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LA SERA DEL DÌ DI FESTA

Giacomo Leopardi
INTRODUZIONE

Composta tra il 1819 e il 1821

Endecasillabi sciolti

Canti
TESTO
Dolce e chiara è la notte e senza vento, 1 Dell'artigian, che riede a tarda notte,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
Posa la luna, e di lontan rivela E eramente mi si stringe il core,
Serena ogni montagna. O donna mia, A pensar come tutto al mondo passa,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi 5
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito 30
Rara traluce la notturna lampa:
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde Volgar succede, e se ne porta il tempo
Cura nessuna; e già non sai né pensi Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto. 10 Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno De' nostri avi famosi, e il grande impero 35
Appare in vista, a salutar m'a accio, Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
E l'antica natura onnipossente, Che n'andò per la terra e l'oceano?
Che mi fece all'a anno. A te la speme Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro 15 Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. Nella mia prima età, quando s'aspetta 40
Questo dì fu solenne: or da' trastulli Bramosamente il dì festivo, or poscia
Prendi riposo; e forse ti rimembra Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Premea le piume; ed alla tarda notte
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, 20
Un canto che s'udia per li sentieri
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra Lontanando morire a poco a poco, 45
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi Già similmente mi stringeva il core.
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto 25
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FIGURE RETORICHE
• ossimoro: “chiara è la notte” (v. 1)

• enjambement: (es. vv. 3-4, 8-9, 11-12, 14-15, 25-26, 30-31, 31-32, 33-34, 34-35, 35-36, 38-39)

• apostrofe: “O donna mia” (v. 4)

• anafore: “tu dormi” (vv. 7 e 11), “or dov’è” (vv. 33-34)

• metafora: “così verde etate” (v. 24)

• metonimie: “già tace ogni sentiero” (v. 5), “piume” (v. 43)

• chiasmo: “è fuggito / il dì festivo, ed al festivo il giorno / volgar succede” (vv. 30-32)

• climax: “mi getto e grido e fremo” (v. 23)


TEMI

Fugacità della vita

Amore non corrisposto

Dolore
DIVISIONE

Descrizione della notte ( vv 1 - 4 )

Indi erenza donna amata ( vv 5 - 24 ),

Canto dell’ artigiano e svanire del tempo ( vv 25 - 39 )

Ricordo d’infanzia ( vv 40 - 46 )
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