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Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Facoltà di Architettura “ Valle Giulia”

Laboratorio di Progettazione IV
A.A. 2009/2010

LO SVILUPPO SOSTENIBILE
e
BIOEDILIZIA

Parte IV

PROF. ARCH. RODOLFO VIOLO


La “casa” ecologica nella società del rischio

“ Nella minaccia le persone provano l’esperienza di respirare come le piante di vivere

dell’acqua come i pesci vivono nell’acqua. La minaccia tossica fa loro realizzare che

partecipano con i loro corpi alle cose – un processo metabolico della consapevolezza e

della moralità – e di conseguenza che possono essere erosi come pietre ed alberi dalla

pioggia acida”
Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile a scala insediativa ed
edilizia

Il pensiero ecosostenibile considera


la città come un ecosistema sociale
complesso, attraversato da flussi
continui di processi di cambiamento e
sviluppo.

Lo sviluppo umano sostenibile si


colloca sul terreno comune in cui si
incontrano le esigenze di realtà
sinergiche:

• AMBIENTE
• SOCIETA’
• ECONOMIA

e rappresenta l’integrazione e la sintesi di


un ecosistema sociale vivibile, equo e
sostenibile.
Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile a scala insediativa ed
edilizia

Attualmente le modifiche all’ambiente naturale, prodotte dal continuo processo di


antropizzazione, purtroppo avvengono molto spesso alterando pesantemente i cicli vitali e
delle risorse naturali.

Tra le cause dell’ aggravarsi di questa condizione di squilibrio ambientale, la produzione


edilizia gioca un ruolo determinante:

MATERIA PRIMA è data dai materiali da costruzione

le scelte progettuali determinano la fase di utilizzo dei materiali

I processi di degrado dell’edificio portano infine alla demolizione e al

suo smaltimento.
Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile a scala insediativa ed
edilizia

L’architettura Bioclimatica può essere intesa come quella architettura che tende ad
ottimizzare le relazioni energetiche con l’ambiente naturale circostante.

La parola “bioclimatica” indica la relazione esistente fra l’uomo, bios, come soggetto
utilizzatore e fruitore dell’architettura, e l’ambiente esterno, inteso come il campo di “forze
Climatico”.

La bioclimatica si occupa
del controllo dei parametri
Che determinano il
benessere fisico-
ambientale mediante
scelte progettuali che
tendono ad assicurare un
sufficiente livello di qualità,
trasferendo parte delle
funzioni di regolazione
ambientale dell’edificio
stesso.

1. Il campo di forze climatico a cui può essere soggetto l’edificio


Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile degli insediamenti e
Dell’edilizia

In relazione alla tipologia edilizia, è indispensabile compiere scelte di distribuzione interna


degli spazi che garantiscano la qualità del microclima interno, della luminosità, e di tutti quei
parametri che contribuiscono a definire confortevole l’abitazione.

2. Distribuzione degli spazi interni in riferimento all’orientazione e alle ore di


permanenza nei singoli ambienti
Elementi di metodo
per la progettazione
ecosostenibile a
scala
insediativa ed edilizia

3. Architettura Solare
Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile a scala insediativa ed
edilizia: DENSITA’ DELL’ENERGIA
Elementi di metodo per la progettazione ecosostenibile a scala insediativa ed
edilizia

4. Sommario tecnico delle tecniche di raffrescamento passivo


Energia prodotta da un sistema fotovoltaico

Effetto dell’atmosfera sulla radiazione solare


Energia prodotta da un sistema fotovoltaico
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO: l’architettura bioclimatica nella storia

L’esperienza architettonica maturata a partire dall’antichità fino all’inizio del XX secolo, e


ancora presente oggi, è sempre stata caratterizzata da una forte consapevolezza della
necessità di operare il controllo degli agenti climatici attraverso l’architettura.

L’unico modo in cui l’uomo poteva proteggersi dalle condizioni climatiche avverse era
attraverso l’architettura stessa.
ARCHITETTURA IPOGEICA
Le grotte di Guyaju, presso la
città di Zhangshanying, 92
km a nord di Pechino. oltre
cento grotte si aprono su una
parete a strapiombo, in una
gola del distretto di Yanqing.
Esse costituiscono il più
ampio complesso di case
rupestri che si conosca in
tutta la Cina. Le grotte
formano una specie d’alveare,
con vani di diverse dimensioni
e forme, dotati di porte,
finestre, cucine e ripostigli,
come nelle case costruite.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia
La caverna fu il primo rifugio dell'uomo della preistoria, ma ancora oggi presso alcuni popoli,
l'abitazione è scavata nelle viscere della terra. La grotta costituiva un rudimentale riparo dalle
avversità atmosferiche, dalle bestie feroci e dai pericoli derivanti dalle vicinanze delle foreste
e boscaglie.

Le Grotte di
Pantalica, località
naturalistico-
archeologica della
Provincia di
Siracusa.
Le grotte furono
utilizzate come
necropoli e come
abitazioni.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia
Le Capanne erano abitazioni dei popoli più antichi. Erano costruite con rami intrecciati, con paglia o con pelli
di animali. Le più antiche capanne avevano una pianta circolare e un tetto rotondo; mentre negli anni
successivi furono costruite con una pianta rettangolare e un tetto più elaborato.

Le Palafitte, nate in epoca neolitica, erano un tipo di abitazione costruita su una piattaforma sorretta da pali
piantati nell'acqua di un lago o di un fiume in modo da essere circondate e difese. Ogni palafitta aveva due
uscite: l'una immetteva alla piattaforma collegata alla riva attraverso una passerella, anche questa sostenuta
da pali conficcati nel terreno, l'altra comunicava direttamente con l'acqua e veniva usata come scarico dei
rifiuti o serviva al capo famiglia per pescare più comodamente. Queste abitazioni erano costruite sull'acqua
con uno scopo ben preciso: difendersi dagli animali feroci, e dai nemici.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia
Esempi italiani
I NURAGHI furono delle abitazioni i cui resti si ritrovano in Sardegna.Questi non erano dimore fisse ma
costruzioni megalitiche provvisorie e fortificate in caso di guerra. Il loro nome deriva dalla lingua sarda e
significa costruzione cava, torre cava: infatti il nuraghe aveva una forma conica e alta, possedeva camere
sovrapposte alle quali si accedeva per mezzo di una galleria a spirale. Erano spesso situati su alture isolate
dalla città. Queste case venivano utilizzate già nel III millennio a.C. ed erano sicuramente costruzioni che
richiedevano la maggiore abilità costruttiva fra tutte le abitazioni italiane.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia
Esempi italiani
Il DAMMUSO di Pantelleria, nato come ripostiglio per gli attrezzi agricoli nelle vigne, una volta caduta la
necessità di vivere nel villaggio per timore delle invasioni è divenuto abitazione degli isolani. La tecnica
costruttiva è stata così pensata per proteggersi dagli agenti atmosferici soprattutto dal vento, che qui a
Pantelleria è molto forte. E’ costituito, infatti, da spesse mura fatte con pietra locale collocate in modo da
formare una spirale che si chiude a cappella sul tetto, e aperture minime verso l’esterno, che permettono di
avere all’interno un microclima molto confortevole.

I Tetti dei Dammusi a Pantelleria sono ricoperti di Tufo rosso e calce


oltre ad aumentare l’isolamento termico ne consente, grazie alla
sua permeabilità, la raccolta dell’acqua che veniva, senza nessuno
spreco incanalata verso le cisterne ideate a Pantelleria molti secoli
prima della nascita del Dammuso per la sopravvivenza nell’isola.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia
Esempi italiani

Nel TRULLO tipico del paesaggio pugliese, la risposta alla domanda di climatizzazione estiva è affidata
esclusivamente alla funzione di regolamentazione termica della grande massa muraria che assorbe di giorno il
calore prodotto dalle radiazioni e lo restituisce di notte, livellando le oscillazioni di temperatura e quindi
diminuendo di parecchi gradi la temperatura interna rispetto a quella esterna diurna.
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica nella storia

Fin dal X secolo sono comparse in Iran e Pakistan, paesi caratteristazi da clima desertico
(giorno molto caldo e notti fredde) le Torri del Vento, “Band Geers”, che in pakistano significa
“acchiappa vento”, che funzionano come veri condizionatori d’aria per il raffrescamento degli
ambienti interni.
1. Particolare della cupola
dell’edificio raffrescato con il
sistema delle torri del vento

2. Torri del vento, Yazd-Iran


ADALBERTO LIBERA, CASA MALAPARTE, CAPRI 1938
LOUIS KAHN, INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT, AHMEDEBAD, 1962-
1962-1974

Il senso del luogo percepibile nelle


architetture di Kahn.

Kahn ha inserito un pozzo di luce che lui chiama un “bow-window” rivolto al contrario e che diventa parte
integrante della composizione-
CLIMA E AMBIENTE COSTRUITO : l’architettura bioclimatica

Scriveva William Morris nel 1881:

“(…) L’architettura abbraccia tutto l’ambiente fisico che circonda la vita umana, poiché l’architettura
è l’insieme di modifiche e alterazioni fatte sulla terra per soddisfare le necessità umane: ogni altra
cosa è deserto.”

Paolo Soleri ci dimostra


come, anche nel deserto
può nascere qualcosa.
ARCOSANTI è nel
deserto dell’Arizona, e
costituisce un esempio
fondamentale sull’utilizzo
di energie naturali per
costruire ecosistemi
artificiali confortevoli,
dimostrando come ogni
buona architettura è
anche BIOCLIMATICA.
Arcosanti – deserto dell’Arizona - Paolo Soleri
Arcosanti – deserto dell’Arizona - Paolo Soleri
Paolo Soleri
SOLARE

Propone un nastro urbano


continuo alto 30 o più
piani, che si estende da
pochi a centinaia di
chilometri. Le due strutture
parallele principali sono
costituite da moduli che
misurano 150 m. in
lunghezza e 75/100 metri
in altezza. Ciascun
modulo contiene circa
1.500 abitanti, nonché
spazi per attività
produttive, commerciali,
istituzionali, culturali,
inerenti al divertimento ed
alla salute. LEAN LINEAR
CITY utilizza il TWO
SUNS EFFECT (effetto
dei due soli).
L’arcologia Two-suns, introdotta originariamente nel 1975, suggerisce un habitat urbano sostenibile
impiegando energie alternative nel contesto dell’arcologia. Il Two-Suns-Effect si focalizza sullo sviluppo di
un sistema centrale per la raccolta, trasmissione e consumo efficienti dell’energia solare per sostenere le
popolazione di un piccolo centro o di una città. Una parte di questo è raggiunta tramite l’uso di serre
terrazzate sul versante sud della città. Un volume controllato dal punto di vista climatico costituisce il parco
centrale, definito da due strutture sovrastanti, che presentano una serra d’inverno e uno schermo solare
d’estate.
All’interno del parco c’è
un corso d’acqua per
soddisfare i bisogni degli
abitanti e dei turisti. La
città lineare è progettata
in modo da intercettare i
venti della regione ed il
suo orientamento per
sfruttare le radiazione
solare con l’utilizzo del
fotovoltaico. Un
sistema appropriato per
regioni ventose e
soleggiate. Tra le
caratteristiche
progettuali si denotano
fasce logistiche per i
sistemi di trasporto
locali, regionali e
continentali, nonché
camminamenti mobili,
shuttle e scivoli in posti
appropriati per una
rapida uscita. Sul lato
sud sono presenti aree
occupate da serre,
mentre al nord sono
previsti spazi dedicati
agli orti.
L’APPROCCIO PASSIVO QUALE STIMOLO
ALLA FORMA ARCHITETTONICA:

Manfredi Nicoletti

L’approccio passivo ai temi del risparmio


energetico si basa essenzialmente sulle
articolazioni e qualifiche morfologiche delle
costruzioni. La forma nel suo significato
geometrico e materico, condiziona l’efficienza
energetica di un edificio nel suo interagire con
l’ambiente.

Il Grattacielo Elicoidale, affronta il problema


energetico minimizzando l’impiego dei materiali
necessari a costruirlo. Una forma aerodinamica
che oppone la minima resistenza al vento e un
sistema statico basato sull’uso dell’acciaio in
trazione, costituiscono la base razionale.
La sua morfologia consiste in tre
vele abitate, svergolate e
mutuamente avvolte simili a quelle
di una barca prima di “perdere il
vento”.
Torre della Regione Calabria
(Catanzaro)

1.La Torre della Regione,


Catanzaro. Modello e sezione
dello schema di ventilazione
Biblioteca Alexandrina
(Alessandria)
Il sistema della “doppia
pelle” consiste
nell’inserire
un’intercapedine
ventilata tra una
superficie esterna e le
pareti a contatto con gli
spazi interni abitati e
spesso condizionati.
Solar City, Linz-Pichling – Austria
Foster, Herzog, Rogers
Foster, herzog e Rogers hanno elaborato il progetto della Sola City, un nuovo distretto
urbano per circa 25000 abitanti, facendo ricorso ad un impiego intensivo di energia solare.
Tutte le tipologie di unità di abitazione progettate prevedono un’ottimizzazione della
ventilazione naturale e della incidenza dei raggi solari oltre ad impianti fotovoltaici per la
produzione di energia, integrati in modo tecnicamente funzionale.
Complesso di edifici termali a Canino
Il complesso prevede un sistema passivo di
prelevamento dell’energia solare necessaria
per il completo funzionamento dell’edificio che
prevedeuna serie di piscine, locali di cura, di
soggiorno e un albergo.
Eden Project – Cornovaglia
Studio Nicholas Grimshaw & Partners

Il Progetto Eden è un complesso ambientale di 50 ha


estensione, ispirato alla natura e dello sviluppo
sostenibile.
E' dell’architetto britannico Nicholas Grimshaw il
progetto del centro di ricerca più grande del mondo
sugli habitat d’acqua dolce, nonchè uno degli esempi
più significativi di recupero ambientale.
E' una enorme serra, in cui vengono studiati i rapporti
uomo-natura, ricavata da una cava di argilla
abbandonata in Cornovaglia.
Il progetto è composto da una serie di cupole
geodetiche, dette "Biomes", appoggiate l'una contro
l'altra in una voragine di 60 metri di altezza.
Nicholas Grimshaw dice che "Il problema era creare
un edificio che si adattasse alla cava dal punto di vista
ideologico e strutturale. Ho scelto un modulo
universale, la sfera, perchè ha un feeling organico. Poi
l'ho moltiplicata, adattandola al perimetro molto
irregolare della miniera”.
Vi sono due biosfere dove all'interno di quella
principale, lunga 240 metri, alta 55 e larga 110, si
riproduce l'habitat del clima Tropicale e nell'altra il
clima Mediterraneo; all'esterno vi sono piante che si
adattano alle temperature moderate della Cornovaglia.
Nonostante temperatura e umidità interne siano
ricreate artificialmente, le piante sono utilizzate
per mantenere il clima prefissato, mentre uccelli,
insetti e rettili sono stati liberati per tenere sotto
controllo i parassiti delle piante.
Le cupole sono composte da una armatura
metallica a supporto di esagoni trasparenti
incastrati l'uno nell'altro, realizzati con un
materiale plastico, cento volte meno pesante del
vetro, l' etiltetrafluoroetilene (EFTE), autopulente,
riciclabile e duraturo.
"La scelta degli esagoni non è casuale perchè è
una forma che si trova in natura , negli alveari e
nei nidi delle termiti, e consente di costruire
strutture sferiche molto forti perchè le forze si
distribuiscono su tutti i lati. I pannelli però non
sono piatti, ognuno si sviluppa su tre dimensioni
come un palloncino a più strati, in cui l'aria viene
pompata e tenuta sotto pressione per lasciare la
temperatura costante dentro le biosfere. Il che è
fondamentale per la sopravvivenza delle piante".
Ogni componente della struttura è un pezzo unico
ed è unica la sua posizione nella struttura. La
struttura portante è stata già concepita per
un'eventuale sostituzione degli 831 pannelli di
EFTE con altri materiali innovativi che consentano
all'edificio di "respirare".
California Academy of Science - Renzo Piano Building Workshop
Il nuovo edificio offre, su una superficie di circa 125mila metri quadrati, un’unica sede per 12 strutture costruite
in momenti diversi dal 1916 al 1976. All’interno trovano spazio l’acquario Steinhart, il planetario Morrison ed il
museo di storia naturale Kimball.
Peculiarità del progetto, il tetto verde “vivente” coperto da un prato che, sospeso a circa 10 metri dal suolo,
segue un leggero movimento ondulato evocando un paesaggio di colline erbose.
Le piante che il tetto accoglie sulla superficie contribuiscono a conservare una temperatura fresca all’interno,
con conseguente rinuncia all’aria condizionata. Le “colline” del museo filtrano infatti l’acqua piovana, fornendo
una buona circolazione d’aria per le zone sottostanti nonché un ottimo isolamento per l’intero edificio.
Il tetto verde risulta interrotto
nella fascia perimetrale da
una copertura vetrata nella
quale sono integrate 55mila
celle fotovoltaiche. Un
grande lucernario sulla
“coperta verde” copre la
piazza centrale attorno alla
quale sono organizzate le
diverse funzioni. Diversi altri
lucernari più piccoli distribuiti
sulla superficie verde
sospesa permettono il
passaggio di luce naturale
all’interno; un sistema
computerizzato ne consente
inoltre l’apertura per la
ventilazione naturale
dell’area sottostante.

Gran parte dei materiali dei


vecchi edifici demoliti è stato
riciclato e riutilizzato nel
nuovo. In tal modo è risultata
notevolmente ridotta la
quantità di materiale
dismesso destinato alle
discariche.
Museo del legno, Mikata-Gun, Hyogo – Giappone
Tadao Ando
Ufficio del futuro BRE (Building
Research Establishment) , Garston -
Regno Unito
Museo dei muratori del villaggio di Toyo,
Prefettura di Kumamoto - Giappone
Sede della Commerzbank,
Francoforte - Germania

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