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Lorena Grigoletto

Ritmo e melodia. Mara Zambrano verso un pensiero della


nativit.
Vivere come fgli qualcosa di specifcatamente umano; solo l'uomo si
sente vivere a partire dalle sue origini e a queste si rivolge con rispetto. Se
cos, non dovremmo temere che, smettendo di essere fgli, smetteremo anche
di essere uomini?

.
!am"rano rintraccia nella creaturalit# la ragione della condi$ione umana e
individua nella riattuali$$a$ione della nascita la possi"ilit# di quel
riconoscimento etico, scopri"ile solo nella rinuncia passiva al sogno del sarete
come di espresso nell'%ntico &estamento, quel sogno assoluto dell'essere
'reatore.
(isnascita il termine che la floso)a utili$$a per indicare questo
movimento retrogrado, opera$ione non inten$ionale del tornare a recuperare
un passato remoto di cui non si ha memoria, quell'origine da cui nasciamo
fgli, ma di cui misconosciamo il valore.
*uesto neologismo, espresso nella sua )orma pi+ limpida in Delirio e destino,
saggio auto"iografco relativo all'ini$io del suo lungo esilio, indica esattamente
il dis)acimento della nascita e si rivela come l'esperien$a propria di condi$ioni
estreme quali la malattia e l'esilio; un'esperien$a, dunque, non un movimento
inten$ionale. % livello flosofco indica un percorso ini$iatico che permette di
sentire la condi$ione d'origine, raggiungendo un passato privo di memoria e
dunque non vissuto del tutto.
,iscattare la nascita dall'o"lio un'a$ione che emerge come un ri-esso nella
situa$ione limite della passivit#. a$ione del dis)are per rinascere, dissolvendo la
cristalli$$a$ione del soggetto, quell'identit# ftti$ia della maschera che lo
converte in personaggio e che irrigidisce l'impulso a un'esisten$a autentica. Si
tratta di arretrare ad uno stato pre/natale privo di orientamento, descritto
anche come esperien$a del deserto, luogo d'eccellen$a della tenta$ione. 0a
tenta$ione di che cosa? (i rinascere con una nuova maschera, di ovviare a quel
vuoto con la piene$$a dell'a$ione quando, invece, il risveglio che rinascita,
1
M. Zambrano, Il freudismo, testimone dell'uomo contemporaneo, in Verso un sapere dell'anima, tr. it. di Eliana
Nobili, a cura di Rosella Prezzo, Raffaello ortina, Milano !""#, cit., p. 1!$.
ricostru$ione, deve )ar tesoro di quel vuoto creatosi come una crepa
nell'assolute$$a del personaggio. (are )orma alla propria nascita incompiuta
allora il compito assegnato all'uomo.
(is)are signifca trattare con il tempo, un ritirarsi del soggetto )acendo della
memoria un terreno di passivit# attiva, un )arsi vuoto dedito ad accogliere. 1a
disnascita esperien$a di quel nucleo di presen$a irriduci"ile, condi$ione di
innocen$a che l'uomo nel suo essere a""andonato, un esser/ci puntuale,
evento puro. 1'uomo si sente nella sua essen$ialit# come nuda presen$a.
*uesto il punto di parten$a, quell'istante di vuoto da cui solo possi"ile il
riscatto dell'esperien$a originaria della nascita, del venire alla luce, altrimenti
votata all'o"lio. 1'atto generativo della nascita non su2ciente, l'esisten$a
intera si confgura come un processo incessante e patito di auto/
trascendimento in cui si dis)a ci3 che si per riscattare il non/essere del
vissuto. 1a nascita una )erita nell'essere, esperien$a dell'a""andono,
gettate$$a che ci consegna alla trama del tempo. 4vento che si ripete, che
chiede di essere ripetuto, riscattato, perch5 non mai passato; il passato
in)atti, il vissuto, ha a che )are con la coscien$a, con la visione e dunque con il
ricordo.
Si )raintendere""e, tuttavia, se si interpretasse la posi$ione di !am"rano
nell'ottica di una presentifca$ione del passato, del suo possesso che individua
come scopo il renderlo cosciente, totali$$andolo. 1'opera$ione indicata non ha
carattere inten$ionale, "ens scaturisce dal movimento stesso di quella che la
floso)a defnisce memoria verginale; non uno strumento attraverso il quale ci
si rimette interamente alla coscien$a, non uno spianare il passato )un$ionale al
discorrere del pensiero ra$ionale, ma una memoria riscattata nella sua capacit#
maieutica. 6n movimento signifcativamente descritto come ragno/memoria,
una sorta di flo ingar"ugliato di %rianna in cui lo sguardo, che cerca ci3 che
caduto, su"isce l'attra$ione del centro, un centro errante. ,icerca che
mossa dall'accusa del soggetto nei con)ronti del tempo che scorre pi+
rapidamente dell'atten$ione. 1a memoria riscatta dalla poten$a distruttrice del
tempo e restituisce tempo a ci3 cui )u sottratto; a$ione li"eratrice costitutiva
del soggetto.
789 in)eri della memoria, della memoria stessa e in ci3 che sta al di sotto di
essa e che insieme la sostiene e la agita; in quel )ondo che si ina"issa se cerchiamo
di coglierlo con la mente. 1e radici, o il )ondo in cui esse si immergono e che accusa
il peso che esse sostengono, il luogo di gravita$ione del soggetto e di tutto il peso
che porta su di s5. 6n luogo che accusa perch5 sente; il punto di gravit# insieme il
punto in cui giace, sordo, il sentire originario, nel quale il soggetto sente il proprio
peso e la propria condi$ione. :l sentire originario consiste nel sentirsi; sentirsi
direttamente o sentirsi alluso in ogni sentire, in)erno della memoria e della
coscien$a
;
.
:l concetto di disnascita si gioca tutto nella complessa articola$ione tra
attivit# e passivit#. :n)atti, se da un lato si tratta di un'esperien$a che si
costretti a vivere, in cui si patisce il dis)acimento, in cui ci si disinventa,
dall'altra rivela quel )ondo ultimo descrivi"ile come passivit# agente, un flo di
resisten$a che la pensatrice chiama speran$a. 1'a$ione della memoria segue
allora un movimento di andi/rivieni e si confgura come arte del tempo,
sapien$a che custodisce la li"ert#. &uttavi, la solu$ione indicata da !am"rano si
rivela )ondamentalmente anti/hegeliana, ossia non dialettica, come suggerisce
<anda &ommasi
=
. >er disnascita si deve intendere il lavoro del negativo, la
condi$ione di possi"ilit# del risveglio o sete di trascenden$a, non gi# una
conversione del negativo stesso.
1a crisi mostra le viscere della vita umana
?
, a@erma !am"rano
descrivendo la vita nell'esposi$ione radicale della nascita. Si comprende, allora,
come quello della pensatrice sia un costante invito al risveglio che, nella
disnascita, individua una sorta di metodo musicale che scopre la
discontinuit# )ondamentale nel continuum temporale, un atomo di vuoto
A
indispensa"ile al -uire del tempo, passaggio attraverso cui solo possi"ile
rinascere; un vuoto necessario all'inaugura$ione del s5. 'i3 che a2ora
l'essere umano ridotto all'osso, una voce -e"ile che dal vuoto emerge,
dapprima come pura constata$ione dell'esserci puntuale e privo di attri"uti, poi
come una rivincita, una risposta ad un appello, un ci sono, sono qui,
adsum, dice !am"rano, ora diversamente intonato; non pi+ dovere
dell'esisten$a, ma accetta$ione gioiosa dell'invito alla responsa"ilit#
dell'esserci, una vittoria del )allimento. *uesto il senso, come intuisce ,osella
>re$$o
B
, di quel radicale mutamento nell'intona$ione della parola di
)ormula$ione latina adsum espressa nel saggio auto"iografco Delirio e
!
M. Zambrano, Note di un metodo, tr. it. di %. &arantino, 'ilema, Napoli !""(, cit., p. #).
$
fr. *. &ommasi, Il dono della malattia e dell'esilio+ il riscatto della passi,it-, in La passivit. Un tema filosofico-
politico in Mara Zambrano, a cura di .. /uttarelli, /runo Mondadori, Milano !""), p. 1)".
0
M. Zambrano, 1a ,ita in crisi in Verso un sapere dell'anima, tr. it. di E. Nobili, a cura di R. Prezzo, Raffaello
ortina, Milano 1##), cit., p. (1.
2
M. Zambrano, I sogni e il tempo, tr. it. di 1. %essa e M. %artore, Pendra3on, /olo3na !""0, cit., p. 1#.
)
fr. R. Prezzo, ensare in un'altra luce. L'opera aperta di Mara Zambrano, Raffaello ortina, Milano !""), p. 1$".
destino. :n questo senso l'immagine delle rovine CruinasD che !am"rano
presenta ne L'uomo e il divino risulta illuminante.
>erch5 ci3 che propriamente storico non il )atto resuscitato con tutti i suoi
componenti, )antasma della sua realt#, n5 tanto meno la visione ar"itraria che
elude il )atto, "ens la visione di quel che sopravvive ai )atti, il senso che sopravvive
assumendoli come corpo. Eon gli avvenimenti cos come )urono, ma ci3 che ne
rimasto. le rovine.
1e rovine sono la cosa pi+ viva della storia, perch5 vive storicamente soltanto ci3
che sopravvissuto alla sua distru$ione, ci3 che rimasto sotto )orma di rovine.
:n tal modo le rovine ci dare""ero il punto di identit# tra il vivere personale F la
storia personale F e la storia. >ersona colui che nella vita sopravvissuto alla
distru$ione di ogni cosa, e ancora lascia intravedere, con la sua stessa vita, che un
senso superiore ai )atti )a acquisire ad essi signifcato confgurandoli in
un'immagine. a@erma$ione di una li"ert# imperitura pur nell'imporsi delle
circostan$e, nella prigione delle situa$ioni
G
.
H importante specifcare che, con il termine sopravvissuto, l'autrice non si
ri)erisce a ci3 che )u, ad una condi$ione passata, ma a quella dimensione di
possi"ilit# che non ha raggiunto l'essere, ci3 che non arriv3 mai ad essere,
)uturo che non mai stato, perch5 si patisce in particolar modo quel )uturo
che non divent3 mai presente. *uesto allora il signifcato del riscatto operato
per me$$o della disnascita e della )un$ione verginale della memoria; la rovina
come traccia di qualcosa di umano che stato vinto e che poi ha vinto il
passare del tempo
I
. >er questo la memoria riproposta nel suo stato
em"rionale, chiasma tra memoria e o"lio, tessuto inestrica"ile tra Lethe e
Mnemosyne e, dunque arte e sapien$a del tempo 789 che nella sua servit+
custodisce, come un'antica e misteriosa arca, la li"ert# questo arcano preposto
all'uomo
J
.
!am"rano vuole ricondurci ad una modalit# del pensiero che stato defnito
a ragione melodico
K
e che, nell'esalta$ione della discontinuit#, si approssima
alla vita, la vita stessa. >er questo in Note di un metodo, uno dei testi
)ondamentali della maturit#, l'autrice ci invita ad intendere queste note, non
nel senso di annota$ioni, ma in quanto note musicali, momenti di una melodia
intesa come costru$ione n5 )or$ata, n5 )or$ante di un'andatura conoscitiva il
pi+ possi"ile con/sonante con le vi"ra$ioni pi+ pro)onde della vita. H in questo
senso che la musicalit# risulta essere la radice unica del pensiero, la matrice di
4
M. Zambrano, L'uomo e il divino, tr. it. di 5. 'erraro, Edizioni 1a,oro, Roma !""(, cit., p. !!(.
(
I,i, p. !$".
#
M. Zambrano, Note di un metodo, tr. it. di %. &arantino, 'ilema, Napoli !""(, cit., p. #4.
1"
fr. .. /uttarelli, Una filosofa innamorata. Mara Zambrano e i suoi insegnamenti, /runo Mondadori, Milano
!""0, p. !"1.
religione, poesia e flosofa. &uttavia, necessario ri-ettere ulteriormente sul
signifcato di queste note, giacch5 la temporalit# specifca che presentano,
determina la )orma stessa del pensiero. :n)atti, in un paragra)o di apertura di
Note di un metodo, !am"rano distingue la melodia dal ritmo, suggerendo due
registri vitali radicalmente lontani.
:l ritmo, nella sua caden$a ripetuta uguale, minaccia del tempo che scade
inesora"ilmente, annuncio di una morte inevita"ile. >er questo la sua )orma
limpida, data una volta per tutte, cerchio magico, concettuale, sistematica.
'i3 implica che anche il suo silen$io, la sua discontinuit#, il suo atomo di
vuoto, come sospensione necessaria al "attito successivo, sia assolutamente
prevedi"ile, preventivamente sta"ilita; si tratta di un intervallo che non ha
niente del silen$io, perch5 si presenta anch'esso come pieno, elemento
indispensa"ile alla totali$$a$ione in cui solo pu3 sussistere il ritmo. Eell'am"ito
del ritmo la scoperta non pu3 avere luogo; in esso non c' n5 sorpresa, n5
traccia di rivela$ione

. :l ritmo , dunque, espressione di mancan$a di li"ert#,


mortale, fnito, nemico della vita
;
, perci3 assomiglia al concetto. %l
contrario, nella melodia, la discontinuit# si )a autentica, con)erisce
l'imprevedi"ilit# in cui consiste la crea$ione, l'inesauri"ilit# del senso. Soltanto
in essa pu3 esservi rivela$ione poich5 la nascita, la crea$ione incomplete$$a
e riserva alla ripeti$ione, non una mera riprodu$ione dell'identico, ma il sempre
rinnovato compimento della nascita, come ci3 che ancora non ; la
discontinuit# propria della melodia vuoto necessario alla continuit# di@erita,
annuncio dell' altro e dell'imprevedi"ile che in esso si rivela. 1a discontinuit#
la ci)ra di quell'evento originario della nascita attraverso la quale l'essere
umano dato alla luce. 6n salto imprevedi"ile che ci espone al mondo con una
cicatrice mai rimarginata, memoria sen$a immagine di una )erita nell'essere,
discontinuit# che necessario ritrovare sempre di nuovo per cercare di
completare quell'evento sen$a fne.
Si tratta di una rivela$ione della vita stessa che mostra la sua condi$ione
originaria, quella di un nulla creatore, non crea$ione dal nulla; se la nascita
consiste in un essere dati alla luce, essere visti ma anche vedere, ecco che il
riscatto della discontinuit# ci riporta alla nascita e rinnova ineditamente questa
duplice visione. *uesto vuoto nella melodia rappresenta gli in)eri che
11
M. Zambrano, Note di un metodo, cit., p. $".
1!
Ibidem.
!am"rano ci invita a discendere al fne di riscattare le viscere della memoria, il
lato oscuro ed enigmatico che impossi"ile e addirittura s"agliato tentare di
chiarifcare; al contrario necessario tras)ormare il delirio in ragione sen$a
a"olirlo
=
. *uesto moto regressivo dell'anima, a$ione del dis)are, si articola
dunque in un movimento melodico mediante cui solo pu3 acquisire senso.
Eel pensiero musicale la melodia il movimento specifco che deve
reali$$are la persona, per soddis)are l'imperativo del conosci te stesso,
movimento che consiste nel percorrere tutta la scala musicale; per questo la
pensatrice andalusa ci riconsegna all'espressione pitagorica dell'anima come
dia pas on, ovvero accordo ottenuto per me$$o di tutte le corde dell'anima. H
indispensa"ile passare attraverso tutto, patire il vissuto e il non vissuto della
vita per sentire quella musica che aritmetica inconsapevole dei numeri
dell'anima
?
.
(isnascita e memoria sono i termini indispensa"ili a questa
tras)orma$ione. 1a memoria, che pi+ assomiglia alla vita, costituisce il pensiero
melodico solo nel contrappunto, nell'intervallo in cui la memoria si dis)a, nella
disnascita che consente alla melodia stessa di continuare a )arsi nella
varia$ione. :l riscatto si compie in quanto dia pas on, sapere della
tras)orma$ione, an$itutto una metodologia esisten$iale che non pu3 lasciare
perdere l'aspetto viscerale, l'alterit# irriduci"ile del pensiero.
H questo il metodo utili$$ato da !am"rano nel trattare con la storia della
flosofa, come, molto evocativamente, mostra nel capitolo de L'uomo e il
divino, 1a condanna aristotelica dei pitagorici
A
. !am"rano individua nel
rifuto di %ristotele nei con)ronti della scuola pitagorica uno dei gesti )ondanti
del pensiero occidentale, quello che decide l'incompati"ilit# tra la flosofa e il
territorio del numero e della musica. (al punto di vista della flosofa, che pensa
a partire dall'essere, la corrente pitagorica si confgura come irriduci"ile alterit#
che tuttavia, an$ich5 soccom"ere defnitivamente, sopravvive sotterranea,
viscerale, come una radice o una rovina. H con piet# che la floso)a, nel
tornare alle origini di quel gesto flosofco che ha allontanato irrimedia"ilmente
da s5 il logos come armonia dei contrari, riscatta ci3 che )u rifutato con )or$a
1$
M. Zambrano, L'uomo e il divino, tr. it. di 5io,anni 'erraro, 1a,oro, Roma !""(, cit., p. $!!.
10
M. Zambrano, 1a condanna di .ristotele, in !elirio e destino, tr. it. di Rosella Prezzo e %amant6a Marcelli,
Raffaello ortina, Milano !""", cit., p. !#0. Zambrano riporta in 7uesto contesto una celebre espressione del
pensiero pita3orico.
12
fr. M. Zambrano, 1a condanna aristotelica dei pita3orici, in L'uomo e il divino, p. 4".
per salvare l'essere e lo riconsegna alla storia come presente, nel suo duplice
signifcato di dono e dimensione temporale. ,iscatto della musica come
componente necessaria al pensiero e, simultaneamente, riscatto di %ristotele e
del pitagorismo stesso. 'ertamente la disnascita come esperien$a estrema,
a""andono e ritorno allo stato di creaturalit#, non pu3 essere sminuita a
semplice intervallo o sospensione. :l suo senso risiede nell'intima connessione
alla memoria verginale, in quel dis)arsi indispensa"ile alla melodia a2nch5 non
scada in ritmo, ossia a2nch5 sia sempre riscattato quel non vissuto che
consente alla melodia di essere tale nell'imprevedi"ilit#. 4 imprevedi"ile
tanto la nascita della melodia, quanto la sua disnascita, perch5 lo sguardo
retrospettivo che compie la memoria non preventivo, "ens avviene come
un'intui$ione, errando o meglio non assoggettando al pensiero cosciente
l'alterit# enigmatica che ci costituisce.
H tramite questa esperien$a che si arriva a conoscere il tempo nella sua
complete$$a, nella sua corporeit# irregolare e solo qui si intravede l'esigen$a di
un metodo a/metodico, serpentino e musicale, che richiede la vita stessa nella
sua autenticit#; pensiero aurorale in cui vita, esperien$a e metodo non
conoscono distin$ioni concettuali, ma la cui integra$ione garantisce quel logos
della tradi$ione orfco/pitagorica come armonia dei contrari, misconosciuto dal
logos/parola aristotelico.
1a distin$ione tra ritmo e melodia, tuttavia, non si esaurisce nella mera
dimensione epistemologica, "ens a""raccia la prospettiva etica, consentendo
di delinearne le caratteristiche a partire dalla medesima "iparti$ione musicale.
:l ritmo presentato nella sua chiusura rispetto all'alterit#, alla di@eren$a,
sempre uguale a se stesso, in)ernale. !am"rano lo descrive come dotato di una
capacit# operativa, operante, pratico nel migliore dei sensi, persino in)ernale,
ma sempre operante
B
, a"ilit# di cui si palesa su"ito la ci)ra. 1'incredi"ile
e2cacia che caratteri$$a l'agire ritmico consiste in un pericoloso assoggettare
colui che ascolta, che in tal modo come irretito, ipnoti$$ato. Eon un caso
che l'autrice men$ioni i discorsi di Litler, suggerendoci pertanto una pro)onda
congiun$ione tra identifca$ione e totali$$a$ione, anche in am"ito politico.
Eon c' incantesimo sen$a ritmo, poich5 il ritmo la pi+ universale delle leggi,
vero a priori che sostiene l'ordine e anche l'esisten$a stessa di ogni cosa. 4ntrare in
un ritmo comune la prima )orma di comunica$ione, cosa che quelli che vogliono
1)
M. Zambrano, Note di un metodo, cit., p. $".
guidare gli uomini certamente non dimenticano. *uanti discorsi che hanno
trascinato le masse sare""ero scivolati via, sen$a causare il minimo e@etto, se non
)ossero stati pronunciati con il ritmo elementare che invoca l'oscuro )ondo assopitoM
: tam"uri magici che evocano i morti e gli di in certe religioni primitive, utili$$ano
un ritmo diverso secondo il personaggio invocato. :l ritmo rito
G
.
1a caden$a regolare del ritmo cattura il soggetto che, incapace di mantenersi
a distan$a, va identifcandosi con esso, come su"endo un e@etto ipnotico.
1a straordinaria capacit# del ritmo deriva da qualcosa di primitivo; in)atti il
ritmo innan$itutto quello del cuore, la prima musica che sentiamo e che ci
costituisce. H interessante notare come l'aggettivo ipnotico derivi da ypnos,
cio sonno, momento in cui i tempi umani sono annullati e si )ondono nel
pulsare stesso della vita attraverso il "attito del cuore, esperien$a del tempo
cosmico in cui ci si sente viventi, immersi nella vita dell'universo, in un tempo
comune a tutto ci3 che vivente. :l "attito cardiaco la musica della nostra
animalit#, ci rivela in quanto creature, ci ricolloca al nostro posto nel mondo,
quel posto di cui l'uomo, diversamente dal resto del regno animale,
sprovvisto, e che lo costringe inevita"ilmente a trascendersi per sopperire alla
propria originaria mancan$a. Se la pensatrice descrive il ritmo come in)ernale,
perch5 esso ci rivela caratteri quasi disumani, universali si potre""e dire.
'ome "attito del cuore ci accorda con il cosmo e simultaneamente ci
disumani$$a privandoci della molteplicit# temporale che contraddistingue
l'esisten$a umana. :n)atti, il "attito incorporato, dentro in maniera in)ernale,
viscerale. 1e viscere sono sommerse nel tempo e il loro dominio il ritmo, per
questo la musica dei macchinari attrae. (unque, se da un lato il cuore
positivamente inteso meta)ora della vita )uori dalla luce a""agliante della
ragione, ci3 che o@re un luogo proprio all'uomo, dall'altro pu3 rivelarsi
pericoloso. :l ritmo tende a incorporarsi e il potere ipnotico che esercita, annulla
le distan$e e non consente l'eserci$io della responsa"ilit#. 1'ipnosi porta ad uno
stato inconscio per cui il soggetto non risponde pi+ di se stesso,
irresponsa"ile. H il ritmo e non la melodia a sollecitare certi stati di trans
durante le cerimonie tri"ali, per questo !am"rano pu3 men$ionare in proposito
i discorsi di Litler. Si evince come la responsa"ilit# intesa nel suo signifcato pi+
elementare come capacit# di rispondere anche, ma soprattutto, di se stessi, sia
possi"ile solo nel mantenimento della distan$a tra il soggetto e l'alterit#.
Eell'annullamento delle distan$e si insidia il pericolo dell'irresponsa"ilit# di cui
14
M. Zambrano, L'uomo e il divino, cit., p. !"".
il ritmo uno strumento ecce$ionalmente operativo. Se da un lato il cuore si
presenta come ci3 che accoglie l'altro, organo di un sapere dell'anima,
dall'altro mostra il pericolo insito nell'accoglimento.
%l contrario, la melodia si o@re all'ascoltatore tramite un coinvolgimento
meno violento; la discontinuit# e irregolarit# che la caratteri$$a ci invita a
scoprirne il senso o l'andamento; l'atten$ione ne catturata, ma allo stesso
tempo risponde passivamente ad una implicita richiesta della melodia di
attri"u$ione di senso.
Senso che non sta esattamente n5 in s5, n5 nella melodia stessa, ma si rivela
consonante, il )rutto di una rela$ione; la melodia sin da su"ito dialogo. 4cco
che allora il pensiero musicale riconsegna un'idea politica diretta
all'a@erma$ione del molteplice, a quel dialogo che !am"rano crede possi"ile in
una certa democra$ia, mentre il ritmo presenta, in quanto scansione regolare
del tempo e assoggettamento del tempo, dell'alterit#, il germe di ogni
totalitarismo.
,itornando al discorso sul senso importante sottolineare che il soggetto,
nella flosofa $am"raniana, non sta di )ronte all'oggetto in un eserci$io
ermeneutico. %l contrario, il pensiero musicale profla un soggetto da intendersi
come complesso armonico, accordo che nasce con/sentendo alle radici, che
sono spesso pi+ grandi dei rami, di )econdare il pensiero cosciente. ,iscatto
personale/universale indispensa"ile alla dimensione etica. Eon si tratta di una
chiusura del soggetto in se stesso, "ens di un'apertura radicale all'alterit# che
solo con/sente questa identifca$ione )ondata sull'armonia.
Ni# negli anni quaranta nelle pagine su Seneca, !am"rano evoca la musica
ricordando che la sagge$$a dello stoico consiste in un' armonia interiore
attraverso cui egli percepisce l' armonia del mondo. :l metodo musicale ci
propone dunque una morale ed una epistemologia )ondate sull'estetica.
>er questo la vera musica non pu3 essere trovata in un dogma, ma in un uomo
concreto che percepisce con la sua armonia interiore l'armonia del mondo. H una
questione di orecchio, un talento musicale, quello del sapiente; un'attivit#
incessante che percepisce, ed un continuo accordo. H, in altre parole, un'arte. 1a
morale si tras)ormata in estetica e, come ogni estetica, ha qualcosa
d'incomunica"ile
I
.
(el resto l'orecchio simultaneamente organo dell'udito e )un$ione del
1(
M. Zambrano, "eneca, a cura di . Marse3uerra, tr. dal latino di .. &onelli, /runo Mondadori, Milano 1##(, cit., p.
00.
la"irinto. Eon sar# dunque il musicista e non il floso)o, il protagonista della
cultura d'Occidente?
J
. :l ritmo va inteso in termini di empatia e di )atto il
cuore ne la meta)ora per antonomasia. >osto al centro del soggetto indica
sempre la s)era a@ettiva in cui ci sentiamo e sentiamo l'altro in noi, ma in pi+
rivela nella sua identit# pulsante quell'appartenen$a al cosmo che un sentirsi
dentro l'altro, dimensione in cui le distan$e sono annullate dall'amore. 4mpatia
e non uni/patia; !am"rano, in)atti, resta sempre )edele all'impegno flosofco,
l'alterit# il perno dell'identit#, pertanto non le pu3 soccom"ere. 0a se anche
nella s)era del ritmo l'alterit# non viene elusa, in che modo possi"ile
distinguerlo dalla melodia? Si tratta, a mio parere, di una sottilissima di@eren$a
su cui si gioca per3 tutta la portata del pensiero flosofco come eserci$io
metodologico )edele alla vita.
1'esperien$a precede ogni metodo. Si potre""e dire che l'esperien$a a priori ed
il metodo a posteriori. 0a ci3 vale soltanto come indica$ione, giacch5 la vera
esperien$a non pu3 darsi sen$a l'intervento di una sorta di metodo. :l metodo si d#
fn dal principio in una determinata esperien$a, che proprio in virt+ di ci3 arriva ad
acquistare corpo e )orma, fgura
;K
.
:l metodo dunque si costituisce come l'a priori dell'esperien$a vivente,
individuando un modo di orientarsi nell'infnita variet#. Si tratta di un intreccio
in cui vita e pensiero si con/fgurano, non un metodo/strumento di
oggettiva$ione, "ens andatura che si caratteri$$a nell'incontro con le superfci
del mondo, logos musicale. 1a melodia allora sin dal principio ritmo sentito,
pensato, quel modo discontinuo di trattare con l'altro che solo pu3 evitare la
pericolosa ipseit#, quell'identifca$ione "rutale che serve la totalit#, termine
al quale, per la dimensione politica Co )orse a/politicaD cui rimanda, !am"rano
pre)erisce universalit#. Si potre""e a@ermare che il ritmo a priori e la melodia
a posteriori, ma non risultere""e corretto poich5 in realt# quest'ultima
dovre""e nascere assieme ad esso. :l pensiero musicale, nell'eviden$iare la
lievissima discrepan$a che vige tra ritmo e melodia, esprime il salto che vi tra
vita e metodo, tra esperien$a e flosofa, salto che !am"rano si propone di
ridurre al minimo in una specie di passo da viandante. >er questo il rapporto tra
soggetto e oggetto deciso dal pensiero ra$ionalista sottoposto ad un'analisi
critica dei limiti, anche epistemologici, che implica. Si parla, in)atti, di realismo
1#
M. Zambrano, Note di un metodo, cit., p. )0.
!"
I,i, p. $2.
poetico o amoroso
;
, intendendo quel sapere dell'anima come )orma di
conoscen$a svincolata da volont# e ragione, responsa"ili di perpetrare quel
delirio di deifca$ione in cui consiste la storia tragica e rivolto ad a@ermare
l'irriduci"ilit# della molteplicit# e am"iguit# della realt# sacra, phisys si
potre""e anche dire, palpita$ione, germina$ione inesauri"ile, ma della vita
stessa, prima che l'uomo assuma su di s5 un progetto d'essere
;;
. &uttavia, il
carattere )antasmagorico della cosa pu3 emergere solo quando il soggetto
mantiene, nella rela$ione con essa, una posi$ione che tende all'a""andono,
necessaria all'accoglimento della realt# eteroclita. :n questo senso !am"rano
suggerisce un atto di )edelt# alle cose, l'accetta$ione amorosa della
molteplicit#, della plurivocit# del reale, che si esprime nella tensione tra ci3 che
cos com' e ci3 che sta per essere o che avre""e potuto essere. H la cosa
accolta nella sua integrit# temporale, discontinuo intessuto di intemporalit#, la
natura multi)orme non sottomessa alle categorie della coscien$a, in cui la
materia si espande, si muove mostrandosi nella contraddi$ione antecedente il
pensiero, che proprio attraverso il principio di non/contraddi$ione ha inteso
negarla, ci3 che interessa il realismo o materialismo di !am"rano, volto a
restituire stupore di )ronte alle cose, nell'esalta$ione dell'elemento visivo,
tattile e sonoro della materia. :l )enomeno non consister# pi+ nell'eviden$a di
ci3 che appare, ma in ci3 che vi contri"uisce immediatamente e che s)ugge alla
concettuali$$a$ione, ossia il senso dell'incontro e il modo del sentire; per
questo la floso)a vi pre)erisce il termine appari$ione, pi+ legato alla
terminologia mistica che non a quella flosofca. Si tratta di una riscoperta della
presen$a nell'immediate$$a e che perci3 interessa in primo luogo la s)era
emo$ionale, chiamata su"ito a corrispondere in un accordo.
1'invito di !am"rano consiste in un richiamo alla presen$a che, nella sua
piene$$a, pro"lemati$$a la rela$ione tra l'io e la )acolt# del rappresentare,
restituendo al soggetto quell'acce$ione originaria di subie!tus come stare al di
sotto, patendo l'alterit# an$ich5 esserne il )ondamento. :l modo autentico della
rela$ione, dunque, non di tipo rappresentativo, poich5 il soggetto non vuole
produrre una rappresenta$ione del reale, ossia una sua enuclea$ione in )orma
di immagine esaustiva e defnita; il suo uno stare in presen$a del reale, per
cui la rela$ione si o@re in tutta la sua corporeit#, descrivendo una
!1
fr. .. /uttarelli, op. cit., p. $4.
!!
M. Zambrano, L'uomo e il divino, cit., p. )2.
comprensione presentativa volta a cogliere la realt# nella sua radicalit#. Stare
in presen$a signifca an$itutto stare nel presente, in un tempo in cui la verit#
della rela$ione data dal contatto, dal sentire, pensare a partire da questo
punto, non collocandovisi estaticamente in )orma defnita. Si tenta l'alternativa
al pensare della sola ragione, una modalit# di@erente e rela$ionale, non
mistica. 1'autrice lo indica come un entrare in ragione, di modo che la
ragione non nau)raghi nella dimensione del delirio, della molteplicit# e della
dispersione, ma si )accia strada in esso ela"orando un metodo pa$iente, volto a
deci)rare ci3 che si sente, un pensiero sottile e intermittente che non revochi
la passivit# e l'ispira$ione dell'intendere. :n fn dei conti, una sorta di
pragmatismo poetico o lirico.
H in virt+ di questa reticen$a ai confni concettuali che i termini soggetto e
individuo non possono esprimere l'idea dell'uomo di !am"rano, che in)atti li
sostituisce con persona, alludendo al movimento e percorso ini$iatico diretto
a soddis)are l'imperativo del conosci te stesso proprio stando oltre se stessi,
oltre l'io tradi$ionalmente inteso, al di l# della coscien$a e della sua
separa$ione tra visi"ile e invisi"ile. !am"rano invita ad una apertura radicale il
soggetto, che solo in tal modo si trova a patire la trascenden$a, su"endo
quell'alterit# ineludi"ile che la ragione vorre""e assoggettare. Si tratta
an$itutto di un'alterit# temporale, indicata dalla floso)a attraverso il termine
sacro che storicamente precedere""e l'appari$ione del divino. Sacre sono
le viscere, il delirio precedente l'immagine, l'irriduci"ilit# ed inesauri"ilit# del
senso, ci3 che va conservato con un certo margine di indici"ilit#, di
irrappresenta"ilit#. :l viscere sacro non si riduce a qualcosa di invisi"ile da
contrapporre al visi"ile, del viscere si )a esperien$a solo nella )orma del sentire
intimo, segreto.
6n viscere qualcosa che in linea di principio non pu3 vivere mani)estandosi
visi"ilmente, qualcosa di impensa"ile nella misura in cui il campo del pensa"ile
stato )atto coincidere sen$'altro con il campo della visi"ilit#. 789 1a storia stessa
rimane sviscerata, visi"ile tutt'intera anch'essa nel suo scorrere per il campo del
visi"ile
;=
.
Si comprende allora come il tema della passivit# in !am"rano non sia da
cogliere come iner$ia del soggetto, inattivit# o disperata irresponsa"ilit# che
conduce sull' orlo della disumani$$a$ione, ma al contrario, come capacit#
!$
M. Zambrano, I beati, tr. it. di . 'errucci, 'eltrinelli, Milano 1##!, cit., p. #)8#4.
specifca della persona, movimento dell'atten$ione an$ich5 dell'inten$ione,
attraverso il quale si riscattano le viscere del soggetto, quel margine di
impossi"ilit# cui stata sottoposta ciascuna vita e che pu3 venire riscattato
solo nell'accetta$ione della chiamata, quella voca$ione sinteti$$a"ile nella
domanda primogenita 'hi?. *uesto l'enigma che invito al recupero
responsa"ile del passato e alla conversione etica della persona attraverso il
proprio riconoscimento.
:n questo senso si delinea una distin$ione tra )atalit# e fnalit#/destino,
rintraccia"ile in particolar modo nei lavori sul tema del sogno, dove l'autrice
ela"ora una sorta di etica del sogno o etica dell'uomo nell'assoluto. *ui il
complesso nodo teoretico tra a$ione e passione precisato sia dal punto di
vista dell'individuo, sia a livello storico e decide la distin$ione tra storia
tragicaP e storia etica
;?
. 'i3 che di@eren$ia questi due percorsi an$itutto la
presen$a o meno della discontinuit#; si gi# precisato riguardo la distin$ione
tra ritmo e melodia, come sia quell'atomo di vuoto insito nella melodia a
permettere il )arsi stesso della varia$ione che la caratteri$$a. H esattamente
l'elemento di discontinuit# a consentire l'a$ione che !am"rano defnisce
creatrice. &uttavia, non si tratta, come gi# sottolineato, di un movimento
inten$ionale, an$i esso pu3 essere autentico solo se privo di una dire$ione
presta"ilita, un andare sen$a scopo, un percorrere in cui si )a intimissima la
connessione tra vita e pensiero. 1a )orma della fnalit#/destino indica quella
fnalit# n5 creata, cio imposta come volont#, progetto vitale che ci rimanda al
carattere immaginifco della realt# e che, nella terminologia $am"raniana, si
presenta come delirio o sogno d'essere dell'uomo, n5 un tipo di fnalit#
presta"ilita e dunque indi@erente, a"itudinaria e scontata.
1a fnalit# si sveglia, e di )atto, quando arriva cos, un tipico risveglio. da uno
stato di a"ulia o dal lasciarsi vivere, ci svegliamo quando una circostan$a ci giunge
in questa )orma, )acendoci sentire che do""iamo agire. *uesto, per3, pu3 avvenire
in due modi. o nella coscien$a, perch5 vediamo che conveniente o moralmente
imposto; oppure perch5 sentiamo che qualcosa che ci viene rivolto, che l
unicamente per noi, che una chiamata di ci3 che si dice destino
;A
.
1a fnalit#/destino l'istante del risveglio del )ondo ultimo della persona
umana e con esso scoperta di quell'am"iente proprio di cui normalmente
!0
fr. 1., /oella, Mara Zambrano. !alla storia tragica alla storia etica. #utobiografia$ confessione$ sapere
dell'anima, uem, Milano !""1.
!2
M. Zambrano, %&iari del bosco, tr. it. di . 'errucci, /runo Mondadori, Milano !""0, cit., p. !1.
sprovvista. 1a )orma attraverso cui si reali$$a quella personalissima del per
me, )orma della chiamata, della voca$ione o enigma cui necessario
rispondere. H accetta$ione della propria voca$ione, accettare che si chiami
proprio noi, risposta positiva all'esserci. 1'a$ione consiste esattamente
nell'accogliere, nel rispondere a questa chiamata. Se lo stato di passivit# del
sogno si mostra an$itutto nell'impossi"ilit# di )ormulare domande, che
scaturiscono dalla presa di coscien$a circa lo stato di estraneit# vissuto in
sogno, la fnalit#/destino risveglia qualcosa che la precede ma che le
intimamente connesso, consentendo pertanto il passaggio alla veglia, che
apertura al tempo. l'enigma. &ermine cardine nel pensiero della floso)a,
l'enigma precisamente una risposta travestita da domanda
;B
, ci)ra del
destino di )ronte al quale l'uomo prova un sussulto, un vuoto in cui necessario
sostenersi attraverso l'assisten$a del cuore. Soprassalto che nel vuoto
permette l'articola$ione della domanda nella risposta, gra$ie all'inser$ione del
tempo. *uesto tipo di fnalit#, che compare nei cosiddetti sogni della
persona, non si mostra interamente, ma fnalit# teoricamente
inesauri"ile
;G
in cui l'a$ione, che ha necessariamente carattere etico,
suggerisce la tras)orma$ione della persona. Se la fnalit# compare perch5
l'uomo ne essen$ialmente costituito; essa, nella )orma che la defnisce come
destino, insieme necessit# che proviene dal passato e fnalit# specifca della
persona, sua voca$ione, un di pi+ rispetto alla li"ert#, perch5 precisamente il
sogno ini$iale, l'originario sacro, )atto ordine, creato e tras)ormato. 4mergono,
dunque, due modalit# di uscita dal sogno o pi+ in generale due percorsi. il
primo consiste in un tras)erimento dal sogno alla veglia sen$a tras)orma$ione,
per cui il tempo investito dell'assoluto e i sogni sono ossessioni che tendono
a reali$$arsi in delitti, crimini sul piano personale ma anche storico; l'altro
quello ini$iatico, che passa per la tras)orma$ione, sviscerandosi appunto,
entrando negli in)eri dell'anima per poi reali$$arsi poeticamente, nel riscatto
del senso di queste stesse viscere. *uesta dunque la storia etica CverdaderaD
cui d# luogo la fnalit#/destino, autentica nascita.
:l con-itto che risiede nella distin$ione tra storia tragica ed etica, con-itto
per la vita, tra la storia e la vita. 1a storia tragico/sacrifcale invece sogno che
asfssia la vita e )a della fnalit#/destino )atalit# divoratrice. 1a di@eren$a che
!)
M. Zambrano, Note di un metodo, cit., p. 11$.
!4
M. Zambrano, Il sogno creatore, a cura di . Marse3uerra, tr. it. di 9ittoria Martinetto, /runo Mondadori, Milano
!""!, cit., p. )(.
passa tra l'una e l'altra , ancora una volta, l'elemento di discontinuit# che
consente l'apertura di un varco nell'assoluto, il tempo nell'atemporalit#, un
atomo di vuoto che )onda immediatamente il passato, perch5 consente al
tempo e quindi al pensiero, di cominciare a -uire attraverso il tutto pieno del
sogno. 'i3 che si profla, soprattutto attraverso l'analisi di personaggi come il
Sig. Q. del 'astello Ra)Riano e il (on 'hisciotte di 'ervantes proposti nel suo "l
sogno !reatore, che la possi"ilit# di reali$$are quel riconoscimento necessario
a rinascere eticamente come persona, dato da un legame intimo tra origine e
fnalit#. 1'inesisten$a del passato responsa"ile della condi$ione di anonimato
in cui vive il protagonista di Qa)Ra, condi$ione in cui alluso sin dall'ini$io
sen$a, tuttavia, essere mai riconosciuto, sen$a essere in grado di )ornire un
volto e un signifcato all'enigma del 'hi? che gli viene rivolto. :l mancato
ri)erimento al passato gi# l'annuncio della pro)e$ia, dell'incantesimo che non
pu3 essere sciolto. Eulla pu3 accadere al Sig. Q. 1e sue a$ioni sono n5 pi+ n5
meno che gesti inconcludenti che mimano le gesta eroiche del roman$o e in
questa )arsa che l'impossi"ilit# del tempo di passare, del passato di essere
tale, il roman$o si rivela tragedia. 1a condi$ione di Q. quindi quella della
)atalit#, della maledi$ione, in cui il fne, che non pu3 in alcun modo essere
raggiunto, ftti$io, inautentico e conseguito in maniera impassi"ile, ossia
escludendo la s)era del sentire, della passione, alienando il tempo stesso,
quello proprio. %l contrario, l'eroe di 'ervantes non irretito in un sogno di
ostacolo, come lo chiama !am"rano; nonostante anch'egli non raggiunga il
proprio o"iettivo, le sue a$ioni sono veri eserci$i di li"ert#, risvegli della fnalit#/
destino che non consente l'immo"ilit# e l'atemporalit# e questo perch5 (on
'hisciotte della 0ancia era precisamente %lonso *uiSano il Tuono. 4gli si
muove realmente, le a$ioni che compie e i sentimenti che prova, l'amore, lo
reali$$ano in quanto persona, il suo tempo, la sua vita, -uisce nel roman$o e il
pala$$o dell'amata non sogno che assoluti$$a il reale.
&ra origine e fne vige una rela$ione indissolu"ile. Se questUultimo si presenta
scollegato, privo dei legami con il passato che lo pone in essere, da alterit# si
tras)orma in aliena$ione; non una relativit# che non rinuncia all'assoluto
;I
, ma
assoluto che soppianta la relativit#, l'alterit# intrinseca. 1a chiamata di Q., la
sua voca$ione, trascende il 'astello in cui sem"ra essere stato invitato e ha a
!(
M. Zambrano, %&iari del bosco, cit., p. 1$1.
che )are con il passato, con il passato dal )uturo, eV/)uturo
;J
secondo la
defni$ione di 6namuno cara a !am"rano, in cui la )orma$ione dell'enigma della
propria nascita Cchi sei?D, domanda tragica che Q. pronuncia sen$a peso,
dis)atta progressivamente nel tempo, nei )uturi, che si ri)eriscono ad un
passato nascituro ancora da o@rire a tempo e luce. 6n processo
d'individua$ione in cui la persona responsa"ile della propria anagnorisis,
momento del riconoscimento, e qualora tale responsa"ilit# dovesse essere
intrappolata nell'assolute$$a del sogno, essa stessa diverre""e ossessiva
tras)ormandosi in colpa e )acendo del ritorno al passato un tornare
ripetutamente su quel luogo che, in termini roman$eschi, si chiama luogo del
delitto
=K
.
1a fnalit#/destino risulta, quindi, una ria"ilita$ione della categoria di fnalit#
in un pensiero che, coerente nell'impegno di assumere su di s5 la vita e i suoi
tempi, non pu3 mantenere il carattere escludente e sacrifcale dell'a$ione
guidata dalla volont#. Eel contesto etico della persona, come in am"ito
metodologico, la fnalit# deve )arsi garante del tempo; pertanto, non pu3
deciderne la fne. %l contrario, in quanto destino, assume eticamente il
divenire, rendendolo luogo di crea$ione. 1a fnalit#/destino , in ri)erimento alla
melodia, una varia$ione il cui senso sussiste, non essendo propriamente n5
prima n5 dopo, ma semplicemente rivelandosi in istanti in cui il tempo si
ripiega su se stesso, momenti di conversione del soggetto. 'onvertirsi, in)atti,
implica il tornare creatura, tornare a nascere, dis)acendo la storia, la melodia o
meglio il ritmo, secondo la distin$ione che si data precedentemente, per
recuperarne il sentire originario; !am"rano lo descrive come un ritornare
"am"ini
=
, Cvolverse ni#osD o convertirsi all'in)an$ia.
1a melodia creatrice perch5 ritorna all'origine per con)erire senso alla
nascita e poi a questa nella varia$ione che si presenta come fnalit#; il destino
come senso, oscilla tra qualcosa di presta"ilito, di passato legato alla nascita,
destino di una nascita incompleta e qualcosa di tras)ormato, di creato
attraverso il ritorno/conversione. 4cco che la crea$ione si confgura come
varia$ione sul tema, incessante conce$ione.
!#
%i tratta di un'espressione unamuniana c6e Zambrano eredita liberamente e menziona in s,ariate occasioni: alluder,i
in 7uesto contesto risulta particolarmente efficace al fine di e,idenziare la dialettica temporale su cui si basa il so3no
di ostacolo.
$"
M. Zambrano, Il sogno creatore, cit., p. 1)!.
$1
M. Zambrano, Note di un metodo, cit., p. )).
&rascendere intende un duplice movimento. recupero dell'essere originario e
attua$ione di progetti. Si visto, in)atti, come sia la disnascita a consentire il
processo di individua$ione
=;
che determina la persona. 1a mancan$a di
questo processo di riattuali$$a$ione dell'origine, implica la deriva negli
assolutismi e, in termini storico/politici, nei totalitarismi.
Se si passa ad una prospettiva storica del pensiero, questa mancan$a da
rintracciare, secondo la pensatrice, nel misconoscimento flosofco del
principio sacro della paternit#, segno distintivo dell'origine che si concreti$$a
nel dare il nome. 1a storia del pensiero occidentale sem"ra perpetrare, in)atti,
questo crimine contro il padre, crimine nato da un sogno dell'uomo
rintraccia"ile gi# nell'%ntico &estamento, il suo sogno di auto/divini$$a$ione,
della coinciden$a ultima con il proprio dio, con l'Origine, sogno che ha assunto
diverse )orme, primo )ra tutti l'4ssere parmenideo. :n questo senso !am"rano
defnisce "uona parte della flosofa occidentale una metafsica della
crea$ione, quella che individua nel concetto, il prodotto assoluto, l'immagine
dell'autonomia indiscussa dell'uomo, quel fglio ri"elle e ossessionato dalla
propria li"ert#. %l contrario, la paternit# costituisce l'autorit# e, con essa, la
coscien$a dell'essere stati generati, della propria limitate$$a e il dovere di
rispondere di qualcosa a qualcuno. Eella fgura del padre, appellativo che
!am"rano con)erisce a Seneca nei con)ronti del popolo spagnolo, si radica la
responsa"ilit# storica per cui ciascuno chiamato a rispondere in quanto
depositario della continuit#, chiamato a rispondere responsa"ilmente
dell'origine; in)atti, essere padre signifca essere nella storia qualcosa di non
storico, permanen$a ma anche evolu$ione, inevita"ile messa in discussione. :l
crimine nei con)ronti del valore trascendente della paternit#, cui il )reudismo d#
il colpo di gra$ia, completa la distru$ione dell'umano come creatura. >er questo
al concetto !am"rano oppone l'istante della conce$ione, aurora del pensiero,
nascita del tempo e )essura nell'atemporalit# che scoperta della creaturalit#.
1a )orma attraverso cui si d# il pensiero musicale quella della parola poetica,
parola non inten$ionale ma di comunione, rivelatrice, a volte addirittura
"al"ettio, in cui il silen$io, o discontinuit# musicale, necessario. 1'essere fgli
costituisce la condi$ione imprescindi"ile dell'umano; solo riconoscendo la
propria creaturalit#, passione del Wiglio, che per primo individua
$!
fr. .. %a,i3nano, Mara Zambrano. La ragione poetica, Marietti, Peru3ia !""0, p. 10(. %econdo %a,i3nano, il
persorso iniziatico c6e conduce alla dimensione etica di persona ric6iamerebbe il processo ddi indi,iduazione di
;un3, dal 7uale, tutta,ia, ,a distinto anzitutto per i si3nificati differenti c6e i due attribuiscono al termine persona.
l'impossi"ilit# di essere completamente, ci si reali$$a eticamente. 4cco che la
distin$ione tra ritmo e melodia si )a pi+ chiara; riconoscersi creature
riconoscere la propria incomplete$$a, la propria alterit# costitutiva, essen$iale
e, infne, la tragicit# di una ripeti$ione del medesimo, l'ostina$ione e ossessivit#
dell'assoluto in cui il tempo non pu3 scorrere. 0entre la melodia indica il
passaggio autentico dal sogno alla veglia, l'aurora, il ritmo indica l'ossessione
del sogno, l'impossi"ilit# del tempo e quindi del risveglio come anagnorisis.
:noltre, il signifcato di creaturalit# risulta intrinsecamente connesso a quello di
attualit#. :l presente vivente il tempo cui ci rimanda !am"rano sia sul piano
personale che su quello storico, l'istante dell'aurora come passaggio del tempo
e della persona. 0a il termine attuale non esprime solo una precisa dimensione
temporale dell'individuo, "ens un'esigen$a storica di presa in carico, risposta a
un tempo di crisi epocale della flosofa, che si presenta come ultimo atto nella
storia dell'essere umano, segnato dalla volont# di conquista dell'essere,
superando la propria mendicit#. H chiaro allora che non solo il metodo si
rivelato )allace, ma cos pure lo stesso o"iettivo non era autentico; la chiamata
non veniva da l come non veniva dal castello nel terri"ile sogno del Sig. Q. :l
pensiero melodico si o@re in risposta ad un appello fnalmente identifcato, una
responsa"ilit# necessariamente da assumersi, una speran$a in tempo di crisi,
quella speran$a che viene defnita altrimenti dall'autrice come )ame produttrice
di realt#. :n questo senso il metodo non si presenta pi+ in quanto me$$o
tramite cui raggiungere l'identit#, l'essere, ma esso stesso fne, fnalit#/
destino che risponde alla voca$ione a partire da una sconftta, da una rinuncia.
>er questo !am"rano parla di flosofa come voca$ione, modalit# del floso)are
che rinuncia alla costri$ione della domanda flosofca, per a""racciare prima di
tutto l'essere in quanto risposta, il modo ver"ale infnito dell'essere, transitivo,
-uido e inesauri"ile, che rifuta la categori$$a$ione e la sua chiusura nel modo
indicativo/concettuale ; pensiero come melodia creatrice in cui la domanda
trasfgurata in enigma.
1a sua attualit# si mostra anche da un'altra prospettiva. %ttuale, a@erma
!am"rano in ri)erimento a Seneca, ci3 che ritorna, che attraversa il tempo,
che rinasce e che permane in qualche modo nel )avore popolare. :l messaggio
della floso)a attuale perch5 "asato sulla capacit# stessa di rinascere, di
aprirsi alla speran$a di un rinnovamento della ragione dopo la sconftta, di
essere flosofa medicinale e, in questa dire$ione, di attingere alla tradi$ione,
alla propria origine culturale. 'apacit# umile di tornare a prendere, riscattando
ci3 che andato perduto, ma che in qualche modo sopravvive sommerso da un
pensiero che ha reciso i legami con ci3 che )orse riteneva inde"olirlo. 1'aurora
del pensiero coincide con la sua attualit#, presente vivente come luogo del
riscatto.
!am"rano ci riconduce a una flosofa ricchissima di ri)erimenti, di tradi$ioni,
di )orme espressive, in una riconcilia$ione del conoscere con il sapere popolare,
esperien$iale, non rivolto al possesso no$ionistico, ma a una riconcilia$ione con
la realt# viva, all'integra$ione della vita nel pensiero. 1o stravolgimento
tipicamente novecentesco della domanda flosofca, che da indagine sulle cose
si rivolge impietosa verso se stessa come in un tentativo di giustifca$ione di
)ronte alla vita, conduce spesso a un'autore)eren$iale pro"lemati$$a$ione
dell'espressione flosofca, rivelando il sintomo per eccellen$a della crisi di
questa modalit# del pensiero. ,iportare la flosofa alla realt# e all'unit# della
condi$ione umana, recuperando l'unit# dell'a$ione creatrice della parola in
un'epoca di parcelli$$a$ione infnitesimale del sapere, si rivela allora
estremamente attuale. :l discorso flosofco non pu3 rinunciare alla propria
unit#, a meno di eclissare la stessa condi$ione umana. >er questo il tema del
rinnovamento del logos e la relativa ri-essione estetica s'inserisce
per)ettamente in una prospettiva etica. 1'insisten$a sulla creaturalit#
scongiura, quindi, la con)usione tra la conoscen$a del mondo e il suo possesso
perpetrata dal processo di auto/divini$$a$ione dell'umano nei campi pi+
disparati del sapere; per questo nelle pagine su Seneca, !am"rano ci invita a
una rassegna$ione ragionevole, come a@ettivit# rela$ionale e a2namento
dell'ascolto, dote dell'orecchio che si traduce in capacit# empatica. 4mergono,
infne, un pro)ondo radicamento del suo pensiero nella cultura del territorio
d'origine, quella Spagna terra di mistici e poeti, e l'impegno a riscattare un
sapere radicale e paterno, non storico eppure pro)ondamente contestuali$$ato,
che rinunci alla linearit# e inappella"ilit# delle )orme concettuali o ritmiche
sta"ilite una volta per tutte. Specifcit# del sapere su cui sare""e opportuno ri/
-ettersi.

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