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GIOVANNI SILVIO CASSARINO

L’estrazione della pietra pece Dirigente geologo U.O.1 Museo Interdisciplinare


Regionale di Ragusa
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nella provincia di Ragusa E-mail: giovanni.cassarino@regione.sicilia.it

ed il Museo regionale dell’asfalto


di Tabuna e Castelluccio
Pietra pece “mining in Ragusa and the “Museo
regionale dell’asfalto di Tabuna e Castelluccio
Parole chiave (key words): Avampaese Ibleo (Hyblean plateau), Asfalto (Asphalt), Miniera in disuso
(Disused mine)

RIASSUNTO Streppenosa districts, where they started to place and transformed it into a karst labora-
In Sicilia, a Ragusa, esiste una singolari- conduct excavations in 1885. At the begin- tory with the formation of stalactites, karst
tà geologica costituita dall’asfalto, chiama- ning of World War I, however, the Germans had flows, caves and particular pearls of calcite,
ta localmente “pietra pece”, una calcarenite to leave the 120-acre land and mines which namely the “pisolites”. In addition, this site
impregnata di olio minerale proveniente dagli were thus expropriated and subsequently is now an ideal habitat for small families of
strati profondi dell’omonimo campo petrolife- committed to the Superintendence of Cultural bats.
ro Ragusa Enimed. Le miniere furono impian- heritage of Ragusa in 2002.
tate dalla metà del XIX secolo e apparteneva- In Streppenosa, there are the remains PREMESSA
no a compagnie inglesi e francesi a Tabuna in of a mine elevator that which was run by a Il territorio ibleo conserva notevoli testi-
prossimità del centro abitato, mentre un’altra boiler and whose function was to facilitate monianze di archeologia industriale legate
serie di affioramenti furono acquistati dai the entrance to the mine. This area is now an all’estrazione della “pietra pece”, una pietra
tedeschi fra Castelluccio e Streppenosa. Gli important geological site. Since this site was impregnata di olio minerale, che nei dintorni di
eventi della prima guerra mondiale portaro- abandoned for 100 years, nature regained its Ragusa affiora nell’omonimo campo petrolifero.
no all’abbandono di queste ultime miniere e
la demanializzazione dei beni confiscati. Dal
2002 la proprietà passa alla Soprintendenza
Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa che
ne cura la tutela, i progetti di manutenzione e
la fruizione organizzando visite periodiche. In
questi 100 anni di abbandono il soprassuolo
si è rinaturalizzato e la miniera Streppenosa,
oltre a conservare cimeli minerari, ha favorito
lo sviluppo di piccole colonie di pipistrelli ed
una ampia fenomenologia carsica tanto da
costituire un singolare geosito.

ABSTRACT
Ragusa area is characterized by material
evidence of the industrial archaeology that is
linked to the mining of “pietrapece.” The use
of this rock for ornamental motifs originated
throughout the Greek period, acquired funda-
mental importance in the Middle Ages, and at-
tained its climax during the Baroque reconstruc-
tion of the area after the earthquake in 1693.
In the nineteenth century, quarry and
asphalt-mine activities spread enormously
because asphalt started to be used in road
construction across Europe and America. On
the one hand, the French and the English were
the first to show interest in Ragusa’s asphalt
quarries. Consequently, they started indus-
trial mining in the district called Tabuna in
1865. On the other hand, the Germans looked
for bitumen along the left bank of the River
Irminio, which is between Castelluccio and Figura 1 – Colata di olio minerale nella “pietra pece”

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76 La pietra pece è una roccia ricca di pe-
trolio (fig.1), petrolio migrato dalla trappola
profonda fortemente tettonizzata che ha im-
pregnato l’anticlinale calcarenitica lungo il
Fiume Irminio. La forte tettonica ed i processi
disgregativi e geomorfologici espongono oggi
la formazione mineralizzata fra le contrade
Tabuna (periferia sudoccidentale cittadina) e
Castelluccio (in territorio di Scicli) lungo le
due sponde del corso d’acqua; dei 20 Kmq
sono sfruttabili dal punto di vista minerario
solo 350 ettari a Tabuna e 150 ettari a Strep-
penosa (fig.2).
Lo sfruttamento, iniziato esclusivamente
quale pietra ornamentale, è cresciuto a di-
smisura allorquando lo si usò quale sotto-
fondo stradale e per la produzione di mastici
e guaine; oggi la coltivazione mineraria è
ridotta a pochi blocchi essendo ritornato pre-
valente l’uso nel campo del restauro e della
produzione di piccoli manufatti.

LA STORIA
Lo sviluppo dell’asfalto stradale si dif-
fuse dall’inizio del XIX secolo. Le grandi vie
di comunicazione e le città importanti si li-
beravano dalla polvere, da pozze d’acqua e
impantanamenti, diventando scorrevoli a
carri e carrozze prima ed alle automobili do-
po. Anticamente questa pietra era conosciuta
sotto l’aspetto ornamentale; i greci, nel VI sec.
a.C., si erano insediati di fronte la sicula Ibla
Figura 1 – Colata di olio minerale nella “pietra pece” e lastre tombali rinvenute sono scolpite nella
Figura 3 – San Giorgio a
Ragusa Ibla, alternanza di
chiari e scuri nel barocco
ibleo

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pietra pece. Il sisma del 1693 ha cancellato tombali di notabili, oggettistica. Il dopo terre- patrimonio dell’umanità dall’UNESCO (fig.3). 77
buona parte dei monumenti medievali, ma le moto amplifica l’uso della pietra asfaltica con Il grande sfruttamento inizia con francesi e
testimonianze di manufatti preterremoto in l’alternarsi di chiaro e scuro del calcare forte inglesi a Tabuna (figg.4 e 5) e con i tedeschi
pietra asfaltica sono numerosissime: acqua- bianco e della nera pietra pece: sono i colori lungo il versante di Streppenosa e Castelluc-
santiere, pavimenti e scale, colonne, lastre del barocco ragusano riconosciuto dal 2002 cio dopo l’unità d’Italia (fig. 6).

Figura 4 – Lavoro in miniera negli anni Venti Figura 5 – Visitatori nella Miniera Tabuna

Figura 6 – Anticlinale Streppenosa e ingresso alla miniera

Per la famiglia tedesca Kopp l’avventura


asfalto si concluderà nel 1914 allorquando
con la prima guerra mondiale, diventando
nemici dell’Italia, vedranno confiscate e de-
manializzate le loro miniere.
Dopo la seconda guerra mondiale scema
l’interesse per l’asfalto naturale a favore di
nuove tecnologie di bitumazione stradale; le
miniere rimangono testimoni di archeologia
industriale e sono riconosciute nella Legge
Regionale 15 maggio 1991 n.17 tra i nascenti
musei regionali.

IL GEOSITO
Dal 2002 la Soprintendenza di Ragusa ha
la tutela dei terreni e delle miniere tedesche
Figura 7 – Demanio Regionale abbandonate (fig. 7).

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Figura 8 – Locomobile
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La rinaturalizzazione dei luoghi in questo


secolo di abbandono contraddistingue il ge-
osito di Streppenosa quale uno dei più carat-
teristici degli Iblei.
A Streppenosa, in un paesaggio rurale
ben conservato, si ergono i resti di un fabbri-
cato che custodisce parti di una locomobile
la quale alimentava un ascensore minerario
di cui rimane il traliccio reclinato (figg. 8 e
9), un grande terrapieno incompiuto su cui si
sarebbe dovuta montare una teleferica per il
trasporto della pietra estratta ed altri piccoli
fabbricati in uso alla popolazione che viveva
la miniera.
Oggi, non potendo usare il vecchio ascen-
sore, si accede alla miniera lungo l’antico
sentiero che scorre parallelo all’Irminio. Le
gallerie, che si sviluppano per chilometri a
circa 40 metri sotto il piano campagna (fig.
10), si presentano abbandonate ma ordina-
te forse perché il lavoro cessò da un giorno
all’altro. La pietra è accatastata e pronta per
essere macinata e spedita in Germania.
Colate bituminose alle pareti, pochi metri
di binari, qualche vagone abbandonato (fig.
11), una parte di miniera allagata; alle pareti

Figura 9 – Traliccio reclinato

Figura 10 – Sviluppo miniera

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Figura 11 – Carrello minerario Figura 12 – Colonia di pipistrelli

qualche paletto dove appendere le lampade


ad olio per illuminare il lavoro e i fori dei trivel-
lini, famigliole di pipistrelli appesi alle volte
(fig. 12).
Ma quello che più colpisce il visitatore
è il carsismo che si è impadronito di que-
sto ambiente in meno di un secolo (fig. 13).
Colate di calcite, conche, stalattiti lineari
ed eccentriche sono il paesaggio ipogeo di
buona parte della miniera, ma anche pisoliti,
autentiche perle di grotta, createsi per le ac-
que che scorrono sul pavimento delle gallerie
e le forti correnti d’aria che si formavano fra
le due discenderie.
Ogni anno centinaia fra studiosi e speleo-
logi, ma anche semplici curiosi, si prenotano
per le visite programmate dalla Soprinten-
denza di Ragusa alimentando quell’interesse
geoturistico che fanno della Miniera Streppe-
nosa un autentico geosito.

CONCLUSIONI
La singolarità geologica della “pietra pe-
ce” che si osserva negli Iblei costituisce un
interessante geosito perché coniuga geologia,
geomorfologia, biologia ed etno antropologia.
La miniera Streppenosa, di proprietà del-
la Soprintendenza di Ragusa, è un esempio
tangibile e il flusso di visitatori in costante
crescita lo dimostra.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
CASSARINO G. (2012), L’estrazione della pietra asfal-
tica in provincia di Ragusa. Cenni storici, in “I
monumenti dell’arte e dell’identità di Ragusa”,
P.O. Ob. Convergenza 2007-2013 F.S.E. Regione
Siciliana, Ist. Comprensivo Crispi e Schininà,
Ragusa.
SPADOLA M. (1977), L’asfalto, Erea ed., Ragusa.

Figura 13 – Formazioni carsiche recenti

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