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Giovanni Cassarino
Eleganti architetture rurali Dirigente U.O. Archeologia della
Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa
Saverio Scerra
dei muri a secco e dei F.D.Archeologo della Soprintendenza
BB.CC.AA. di Ragusa
ragusane
Elegant rural architectures in the hyblean
landscape: the case of dry walls and
“house walls” in the ragusan campaigns
Parole chiave: muro a secco, architettura rurale
Key words: dry-stone wall, rural architecture
ABSTRACT
The orderly stacking of stones to
create shelters and defenses, since pre-
historic times, is undoubtedly the most
used construction method before the in-
vention of mortars and cements, a long
tradition widely diffused in Sicily, visible
even beyond the Hyblean landscape. The
dry-stone structures are still used today
as shelters for agriculture or cattle breed-
ing and testify to the methods used, from
prehistory to the present day, to organize
life and work spaces by optimizing local
human and natural resources.
These constructions demonstrate the
harmonious relationship between men
and nature and at the same time play
a fundamental role in preventing land-
slides, floods and avalanches, but also to
combat soil erosion and desertification,
or simply to protect slopes or for terraces. Figura 1. Muri divisori ad Alesa
terreni. Proprio in età Araba si diffonde Federico Henriquez ed Anna Cabre- tuare la rotazione agraria: riposo, grano,
in Sicilia la coltivazione del riso lungo i ra (che qui vediamo in un dipinto at- legumi e ortaggi) lasciando i capi di be-
principali corsi fluviali argillosi che darà tribuito al pittore palermitano Pietro stiame, pascolare, allo stato brado, per
impulso alla lotta alla fame popolare, ma Ruzzolone nella chiesa di Santa Maria le aree incoltivabili.
soprattutto alla diffusione di uno sfizio- ad Alcamo), per favorire un fenomeno In realtà i Cabrera ripropongono
so piatto tipico, l’arancino. per così dire proto-enfiteutico (a loro fenomenologie di gestione territoriale
Le strutture con muri a secco sono conveniente per le franchigie sul grano) proprie della Spagna dell’età di Pietro
ancora oggi usate come rifugi per l’a- obbligarono i concessionari dei terre- IV d’Aragona, III di Catalogna, che, fra
gricoltura o l’allevamento di bestiame e ni a realizzare muri di confine con le il 1345 e il 1373, per la difesa dei raccolti
testimoniano i metodi usati, dalla prei- pietre provenienti dalla bonifica delle dalle mandrie allo stato brado fissa la re-
storia ai nostri giorni, per organizzare la proprietà loro assegnate (anche per at- gola dei 6 palmi d’altezza (1,20 mt) che
vita e gli spazi lavorativ i ottimizzando le
risorse locali umane e naturali.
Queste costruzioni dimostrano l’ar-
moniosa relazione tra gli uomini e la
natura e allo stesso tempo rivestono un
ruolo fondamentale per prevenire le fra-
ne, le inondazioni e le valanghe, ma an-
che per combattere l’erosione del suolo e
la desertificazione, o semplicemente per
proteggere versanti o per terrazzamenti.
MURI A SECCO E
ARCHITETTURE RURALI
In effetti, nel complesso carbona-
tico ibleo, specie nelle aree pietrose
dovute al denudamento dei versanti e
all’impoverimento dei terreni dell’alto-
piano dai boschi, in realtà, di pietre, sin
dalle epoche più remote ce ne doveva-
no essere veramente tante. Tradizione
vuole, tuttavia, che i Conti di Modica, Figura 3. Muri spagnoli, sardi e leccesi a confronto con i muri degli Iblei
Figura 6. Miati per favorire il deflusso delle acque e scalini per favorirne il superamento
Figura 7. Confronto fra tecniche costruttive modicane e ragusane Figura 8. Paesaggio ibleo di muri a secco
dicano: il primo più grezzo, il secondo governatore, con un ulteriore bando del L’altezza del muro di 1,20 mt, se
più rifinito e con filari di pietre sqadrate. 1562, cercò di smascherare, anche attra- scoraggiava le mucche, non era però
Non tutti i terreni della Contea furo- verso i controlli di un primo catasto, chi, barriera per pecore e capre che se brade
no assegnati subito e fu così che qualche con sotterfugio, non pagava il censo di invadevano le terre coltivate nei periodi
furbetto iniziò a recintare, a suo uso e grano. Il risultato comunque fu la fitta di ferma; per contenere queste greggi
consumo, terre non assegnate (specie rete di muri a secco che caratterizzano, nascono le “mannare” in cui l’altezza del
se ubicate ai confini della Contea, non ancor oggi, gli Iblei ragusani, la vecchia muro a secco arriva sino a 3 metri. Inol-
sempre controllabili). A quel punto il Contea di Modica. tre per difendere le greggi dai lupi fu-
rono inserite nelle strutture delle lastre
aggettanti chiamate appunto “paralupi”.
ARCHITETTURE A SECCO
Esistono casi di vera e propria edi-
lizia “a secco” per la costruzione di ri-
fugi rurali di cui sono ricchi gli Iblei.
Man mano che, col passare del tempo,
migliorava la tecnica di comporre pietre
in verticale, si realizzarono anche tra-
mezzature per piccoli ricoveri in grotta
o abitazioni rupestri, coperture per ci-
sterne interrate e ripari grandi e piccoli.
L’abitato della Chiafura, a Scicli è,
Figura 9. Tipologie di muri a secco (basso e alto) e paralupi ancor oggi esempio, dell’ampio uso della
Figura 11. Tipologie di muragghi e pagghiari Figura 12b. Muragghiu tipico con interno e volta a tholos
Per le peculiarità geologiche dei nell’ambito delle comunità rurali, in cui BIBLIOGRAFIA
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Lista del Patrimonio Culturale Imma- a secco, con la rapida urbanizzazione panne in pietra a secco con copertura a tholos.
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Slovenia, Spagna e Svizzera. Si consacra ristico ricamo che sottolinea, la sincrona vincia di Ragusa”, EDIARGO.
così la techne dei “mastri pirriaturi” che alternanza di colori dei prati nel perenne
si è conservata e tramandata, nei secoli, susseguirsi delle stagioni.