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Otto Dix: IL FIAMMIFERAIO, 

1921

Nel 1921 Otto Dix dipinse “Il Fiammiferaio”. La Grande Guerra era finita solo da tre anni e i veterani erano
riconoscibili perché spesso i loro corpi erano stati deturpati durante le battaglie. Il fiammiferaio è uno di
loro, ha perso tutti e quattro gli arti e la vista, e giace per terra su un marciapiedi vendendo fiammiferi; dalla
sua bocca, infatti, escono le parole “Fiammiferi, originali fiammiferi svedesi!”. La gente, che sembra
camminare frettolosamente in quanto piegata in avanti, è totalmente indifferente alle sue parole e alle sue
condizioni, tutti si allontanano dandogli le spalle; solo un bassotto gli presta attenzione, ma non lo riconosce
come un essere umano e alza la gamba per urinargli addosso.
E’ una visiona impietosa delle terribili condizioni in cui vivevano i veterani, uno dei tanti quadri di denuncia
sociale che Dix dipinge in questo periodo. Lo spazio nella composizione è deformato (in particolare la
cassetta di legno con i fiammiferi), la testa del fiammiferaio è piegata in modo poco naturale, la visione della
scena avviene dall’alto: tutto contribuisce a dare un senso di instabilità ed inquietudine.

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