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Vigne Nuove. Verso un progetto di recupero

Chapter · November 2012

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Manuela Pattarini
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
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Vigne Nuove. Verso un progetto di recupero
Manuela Pattarini

I casi di studio presi in esame dal presente pur nella consapevolezza dell’elevata proba- matiche, sulla base delle quali si è potuto
progetto di ricerca costituiscono un campione bilità di una sua compilazione incompleta procedere all’individuazione di classi di ap-
eterogeneo e, per questo, particolarmente rap- nelle singole fasi di rilevazione. Per questo, proccio e modalità di progetto possibili.
presentativo di complessi di edilizia residen- insieme a fattori quali localizzazione geogra- Nell’identificazione delle questioni comuni
ziale pubblica realizzati nell’Italia centrome- fica, caratteri (naturali ed artificiali) del con- si è operata poi un’ulteriore selezione, mante-
ridionale fra gli anni Trenta e Ottanta del XX testo, dati dimensionali, costruttivi, econo- nendo unicamente quelle verosimilmente
secolo. Le significative differenze riscontrabi- mici, demografici e normativi sono stati realizzabili – in tempi ragionevoli e con costi
li a livello di impostazione progettuale, realiz- considerati elementi storico-archivistici, cul- accettabili – per un adeguamento realmente
zazione e gestione di tali strutture hanno di turali, bibliografici e critici. efficace rispetto alle odierne esigenze, da par-
volta in volta generato problematiche peculia- Più specificamente, secondo le linee tracciate te di una pubblica amministrazione o di un
ri. Allo scopo di produrre le linee guida gene- dalla scheda, ogni gruppo di ricerca ha quin- soggetto privato. Il discrimine ultimo, ma
rali per gli interventi di recupero di questo di condotto in modo sincronico le fasi inizia- non per questo meno importante, nel vaglio
patrimonio – obiettivo ultimo della ricerca – li di studio, affiancando le operazioni da cui dei problemi di cui tener conto, è stata poi la
le fasi iniziali di lavoro sono state finalizzate un intervento di recupero o restauro propria- loro predisposizione ad essere risolvibili tra-
all’individuazione delle questioni comuni, mente detto non può prescindere – rilievo mite azioni puramente progettuali.
dalle quali muovere per organizzare l’ossatura fotografico e metrico-architettonico, analisi
generale di supporto. Perché le prime indagi- del degrado e ricerche archivistico-bibliogra- Prime fasi di analisi
ni seguissero il medesimo iter metodologico e fiche – con interviste ai progettisti, laddove Il gruppo della “Sapienza”, coordinatore del
portassero a dati confrontabili, il gruppo di ancora in vita, e il reperimento e lo studio di progetto di ricerca nazionale, ha individuato
coordinamento ha elaborato una scheda di schizzi e disegni originali di progetto: elemen- in ambito romano due esempi molto distanti
analisi da applicare a tutti i casi di studio pre- ti necessari per comprendere il reale carattere fra loro, in termini fisici, temporali e proget-
si in esame dalle singole unità di ricerca. dei singoli organismi e dosare adeguatamen- tuali: la borgata Quarticciolo, degli anni
Con l’intento di includere la totalità – o qua- te le azioni di riqualificazione. Quaranta (Roma sud-est) e il Piano di zona
si – dei dati necessari alla reale conoscenza di La raccolta dei dati derivanti dalla compila- n.7 “Vigne Nuove”, degli anni Settanta (Ro-
1
un campione tanto eterogeneo, nel formulare zione della scheda tipo e la loro successiva ma nord-est) (Fig.1). Gli interventi sono sta-
la scheda si è scelto un approccio olistico, co- interpretazione hanno generato una casistica ti esaminati da due gruppi distinti, che hanno
sì da renderla quanto più possibile esaustiva, molto ampia e piuttosto completa di proble- operato parallelamente.

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1 Localizzazione dei due casi di studio.


Q: Borgata Quarticciolo
VN: Piano di zona “Vigne Nuove”
2 Piano di zona “Vigne Nuove” – Fabbricato A –
stralcio della pianta del piano 5, scale 1-2-3
3 Piano di zona “Vigne Nuove” – Fabbricato A –
stralcio del prospetto interno
4 Quarticciolo – Prospetto e sezione
del fabbricato 2, 3, 4, 5 – Lotto 4
5 Piano di zona “Vigne Nuove” – Differenti fasi di
progettazione (1971-1972). La prima ad opera
dell’Ufficio Progetti dell’IACP, le altre due del gruppo
di progettisti coordinati dall’Ing. Lucio Passarelli 4

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Durante le ricerche si sono presentate diffi- merito ai particolari esecutivi. Nell’Archivio con elaborati che spaziano dalla scala urba-
coltà notevolmente diverse, che, oltre ad evi- di Lungotevere Tor di Nona è stato però rin- nistica a quella di dettaglio. Per vicende in-
denziare ulteriormente il carattere peculiare venuto dal gruppo di ricerca un documento terne ed esterne all’ATER, è stato impossibi-
di ciascun complesso, hanno dimostrato che particolarmente rilevante per la comprensio- le avere accesso a tali elaborati ma, trattando-
i dati identificati dalla scheda di analisi, pur ne del Quarticciolo e di tutti i complessi si di edifici più recenti, l’incompletezza del
nella loro valenza generale, avevano una ri- abitativi romani di proprietà dell’IFACP (poi materiale d’archivio non ha comportato gra-
levanza variabile a seconda del caso cui di IACP e poi ATER), realizzati fra i primi an- vi lacune nel processo analitico-conoscitivo.
volta in volta si andavano applicando. È per ni del Novecento e la Seconda Guerra Mon- Mediante un’accurata ricerca in emeroteca è
esempio da subito emersa con chiarezza la diale: un abaco di particolari tecnico-co- stato comunque possibile acquisire le nozioni
diversa importanza rivestita dal materiale struttivi – il “Catalogo tecnologico dell’Isti- più rilevanti: sfogliando le principali riviste
d’archivio per i due complessi edilizi. Gli tuto Fascista Autonomo per le Case Popola- di quegli anni si sono reperiti i dati quantita-
elaborati dei fabbricati di entrambi i casi di ri Provincia di Roma” – che rappresentano tivi essenziali, alcuni disegni – anche delle
studio, custoditi nell’Archivio disegni e soluzioni standardizzate, prese a norma per differenti proposte di progetto4 (Fig. 5) – e
2
nell’Archivio Patrimonio dell’ATER Roma, la realizzazione di qualunque intervento di fotografie degli immobili all’epoca della loro
rispettivamente del Lungotevere Tor di No- edilizia residenziale pubblica a Roma in quel realizzazione. In particolare, due elementi si
na e di Via Fulcieri Paulucci de Calboli, pre- periodo. In tal senso la ricerca d’archivio si è sono rivelati essenziali per la comprensione
sentano una notevole approssimazione per rivelata fondamentale per la conoscenza di del sistema costruttivo utilizzato: un’imma-
quel che riguarda i dettagli tecnico-costrut- dettaglio del caso di studio e delle sue pro- gine pubblicitaria dell’impresa di costruzioni5
tivi: le tavole sono volte a chiarire i tagli del- blematiche. che ha realizzato il complesso residenziale –
le unità abitative, necessari per l’assegnazione Per il Piano di zona “Vigne Nuove”, così co- rinvenuta su un numero della rivista Casabel-
degli alloggi, e a fornire un’idea di massima me per la gran parte degli edifici residenziali la6 (Fig. 6) – e l’intervista condotta da alcuni
dell’assetto formale – mediante planimetrie, pubblici romani costruiti dagli anni Settanta membri del gruppo di ricerca all’Ing. Lucio
sezioni e prospetti molto schematici (Figg. in poi, esistono, in un altro archivio dell’azien- Passarelli, capo del gruppo di progettazione
2-4) – ma non forniscono alcuna notizia in da municipale3, tutti i disegni di progetto, del Piano di zona n. 7.

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6 Immagine pubblicitaria della Società


Imprese Industriali
7 Vigne Nuove, spaccato assonometrico
che evidenzia gli elementi costruttivi utilizzati
7 8-10 Foto di cantiere

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La foto promozionale ha permesso di capire valida per la borgata Quarticciolo, edificata ha consentito che prendessero corpo interven-
che il sistema costruttivo degli edifici analiz- interamente in muratura portante. ti di altissima qualità progettuale, con un li-
zati non è di tipo industrializzato o totalmen- L’intervista all’Ing. Lucio Passarelli ha rap- vello di sperimentazione poche altre volte
te prefabbricato, come si era immaginato presentato una rara opportunità, rivelatasi di raggiunto, ha però anche, per la medesima
potesse essere, in analogia con molti casi co- particolare interesse per la reale comprensio- ragione, talvolta generato aberrazioni, spo-
evi, bensì in calcestruzzo armato gettato in ne del clima culturale nel quale hanno preso stando l’obiettivo ultimo della progettazione
opera, integrato con una parziale prefabbri- forma non solamente il Piano di zona “Vigne verso la sperimentazione assoluta, fine a se
cazione7 (Fig. 7). Tale informazione è stata Nuove” ma tutti gli interventi di edilizia pub- stessa8, anziché verso la ricerca di un’adegua-
avvalorata da immagini pubblicate su altre blica, dal carattere sperimentale, edificati tra ta risposta alle esigenze degli utenti. Ammet-
riviste dell’epoca, che documentavano lo sta- la fine degli anni Sessanta e gli ultimi anni tendo il distacco che si era generato in quegli
to di avanzamento della costruzione, e da Ottanta in Italia. Durante la conversazione è anni fra gli “addetti ai lavori” e i fruitori – pur
foto di cantiere in possesso dell’Ing. Passarel- emersa con chiarezza la mai più ripetutasi ricordando quel periodo, a ragione, come una
li (Figg. 8-10), oltre che dalla testimonianza coincidenza d’intenti ed interessi avveratasi sorta di “età dell’oro” della progettazione re-
diretta di quest’ultimo. in quel periodo fra progettisti ed amministra- sidenziale pubblica – l’Ing. Passarelli ha rico-
Vista la diretta relazione che esiste tra il pro- tori, volti gli uni a cercare nuove, adeguate, nosciuto alcuni limiti progettuali, causati
getto di recupero di un edificio e la natura risposte alle crescenti richieste di abitazioni e dallo slancio derivante dalla forse eccessiva
del sistema costruttivo in esso utilizzato, que- al rapido sviluppo urbano, gli altri a dimo- fiducia riposta nelle scelte sperimentali: la
sta scoperta si è rivelata particolarmente im- strare la propria modernità e lungimiranza decisione di realizzare una via commerciale
portante; è infatti in tal modo emersa con nel riconoscere le proposte migliori, guidati soprelevata (Figg. 12-16) senza un preventivo
evidenza l’estrema flessibilità della struttura dall’entusiasmo seguito ai successi dei Piani parere delle associazioni di settore9; l’inseri-
di Vigne Nuove e la conseguente predisposi- INA-Casa. Era quello un periodo in cui i mento di un asse di case a schiera (Figg. 17-
zione del complesso a subire modifiche, anche progettisti avevano “carta bianca”, poiché 18), giustificato da un criterio prettamente
rilevanti, dal punto di vista morfologico e nessun amministratore voleva correre il ri- compositivo ma non rispondente ad esigenze
distributivo (Fig. 11), cosa non altrettanto schio di sentirsi appellare “retrogrado”. Se ciò abitative e prestazionali10. Anche per “Vigne

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11 Pianta di un piano tipo


e impianto strutturale del fabbricato B
(lo schema strutturale è identico
per i tre edifici in linea che compongono
il complesso)
12-13 Spazi comuni vandalizzati
poco dopo la realizzazione del complesso
14 Sezione lungo l’asse pedonale di servizi
soprelevato
15-16 Servizi sopraelevati rispetto all’asse stradale
17-18 Il fabbricato D dalla strada pedonale
di accesso

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19 Sistemazione degli spazi esterni – edifici 21 Sistemazione di spazi esterni attrezzati 23 Schemi aggregativi del fabbricato D
residenziali: schema delle alberature ad alto fusto per il gioco bambini – zona 2d – 15 novembre 1972
20 Sistemazione di spazi esterni attrezzati 22 Sistemazione di spazi esterni attrezzati
per il gioco bambini – zona 2b – 15 novembre 1972 per il gioco bambini – zona 2c – 15 novembre 1972

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Nuove”, però, alcune fonti d’archivio hanno terreno – e con poche piazzole di gioco per i (Figg. 23-27) e una suddivisione degli spazi
rivelato importanti notizie; in particolare gli bambini, dal disegno geometrico molto rigo- interni estremamente razionale. Il corpo di
schizzi e i disegni degli edifici residenziali e roso ma non esattamente funzionali, sia per fabbrica è stato svincolato dalla distribuzione
dell’edificio scolastico conservati presso la dimensione che per il loro posizionamento comune mediante il posizionamento al suo
famiglia dell’Arch. Lambertucci11 e trovati in all’interno del complesso12 (Figg. 20-22). esterno del vano scala15; in tal modo è stato
una fase già avanzata della ricerca, hanno garantito il doppio affaccio per tutte le unità
mostrato un certo squilibrio fra le scelte pro- L’analisi di dettaglio verso il progetto abitative e il disegno degli alloggi non ha do-
gettuali effettuate alle diverse scale. I disegni di recupero vuto sottostare a limiti troppo rigidi, gene-
rinvenuti hanno infatti reso evidente che alla L’analisi più approfondita dei due casi di stu- rando, tramite poche variazioni sul modulo
minuziosa attenzione posta alla scala dell’al- dio ha rivelato che, ai fini del recupero, le base, numerose tipologie simplex e duplex
loggio e degli edifici non corrisponde una tipologie della Borgata sono totalmente ina- (Fig. 28). Un’altra raffinatezza progettuale è
progettazione altrettanto scrupolosa alla sca- deguate rispetto alle necessità e agli standard stata quella di utilizzare un doppio passo
la urbana, dove la sistemazione degli spazi attuali13, mentre il gruppo di progettazione strutturale, riservando l’interasse minore agli
comuni è “risolta” con un’indistinta piantu- del Piano di zona ha gestito magistralmente ambienti di servizio, e gestendo la distribu-
mazione arborea (Fig. 19) – incurante delle la distribuzione degli alloggi, generando una zione interna degli alloggi con un asse trasver-
notevoli differenze di quota altimetrica del straordinaria varietà di tagli dimensionali14 sale centrale (Fig. 29).

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24 Schemi aggregativi del fabbricato C - alloggi simplex

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25 Schemi aggregativi del fabbricato B - alloggi simplex e duplex – scale 1/4 e 13/17

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26 Schemi aggregativi del fabbricato B - alloggi simplex e duplex – scale 5/12

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27 Schemi aggregativi del fabbricato A - alloggi simplex e duplex

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28 Fabbricato A – tagli e conformazioni degli alloggi


29 Fabbricato B – schemi distributivi – scale 7-8-9

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A Vigne Nuove gli alloggi rappresentano da sidenti. L’“appropriazione”17 ha riguardato tine, sono stati occupati illegalmente. Nella
sempre un elemento di forza anche nel giudi- invece, come è normale, i numerosi spazi co- Borgata il progetto dell’impianto urbano ha
zio dei residenti: sin dalle prime interviste ri- muni inutilizzati: aree caratterizzate da una un livello di accuratezza molto maggiore di
sultano essere considerati molto ben progetta- minore definizione (formale, strutturale e/o quello degli alloggi, che necessitano di un in-
ti e di dimensioni più che decorose, anche se funzionale) (Fig. 30). Situazione diametral- tervento abbastanza radicale di riqualificazio-
carenti dal punto di vista delle finiture utiliz- mente opposta di quanto riscontrabile al ne e adeguamento – con le difficoltà dovute
zate16. Per tale ragione gli appartamenti del Quarticciolo, dove gli alloggi sono stati mo- al sistema costruttivo utilizzato. Per questo, a
Piano di zona non hanno subìto modifiche dificati con rifusioni abusive e moltissimi parte rare eccezioni, l’“appropriazione” ha qui
sostanziali realizzate in modo abusivo dai re- spazi interni agli immobili, comprese le can- riguardato più gli spazi interni che gli esterni.

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30 Fabbricato C – spazio comune abbandonato Alla scala urbana, la Borgata si presenta come ci rilevanti, ha causato l’insorgere di problemi
nel piano porticato
un aggregato formalmente e socialmente au- considerevoli nelle soluzioni di attacco a terra
31 Fabbricato C – piano porticato e attacco a terra
tonomo, strutturato attorno ad una piazza (Figg. 31-34), che hanno avuto ripercussioni
32 Locale caldaie – attacco a terra del fabbricato B
principale alberata, dove trovano ubicazione consistenti sull’adeguato funzionamento
33 Fabbricato C – attacco a terra
34 Fabbricato A – attacco a terra
gli edifici pubblici: la chiesa, l’ex-caserma – dell’intero aggregato e hanno generato una
35 Asse dei servizi – passaggio al livello ora occupata – e gli esercizi commerciali. grave carenza dal punto di vista della sicurez-
del piano porticato Questo ha consentito un elevato livello di za, reale e percepita. I “piani porticati” dei
36 Fabbricato A – spazio comune abbandonato “appaesamento”18 da parte degli abitanti e la diversi edifici – dai quali si accede a tutti i
nel piano porticato
conseguente buona manutenzione media di corpi scala – hanno estensioni eccessive, ab-
questi spazi pubblici19 ma, di contro, ha chiu- bondano di anfratti bui e di vicoli ciechi e
so l’intervento entro i propri limiti, impeden- mancano di una reale funzione peculiare21
do la sua integrazione rispetto agli agglome- (Figg. 35-38). Questi spazi sono fra gli ele-
rati adiacenti20. menti più problematici del complesso edilizio
Il Piano di zona presenta, a livello urbano, e sono stati individuati, insieme all’attacco a
limiti notevoli: la noncuranza della morfologia terra, come nodi cruciali per i quali fosse as-
dell’intervento nei confronti della conforma- solutamente necessaria una risposta in sede di
zione del terreno, che presenta salti altimetri- progetto di recupero. La loro natura non è

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37 Fabbricato B – piano porticato


38 Fabbricato B – piano porticato
39 Fabbricato B – piano porticato e attacco a terra
40 Fabbricato A – collegamento verticale
tra il piano dei parcheggi e il piano porticato
41 Fabbricato C – collegamento verticale
39 tra il piano dei parcheggi e il piano porticato

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chiara22 e sono troppo numerose le situazioni carattere assertivo del suo impianto24, Vigne servizi, che non hanno mai funzionato appie-
che ne consentono il libero accesso dalle aree Nuove – come Quarticciolo, seppur per mo- no anche per la loro scarsa accessibilità 26
esterne all’intervento; il loro sovradimensio- tivi differenti – ha mantenuto un forte distac- (Figg. 43, 44).
namento a livello planimetrico corrisponde ad co nei confronti dell’agglomerato circostante. Concluso il momento iniziale della ricerca,
un sottodimensionamento in alzato, che ge- Pur non riuscendo a raggiungere una reale prima di procedere con le proposte progettua-
nera un senso di oppressione notevole, esalta- integrazione all’interno dell’organismo urba- li, i differenti gruppi hanno confrontato i da-
to dalla mancanza quasi totale di luce natura- no, questo intervento si è salvato dal destino ti emersi nelle fasi di analisi condotte in pa-
le. Fra questi livelli e i parcheggi sottostanti di “ghetto”, spettato a molti complessi di edi- rallelo, per definire linee di intervento gene-
esistono pochi collegamenti verticali23 (Figg. lizia pubblica suoi coetanei, grazie all’ubica- rali e comparabili. Durante il confronto si è
39-42) – sebbene il progetto ne prevedesse in zione relativamente centrale rispetto al resto osservato che gli esempi analizzati, nonostan-
numero maggiore ma comunque non suffi- della città e alla sua vicinanza con elementi te avessero problematiche peculiari da risolve-
ciente, per quanto si può evincere dalle piante di richiamo urbano25. re con soluzioni ad hoc, presentavano effetti-
custodite nell’archivio Lambertucci – questo Un altro elemento problematico identificato vamente elementi di affinità risolvibili sul
elemento non fa che incrementare il senso di come possibile ambito di intervento proget- piano progettuale mediante interventi classi-
insicurezza nelle zone di accesso agli alloggi. tuale – correlato in parte alla sistemazione ficabili secondo differenti gradi d’impatto.
Nonostante la suddetta permeabilità rispetto dell’attacco a terra e dei piani porticati – è In particolare, le questioni comuni sono rin-
alla porzione di città limitrofa, per il forte quello dell’ubicazione e della tipologia dei tracciabili nella mancanza di connessioni

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adeguate con l’aggregato limitrofo, nell’assen- problems, solvable through design strategies. Mem- 42
za d’idonei spazi di filtro fra ambiti di diffe- bers of the research group have carried out the study
rente natura (pubblica, privata, semi-pubbli- of the “Vigne Nuove” housing complex in Rome.
Following the unified analysis method, they carried
ca, semi-privata), nella scarsità di definizione
out on-site surveys, obtained original drawings and
formale, funzionale e strutturale degli spazi records from available archives and interviewed the
esterni di pertinenza degli edifici (anche se in design team’s leader, engineer Lucio Passarelli. The
misura differente per i singoli casi), oltre, ov- relatively few drawings retrieved from the ATER
viamente, nella necessità di adeguamento ai archives proved insufficient to fully understand the
nuovi requisiti normativi dal punto di vista complex. Some information could be derived from
energetico, strutturale e di accessibilità. other sources, such as advertising of the construction
company in an architecture magazine, dating back
In conformità con quanto ipotizzato in fase to the years in which Vigne Nuove was built. After
preliminare, si è potuto inoltre verificare che having collected all available data, the main prob-
la reale comprensione dell’essenza ed origine lems of the residential neighbourhood were identi-
di tali fattori, seppur in parte riscontrabili fied, in order to define possible intervention strate-
tramite sopralluoghi e rilievi metrico-fotogra- gies. Most issues are recordable at the urban scale,
fici, è stata possibile solo grazie alla minuzio- and can be observed in several other case studies as
well: the inefficient location of public functions, the
sa ricerca condotta secondo quanto delineato
lack of well-designed public spaces, the inappropri-
dalla scheda di analisi predisposta. ate layout of a group of terraced residential units, the
Gli elementi di contatto elencati hanno rap- incorrect definition of ground floor spaces.
presentato, nelle fasi successive della ricerca,
i punti fondamentali dai quali hanno preso
le mosse le proposte d’intervento progettuale, Note
pur mantenendo queste un’adeguata differen-
ziazione in base ai caratteri specifici di cia- 1 Quarticciolo – progettazione: 1938-39; realizzazio-
scun caso di studio e al gruppo progettuale. ne: 1941-43 (I fase) e 1952-55 (II fase); Vigne Nuove
– progettazione: 1972; realizzazione: 1973-79.
2 Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale.
Abstract
3 “Archivio costruzioni e Archivio disegni post-‘70”,
Vigne Nuove. Towards a Renovation Project. The aim viale di Valle Aurelia, 201. Tale archivio è rimasto
of this research project was to identify common ele- inaccessibile per tutta la durata della ricerca.
ments among the wide variety of issues which can 4 Nel 1969 la GESCAL decide un finanziamento
be recorded while investigating a large amount of straordinario, che prevede in via sperimentale la con-
different case studies. The research group has there- temporanea costruzione di alloggi ed attrezzature
fore chosen to adopt a holistic approach to set-up the collettive. L’intervento costituisce il più grande appal- 42 Fabbricato A – Piano dei parcheggi
analysis form, in order to include most of the matters to singolo effettuato fino a quel momento dall’Istitu- e del passaggio soprelevato di collegamento
involved. During the analytic phase each group had to Autonomo Case Popolari. Nel 1971 l’Ufficio Pro- fra la viabilità pubblica e il piano porticato
to compile the various sections of this form, to ob- getti dell’IACP elabora un planivolumetrico, succes- 43 Edilizia non residenziale e servizi – progetto
tain comparable data and pinpoint some common sivamente approvato dall’Amministrazione comuna- 44 Edilizia non residenziale e servizi – stato di fatto

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le. Sulla base del planivolumetrico redatto dall’Ufficio trollo, poi occupati in modo illegittimo e accrescen- un manufatto o di un bene (in sintesi: la possibilità di
Progetti, l’IACP affida l’incarico del progetto archi- do il senso di insicurezza negli abitanti. adoperarlo beneficamente).
tettonico ad un gruppo coordinato dall’Ing. Lucio
Queste abitazioni sono totalmente inadeguate:
10 In Sociologia: la possibilità che un luogo urbano
18
Passarelli, che modifica in maniera sostanziale lo sche-
perennemente in ombra e prive d’idonei riscontri ha di diventare simbolo di qualcosa che vale (non
ma, tanto da rendere necessaria l’adozione di una d’aria a causa dell’incombenza volumetrica del pro- necessariamente a livello artistico o economico).
variante urbanistica. Nel settembre del 1972 l’Ammi- spiciente edificio in linea dalla planimetria zigzagan-
nistrazione comunale approva definitivamente il pro- te – il fabbricato B – l’elemento dimensionalmente L’appaesamento e la manutenzione sono a livelli
19

getto e l’anno successivo iniziano i lavori che si con- più rilevante dell’intero complesso residenziale e molto inferiori negli spazi di pertinenza dei singoli
cludono nel 1979, con un notevole ritardo rispetto ai quello che caratterizza maggiormente l’intervento. edifici, molto meno definiti formalmente e funzio-
tempi previsti dai programmi di attuazione. nalmente.
11 Arch. Alfredo Lambertucci: componente del grup-
5 SII - Società Imprese Industriali. po di progettazione del Piano di zona. 20 Ciò è stato esaltato dalla presenza, nell’area limi-

trofa, di vincoli di natura geomorfologica.


6 Cfr. “Casabella”, 1978, 438. 12 Erano previsti in posizioni non facilmente visibili
dagli edifici, tali da non consentire un adeguato con- «…forse le case dentro sono abbastanza ampie, per
21
7 Elementi realizzati con sistemi “tradizionali” o me-
trollo dei bambini da parte delle madri; prevedevano quello sì, ma è come è fatta fuori, tutti questi sotter-
diante l’utilizzo di prefabbricazione parziale: struttu-
inoltre, al loro interno, un numero eccessivo di salti di fugi che ci stanno, non so a che servono, non c’è un
re portanti verticali ed orizzontali (telai in c.a. trasver- quota superati tramite rampe di scale, elementi non po’ più di verde per i bambini, tutti posti macchina.
sali, con sbalzi terminali e solai gettati in opera con consigliabili in aree gioco per l’infanzia. Cfr. Mar- Qui d’altronde siamo tante famiglie, potevano farci
casseforme a perdere o prefabbricati); tramezzi inter- tinelli f., Roma Nuova. Borgate spontanee e inse- qualche altra cosa; hanno fatto tutti questi sotterfu-
ni (in blocchetti di gesso o argilla espansa); pavimen- diamenti pubblici: dalla marginalità alla domanda di gi, che poi a che servono uno ancora non lo sa.» Cfr.
ti degli appartamenti (marmette 25x25 cm in grani- servizi, Milano, Franco Angeli, 1986, p. 103. martinelli f., op. cit. , p. 103.
glia porfirica rosso bruno); intonaci e tinteggiature;
impianto elettrico; impianto di riscaldamento (con Con alloggi di dimensioni anche molto ridotte
13
Mancano di adeguati spazi di filtro fra le zone
22

produzione di calore centralizzata) a gas metano. Ele- (inferiori a 30 m2), totale assenza di spazi di distri- più prettamente pubbliche e quelle private; gli atri
menti totalmente prefabbricati: pannelli di tampona- buzione comuni e di ascensori e mancanza di ade-
d’ingresso dei diversi corpi scala non sono dotati
guati spazi di disimpegno all’interno degli alloggi.
mento degli edifici (pannelli - parapetto, di raccordo, di uno spazio di sosta adeguato. Cfr. Martinelli f.,
di coronamento, etc.) di diversa modalità di montag- Con alloggi che variano da un minimo di circa 100
14 op. cit., p. 103.
gio e di diversa finitura superficiale (graniglia di mar- m2 ad un massimo di circa 125 m2.
Rappresentati unicamente da rampe di scale: gli
23
mo o cemento); setti portanti (c.a. a vista) delle schie-
Di contro, si è venuto a creare un problema di
15
ascensori partono dal piano porticato e non arrivano
re del fabbricato D (prefabbricati a piè d’opera); in-
scarsa illuminazione naturale negli ambienti a ridos- al livello dei parcheggi.
fissi esterni in acciaio scatolare; pareti unificate dei so dei cilindri di distribuzione verticale, ma i pro-
bagni. Fondazioni: pali di diametro 800 mm profon- gettisti hanno saputo “minimizzare il danno” desti-
24 «La struttura interna delle case è giudicata buona
di in media 16m; carico massimo per palo: 150t. nando quella posizione agli ambienti di servizio e funzionale da quasi tutti gli assegnatari intervista-
(bagni e cucine). ti. Il contrario, invece, per la struttura edilizia ester-
8 È questo il periodo in cui prende piede il concetto
na, giudicata troppo moderna e da taluni “troppo
di “autonomia disciplinare” in campo architettoni- Nelle interviste riportate nel libro di Martinelli gli
16
complicata per poter essere utilizzata dal tipo di per-
co, che ha avvicinato il fare progettuale al fare arti- abitanti si lamentano del linoleum nero a bolle utiliz- sone che risiedono nel complesso”.» Cfr. Marti-
stico, svincolando la nostra disciplina dalle incom- zato per le parti comuni esterne, che risulta difficile nelli f., op. cit., p. 110.
benze di carattere etico e funzionale. Cfr. TODARO da pulire e che in estate, surriscaldandosi, emette un
B., Umbram non rem persecuti videntur. Attenti ai odore acre, intenso e sgradevole. Cfr. MARTINELLI Fra le altre, la nuova centralità “Porta di Roma”,
25

Begriffi dell’architettura!, in L. Reale (a cura di), La F., op.cit., p. 101. per raggiungere la quale si deve quasi necessariamen-
città compatta, Roma, Gangemi, 2012, pp. 6-8. 17 Dando al termine il significato che esso ha in So-
te intersecare il Piano di zona “Vigne Nuove”.
9 Sin dalla sua inaugurazione questo asse non è mai ciologia, ossia: l’opportunità di esprimere quotidiana- 26 Cfr. MARTINELLI F., op. cit., pp. 110-114.
stato utilizzato, generando spazi comuni privi di con- mente il valore d’uso di un agglomerato urbano, di

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Autore

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