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Il capitale umano
Copyright © by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i
diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda
http://www.mulino.it/ebook
ISBN 978-88-15-12443-2
ISBN 978-88-15-23021-8
Indice
Premessa
1.
Conclusioni
La scolarità
Secondo il censimento della popolazione condotto nel 1951
il 13% della popolazione italiana di età superiore a 6 anni era
analfabeta (nel 1901 si trattava addirittura del 48%). Il
fenomeno è pressoché scomparso nel censimento del 2001
(1,5%). Il risultato è il frutto della crescita della
scolarizzazione, che nell’ultimo dopoguerra ha visto il
completamento della partecipazione universale alla scuola
elementare, l’effettività dell’istruzione obbligatoria, impartita
per almeno 8 anni – con la creazione della media unica nel
1963 – elevata poi a 10 anni, a partire dal 2007, e la
significativa crescita, nell’ultimo trentennio del secolo scorso,
degli studi superiori e universitari.
Lettura e
Matematica
comprensione Scienze 2006
2003
dei testi 2000
25° percentile: Italia (Ocse) 429 (435) 400 (432) 409 (434)
75° percentile: Italia (Ocse) 552 (571) 530 (571) 543 (568)
Nota: I dati in parentesi riferiti al complesso dei paesi (Ocse) partecipanti a Pisa sono una media
semplice dei dati relativi ai singoli paesi partecipanti. Il punteggio al netto dell’effetto del background
familiare è quello che si avrebbe se l’indice di background fosse uguale a quello medio dei paesi Ocse. Il
legame tra background familiare e risultati Pisa è il coefficiente standardizzato della regressione dei
secondi sul primo, in una regressione che considera solo l’Italia (in parentesi è lo stesso coefficiente
nella media dei paesi Ocse, in una regressione in cui i risultati Pisa sono regrediti sul background
familiare e su un set di dummies di paese).
Scienze 95 95 95 95
Nota: Punteggi ottenuti dai ragazzi italiani; media complessiva dei paesi partecipanti all’indagine pari a
100.
I divari territoriali
L’Italia è un paese con profonde
differenze interne. La
dotazione attuale di capitale umano e i suoi processi di
formazione non fanno eccezione: anche in questi ambiti si
ritrova un marcato ritardo
delle regioni del Mezzogiorno. Nel
2006 i residenti con almeno il diploma di scuola
secondaria
superiore erano nel Sud il 44%, 10 punti percentuali in meno
che nel
Centro-Nord; i livelli assoluti sono più alti quando si
circoscrive l’attenzione ai più
giovani, tra i 25 e i 34 anni, ma il
divario geografico resta invariato.
Lettura e
comprensione Matematica Scienze
testi
Nord Centro Sud Nord Centro Sud Nord Centro Sud
Scuola primaria 100,8 101,2 99,1 101,9 100,0 97,7 102,5 100,2 97,1
Scuola secondaria
di primo
grado 103,9 101,7 95,2 104,6 102,2 94,8
Scuola secondaria
di secondo
grado 106,6 103 92,9 107,2 101,1 93,2 107,1 102,3 92,7
TAB. 4.
Eterogeneità dei risultati Pisa tra aree geografiche e tipi di
scuola
Istituti Tecnici 490 82 495 75 501 77
Istituti Professionali 431 95 429 75 444 81
Scuole Medie 358 111 385 94 355 92
Formazione 357 102 374 83 377 72
Professionale
Totale 494 103 487 90 501 94
Istituti Tecnici 502 84 521 79 527 78
Tipo di scuola Lettura Matematica Scienze
Media D.S. Media D.S. Media D.S.
Istituti Professionali 441 87 432 79 454 79
Scuole Medie 367 95 426 60 415 84
Formazione 421 91 425 76 441 76
Professionale
Totale 506 97 505 92 520 91
Istituti Tecnici 479 87 462 67 482 72
Istituti Professionali 401 99 407 68 422 71
Scuole Medie 358 99 324 70 345 46
Formazione – – – – – –
Professionale
Totale 482 102 467 84 486 88
Istituti Tecnici 431 89 443 78 442 73
Istituti Professionali 362 91 376 74 387 69
Scuole Medie 263 137 290 161 343 74
Formazione – – – – – –
Professionale
Tipo di scuola Lettura Matematica Scienze
Media D.S. Media D.S. Media D.S.
Totale 443 104 440 92 448 84
Istituti Tecnici 413 89 410 79 426 75
Istituti Professionali 332 117 369 96 373 83
Scuole Medie 333 100 342 92 315 102
Formazione 320 97 356 71 342 67
Professionale
Totale 425 114 417 95 432 94
Istituti Tecnici 463 93 467 85 475 83
Istituti Professionali 391 106 400 83 414 82
Scuole Medie 336 111 348 105 340 93
Formazione 385 102 397 84 405 80
Professionale
Totale 469 109 462 96 475 96
Totale
Ocse 484 107 484 98 491 104
Media
Ocse 492 99 498 92 500 95
Tipo di scuola Lettura Matematica Scienze
Media D.S. Media D.S. Media D.S.
Nota: Nord-Ovest (Valle d’Aosta, Piemonte,
Lombardia, Liguria); Nord-Est (Trentino-Alto Adige, Friuli-
Venezia Giulia,
Veneto, Emilia-Romagna); Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); Sud
(Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia); Sud-Isole (Basilicata, Calabria,
Sicilia, Sardegna).
TAB. 5.
Variabilità delle conoscenze in matematica e italiano tra
alunni per area
geografica, scuola e classi
Italia
Nord
Centro
Sud
Chi vive nel mondo della scuola del resto sa bene che
questa assenza di evidenze robuste sul chi e cosa renda un
insegnante un buon insegnante si ricolleghi a due vecchie e
mai sopite diatribe riguardo questa professione. La prima
concerne il fatto se il buon insegnante sia colui che meglio
conosce la propria materia o colui che la sa presentare e
porgere meglio ai propri allievi; la seconda riguarda il fatto se
buoni insegnanti si nasca – nel senso di avere doti caratteriali
di un certo tipo, anche se queste non necessariamente
devono essere innate nel senso letterale del termine – o si
diventi – per effetto di un addestramento specifico alla
funzione di insegnante. Non è nostra intenzione risolvere
nessuna delle due questioni. La lettura che diamo delle
evidenze empiriche prima richiamate è che per molti aspetti
esse non siano risolvibili in generale: buoni insegnanti un po’
si nasce ed un po’ si diventa – con la prassi oltre che con la
mera formazione pedagogica – così come conoscere una
materia e saperla porgere ai propri allievi sono, almeno entro
certi livelli minimi, entrambi fattori rilevanti e
interdipendenti.
Box 2. I problemi di
stima dei rendimenti dell’istruzione
Come già detto, nella realtà della maggior parte dei sistemi
scolastici concreti l’approccio di mercato e quello gerarchico
si combinano in vario modo nel tentativo di minimizzare le
implicazioni negative dell’uno e dell’altro. In particolare nei
sistemi centralizzati, i genitori cercano comunque di sfruttare
tutti i margini concessi per esercitare la loro libertà di scelta,
per esempio cambiando residenza, e le singole scuole
tenteranno comunque di attrarre iscrizioni in numero
sufficiente (quantomeno per poter mantenere il proprio
personale). Così, affinché questi aggiustamenti siano guidati
da reali misure di qualità delle scuole, anche in questi
contesti è importante che gli utenti e la collettività siano
informati per poter esercitare quanto meno la loro voice.
Confidare esclusivamente nell’intervento d’una autorità
pubblica può non essere prudente; l’azione di quest’ultima
sarà anzi più efficace se opportunamente pungolata da
famiglie adeguatamente informate.