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Theatron consta di due laboratori: uno di traduzione, cui partecipano gli studenti del
Corso di Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Storia del Mondo Antico, e uno di
messa in scena, cui partecipano gli studenti iscritti alle diverse Facoltà che animano la
Sapienza. La traduzione, che si basa su un rigoroso lavoro di critica testuale, di esegesi
e di ricostruzione drammaturgica dell'opera in programma, viene “messa alla prova” e
trova conferma della sua validità nel laboratorio di messa in scena. Il lavoro svolto dal
laboratorio di traduzione consiste quindi nel riarticolare un testo teatrale antico in vista di
una comunicazione rivolta, in primo luogo, agli studenti del laboratorio di messa in scena
per lo più provenienti da differenti esperienze scolastiche e, talora, estranei alla lingua e
alla cultura antica; poi, ad un pubblico di spettatori, lontano, nel tempo e nello spazio, dal
testo tradotto e rappresentato. Lo spirito di Theatron, dunque, si fonda sulla
comunicazione, che, creando una forte sinergia tra i due laboratori, ricostruisce la vera
natura del teatro antico, dove un dramma veniva messo in scena in una dimensione di
coralità e di fruizione, non elitaria, ma collettiva.
Filottete
che ne verifichi le esperienze di recitazione.
Dall'anno accademico 2015-2016 al bando per il laboratorio di messa in scena possono
presentare domanda anche studenti delle scuole superiori.
11 - 12 ottobre 2023
Sapienza CREA - Nuovo Teatro Ateneo Aula Magna del Rettorato
Centro di servizi per le attività ricreative, culturali, artistiche, sociali e dello spettacolo
(T) +39 06 499124693 - 49914115 Sapienza Università di Roma
Mail: theatron@uniroma1.it
Web: www.sapienzacrea.uniroma1.it
Facebook: theatron.teatroanticoallasapienza Instagram: sapienzacrea
Note di traduzione
FILOTTETE di Sofocle
Una grave ferita al piede, provocata dal morso di un serpente velenoso, affligge Filottete Coordinamento Anna Maria Belardinelli
che, per il cattivo odore emanato dalla piaga e per le grida lancinanti causate dal dolore,
viene abbandonato dai Greci sull’isola di Lemno. Nella versione proposta da Sofocle, Ideazione e regia Adriano Evangelisti
portata in scena nel 409 a. C., la reiterata descrizione delle miserevoli condizioni di vita
di Filottete, nonché la scelta di collocare la vicenda in un luogo deserto e inospitale, che
priva l’eroe di qualsiasi sostegno umano (aphilos), mettono in evidenza il tema della Aiuto regia Luigi Di Raimo Costumi Adriano Evangelisti, Cicci Mura
solitudine in cui un uomo può trovarsi se affetto da una malattia. Il Filottete di Sofocle è Musiche Patrizio Maria D’Artista Sarta realizzatrice Luigina Ponzo
una tragedia dalle dinamiche sceniche scarne, dalle quali, tuttavia, si sviluppa una
Mov. coreografici Alessandra D’Anna Assistente org. Ester Margherita Bina
continua tensione delle emozioni. Il legame di fiducia (pistis) e di amicizia (philia) che
progressivamente si instaura tra Filottete, abbrutito dalla malattia, e il giovane Direzione tecnica Gabriele Cavallari Foto di scena Danilo Serreli
Neottolemo, che deve sottrargli l’arco e le frecce per ordine di Odisseo, si traduce in un Illustrazione Carmelo Barbera Service Fonolight srl
bisogno di reciprocità, in un dovere ad agire e cooperare insieme in vista di un destino più Elementi di scena realizzati in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico
grande che, con l’intervento finale di Eracle, riprende tutta la luminosità dell’atmosfera
epica ed eroica. CARAVAGGIO per attività di P.C.T.O (Percorsi per le Competenze Trasversali e
l’Orientamento) coordinati dal Prof. Francesco Mattei
La traduzione proposta da Theatron è prodotta sulla base di questa lettura del Filottete e
suggerisce un’interpretazione dell’idea di philia quanto più possibile conforme alla Tradotto da
concezione antica, per la quale essa rivestiva una dimensione interpersonale e politica
assieme. FRANCESCA AMOROSO ARIANNA BONTEMPI
DANILA GAGGIOTTI BERNARDO POZZI
Anna Maria Belardinelli e il laboratorio di traduzione ADA IOANA RABITA ANDREA SATTA
RICCARDO STIGLIANO ARIANNA ZANIER
Corso di Laurea Magistrale in Filologia, letterature e storia del mondo antico
Note di regia
Con la collaborazione di
«La malattia è uno stato transitorio - scriveva Oscar Wilde - o si guarisce o si muore».
Sofocle ne mette a fuoco un altro aspetto: la malattia è derisione, emarginazione, ANDREA MARCUCCI TOMMASO SUARIA
abbandono. La malattia rende soli. La straziante vicenda di Filottete, l’eroe infetto e
isolato, muove suggestioni e fa emergere consapevolezze comuni a tutti noi per le note Interpretato da
vicende sanitarie che abbiamo vissuto. In questo quadro desolato, si inserisce l’inatteso
“lieto fine” frutto della scelta totalmente imprevista e originale di Neottolemo, che con la LORENZO BIANCONI MARCO CAROLETTA
sua disarmante umanità diventa non solo il cardine di tutta l’azione scenica, ma anche FABRIZIO CAVALLO AURORA CESARONI
l’eroe virtuoso, il modello da seguire, il cuore dell’insegnamento di questo dramma. Nel ANTONINO IVAN COPPOLA ALESSANDRA D’ALOISI
tentativo di restituire in maniera totalizzante, esasperata e “fuori misura” l’esperienza RUGGERO DESARIO COSTANZA FRASSO
della solitudine nella malattia, che si muove invisibile e dilaga di nascosto come un
essere sotterraneo e spaventoso, si è scelto di trasformare il Coro di marinai presente CAROLINA ELISABETTA GAUDIO ALESSANDRA GIOVANNETTI
nell’originale in una propagazione dell’infezione stessa, come fosse voce viva della carne MARIA PAOLA IERVOLINO ATEFEH KHERADMAND
fetida e ripugnante, unica compagna fedele dell’infelice protagonista, almeno fino alla MATTEO LOFRESE VALERIO LOMBARDI
sconfitta della malvagia e inumana astuzia di Odisseo, sopraffatta dal coraggio e dalla AGNESE MAGISTRI PAOLO MAZZOCCHIO
lealtà del giovane Neottolemo. Alla nuova identità attribuita al Coro si affianca la volontà
di lasciare in scena unicamente i tre eroi greci e di fare di loro, in maniera funzionale e DAVIDE MONTALBANO ALICE PESCE
coerente a questa lettura del dramma, tre prototipi umani ben distinti per carattere, LISA PONZUOLI MARCO PROCACCINI
personalità, e valori. La loro profonda diversità troverà un punto di conciliazione solo GIULIA RUNA RAMACCINI ELETTRA JAMILA RINALDI
nell’intervento finale del deus ex machina, anche questo restituito, nella prossemica
ELEONORA ROSSINI SARA SINIBALDI
teatrale, con una immagine visionaria tanto familiare, quanto struggente, un monito
sincero alla solidarietà, all’accoglienza, alla fratellanza, un invito necessario alla GRETA TOMMASI
riscoperta della συμπάθεια.
Adriano Evangelisti