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A L G O R I T M I E ANCORAGGIO

LIFE
PRESENTAZIONE

Cosa sono gli Algoritmi?


Gli Algoritmi sono terapie istantanee verbali, metodi per comunicare con il nostro
cervello a livello inconscio.
A cosa servono? A stare bene.

Prima di recitare un Algoritmo o un Super Algoritmo cerca un posto tranquillo e

mettiti comodo/a con gli occhi chiusi. Respira profondamente cercando il

rilassamento e la pace interiore. Quando ti senti pronto/a inizia. Ricorda che il testo

di un Algoritmo o di un Super Algoritmo che trovi nel gruppo è solo indicativo; puoi

cambiare, creare e personalizzare un testo a tuo piacimento.

Di norma va recitato mentalmente, quindi dovresti impararlo a memoria, così che

diventi poi spontaneo.

Il ritmo e il tono della voce (mentale) lo decidi sempre tu.

Quante volte si ripete un Algoritmo? Quante volte vuoi, a seconda del problema

che vuoi risolvere: dolori, emozioni, ansia, ecc.

Quante volte si ripete un Super Algoritmo? Di norma il Super Algoritmo scansiona

tutto il corpo alla ricerca di anomalie da correggere. Quindi, sarebbe sufficiente

farlo una volta. Ma se hai la sensazione che non basti o non sei sicuro/a di averlo

fatto bene, lo puoi ripetere. Ci sono persone nel gruppo che lo ripetono quasi ogni

giorno, come un mantra. Sta a te decidere; non ci sono errori, solo risultati.

Funzionano sempre? No, non sempre. Ci sono casi in cui non hanno funzionato e
ancora stiamo cercando di capire il perché. Sicuramente le condizioni in cui fare

l’esercizio (posto tranquillo, silenzio, rilassati) influenza il risultato. Potrebbe essere

che in questo determinato momento, la malattia, il disturbo che stai vivendo non

debbano risolversi perché per te, per la tua evoluzione di individuo, sono importanti

e vanno metabolizzati. Ma sono solo opinioni. Stiamo tutti sperimentando i metodi.

Se l’algoritmo non funziona, dipende dal fatto che non ci credo abbastanza? Non

penso che la riuscita di un algoritmo a 5 fasi dipenda dal credere nella disciplina,

ma da una esecuzione precisa.

Non ci sono effetti collaterali

Tutti i procedimenti che insegniamo non sono in grado di provocare effetti


collaterali. Non si può far venire un mal di testa a qualcuno, fargli abbassare
la vista, etc. altrimenti non ci sarebbero i conflitti, non avremmo più nemici.
Non ci potranno assumere per danneggiare qualcuno utilizzando semplici
parole e perfino il megafono.
E' possibile solo eliminare un disturbo, un sintomo, migliorare la vista e la
salute.
L'algoritmo a 5 fasi serve per comunicare con la parte responsabile di un
problema mediante delle domande programmate. Quando si fa una domanda
bisogna ottenere per forza una risposta.
Se chiedete qualcosa a qualcuno si ottiene sempre prima una risposta non
verbale e poi una verbale. A noi interessa quella non verbale perché non si
può manovrare volontariamente.
Quando comunichiamo con noi stessi dobbiamo ottenere obbligatoriamente
una risposta non verbale, raramente una verbale.
Può succedere però che le risposte non possiedono una varietà di
fluttuazione sufficiente a superare la soglia della coscienza, quindi non le
percepiamo. Quindi, si cerca in un altro canale. I canali sono tre: auditivo,
visivo e cenestesico.
Tuttavia, si può utilizzare come canale di comunicazione il sintomo stesso,
infatti, ha già una sufficiente variabilità da poterlo percepire. Quindi, se
aumenta la sintomatologia, cioè la variabilità, vuol dire Si, viceversa No.
Abbiamo spesso ripetuto che gli organi di senso percepiscono solo la varietà
di uno stimolo. Un odore costante non lo percepiamo. Una sensazione
costante nemmeno. Anche una immagine fissa non la vediamo, in questo
caso però si muovono gli occhi per creare la varietà di segnale: nistagmi
automatici.
Per chiudere il discorso, spesso ci lamentiamo di una malattia, un malanno,
etc., ma per il nostro cervello non sono affezioni, solo risultati raggiunti. Se
penso ad un film dell'orrore, sembra ovvio che mi spavento, oppure ad una
scena straziante: è logico che mi viene la depressione, però sono risultati e se
i risultati non ci piacciono cambiamo pensiero o comportamento.
Elia Tropeano

Algoritmo classico a 5 fasi


TESTO dell'Algoritmo a 5 fasi

1) Parte del cervello responsabile della (…..malattia), sei disposta a

comunicare con me a livello cosciente ?

< attendere che il corpo risponda>

2) Parte responsabile della (…..malattia), sei in grado di eliminare

definitivamente la (……malattia)?

< attendere che il corpo risponda>

3) Parte responsabile della (…..malattia), sei in grado di eliminare

definitivamente il problema in ……. giorni?

< attendere che il corpo risponda>

4) Parte responsabile della (…..malattia), ti assumi la responsabilità di

eliminarla/o definitivamente e realmente?

< attendere che il corpo risponda>


5) Parte responsabile della (…..malattia), vai avanti ed eliminala/o !!!

TESTO dell'Algoritmo a 5 fasi per un' ALTRA PERSONA

Algoritmo in 5 fasi da fare ad un’altra persona:

1) Parte del cervello di (…..nome) responsabile della (…..malattia) di

(…..nome), sei disposta a comunicare con me e con (….nome) a livello

cosciente ?

< attendere che il corpo risponda>

2) Parte responsabile della (…..malattia) di (….nome), sei in grado di

eliminare definitivamente la (……malattia) di (….nome) ?

< attendere che il corpo risponda>

3) Parte responsabile della (…..malattia) di (….nome), sei in grado di

eliminare definitivamente il problema in ……. giorni?

< attendere che il corpo risponda>

4) Parte responsabile della (…..malattia) di (….nome), ti assumi la

responsabilità di eliminarla/o definitivamente e realmente?

< attendere che il corpo risponda>

5) Parte responsabile della (…..malattia) di (….nome), vai avanti ed

eliminala/o !!!

Algoritmo a 3 fasi
TESTO:

a) Parte del cervello responsabile di (problema), sei disposta a comunicare a


livello cosciente?

< attendere il segnale del corpo>

b) Parte del cervello responsabile di (problema), ti assumi la responsabilità di

risolvere il (problema) affinché torni la serenità?

< attendere il segnale del corpo>


c) Grazie. Vai avanti e procedi.

Algoritmo e Super Algoritmo


Qual è la differenza tra un algoritmo e un super algoritmo?

Con l'algoritmo a 3 o a 5 fasi si comunica con una parte specifica del corpo o

del sintomo; con il super, invece, si comunica con una parte generica.

Il Super Algoritmo esegue una scansione di tutto il corpo in modo generico.

Un algoritmo a 3 o a 5 fasi può essere interrotto con una certa facilità; il super

algoritmo è più resistente alle interruzioni perché sembrerebbe essere una

funzione cerebrale: una regola, non un’eccezione.

Algoritmi a tre fasi sul dolore con testi e video

Ecco i testi degli algoritmi a tre fasi eseguiti durante la diretta di venerdì 12

marzo, focalizzati sul dolore.

Prima di iniziare con gli algoritmi ho fatto visualizzare ai partecipanti un


colore, il blu, e un oggetto, una palla.
Scopo di questo esercizio è di unire l'energia del colore - blu - con
l'argomento degli algoritmi: il dolore e la sofferenza in tutti i loro aspetti.
Il blu è un colore "sedativo" che favorisce calma, tranquillità, armonia e
riequilibrio emotivo; normalizza la pressione e il battito cardiaco (solo per
citarne alcune). La palla ci riporta all'infanzia, quando tutto era più semplice e
immediato; quindi, all'apertura e all'accogliere il cambiamento.
Il mio intento è quello di "potenziare" l'effetto dell'algoritmo con l'associazione
visiva di un colore e con la percezione fisica della palla. In questo esercizio,
sono interessati tre sistemi: visivo (il colore e la palla), uditivo (la mia voce) e
cenestesico (la palla fra le mani).

1) Parte del cervello responsabile del dolore fisico, sei disposta a comunicare
a livello cosciente?
<ascolta il corpo>
2) Parte del cervello responsabile del dolore fisico, ti assumi la responsabilità
di risolvere il problema?
<ascolta il corpo>
3) Grazie. Vai avanti e procedi.

1) Parte del cervello responsabile della sofferenza emotiva, sei disposta a


comunicare a livello cosciente?
<ascolta il corpo>
2) Parte del cervello responsabile della sofferenza emotiva, ti assumi la
responsabilità di risolvere il problema affinché torni la serenità?
<ascolta il corpo>
3)Grazie. Vai avanti e procedi.

1) Parte responsabile della sofferenza psicologica, sei disposta a comunicare


a livello cosciente?
<ascolta il corpo>
2) Parte responsabile della sofferenza psicologica, ti assumi la responsabilità
di risolvere affinché torni l'equilibrio?
<ascolta il corpo>
2) Grazie. Vai avanti e procedi.
Link alla diretta:
https://www.facebook.com/631589855/videos/10158334050784856/

Parlare con il cervello


Di norma un Algoritmo o un Super Algoritmo va recitato mentalmente, quindi

dovresti impararlo a memoria, così che diventi poi spontaneo. Il ritmo e il tono

della voce (mentale) lo decidi sempre tu.

Se non sai come cambiare tono e ritmo della voce, ecco dei consigli:

1. Prendi un libro e inizia a leggere a voce parlata, con il tono che usi

normalmente. Leggi per qualche minuto. Poi fa la stessa cosa parlando

mentalmente.

2. Adesso cambia volume: leggi per qualche minuto sussurrando, come se ci

fosse qualcuno che dorme e non vuoi svegliare. Ripeti mentalmente.

3. Aumentiamo la difficoltà cambiando tonalità. Hai presente il tono di voce

che la maggior parte di noi usa con neonati o animali domestici? Usalo per

leggere qualche minuto. Poi, ripeti la stessa cosa mentalmente.

4. Ora cambiamo il ritmo. Leggi lentamente a voce alta, cercando di

imprimere parola per parola come se dovessi memorizzare il contenuto.

Ripeti mentalmente.

5. Aumentiamo il ritmo leggendo velocemente il testo a voce alta. Ripeti


mentalmente.

Se ti alleni un poco tutti i giorni la cosa diventerà più facile.

Ancoraggio e dissociazione
Cos'è un Ancoraggio
L’ancoraggio è una tecnica che serve per ritrovare un’emozione, una
sensazione vissuta, in modo automatico e istantaneo, attraverso le cosiddette
“ancore”. Le ancore sono associazioni di stimolo-risposta automatiche, ovvero
degli speciali interruttori che ci permettono di accedere velocemente a un
particolare stato d’animo.
Avete presente quella canzone che vi suscita ricordi particolari o momenti che
avete vissuto? Ecco, quello si può definire un ancoraggio, perché risentendo
quelle note rivivete il momento preciso in cui avete vissuto quell’emozione.
Piacevole o spiacevole che sia.
Ogni giorno creiamo in modo inconsapevole degli ancoraggi: attraverso
l’olfatto (es. il profumo che ci ricorda una persona cara); il gusto (es. un piatto
che mangiavamo da piccoli); l’udito (es. della musica o delle determinate
parole dette); la vista (es. scene di un film, un colore); il tatto (es. le dita infilate
nella sabbia, fare le palle di neve, toccare un tessuto morbido).
Anche nell’addestramento cinofilo vengono utilizzati degli ancoraggi. Ad
esempio, attraverso l’utilizzo del clicker, uno strumento che produce il
caratteristico suono “click” che dà il nome al meccanismo, si addestra il cane a
rispondere in modo automatico. Questo suono all’inizio non ha nessun
significato per il cane ma, una volta avvenuto il condizionamento, assume un
significato ben preciso: senti il click, ricevi il premio (molto buono).
Esistono diversi tipi di ancore:
L’ancora spaziale: consiste nell’entrare in uno spazio immaginario (es. un
cerchio o perché no? la bolla di sapone!) per attingere a risorse utili.
L’ancora cenestesica: stringere il pugno o toccare una parte del corpo per
rivivere immediatamente una sensazione piacevole.
L’ancora visiva: associare alla vista di una persona che ami una sensazione di
felicità e serenità.
Ognuno di noi può creare le sue ancore per stare bene. Elia ci insegnerà come
fare.
Ancoraggio cenestesico
Chiedi al soggetto di pensare, ad esempio, al problema dell'ansia, non appena
ha accesso al pensiero, poggi la tua mano destra sul suo ginocchio sinistro e
poi la togli, quindi lo inviti a ricordare un momento che non possedeva il
problema e metti la tua mano sinistra sul suo ginocchio destro.
A questo punto tocchi contemporaneamente le due ginocchia per un minuto,
un minuto e mezzo e togli le mani. Infine domandi che fine ha fatto l'ansia.
Ti risponderà: "Sparita!".
Le prime volte che eseguite questo procedimento funzionerà perfettamente
(la fortuna dei dilettanti), ma non riuscirete più a replicarlo su altri perché non
conoscete il funzionamento dell'ancoraggio, perciò si studiano i dettagli
continua ...
A proposito, si può adottare su qualsiasi problema sia clinico sia psicologico.
Tempo di esecuzione: due minuti.
Capite adesso cosa vuol dire Terapie istantanee? Semplicemente: meno cose
facciamo noi, più cose fa il cervello!

Ancoraggio standard

Provate l'ancoraggio con un vostro conoscente.

Chiedete di pensare a un’esperienza piacevole e appena notate qualche

cambiamento nella sua respirazione, tono muscolare, colore della pelle,

movimenti oculari etc., poggiate una mano sul suo ginocchio (va bene anche

il braccio, spalla ecc., dipende dalla situazione in cui vi trovate).

Via via che individuate dei cambiamenti, aumentate leggermente la pressione

e quando questi si sono stabilizzati, togliete semplicemente la mano.

Chiedete, poi, di pensare a un’esperienza sgradevole e quando scorgete

nuovamente dei cambiamenti, posate l’altra mano sul suo ginocchio braccia o

spalla… contro laterale, e appena i mutamenti si stabilizzano, la togliete. Fate


una pausa e poi verificate se la prima ancora si è fissata: basta poggiare la

mano dove avete ancorato l’esperienza piacevole, se ottenete gli stessi

cambiamenti osservati in precedenza, vuol dire che il procedimento ha

funzionato; passate, quindi, a controllare l’altra ancora; se queste non sono

attecchite, ripetete l’esperimento.

Una volta sicuri che le ancore abbiano fatto presa, premete

contemporaneamente le due mani sui punti delle ginocchia, spalla o altro,

ove avete ancorato le esperienze: osserverete sul viso della persona la

comparsa simultanea delle due risposte ancorate, una sulla metà destra e

l’altra sulla metà sinistra. Ciò vuol dire che ancore si stanno integrando.

Completata l’integrazione, un minuto, un minuto e mezzo, togliete le mani.

Durante l’integrazione, il soggetto penserà all’unisono le due esperienze

perché queste si trovano adesso nello stesso spazio-tempo e non più

dissociate, come prima. Il volontario potrà accusare un senso di confusione,

ma non riuscirà più ad accedere all’esperienza sgradevole, ma solo a quella

mista. Infatti, se mettete la mano dove avete ancorato la prima o la seconda

esperienza otterrete sempre una risposta integrata. Si può ancorare con un

gesto, un’ancora visiva; con un suono o una parola, un’ancora auditiva, o

come, nel nostro caso, un ancora cenestesica (terminologia della casa

editrice Astrolabio Ubaldini). A proposito c’è un nuovo assioma, “non si può

non ancorare”, anzi, senza accorgervene lo farete sempre e tutti i giorni. In

genere, non è possibile non ancorare, quindi, lo userete col tono di voce e
con la postura. Utilizzate perciò, quando divenite più esperti, un tono di voce

ed un atteggiamento leggermente differenti in modo da fissare meglio le due

risposte non verbali.

Provate, un altro giorno, ad impiegare il procedimento a scopo terapeutico.

Identificate lo stato sintomatico che la persona vuole cambiare e ancoratelo.

Cercate nella sua storia personale la risorsa più appropriata per

neutralizzarlo, cioè l’esperienza opposta, e ancoratela. Integrate poi le due

risposte. A proposito, le risorse possono essere anche inventate o meglio

costruite, non c’è differenza, in quanto sia le esperienze realmente vissute sia

quelle immaginate percorrono le stesse vie neurali. Se il soggetto si sente

soddisfatto dell’integrazione, procedete con il ricalco nel futuro, altrimenti

cercate risorse più adeguate.

Per mettere le risorse al passo con il futuro, non dovete fare altro che tenere

premute le due ancore e far identificare i contesti futuri ove dovranno

emergere le risorse. Potrebbe essere l’ufficio, la casa, la strada, dal medico

etc. o tutti, luoghi ove la risposta problematica si manifesta involontariamente.

Ovviamente si possono stabilire ancore in tutte le modalità sensoriali. Anche

gli odori e i gusti possono essere ottime ancore.

Ancoraggio telefonico per il potenziamento del sistema immunitario

Questo metodo non è altro che un ancoraggio. Il metodo è stato descritto sia

nell'ebook sia nel libro cartaceo, ma non l'ho mai spiegato in dettaglio come si
esegue via telefono.

Le esperienze realmente vissute o costruite mentalmente, per il nostro

cervello, sono entrambe valide perché percorrono le stesse vie neurali.

Nel caso di Marco, attinsi alle sue esperienze del passato, ma ad un giovane

che voleva risolvere un problema di salute, quando chiesi di trovare, nella sua

storia personale, l'esperienza opposta, ebbe qualche difficoltà. A quel punto,

dovetti fargliela inventare.

Doveva immaginare se stesso nel futuro privo del problema, ove il suo

sistema immunitario funzionava alla perfezione e godeva di ottima salute.

Non appena ebbe accesso al pensiero gli consigliai di stringere il pugno con

una certa pressione e rilasciarlo quando il pensiero svaniva. Poi, doveva

immaginare di trovarsi realmente in quel posto fantastico e, non appena ci

riuscì, lo invitai a stringere il pugno con la stessa pressione e rilasciarlo

quando l’immagine si attenuava.

Ma una persona che si trova in una situazione di tale benessere, vuol dire

che tutti gli organi sensoriali funzionano alla perfezione, quindi, doveva

concentrare l’attenzione sulle sensazioni esterne che avvertiva in quel sito

immaginario: la temperatura dell'aria, il tepore del corpo, un soffio di vento,

insomma, qualsiasi percezione esterna che poteva cogliere e, di

conseguenza, stringere il pugno con la stessa forza di prima. Giustamente,

un soggetto che si trovi in un simile stato di salute e potenza, avvertirà anche

delle sensazioni interne, perciò, non appena le individuò, consigliai di


stringere il pugno allo stesso modo e poi rilasciarlo. Siccome il sistema

sensoriale funzionava alla grande, bisognava osservare le stesse cose che si

sarebbero viste se si fosse stati realmente lì, in quel luogo, ad esempio: il

paesaggio (stringere la mano/pugno). Ma anche la fantasia sarebbe stata

sviluppata, la capacità di creare immagini interiori (stringere la mano). Anche i

suoni esterni si sarebbero ascoltati perfettamente: rumori, voci, etc. (stringere

il pugno). Perfino il dialogo interno, per fare progetti (stringere la mano). A

questo punto mancavano solo odori e gusti che percorrono la stessa strada

neurale e arrivano alla corteccia cerebrale in modo diretto, senza filtri (se non

si riescono ad identificare entrambi, ne basta uno). Doveva pensare ad un

odore o ad un gusto caratteristico della località e stringere la mano. Per finire,

bisognava verificare se avevamo ancorato l'esperienza di benessere e di

risorsa.

Distrassi il soggetto e poi ordinai di stringere il pugno con la stessa pressione

di prima; siccome ebbe accesso istantaneo all’esperienza, il procedimento

aveva funzionato (non avevo ancorato semplici pensieri, ma un potente stato

fisiologico), ma come trasferirlo nel presente e poi nel futuro? Invitai il

soggetto a tenere il pugno stretto con la stessa intensità di prima, ma

contemporaneamente doveva pensare al vecchio problema di salute, in modo

che le due distinte esperienze si mescolassero.

A quel punto, accusò un senso di confusione (le risorse si erano trasferite nel

presente). Dato però che lo stato misto dura circa un minuto, un minuto e
mezzo, dovevo utilizzare questo arco di tempo per fare in modo che le risorse

si trasferissero anche nel futuro. Lo invitai a pensare a luoghi, situazioni e

figure di persone ove voleva che emergessero quelle forze. Infine, proferii la

seguente formula:

"Nei minuti che verranno... ore... giorni... settimane... mesi... e anni

emergeranno queste capacità nei momenti in cui ne avrai bisogno... Prendi il

tempo che ti serve per tornare totalmente qui nel presente”.

(Stringere la mano o il pugno sono sinonimi, ma ognuno può scegliere il

modo più comodo).

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