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Parte I

ECHINOPSIS PACHANOI

CAPITOLO 1 - Aspetto botanico

1.1. Classificazione

1.2. Descrizione botanica

1.3 Coltivazione

CAPITOLO 2 – Aspetto etnobotanico

2.1. Echinopsis pachanoi: storia ed origini

2.2. Il San Pedro nella cultura sciamanica

CAPITOLO 3 – Aspetto chimico- tossicologico

3.1. Echinopsis pachanoi: principi attivi ed aspetti chimici

3.2. La mescalina: meccanismo d’azione ed effetti.

3.3. Uso della mescalina in terapia.

3.4. Tossicità.
CAPITOLO 1- Aspetto Botanico

1.1. Classificazione

Nome botanico: Echinopsis pachanoi (Britton & Rose) H.

Friedrich & G.D.R.

Nome comune: San Pedro (Europa, Asia), Achuma o

Huachuma

(sud America).
Figura 1. Echinopsis pachanoi, orto botanico di Catania.
Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta

Classe: Magnoliopsida

Ordine: Caryophyllales

Famiglia: Cactaceae

Sottofamiglia: Cactoideae

Tribù: Trichoceree

Genere: Echinopsis

Il cactus Echinopsis pachanoi1, chiamato anche San Pedro

cactus dalle culture indigene2 è originario del sud

America, principalmente delle zone del Perù, Bolivia ed

Ecuador.

Il Botanico Backeberg3 ha individuato circa 47 specie di

Echinopsis pachanoi in una zona che copre la vasta area

1
Sinonimi: Trichocereus pachanoi, Cereus pachanoi.
2
Chiamato San Pedro dalla contaminazione cristiana in sud America;
il cactus porta il nome del santo che detiene le chiavi del paradiso,
poiché si presume che la pianta abbia il potere di aprire il regno dei
cieli a chi ne fa uso.
3
Curt Backeberg è stato un ricercatore botanico, autore di varie opere
sulle Cactaceae.
dallo stato dell’Ecuador allo stato dell’Argentina. In Perù

sono state individuate e classificate circa 13 specie di

Echinopsis Pachanoi dallo stesso Beckeberg, presumendo

che il cactus San Pedro predilige la zona delle Ande

peruviane, crescendo ad un’altezza di 2000-3000 metri,

favorito da clima piovoso e sopportando bene le basse

temperature della fase invernale.

1.2. Descrizione botanica

Echinopsis pachanoi ha un portamento colonnale, può

presentarsi con uno o più fusti molto robusti,

possibilmente ramificati. La pianta ha una spiccata

capacità di crescita verso l’alto, raggiungendo facilmente i

6 metri di altezza. L’esemplare di Echinopsis Pachanoi più

alto ha raggiunto circa i 12 metri di altezza. Il cactus ha un

ritmo di crescita abbastanza rapido4.

4
Echinopsis pachanoi cresce in altezza circa 30 cm l’anno.
I fusti si presentano di colore verde glauco5, con

l’avanzare dell’età il caratteristico colore può divenire più

scuro. Il fusto presenta delle costole larghe alla base che si

restringono divenendo più spiccate ed arrotondate verso

l’apice. Le costole possono variare di numero (da 4 a 8);

secondo le tradizioni sciamaniche il cactus che presenta

quattro costole sia più raro e molto più potente in ambito

ritualistico6. All’apice le costole si presentano con una

depressione orizzontale sopra le areole con delle spine di

colore giallo scuro, le areole sono distanziate fra di loro di

circa 2 cm negli esemplari adulti.

5
Verde chiaro/ blu verde.
6
Per le tradizioni sciamaniche il numero 4 fa riferimento alle quattro
direzioni, ai quattro venti, ai quattro altari del cammino spirituale
corrispondenti agli elementi terra, acqua, fuoco e aria.
Figura 1: costole del Cactus San Pedro. Figura 2: portamento colonnale del
Cactus San Pedro

La fioritura del San Pedro avviene quando la pianta è già

nella fase adulta, più o meno i fiori dovrebbero crescere

quando l’esemplare raggiunge circa i dieci anni di età. I

fiori sono molto grandi, gamopetali ed imbutiformi,

possono raggiungere i 22 cm di diametro, sono di color

bianco, molto profumati e vistosi. Il fiore si apre

principalmente durante le ore notturne rimanendo aperto

fino al mattino seguente. La fioritura avviene

principalmente nel mese di luglio. I frutti sono ricoperti di

squame e di peli, sono oblunghi di circa 5/6 cm, di color

verde scuro.

1.3. Coltivazione

Il cactus Echinopsis pachanoi essendo molto resistente alle

temperature più basse si adatta bene alla coltivazione in

piena terra. È definito di facile coltivazione. Necessita di

annaffiature abbondanti se deve affrontare delle estati

torride, richiedendo un terreno abbastanza drenante. Le

piante adulte prediligono un’esposizione solare costante,


mentre gli esemplari più giovani possono essere tenuti

all’ombra ma richiedendo sempre un’esposizione solare

indiretta o diretta nelle ore meno calde; l’eccesso di ombra

potrebbe provocare pallore ed assottigliare il fusto. Il

cactus può presentare delle malattie fungine che si

possono manifestare con macchie nere di forma

rotondeggiante lungo il fusto.7

CAPITOLO 2- aspetto etnobotanico

2.1. Echinopsis pachanoi: storia ed origini.

Le origini sulla conoscenza e sull’uso del cactus

Echinopsis pachanoi sono antichissime, risalenti ai tempi

preincaici in sud America. Notizie sull’utilizzo del cactus

risalgono a più di 10.000 anni fa; frammenti di spine e

residui di parti di pianta delle specie di Trichocereus sono

state ritrovate in alcune grotte nell’area del Perù risalenti

al 8200 a.C. circa.8 Molti ritrovamenti sono stati riscontrati

in tutta la storia delle popolazioni indigene fino ai giorni

odierni, concentrati principalmente nelle aree del Perù,

Ecuador, Colombia, Bolivia; questo fa intendere come

l’uomo della cultura meso-americana sia stato sempre

accompagnato dalla figura del cactus. Echinopsis pachanoi


7
Malattie causate principalmente da funghi, batteri e muffe.
8
Giorgio Samorini, ‘archeologia del San Pedro’.
è chiamato in maniera particolare dalle civiltà del sud

America. Nella lingua originaria Quechua9 prende il nome

di Huachuma, Wachuma, Achuma, uno dei significati

letterali del nome è ‘tagliare la testa’10, alludendo

all’effetto psicoattivo del cactus che si dice abbia la

capacità di tagliare i pensieri superflui della mente per

riuscire ad ascoltare in profondità la propria anima. Dopo

la colonizzazione spagnola, nel periodo post ispanico,

favorito dalla contaminazione cattolica, il Huachuma

prende il nome di San Pedro, alludendo al santo che

detiene le chiavi del paradiso poiché si crede che il cactus

abbia il potere di mostrare il regno dei cieli a chi lo

utilizza per scopi spirituali e per pratiche di guarigione.

2.2. Il San Pedro nella cultura sciamanica.

Gli sciamani o guaritori utilizzano il San Pedro da tempi

antichissimi, essi prendono il nome di Huachumeros da

Huachuma, coloro che utilizzano il potere del cactus. La

cultura sciamanica ha sempre fondato le proprie radici

sull’utilizzo delle piante allucinogene come il San Pedro,

utilizzandolo nei rituali o cerimonie di guarigione e per

parlare con il divino.11 L’approccio sciamanico con le

piante psicotrope è basato principalmente sul rispetto e

9
Lingua nativa americana del sud America.
10
‘che taglia l’ego’.
11
Sè superiore, Dio, universo.
sull’umiltà nei confronti del mondo vegetale poiché si

crede fermamente che l’effetto psichedelico di tali specie

sia dovuto al fatto che al loro interno risieda uno spirito

appartenente all’energia di Pachamama, spirito della Terra

ed energia creatrice e guaritrice. Molte piante psicotrope

come il San Pedro sono definite piante maestre o di potere

proprio perché vi è la credenza che lo spirito che vi abita

possa guidare l’uomo nel proprio cammino di vita ed

insegnare le leggi divine dell’universo e della natura. La

preparazione del cactus, per scopi cerimoniali, consiste nel

tagliarlo a fette più o meno larghe, rimuovere la parte

esterna con le spine e bollire solo la polpa per circa 6-8 ore

finché il composto non si restringe e diventa più o meno

denso. I rituali sciamanici con le piante maestre sono

accompagnati da canti antichissimi, molti in lingua

Quechua, per far muovere le energie attraverso il suono e

la musica; le cerimonie durano parecchie ore, di solito la

tempistica equivale alla durata dell’effetto psicotropo della

pianta utilizzata. Huachuma è utilizzato anche a scopo

curativo a livello fisico e mentale, non solo per scopi

spirituali o culturali. Il viaggio psichedelico che l’iniziato

compie non riguarda solo la sfera mentale e la coscienza

ma anche il corpo fisico. Alcuni effetti dell’utilizzo del

San Pedro, definiti collaterali, come vomito e diarrea sono

definiti ‘purga’ dalla cultura sciamanica, ciò rappresenta la


pulizia energetica del presunto malanno attraverso

l’espulsione dal corpo fisico. Infatti prima di compiere

qualsiasi cerimonia con le piante maestre è opportuno

preparare il corpo attraverso diete particolari e digiuni

terapeutici e preparare anche la mente per affrontare il

cosiddetto ‘salto dell’anima’.12

Ancora oggi in sud America ed in particolare nelle zone

del Perù, la tradizione sull’utilizzo del San Pedro è ancora

viva e diffusa; le pratiche spirituali e di guarigione con le

piante psicotrope o piante maestre sono definite

patrimonio culturale e considerate come vere e proprie

pratiche di medicina alternativa naturale che spaziano

dalla cura del corpo e della mente, al risveglio della

coscienza attraverso la pratica cerimoniale sotto la saggia

guida di uno sciamano o curandero.13

CAPITOLO 3- aspetto chimico-tossicologico

3.1. Echinopsis pachanoi: principi attivi ed aspetti chimici.

Il cactus San Pedro contiene vari alcaloidi; il principale

alcaloide è la mescalina14, ritroviamo in minime quantità

altri alcaloidi come la tiramina, ordeina, 3-metossitramina,

12
Dissociazione dell’anima dal corpo fisico durante l’esperienza
psichedelica.
13
‘che cura’, guaritore.
14
Si stima il 2,375% nella pianta essiccata.
analaninina, analonidina. Gli alcaloidi sono una classe di

composti organici derivati dell’ammoniaca, fanno parte

della classe delle ammine considerate biologicamente

attive, sintetizzate da molte piante e da alcuni animali

come sistema di difesa. La produzione di alcaloidi nelle

specie di Echinopsis pachanoi dipende dal tipo di cactus,

altezza e dimensione, dalla longevità della pianta, dal

momento della raccolta in base al clima e alla stagione, si

preferisce la raccolta invernale del cactus ad un’età più o

meno adulta (>10 anni.). La mescalina è l’alcaloide più

abbondante in natura insieme a DMT15 e psilocibina16.

L’alcaloide mescalina è presente in varie specie di cactus

definiti mescalinici, oltre Echinopsis pachanoi,

menzioniamo Lophophora williamsii (cactus Peyote),

Lophophora decipiens, Echinopsis peruviana. La

mescalina è contenuta nella parte carnosa del cactus San

Pedro, si stima che 100 g di polpa di cactus contengano

circa 120 mg di alcaloide mescalina; 350-400 mg sono la

dose stimata per avere un’esperienza psichedelica.

Mescalina, formula di struttura.

17

15
Dimetiltriptamina. Triptamina allucinogena contenuta nella maggior
parte delle piante e nel fluido cerebro spinale degli esseri umani.
16
Principio attivo dei funghi allucinogeni.
17
https://it.wikipedia.org/wiki/Mescalina
Nome IUPAC: 2- (3,4,5, trimetossifenil)etanammina.

Formula bruta: C11, H17, NO3

La mescalina appartiene alla famiglia delle fenetilammine,

composti aromatici contenenti un gruppo amminico. A

livello chimico la struttura di base di questi composti è

uguale a quella di alcune sostanze rilasciate nel nostro

organismo dal sistema endocrino come le catecolammine

tra cui dopamina, adrenalina e noradrenalina. Vi è una

classe di fenetilammine chiamate psichedeliche che prende

il nome di 2C- class; questi composti sono accumunati

dalla presenza di due atomi di carbonio fra il gruppo

aromatico e il gruppo amminico, fra di loro differiscono

per la sostituzione degli atomi di carbonio sull’anello

benzenico.

3.2. Mescalina: meccanismo d’azione ed effetti.

L’alcaloide mescalina appartiene alla classe chimica delle

fenetilammine psichedeliche 2C- class18. Le fenetilammine

agiscono principalmente su tre regioni del cervello: locus

coeruleus, la cui funzione è la ricezione degli input

sensoriali dal corpo; nucleo motore facciale e corteccia

cerebrale. In queste regioni del cervello sono presenti i

recettori 5HT2a, ovvero i recettori serotoninergici situati

nel sistema nervoso centrale e periferico e sulle membrane


18
Alexander Shulgin, chimico farmacologo, PiHKAL, ‘a chemical
love story’.
delle cellule nervose. Il meccanismo d’azione di questa

famiglia di composti consiste nell’inibizione della

ricaptazione di serotonina e di catecolammine come

dopamina e noradrenalina. La mescalina, come la maggior

parte delle sostanze allucinogene, è agonista del recettore

5HT2a. Il ruolo principale di questa classe di recettori è la

regolazione della trasmissione sinaptica, la modulazione

del rilascio di molti neurotrasmettitori come appunto le

catecolammine, acido glutammico, GABA e altri vari

ormoni come il cortisolo, prolattina ed ossitocina. Questi

recettori contribuiscono ad influenzare molti processi

neurologici e fisiologici dell’organismo come la memoria,

gli stati d’animo, gli stati di coscienza e conoscenza,

concentrazione, ritmo sonno-veglia, tono dell’umore,

immaginazione, percezioni sensoriali e comportamento.

Anche molti farmaci antidepressivi, i cosiddetti

psicofarmaci, utilizzati per il disturbo dell’umore e per la

depressione hanno come bersaglio i recettori 5HT2a. La

mescalina agisce sull’area cerebrale connessa al nervo

ottico, quest’interazione spiega la generazione di visioni

ed allucinazioni visive e la manifestazione del fenomeno

della sinestesia19. Gli allucinogeni mostrano attività

agonista oltre che sul recettore 5HT2a anche per i recettori

19
Fenomeno percettivo sensoriale, in cui i sensi si scambiano o si
accavallano fra di loro. Ad esempio: udire un colore o vedere un
sapore.
di classe simile come 5HT2b e 5HT2c; questi ultimi si

occupano della modulazione dell’attività neuronale della

dopamina. Le sostanze psichedeliche agendo come

agonisti del recettore 5HT2c riducono la funzione

dopaminergica meso limbica, meccanismo d’azione

utilizzato da vari farmaci antidepressivi; quest’interazione

potrebbe spiegare il perché le sostanze allucinogene

possono essere utilizzate per il trattamento di dipendenze,

comportamenti tossici d’abuso e depressione. La

mescalina può essere ingerita sotto forma di tè, attraverso

la bollitura della polpa del cactus San Pedro o del Peyote,

oppure si può assumere sintetizzata sottoforma di polvere

o capsule. Dopo le prime 1-2 ore dall’assunzione gli effetti

iniziali che possono comparire sono nausea e vomito,

successivamente inizia il viaggio allucinatorio

riconducibile ad uno stato onirico. Attraverso la

stimolazione del simpatico centrale, l’effetto della

mescalina è caratterizzato da aumento della pressione

sanguigna, aumento della temperatura corporea e

dilatazione delle pupille. I principali effetti psichici sono

modificazioni della percezione visiva e sensoriale,

alterazione dei colori e dei suoni, amplificazione della

coscienza. La durata della sostanza è di circa 6-9 ore,

dipende dalla dose di assunzione e si può protrarre fino a

12 ore. I consumatori di cactus mescalinici descrivono le


sensazioni del viaggio come esperienze rivelatrici che

hanno un impatto profonda sulla loro coscienza,

dissoluzione dell’ego, euforia mistica e senso di

appartenenza e connessione con l’esistenza.

3.3. Uso della mescalina in terapia.

La mescalina è stata usata a scopo terapeutico fin

dall’antichità dagli sciamani e dalle tribù meso-americane

attraverso l’assunzione del cactus San Pedro e Peyote nei

rituali di guarigione fisica, mentale e spirituale. Questa

tradizione è rimasta viva fino ai giorni odierni, abbiamo

assistito all’espansione delle esperienze cerimoniali che

coinvolgono l’uso di sostanze psicotrope provenienti dalle

piante maestre o di potere. In sud America, negli ultimi

decenni, stanno sorgendo nuovi centri ed associazioni che

si occupano di terapie psicologiche e di disintossicazione

in un cui vengono utilizzate sostanze allucinogene come

mezzo di guarigione 20. Le terapie psichedeliche

nell’occidente ricoprono quasi un secolo di ricerca e

sperimentazione. La mescalina fu isolata nel 1897 dal

chimico Arthur Heffter e fu sintetizzata nel 1919. Una

prima fase, definita ‘’paradigma psicotomimetico’’,

dedicata all’utilizzo della mescalina in terapia ricopre il

periodo dai primi anni del ‘900 agli anni ’50 21. Molti
20
Ad esempio il centro Takiwasi in Perù.
21
Vedi Giorgio Samorini, terapie psichedeliche vol.1,2.
medici psichiatri effettuarono esperimenti su soggetti sani

per verificare e raccogliere testimonianze sull’esperienza

psichedelica scaturita dalla sostanza e sperimentazioni

sulla cura dei disturbi in ambito psichiatrico. Molte terapie

ebbero successo in soggetti affetti principalmente da

depressione, disturbi della personalità di differente gravità,

ad esempio i casi clinici dei dottor Guttmann e Maclay nel

1936. Vi furono parecchi articoli pubblicati da medici

italiani sull’uso e la ricerca della mescalina come ad

esempio citiamo: ‘’ricerche tossicologiche e

farmacologiche sulla mescalina’’, prof. G. De Nito nel

1934; ‘’il mescalismo’’, G. Lorenzini nel 1930; ‘’studio

clinico-biologico delle reazioni indotte dal solfato di

mescalina e dall’acido lisergico (lsd 25) in malati di

mente’’, I. Sanguineti- G.C. Zapparoli- R. Laricchia.

Furono scritti libri e saggi sulla mescalina come ‘’The

door of perception’’ di Aldous Huxley nel 1954,

descrivendo l’esperienza significativa della realtà vissuta

attraverso l’effetto della sostanza allucinogena mescalina,

definendo le visioni e le intuizioni come esperienze sacre e

di estasi mistico-spirituale. Da qui in poi, dopo la scoperta

e sintesi di altre sostanze allucinogene come ad esempio

LSD, inizia la fase della rivoluzione psichedelica,

caratterizzata dal periodo della cultura hippie diffuso in

America ed Europa negli anni ’60, in cui l’uso di sostanze


psicotrope e la ricerca di stati di coscienza alterati erano i

principali ideali dello stile di vita dei figli dei fiori.

Durante questi anni emersero grandi promotori delle

sostanze psichedeliche come il ricercatore di psicologia e

scrittore Timothy Leary, autore di ‘’The psychedelic

experience’’ e pioniere dello studio e dell’uso degli

psichedelici. Molti studi e ricerche cessarono dopo che la

legislazione degli Stati Uniti dichiarò la mescalina illegale

negli anni ’70, anni in cui gli psichedelici vennero messi al

bando anche in Europa. Dagli inizi degli anni ’90 venne

istituita la Native American Church che utilizza gli

enteogeni come il Peyote e altri cactus mescalinici per

scopi religiosi e di guarigione, praticata da più di

cinquanta tribù native americane. Gli allucinogeni

sparirono dalla terapia clinica per decenni, finché nei

primi anni 2000 ripresero alcuni studi in America, in

particolare riguardanti la somministrazione di psilocibina

in ambito psichiatrico all’università dell’Arizona. Vi fu,

inoltre, una ripresa delle ricerche farmacologiche e

neurofarmacologiche sugli psichedelici negli anni ’90 con

gli studi del dottor R. Strassman con la molecola del

DMT, dimetiltriptamina.22 Negli ultimi anni le

neuroscienze cognitive stanno rivalutando e sviluppando

nuove intuizioni e metodi sull’utilizzo degli psichedelici

22
Rick Strassman, ‘’DMT la molecola dello spirito ’’.
sulla modifica degli stati di coscienza e nelle terapie

contro la depressione. 23

3.4. Tossicità

I dosaggi d’assunzione della mescalina sono di circa 200-

400 mg. Ad elevati dosaggi (> 2 g), la mescalina può

causare effetti tossici al fegato, arresto respiratorio,

aumento della pressione sanguigna, convulsioni

epilettiche. I dosaggi elevati però sono di difficile

somministrazione e manifestazione poiché bastano solo

circa 400 mg per avere un effetto intenso e duraturo della

sostanza, quindi il rischio che si possa verificare un abuso

o un eccesso di sovradosaggio è abbastanza raro. Infatti le

sostanze psichedeliche che vengono assunte in termini di

micro dosaggio sono la mescalina, LSD e psilocibina. Il

micro dosaggio si riferisce al fatto che è possibile

assumere una sostanza ed aver un effetto a dosi molto

inferiori rispetto alla dose soglia 24. I rischi legati

all’assunzione di mescalina riguardano effetti collaterali a

livello psicologico se il tipo di esperienza risulta negativa

ed alterare la sensibilità psichica del soggetto. Questi

effetti collaterali sono principalmente causati

dall’assunzione di alti dosaggi di mescalina (> 600 mg). Si

23
https://www.scienzainrete.it/articolo/rinascimento-psichedelico-gli-
studi-sulla-psilocibina/gaetano-di-chiara/2021-06-17
24
Livello di dose in cui si manifestano effetti tossici.
raccomanda, prima di usare qualsiasi sostanza psicotropa,

di curare il set ed il setting, ovvero lo stato mentale attuale

del soggetto e l’ambiente fisico e sociale in cui si svolge

l’esperienza del trip 25. Questo tipo di risultato è

assolutamente soggettivo come anche il rischio della

manifestazione di attacchi di panico, stati d’ansia o paura

durante l’esperienza psichedelica. La mescalina non

provoca dipendenza né fisica né mentale e non può essere

considerata una sostanza d’abuso. Invece, la mescalina

può provocare tolleranza anche dopo la prima assunzione

e quindi è necessario aumentare la dose per avere un

effetto se i periodi fra un’esperienza e l’altra sono di breve

durata fra di loro, questo fenomeno potrebbe essere la

causa che porta i soggetti all’assunzione di dosaggi elevati

e al rischio di superare la dose soglia con la

manifestazione di effetti tossici e collaterali.

25
‘viaggio’ provocato dall’assunzione di allucinogeni.

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