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E
dalla finestra entrava la fredda luce rossa di una giostra nel piazzale di fronte. il denso fumo
nero del sigaro della sua compagna di letto, una giovane donna francese, riempiva il piccolo
appartamento e gli intorpidiva i polmoni. la bellezza di lei era tale da essere paragonata a
elena di troia: aveva occhi neri profondi come l’abisso e capelli corvini che le incorniciavano
il viso pallido. aveva labbra rosse e carnose e ciglia folte e sensuali. era molto ricercata tra
gli scapoli di parigi, che le facevano la corte, intenti a portarla all’altare, se possibile, a letto,
nel peggiore dei casi. Eppure, in quell’afosa sera d’estate, Reuben, pur essendo in una
situazione invidiabile, non era felice come sarebbe dovuto essere. la sua mente vagava in
luoghi lontani: attraversava la manica e superava l’oceano, catapultandosi verso l’america e
da lì verso Spoon River. chissà com’era cambiato il suo piccolo paesino d’infanzia. aveva
sentito che avevano avuto certi problemi, thomas rhodes aveva rubato dei soldi, la banca
era fallita ma lui l’aveva fatta franca, a scapito di tutti i suoi poveri impiegati. gli avevano
detto anche che il proibizionismo aveva riscosso un certo successo anche lì, sempre per
merito di rhodes, e che la gente si era fatta più irrequieta. ma a lui i dispiaceri dei cittadini
non importavano, la sua mente strisciava selvaggia verso altri momenti, più lieti e colmi di
malinconia: lui con i suoi amici che bevevano il sidro dal vecchio siever dopo scuola; oppure
la spensierata gioia portata dalle passeggiate nei boschi in autunno, cercando castagne e
funghi e combattendo duelli mortali a colpi di bastone con un vecchio noce senza foglie
mentre il tramonto spicca alle sue spalle come un incendio famelico. e poi lo trovò, quando
reuben provò a fermarla urlando di smettere di scavare nelle sue memorie era già troppo
tardi, il ricordo nefasto che la sua mente cercava, come una serpe cerca la preda era dritto
davanti a lui: la vecchia Emily sparks. Reuben non ripensava a lei da tempo ormai, aveva
sotterrato quel ricordo nell’abisso più profondo della sua anima il giorno in cui era partito per
non fare ritorno, così da non dover mai affrontare il dolore dell’abbandono. “la buona
maestra Emily Sparks” pensò lui, “che sempre, nonostante tutte le mie colpe, mi sostenne
cercando di fare emergere in me la morale, prima che fosse troppo tardi. e anche ora che,
per colpa di quella strega figlia di un modista, che mi sedusse e poi mi accusò perché
assecondaii il suo palese desiderio, io so che tu in cuor tuo piangi la mia scomparsa, perche
fosti l’unica a pensare a me come un uomo buono. ma s’è così, allora perchè non mi
scrivesti neanche una lettera con le tue solite preghiere, cosi che la potessi leggere e
rincuorarmi oggi”. e travolto da questi pensieri lacrime rigarono il suo viso come lame
taglienti e la fanciulla le prese per lei e sorrise, convinta di averlo conquistato, rubandogli
un’altro bacio, come tanti già ne aveva rubati, in quella notte di finto amore