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Analisi E.T

Writing For Performing Arts (Sapienza - Università di Roma)

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Scritture e produzioni dello spettacolo e dei media


Paper Screenwriting 12 CFU
Aurora Ferraro, 2003393

Analisi di E.T. – The Extra-Terrestrial


Trama
L’extra-terrestre E.T. viene abbandonato dai suoi simili durante un’esplorazione sulla Terra nei
pressi di un’area suburbana. Viene trovato e ospitato da un bambino, Elliott, e dai suoi fratelli
Michael e Gertie, che decideranno di aiutarlo a contattare gli altri compagni extra-terrestri per
ripotarlo a casa. E.T., viceversa, aiuterà Elliott a crescere e a mantenere la famiglia unita nonostante
il divorzio dei genitori. I ragazzini e l’extra-terrestre dovranno però fare attenzione a degli agenti
del governo, capitanati da Keys, decisi a trovare E.T. per condurre degli esperimenti su di lui.

Introduzione
Tutto inizia quando Steven Spielberg scopre la leggenda di una famiglia impazzita in seguito ad un
attacco alieno e decide di fare di questa storia una sceneggiatura intitolata Night Skies. Il film non
vedrà mai la luce, ma una cosa rimane comunque impressa nella mente di Spielberg: alla fine, uno
degli alieni viene lasciato sulla Terra. Inoltre, il regista desidera da sempre raccontare una storia con
al centro la reazione di un figlio al divorzio dei genitori:1 quando aveva diciannove anni, infatti, la
fine del matrimonio dei suoi genitori, sommata alla discriminazione antisemitica che era costretto a
vivere a scuola, aveva portato il giovane Spielberg a condurre un’esistenza solitaria, in cui l’unico
sostegno erano i film da 8mm che egli creava.2 Ed è proprio in un ennesimo momento di solitudine
mentre sta girando I predatori dell’Arca perduta, durante una pausa, che Spielberg collega i pezzi
del suo puzzle personale e pensa alla storia di un alieno che, abbandonato dai suoi compagni sulla
Terra, viene accolto da un ragazzino. Per dare forma alla sceneggiatura del suo prossimo film il
regista pensa subito a Melissa Mathison, che aveva già dimostrato la sua predisposizione per il
genere per famiglie con Black Stallion. Per ammissione dello stesso Spielberg, è proprio la sua
collega ad aggiungere molte delle caratteristiche fondamentali della storia di E.T., come la
connessione psichica tra l’extra-terrestre e il giovane protagonista Elliott. Mathison diventerà inoltre
una presenza fissa sul set,3 che sarà uno dei primi a vantare una maggioranza di presenze femminili
in posizioni di rilievo: Kathy Kennedy lo co-produrrà con Spielberg, Katy Emde farà da prima
aiuto-regista e Deborah Scott realizzerà i costumi4. Le riprese del film, provvisoriamente intitolato
A Boy’s Life, iniziano l’8 settembre 1981 nei pressi di Los Angeles. Le scene ambientate nella
foresta, invece, vengono girate al confine tra California e Oregon. Il direttore della fotografia Allen
Daviau e il production designer James D. Bissel lavorano entrambi per creare un ambiente che
possa apparire sia familiare (la domesticità suburbana) sia extra-ordinario (l’ambiente nebbioso
della foresta), un ambiente con un aspetto naturalistico che però possa integrare al suo interno un
elemento fantastico quale è E.T., motivo per cui la luce viene regolata in base all’illuminazione
usata sull’alieno. Per aumentare il senso di realismo, inoltre, Spielberg gira il film in continuità, in

1https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
2https://talkfilmsociety.com/articles/end-of-innocence-why-et-the-extraterrestrial-will-never-have-a-sequel, 13 luglio
2020.
3https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
4https://ascmag.com/articles/spielberg-et-the-extraterrestrial, 28 novembre 2017.

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modo che per i giovani attori le riprese possano essere un’esperienza quanto più realistica
possibile.5 Per lo stesso motivo il regista decide di fare a meno degli storyboard, in modo da
plasmare il futuro film secondo la sua sensibilità e il suo istinto. Tuttavia, degli storyboard
risulteranno comunque necessari per quanto riguarda il reparto degli effetti speciali (di cui si occupa
la ILM di Marin County), in quanto pagato in base al numero di inquadrature.6 Nonostante sia
proprio questo reparto il principale creatore delle scene più memorabili di E.T. (l’apparizione della
navicella spaziale, i due voli in bicicletta, di cui il primo poi diventato il logo della Amblin
Entertainment, l’arcobaleno finale), il film non è in realtà mai stato pensato come un effects movie,
ma piuttosto come un film incentrato su personaggi e storia (motivo per cui agli spettatori di oggi
non risulta troppo invecchiato). Un ulteriore effetto realistico è dato dalle macchine da presa
posizionate ad altezza di bambino: in questo modo Spielberg riesce a nascondere le facce degli
adulti, fino al momento in cui i dottori e gli scienziati fanno la loro comparsa quando iniziano ad
isolare la casa in cui E.T. ha trovato rifugio. Viene fatta eccezione per Mary, la madre della famiglia,
che Spielberg afferma di non considerare veramente un’adulta, ma piuttosto parte dei bambini. E.T.
– L’extra-terrestre è completato nella primavera del 1982 ed ha talmente tanto successo (sia di
critica che di pubblico), che non solo infrange il record al box office (attualmente è il quarto in
classifica), ma diventa un vero e proprio fenomeno culturale: è nominato a nove premi Oscar, di cui
tre vinti (per Miglior colonna sonora, Migliori effetti visivi, Miglior sonoro), ispira due canzoni di
due icone pop come Neil Diamond e Michael Jackson ed inserisce nel linguaggio comune almeno
una nuova espressione: “E.T. phone home [E.T. telefono casa]". La sceneggiatura di Melissa
Mathison, oltre a quella agli Oscar, ottiene anche le candidature ai Golden Globe, ai BAFTA e agli
Hugo e la vede vincitrice ai Los Angeles Film Critics Association's New Generation Award e ai
Writers Guild of America Award.7 Il film è, inoltre, pieno di riferimenti culturali propri
dell’immaginario geek, come il gioco di Dungeons & Dragons e il cameo di Yoda di Star Wars;
senza contare l’aumento del 65% delle vendite delle caramelle Reese’s Pieces che Elliott usa per
avvicinare E.T.8 Ma il successo del film è dovuto anche grazie ai suoi temi dai tratti universali,
capaci di attirare un vasto range di spettatori, rappresentati anche dalle diverse età dei personaggi:
dalla più piccola Gertie agli adulti che possono ritrovare nella madre dei ragazzi Mary un
equivalente, senza contare che gli spettatori adulti di oggi sono gli spettatori bambini di ieri e si
apprestano facilmente al processo nostalgico innescato dalla rappresentazione di un’infanzia anni
’80. È questa una delle principali caratteristiche che rendono E.T. un film per famiglie, insieme alla
trasposizione di un riconoscibile realismo quotidiano e a un happy ending che scalda i cuori.
Tuttavia, E.T. riprende anche le caratteristiche dei generi d’avventura e fantascientifico: del primo ci
sono echi nell’esoticità aliena, nel setting della foresta, nel viaggio alla scoperta di mondi
sconosciuti, sia fuori che dentro di sé, che spesso portano a un qualche tipo di crescita; il secondo,
invece, riecheggia (ovviamente) nella rappresentazione di una vita extra-terrestre, nella telepatia,
ma soprattutto nel commento sociale, che fa uso di temi come l’empatia e l’alienazione per parlare
dell’importanza della comprensione e dell’accettazione del diverso.9 Importante anche il trattamento
di problemi dell’infanzia, quali la solitudine, il divorzio dei genitori e la fatica di crescere. Spielberg
e Mathison danno inizio a un filone di prodotti cinematografici, che vedono dei ragazzini interagire
con il sovrannaturale, che continua ad avere successo ancora oggi (un esempio su tutti, la Stranger
Things di Netflix). Alcuni dei precedenti cinematografici a cui si ispirano gli autori sono
sicuramente i film sentimentalisti di Frank Capra e le fiabe classiche edulcorate di Walt Disney.

5https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
6https://ascmag.com/articles/spielberg-et-the-extraterrestrial, 28 novembre 2017.
7https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
8http://luiscabral.net/iio/ch04/ET/, 2005.
9https://www.shmoop.com/study-guides/movie/et-the-extra-terrestrial/analysis/genre

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Tuttavia, l’ambientazione suburbana di E.T. è molto vicina anche ad un certo immaginario horror,
per cui si assiste all’inesplicabile intrusione dello straordinario nell’ordinario, spesso tramite l’uso
di creature fantastiche che agiscono come forze del male e che minacciano di annientare l’eroe, la
famiglia/comunità, il mondo intero. La novità introdotta da Spielberg e Mathison (già anticipata dal
regista in Incontri ravvicinati del terzo tipo) consiste nel trasformare la forza distruttrice in
benevola.10 Creando il personaggio di E.T., però, i due autori si spingono oltre il ribaltamento
dell’archetipo, rendendo il loro alieno proprio adorabile.

Scaletta
1. Dalla notte stellata una navicella spaziale atterra in una foresta. Dalla porta escono delle
creature piuttosto basse e tozze che iniziano ad analizzare l’ambiente circostante. Una
creatura porta una pianta nella navicella e, grazie alle sue cure, la pianta sembra rinvigorirsi.
2. La creatura esce di nuovo dalla navicella e si addentra nel bosco allontanandosi dagli altri
compagni. Raggiunge il limitare di una cittadina e si ferma a guardarla, affascinata. La
quiete è interrotta dall’arrivo di alcuni uomini, capitanati da Keys, che si addentrano nella
foresta. Spaventati, i compagni decollano. La creatura, che non li ha raggiunti in tempo,
rimane da sola su un pianeta sconosciuto. È E.T.
3. Nell’ultima casa della cittadina dei ragazzini stanno giocando a Dungeons & Dragons: sono
Elliott, suo fratello maggiore Michael e gli amici di quest’ultimo, Tyler, Greg e Steve. Nel
bel mezzo del gioco Elliott viene chiamato da sua madre Mary, che si trova nella cameretta
del figlio e che afferma di non voler più entrare nella stanza di Elliott finché non avrà
imparato a metterla in ordine proprio come ha fatto lei. È tempo di crescere. Uscendo,
chiede al figlio se ci sono novità dal padre che gli ha spedito una lettera.
4. Elliott esce in cortile a ritirare le pizze che gli altri ragazzi hanno ordinato. Sta per rientrare,
sente degli strani rumori provenire dal capanno degli attrezzi. Ci lancia dentro un’arancia e,
quando la vede tornare indietro, inizia a bussare alla porta di casa, spaventato. Racconta
l’accaduto ai ragazzi, che lo prendono in giro, e alla madre e, anche se scettici, vanno a
controllare tutti insieme il capanno degli attrezzi. Trovando solamente delle strane orme lì
vicino, credono si tratti di un coyote.
5. Elliott viene svegliato da un forte rumore proveniente dal giardino sul retro. Va a controllare
e, insieme al suo cane Harvey, segue le impronte tra il grano del campo vicino finché non si
trova davanti a una faccia mostruosa. Elliott ed E.T. si spaventano a vicenda e, a causa
dell’abbaiare di Harvey, E.T. scappa. Elliott va a cercarlo ma senza risultati.
6. La mattina all’alba Elliott esce a cercare E.T. ed arriva al punto della foresta in cui era
atterrata la navicella. Scorge Keys intento a perlustrare la zona. Tornando indietro, il
ragazzino lascia una pista di M&Ms dalla foresta a casa sua.
7. A cena Gertie, la sorellina più piccola di Elliott e Michael, chiede ai fratelli come si
vestiranno per Halloween ma la domanda innesca nuovamente la presa in giro ai danni di
Elliott. Il ragazzino perde la pazienza e afferma che il padre gli avrebbe sicuramente
creduto, causando il dispiacere della madre (i genitori dei ragazzi sono divorziati e Mary
non si è ancora del tutto ripresa).
8. Elliott si è assopito nel giardino sul retro in attesa del ritorno di E.T. Quando quest’ultimo
arriva, superato un primo momento di timore, Elliott si accorge che sta tremando, così lo
copre con la sua giacca. In risposta, E.T. rivela nella sua mano le M&Ms seminate da Elliott
quella mattina. Il ghiaccio è rotto.
10Andrew Gordon, E.T. as Fairy Tale, in <<Science Fiction Studies>>, vol. 10, n. 3, 1983, pp. 298-305.

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9. Formando un altro sentiero di M&Ms, Elliott convince E.T. ad entrare in casa e a seguirlo
fino in camera sua. L’extraterrestre inizia ad imitare il ragazzino in tutto quello che fa.
10. Continua l’operazione clandestina di perlustrazione della zona di atterraggio della navicella
portata avanti da Keys, che scopre un M&M sul terreno.
11. La mattina Elliott finge di avere la febbre per poter stare a casa da scuola e, quando tutti gli
altri membri della famiglia se ne sono andati, E.T. esce dall’armadio dove è rimasto
nascosto per tutto il tempo.
12. Elliott fa vedere gli oggetti della sua stanza ad E.T.: i lego, la radio, dei soldi. Poi esce per
preparare qualcosa da mangiare all’extra-terrestre. Intanto E.T. continua l’esplorazione della
camera da letto e si spaventa quando, premendo il bottone sul manico, apre un ombrello. Per
lo spavento, l’extra-terrestre cade a terra. Elliott si spaventa a sua volta mentre è in cucina.
E.T. ha qualche difficoltà a rialzarsi. Elliott torna con dei sandwich, ma prova ancora un po’
di timore a toccarlo per aiutarlo a rialzarsi.
13. Per calmarlo, Elliott porta E.T. in bagno dove quest’ultimo scopre l’acqua. Dopo aver
riempito la vasca, il ragazzino incoraggia E.T. ad entrare. Il telefono squilla. È Mary che
vuole sapere se la salute del figlio è migliorata. Quando Elliott ritorna in bagno, trova E.T.
completamente sott’acqua. Lo tira fuori dalla vasca per salvarlo da un possibile
annegamento, toccandolo per la prima volta. L’extra-terrestre torna però sott’acqua
dimostrando che può respirare anche così. Elliott crede che la creatura sia un elfo acquatico.
14. Elliott sistema il grande armadio nella sua stanza come un rifugio: quella sarà la stanza di
E.T. L’extra-terrestre si sistema nel suo giaciglio e, inciampando sulla lampada, illumina una
striscia di un fumetto: un astronauta si trova su un pianeta deserto vicino alla sua astronave
rotta. “To Be Continued”.
15. Elliott rivela la sua formidabile scoperta al fratello e alla sorella che, dapprima, alla vista di
E.T. reagiscono con un urlo di terrore. I tre fratelli concordano sul non dire niente alla madre
per paura che possa chiamare l’accalappia cani.
16. Elliott informa sua madre del “rifugio” che ha costruito nell’armadio, assicurandosi che
Mary mantenga la sua promessa di non entrare più in camera del figlio finché non l’avrà
messa in ordine.
17. I tre fratelli chiedono informazioni a E.T. sulla sua provenienza e per tutta risposta
l’extraterrestre forma dei modellini di pianeti con la creta e li fa volare formando una sorta
di piccolo sistema solare.
18. E.T. sembra aver paura di qualcosa fuori dalla finestra, si sente un rumore di chiavi (Keys)
ed Elliott e Michael capiscono che c’è un uomo fuori dalla loro casa.
19. E.T. si mette a suo agio nel rifugio dell’armadio dove fa fiorire una pianta di gerani
regalatagli da Gertie e, indicando il disegno di un bambino, pronuncia per la prima volta il
nome di Elliott.
20. Mentre vanno alla fermata dell’autobus, Elliott e Michael parlano di E.T. Elliott viene di
nuovo preso in giro dagli amici del fratello, che però questa volta non li asseconda.
21. Mary sente dei rumori provenire dalla stanza di Elliott. Va a controllare e quando apre
l’armadio non si accorge della faccia di E.T. mimetizzata tra gli altri peluche.
22. E.T. è per la prima volta da solo in casa (non c’è nessuno a parte Harvey). Va in cucina e
prende dal frigo un’insalata di patate e una birra, che trangugia tutta d’un fiato.
23. In classe l’insegnante di scienze di Elliott sta illustrando la lezione del giorno: gli studenti
dovranno dissezionare una rana. Elliott all’improvviso rutta rumorosamente davanti a tutti.
24. E.T. continua a trangugiare birra e prova ad usare lo Speak & Spell di Gertie. Accende la TV
e rimane sul divano con la sua birra, è visibilmente ubriaco.

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25. In classe Elliott inizia ad essere perplesso di fronte al compito assegnato dall’insegnante.
Sembra ubriaco.
26. E.T. va a cercare altro cibo nel frigorifero e si accorge di una striscia di fumetti sul tavolo
della cucina: un astronauta attiva un radar spaziale per cercare contatti. Alla TV c’è la
pubblicità della linea telefonica Reach Out and Touch Someone e ad E.T. viene un’idea.
27. In classe ad Elliott viene un’idea: partendo dal suo, inizia a liberare tutti i ranocchi nei
barattoli di vetro scatenando il panico dei compagni di classe.
28. E.T. inizia a pensare come poter fabbricare un telefono con gli oggetti trovati in casa.
Premendo un altro tasto del telecomando, la TV si sintonizza sul film Un uomo tranquillo in
cui l’eroe John Wayne bacia l’eroina Maureen O’Hara. E.T. fa lo stesso con Harvey.
29. Elliott, nel bel mezzo della confusione da lui creata, bacia la ragazzina più carina della
classe.
30. Mary e Gertie tornano a casa. Gertie, con l’aiuto del programma televisivo Sesame Street,
insegna ad E.T. a parlare: “Be good”. Mary riceve una telefonata dalla scuola di Elliott, che
la informa che probabilmente suo figlio ha assunto qualcosa di tossico.
31. Gertie ed E.T. hanno impacchettato insieme gli oggetti che serviranno per costruire il
“telefono”. E.T. cerca di farli fluttuare per portarli al piano di sopra, ma il fagotto di oggetti
cade.
32. Nell’ufficio del preside Elliott e la sedia su cui è seduto iniziano a fluttuare per poi cadere di
nuovo a terra. Il preside non si accorge di nulla.
33. E.T. riprova ad usare i suoi poteri sugli oggetti impacchettati.
34. Elliott nell’ufficio del preside ha quasi raggiunto il soffitto. Questa volta il preside se ne
accorge, ma l’effetto finisce nel momento esatto in cui Mary entra dalla porta. Il preside,
credendo di avere le allucinazioni, dimette Elliott in fretta e furia dicendo che si è trattato
solamente di un malinteso.
35. Elliott scopre che ora E.T. sa parlare. L’extraterrestre fa capire ai tre fratelli che: “E.T. phone
home”.
36. Keys sta origliando le conversazioni del vicinato dal suo van. Scopre che Michael ed Elliott
stanno aiutando E.T. a costruire un telefono. Il van si sposta davanti a casa loro.
37. Michael fa notare ad Elliott che E.T. ultimamente non ha un bell’aspetto, ma Elliott gli
risponde che: “We’re fine!”.
38. E.T. sta sistemando gli oggetti per il “telefono” procurategli dai ragazzi mentre ascolta Mary
leggere Peter Pan a Gertie prima di dormire. Quando Elliott entra in camera per portare ad
E.T. altri oggetti e si taglia un dito con una sega, E.T. lo cura toccandolo con il suo dito
luminoso. Mentre tutti dormono, l’extra-terrestre va a posare un’M&M sul cuscino di Mary.
39. È Halloween. Elliott, vestito da goblin gobbo, e Michael, vestito da malvivente, fingono di
portare Gertie a fare dolcetto o scherzetto. In realtà è E.T. vestito da fantasma.
40. La vera Gertie li sta aspettando, vestita da cowboy, al posto di vedetta insieme alla bici di
Elliott, che sotto il suo costume tiene nascosto il “telefono” di E.T.
41. Elliott ed E.T. partono in bici alla ricerca del punto di atterraggio della navicella per
posizionare il telefono. Arrivati a un punto del sentiero della foresta più difficoltoso, E.T. fa
volare la bicicletta di Elliott. Atterrati alla loro meta, E.T. ed Elliott montano le varie parti
del “telefono”.
42. Mary esce di casa alla ricerca dei suoi figli, che tardano a tornare. Nel mentre, Keys si
addentra di nascosto in camera di Elliott con un contatore Geiger.
43. Mary trova Gertie e Michael insieme agli altri ragazzi. Quando chiede dov’è Elliott, Gertie
rivela che è andato nella foresta.

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44. Il telefono è attivato, ma la risposta tarda ad arrivare. E.T. ed Elliott rimangono lì ad


aspettare tutta la notte. Quando Elliott si sveglia all’alba, non trova più E.T.
45. Mary sta parlando con la polizia, quando Elliott torna a casa da solo e visibilmente malato.
La madre lo mette a letto e, quando esce dalla camera, Elliott dice a Michael di andare a
cercare E.T. La piantina di gerani nell’armadio è rinsecchita.
46. Michael esce in bici a cercare E.T., ma non appena esce dal vialetto di casa si accorge di
essere inseguito da una macchina. Riesce a seminarla e a raggiungere la zona dove si trova il
“telefono”. Trova E.T. poco distante da lì, svenuto e con il respiro pesante. Lo riporta a casa.
47. Michael ed Elliott decidono di svelare il loro segreto a Mary. Elliott fa appena in tempo a
dire alla madre che lui ed E.T. sono malati e stanno morendo, che Mary, spaventata, radunati
tutti i figli, tenta di portarli fuori casa, ma non appena apre la porta, un uomo vestito con una
tuta spaziale appare all’entrata. La casa è invasa da uomini con delle tute spaziali bianche
che impacchettano l’intera abitazione, mettendola in stato di quarantena.
48. Keys si mette una tuta ed esce dal van. Per la prima volta si vede la sua faccia: un giovane
uomo tutt’altro che minaccioso. Entra nella casa impacchettata.
49. Dei dottori fanno degli esami sulla famiglia mentre chiedono informazioni su E.T., che si
trova in una stanza sigillata insieme ad Elliott, dove altri dottori stanno conducendo una
moltitudine di esami su entrambi. Michael rivela che Elliott ha una connessione speciale con
l’extraterrestre ed è in grado di provare le sue stesse emozioni.
50. Keys sopraggiunge nella stanza sigillata ed Elliott lo prega di fermare tutto, ma l’uomo gli
risponde che vogliono solamente aiutarli e capire, grazie ad E.T., qualcosa in più sulla vita
nell’universo. Nel mezzo delle esaminazioni, però, E.T. perde conoscenza. Michael si trova
in camera di Elliott, non riesce a contenere le lacrime e, quando vede la pianta di gerani ora
indiscutibilmente morta, si precipita nella stanza sigillata preoccupato. I dottori provano a
rianimare E.T., ma senza successo. L’extraterrestre è morto.
51. Degli uomini iniziano a liberare la casa. I ragazzi del vicinato sentono che sta per succedere
qualcosa.
52. Dei dottori trasferiscono il corpo di E.T. in una specie di bara ed Elliott rimane da solo a
salutare il suo amico per l’ultima volta. “I’m going to believe in you, all my life”: appena
Elliott pronuncia queste parole, come Campanellino-Trilli in Peter Pan, il corpo di E.T.
riprende colore e il suo cuore inizia a risplendere. La pianta di gerani rifiorisce. E.T. è vivo.
L’extraterrestre ha però un’unica richiesta: andare a casa. Elliott cerca di nascondere agli
adulti il fatto che l’extraterrestre sia vivo, poi informa Michael.
53. Elliott riesce a convincere Keys a montare sullo stesso furgone dove viene messo il “corpo”
di E.T. Alla guida, vestito come gli operai del van, c’è Michael. Mary non fa in tempo a
fermare i ragazzi, che partono sul van con il tubo che lo collegava alla casa ancora attaccato
con due uomini dentro. Alla fine del vialetto di casa Michael si ferma un momento per
avvertire i suoi amici. I ragazzi prendono le bici di Michael ed Elliott e partono
all’inseguimento del van.
54. Mary, Gertie e Keys salgono in macchina e, insieme ad altre macchine del governo, partono
all’inseguimento del van.
55. Elliott riesce a sganciare il tubo con i due uomini dentro dalla parte posteriore del van, che
prosegue la sua corsa disperata e folle fino al punto di vedetta, dove gli amici di Michael li
aspettano con le bici.
56. I ragazzi ed E.T. partono in una corsa spericolata verso la foresta. Le macchine del governo
tentano di bloccarli più volte senza successo, finché, proprio quando sembra siano riuscite a
fermare la corsa, le biciclette prendono il volo e riescono ad arrivare alla meta. Sono
raggiunti da Mary, Gertie e Keys.

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57. Arriva la navicella spaziale ed E.T. saluta i tre fratelli che si sono presi cura di lui durante il
suo soggiorno terrestre: “I’ll be right here”. L’extraterrestre sale sulla navicella con la sua
pianta di gerani. La navicella si alza in volo e si confonde nel cielo stellato.
58. Elliott, Michael, Tyler, Steve e Greg giocano a D&D in camera di Elliott. Mentre i ragazzi
disquisiscono sul gioco, Elliott si mette in contatto con E.T. attraverso il suo “telefono”, che
ora si trova sul tetto della casa e continua a trasmettere segnali extra-terrestri.

Sruttura narrativa: Il Viaggio dell’Eroe


E.T. – L’extra-terrestre segue una struttura lineare in cui gli eventi si susseguono in ordine
cronologico dall’inizio alla fine. Le uniche digressioni dalla storia principale sono costituite dalle
scene riguardanti gli agenti governativi, ma anche queste svolgono comunque una funzione utile al
proseguimento della storia senza stravolgerne la timeline. È possibile esaminare la struttura
narrativa di E.T. mediante il paradigma del Viaggio dell’eroe ideato da Christopher Vogler, che
suddivide i classici tre atti in dodici punti, preceduti da un prologo:
Titolo, immagine iniziale e prologo: il titolo, che compare su sfondo nero nel primo minuto del film,
è semplice ma evocativo: E.T., il nome dell’alieno e l’acronimo di “extra-terrestre”, ma anche le
iniziali del giovane protagonista Elliott Taylor, alieno a sua volta di un mondo famigliare a cui non
riesce ad adattarsi, il tutto evidenziato dal sottotitolo The Extra-Terrestrial. I titoli di testa sfumano
poi in un cielo stellato, che richiama lo spazio da cui proviene la navicella di E.T. e che sarà ripreso
anche nell’ultima scena, dopo che l’alieno sarà ripartito insieme ai suoi simili, in una struttura
circolare. Il prologo riguarda proprio l’atterraggio della navicella di E.T. e dei suoi compagni alieni,
che iniziano ad esaminare l’ambiente circostante finché non vengono interrotti dall’arrivo di alcuni
scienziati capitanati da Keys (l’Ombra). Nella fretta del decollo, E.T. viene lasciato a terra.
Primo Atto:
1. Mondo ordinario: gli Eroi vengono presentati come dei “pesci fuor d’acqua” in un Mondo
ordinario: E.T. è letteralmente un alieno abbandonato in un pianeta sconosciuto ed Elliott è
un ragazzino disadattato, non ancora maturo, che sta facendo i conti con il divorzio dei
genitori e le prese in giro dei ragazzi più grandi.
2. Chiamata all’avventura: la madre di Elliott, Mary (Messaggero), lo rimprovera perché ha
dovuto riordinare per l’ennesima volta la stanza del figlio, che deve imparare ad essere più
responsabile. Successivamente il ragazzino esce per ritirare le pizze che suo fratello Michael
e i suoi amici hanno ordinato e sente dei rumori provenire dal retro. Quando vede tornare
indietro l’arancia (nel film una palla) che ha tirato dentro il capanno degli attrezzi, scappa in
casa terrorizzato credendo ci sia una specie di goblin in giardino.
3. Rifiuto della Chiamata: Michael e Mary (Guardiani della soglia) rimangono scettici,
credendo che si tratti di un coyote. Elliott (Eroe Cercatore), sentendosi ancora una volta
messo in dubbio e preso in giro (tanto da arrivare a ferire la madre tirando in ballo il padre
assente e conquistandosi un rimprovero dal Messaggero Michael), è deciso a provare la sua
verità (legge della porta segreta). Tuttavia, la paura dell’ignoto si fa sentire e il primo
incontro con quello che si rivela essere E.T. non finisce bene: quando si ritrovano faccia a
faccia lanciano entrambi un grido di terrore e l’alieno scappa via.
4. Superamento della prima soglia: al loro secondo incontro, Elliott ed E.T. capiscono che
forse possono fidarsi l’uno dell’altro: Elliott copre l’alieno quando vede che è infreddolito
ed E.T. restituisce al bambino le caramelle che questo aveva disseminato a mo’ di percorso

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per richiamare l’extra-terrestre. Usando le stesse caramelle, Elliott forma un altro percorso
per far entrare in casa E.T.: la paura è superata e la nuova avventura può iniziare.
5. Incontro con il Mentore: Elliott ed E.T. diventano Mentore l’uno dell’altro: il ragazzino
mostra gli oggetti della sua stanza e della casa al nuovo arrivato, fungendo da guida nel
nuovo mondo in cui si ritrova E.T., il quale, a sua volta, forma un legame simbiotico con
Elliott (coinvolgendo anche una piantina di fiori), che lo porterà a condividere le stesse
emozioni e sensazioni dell’extra-terrestre fino a raggiungere una vera e propria crescita
emotiva.
Secondo Atto:
6. Prove, Alleati, Nemici: sotto il tetto domestico e, in particolare, nel mondo a misura di
bambino della stanza di Elliott, i due eroi trovano degli Alleati nel fratello maggiore e nella
sorellina minore di Elliott, Michael e Gertie, con cui il segreto di E.T. sarà al sicuro dalla
madre Mary e dagli amici di Michael che continuano a prendere in giro Elliott (Guardiani
della soglia). I fratelli iniziano anche a capire che E.T. in realtà è seguito dalle Ombre degli
agenti governativi e iniziano a superare le prime prove: si prendono tutti e tre cura
dell’alieno, Elliott, grazie al legame simbiotico con E.T., diventa l’Eroe della classe di
scienze in cui libera le rane che devono essere vivisezionate, la piccola Gertie si improvvisa
per un momento Mentore di E.T. quando gli insegna a parlare.
7. Avvicinamento alla caverna più profonda: E.T. desidera tornare a casa e per richiamare la
sua navicella è intenzionato a costruire un “telefono”. I tre fratelli lo aiutano e architettano
un piano per andare ad attivare il “telefono” nel punto della foresta in cui erano atterrati gli
alieni. Per raggiungere la meta, l’extra-terrestre impiega tutto il potere di cui dispone
facendo alzare in volo la bicicletta di Elliott, ma l’alieno, a causa della lontananza da casa, è
sempre più pallido e debole e con lui anche Elliott (complicazioni drammaturgiche). La loro
malattia culmina quando, da soli nella foresta, si rendono conto che il “telefono”, rimasto
attivo per tutta la notte, non riceve risposta.
8. Prova centrale: la situazione precipita e, una volta che Elliott ed E.T. hanno fatto ritorno, i
dottori e gli scienziati capitanati da Keys (l’Ombra demonizzata di Elliott in questo scontro
generazionale) invadono la casa mettendola in quarantena e adibendo una sala operatoria per
esaminare l’extra-terrestre (la caverna più profonda). Dopo una serie di operazioni ed
analisi, E.T. muore (crisi) davanti agli occhi di Elliott (testimone).
9. Ricompensa: Elliott piange e dice addio al suo amico, ma nel fare ciò si rende conto che ha
conquistato la capacità di affrontare, non soltanto il lutto, ma la vita adulta che lo aspetta
(matrimonio sacro). “I’ll belive in you all my life [crederò in te per tutta la vita]” dice il
bambino ad E.T., che proprio in quel momento riapre gli occhi (conquista della spada).
Terzo Atto:
10. Via del Ritorno: Elliott capisce, dal cuore illuminato di E.T., che i suoi compagni hanno
intercettato il segnale del telefono e stanno tornando a prenderlo. Insieme a Michael e agli
altri ragazzi, trasformati ora in Alleati, Elliott mette a punto la fuga (magica) per evadere
l’Ombra di Keys, che, per quanto in realtà ben intenzionato, è comunque d’intralcio
(ritorsione).
11. Resurrezione: i ragazzi, muniti di bici, sembrano seminare tutte le auto degli agenti federali,
fino a che non si trovano la strada completamente sbarrata. È a quel punto che avviene la
vera rinascita degli Eroi dei due Mondi: E.T., riconquistate a pieno le sue forze, fa alzare in

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volo le biciclette ed Elliott, ormai vero e proprio leader del gruppo (cambiamento in Eroe
attivo), guida la comitiva verso la meta (climax e catarsi).
12. Ritorno con l’elisir: salutandosi, i due amici si scambiano un Elisir che porteranno con sé
per tutta la vita: il ricordo l’uno dell’altro e la maturità necessaria per affrontare la crescita
emotiva verso il mondo adulto. Nonostante la lontananza, il legame di Elliott ed E.T. non
avrà mai veramente fine, almeno finché il “telefono”, ora sul tetto della casa di Elliott,
continuerà a funzionare attraverso lo spazio profondo (epilogo).

Soluzioni visive della scrittura


La foresta gioca un ruolo importante in E.T.: è il posto in cui arriva in una notte nebbiosa l’extra-
terrestre e anche quello da cui riparte, è il primo nascondiglio per l’alieno prima di trovare rifugio
nell’armadio di Elliott, è dove Elliott ed E.T. attivano il “telefono”. Da sempre la foresta è sinonimo
di avventura ed esplorazione: caratteristiche che in E.T. sono associate alla giovinezza, in
contrapposizione con il mondo adulto dei sobborghi. L’extra-terrestre ha un legame speciale con la
natura: appare fin dall’inizio come una sorta di botanico, studioso della flora circostante la navicella
spaziale, e, oltre al legame osmotico creato con Elliott, ne crea anche un altro con una piantina di
fiori regalatagli da Gertie, che farà rifiorire e che sembrerà morire e infine tornare in vita insieme a
lui. Al contrario, la prima immagine degli umani che viene presentata è quella di “disturbatori della
quiete”, con le loro macchine, i van, le forti luci delle lampade a pile, le chiavi tintinnanti.11 La
foresta è il posto dei bambini, con le loro scoperte, la loro apertura, l’incanto; il posto degli adulti,
con le loro ansie, responsabilità e il loro consumi, è la periferia suburbana: non a caso, più tempo
passa E.T. lontano dalla natura, più il suo colorito svanisce e diventa debole, fino ad ammalarsi
quando, dopo aver attivato il “telefono”, crede che ogni speranza di ricontattare la sua famiglia sia
andata persa. Inoltre, è proprio perché Elliott è un bambino, e quindi più portato alla meraviglia, che
abita un mondo di adulti privo di amici e con dei genitori divorziati, che è più predisposto ad andare
incontro all’extra-terrestre: entrambi sono alieni rispetto all’ambiente che li circonda. Motivo per
cui l’atmosfera ricercata da Spielberg per la cameretta del bambino è quella di una “notte materna”,
un ricordo d’infanzia che attinge all’immagine della “Madre Notte” ripresa dal disneyano
Fantasia,12 con tutti i suoi poster e gli oggetti di elettronica, salvo l’armadio/rifugio dove E.T. trova
casa, che diventa una sorta di “wonderland [mondo delle meraviglie]”, con una luce che ricorda
quella del tramonto e un riflesso arcobaleno. La penombra delle altre stanze della casa è, invece,
quella della grigia realtà suburbana, salvo poi trasformarsi in un ambiente bianco freddo e sterile
con l’arrivo degli scienziati.13 Questo mondo adulto che avanza è rappresentato dal tintinnare del
mazzo di chiavi che dà il nome a Keys e che terrorizza E.T. E.T. dimostra che, imparando a
comunicare, qualsiasi crisi può essere superata. Il cuore luminoso dell’alieno, insieme al “telefono”,
funge da richiamo per la sua famiglia, inoltre, il legame emotivo che questo instaura con Elliott è
atto a superare qualsiasi differenza di linguaggio (diminuita anche grazie alla “lezione” di inglese
impartita all’alieno dalla piccola Gertie, tramite un programma televisivo per bambini).14 Il volo è
uno dei motivi ricorrenti nel cinema di Spielberg ed è spesso ispirato dal Peter Pan di James
Matthew Barrie, in cui è reso possibile, oltre che dalla polvere di fata, dai pensieri felici, che
rendono i bambini leggeri; quando si inizia a crescere e a dubitare della propria capacità di volare, si
smette all’istante di esserne capaci. Volare per Spielberg è sinonimo di libertà e immaginazione

11https://www.shmoop.com/study-guides/movie/et-the-extra-terrestrial/analysis/setting.
12Andrew Gordon, E.T. as Fairy Tale, in <<Science Fiction Studies>>, vol. 10, n. 3, 1983, pp. 298-305.
13https://ascmag.com/articles/spielberg-et-the-extraterrestrial, 28 novembre 2017.
14https://www.shmoop.com/study-guides/movie/et-the-extra-terrestrial/themes/language-communication.

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sconfinate, un modo per evitare la perdita della gioia e della spensieratezza e, infine, evitare la
morte della realtà adulta. Nel film sceneggiato da Mathison gli adulti vedono E.T. come materia di
studio da poter sfruttare, mentre i bambini lo trattano come un loro pari, un essere da amare ed
aiutare, che permette loro di proseguire la corsa per portarlo in salvo, facendo alzare in volo le loro
biciclette. Inoltre, nella scena in cui E.T. sente Mary leggere una fiaba della buonanotte a Gertie, la
madre sta proprio leggendo il passaggio di Peter Pan in cui la fatina Campanellino-Trilli è in punto
di morte e il ragazzo chiede a chiunque stia leggendo di battere le mani e credere nelle fate. Melissa
Mathison, che ha disseminato importanti parallelismi con la favola del bambino volante lungo tutta
la sua sceneggiatura, non ha certo scelto questa citazione a caso: infatti, quando E.T. sembra morto
in seguito alle esaminazioni dei dottori, non appena Elliott afferma tristemente (ma in modo
risoluto): “I’ll believe in you all my life [Crederò in te per tutta la vita]”, il cuore di E.T. ricomincia
a battere e i grandi occhi dell’alieno si spalancano di nuovo. Tuttavia, se si considera ancora che il
cinema di Spielberg è strettamente legato alla sua infanzia, si può dedurre che il volo per il regista
sia anche una metafora del cinema stesso, come strumento che permette di viaggiare nello spazio,
nel tempo, nei sogni e nell’immaginazione.15

Personaggi
In una delle scene cruciali di E.T. il giovane protagonista Elliott cerca disperatamente di convincere
la madre, Mary, e il fratello maggiore, Michael, di aver visto un essere sovrannaturale in giardino e,
alle ennesime risposte scettiche, sbotta: “Dad would believe me [Papà mi crederebbe]”. Quando
seguita a dire alla madre, divorziata da poco, che il padre è in Messico con la nuova fidanzata, è
evidente che Mary, non ancora pienamente avvezza alla nuova situazione familiare, se ne risente e,
quando se ne va, Michael rimprovera Elliott, esprimendo uno dei motivi fondanti del film: “Why
don’t you grow up? Think about other people for a change. [Perché non cresci e pensi anche agli
altri tanto per cambiare?]” In quanto figlio di genitori divorziati, Spielberg è ben consapevole di
come i bambini siano influenzati dagli eventi intorno a loro e, così come si insegna loro a
camminare, leggere, difendersi, anche l’empatia è un tratto che dev’essere insegnato. In E.T. è
proprio questo l’insegnamento che Elliott apprende dal suo nuovo amico extra-terrestre, che lo fa
avvicinare al fratello e alla sorellina mentre, insieme, si prendono cura dell’alieno, che infatti
condivide con Elliott anche lo stesso obiettivo: tornare dalla propria famiglia.16 Si può dire che sia
proprio E.T. il personaggio più umano di tutti, in questa storia in cui gli eroi sono dei bambini dal
cuore puro, i cattivi degli scienziati e la fata madrina un extra-terrestre. Gli alieni di Spielberg sono
infatti più vicini alle creature incantate delle favole e del folklore, che al mondo sci-fi. In
particolare, E.T. presenta i tratti dell’archetipo fiabesco del personaggio brutto ma buono e perciò
fonte di felicità. All’inizio E.T. si muove principalmente nell’oscurità e la sua figura è difficilmente
distinguibile, almeno fino al momento in cui viene scoperto da Elliott e in cui entrambi hanno per la
prima volta la stessa spaventata reazione. Inoltre, l’alieno presenta dei tratti analoghi ad un altro
personaggio “alieno”: Peter Pan, uno “spirito” bambino che non cresce mai, che piomba nella
stanza dei bambini e insegna loro a credere nelle fate e a volare. Un essere che è tutt’uno con la
natura e che è stato abbandonato nella foresta, ma che riesce a far fronte alle avversità anche grazie
ai suoi poteri. L’eterno bambino che è dentro di noi e che rappresenta il nostro passato, il nostro
istinto primitivo, ma anche il nostro futuro, che è perciò insieme vecchio e giovane, saggio e
sconsiderato, infante e divinità. E.T. si muove goffamente, come un bimbo che sta imparando a

15Emilio Audissino, Bicycles, Airplanes and Peter Pans: Flying Scenes in Steven Spielberg's Films, in <<CINEJ
Cinema Journal>>, vol. 3, n. 2, 2014, pp. 103-119.
16https://www.theguardian.com/film/2022/jun/11/et-steven-spielberg-extra-terrestrial-40-years-old, 11 giugno 2022.

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camminare, tocca e mette in bocca qualsiasi oggetto trovi a portata di mano, combina guai, si
spaventa e cambia umore facilmente. All’inizio comunica solamente attraverso dei gesti, imparerà
poi a parlare, salvo infine progettare e costruire un vero e proprio “telefono”. Nonostante ciò, è
presente in E.T. una saggezza mistica e antica. Keys lo definirà “a miracle [un miracolo]” e, in
effetti, l’alieno ha un che di divino: è “disceso” sulla Terra dal cielo e ha trovato “dimora” tra gli
umani, rischiando la vita; è incompreso, cacciato, torturato, muore e poi “resuscita”; possiede dei
poteri come l’empatia telepatica, la psicocinesi, il tocco risanatore; senza contare il rapporto di
amicizia con i bambini, che gli adulti devono emulare per riuscire a comprenderlo. Le locandine del
film pongono enfasi sul suo lungo dito illuminato che tocca quello di Elliott, ricordando la famosa
Creazione di Adamo di Michelangelo e, quindi, ancora una volta, la divinità creatrice e risanatrice:
E.T. risana la famiglia spezzata di Elliott, unisce i ragazzini di un isolato sobborgo nella corsa per
salvarlo e accomuna, in una condivisa meraviglia per la sua partenza, adulti e bambini. Spielberg ha
comunque precisato che, in quanto ebreo, non ha mai inteso E.T. come una figura cristiana, infatti,
nonostante i riferimenti religiosi siano sicuramente presenti, si può affermare che questi stiano ad
indicare una necessità di calore umano più che la salvezza dell’umanità.17 Sempre riferendosi a
Peter Pan, Melissa Mathison ha dato il nome Michael al più grande dei fratelli (Barrie aveva
chiamato così il più piccolo), che in entrambe le storie sono un trio. In Peter Pan è la sorella
maggiore la protagonista legata al personaggio “alieno”, mentre in E.T. è il fratello di mezzo il
centro intorno cui si sviluppa la storia, tra i tre probabilmente quello che ha risentito di più del
divorzio dei genitori: infatti, al contrario di Michael, che è più grande e che ha le capacità per capire
la situazione, e di Gertie, che invece è più piccola e sembra essere quasi all’oscuro dell’accaduto,
Elliott si trova in uno stato confusionario, in cui, seppur consapevole del divorzio, fatica ancora a
capirne il perché. È principalmente questo il motivo del suo sentirsi solo in famiglia e della sua
solitudine in quanto privo di amici.18 Si può dire quindi che E.T. sia per Elliott amico, padre, fratello
e animale domestico tutto insieme, ma se E.T. è questa creatura magica fiabesca, Elliott non è altro
che un eroe solitario, ignorato, goffo, preso in giro, che aspetta solo la giusta occasione per rivelare
la sua intelligenza, il suo coraggio, la sua inventiva e tutto l’amore di cui è capace. E.T., in quanto
amico dai poteri eccezionali, è quindi l’amico perfetto (l’infante divino) ma è anche l’alter ego che
completa il protagonista Elliott, che espanderà il suo mondo e uscirà dal rifugio della sua cameretta,
confrontandosi con il sobborgo in cui vive e la foresta vicina, padroneggiando più di un mezzo di
trasporto (i piedi, la bici a terra e in aria, il van). L’extra-terrestre, inoltre, è anche l’innesco che
aiuta Elliott a liberare la propria libido: attraverso la comunicazione telepatica, Elliott agisce
d’impulso e senza preoccupazioni. E.T. può essere considerato un simbolo del potere fallico: il suo
aspetto spaventoso è una metafora per la ripugnanza che inizialmente il bambino prova verso la sua
sessualità, inoltre viene nascosto dal ragazzino nell’armadio per non farlo scoprire alla madre, salvo
poi condividerne l’ubriachezza nella scena della liberazione delle rane durante la lezione di scienze,
in cui Elliott emula, tramite E.T., quello che l’alieno sta guardando alla tv: il bacio nel film Un
uomo tranquillo tra John Wayne e Maureen O’Hara. Questa libertà libidinosa è un’altra
caratteristica del dio bambino, identificato spesso con divinità come Bacco, Eros e, in questo caso,
soprattutto Pan (da cui Peter Pan prende il nome).19 In particolare, si inizia a capire quanto sia
veramente importante il legame tra extra-terrestre e bambino quando Elliott, che sta aiutando E.T.
ad attivare il “telefono”, realizza che prima o poi si dovrà separare dal suo nuovo amico e inizia ad
implorarlo di rimanere con lui: questa scena è la dimostrazione di come il ragazzino sia ancora
molto legato alla sua infanzia e di come non si senta ancora del tutto pronto a crescere senza la
presenza di una figura paterna che l’alieno sostituirebbe (come direbbe Dara Marks, è il suo fatal
17Andrew Gordon, E.T. as Fairy Tale, in <<Science Fiction Studies>>, vol. 10, n. 3, 1983, pp. 298-305.
18http://exhibits.usu.edu/exhibits/show/ettheextraterrestrial/childhoodconflictsintherealwor, 2017.
19Andrew Gordon, E.T. as Fairy Tale, in <<Science Fiction Studies>>, vol. 10, n. 3, 1983, pp. 298-305.

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flaw20). Proprio come Spielberg trovava conforto nei film da 8mm e nella nostalgia del suo passato,
così Elliott trova conforto in uno scenario idillico in cui la figura del padre non rappresenta un
ostacolo alla sua felicità.21 Se la prima parte del film rappresenta, infatti, il germogliare della virilità
di Elliott, si può dire che la seconda parte sia un incubo dato dall’ansia della castrazione, in cui le
autorità vogliono separare il bambino dall’alieno. Elliott deve fare i conti con la morte prima di
avere la meglio sul mondo degli adulti: dopo aver rotto il legame con il bambino e in seguito alle
analisi svolte su di lui dagli scienziati, E.T. muore. Il ragazzino impara a dirgli addio, salvo poi
scoprire che l’alieno vive di nuovo. E.T. però fa comunque capire al suo piccolo amico che la
navicella è tornata a riprenderlo e che dovrà tornare a casa. Elliott, dopo l’esperienza di morte, è
finalmente pronto a lasciarlo andare e, con l’aiuto del fratello e dei suoi amici, riesce a riportare E.T.
al sicuro dai suoi compagni.22 Aver visto il suo amico tornare in vita ha riempito Elliott di speranza
e ora sa, che anche se lontano, E.T. sarà sempre nel suo cuore. È proprio in questa fuga, in cui
Elliott diventa leader dei ragazzi che prima lo prendevano in giro, in testa alle biciclette rese volanti
dai poteri di E.T., che si può scorgere un’altra somiglianza con il Peter Pan di Barrie: in questa
storia, infatti, i bimbi sperduti sono una banda di sboccati nerd in bicicletta che, similmente,
affrontano gli adulti minacciosi attraverso la gioia libera del volo. Come nella storia di Barrie, la
società ignora la saggezza dell’intuito giovanile che, sotto l’autorità adulta di Uncino/Keys, risulta
debole e indifesa. Gli adulti sono inetti e a tratti crudeli (a partire dai padri, le cui azioni favoriscono
l’incontro con i “bambini/alieni”), con l’eccezione delle madri, che però, per quanto amorevoli, non
riescono a tenere veramente sotto controllo la situazione.23

Analisi di una scena


Le due scene più famose di E.T. sono sicuramente quelle che vedono la bici di Elliott prendere il
volo: la prima mentre il ragazzino vestito da gobbo ed E.T. vestito da fantasma vanno ad attivare il
“telefono” nella foresta la sera di Halloween, la seconda mentre il gruppo di ragazzi che sta
portando E.T. alla navicella scappa dagli agenti governativi. Quest’ultima, in particolare, funge da
chiusura alla prima, in cui Elliott è ancora un bambino piccolo, ancora legato osmoticamente ad
E.T. e non ancora pronto a separarsi da quest’ultimo. Inoltre, entrambi indossano dei costumi per
Halloween, mentre, nella scena della fuga finale, non hanno paura di essere riconoscibili: Elliott ha
già sperimentato la morte e la “resurrezione” di E.T. e ha capito che niente è mai perduto,
soprattutto la speranza, è quindi giunto il momento di separarsi dal lato più infantile di sé e mettersi
a capo di un manipolo di ragazzini ben intenzionati ad aiutare l’alieno e volare su di una bicicletta
verso il tramonto. Nonostante la già nominata rievocazione del Peter Pan di J. M. Barrie, non si
deve comunque dimenticare che uno degli obiettivi di Spielberg nella resa del film è quello
dell’ambientazione realistica: come lo stesso Spielberg afferma, infatti, le biciclette volanti saranno
anche la pura e semplice fantasia del bambino di otto anni che ognuno ha dentro di sé, ma quello
che rende credibile la scena madre di E.T. è soprattutto il realismo della luce del sole e il suo riflesso
sulle lenti delle macchine da presa.

20Dara Marks, L’arco di trasformazione del personaggio, Dino Audino Editore, Roma, 2007.
21https://talkfilmsociety.com/articles/end-of-innocence-why-et-the-extraterrestrial-will-never-have-a-sequel, 13 luglio
2020.
22Andrew Gordon, E.T. as Fairy Tale, in <<Science Fiction Studies>>, vol. 10, n. 3, 1983, pp. 298-305.
23Patricia Read Russell, Parallel Romantic Fantasies: Barrie's Peter Pan and Spielberg's E.T.: The Extraterrestrial, in
<<Children's Literature Association Quarterly>>, vol. 8, n. 4, Winter 1983, pp. 28-30.

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“It's very important with E.T. that everybody who saw the movie believes that E.T. could come into
their backyards and walk into their homes to visit their children. You really can't do that if you set
the stage for storybook unreal.” – Steven Spielberg24

Tuttavia, ciò è vero se si prende in considerazione la scena del gruppo di ragazzi in fuga dagli
adulti, in cui il maturo Elliott, novello Peter Pan, guida in formazione i suoi particolari “bimbi
sperduti”. Nella scena del primo volo in bicicletta di Elliott, invece, prevale la visione infantile e
sovrannaturale della notte di Halloween, in cui il ragazzino, da solo e non senza un iniziale timore,
spicca il volo dalla foresta e pedala nella notte su cui si staglia un’enorme luna piena.ù

24https://ascmag.com/articles/spielberg-et-the-extraterrestrial, 28 novembre 2017.

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Dialoghi
La sceneggiatura di Mathison è piuttosto chiara e concisa, atta a rispecchiare il linguaggio dei
bambini.
"In 1982 I was not yet a parent, but was a stepmother, and had been a consummate babysitter and
an older sister […] The kids in E.T. can be directly linked to kids I knew. I even stole some of my
little friends' best lines: i.e., 'penis breath.' What adult woman could have thought of that?"25
Senza contare che E.T. impara effettivamente a parlare man mano che la storia prosegue: in
particolare, il suo modo di comunicare è prevalentemente gestuale e le espressioni da lui utilizzate
(molto basilari e anche per questo entrate di diritto nella storia) tendono a rispecchiare i suoi gesti:
“Be good [sii buono]” “E.T. phone home [E.T. telefono casa]” “Ouch [ahia]” “Stay [rimani]”.
Inoltre, proprio come i bambini, l’alieno tende spesso a ripetere le parole che sente. Esemplare a
questo proposito la scena in cui Gertie, una bimba piccola a sua volta, insegna a parlare ad E.T.
tramite un programma alla tv.

La regia di Spielberg, inoltre, per contribuire al realismo già presente nel lavoro di Mathison, lascia
un certo margine di libertà ai piccoli attori: in molte scene, infatti, Henry Thomas e Drew
Berrymore improvvisano, aggiungendo al dialogo delle battute che spesso tendono a rispecchiare il
loro pensiero, come nella scena in cui Elliott presenta ad E.T. gli oggetti sulla sua scrivania o come
quando la piccola Gertie, passato lo spavento iniziale, osserva meglio l’extra-terrestre e dichiara: “I
don't like his feet [Non mi piacciono i suoi piedi]”.26 In generale, si può dire che i dialoghi di
Mathison tendano a rivelare il vissuto e il carattere dei vari personaggi, in particolare grande assente
è la parola “divorzio”: infatti, nonostante sia un elemento fondamentale per la storia, il fatto che i
genitori dei tre fratelli siano divorziati si evince solamente da un semplice “divorced [divorziata]”
nella descrizione di Mary e da alcune parti di dialogo tra lei ed Elliott. Nella prima scena in cui
appare la madre, questa chiede ad Elliott che cosa gli abbia scritto suo padre nella lettera che gli ha
inviato e, quando il figlio le risponde che l’ex-marito vuole passare il Ringraziamento con i figli,
Mary appare stizzita.
25https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
26Ivi.

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Quando poi Mary e Michael rimangono scettici di fronte alle dichiarazioni di Elliott che ci sia un
essere sovrannaturale in giardino, il bambino sbotta spazientito che il padre gli avrebbe creduto e,
infierendo, aggiunge che questo è in Messico con la nuova fidanzata, finendo per ferire la madre,
non ancora ripresasi del tutto dal divorzio.

Conclusioni
La fiaba suburbana di E.T. riesce a mantenere il suo successo intergenerazionale tutt’oggi, anche a
distanza di quarant’anni esatti dalla sua prima uscita, permettendo ai bambini di intraprendere un
viaggio di scoperta emozionale e agli adulti di riscoprire quelle sensazioni ed emozioni che
credevano di essere ormai troppo grandi per poter provare di nuovo. Il messaggio della storia che ha
preparato il terreno al diffusissimo trope de’ “il mondo salvato dai ragazzini” non può essere più
attuale di così: prima di pensare di salvare il mondo, bisogna salvare se stessi, diventando delle
persone responsabili ed altruiste riportando a casa il piccolo E.T. che ognuno ha dentro di sé.

Riferimenti bliografici
Libri:
Aimeri L., Manuale di sceneggiatura cinematografica – Teoria e pratica, UTET, Torino, 1998.
Marks D., Scopelliti D. (trad. di), L’arco di trasformazione del personaggio, Dino Audino Editore,
Roma, 2007.

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Vogler C., Loreti J. (trad. di), Il viaggio dell’Eroe – La struttura del mito ad uso di scrittori di
narrativa e di cinema, Dino Audino Editore, Roma, 1999.

Articoli e saggi online:


Audissino E., Bicycles, Airplanes and Peter Pans: Flying Scenes in Steven Spielberg's Films, in
“CINEJ Cinema Journal”, vol. 3, n. 2, 2014.
Gordon A., E.T. as Fairy Tale, in “Science Fiction Studies”, vol. 10, n. 3, 1983.
Read Russell P., Parallel Romantic Fantasies: Barrie's Peter Pan and Spielberg's E.T.: The
Extraterrestrial, in “Children's Literature Association Quarterly”, vol. 8, n. 4, Winter 1983.
https://www.contactmusic.com/pages/et2x21x03x02, 2002.
http://luiscabral.net/iio/ch04/ET/, 2005.
http://exhibits.usu.edu/exhibits/show/ettheextraterrestrial/elliottsrelationshipwithet, 2017.
https://ascmag.com/articles/spielberg-et-the-extraterrestrial, 28 novembre 2017.
https://talkfilmsociety.com/articles/end-of-innocence-why-et-the-extraterrestrial-will-never-have-a-
sequel, 13 luglio 2020.
https://www.theguardian.com/film/2022/jun/11/et-steven-spielberg-extra-terrestrial-40-years-old, 11
giugno 2022.
https://www.shmoop.com/study-guides/movie/et-the-extra-terrestrial/

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