cavagnini.
Coccoli C., Treccani G.P., Cavagnini G., Catellani M., GIS e conservazione programmata: un caso
applicativo. Il piano di manutenzione della Parrocchiale di Vilminore di Scalve, in
<<MondoGIS>> 37 (2003), pp. 22-25.
Marescotti L., Mascione M., Strutturazione logica delle informazioni e aspetti della tutela.
Integrazione dei cataloghi e dei vincoli dei beni culturali con interrogazioni georeferenziate,
ipertestuali e multimediali, in Pesenti S. (a cura di), Il Progetto di conservazione: linee
metodologiche per le analisi preliminari, l’intervento, il controllo di efficacia. Rapporti di ricerca,
Alinea, Firenze, 2001, pp. 344-361.
Maspoli R., Il ruolo del sistema informativo per pianificare la manutenzione del patrimonio
architettonico storico, in Ripensare alla manutenzione. Ricerche, progettazione, materiali, tecniche
per la cura del costruito, Atti del Convegno di Studi, Bressanone, 1999, pp. 281-290.
Parpagliolo L., Codice delle antichità e degli oggetti d’arte, Roma, 1932.
Popper K., Logica della scoperta scientifica,1934.
Rossari A., Togni R., Verso una gestione dei beni culturali come servizio pullico. Attività
legislativa e dibattito culturale dallo stato unitario alle regioni (1860-1977), Garzanti, Milano,
1978.
Salonia P., Negri A., ARKIS-NET: un WebGIS per la diffusione della conoscenza sul patrimonio
costruito storico, in Atti della Quarta Conferenza di MondoGIS, 2002, pp. 599-604.
Torsello B.P., La materia del restauro. Tecniche e teorie analitiche, Marsilio, Venezia, 1988, pp.
156-202.
Treccani G.P., Ipertesto e progetto di conservazione, in Cavagnini G. (a cura di), Ipertesto e
progetto di conservazione, Vilminore, 1999, pp. 22-34.

10
* Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
** Conservatore - Restauratore.
*** Università degli Studi di Brescia - Dipartimento di Ingegneria Civile - Facoltà di Ingegneria
**** Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggio di Milano.

11

Potrebbero piacerti anche