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Le tre età della vita

Testo di Paola Simona Tesio

«Il boccio dispare nella fioritura, ressante metafora in cui parla del all’estate la giovinezza, all’au-
e si potrebbe dire che quello vien progressivo sviluppo della verità. tunno la maturità e all’inverno la
confutato da questa; similmente, Compimento che può esplicitarsi vecchiaia. La natura insegna a co-
all'apparire del frutto, il fiore vien pienamente soltanto alla fine di gliere i mutamenti: un inizio si
dichiarato una falsa esistenza del- un percorso dove mediante l’espe- trasforma evolvendosi, per poi
la pianta, e il frutto subentra al rienza avviene il superamento del- giungere progressivamente alla
posto del fiore come sua verità. lo stadio precedente e il farsi di maturazione ed in ultimo al de-
Tali forme non solo si distinguo- uno nuovo. Se dovessimo corre- clino. L’albero si impreziosisce di
no; ma ciascuna di esse dilegua lare tali dichiarazioni alla vita gemme che divengono foglie dal
anche sotto la spinta dell'altra, umana troveremmo indubbiamen- vivace verde, queste si ingialli-
perché esse sono reciprocamente te delle interessanti analogie. Del scono ed infine cadono lasciando
incompatibili ma in pari tempo la resto l’osservazione della natura, i nodosi rami spogli. Un processo
loro mobile natura le eleva a mo- soprattutto quella degli esseri ve- che si ripete attraverso il ciclo vi-
menti dell'unità organica, nella getali, nella sua avvincente imme- ta/morte/vita che costantemente
quale, non solo non si respingono, diatezza e gettatezza ci fornisce insegna all’uomo il segreto del-
ma sono anzi necessarie l'una non una chiave interpretativa della no- l’ancestrale cammino. Pur osser-
meno dell'altra, e questa eguale stra stessa realtà e caducità. Le età vando ogni giorno questo processo
necessità costituisce ora la vita della vita possono essere parago- lo sfuggiamo, tentando di vivere il
dell'intero». Con queste sublimi nate ai cicli dell’esistenza. Se con- presente talvolta in modo così
parole Hegel traccia, nella “Feno- nessi alle stagioni potremmo ascri- egoistico da voler fermare il pul-
menologia dello spirito”, un’inte- vere alla primavera la nascita, sare del tempo. Cerchiamo nella
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scienza il segreto dell’immorta- tolato “Le età della vita” in cui in- ti, vittima delle proprie stesse giu-
lità, inseguendo nel culto del dagava proprio tali processi suddi- stificazioni o commiserazioni. I
corpo l’illusione di preservare il videndoli in: fanciullezza, giovi- cambiamenti a cui va incontro
nostro aspetto fisico congelando i nezza, età adulta, maturità e vec- l’essere umano attraverso quelle
segni di espressione in virtù del- chiaia. Come per Hegel anche per che potremmo definire “prove”
l’ossessione per la vecchiaia e per quest’autore la transizione da uno non lo mutano del tutto, ma con-
la morte senza soffermarci a pen- stadio all’atro non avviene in mo- tribuiscono a costituire la sua in-
sare che i cambiamenti rappresen- do indolore bensì mediante stadi tegrità: unità nella diversità. Ogni
tano una fonte di ricchezza in di sofferenza: “crisi” che forgiano istante irripetibile, sia esso felice
quanto traguardi che consentono il carattere della persona dalla na- od oscuro, è un passo ulteriore, un
di essere ciò che in realtà siamo: scita alla morte. Nell’affrontare gradino verso la consapevolezza.
anima e pensiero, aldilà dell’effi- questo percorso di formazione Guardini descrive questo “viaggio
mero dato dalla bellezza esteriore l’individuo può scegliere se supe- esperienziale” come “tensione del-
che sfiorisce inevitabilmente. Ro- rare le difficoltà che incontra e- l’esistenza”: «Ogni ora, ogni gior-
mano Guardini scrisse un testo volvendo verso la saggezza o no, ogni anno, sono vive fasi della
emblematico ed illuminante inti- rimanere avvinto dagli accadimen- nostra esistenza concreta; cia-
scuna di esse accade una volta Klimt, che venne esposto alla pie nel coprirsi il volto, ma per-
sola, venendo a costituire, nella Biennale di Venezia del 1910 su- sino la traccia della maternità vis-
totalità dell’esistenza, una parte scitando un acceso dibattito. In- suta nelle anse del ventre che
che non si lascia scambiare con tenso e drammatico al tempo diventa un tutt’uno con i cadenti
altre. In effetti, la tensione del- stesso, dominato dal senso allego- seni. Al contempo, nonostante
l’esistenza e il pungolo che dal rico e psicologico, il quadro ri- questa tragicità, cogliamo il tratto
profondo ci muove a viverla risie- manda a “strati di significato” famigliare della vita che ad essa ci
dono proprio nel fatto che ogni alterni e profondi. Vi possiamo accomuna: oltre il tempo inesora-
fase della vita è nuova, e non era scorgere il tormento nel corpo bile che scorre, imprimendo nel
mai accaduta prima, ed è unica, e della figura anziana che, seppur corpo rughe e segni, permane la
poi passa per sempre». Nell’am- defilata rispetto ai soggetti in saggezza dell’esperienza ed il ri-
bito dell’arte un’opera estrema- primo piano, rappresenta il fulcro cordo di ciò che è stato. Accanto
mente rivelatrice, ascrivibile a dell’intera narrazione. Percepia- all’anziana che ha vissuto il pro-
tale “azione del tendere verso mo il trascorrere del tempo inciso prio tempo compare la gioventù
qualcosa”, è “Le tre età della don- nelle vene che solcano le sue ma- tradotta con la bellezza evane-
na”, celebre capolavoro di Gustav ni, l’angoscia nel gesto che com- scente, armonicamente delineata.
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La donna cinge amorevolmente il clito, tutto scorre; non ci si bagna vus di Klee ha testa e occhi gran-
frutto della maternità incarnato mai nella medesima acqua del di, come nei disegni dei bambini,
nella bambina che rappresenta la fiume. Lo sapevano bene gli anti- ed è caratterizzato da denti a-
quiete ignara dell’infanzia, la spe- chi che non avevano smarrito il guzzi, mani abnormi, piedi dalle
ranza, l’innocenza, la creatività. senso della vita mantenendo i le- fattezze animali simili a zampe. È
Potrebbe esplicarsi ai nostri occhi gami con la terrenità. Giano Bi- un essere in divenire, che simbo-
un’ulteriore lettura su un diffe- fronte, la principale divinità del leggia l’umano: può ancora tra-
rente scenario interpretativo os- pantheon romano, era raffigurata sformarsi ed andare oltre. Il fi-
servando, come figura in primo con il fondersi di due volti: uno losofo Walter Benjamin lo de-
piano, quella della fanciulla che guardava indietro e l’altro avanti scrisse così: «C’è un quadro di Klee
via via progredisce nell’età adulta incarnando il passato ed il futuro che s’intitola Angelus Novus. Vi
ed infine nella vecchiaia. Lo nel corpo gettato nel presente. Era si trova un angelo che sembra in
sfondo vira dalla luce all’oscuro il guardiano delle porte (ianuae), atto di allontanarsi da qualcosa su
impreziosito dalle luminescenti dei passaggi (iani) e dei ponti. Cu- cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi
decorazioni tipiche dell’Art Nou- stodiva l’entrata e l’uscita di que- spalancati, la bocca aperta, le ali
veau. «Panta Rei», sosteneva Era- sti camminamenti. L’Angelus No- distese. L’angelo della storia deve
avere questo aspetto. Ha il viso ri- zione esistenziale dell’uomo. Il
volto al passato. Dove ci appare segreto dell’umanità sta nella sua
La mostra “Le tre età” si è tenuta
una catena di eventi, egli vede una caducità, nel saper cogliere lo
nella prestigiosa sede della Torre
sola catastrofe, che accumula sen- “scorrere temporale” non come
Medievale di Settimo Torinese,
za tregua rovine su rovine e le ro- un’afflizione bensì come un dono.
dal 31 maggio al 6 giugno 2016,
vescia ai suoi piedi». Klee, attra- Non bisogna guardarsi nello spec-
con la presenza degli artisti: Ro-
verso le raffigurazioni dei suoi an- chio alla stregua della strega arci-
berto Agagliate, Simona Ambro-
geli, “incide” alcuni fondamentali gna di Biancaneve pretendendo di
sini, Marina Antoniazzi, Elvira
assunti teoretici tra cui la predo- raggelare il proprio volto nella bel-
Augello, Oscar Bagnoli, Dario Be-
minanza del divenire sull’essere e lezza effimera, tentando di tramu-
nedetto, Cinzia Carriorolo, Danila
il superamento del bello come ele- tare la morte in immortalità o di
D’Acci, Gianfranco Galizio, Lucia
mento fine a se stesso. Creature modificare i segni del tempo con
Marano, Andrea Menegazzo, Ser-
che si fanno immanenti assumen- il ricorso esasperato alla scienza o
gio Moussanet.
do caratteristiche umane: vizi, alla chirurgia. Si rischia di smar-
L’evento è stato organizzato dal-
virtù, bisogni, difetti, aspettative. rire l’universo di senso dell’auten-
l’associazione “Nel centro di Set-
Si allontanano dai consueti ca- ticità che contiene il segreto di un
timo” in collaborazione con il
noni estetici con cui venivano ri- fiore: capace di sbocciare e di pe-
comune di Settimo Torinese e con
tratti: eterei, immortali, spiri- rire.
la “Fondazione Ecm”.
tuali. Divengono imperfetti e si
vestono della drammatica condi-

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