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UNA VISIONE DIVERSA DEI TUMORI

CON IL METODO PANTELLINI

ASCORBATO
di POTASSIO
di Guido Paoli

La molecola intelligente
per regolare le difese dell’organismo
Guido Paoli

Ascorbato di potassio
La molecola intelligente
per regolare le difese dell’organismo

Terra Nuova Edizioni


QUESTO NON È UN LIBRO QUALUNQUE
Anche un libro ha la sua filiera. Proprio come una zucchina.
Per portarti un «cibo per la mente» genuino, ecologico e giusto, Terra Nuova
applica severi principi di sostenibilità ambientale e sociale: ecco quali.

La carta
Ascorbato di potassio è stampato su carta Eural Offset 100% green certificata FSC e Der
Blue Angel per essere ottenuta con fibre provenienti al 100% da carta straccia, di cui
almeno il 65% da raccolta differenziata. Questa scelta, rispetto a quella di carta da fibre vergini, ha
consentito il risparmio di:

681 kg 1.836 kWh 143 kg


di RIFIUTI di ENERGIA di CO2
la produzione media di una famiglia il consumo di una famiglia pari alle emissioni di una Fiat Grande
di 3 persone in 171 giorni di 3 persone in 200 giorni Punto 1.4 benzina per 910 km

15.795 litri 988 kg Eco-calcolatore di Due Emme Pack,


di ACQUA di LEGNA elaborazione dati di Arjowiggins
realizzata da Labelia Conseil
il consumo di una famiglia pari al taglio con metodo Bilan Carbone®
di 3 persone in 29 giorni di 9 alberi

La stampa
La rivista e i libri vengono stampati rigorosamente in Italia, utilizzando inchiostri
naturali

Il circuito
Terra Nuova assicura un equo compenso a tutti gli attori della filiera e promuove
circuiti alternativi di distribuzione come quello di negoziobio.info

La bibliodiversità
I piccoli editori indipendenti garantiscono la pluralità di pensiero, oggi seriamente
minacciata dallo strapotere di pochi grandi gruppi editoriali

La comunità del cambiamento


Sono oltre 500 mila le persone che ogni giorno mettono in pratica i temi dell’ecolo-
gia attraverso la rivista, i siti e i libri di Terra Nuova.

Per saperne di più: www.nonunlibroqualunque.it


A Gianfrancesco, vero uomo di scienza,
la cui intuizione, carica umana e rigore
scientifico hanno permesso che un’apparente
“casualità” diventasse un progetto.

A Eliseo, che questo progetto sta portando


avanti con passione e tenacia.

A tutte le persone, vero patrimonio


dell’umanità, e in particolare ai
malati di cancro che, consapevolmente
o inconsapevolmente, lottano giornalmente
per il riconoscimento della loro dignità
e dei loro diritti.

Ai miei genitori Mario e Adriana,


per il loro amore e il loro esempio.

Ai miei figli Francesco e Chiara, perché


conservino semplicità di cuore e freschezza
intellettuale per affrontare la vita senza
accontentarsi di risposte banali e cercando
di guardare sempre “oltre”.

A Sonia, capace con lo sguardo di aprire


mente e cuore su orizzonti sconfinati
oltre lo spazio e il tempo, nei quali
ballare insieme.
Indice

Consigli per il lettore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6


Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Capitolo 1. Considerazioni a ruota libera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.2 Due paroline per cominciare…
1.3 Suoni frequenze e musica
1.4 Sistemi attivi e passivi
1.5 Coerenza e complessità
1.6 Cambiare il paradigma
1.7 Mettere insieme competenze diverse
1.8 Curare l’effetto, la causa o entrambi?
1.9 Le terapie oncologiche
Capitolo 2. Intuizione, scienza e metodo scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
2.1 Gallina vecchia fa buon brodo
2.2 L’esperimento e la curiosità
2.3 Una “strana” limonata e l’intuizione di Pantellini
2.4 L’onere della prova
Capitolo 3. Un po’ di fisiologia cellulare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
3.1 La cellula
3.2 La membrana cellulare
3.3 Il citoplasma
3.4 Il nucleo
3.5 I mitocondri
3.6 Le molecole biologiche
3.7 Funzioni cellulari fondamentali
3.8 Gli scambi per diffusione
3.9 I meccanismi di trasporto attivo
3.10 Il gel intercellulare e i glicosamminoglicani
Capitolo 4. Bio-informazione e processi di comunicazione, ovvero:
può una molecola essere “intelligente”? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
4.1 Uno sguardo diverso
4.2 Questione di piani
4.3 Due parole su sistemi e modelli
4.4 Indeterminazione e caos deterministico
4.5 Il modello “chiave-serratura”: domande
4.6 Sapere dove andare?
4.7 La risonanza: codici e mappe per sapere dove andare!
4.8 Il modello “chiave-serratura”: risposte
4.9 La logica dello sciame
4.10 Il mistero dell’acqua
4.11 Campi elettromagnetici e DNA antenna
Capitolo 5. Cancro e dintorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
5.1 Cos’è il cancro: cellule impazzite o cellule individualistiche?
5.2 Origini
5.3 Il rebus delle cause: un problema multifattoriale
5.4 Lo stress ossidativo: il denominatore comune
5.5 Le linee di difesa principali
5.6 Gli indicatori di stress ossidativo
Capitolo 6. La molecola intelligente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
6.0 Il capitolo zero
6.1 La molecola
6.2 Gli elettroliti e la loro funzione metabolica
6.3 Il potassio
6.4 Il sodio
6.5 La pompa sodio/potassio
6.6 L’acido ascorbico
6.7 Il ribosio
6.8 Il modello interpretativo
6.9 I dati sulla sopravvivenza (di orientamento)
6.10 I dati oggi
6.11 Considerazioni a margine
6.12 I dati di laboratorio

Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192
Bibliografia (citata e proposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193
Consigli per il lettore

Mi rendo perfettamente conto che questo testo può essere ostico per
il “non addetto ai lavori”, anche se ho cercato di utilizzare un linguaggio
quanto più divulgativo possibile, ricorrendo solo al formalismo stretta-
mente necessario.
In realtà, a ben guardare, tutto il contenuto del libro potrebbe essere
racchiuso nell’introduzione e nell’ultimo capitolo (il sesto). Coloro che
fossero interessati solo a inquadrare il meccanismo d’azione dell’ascor-
bato di potassio con ribosio possono tranquillamente saltare tutti i ca-
pitoli dal primo fino al quinto, senza perdere in comprensione del testo.
Perché allora inserire queste parti che rischiano di appesantire la lettu-
ra? Perché sono profondamente convinto che per guardare un problema
da una prospettiva diversa è necessario portare “l’osservatore” a guardare
con occhi nuovi, uscendo da ciò che crediamo essere una serie di fatti
certi e indiscutibili (che si scoprirà che non sono poi così certi né indiscu-
tibili…), per addentrarsi in una visione più ampia che, però, necessita di
una preparazione adeguata. Sì, essere preparati allo spettacolo che piano
piano si svela è l’aspetto più importante che ci permette di cogliere appie-
no la “bellezza collaterale” della molecola intelligente. Per questo, Albert
Einstein diceva: «L’immaginazione è più importante della conoscenza».

Quindi, l’introduzione ha il compito di accompagnare il lettore all’i-


nizio di questo percorso, per dargli un senso e indicare una possibile
chiave di lettura di tutto il cammino.
Da lì si dipanano le varie strade, alcune più complicate da seguire,
altre più lineari, ma tutte funzionali a cogliere, almeno in modo som-

·6·
Consigli per il lettore

mario ma quanto più possibile rigoroso, le varie sfaccettature del “pro-


blema cancro” e di come funzionano le nostre cellule.
Ciascun capitolo definisce un pezzetto del percorso necessario ad
avere la visione più completa possibile di ciò che si “svelerà” alla fine;
pur essendo legato a tutti gli altri, ha comunque una “vita propria” e
può essere letto indipendentemente dagli altri, per esempio saltandolo
e riprendendolo in un secondo momento per approfondire aspetti pe-
culiari.
L’obiettivo è quello di far pensare, di creare domande via via che il
lettore si addentra nel testo, più che cercare di dare risposte o soluzioni.
Non ci sono ricette preconfezionate ma opportunità da cogliere.

Il Capitolo 1 pone l’attenzione su cosa sia un sistema vivente e quali


sfide si aprano per chi voglia davvero studiare “come siamo fatti”, so-
prattutto alla luce della biofisica quantistica.
Il Capitolo 2 cerca di spiegare al lettore cosa sia il metodo scientifi-
co, comprensione oggi sempre più necessaria perché si parla di scienza
come se fosse una nuova religione ma, a mio modo di vedere, spesso
senza aver minimamente chiaro che cosa sia davvero.
Il Capitolo 3 presenta alcuni rudimenti di fisiologia cellulare, per
sapere almeno di cosa stiamo parlando.
Il Capitolo 4 porta il lettore sul terreno affascinante, ma anche assai
complesso, della comunicazione cellulare e sulla possibile esistenza di
“mappe di riconoscimento” che portino le molecole a interagire fra loro
in modo preciso, rapido e senza errori. In sostanza, perché una moleco-
la A (per esempio un determinato farmaco o un prodotto erboristico)
dovrebbe interagire velocemente e senza fare errori solo con quel par-
ticolare recettore o con quella particolare molecola B, indipendente-
mente dal numero di altre molecole vicine, se chimicamente queste “si
sentono” solo quando sono così vicine da potersi quasi toccare?
Il Capitolo 5 cerca di porre le basi su cosa sia davvero il cancro nella
sua natura ontologica e se ci sia un meccanismo di innesco fisiologico

·7·
Ascorbato di potassio

comune in ogni sua manifestazione clinica, così come catalogata in sen-


so anatomopatologico.
Infine, il Capitolo 6 parla esclusivamente dei singoli componenti
della molecola e delle proprietà dell’ascorbato di potassio con ribosio,
dei modelli interpretativi in merito al suo meccanismo d’azione e ri-
porta gli studi scientifici attualmente disponibili sia in laboratorio che
“sul campo”.

·8·
Introduzione

«Sono salito sulla cattedra per ricordare a me


stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da
angolazioni diverse. E il mondo appare diverso
da quassù Non vi ho convinti? Venite a vedere
voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di
sapere qualcosa che dovete guardare da un’altra
prospettiva».
– da L’attimo fuggente, dialogo fra Robin Williams,
alias Prof. Keating, e i suoi studenti

Scrivere sembra una moda che contagia sempre più persone. Gli scaf-
fali delle librerie sono costantemente aggiornati per novità editoriali in
tutti i campi, dalla narrativa alla saggistica, dalla divulgazione scientifi-
ca alla poesia.
Scrivere è soprattutto un’arte, per comunicare idee, esperienze, rifles-
sioni, speranze, la propria visione della realtà, la possibilità di vedere le
cose con occhi diversi. Ci sono autori che con poche straordinarie frasi
riescono a catturare la nostra attenzione, la nostra fantasia, il nostro
cuore.
Perché allora uno che non possiede alcuna delle prerogative minime
di uno scrittore decide di cimentarsi in un lavoro faticoso e complesso
dal punto di vista dei contenuti come questo?
Innanzitutto, perché questo libro vuole essere un piccolo tributo a
un grande ma assai poco conosciuto scienziato del XX secolo: il biochi-
mico Gianfrancesco Valsé Pantellini, venuto alla ribalta per aver sco-
perto le incredibili “virtù” contro il cancro di un semplice sale derivato

·9·
Ascorbato di potassio

dalla vitamina C, noto come ascorbato di potassio, che poi è l’elemento


che catalizza tutte le considerazioni contenute nel testo.
Da arguto fiorentino quale era, aveva uno spiccato senso della bat-
tuta volta a sdrammatizzare anche le situazioni umanamente più deva-
state, e una carica umana straordinaria capace di rimotivare e restituire
dignità anche laddove non sembrava possibile. Chi arrivava da lui in
lacrime spesso usciva dal suo studio con il sorriso sulle labbra e non
perché avesse ricevuto una “falsa” speranza, ma perché aveva trovato in
lui una persona che sapeva ascoltare e che era disposta a combattere la
dura battaglia con i malati e i loro familiari, come fossero compagni di
viaggio nel cammino della vita.
Ho ancora viva la forte emozione provata durante l’ultima conferen-
za tenuta da lui a Pratolino, vicino a Firenze, alla fine del 1997, all’ini-
zio della quale si commosse e pianse nel tributare un saluto (un minuto
di silenzio) a tutte le vittime del cancro in Italia e nel mondo.
Proprio ai malati Pantellini ha dedicato tutta la sua vita come anche,
instancabilmente e in egual misura, alla ricerca contro il cancro (amava
definirsi “il biochimico dei tumori”), pur non facendo parte del mondo
accademico ma avendo conosciuto e in parte collaborato con perso-
ne del calibro di Ettore Majorana, Bruno Pontecorvo, James Watson,
Francis Crick, Giorgio Piccardi, Louis Kervran, Linus Pauling.
Era membro dell’Accademia delle Scienze di New York e dall’Acca-
demia delle Scienze di Mosca ricevette la “stella rossa”, onorificenza a
lui consegnata per aver contribuito, proprio attraverso idonei schemi a
base di ascorbato di potassio, ad alleviare la sofferenza della popolazione
di Chernobyl in seguito all’incidente alla centrale nucleare del 1986.
Ci ha lasciati pochi giorni prima di entrare nel “nuovo millennio” (19
dicembre 1999), come lui stesso aveva “predetto”, circondato dall’affet-
to dei suoi cari nella “sua” casa di Vicchio del Mugello.
Inoltre, questo scritto vorrebbe in qualche modo colmare una lacu-
na. Ovvero la quasi totale mancanza di pubblicazioni divulgative, cioè
rivolte al grande pubblico, relative all’ascorbato di potassio e al ribosio,

· 10 ·
Introduzione

che con una straordinaria intuizione Pantellini ha inserito nel compo-


sto proprio negli ultimi anni della sua vita e che il figlio Eliseo, con
coraggio e tenacia, ha reso l’elemento base della ricerca che la Fonda-
zione che porta il suo nome sta sviluppando dal momento della propria
costituzione (1999).
Il mondo accademico ha sempre teso a snobbare, almeno ufficial-
mente, questo sale di potassio, ritenendo un’assurdità la sua pretesa
azione contro le cellule tumorali e giustificando tale presa di posizione
con la “banalità” del composto di fronte alla complessità del problema
che vorrebbe affrontare. Rispetto ad alcuni anni fa noto con piacere
una maggiore attenzione, anche se continua un po’ a essere l’eccezione
e non la regola.
Purtroppo ci sono tanti luoghi comuni da sfatare; per esempio c’è
chi si è spinto a dichiarare che, se questa strada avesse avuto un senso,
certamente nei laboratori sarebbe prima o poi emerso (affermazione
che, peraltro, con la scienza non ha nulla a che vedere), mentre non c’è
evidenza scientifica su tale molecola (cosa comunque non corrispon-
dente alla verità, come dimostrano le pubblicazioni scientifiche sull’ar-
gomento evidenziate sul sito della Fondazione Pantellini1 e riportate
nel Capitolo 6, dove viene dato risalto a queste ricerche). È tuttavia
vero che parte dei lavori scientifici accettati sulle riviste internazionali
o come atti di convegni sono rivolti più a una nicchia di ricercatori in
campo chimico e fisico che al grande pubblico.
Altri confondono l’azione di questo composto con quello della “sem-
plice” vitamina C, altri ancora ritengono che questa sostanza possa ave-
re tossicità (!) a causa della presenza del potassio o che possa addirittura
far crescere meglio le cellule tumorali.
Pur nel rispetto di ogni opinione (giusta o sbagliata che sia), quando
queste posizioni rappresentano solo un arroccarsi su una difesa d’ufficio
di un certo modo di procedere (inclusa la paura del nuovo), senza alcun

1.  Il sito della Fondazione è consultabile qui: www.valsepantellini.org.

· 11 ·
Ascorbato di potassio

senso critico né disponibilità al confronto su idee diverse, mi permetto


di ritenerle l’antitesi del metodo scientifico di galileiana memoria e la
negazione del presupposto della curiosità scientifica. Dote, questa, sem-
pre più rara nelle nostre università, dove sembra che sia più importante
seguire pedissequamente linee già tracciate senza uscire dai binari, per
non mettere in discussione certezze, interessi e istituzioni acquisite, che
esprimere passione per il libero pensiero, la ricerca e l’accertamento
della verità (che su base scientifica può essere fatta solo attraverso la
misura). Secondo questa visione, potrebbe sembrare che il mondo ac-
cademico si consideri depositario di verità. La scienza, tuttavia, non
è una religione e non si basa su verità rivelate, bensì sull’acquisizione
successiva di fatti, informazioni, dati, esperimenti attraverso i quali ve-
rificare o contestare teorie, presupposti e ipotesi, che possono essere
così confermate o modificate per tener conto dei nuovi dati, magari
aprendo la strada a un nuovo paradigma. Il fisico Freeman Dyson ha
scritto (2006):
«Non esiste una visione scientifica unica come non esiste una visione
poetica unica. La scienza è un mosaico di visioni parziali e conflittuali.
In tutte queste visioni c’è però un elemento comune: la ribellione contro
le restrizioni imposte dalla cultura localmente dominante, occidentale
o orientale che sia. La visione della scienza non è specificamente oc-
cidentale. […] La scienza appartiene a tutti coloro che si sforzano di
impararla2».
Non si tratta di completare un percorso o di chiudere un cerchio, ma
di aprire una strada verso una visione diversa del “problema cancro”.
Questo non esaurisce il discorso, ma semmai inizia a svelarlo perché,
per quanto l’ascorbato di potassio sia una molecola semplice, i suoi ef-
fetti sono complessi e tuttora solo ipotizzabili, e vanno dalla regolazione
dell’attività delle membrane cellulari e del metabolismo alla stabilizza-
zione del DNA (cosa sconosciuta ai più).

2.  Dyson, F., (2009), Lo scienziato come ribelle, Longanesi, Milano.

· 12 ·
Introduzione

So bene che finché si rimane in uno schema accademicamente cor-


retto, ripetendo pedissequamente ciò che sappiamo, non ci sono pro-
blemi, ma neppure passi avanti. Questi iniziano nel momento in cui le
idee e le nuove ipotesi ci possono portare fuori dai terreni sicuri e già
battuti e consacrati.
Ho avuto la fortuna, ma vorrei dire ancor più la grazia, di lavorare
con il dottor Pantellini negli ultimi anni della sua vita terrena e adesso
ho la possibilità di portare avanti le sue ricerche e i suoi studi nella
Fondazione che porta il suo nome. Probabilmente “lavorare” non è il
termine giusto perché evoca l’idea di una costante condivisione di idee,
progetti, ricerche. In realtà a Pantellini piaceva lavorare da solo, elabo-
rare i progetti (come ripeteva spesso) nel laboratorio più straordinario
che potesse avere a disposizione, cioè la sua testa, per poi effettuare le
misure in laboratori “di fortuna” o presso amici; d’altra parte, non è
stato l’unico a seguire questa linea di lavoro, dato che sono ben noti i
cosiddetti gedanken experiment, cioè gli esperimenti pensati, elaborati a
livello teorico per avallare o affossare alcune teorie (famosissimi quelli
di Albert Einstein e Niels Bohr sulla relatività e sulla meccanica quan-
tistica). Lo stesso Stephen Hawking, considerato uno dei più grandi
fisici teorici, ha “visto” i buchi neri nella sua mente prima che venissero
osservati sperimentalmente.
Si è trattato, più che di un lavoro condiviso, di un ascolto di quanto
Pantellini voleva comunicare, attraverso la partecipazione silenziosa alle
consulenze che faceva ai malati o ai loro familiari, oppure attraverso la
breve discussione su alcuni argomenti particolari. Lasciava che facessi
la mia strada senza che fosse lui a darmi tutte le dritte perché, come
dicono gli orientali, «quando l’allievo è pronto, il maestro si manifesta».
Il testo non contiene originalità; è il tentativo di trasmettere ciò che
a mia volta ho ricevuto, tanto da Pantellini quanto da altri autori e
ricercatori, che mi hanno aperto gli occhi sulla possibilità di guardare
la natura intima delle cose con uno sguardo diverso, senza paraocchi o
preclusioni di sorta, e i cui lavori fanno da sottofondo importante per

· 13 ·
Ascorbato di potassio

questo libro. Chiedo scusa a tutti, e in particolare agli addetti ai lavori,


per eventuali imprecisioni, poca chiarezza o quant’altro, da attribuire
solo al sottoscritto. Certamente non ho una preparazione tale da poter
padroneggiare con naturalezza argomenti apparentemente (e solo appa-
rentemente) così distanti come la medicina, la biologia molecolare, la
biochimica, la genetica, ma mi sia permesso ribadire che non si tratta
di sconfinare “a buon mercato” dalle proprie competenze. Ho prece-
denti illustri come Erwin Schrödinger, Herbert Fhrölich, Albert Szent
Györgyi, Ilya Prigogine, Albert Popp, Enzo Tiezzi, Giuliano Preparata,
Emilio Del Giudice, e poi ancora, nella mia esperienza diretta, Maria
Rosa Voegelin, la compianta Ida Ortalli, Simonetta Croci (che ringrazio
per la loro costante disponibilità a discutere dei contenuti qui espressi e
raccolti) che sono stati e sono tuttora i miei punti di riferimento in am-
bito scientifico. Ed è opportuno ricordare che la fisica davvero adempie
alle sue funzioni quando cerca di svelare l’intima natura delle cose a tut-
ti i livelli, dal sistema inerte al vivente, senza vincoli e restrizioni, senza
ottusità e paraocchi, senza presunzione e arroganza, ed è probabilmen-
te la sola in grado di spiegare come, nei sistemi biologici, le molecole
possano interagire (e non muoversi casualmente) a distanze per le quali
l’azione chimica è totalmente trascurabile. D’altra parte, la fisica può
dare input che poi devono trovare corrispondenza anche nei lavori di
chimica, medicina, biologia. Non c’è quindi una pretesa di onniscienza
ma solo il desiderio di indicare che le discipline scientifiche non sono,
né devono essere, a compartimenti stagni ma devono aprirsi sempre più
all’idea della complementarietà e della piena integrazione come in una
specie di raccordo transdisciplinare che possiamo indicare con il nome
di open network, tanto caro a Paolo Manzelli (allievo di Piccardi e genio
incompreso della chimica italiana, fondatore dell’associazione Egocrea-
net e del Laboratorio di Ricerca Educativa)3. Credo che sia di primaria
importanza correre il rischio di uscire dal vicolo cieco imposto da una
3.  A questo proposito si possono vedere i siti www.egocrea.net, www.bioquantica.org/il-cluster
e i lavori più recenti di Manzelli, ospitati su www.gsjournal.net.

· 14 ·
Introduzione

certa logica accademica (pur rispettabilissima), per cercare di capire se


il nostro cammino non si sia indirizzato verso la direzione sbagliata.
L’altissimo numero di vite umane che il cancro sta mietendo impone
di uscire dalla supponenza e dall’arroganza di pretese o presunte verità
per aprire la mente e il cuore a una visione diversa, proprio come nella
citazione riportata nell’aforisma dell’introduzione, ricordando un passo
del film L’attimo fuggente: è quando si crede di sapere qualcosa che dob-
biamo guardare il problema da una prospettiva diversa.
La verità sul cancro al momento non la possiede nessuno, cioè non
c’è nessuno che al momento possa dire: “Fai questo e vedrai che il tuo
problema sparisce e non si ripresenterà più”, anche se ciascuno degli
innumerevoli soggetti impegnati nella ricerca (convenzionale o non
convenzionale) presumibilmente possiede un pizzico di verità, chi più
chi meno, chi più vicino alla “soluzione finale” e chi più lontano. La
difficoltà è riuscire a capire l’entità di tale pizzico. Ciascuno ha però il
dovere e l’obbligo morale, secondo scienza e coscienza, di battere tutte
le strade possibili togliendosi l’abito della presunzione e mettendosi con
molta umiltà davanti al mistero della vita e della morte senza precluder-
si alcuna strada. Ha detto il Premio Nobel Francis Crick:
«La vera risorsa nella scienza sono le idee e le nuove ipotesi, a prescindere
dal fatto che queste si rivelino giuste o sbagliate».

Non ho quindi ricette da proporre, verità da rivelare né prodotti


da vendere, ma solo l’offerta di una chiave di lettura diversa e di una
opportunità in più a disposizione della ricerca, dei professionisti impe-
gnati sul campo, dei malati, cercando di suffragare questo modo diverso
di guardare il problema con dati, considerazioni, riferimenti ai lavori di
coloro che sono stati e sono tuttora impegnati nella ricerca stessa.
Questo lavoro parte dalla convinzione (non solo personale) che i
meccanismi che provocano il cancro siano legati a difetti di comunicazione
cellulare. Certamente è necessario chiarire bene cosa significhi il termi-
ne comunicazione nell’ambito dei sistemi biologici, che cosa le cellule

· 15 ·
Ascorbato di potassio

comunichino e dove si inserisca il difetto di comunicazione (ed è quello


che tenterò di fare in questo lavoro), ma vorrei intanto anticipare che, a
mio modo di vedere, guardare le cose da questo punto di vista significa
inquadrare il cancro in modo diverso dalla logica della classica malattia
o patologia e avere chiaro che tali difetti, una volta manifestatisi in un
ben preciso punto del network funzionale dell’organismo e avendo dato
vita a un vero e proprio reset metabolico, si possono successivamente
ripresentare anche nello stesso punto e anche a distanza di oltre 15 anni
nonostante il problema di partenza sembri essere stato apparentemente
eliminato. Per capirsi, è un po’ come avere una radio portatile la cui
antenna deve essere orientata correttamente, a seconda della posizione
rispetto al segnale da ricevere (impostando, naturalmente, la frequenza
cercata), per fare sì che risuoni nel modo giusto amplificando il segnale
captato e che possa così sintonizzarsi sulla stazione voluta. Oppure an-
cora, è come avere un’antenna satellitare per la televisione posizionata
in un punto esposto a venti così forti che ne cambiano l’orientamento
non permettendo la piena e corretta ricezione del segnale, e che quin-
di deve essere costantemente riorientata. È per questo motivo che nel
testo, ma anche alla Fondazione Pantellini e in tutte le occasioni di
incontro con le persone, evito accuratamente la parola “guarigione” nel
caso del cancro, mentre sarebbe decisivo impostare corretti programmi
di prevenzione.
Ho fatto davvero molta fatica a stendere questo lavoro. Spero solo
che tale fatica possa aiutarci a formulare più domande delle possibili
risposte, perché nella ricerca continua e appassionata che non dà nulla
per scontato, nei dubbi più che nelle certezze, è nascosto il senso pro-
fondo delle cose. Coloro che si occupano di scienza hanno l’obbligo di
rispettare e presentare la verità nel modo in cui la vedono. Sono con-
vinto che se davvero potessimo metterci intorno a un tavolo a discutere
del bene e della salute delle persone, al di fuori di conflitti di interesse
e al di là di voler dimostrare chi abbia ragione e chi torto, sarebbe un
vantaggio per tutti, soprattutto per i malati e i loro familiari. A questo

· 16 ·
Introduzione

proposito vorrei fare mie le parole del nostro caro Gianfrancesco Valsé
Pantellini nel suo libro: Il cofattore K+:
«Scopo di questo libro […] è il desiderio di portare a chi soffre una
voce di speranza attraverso le prove evidenti delle possibilità offerte
dall’applicazione del mio metodo.
Sono convinto che conoscenze come queste non possano essere patri-
monio soltanto scientifico, ma debbano essere poste a disposizione di
tutti come un bene essenziale, al di fuori e al di sopra di speculazioni
dottrinali, d’impicci burocratici e di pastoie formali.
La vita e la salute sono beni troppo preziosi e insostituibili per concederli
a qualunque tipo di strumentalizzazione: scientifica o politica o d’altro
genere!»4.

Vorrei infine sottolineare che il continuo confronto con dati, ipotesi,


lavori scientifici, mi ha permesso di mettermi una volta di più di fronte
al grande mistero della vita e della intelligente complessità dei sistemi
biologici, del corpo umano in particolare, con sempre maggiore stu-
pore, silenzio e contemplazione; sono convinto che davvero l’uomo e
l’universo siano un tutt’uno interdipendente e, come ha intuito la cul-
tura orientale, «nulla esiste nell’universo che non sia nel corpo umano e
nulla esiste nel corpo umano che non sia nell’universo»5.

4.  Valsé Pantellini, G., op. cit., p.35.


5.  Citato da Franco Fraschini, prof. ordinario di Farmacologia alla Facoltà di Medicina e Chi-
rurgia dell’Università degli studi di Milano, in Medicina Quantistica, Spaggiari, Tribbia, 2005.
Prefazione alla prima edizione, p. XIX.

· 17 ·
Conclusioni

Sono convinto che l’ascorbato di potassio con ribosio, la nostra


molecola intelligente, sia una straordinaria risorsa per tutte le perso-
ne, per la sua semplicità, per la mancanza di effetti avversi (si tratta di
una molecola fisiologica, che l’organismo riconosce come parte di sé),
per i costi contenuti. Credo che sarebbe stato un grave peccato contro
l’umanità lasciare che tutto questo andasse a sparire con la morte del
dottor Pantellini. Così, grazie al figlio Eliseo e alla sua tenacia, questa
intuizione può adesso essere verificata, analizzata, messa alla prova del-
le evidenze scientifiche, grazie alla Fondazione che ha costituito e che
porta il nome del padre, e grazie alle persone che ci lavorano con impe-
gno, abnegazione, rispetto, spirito di collaborazione. E grazie a tutti gli
amici, sani e malati, che sono un sostegno insostituibile. I risultati che
stanno emergendo mi confortano nel percorso che anch’io ho deciso di
seguire, pur con le difficoltà che inevitabilmente mi trovo (e ci trovia-
mo) ad affrontare.
Cerchiamo di divulgare il metodo Pantellini ma senza enfatizzare o
metterci “contro”; semplicemente proponiamo un punto di vista diver-
so del problema e lo facciamo attraverso la partecipazione a convegni e
seminari, giornate di informazione per la popolazione, incontri, pub-
blicazioni, presenza sui social network. Cerchiamo, in tutto ciò che fac-
ciamo, di mantenere sempre vivo in noi lo spirito e le motivazioni che
hanno guidato il lavoro del dottor Pantellini: coerenza, amore, umiltà.

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Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Nicholas Bawtree
Curatore editoriale: Enrica Capussotti

Autore: Guido Paoli

Editing: Claudia Benatti


Progetto grafico, copertina e impaginazione: Andrea Calvetti

©2020, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1


50127 Firenze tel 055 3215729 - fax 055 3215793
libri@terranuova.it - www.terranuova.it

I edizione: marzo 2020


Ristampa
IV III II I 2024 2023 2022 2021 2020

Collana: Salute naturale

ISBN: 9788866815259

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dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie,
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Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)


L’ascorbato di potassio è un composto di grande interesse biologico, derivato
dell’acido ascorbico (comunemente noto come vitamina C). Oltre a esplicare
un’importante azione antiossidante, è indispensabile per la sintesi del collagene
e dei tessuti connettivi, aumenta l’assorbimento del ferro, contribuisce all’accre-
scimento delle ossa, migliora la resistenza alle infezioni e potenzia il sistema
immunitario. Qualità che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “molecola
intelligente”.
A portare alla ribalta l’ascorbato di potassio sono stati gli studi e le ricerche del
biochimico Gianfrancesco Valsé Pantellini, scomparso nel 1999, il cui principale
contributo è stato quello di offrire una visione diversa dei tumori.
In questo libro l’autore, collaboratore ed “erede” del Pantellini, fa il punto sulle
applicazioni terapeutiche dell’ascorbato di potassio in tante condizioni patologi-
che del nostro tempo, spiegandone il meccanismo d’azione, i processi che inne-
sca nel nostro organismo e le modalità di assunzione in caso di necessità.

Guido Paoli vive e lavora a Firenze. Fisico, PhD in fisiopa-


tologia e terapia del dolore, ha collaborato a lungo con
il dottor Gianfrancesco Valsé Pantellini. Dal 2000 lavora
presso la Fondazione Pantellini, di cui è responsabile
scientifico e vicepresidente.

www.terranuovalibri.it
ISBN  88  6681  525  9
• carta riciclata 100%
•  stampa in Italia
• rilegatura
 inchiostri naturali
• circuito solidale
di qualità

Scopri di più su:
€ 14,00 www.nonunlibroqualunque.it

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