Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Martino Papa
1 Spazi 2
1.1 Spazi Vettoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.1.1 introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.1.2 spazi normati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.1.3 spazi pre-hilbertiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Spazi Metrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2.1 introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2.2 intorni sferici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3 Elementi base di topologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3.1 chiusura di E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2 Successioni 8
2.1 limite di una successione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
2.1.1 limiti sottosuccessioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1
Chapter 1
Spazi
+ : V × V −→ V
• : K × V −→ V
• ||x|| ≥ 0, ||x|| = 0 ⇔ x = 0
• ||λx|| = |λ| ||x||
• ||x + y|| ≤ ||x|| + ||y||
osservazione la norma di un vettore può essere pensata come la sua lunghezza (intensità)
2
esempi
• V = Rn le norme principali sono:
Pn
||x||p = ( i=1 |xi |p )1/p
||x||∞ = max|Xi |, i ∈ [1, n]
definizione di palla
sia (V, || · ||) uno spazio normato, una palla (aperta) di centro X0 e raggio r > 0 è l’insieme:
∀x, y ∈ Br (X0 ), ∀λ ∈ [0, 1] λx + (1 − λ)y ∈ Br (X0 ) ⇔ ∀x, y ∈ Br (X0 ) [x, y] ⊂ Br (X0 ) (1.2)
norme equivalenti
sia V uno spazio vettoriale su R(o C con norme ||x1 ||, ||x2 ||; esse di dicono equivalenti se:
< · , · >: V × V → R
che soddisfi ∀x, y, z ∈ V, ∀λ ∈ R :
• < x, x > ≥ 0, < x, x >= 0 ⇔ x = 0
• < x, y >=< y, x >
definizione si chiama spazio pre-hilbertiano uno spazio vettoriale dotato di prodotto scalare.
angolo dato V spazio vettoriale dotato di < · , · > possiamo introdurre l’angolo θ compreso tra due vettori non
nulli:
< x, y >
cos θ = con 0 ≤ θ ≤ π (1.5)
||x|| ||y||
vettori ortogonali due vettori x, y si dicono ortogonali se < x, y >= 0 infatti: cos θ = 0 ⇒ θ = π
2
teorema di pitagora
Pn
sia V = R2 , < x, y >= i=1 xi yi , < x, y >= 0 ⇒ ||x + y||2 = ||x||2 + ||y||2
(
1 se i = j
base canonica < ei , ej >= δij = δij è detto simbolo di Kronecker
0 se i 6= j
dimostrazione:
< x + y, x + y > + < x − y, x − y >
=< x + x > +2 < x, y > + < y, y > + < x, x > −2 < x, y > + < y, y >
= 2 < x, x > +2 < y, y > = 2||x||2 + 2||y||2
.
osservazione se (X, || · ||) è uno spazio normato ⇒ d(x, y) = ||x − y||
sottospazio metrico sia (X, d) sottospazio metrico ⇒ ∀X1 ⊂ X(X1 , d) è sottospazio metrico
(
0 se x = y
metrica discreta d(x, y) =
1 se x 6= y
metriche equivalenti sia X un insieme 6= ∅, d1 , d2 due metriche assegnate in X. Diremo che due metriche
sono equivalenti se:
∃ 0 < α < β t.c. αd1 (x, y) ≤ d2 (x, y) ≤ βd1 (x, y) ∀x, y ∈ X
più in generale è definito intorno di x0 ogni sottoinsieme X contenente un intorno sferico di centro x0
convergenza
sia (X,d) uno spazio metrico, (Xn )n ⊂ X diremo che (Xn )n converge ad x ∈ X ⇔
ovvero:
• ∀ε > 0 ∃nε ∈ N | ∀n ≥ nε , d(xn , x) < ε
• ∀ε > 0 ∃nε ∈ N | ∀n ≥ nε , xn ∈ Bε (x)
• ∀ intorno U di X ∃ n ∈ N | ∀n ≥ n xn ∈ U
in particolare se una successione (Xn )n ⊂ Rn converge ad x ∈ R scriveremo limx→+∞ xn = n
proprietà generali
• (E̊)◦ = E̊
• δE = δ(E c )
• Rn = E̊ ∪ δE ∪ (E̊ c )
• i punti ∈ E̊ sono di accumulazione per E, quelli di E c non lo sono
• se x0 ∈ δE \ E ⇒ x0 è punto di accumulazione per E
1.3.1 chiusura di E
sia E ⊆ Rn è denotata E la chiusura di E definita: E = E ∪ δE
3
proprietà della chiusura
• E̊ ⊆ E ⊆ E
• E = E̊ ∪ δE
• E è chiuso
• E è chiuso ⇔ E = E
• E ⊆ F ⇒ E ⊆ F (F un insieme qualunque)
proposizione sia E ⊆ Rn
insieme limitato sia (X, d) uno spazio metrico. E ⊆ X si dice limitato ⇔ ∃ x0 ∈ X, r > 0 | E ⊆ Br (x0 )
NB: se E ⊆ Br (x0 ) ⇒ ∀x ∈ X E ⊆ Br (x), scegliendo r = r + d(x0 , x)
diametro
• se E non limitato ⇒ diam(E) = +∞
• se E limitato ⇒ diam(E) = sup{d(x, y) | x, y ∈ E}
Chapter 2
Successioni
.
definizione una successione dato un insieme A è una funzione f : N → A, an = f (n)
convergenza sia (X, d) uno spazio metrico, (xn ) una successioni a valori in X; essa si dirà convergente ad X
se vale una delle seguenti affermazioni tra loro equivalenti
sottosuccesione sia (an )n ⊂ R una successione, si dice sottosuccessione di (an )n una successione ottenuta per
composizione
σ a
: N → N → R, (σ(n) strettamente crescente) (2.1)
1. supponiamo m=1, (xn )n assuma infiniti valori. (xn )n limitata ⇒ ∃a0 , b0 ∈ R | xn ∈ [a0 , b0 ] ∀n
Sia c = a0 +b
2
0
pt. medio di [a0 , b0 ], siccome [a0 , b0 ] contiene tutti gli elementi di xn
⇒ [a0 , c] ∨ [c, b0 ] contiene degli xn per infiniti indici n (supponiamo [a1 , b1 ])
⇒ b1 − a1 = b0 −a 2
0
Procedendo in questo modo costruiamo una successione di intervalli contenuti ciascuno nel precedente:
[ak+1 , bk+1 ] ⊂ [ak , bk ] ⊂ ... ⊂ [a0 , b0 ], bk − ak = b02−a
k
0
∀k ≥ 0
⇒ per costruzione abbiamo a0 ≤ a1 ≤ ... ≤ ak+1 < bk+1 ≤ bK ≤ ... ≤ b0
⇒ ak , bk convergono perchè monotone e limitate. limk→+∞ ak = sup ak = l1 , limk→+∞ bk = inf bk = l2
−a0 b0 −a0 +∞ .
0 ≤ l2 − l1 ≤ b20k+1 , 2k+1 → 0 ⇒ l2 = l1 = l
scegliamo (xnk )k | xnk ∈ [ak , bk ] k ≥ 0, n0 = 0 e xn0 ∈ [a0 , b0 ], siccome [a1 , b1 ] contiene termini xn per
infiniti indici di n ⇒ ∃n1 > n0 | xn1 ∈ [a1 , b1 ], procedendo per induzione otteniamo
0 = n0 < n1 < n2 < ... < nk < ... | xnk ∈ [ak , bK ] ∀k ∈ N, quindi per il teorema del confronto anche (xnk )
converge allo stesso limite l.
2. supponiamo m=1, ∃γ ∈ R | an = γ per infiniti valori dell’indice n
in questo caso basta estrarre la successione convergente a γ.
3. supponiamo m > 1, (xn )n ⊂ Rn limitata e costituita da punti distinti (altrimenti come nel passo 2)
(xn )n limitata ⇒ (x1n )n , (x2n )n , ..., (xm
n )n sono limitate. (per il caso m=1) ∃ (xnk )k ⊆ (xn )n t.c. (xnk )k
1
corollario 2 i punti di accumulazione di un insieme E ⊆ Rm sono i limiti delle successioni di E che non sono
definitivamente costanti
8
corollario 3 sia (xn )n è una successione contenuta in un "plurirettangolo" chiuso e limitato [a1 , b1 ] × [a2 , b2 ] ×
... × [am , bm ], allora esiste una sottosuccesssione (xnk )k convergente ad un certo limite x ∈ Rm
insieme compatto 1 Un insieme K ⊆ Rn tale che ogni successione in K abbia una sottosuccessione conver-
gente ad un elemento di K si dice sequenzialmente compatto (o compatto per successioni)
teorema di Heine-Borel 2
sia E ⊆ Rm , le seguenti condizioni sono equivalenti
successione di Cauchy sia (xn )n una successione a valori in RN , diciamo che (xn )n è una successione di
Cauchy se
∀ > 0 ∃n ∈ N t.c. ∀m, n > n ⇒ ||xn − xm || < (2.3)
corollario 1
• (xn )n illimitato superiorimente ⇒ l+ < +∞
• (xn )n illimitato inferiormente ⇒ l− > −∞
osservazione sul massimo limite sia (xn )n ⊂ R L ∈ R sarà il massimo limite di (xn )n se
• ∀ > 0 ∃n ∈ N t.c. xn < L + ∀n ≥ n
• ∀ > 0 esistono infiniti indici di n tale che xn > L −
teorema 2 (analogo per limsup xn )Esiste una sottosuccessione (xnj )j di (xn )n che ammette limite e t.c.
n→+∞
classe limite la classe limite di una successione (xn )n ⊂ R è il sottoinsieme di R di tutti i suoi limiti sottosuc-
cessionali
lemma sia (xn )n ⊂ R limitata ⇒ limsup xn = inf (E) (analogo per liminf xn )
n→+∞ n→+∞
Chapter 3
3.1 introduzione
f : A ⊆ Rn → R (3.1)
grafico di f sia f : A ⊆ Rn → R
esempi
·10−3
−1 2
−2 0
−1
0
1
(−x2 −y 2 ) 2 −2
• f (x, y) = xy ∗ e
2
0
−2 0
−1
0
1
2 −2
• f (x, y) = x2 + y 2
11
4
2
0
−2
2
−4
−2 0
−1
0
1
2 −2
• f (x, y) = x2 − y 2
3.1.1 limite
sia f : A ⊆ Rn → Rm , x0 ∈ Rn punto di accumulazione per A, sia l ∈ Rm . Diremo che l è limite di f (x), per
x → x0 e scriviamo
lim f (x) = l (3.3)
x→x0
proprietà
3.1.2 continuità
1
sia f : A ⊆ Rn → Rm , sia x0 ∈ A
• se x0 è un punto isolato allora f si dice continua in x0
• se x0 è punto di accumulazione per A allora f si dice continua in x0 ⇔
corollario
• La somma di funzioni continue è una funzione continua
• La composizione di funzioni continue è una funzione continua
limite delle restrizioni sia f : A ⊂ Rn → Rm , sia T ⊂ A avente x0 come punto di accumulazione allora
3.1.3 definizioni
intorno sia E ⊆ Rn , x0 ∈ E, U intorno di x0 in Rn , chiameremo intorno di x0 in E ogni V ⊆ E t.c.
V =E∩U (3.11)
poligonale siano x1 , ..., xk , k ≥ 2 punti di Rn con xi 6= xi+1 ∀i = 1, ..., k − 1, chiameremo poligonale di Rn con
vertici x1 , ..., xk l’unione dei segmenti [xi , xi+1 ] per i = 1, ..., k − 1
k−1
[
[xi , xi+1 ] (3.13)
i=1
insieme connesso per poligonali sia A ⊆ Rn , diremo che A connesso per poligonali ⇔ per ogni coppia di
punti di A esiste una poligonale di estremi nei due punti tutta contenuta in A
teorema dell’esistenza dei valori intermedi 3 sia A ⊆ Rn un insieme connesso per poligonali, f : A → R
una funzione continuta su A ⇒ f assume tutti i valori compresi tra inf f e sup f ovvero
A A
uniformemente continua 4
sia f : A ⊆ Rn → Rm , f si dice uniformemente continua in A ⇔
∀ > 0 ∃δ = δ() > 0 | ∀x, x0 ∈ A, ||x − x0 || < δ ⇒ ||f (x) − f (x0 )|| < (3.17)
5
rapporto incrementale di f nella direzione v
∂f (x)
Dei f (x), fxi (x), (3.22)
∂xi
se esistono tutte le n derivate parziali di f in x ⇒ f è derivabile in x
proprietà
∇(αf + βg)(x0 ) = α∇f (x0 ) + β∇g(x0 ) (3.24)
∇(f g)(x0 ) = g(x0 )∇f (x0 ) + f (x0 )∇g(x0 ) (3.25)
f g(x0 )∇f (x0 ) − f (x0 )∇g(x0 )
∇( )(x0 ) = se g(x0 ) 6= 0 (3.26)
g g 2 (x0 )
4 analisi 1 pag 207
5 pagina 313 analisi 1
regolarità
• n=1 f derivabile ⇒
– f continua
– in un intorno di x0 il grafico di f è ben approssimato da una retta tangente:
• n ≥ 2 l’esistenza di tutte le derivate parziali o perfino di tutte le derivate direzionali in x0 non implica la
continuità di f in x0
è necessario introdurre il concetto di differenziabilità
3.2.1 differenziabilità
6
sia f : A ⊆ Rn → R, A aperto, diciamo che f è differenziabile in x0 ∈ A se ∃ un vettore a ∈ Rn t.c.
differenziale l’applicaziione lineare L(h) =< a, h > si chiama differenziale di f in x0 e si denota dfx0
3.2.2 teoremi in Rn
teorema di Rolle 8
sia A ⊆ Rn aperto e limitato (6= ∅), sia f : A → R continua su A, differenziabile su A
3.2.3 integrali
integrali dipendenti da un parametro sia f : [a, b] × [c, d] → R continua
Z b
g(y) = f (x, y)dx, g : [c, d] → R (3.36)
a
continuità sia f ∈ C([a, b] × [c, d]), g : [c, d] → R definita come sopra (3.36) ⇒ g continua su [c, d]
∂2f ∂ ∂f
(x) = ( ) ∀j = 1, ..., n (3.38)
∂xj ∂xi ∂xj ∂xi
classe C k scriviamo f ∈ C k (A) se f possiede tutte le derivate parziali fino all’ordine k (incluso) inoltre
∞
\
C ∞ (A) = C k (A) (3.39)
k=0
teorema di Schwarz 10
sia A ⊆ R2 aperto, sia x0 = (x0 , y0 ) ∈ A, sia f : A → R t.c.
∂2f ∂2f
• esistono ∂f ∂f
∂x , ∂y , ∂y∂x , ∂x∂y in un intorno U di x0
∂2f ∂2f
• ∂y∂x , ∂x∂y sono continue in x0
allora
∂2f ∂2f
(x0 ) = (x0 ) (3.40)
∂y∂x ∂x∂y
∂ ∂ 1 ∂ ∂ 1 ∂ ∂
= f (x0 , y0 ) + ((h +k ) f) + (h + k )2 f + ··· + (h + k )n f (3.44)
∂x ∂y (x0 ,y0 ) 2! ∂x ∂y (x0 ,y0 ) n! ∂x ∂y (x0 ,y0 )
teorema resto di Lagrange sia A ⊆ R2 aperto, f ∈ C n (A), x0 = (x0 , y0 ), h = (h, k) ∈ A tali che [x0 , x0 +
h] ⊂ A ⇒ ∃ϑ ∈]0, 1[ t.c.
f (x0 + h) = Pn−1,x0 (h) + Rn (h) (3.45)
dove
1 ∂ ∂
Rn (h) = (h + k )n f (3.46)
n! ∂x ∂y (x0 +ϑh, y0 +ϑk)
Rn (h)
lim =0 (3.47)
(h,k)→(0,0) ||h||n−1
matrice associata ad ogni forma quadratica è associata una matrice simmetrica A = (aij )ij ∈ Mn×n t.c.
Q(h) = ht Ah (3.50)
proposizione sia x0 un punto di estremo per f in A ⊆ Rn allora si verifica uno dei seguenti casi
• (punto critico) x0 è un punto interno ad A, ∃∇f (x0 ), ∇f (x0 = 0)
• (punto singolare) x0 è un punto interno ad A, @∇f (x0 )
• x0 ∈ δA
punto di sella x0 ∈ A punto di sella ⇔ x0 punto critico nè di massimo nè di minimo locale per f
x0 punto di sella ⇔ ∀ intorno U di x0 ∃x1 , x2 ∈ U t.c. f (x1 ) > f (x0 ) ∧ f (x2 ) < f (x0 ) (3.52)
◦
teorema (condizione necessaria) sia f : A ⊆ Rn → R, f ∈ C 2 in un intorno di Br (x0 ), x0 ∈ A, Q(h) =
ht Hf (x0 )h
x0 punto di minimo ⇒ Q(h) ≥ 0 (3.53)
x0 punto di massimo ⇒ Q(h) ≤ 0 (3.54)
◦
teorema (condizione sufficente) 13
sia f : A ⊆ Rn → R, f ∈ C 2 in un intorno di x0 ∈ A, x0 punto critico
per f , se Q(h) = ht Hf (x0 )h è
• definita positiva (negativa) ⇒ x0 è un punto di minimo (massimo) locale stretto
• indefinita ⇒ x0 è un punto di sella
13 dimostrazione lezione 18 pag 181
◦
condizione sufficente in n=2 sia f : A ⊆ R2 → R, f ∈ C 2 in un intorno di x0 ∈ A, supponiamo x0 punto
critico per f , Hf (x0 , y0 ) la matrice Hessiana definita
fxx (x0 , y0 ) fxy (x0 , y0 )
Hf (x0 , y0 ) = (3.55)
fyx (x0 , y0 ) fyy (x0 , y0 )
fxx (x0 , y0 ) > 0 [equivalentemente fyy (x0 , y0 ) > 0] ⇒ (x0 , y0 ) punto di minimo locale stretto (3.56)
fxx (x0 , y0 ) < 0 [equivalentemente fyy (x0 , y0 ) < 0] ⇒ (x0 , y0 ) punto di massimo locale stretto (3.57)
fm (x)
precedentemente abbiamo già visto la definizione di limite e di continuità
sostegno della curva sia r : I → Rm una curva, si dice sostegno della curva l’immagine di r
r(t) − r(t0 )
r0 (t0 ) = lim ∈ Rm (3.64)
t→t0 t − t0
osservazione 0
r1 (t) r1 (t0 )
r(t) = ... ⇒ r0 (t0 ) = ... (3.65)
0
rm (t) rm (t0 )
interpretazione geometrica la derivata r0 (t0 ) è interpretabile come vettore tangente alla curva nel punto
r(t0 )
retta tangente l’equazione della retta tangente alla curva r in r(t0 ) ha l’equazione
3.3.1 coordinate
14
coordinate polari
φ : [0, +∞[×[0, 2π] → R2 , φ(ρ, θ) = (ρ cos θ, ρ sin θ) (3.67)
coordinate cilindriche
ρ cos θ
φ : [0, +∞[×[0, 2π[×R → R3 , φ(ρ, θ, z) = ρ sin θ (3.69)
z
◦ ◦
funzioni composte sia f : E ⊆ Rn → Rm , g : F ⊆ Rm → Rk , f (E) ⊆ F , siano x0 ∈ E, y0 = f (x0 ) ∈ F
f differenziabile in x0 , g differenziabile in y0 ⇒ g ◦ f è differenziabile in x0 inoltre,
spazio tangente sia A ⊆ R3 aperto, sia Σc la superficie di livello di g, sia x0 = (x0 , y0 , z0 ) ∈ Σc , sia g dif-
ferenziabile in x0 allora chiamiamo (Tx0 Σc ) spazio tangente a Σc in x0 l’insieme dei vettori tangenti a curve su
Σc passanti per x0
• (x0 , y0 ) ∈ A, g(x0 , y0 ) = 0, ∂g
∂y (x0 , y0 ) 6= 0
⇒ ∃ U intorno di x0 e V intorno di y0 con U × V ⊆ A e ∃! ϕ : U → V continua t.c.
y0 = ϕ(x0 ), g(x, ϕ(x)) = 0 ∀x ∈ U (3.78)
inoltre ∂g
∂x è continua in A ⇒
∂g
(x, ϕ(x))
ϕ ∈ C 1 (U ) ∧ ϕ0 (x) = − ∂x
∂g
∀x ∈ U (3.79)
∂y (x, ϕ(x))
∂g ∂g
(x, y, ϕ(x, y)) ∂y (x, y, ϕ(x, y))
ϕx (x, y) = − ∂x
∂g
∧ ϕy (x, y) = − ∂g (3.81)
∂z (x, y, ϕ(x, y)) ∂z (x, y, ϕ(x, y))
infine g ∈ C k (A) ⇒ ϕ ∈ C k (U ), k ∈ N
y
teorema (estensione Dini funzioni vettoriali) sia g ∈ C 1 (A, R2 ), A ⊆ R4 aperto, g(x0 , y0 ) = 0, rk(Jg (x0 , y0 )) =
2 allora
∃U intorno di x0 , V intorno di y0 e ∃! ϕ : U → V continua t.c. U × V ⊆ A e ∀(x, y) ∈ U × V
g(x, y) = 0 ⇔ y = ϕ(x) (3.82)
inoltre g ∈ C 1 (A; R2 ) ⇒ ϕ ∈ C 1 (U ) e
y
Jϕ (x) = −[Jg (x, ϕ(x))]−1 Jgx (x, ϕ(x)), ∀x ∈ U (3.83)
teorema invertibilità globale n=1 sia I intervallo, f ∈ C(I), f localmente invertibile in un intorno di
x0 ∀x0 ∈ I ⇒
f : I → f (I) è biunivoca ⇒ f globalmente invertibile (3.87)
teorema inversione locale n=2 sia f ∈ C 1 (A, R2 ), A ⊆ R2 aperto, x0 ∈ A, y0 = f (x0 ), rk(Jf (x0 )) = 2 ⇒
∃ W intorno di x0 , V intorno di y0 t.c.
f : W → V è biunivoca (3.89)
inoltre f −1 ∈ C 1 (V, W ) e
Jf −1 (y) = [Jf (f −1 (y))]−1 ∀y ∈ V (3.90)
(il teorema si può estendere ad un qualunque numero di variabili)
punto stazionario (critico) sia x0 ∈ M = {x ∈ A : g(x) = 0}, diciamo x0 punto stazionario (o critico) per f
su M se comunque presa una curva r di classe C 1 su M passante per x0
d
r :]a, b[→ M, t0 ∈]a, b[, r(t0 ) = x0 ⇒ f (r(t))|t=t0 = 0 (3.91)
dt